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Dischi: negli USA si fa la fame

Vedder canta il suo inno alla gioia.
Vedder canta il suo inno alla gioia.

Billboard ha pubblicato i risultati dell’ultima settimana di vendite. Al primo posto ci sono i Pearl Jam con “Backspacer”, nuovamente sulla vetta della Top 200 dal 1996 (“No Code”). Figata spaziale? Si, be’, insomma: è bello perché è bello, ma i conti non tornano. O meglio tornano e sono miserrimi. “Backspacer”, in effetti, ha piazzato meno copie del suo predecessore (“Pearl Jam” – 2006): il disco dell’avocado, con 279.000 copie non aveva trovato la prima posizione, al contrario di “Backspacer”, che però “sposta” solo (si fa per dire, forse) 189.000 pezzi. A “No Code” era andata decisamente meglio con 367.000 unità. Volendola tingere di rosa andrebbe sottolineata la distribuzione semi-autonoma del disco, arrivato sugli scaffali della catena Target e su quelli dei negozi “indipendenti”. Giusto una sfumatura di rosa, tipo trota salmonata.

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Avvenimenti cronometrati

The Fixer + Supersonic (Pearl Jam)
The Fixer + Supersonic (Pearl Jam)

Alle tre di mattina la casella della posta può avere qualcosa da sussurrarti all’orecchio. E non è solo un: “ehi, ohi, ma quelli del servizio Ore Sette ti han già portato il Corriere!”. La bella notizia è l’arrivo del primo singolo di “Backspacer” direttamente dal fan club, in tre settimane e un pezzetto, meglio del solito insomma. La semplice idea che arrivi proprio il giorno dopo la discesa digitale dell’intero disco è ancora più morbidosa. Un 45 giri con il suo bel vinilino bianco latte che chiede solo di essere abbracciato e voluto bene.

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“Backspacer” e le comete notturne

Heavy-rotation dell'hard disk esterno.
Heavy-rotation dell'hard disk esterno.

In un post di tanti blog fa mi lamentavo dell’incessante peggioramento della qualità della vita. Segnale tipico di chi invecchia precocemente. E se allora il male era la morte del momento “esco e mi compro il disco che sto aspettando da un pezzo”, mi accorgo solo ora, all’alba (quasi ci siamo) delle tre e zeroquattro di mattina, che anche il secondo in cui finisce il download non è poi così male.
Alle gitarelle preziose in zona Mariposa, Ricordi e Messaggerie Musicali si sostituiscono le notti e le posizioni del computer e delle stanze che sono state testimoni del sudato lavoro a base di sottrazione digitale indebita. Perfettamente memore della mattina di fine estate di “No Code”, assolutamente lucido nel ridipingermi in testa la folla pre-Natalizia per “Vitalogy”, posso anche posizionare mentalmente il luogo del misfatto in occasione di “Pearl Jam” e tanto più del qui presente “Backspacer”.
Che quindi è nato, gli si vuole già bene e santiddio, se non ci fosse la musica quanto più farebbe schifo ‘sto pianeta? Mi manca solo Lucia qua a fianco, che me la sono scovata pure appassionata di Pearl Jam. Ma dico io, sarà mica il caso di passare a Plafonio? 😛

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Backspacer

Backspacer by Pearl Jam (dettaglio)
Backspacer by Pearl Jam (dettaglio)

Giornata tematica: questa è l’altra fraccia della medaglia, ovvero il precedente post dedicato al nuovo disco dei Beastie Boys. A differenza dei tre di New York, Vedder e soci (e il loro Tenclub.com) non si sono ricordati/degnati di spedirmi aggiornamenti dedicati al nuovo lavoro, che quindi scopro con indecente ritardo. E indicibile mestizia. Verrà pubblicato il prossimo 22 settembre (rendendolo fin da ora il mese più ciuccelloso dell’anno), si chiamerà “Backspacer” e… e si chiuderà dopo soli 36 minuti di musica. L’ultimo dato è tutto fuorché ufficiale, ma così giura e spergiura una rivista  teutonica che oltretutto si spinge molto più in là, fino a commentare ogni singola canzone. Di sicuro c’è il nome, ma anche l’esibizione al nuovo The Tonight Show with Conan O’Brien di “Get Some“, forse primo singolo del disco. Forse no. Poi ci sono questioncine tipo la distribuzione “a mano” negli USA, fatto salvo l’accordo con Target come unica catena autorizzata alla vendita; l’arrivo in Europa attraverso Universal e… e un’altra faccenda ridicola dopo il click.

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