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Tethered: appesi al filo del futuro (senza nausee)

Spoiler: questo articolo fa parte di una collana dedicata ai giochi della generazione che va morendosi.

L’obiettivo è unicamente presentare i giochi che ho provato a fondo e che mi sono piaciuti in maniera particolare, per svariati motivi. Al gentile pubblico sia noto che non si vuole qui e ora selezionare quelle che ritenga essere, in senso assoluto, le migliori uscite della generazione PS4/XB1 (e Wii U/Switch).

Quanto è bella la realtà virtuale, che fugge tuttavia e pare non riuscire davvero ad attecchire come dovrebbe. Eppure ci provano ancora, per nostra fortuna, con investimenti vagamente degni di nota, se inseriti in un contesto di depressione caustica.

All’arrivo di PlayStation VR mi sono preso alcune settimane per provare, poco per volta, tutto quello che fosse possibile provare. Il primo impatto con la realtà virtuale moderna, qualche anno prima, era stato troppo stordente per non innamorarmene all’istante. Tra i giochi provati e apprezzati, mi fa piacere ricordare Tethered, un’esperienza gestionale che segnalava chiaramente come la VR potesse andare ben al di là di una generale glorificazione della visuale in prima persona.

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