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Quelli che benrubano

Provincia cronica: ma a Inzago ci sono i capannoni
Provincia cronica: ma a Inzago ci sono i capannoni

Gente per bene, Dio l’aiuta. Loro, la loro famiglia, i loro pochi beni strappati coi denti a una vita d’indigenza e che, perdincibacco, si meritano! Gente ben voluta, voluta bene da chiunque: perché se possono metterci una buona parola, ahhh signora mia, può starne certa che lo fanno. Perché conoscono tutti. Ma tutti eh. Presente tutti? Ecco, tutti.
Poi che bella casa che hanno, perché lavorano e producono e sfamano e creano ricchezze. E sai cosa? Di domenica mattina li trovi sempre lì, in prima fila di fronte a Don Giulo, a messa. Non mi si venga a dire che quelle non sono delle brave persone. Mica come i vucumprà, lì, i negher, che te li trovi sempre in mezzo, che scippanostuprano&vendonoladroga. Gente per bene, a messa, coi soldi svizzeri arrotolati nella carta di giornale e ventidue milioni di Euro nei calzini.

Progetto del quartiere Santa Giulia a Milano
Progetto del quartiere Santa Giulia a Milano

Dal Corriere della Sera di oggi (e Corriere.it):
“Di sé dice, e a ragione, di essere a capo del «più importante gruppo italiano che si occupa di ecologia», la Green Holding spa che controlla anche la Sadi quotata in Borsa. Di lui i magistrati rilevano, e a ragione, «le relazioni di altissimo livello con esponenti del mondo politico e istituzionale che emergono dall’attività di intercettazione telefonica». Eppure, dopo 9 mesi di indagini, ancora non si capisce ad esempio a chi Giuseppe Grossi abbia dato i «due milioni e mezzo di euro in contanti» che «nel solo 2008» si è fatto riportare in Italia dagli “spalloni” della società svizzera Silvoro, i cui «uomini si presentavano con decine, centinaia dimigliaia di euro avvolti nella carta di giornale dentro buste di plastica consegnate a mano a Gorgonzola a due ex militari che provvedevano a portarle direttamente a Grossi». Così come ancora «nulla si conosce della destinazione» degli orologi da collezione per i quali negli anni ha speso almeno «6 milioni e 400.000 euro».
Ma in compenso ieri i magistrati milanesi almeno una cosa ritengono di poterla ben ricostruire: la scia di 22 milioni di euro di fondi neri del suo gruppo drenati all’estero da Grossi. Scia che costa — dopo il carcere in febbraio per l’avvocato svizzero Fabrizio Pessina e gli ex GdF Giuseppe Anastasi e Paolo Pasqualetti — l’arresto di Grossi per «associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale, appropriazione indebita, truffa, riciclaggio e corruzione »; di due manager del suo gruppo,
Paolo Titta e Cesarina Ferruzzi; e, sempre per associazione a delinquere, dell’ex segretaria Maria Ruggiero, beneficiata da Grossi con 4 milioni e mezzo di euro e ieri colpita dal sequestro di una casa da 1 milione e mezzo di euro nel centro di Milano in via Moscova. In carcere finisce anche l’assessore pdl all’Organizzazione della Provincia di Pavia, Rosanna Gariboldi (si è dimessa ieri): non come politica, e neppure come moglie del parlamentare e vicecoordinatore nazionale del Popolo della libertà Giancarlo Abelli (ex assessore regionale alla Sanità, peraltro «cliente di Grossi» nella Porsche 911 coupé che guida «con un canone mensile» e sul jet privato a bordo del quale «vola settimanalmente » senza che si abbiano «evidenze di come venga regolata economicamente tale prestazione»), bensì quale intestataria di un conto cifrato a Montecarlo, sul quale Gariboldi per 12 volte dal 2001 al 2008 ricevette ingenti somme da conti riconducibili a Grossi e per tre volte gliele inviò, con un guadagno per sé di 1 milione e 200.000 euro.”

E ancora:
“Per il resto il ragionier Grossi, ciellino doc appunto, due figlie gemelle e un maschio, non salta quasi mai la messa domenicale ad Inzago e la caccia nelle sue tenu­te. Tranne che negli ultimi tempi.”
“L’uomo che nel­l’era di Facebook è riuscito a diventare il re delle bonifiche lombarde con un network im­pressionante di conoscenze tra politica e finanza senza ap­parire mai in fotografie pubbli­che, si è concesso in questi an­ni d’oro solo pochissime ecce­zioni al suo profilo basso: una di queste sono gli appariscenti capannoni appena fuori Inza­go, località dell’est milanese dove vive con la moglie Zanco­nato in una villa con tanto di eliporto ed elicottero persona­le. Nel primo capannone c’è la sua collezione di motoscafi Ri­va. Nel secondo le auto e moto d’epoca italiane fino al 1970, tra cui venti Ferrari, svariate Lamborghini, Fiat Balilla e Mo­to Guzzi. Si racconta che in passato la stessa Guzzi abbia chiesto a lui i pezzi migliori in prestito per fare i vernissage.”

0 risposte su “Quelli che benrubano”

non è che se uno va a messa è automaticamente una brava persona, eh, nè viceversa.
Ha semplicemente una faccia di tolla e si piglia per il culo da solo … come altre milioni di persone

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