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Esistenziale

All’improvviso uno sconosciuto

E3 2005, presentazione di Condemned: bastonate in faccia e Sega che prova ancora a cercare una posizione in quel mercato così nuovo e così ostile. Va a tentoni, i nemici riconoscono l’odore di disperazione che porta addosso e finiranno per sbranarla, lasciandone solo un (comunque redditizio) involucro da publisher di serie e marchi già ampiamente affermati e raramente sviluppati dai suoi studi storici. Che sono stati cannibalizzati da ogni parte molto tempo fa. Alla fine di quella presentazione mi giro e mi pare di riconoscere vagamente Andrea Palmisano (nella foto in apertura, credo), epperò non ne sono mica sicuro. Pare lui, ma in fin dei conti ci si è visti poche volte di persona, forse mi sbaglio. Ma no, non sarà lui, vediamo se fa una mossa per primo ecco. No, nulla, si gira. Mi sarò sbagliato e comunque ho un altro appuntamento cinque minuti fa al padiglione opposto.

Qualche tempo dopo il Sano80 lì sopra mi contatta, in soldoni mi dice che ci è rimasto abbastanza male, il mio comportamento non gli è piaciuto. Fingere di non riconoscerlo? Dai, si può fare di meglio. Un minimo di contesto, a questo punto: io e Andrea abbiamo lavorato assieme, a distanza, ai tempi di Nintendo la Rivista Ufficiale. Assieme a suo fratello Fabio ha collaborato per un paio di anni buoni, dopo che ci eravamo già frequentati ai tempi di Console Keeper e Alternative Reality e poi Nextgame. La fine della collaborazione su NRU non ha avuto nulla a che fare con il loro comportamento o quanto hanno “prodotto” per la rivista (anzi), ma tutto con il fatto che al contempo fossero attivi anche su altre testate (online) legate a editori differenti. Questo aveva portato a una scelta antipatica, ma comprensibile. Immagino quindi che Palmy credesse che quel mancato saluto fosse figlio di quella situazione.

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Esistenziale Videogiochi

L’E3 ai tempi di un altro tempo

Old wild west: il vecchio ovest selvaggio, in realtà addomesticato da un pezzo, della Los Angeles di inizio secolo. Questo secolo, chiaramente, quello che sta salutando (per ora o per sempre) l’E3, epicentro dei videogiochi ieri ed epicentro dei soccorsi per la crisi pandemica a una revolverata di distanza da Hollywood. Questa, però, è un’altra storia… per quanto anche il virus abbia infilato la sua buona parte di chiodi nella bara del fu Electronic Entertainment Expo (nota a me stesso: ridurre al minimo l’utilizzo della figura dei chiodi nella bara, l’hai buttata lì un milione e mezzo di volte, basta).

Da qualche mese ho il jewel case di un DVD (ex) vergine sulla scrivania, in effetti sopra a una cassa, già coperto nel tempo da due sacchettine per altrettante coppie di auricolari sportivi e qualche busta verdognola col marchio della polizia. Oggi ho ricollegato il lettore esterno e infilato dentro il disco: “Foto Los Angeles 2004”.

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E3 @ Osnago Videogiochi

Pre Microsoft Pre-E3

Via che si comincia
Via che si comincia

Per la prima volta da che esiste, non sono andato all’E3 per scelta. Obbligato dal troppo lavoro e allontanato dalle scarsissime prospettive di soldi extra, quest’anno seguo la rinata kermesse californiana da casa. E il tutto inizierà esattamente tra un quarto d’ora, quando Microsoft darà il via al balletto degli annunci pomposi con i soliti venti minuti di numeri e dati, per poi passare a un annuncio relativamente interessante, una carellata su roba già nota, un annuncio un po’ più interessante tutto nuovo, il punto sulla situazione Xbox Live e relative proposte inter-mediali e infine la chiusura dedicata al “grosso” giocone della conferenza. Che forse sarà Halo Qualcosa (quello lì con la sigla assurda), o forse no. Forse ci sarà da agitare qualche fatto, o forse no. Insomma, previsioni: poche sorprese, tante chiacchiere, molto arrosto ma niente per cui impazzire. Quantità e un po’ di qualità. Pronto a rimangiarmi tutto tra un paio d’ore e anche meno. Voto previsto: 7.5.

N.B. Immagine courtesy of Kotaku.com

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