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X10: Fable III

Fable III

Il potere del tocco secondo Peter Molyneux, che arriva decisamente tardi, sorpassato nei secoli dalla gente che fa la mano morta sui tram e perlomeno da Nintendo col DS e da Apple con i suoi iQualcosa. Però sarà proprio toccando gli altri personaggi col proprio che, secondo l’ex di Bullfrog, si porteranno a casa risultati troppo strampalati. In Fable III ovviamente. E magari sfruttando lo stick analogico di destra che piace tanto al papà-pappa-padrone di Lionhead. Per intanto occorre fare una sola cosa, anzi due: prima guardarsi le immagini qua sotto, che magari piacciono; poi eventualmente sorbirsi il primo “Video Diary” al sito ufficiale.

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Area21: Lemmings (Amiga)

Lemmings

Dopo tanto tempo, dopo tribunali, piazze e paparazzi, torna a scorrere possente l’amore tra Zave’s e Area21. Il solito, imperturbabile, probabilmente fake-di-se-stesso NO1 firma anche la recensione di Lemmings, quello per Amiga. Ma ricordate! Andate a spupazzarvi l’intero archivio di Area21.it, che è una roba tipo pazzesca! Non ci starete più dentrissimo!

Scrivere venti recensioni di uno stesso gioco, per diversi formati, non è una bella esperienza da fare. Prodotto per tutte le piattaforme immaginabili fino alla calcolatrice solare, il primo Lemmings rappresenta però il classico caso di genialità semplice, che per esempio non comporta cambiamenti concreti nel passaggio dalla versione per PC a quella per Game Gear. Per una volta, quindi, ci salviamo dalla maledizione del multiformato.
In ogni variante di questo celebre puzzle game ci ritroviamo a guidare una piccola compagnia di roditori (Lemming – Rattus Norvegicus – noto per la sua tendenza al suicidio di massa via tuffo da scogliera) attraverso paesaggi pieni di pericoli, cercando di assicurare la salvezza della maggior parte del gruppo di suicidi. E fino a qui è ovvio che un concetto così semplice rimanga sempre inalterato, qualsiasi sia la versione considerata. In Lemmings, però, il minimalismo della grafica ha fatto sì che alla fine non ci sia nemmeno una grossa differenza estetica fra le edizioni dedicate alle macchine dei primi anni novanta. Al di là dell’idea di fondo e dell’estetica, a dire la verità, un piccolo gap non poteva non venire fuori, ed era quello legato alla quota di comandi a disposizione di un Amiga o di un PC, rispetto a quelli concessi a una console (le macchine Sega e Nintendo non avevano dalla loro mouse e tastiera, nel 99% dei casi), il che lasciava solo alla buona volontà delle softco la possibilità di compensare, via joypad, gli eventuali intoppi. Compensazione che, comunque, è stata quasi sempre assicurata senza tanti problemi.

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Vanquish: bentornato Mikami

Vanquish Platinum Games

Archiviato con successo l’esperimento a base di segretaria porca, pelle e inquadrature generose (Bayonetta), Platinum Games ha affidato alle telecamere virtuali di GameTrailers le prime informazioni relative al prossimo progetto: Vanquish. A capo del team di sviluppo c’è Shinji Mikami (Resident Evil), già al lavoro sull’altro misterioso gioco in collaborazione con Goichi Suda e la cui pubblicazione è prevista sotto etichetta Electronic Arts. Già alla prima conferenza di presentazione dei titoli Platinum e del relativo accordo di distribuzione/produzione con Sega (era il 2008) si aveva fatto accenno a un gioco firmato Mikami, rimandando a un secondo momento l’alzata del sipario. Il momento è arrivato e il filmato è esattamente questo…

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Il più grande spettacolo del mondo pianeta ever

