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1 Song a Day: Risingson (Massive Attack)

Massive Attack Risingson

Una canzone al giorno leva il medico di torno. Se è quella sbagliata, nel posto sbagliato, all’orario sbagliato, ti leva di torno pure il contratto a tempo determinato o d’affitto. Un bel chissenefrega è comunque sempre auspicabile.

Per festeggiare l’uscita internettiana di “Heligoland”, mi sono ridato a tutta la discografia dei Massive Attack. E poco sorprendentemente vince sempre lui, “Mezzanine”. E’ sufficiente prendere un pezzo a caso dell’album di undici e rotti (sigh) anni fa per vincere una canzone del giorno. “Risingson” è violenta e suadente, soporifera e letale, ricca di loop che tornano e con quella batteria e quel basso che proprio non ti sbagli. Il vocione e la gente toy-like. Quanta bellezza spremuta in cinque minuti, prima che i bristoliani mi si perdessero un po’ nelle raspe di “100th Window”. Dream on.

Risingson

Di: Massive Attack
Durata: 4′:59”
Dal disco: Mezzanine
Anno: 1998
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Cose su questo blog: in arrivo

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1 Song a Day: I Got Shit/Id (Pearl Jam)

Pearl Jam

Una canzone al giorno leva il medico di torno. Se è quella sbagliata, nel posto sbagliato, all’orario sbagliato, ti leva di torno pure il contratto a tempo determinato o d’affitto. Un bel chissenefrega è comunque sempre auspicabile.

Non puoi sconfiggere i migliori Pearl Jam, quelli della prematura maturità incazzata e amaramente acidula. Quelli di “Vitalogy”, del post-“Vitalogy”, di “Mirror Ball” con Neil Young e quindi “Merkin Ball” con loro stessi. Da quell’EP due pezzi inediti, due tra le cose migliori firmate dal gruppo: “Long Road” e la qui presente “I Got Shit”, rinominata per esigenze di carineria “I Got Id” durante le presentazioni ufficiali. Ha tutto quel che serve per ricordare al mondo come mai bisognerebbe farsi tutti omosessuati per un istante e amare col corpo l’intera band. La violenza dell’attacco, il vetriolo sputato, la romantica ballata-decadente del ritornello, la chitarra ululante nel finale, il basso tonante e tanti anni ’90.

I Got Shit/Id

Di: Pearl Jam
Durata: 4′:53”
Dal disco: Merkin Ball
Anno: 1995
Guarda e ascolta: c’erano due link poco fa, non li avete visti?
Cose su questo blog: tutt’e cose Pearl Jam

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1 Song a Day: Paranoiattack (The Faint)

Una canzone al giorno leva il medico di torno. Se è quella sbagliata, nel posto sbagliato, all’orario sbagliato, ti leva di torno pure il contratto a tempo determinato o d’affitto. Un bel chissenefrega è comunque sempre auspicabile.

Doveva nevicare e io dovevo stare a casa. Invece sono andato. Poi ha iniziato a nevicare, ma ho timbrato. Poi il riscaldamento non andava (?!), poi la nevicata ha iniziato a fare sul serio. Poi me ne sono andato. Poi sono arrivato a casa che quasi c’è il sole. Attacco di paranoia da niente-catene, attacco di noia da casalingo disperato. Il pezzo dei Faint è possente e ignorante e utile e galvanizzante nel suo essere cialtrone. Ce la può farcela.

Paranoiattack

Di: The Faint
Durata: 4′:17”
Dal disco: Wet From Birth
Anno: 2004
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Cose su questo blog: meno di zero

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1 Song a Day: Drawing Flies (Soundgarden)

Una canzone al giorno leva il medico di torno. Se è quella sbagliata, nel posto sbagliato, all’orario sbagliato, ti leva di torno pure il contratto a tempo determinato o d’affitto. Un bel chissenefrega è comunque sempre auspicabile.

Rimaniamo in tema, ché il 2010 ha già portato la (buona?) novella della reunion dei Soundgarden. “Drawing Flies” non è esattamente il pezzo più conosciuto di “Badmotorfinger”, il terzo album (nonché quello dell’esplosione) del gruppo di Cornell e soci. Epperò è bella, possente, ha un incidere rutilante e rulloso che riempie cuore e ‘recchie per meno di tre minuti. Roba di gran classe, che va benissimo anche per aprire una domenica mattina di penultime feste.

Drawing Flies

Di: Soundgarden
Durata: 2′:26”
Dal disco: Badmotorfinger
Anno: 1991
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1 Song a Day: New Year’s Day (U2)

U2 New Year's Day

Una canzone al giorno leva il medico di torno. Se è quella sbagliata, nel posto sbagliato, all’orario sbagliato, ti leva di torno pure il contratto a tempo determinato o d’affitto. Un bel chissenefrega è comunque sempre auspicabile.

Immancabile: per il primo dell’anno, la canzone del primo dell’anno. Nonché una delle cose migliori partorite dalla premiata ditta irlandese. Quasi sei minuti di strepitosa cavalcata rock da anni ’80, tra cavalli infreddoliti e controfigure nel video. Tra testi apocalittici e capelli veramente oltremoda. Ma è tutto da asciugarsi le lacrime ogni santa volta. Per la terza volta: buon anno!

New Year’s Day

Di: U2
Durata: 5′:36”
Dal disco: War
Anno: 1983
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