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Cover me up, before you go-go

Oh, be', credo non sia legale.
Oh, be', credo non sia legale. Freak + Freak + Circa!

Solo qualche brutto momento da copertina musicale. Non le più brutte in senso assoluto (classifica peraltro ardua da compilare), ma una manciata di roba che ti risolleva la giornata, beccata a caso sfogliando le pagine online di Play.com. E prima di passare ai fatti, una domanda: ma che ne facciamo di questi Kiss? Ancora? Io, che da piccolo ero anche convinto avessero un senso à la Led Zeppelin, ancora non ho colto il perché dell’esistenza nel 2009 del carrozzone Kiss. Cioé, sì, ok, i fenomeni da baraccone, le bestie impomatate, il freak che fa sempre effetto, però dovrebbe esserci un limite alla decenza. E proprio da loro partiamo…

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Something’s in the Air

Godot e Duckel: il bianco e nero sfina.
Godot e Duckel: il bianco e nero sfina.

Vanno per i quaranta, i due degli Air: Amour, Imagination, Rêve. Nicolas Godin e Monsieur Duckel hanno finito di lavorare al quinto album della loro carriera da poco diventata ultradecennale e non è questo il tempo di tirare i remi in barca. In attesa che qualcuno di più attrezzato metta a disposizione dell’UniversoMondo “Love 2”, ci si può sbizzarrire cercando di intuire dove andranno a parare.
Per amor del fastidio, non dovrebbe rivelarsi un’impresa poi titanica: gli ultimi due album dei parigini (e dintorni) non si sono spostati poi un granché rispetto al punto di partenza, che è poi stato un recupero più accogliente, pre-riscaldato, pop e morbido à la “Moon Safari”

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OutcastLive! Non saperne e parlarne

Per festeggiare i Beatles, arriva Outcast.
Per festeggiare i Beatles, arriva Outcast.

Outcast Live: il blog(spot).

Stimolato da un invito e soprattutto dalla sicurezza che il lavoro sporco, noioso e fastidioso lo avrebbe fatto qualcun’altro, ho partecipato a un podcast. O anche: una prova di podcast. Che già il termine podcast mi fa venire l’orticaria, e vabbé, ma in particolar modo mettersi a parlare di fronte a un microfono… Farei un’eccezione per QSVS, ovvio, quello sempre, ma per un podcast? Be’, sta di fatto che è successo. Per nostra fortuna (il gruppo di Outcast consta di tre figure: Andrea Maderna, Lorenzo Antonelli e appunto il qui presente) siamo perlomeno riusciti nell’italica arte di fare quello che non si sa fare – e nonostante il sudore eiettato (suppongo) dal giopep, la registrazione è uno stillicidio di fruscii e dolore sonoro assortito, almeno nella prima parte.
Ah, naturalmente si parla di giochini. E naturalmente questa è da considerarsi una puntata zero/pilota. Altresì vero che qui potete recuperare il file mp3 e qui potete ascoltarlo in streaming.

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Oasis: semo li’ mortacci

Noel Gallagher: avrà più tempo per bere il thé ora.
Noel Gallagher: avrà più tempo per bere il thé ora.

Ogni tanto, quest’estate, la buttavo lì alla designer: “andiamo a vedere gli Oasis il 30?”. Così, perché ai tempi d’oro non mi andava di fare il bagno di ragazzine urlanti e poi, tra un disco meno riuscito e l’altro, non ho mai presenziato a un concerto dei fratelli rompiballe di Manchester. Dico: “andiamo a vederli, che tanto ogni giorno è buono perché si sfascino”. Il giorno buono è stato ieri: Noel Gallagher ha lasciato la band e quindi, a dio piacendo, gli Oasis sono ufficialmente carne morta. Non vale dire: “sono schiattati dopo ‘What’s the Story'”, dato che qualcosa di buono c’era ancora, soprattutto nelle ultime due uscite con Sardy alla produzione. Quel che conta, comunque, è che Noel ha detto (e riporto il messaggio per intero):

E’ con una punta di tristezza ma anche un gran sollievo che vi comunico che ho lasciato gli Oasis questa sera. La gente scriverà e dirà tutto quello che gli andrà di dire a riguardo, ma semplicemente non posso lavorare con Liam anche un solo giorno di più. Mi scuso con chiunque abbia comprato i biglietti dei concerti di Parigi, Konstanz e Milano

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Smashing Pumpkins: mele stramarce

Dandy Zucche all'epoca d'oro: lati incontrollati.
Dandy Zucche all'epoca d'oro: lati incontrollati.

