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Lamù: un mistero all’itagliana

Lamù, o "della scoperta della femmina".
Lamù, o "della scoperta della femmina".

Complice la programmazione notturna di Radio Deejay (e colpevole un momento di rara noia marchiato Radio 24, la base di partenza dell’autoradio), mercoledì sera un’Honda Civic traballava in zona Vimercate con “Boyband” a volume più che discutibile. Quella “Boyband”, quella dei Velvet, il fu gruppo della Roma Capoccia.
“Boyband”, una di quelle canzoni per cui ti trovi a nascondere vergognosamente l’apprezzamento e dopo quasi dieci anni scopri da dove parte il tutto. Parte da Urusei Yatsura, che di sicuro non si scrive così, ma ho seicento finestre di Firefox aperte e sacrificarne un’ennesima per recuperare il titolo originale di Lamù non è proprio fattibile. Per amor di precisione: l’attacco della sigla italiana di Lamù, quel “uou-uou” che precede l’amore “strano e bruciante” e soprattutto il sempre più sorprendente “com’è difficile stare al mondo” che testimoniava l’illuminata superiorità di

E qui finisce il post che credevo avrei scritto e invece si è mutato in qualcosa di differente.

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