Troppa grazia, mamma Rai! Non so da dove cominciare, sedendomi sbracandomi di fronte a “Il più grande” (Rai Due). Altro che iPad, altro che Daily, altro che derby di Manchester od offerta cinematografica di Sky. Qui è come il basso lazio: là è tutto un pastorello, qui è un unico grande Mollica. Immaginate una dimensione alternativa, o uno splendido futuro ipotetico, in cui Vincenzone Mollica possa diventare un modo di vivere, una teoria del lavoro, una deontologia aleggiante o un set televisivo: otterrete “Il più grande”.
A condurre l’idea, strepitosa, è quella mezza sega di strabordante nullità che è Francesco Coso, lì… DJ Francesco, il figlio dell’altro imbecille Facchinetti. E l’idea, strepitosa, è quella di idolatrare come mai prima d’ora il concetto del televoto. La vittoria delle chiamate popolari su tutto. Su secoli di storia e robetta da poco. Insomma, il più grande italiano di sempre. E per ora non c’è Maurizio Seimandi tra i candidati al trono, tanto per cominciare con l’ingiustizia.

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Giornate Lavoro Uncategorized

Chase H.Q.: tangenziale ovest

Burnout Paradise

Viva l’Italia, altro che quel pallume patinato degli Stati Uniti. Altro che la Sunset Boulevard e la freeway. Altro che Los Angeles… Rozzangeles! Come amano chiamarla da queste parti, Rozzano è la cittadella sperduta nel nebuloso nulla che regala, alla sua altezza, uno scorcio di vero T.J. Hooker, con tanti saluti a Poncharello e compagni. Altro che provincia americana, è qua che si corre e si infrange la legge senza paura di capottarsi al volo ed esplodere prima di toccare nuovamente terra.
Perché questa mattina, proprio una manciata di minuti addietro, ho assistito al mio primo inseguimento. Nessuno schermo al plasma, ma il parabrezza della ZaveMobile 2.0 e “My Elastic Eye” dei Chemical Brothers dalle sei casse, mentre una Punto grigia iniziava a destreggiarsi tra il traffico-a-30km-all’ora, inseguita agile da una gazzella. Ovviamente altrettanto agile. Ed è per sua fortuna che quando è entrata dalla corsia di emergenza, tagliandomi la strada da destra, non mi abbia toccato e palpeggiato il nero manto da panterona della 2.0. Ora ne avrebbe due alle calcagna. Ma corri Forrest, corri! Regalaci un sogno lungo come gli anni ’80!

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Oink.me: quando volavano i maiali

Oink me

Ieri, a due anni e alcuni mesi dalla sospensione dei servizi offerti, si è aperto il processo ad Alan Ellis, creatore/gestore/padrone assoluto di Oink.me. O anche Oink.cd. Qualunque fosse l’indirizzo utilizzato, il nome si leggeva allo stesso modo: “il posto in cui andare se vuoi trovare i meglio torrent della musica [e non solo]”. Sfidando apertamente i tanti cani poliziotto che infestano queste pagine lo dico proprio palese palese: usavo Oink. Volevo bene a Oink. Ma tipo un sacchissimo di bene, così come volevo e voglio bene al mio amichetto artista che me lo aveva prima fatto conoscere e poi, soprattutto, mi aveva spedito l’invio.
Bene, oggi si apre il processo e vengono fuori cose interessanti. Posto che la posizione del sottoscritto di fronte al file sharing è banale e condivisa (non si impedisce, eventualmente si sfrutta)… Posto che la mia storia personale testimonia semplicemente il fatto che da quando esiste questa cosa del “scaricati tutto quello che vuoi” ho finito per spendere più soldi di prima in musica e accessoristica legata… Posto tutto questo e posto sopra che ho versato qualche finta lacrima digitale alla chiusura di Oink, qualcosa non torna. L’accusa parla di un conto in banca da 190.000 sterline per Ellis, evidentemente (sempre secondo l’accusa) riconducibili totalmente o per buona parte al sistema di donazioni legato a Oink, o alla gadgetteria assortita (tazze e magliette).
Oink meLa difesa ufficiale di Ellis è sempre stata elementare: Oink era un aggregatore di link, come un Google a caso utilizzato con le giuste stringhe di ricerca, tutto qui. Ieri, interrogato sul senso ultimo dell’esistenza del sito, il webcapo ha risposto (riporto dall’articolo del “New Musical Express”):

I didn’t have an intention, I was furthering my skills as a programmer, as a software engineer.