Gli chiedete una pulitina al parabrezza e lui vi lascia con l’auto incerata e i tappetini lavati. Che Billy Corgan abbia evidenti problemi di sovraproduzione è palese. Pressoché ogni disco della prima fase degli Smashing Pumpkins è fondamentalmente un doppio, se non un triplo. Con l’unica eccezione, volendo fare un po’ più i precisetti del menga, di “Gish” (1991). “Siamese Dream” aveva il suo “Pisces Iscariot” (outtakes e b-side), “Mellon Collie & the Infinite Sadness” era naturalmente un doppio di per sé, con in aggiunta una strepitosa e ammorbante serie di maxi-singoli ed EP (“Aeroplanes Flies High”), “Adore” poteva contare sui suoi begli “Adore Demos” (negli ultimi anni arricchiti dai non-più-fantomatici “Adore Demos II”) e “Machina/the Machines of God” portò in dote il primo album completamente scaricabile senza estorsione di soldo alcuno (“Machina II/Friends and Enemies of Modern Music”). Tanta roba. “Gish” si salverebbe semplicemente dando per buoni i settecento demo o giù di lì che compaiono sotto forma di purè in “Mashed Potatoes”, la collezione personalissima anche dedicata all’era pre-debutto.

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Harry Potter e il Principe Mezzosangue (PSP)

Harry Potter e il Principe Mezzosangue (PSP, forse).
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (PSP, forse).

Tanto tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, quando si recensiva un videogioco non esisteva la scappatoia del “è un gioco per bambini”. O, perlomeno, si tendeva ad etichettare i giochi che tali apparivano con una decisiva avarizia. In soldoni: succedeva una volte ogni morte di papa, per roba tipo Barbie e la Gioventù Hitleriana o giù di lì. In questo decennio arricchito pericolosamente da almeno una generazione di gente che scrive di videogiochi da un bel pezzo e che quindi si sente “cresciuta”, avviene con allarmante regolarità. Il più delle volte è un circolo vizioso, uno di quelli tipo: “Maurizia Paradiso è una donna orrenda” – “Ma perché è un uomo”.

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L’annuncio degli annunci

La metropolitana milanese, un grande e gradito ritorno.
La metropolitana milanese, un grande e gradito ritorno.

La passione recente, nel mondo dei videogiochi multicolori, è quello di fare gli annunci degli annunci. Lanciano dei comunicati stampa in cui si annuncia ufficialmente che il giorno X verrà comunicato qualcos’altro. E’ tutto molto bellissimo. Per questo, e per smuovere il blog fermo da quasi una settimana, che annuncio l’arrivo di alcuni post domani. Almeno uno, probabili due o tre. Con foto, addirittura! Dato che recentemente siamo arrivati a una media di circa 700 visite al giorno (640 sono mie alla bacheca di WordPress, ma non c’entrano), è giusto tenere da conto i tanti fanz. Evviva!

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New Super Mario Bros. Wii – Tecnica 1

New Super Mario Bros. Wii

L’eredità che New Super Mario Bros. Wii riceve dal suo genitore in piccolo (titolo quasi omonimo, ma di quello per Nintendo DS si sta parlando) è clamorosa. In senso negativo naturalmente.

Siamo passati da un simbolismo quasi esemplare e sognante di Super Mario World, a un certo piattume esistenziale di questa versione per Wii. Di mezzo c’è addirittura la strabordante uscita pittorica di Yoshi’s Island o, perché no?, la splendida caratterizzazione fumettosa di Wario Land: Shake It!

New Super Mario Bros. Wii non tenta nulla di tutto questo, si accontenta di essere un banale Super Mario, con tutti i colori al posto giusto, con i “soliti” fondali, i soliti elementi, i soliti nemici e tanti saluti.

Perché? Perché New Super Mario Bros. Wii deve andare bene a te, a me, alla zia e alla cugina. Dev’essere un manuale di sopravvivenza di quelli che si trovano nelle tasche dei sedili quando ti siedi in aereo: super leggibile, senza possibilità di sbagliare a interpretare. Insomma: informazione spicciola. E l’informazione spicciola è un calcio nei denti del Signor Stile.
Non vuol dire che lo spettacolo offerto sia di basso livello. O meglio: non sempre lo è, anzi, lo è solo raramente. Ma manca la scintilla, il filtro che rende tutto più ricercato e interessante e che, al tempo stesso, metta in bella mostra lo sforzo mentale e muscolare degli sviluppatori e, magari, anche delle risorse tecnologiche del Wii.

Non ti piace questo finale? Ricomincia da capo cliccando qui.

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