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TV e cinema

“Sono un figo spaziale!”

"Lie to Me", ogni lunedì alle 21 su Fox.
"Lie to Me", ogni lunedì alle 21 su Fox.

Se solo Bob Dylan fosse ancora un essere umano e non una divinità trascesa e sufficientemente caruccia da lasciarci il suo bozzolo ancora tutto preso a suonare per il semplice diletto dell’umano più banale, si chiederebbe quante serie televisive dovranno passare prima di vedere questa mandria di specialisti levarsi di torno. E’ tutto un fiorire di gente che, oh cioé non è colpa loro, ma sono davvero troppo dei fighi spaziali tonanti.

Questa sera Fox ha presentato, nella gloria di un HD qua e là un po’ impastato, il nuovo eroe dei nostri giorni sempre più bui (si avvicina l’autunno, mica per altro): Cal. Se durante le prime due puntate di “Lie to Me” si è mai citato per intero il nome del protagonista interpretato da Tim “Scimmia” Roth, allora me lo sono perso. Comunque è Cal, per quanto ci interessa. E Cal è proprio uno che a dimostrare al mondo quanto sia superdotato si diverte una valanga e ancora un po’. Tutto già visto? Eccerto, come no: con il Dottor Gregory House e con quello sciacquetto di “Mental”, per citarne due. Ma forse prende tutto il via dai vari “C.S.I.” e dai successivi “Bones”, non saprei, non ho seguito abbastanza per insultarli gratuitamente, cosa che peraltro mi divertirebbe mica poco.
“Lie to Me” non è roba brutta, intendiamoci. Non è, per ripetermi, quella schifezza fulminante di “Mental”, che piace al Toso. Uno sulle cui scelte in fatto di gusti meno parlo, meglio è. Per dirci, al Toso potrebbe anche essere piaciuto quell’altra anteprima mondiale di Fox con l’omino che legge nel pensiero e le sceneggiature di Topo Gigio, mi sfugge il nome: lo ha trovato Google, “The Listener”. Comunque sia, niente cazzate: “Lie to Me”.

"Me l'hai rigata tu la Panda, vero?".
"Me l'hai rigata tu la Panda, vero?".

Che non è malaccio, ma che avete già visto quando, per l’appunto, si chiamava “Dr. House”. 
C’è una diagnosi impossibile da fare e qualcuno che naturalmente la farà. Magari qua e là incapperà in un paio di drammettini insormontabili, ma nulla che gli faccia perdere fiducia nelle sue superumane possibilità di far trionfare il giusto e il buono. E, altrettanto naturalmente, c’è qualcuno che proprio non crederà minimamente al SuperEroe, impossibile che abbia capito, incredibile che abbia la soluzione, ché a me mi sembrava tutto il contrario! Invece no, sorprendente sorpresa, vince sempre lui.
Il bello è che Cal, come il nostro super amico zoppettino, è un personaggio piatto: si comporta sul lavoro come nella vita, quando ci riesce e quando non deve perdere tempo in un’uscita a effetto in cui sputazza un po’ di cinismo. Perché non è uno che fa il suo mestiere e poi torna a casa a bere birra e a tradire la moglie con l’idraulico, ma il prescelto dal divino per salvare il globo tutto da ciò che c’è di marcio sulla crosta terrestre. In questo caso il marcio è la menzogna, che Cal riesce a scovare in un singolo baffo alzato male. E tanti saluti a ‘sta fava se ti prudeva e basta, ormai è sedia elettrica.
Tanto è preciso e tutto preso dal suo studio del millimetro cutaneo il buon Cal, quanto è impegnato in un vago sfruttamento di due e dicasi due espressioni Tim Roth. C’è la prima, in cui si mette un po’ gobbo, sguardo dall’alto al basso, incuriosito ma anche lievemente schifato: “ma chi diavolo ha scoreggiato?”. E poi c’è l’altra, quella di paciosa compiacenza verso il suo genio: “ma ovvio, sono stato io”, e giù una bella smorfietta di apprezzamento globale. Già me lo vedo mentre lancia gioiose le lenzuola per ricavarne un bell’effetto camera a gas. Son soddisfazioni.

* esegesi della foto lì sopra. Da sinistra verso destra:

  • La bella giovane e talentuosa. Il suo ruolo: mettere in dubbio il capo e uscirne costantemente sorpresa: “ma mi avevano detto che Gesù era morto!”
  • Il ragazzetto intelligentissimo. Il suo ruolo: fare lo strambo simpaticone, più avanti scopriremo che in realtà è timido e impacciato e rovinerà la storia con la bella giovane e talentuosa.
  • Nostra Magnifica Luce: il concentrato di figosità spaziale, con un segreto da nascondere. Diventerà umano e imparerà molto dalla giovane talentuosa.
  • La migliore amica/collega del Capo. Il suo ruolo: innamorarsi della Magnifica Luce e passare il tempo a chiedersi se potrà mai funzionare, dato che in passato è finita a schifio.

0 risposte su ““Sono un figo spaziale!””

Io ho visto tutta la prima stagione e mi è piaciuta. Un po’ ci hai azzeccato e un po’ no, dopotutto tu non sei Nostra Magnifica Luce e non hai avuto modo di guardare fra le pieghe del viso degli sceneggiatori per scoprire comequandoeperché cercavano di gabbarti. Il ragazzetto intelligentissimo, per quel che mi riguarda, potrebbe anche essere scemo come una frittella, tanto è figo che metà basta.
O forse sono io che patisco l’inspiegabile fascino nerd, come la storia insegna. Dopotutto a me piaceva anche il topo da laboratorio di C.S.I. che si eccitava tutto davanti a provette e polverine.
D’oh. :°

E la recensione di Mentalist, quando, che come protagonista ha colui il quale ha ispirato il sorriso Mentos?
(vedi video dei Foo Fighters “Big Me”).

No dai, il ragazzetto è una copia di altri seicento uguali identici in altrettanti telefilm di cui ora (per lo stesso motivo) non ricordo né il nome, né il perché. Mentalist non l’ho visto, lo passavano su Fox Crime? Non guardo Fox Crime, non mi piace particolarmente la roba investigativa. E difatti sia questo che Mental dovrebbero stare su Fox Crime, dato che sono indagini. Sarcazziche, ok, ma indagini.

Probabilmente ti riferisci a soggetti come Seth Cohen con il suo iPod infarcito di Death Cab For Cutie. Comunque, se sono seicento, invoco la legge dei grandi numeri e mi auguro di trovarne uno sotto casa mia.

Umpf. L’attore di O.C. è nato nel mio stesso anno, e quello di Lie to Me solo tre anni prima. Ecco. (Seth Cohen/Adam Brody ha trent’anni? Ma scherziamo?!? O_o)

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