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Arcadia: Raiden

Raiden logo

Arcadia è la serie di stravolgenti post che collega nostalgia e senso dell’inutilità: un vecchio gioco “da bar” e il luogo in cui è stato provato con più amore e frequenza. Per le puntate precedenti cliccate qui.

Allora, per questa volta ci ripetiamo e rimaniamo a Vimodrone. Anche perché saranno almeno tre o quattro i luoghi Arcadici amorevolmente legati al capoluogo di provincia (provincia di Vimodrone, ovvio), quindi meglio sbolognarne fuori subito un altro. E quest’altro finisce nel registro delle rimembranze proprio per uno sputo. Parliamo di un baretto all’apparenza nuovo, ma dalla frequentazione talmente trasversale da non poter essere catalogato né come “locale malfamato”, né tanomeno poteva ambire a ritrovo parrocchiale. Un’inutilità completa, insomma. Resa meno tale solo perché c’erano dentro un paio di giochi che altrove non si trovavano, non so se per scelta del gestore (no) o per scelta di quello che gli noleggiava i cabinati (questa è più probabile). O forse per il semplice motivo che ci andavo/andavamo a spendere delle monete e quindi credeva di aver azzeccato le schede giuste. Che, per la precisione, rispondevano al nome di: Truxton e Raiden.


Raiden

Due sparatutto a scorrimento verticale, quando ancora il genere mi piaceva e non si era talmente fossilizzato e specializzato attorno ai cinque pirla che sono rimasti a venerarlo su Dreamcast, tanto che bisogna pupparsi questa nuova ondata moderna di sparatutto dai mille colori e seimila nemici su schermo. Ma questo è un altro discorso. Truxton e Raiden, invece, erano della vecchia scuola. Non vecchissima, che altrimenti parleremmo di Space Invaders, di Galaga o del mio adorato Phoenix, ma comunque si portano dietro ormai un tale carico di polvere che se ne saranno finiti in soffitta pure loro (invece no, è uscita una raccolta di Raiden per Xbox 360 se non ricordo male).
Qui però ne andrebbe scelto uno tra i due e allora vada per Raiden, che tanto per Truxton volevo fare tutto un post sulla Toaplan. Raiden, invece, può vincersi questo spazietto tutto suo.
Il bar, come anticipato, aveva davvero poco senso, ma era vicino a un elettricista da cui ci si riforniva e a fianco, più tardi, a un negozio per animali che ha addirittura ospitato la prima e ultima lavata a secco di Leopoldo. Inutile dire che l’addetto al lavaggio non è sopravvissuto per raccontarlo. Non ho la minima idea dell’eventuale sopravvivenza del baretto all’onda rinnovatrice di questi ultimi quindici anni, ma se c’è, è in Via Gramsci, davanti al panettiere (che naturalmente potrebbe essere imploso pur’esso).

Raiden (Marquee)

Raiden però rimane fisso nella memoria come un buon sparatutto, con le sue belle basette a terra da distruggere e la gente che vola. Ché a me i giochi con le basette a terra e la gente che vola (Xevious, insomma) son sempre piaciuti un sacco. Mi davano quel senso di precisissima onnipotenza, come di una corazzata volante costituita da un singolo aereo capace di portare distruzione senza limite sia a terra che nell’alto dei cieli. In più Raiden aveva, tanto per cambiare, una bella grafica,  uno stile meno mediocre della media e non so come mai, ma non ero neanche tanto scarso. Caro, buon vecchio Raiden, non l’ho mai più provato in nessuna conversione, anche perché (tolta la raccolta citata più su), non mi risulta ne esistessero di “comode” (ovvero per Megadrive o Super Nintendo*). Il che è forse anche un bene.

