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Resogun: la fortuna di nascere vecchi

Spoiler: questo articolo fa parte di una collana dedicata ai giochi della generazione che va morendosi.

L’obiettivo è unicamente presentare i giochi che ho provato a fondo e che mi sono piaciuti in maniera particolare, per svariati motivi. Al gentile pubblico sia noto che non si vuole qui e ora selezionare quelle che ritenga essere, in senso assoluto, le migliori uscite della generazione PS4/XB1 (e Wii U/Switch).

Resogun è uno splendido sparatutto, fatto di regole sottili e intriganti e potenziato da un ritmo infernale, del tutto simile alla sua deliziosa resa visiva. Funziona tutto nel migliore dei modi, peccato solo per un numero di livelli piuttosto ridotto, nonostante la complessità e la varietà delle sfide che trovano spazio al loro interno. Per gli amanti del genere è un acquisto (o un download) obbligato.

Sembra quasi il box finale di una recensione, anche perché in effetti è il box finale della mia recensione di Resogun, pubblicata al lancio del gioco nel 2013, sulle pagine di IGN. Riciclare fa bene, riciclare è coscienzioso, quindi riciclo pure questo. Anche perché, ad anni di distanza, non c’è altro di differente da dire su Resogun, se non: è bello oggi come ieri, perché era apparentemente vecchio e decrepito anche ieri, quindi le possibilità di imbiancarsi malamente erano poche.

Se nei giorni scorsi, all’evento di presentazione dei giochi per PlayStation 5, ho sgranato gli occhi di fronte a Returnal, è anche e soprattutto colpa di Resogun (e di Super Stardust HD, naturalmente). Le astronavine retro-neon-punk del 2013 dello studio finlandese erano uno spettacolo di intelligenza, efficacia, stile e tossicità, come non garantire fiducia totale anche al prossimo progetto? No, non soffermatevi sugli ultimi due, complicati, anni di Housemarque, siete persone migliori di così. Soffermatevi, se volete, su Nex Machina, che qualche anno dopo Resogun ha confermato di nuovo la caratura dello studio. Ma non ce n’era bisogno.

Resogun è indiscutibilmente il gioco con cui mi sono intrattenuto con più gusto al lancio di PS4 e uno dei pochissimi che, in oltre trent’anni di videogiochi, mi hanno spinto a lottare per salire in classifica e rimanere nelle zone alte. Il suo piano di gioco è talmente preciso e leggibile, chiaro e onesto col giocatore, e così impegnativo e affidabile nell’esecuzione, da obbligare a partite e tentativi, uno dopo l’altro.

Se mai lo avete fatto, compratelo pure oggi, ché va benissimo lo stesso.

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