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Zavemobile 1.0: 1998 – foreva

Certe cose ti segnano: quando è arrivata stavo giocando a Monkey Island 3. La scena nell’oasi col serpente che se sbagli ti si ingolla tutto, se la memoria non mi inganna. Lei però era di sotto, a livello dell’asfalto: nera, silenziosa e sinuosa. Fari accesi nel tardo pomeriggio invernale di dodici anni fa esatti. Era gennaio anche allora e lei aveva vinto la selezione, nemmeno troppo dura. La Famiglia aveva deciso che, tra il tamarro di Cologno (Fiat Bravo) e quello brianzolo (Volkswagen Golf), era meglio la classe nipponica di un’Honda Civic 1.4 25th Anniversary.
La targhetta che testimoniava l’edizione anniversario se n’è andata ben presto, eredità dello scarso livello di amore dimostrato dal primo utilizzatore finale della AR 625 NN, che solo dopo otto anni diventerà la ZaveMobile. Storie brutte: di paura, miseria, buio e coltelli che riflettono la luna. Arrivata per dare il giusto congedo alla Renault 5, era destinata a entrambi i pargoli della casata. Ma il destino avverso rigettò la patente fino al 2005. E notizie di cronaca medica fissarono al giugno 2006 il passaggio ufficiale allo status di ZaveMobile.

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Musica per un motore migliore

El brum brum el vavavuma

In attesa di nuove buone dal concessionario, fervono i lavori sulla preparazione di una playlist che possa commentare al meglio il battesimo su strada&in-coda della ZaveMobile 2.0. Ci sono due problemi: non sono un fan delle playlist e comunque il primo disco da infilare nello slot-in dell’autoradio è quello ovvio/noioso/banale/cheppalleoh-smettila! già deciso da tempo (“MCIS”). Però, ripeto, non sono un fanz delle playlist, quanto del disco integrale. Per assemblare la selezione attualmente in essere mi sono affidato al metodo più terra-terra che conoscessi: visualizzare tutte le canzoni che contenessero “Car” o “Drive” nella libreria di iTunes. Il risultato è quello qua sotto. Nota bene: ci sono giusto un paio di aggiunte comunque tematiche (“MFC” dei Pearl Jam, “Go with the Flow” dei Queens of the Stone Age, “Taxi Ride” di Tori Amos e “Ain’t Talkin’ ‘Bout Dub” degli Apollo 440 perché una tamarra serviva). Però mi servirebbero tanti bei consigli e suggerimenti, cercate di lesinare sugli insulti, invece.

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