Categorie
Giornate

Social Network della Madunina

Il messaggio è chiaro: "con ATM si scopa!".
Il messaggio è chiaro: "con ATM si scopa!".

Sono un ragazzo fortunato, perché mi hanno regalato un sogno: incontrare gente a Milano senza dovermi accampare ai Navigli. Dopo un mese e passa di vita pubblica (sui mezzi pubblici) è ora di fare un po’ il resoconto. Ogni giorno vivo appieno nella straordinaria intelaiatura di uno strepitoso social network: attraverso tre portali accetto una valanga di richieste d’amicizia, tranne poi doverle tramutare in minacce di odio sempiterno appena mi ricordo di essere un sociopatico. Ascolto anche un botto di musica, ma purtroppo non pubblico alcun link sulla bacheca considerata la natura “chiusa e iperchiusa” delle cuffie arrivate proprio all’inizio del mese.
E spesso c’è da ridire con chi dovrebbe mantenere in buono stato il servizio, che oltretutto pago, a differenza del finto mondo digitale tutto chiacchiere e distintivo. Andiamo con ordine.

Categorie
Giornate Lavoro Musica

A kind of blue

Garibaldi è un pendolare.
Garibaldi è un pendolare.

Per fare un po’ il ganassa-che-ne-sa e per non arrecare troppo fastidio al mondo che, incurante di tutto, continua a girare qua attorno, ho messo “A kind of blue” di Miles Davis. In ufficio, a volume quasi inesistente (e attraverso le miserrime “casse” dell’Eee PC, che quindi è tutto dire). Non si dovrebbe fare, vista la mancanza di porte, ma date anche le altre mancanza (in ordine: di due su quattro dell’affiatatissimo team, di reattività alla vita da parte del sottoscritto causa orari per ora infami, di reale lavoro da portare a termine) mi sono sentito quasi giustificato.
Il dramma di riuscire a riprendere i ritmi scolastici fusi con quelli delle uscite dagli uffici dei pendolari e conseguente ritorno sulla Milano-Lecco (via Carnate). La voglia di fare foto la mattiina presto andando verso la stazione e poi scoprire che… anche no. Il caffé questa mattina al tabacchino di Osnago, con vicino una simpatica vecchina che attende spazientita il gestore alla cassa (“vorrà prendere un bel cornetto e ricordare i tempi in cui i treni arrivavano in orario grazie al Grande Capo”, penso, “e invece quello là [il gestore, nda] sta al videopoker a tirar fuori le quintalate di monetine che i poveracci gli hanno lanciato dentro”, concludo). Poi invece scopro che la vecchina voleva farsi cambiare un cinquantone per discoglierlo nei suddetti videopoker. E già la poesia della mattina presto che ti mette voglia di fare viene nuclearizzata sul nascere.
Ora dovrei proprio mettere sù quel disco là del Dr. Young che non ho ancora mai messo: “On the beach”. Per vedere se è tanto facile entrare in depressione da sonno.

Categorie
Giornate Lavoro

Pure morning

Non mi ero ancora accorto che ci fosse così tanta ironia a Osnago.
Non mi ero ancora accorto che ci fosse così tanta ironia a Osnago.

Le ultime volte che è successo c’era un aereo da prendere o qualcosa di letteralmente straordinario: mi sono svegliato alle sette meno un quarto. Di mattina, precisazione meno banale del previsto quando si parla di vita da freelance. E difatti non è più vita da freelance: dal 22 giugno 2009 e per un anno (rimanendo nel campo delle certezze) ho firmato una quantità di fogli che mi incasellano come Redattore Web dell’ufficio New Media di Giunti Editore. Il che si traduce nel dover raggiungere Milanofiori ogni mattina entro le nove. Ovvero: sveglia alle 6.45 circa. Ma il primo viaggio ha già dimostrato che c’è ampia manovra di ottimizzazione, così come ai tempi gloriosi della scuola: ritengo credibilmente di poter puntare a 15 minuti (se non 20) extra di sonno, per poi affrontare in dieci minuti il contatto con la realtà, la doccia e infine la colazione/pranzo di Zero.
Il primo giorno viene  archiviato con una buona dose di (yeeeh!) ottimismo: non solo il servizio Ore Sette del Corriere della Sera ha ora una funzione imprescindibile, ma tornano anche a farsi vedere tutti quei bei momenti a base di walkman (ora naturalmente è un iPod) e di letture su treno, metropolitana e addirittura autobus. Due palle? Be’, sì, fondamentalmente un po’ due palle. Ma nemmeno troppo. In poco più di un’ora sono atterrato a Milanofiori, disperso per l’ennesima volta tra i dedali del quartiere-da-uffici tutti uguali.
Tutto molto bello, ho anche imparato dei fatti nel primo giorno di lavoro. Cosa che non succedeva da anni, per dire. Ora il ritorno, che sarà peggio dell’andata.

Ore 7:30 circa, partenza da casa.
Ore 7:30 circa, partenza da casa.
Ore 8:50 circa: arrivo a Milanofiori.
Ore 8:50 circa, arrivo a Milanofiori.
Mastodon