La scheda come i siti in gamba:
Cabinato RaidenNome
: Raiden
Etichetta: Seibu Kaihatsu
Anno: 1990
Sistema di controllo: joystick + 2 pulsanti
Anche disponibile per: FM Towns, Megadrive, Super Nintendo, PC Engine, Jaguar, PlayStation, Lynx, Amiga, TuaSorella

* Naturalmente sono subito stato smentito dal dorato mondo dell’informazione a 360 gradi: Raiden Densetsu era disponibile sia per il 16bit Sega, che per quello Nintendo.

viale john lennon 16, 23875 osnago italy

14 risposte su “Arcadia: Raiden”

il Bianchetti (un nome un mestiere) resiste, al Bar Rita, ora Bal Lita, ricordo con commozione new zealand story con cui avevo raggiunto, con mano tremante e fauci allappate, vette insperate.

No, New Zealand Story non esiste. Non deve mai più comparire su questo blog, su queste pagine. Dannato gioco del diavolo. Seimila uscite segrete, mai capito quale fosse quella “giusta” e le schifose freccine del cacchio che facevano morire con tale dolore e strazio lo schifoso kiwi. Ecco, sto piangendo.

zzavettoni :
No, New Zealand Story non esiste. Non deve mai più comparire su questo blog, su queste pagine. Dannato gioco del diavolo. Seimila uscite segrete, mai capito quale fosse quella “giusta” e le schifose freccine del cacchio che facevano morire con tale dolore e strazio lo schifoso kiwi. Ecco, sto piangendo.

Si confermo la frustrazione da morte istantanea (la lista è lunga ehhh (Toki! scimmia bastarda)), ma il trip di tutti quei mostrini strani che comparivano ovunque, mille armi e mezzi inutili, era all’epoca impareggiabile!!! Ed è lo stesso trip che mi porta a non finire manco un gioco, in cambio della infinita esplorazione dei mondi. Sun fa inscì. Non nominerò più il malefico kiwi prometto

Quando giocavo a New Zealand Story era estate.
C’era una ragazzetta in vacanza in Sicilia, piangeva perché era “cotta” (come solo i pre-adolescenti sanno esserlo) di me, e doveva partire, e in più io non la cagavo perché con gli amici eravamo in fase ‘cameratismo-sfidecontinuative’ con oggetto appunto il cabinato di NZS.
Adoravo giocarci mettendo prima nel juke box dello stesso locale una certa canzone dei Rem. (ooooooh life! Is bigger! ‘s bigger than you….)

Boh Zave io non ti capisco, secondo me ci sono un sacco di shooter moderni che non sono affatto come dici. Se ho capito bene cosa ti da fastidio, penso che ti potrebbe piacere molto Gradius V per PS2 e Zero Gunner II su DC, ma l’analisi che fai del genere è molto parziale e usando termini denigratori contro chi non la pensa come te, non aiuti di certo a prenderti sul serio. 😀

Gli shooter antichi hanno un fascino “diverso” (il fascino di essere presi alle spalle senza poter fare un cazzo, per esempio), ma mediamente il genere si è evoluto (sto mettendo in discussione il tuo “fossilizzato”), grazie a sistemi di gameplay e punteggio molto interessanti (colori – Radiant Silvergun e Ikaruga, combo – Dodonpachi, scraping dei proiettili Psyvariar, Shikigami, rotazione del mezzo – Zero Gunner 2, katamaranza – Tumiki Fighter, chaining di raccolta – Vasara, Gunbird 2). Mi sembra, insomma, una presa di posizione abbastanza arbitraria e ingiusta nei confronti di un genere che negli ultimi 10 anni ha fatto vedere comunque ottime cose.

Desa: ma lo sai già, ne abbiamo parlato per sei ore nel primo Outcast. 😉
Ikaruga va benissimo, Gradius V ce l’ho. Pure R-Type Delta (era Delta?). E poi se non uso i termini che vanno bene a me e che riflettono il mio fastidio (ironico eh, non si sa mai…) sul mio blog, dove li uso? 😀

Bello Desa, sono arrivato circa alla fine del terzo livello, dopo provo un’altra partita. Ci sono un paio di scelte che non mi piacciono del tutto, ma non male come roba freeware.

Sì anche a me alcune cose non fanno impazzire ma va un po’ preso per quel che è 😀 Cmq è uno dei pochissimi giochi che sono riuscito a finire con 1 credito

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