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Musica

Metti una sera, un sabba tra amici

QOTSA - Lullabies to Paralyze

“Lullabies to Paralyze” è il grande disco del dis-amore: la stragrande maggioranza di chi era saltato sulla macchina spedita a velocità smodata nel deserto di “Songs for the Deaf” se ne è andata. Niente più aspirina e Coca Cola, nessun bagordo, le luci si spengono, se ne va pure Olivieri il Diavolo e la creatura di sabbia rimane “solo” a Josh Homme, che ci fa quel che vuole. Dei cinque dischi dei Queens of the Stone Age, è anche quello più difficile da riascoltare, perché in testa ti rimane sempre quella vaga sensazione marmorea, di un blocco difficile da avvicinare. Ma non è meno riuscito di qualsiasi altro album del gruppo, tolto lui, il “Songs for the Deaf” di cui sopra.  “Lullabies to Paralyze” è lungo e criptico, non tanto perché sia chissà quale svolta strumentale-filosofica-blabla, ma perché è nero e oscuro come le cose più nere e oscure del primo album, eponimo, del gruppo. E se vieni dalla sbornia di hit parade di “Songs for the Deaf”, è un po’ un casino.

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Musica

Joshua Tree e suo figlio

Joshua Michael Homme (Josuha Tree - 17 maggio 1973)
Joshua Michael Homme (Josuha Tree - 17 maggio 1973)

Trentasei anni sono sufficienti per sposarsi, mettere al mondo un figlio e sperare che lo spauracchio della Grande Crisi non venga a rovinarti l’orticello. Carlo Von Sexron allontana l’idea tenendosi ampiamente occupato: per lui lo spettro della disoccupazione rimane sempre tale. Lavora tanto, il nostro Baby Duck (ogni tanto, sua moglie e qualche amico, preferiscono chiamarlo così), che viene da chiedersi dove trovi il tempo per passeggiare ai bordi dell’amato deserto californiano, prima ancora che dedicarsi alla piccola Camille Harley, tre anni e mezzo.

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Musica Zeros

Zeros – 2002: Songs for the Deaf (QOTSA)

Songs for the Deaf (Queens of the Stone Age - 2002)
Songs for the Deaf (Queens of the Stone Age - 2002)

Intro: per la spiegazione del perché e del percome della peraltro deliziosa collana “Zeros”, si veda questo post.

Ancora qui con la storia del terzo disco, quello della conferma. Intramontabile almeno tanto quanto noiosa. Josh Homme e Nick Olivieri, però, devono averla presa sul serio attorno al 2001, quando si mettono al lavoro su “Songs for the Deaf”, terza impresa discografica del gruppo che ha debuttato solo pochi anni prima (1998) e ha già infilato un paio di “hit” con il precedente “R”. 
E se disco della conferma dev’essere, che sia. Anzi, già che ci siamo mettiamo assieme anche il miglior album che mai porterà il marchio Queens of the Stone Age. La stampa statunitense ha già le antenne drizzate, tra questo e il nuovo dei White Stripes, pare che sia tornato il momento per il “vero” rock’n rock di alzare lo sguardo e smetterla di vergognarsi. Qualcuno giura addirittura di sentir partire dei vaffanculo degni di nota durante i circa 60 minuti del disco con la “Q” spermatozooata.

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Musica

Cristina del Grande Fratello nuda

Mulo, ai tempi della pietra
Mulo, ai tempi della pietra

Lo sai, sai che il mulo lo vuole
Lo vuole, e lo vuole la domenica, di domenica e la domenica
Andrà lì e se lo papperà
Un giorno se lo papperà intero
La domanda: quanto dovrò aspettare?
Sii il mulo, il mulo che devi esseri

E allora un giorno sarai sott’acqua, sotto l’acqua
Quel che devi fare è affondarlo, fai creder loro che sia troppo tardi
Per il tuo amore
Per questo, sii il mulo che devi essere

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