Però ci sono quelle 190.000 sterline. Va bene la donazione, va bene l’amore, l’amicizia, l’unione contro il mondo brutto & cattivo, ma se devi farci dei soldi… devono essere quelli che servono a coprire i costi di mantenimento dei server, di manutenzione del sito e due spiccioli due per il tempo che ci perdi. Evidentemente non i 190.000 del conto in banca.
Perché altrimenti, come ha continuato l’accusa:

Every penny was going to Mr Ellis. He hadn’t sung a note, he hadn’t played an instrument, he hadn’t produced anything. The money was not going to the people it rightly belonged to.

Ma sono confuso, mi hanno messo in dubbio il romanticismo pro-Oink. Da qui si può solo fuggire scavando.

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fenomeni parastatali Uncategorized Videogiochi

Fenomeni Parastatali: Cyberbike

Cyberbike (Big Ben, Wii)
Cyberbike (Big Ben, Wii)

Avete già capito tutto, non fate quella faccia un po’ così, che abbiamo noi che abbiamo visto Ornago (MI). Cyberbike è un videogiochino della Wii, quella della Nintendo che ci giochi con la chitarra e poi il tennis, ma c’è anche il Mario Kart che ti diverti troppo quando vengono i cugini. Grande sciura Antonia (ché sciura Maria è già presa), ma ora fai spazio in salotto che arriva l’accessorio finale. The BombZelDroppen! La bicicyclette solo per il Wii, con il gioco che lo guardi e, sotto sotto (ma anche sopra sopra), ti chiedi esattamente cosa sia successo. E’ successo che Big Ben ha sempre mirato ai picchi della già ultracitata Midas, al massimo. E quindi è successa anche tutta la pozza di bestialità che vedete lì sopra. Un coso anche decente che si muove in un ambiente fatto di disperazione, cozzando contro dei sacchettoni della rumenta dal collo bislungo. Fermate tutto, è fuorigioco.
Seguono: comunicato stampa e immagini esemplificativissime.

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Empty party afternoons

Sbagliato, non sto sorridendo con voi.
Sbagliato, non sto sorridendo con voi.

Cinquantamila pagine visitate! Per festeggiare il clamorosissimo traguardo ho pensato in grande: una sequenza di insulti a una nuova categoria, finora incredibilmente uscita illesa dalle lamentele post-adolescenziali del padrone di casa.
Ma per i cinquantamila si può fare: cinque volte diecimila, buonissima parte delle quali grazie alla bruttissima fazénda della Storia Vera, ma che ci volete fare… è così che si vendono i banner. Quindi sotto con le offese violente e irroconoscenti verso: la gente che vuole parlarti anche quando non vuoi.

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Dischi gratis? Il dubbio dello star system

Il caso: dischi gratis (da Kataweb.it).
Il caso: dischi gratis (da Kataweb.it).

Sono stati i primi, ma allora era tutto diverso. Quando gli Smashing Pumpkins regalarono, letteralmente, al proprio pubblico i quattro EP di Machina II/Friends and Enemies of Modern Music (2000), utilizzarono la grande rete come mai nessuno prima di loro. Ma nessuno, d’altronde, voleva pubblicare quel disco e quindi… di necessità virtù.
A quasi dieci anni di distanza Corgan ci riprova e il nuovo Teargarden by Kaleidyscope planerà nuovamente nelle case degli affezionati (quelli che sono rimasti, perlomeno) attraverso una distribuzione gratuita che prenderà piede da novembre sul sito ufficiale della band. Ed è di nuovo un “caso Radiohead”, come i Nine Inch Nails qualche tempo fa.

[leggi tutto l’articolo su Kataweb.it]

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