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A Heavy Rain’s A-Gonna Fall

Heavy Rain

Una demo tanto umida da farti correre a prendere un asciugamano e tuffarti in una Ciobar come dio comanda. D’altronde, se la demo è quella di Heavy Rain, non è che puoi stare lì a lamentarti. Un minuscolo tutorial, due scene di gioco, tre o quattro personaggi presentati e un trailer dopo, è tutto finito.
Certo è che se David Cage e la sua Quantic Dream erano alla ricerca del film interattivo “nuovo formato”, già queste prime minute fasi proposte a gratise hanno lasciato intuire dove vogliano andare a parare. Ma è ancora decisamente troppo poco per capire se la formula possa funzionare al meglio. Di sicuro è interessante e alcune scelte anche intelligenti. Non che sia tutto lampante fin da subito: la sezione “tutorial” fa storcere un po’ il naso. Sequenze di pulsanti da tenere premuti per far si che il detective privato sovrappeso e asmatico (tale Shelby) si districhi tra un cassonetto della spazzatura e riesca a raggiungere il suo inalatore, regalandosi un bel “Continue?” nel problematico gioco della vita (questa era bellissima oh). La sensazione è che sia una sorta di Resident Evil 4 all’ennesima potenza, con una possente spruzzata di Killer7. Del primo riprende l’interazione sperimentata durante le scene d’azione, quelle proprio impastate di quick-time event come se piovessero. Del secondo, invece, l’utilizzo di un pulsante da tenere premuto per far procedere il personaggio (a cui, grazie al cielo, aggiunge una certa dose di libertà di movimento, piuttosto che affidarsi ai binari preconfenzionati).


Heavy Rain

La prima scena seria è quella che prende vita in un appartamento lurido e poco invitante, per quanto l’inquilina sia di per sé talmente invitante che ha deciso di farci su una carriera. Una prostituta insomma (immagine in apertura di post). Ma Shelby (ritratto qua sopra) non è lì per farsi una sveltina, solo per interrogarla un po’. Lo stick analogico di destra viene utilizzato per interagire: i movimenti vanno eseguiti al momento giusto e con il ritmo corretto, pena il “fallimento” e il doversi ripetere. Il che porta a una certa ripetitività tipicamente da videogioco che mal si sposa con l’idea del film. Ma d’altronde, qualcosa di “giocoso” deve esserci e ovviamente, dopo qualche sperimentazione, si inizia a capire come muoversi con puntualità, regalando fluidità sia ai movimenti che alla narrazione e quindi alle riprese… e a tutto quanto. Almeno finché non si arriva alla conclusione della prima sezione, quando un toro sudato decide di prendere a calci la povera venditrice di amore Lauren. Segue scazzottata che, questa sì, è tutta un Resident Evil 4. Funziona bene, nulla per cui credere di essere di fronte a chissà quale evoluzione delle meccaniche di un videogioco (anzi), ma porta a casa la pagnotta.

Heavy Rain

Taglio, esterno sera, pioggia ancora a catinelle, siamo oltre i 7 millimetri di acqua caduta, come sottolinea l’intestazione della seconda parte di demo. Questa volta al centro dell’azione c’è un quasi-Keanu Reeves dell’FBI (qui in alto), di cui ho velocemente scordato il nome.
I seguenti cinque minuti vanno spesi studiando l’interfaccia scelta per eseguire le ricerche sul luogo di un delitto, ed è subito una roba a mezza strada tra la fantascienza di Hollywood e i visori che, da Metroid Prime in avanti, piacciono tanto. Si scandaglia la zona lanciando onde di qualcosa alla pressione di R1, sfruttando un guanto cyber-StrangeDay-tecnologico. Solo così si arriva alla rilevazione di prove da studiare poi avvicinandosi e godendo delle mirabolanti tecnologie di cui è confezionato il paio d’occhiali di cui dispone il CiccioPasticcio. Prima di concludere e di andarsene, un’altra scena di interazione piuttosto selvaggia con l’ambiente: sequenze di pulsanti da tenere premuti nel giusto ordine per scalare un terriccio di fango e pietre, pena il rotolamento verso la vergogna e tutto da rifare.
Poi è finita. E quindi Heavy Rain che diavolo promette di essere? Quello che ha sempre promesso di essere: un gioco dalla prominente componente narrativa, che vuole usare le tecniche espressive del cinema, infilandoci dentro l’interazione (non proprio tipica) dei videogiochi. Le due scene lasciano intuire che tutto sommato potrebbe anche funzionare. Ma per ora, in attesa del pacchetto completo, non è che si intravedano poi chissà quali spunti da “vero videogioco”. Il che ci porterebbe a una discussione più lunga su “cosa sia un vero videogioco”. E’ solo Tetris? Solo Space Invaders? Solo Quake? O che altro? E soprattutto: devo mettere su un ciotolone di riso in banco che non sto bene. Sob.

Heavy Rain sarà disponibile dal 26 febbraio in Europa, solo per PlayStation 3. Qui c’è il sito ufficiale se vi serve.

viale john lennon 16, 23875 osnago italy

2 risposte su “A Heavy Rain’s A-Gonna Fall”

il loro progetto precedente mi era piaciuto molto, credo in Cage, lo prendo, anche perchè è diverso da tutto ciò che è uscito in questa generazione, e quindi merita di essere provato…
Per quanto riguarda la scalata nel fango, ho apprezzato molto la disposizione dei tasti da premere, insomma ti dà la sensazione di sforzo e equilibrio precario.
L’hanno studiata e si vede!!!
Spero che la storia sia davvero entusiasmante e matura.
Cmq ha ragione Cage.Ho visto Avatar, e ho odiato davveor l’umanità, in un videogioco non mi è mai capitato di avere sentimenti così netti e palpabili.
Sarà dura, ma perchè non crederci?

Perché non gioco a un videogioco per avere le stesse sensazioni che ho guardando un film. E il contrario. Poi magari Heavy Rain è un grande videogioco, vai a sapere.

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