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In evidenza: Game Pro, una storia vera #1

Game Pro: come ti invento una rivista.
Game Pro: come ti invento una rivista.

Attenzione! Clicca qui per raggiungere la seconda puntata di Game Pro: una storia vera, con il video del Video Game History di Monza.

Game Pro era una rivista di videogiochi edita da Sprea Editori. Qualcuno la definiva l’erede morale di Videogiochi, ma mai termine potrebbe essere meno adeguato, dato che proprio moralmente era la vergogna che qui andremo a svelare. E’ un segreto di Pulcinella, o forse no.
Sta di fatto che Game Pro, negli ultimi mesi di vita, veniva realizzata con circa 3200 Euro di “budget”. Soldi con cui coprire: pagamenti ai collaboratori, pagamenti ai grafici, pagamenti ai coordinatori. Fate i vostri calcoli, capirete bene che con 3200 Euro non si può pagare nemmeno metà di quella gente. Come si fa quindi? Semplice, non si paga chi non si vuole pagare, ovvero i collaboratori, quelli che fanno la stragrande maggioranza del lavoro. E come si fa a non pagarli? Primo: arruolare solo ragazzi alla loro prima vera esperienza nel settore, secondo… Be’, leggete quanto segue: è la descrizione particolareggiata di uno di quei ragazzi. Pubblico (con il suo permesso) l’e-mail di Alessandro Mucchi, ex collaboratore di Idra Editing. Buona lettura…

Game Pro: ha chiuso 27 numeri dopo il necessario.
Game Pro: ha chiuso 27 numeri dopo il necessario.

Partendo da lontano… Quando sono stato reclutato ogni volta che toccavo l’argomento cash questo veniva superato abilmente spostando il discorso solo che io ero piccino picciò e non me ne accorgevo. Me ne sono accorto dopo aver scritto le prime cose visto che nessuno mi diceva quanto sarei stato pagato. Ho chiesto io ed era una cifra ridicola intorno ai 7,50 Euro a facciata di 3000 caratteri (pagati ovviamente a 3 mesi).

Nota di Zave: quando ho cominciato a scrivere di videogiochi era il 1996 e per una pagina (poco meno di 3000 caratteri) venivo pagato 60.000 lire. Circa 30 Euro. Ripeto: era il 1996. Future Media Italy ha pagato 77 Euro lordi a pagina (tranne accordi differenti e/o specificati dalle singole riviste) fino a quando ha potuto. Ovvero fino a quando non è stata svenduta a Sprea Editori. Con “3 mesi” si intende che il pagamento avviene 3 mesi dopo la pubblicazione dell’articolo.

A me andava più o meno bene perché non avevo molto tempo per scrivere e alla fine mi divertivo pure ad andare agli eventi, però mi sembrava strano che mi fosse stato detto di non parlarne mai.

Nota di Zave: ho chiesto a svariati collaboratori o ex-collaboratori di Game Pro quanto venissero pagati, tutti scappavano come se posti di fronte a un commando armato pronto a linciarli. Con una vera e propria politica dell’intortamento e del terrore, si può fare anche questo.

Idra Editing: come far schifo.
Idra Editing: il logo.

Più avanti col tempo ho scoperto che generalmente i collaboratori di Idraediting non sanno neanche quanto prendono le altre persone che collaborano, praticamente Marco crea un clima di mistero che serve a coprire i diversi trattamenti che riserva ai suoi minions. So di gente pagata 200 Euro al mese per uno stage di 8 ore al giorno d’ufficio, ovviamente poi se non resti dopo le 8 ore non credi al progetto e allora manca la fiducia… (occhio che non sono sicuro dei 200 Euro, magari erano 100, magari 300, comunque una cifra che quando mi è stata detta mi ha raggelato pensando alle 8 ore d’ufficio).
Lipsia08: albergo a mezza stella, pasti a carico dei collaboratori. Ha cercato di farci pagare la prima notte in albergo, ma visto che nessuno se lo aspettava ha dovuto pagare lui. Poi quando c’era da divertirsi ha pure offerto, non è che sia stato tutto un disastro.
Ah, ovviamente ogni spesa che ho avuto per i vari eventi esteri non mi è stata rimborsata, dicevano: “è una grande occasione per te, noi ti diamo la possibilità di andare tu ti paghi la roba”.
Ha cercato più volte di farmi scrivere per Wings Of Magic, ma quando mi ha detto “per ora non genera soldi, ma vedrai in futuro!” ho rifiutato. Tutte le partecipazioni alle fiere italiane che ho fatto per Idraediting le ho fatte aggratis, compresa la prima IVDC. A malapena pagava i panini. La frase che mi sentivo ripetere è sempre quella tra virgolette poche righe sopra.
L’ultima fiera che ho fatto è stata la goccia: era una fiera del fumetto a Milano, forse il Cartoomics 09 o qualcosa del genere. C’era lo stand di AIOMI e io sono stato cooptato per starci. Ha cercato di farmi tesserare ad AIOMI, ma quando mi ha chiesto i famosi 10 Euro io gli ho detto che prima di mettermi addirittura a pagare io, avrei voluto vedere dei risultati. Dopo qualche giorno mi chiama una collaboratrice da Milano dicendo che è stata spedita su per curare la rubrica che facevo io e per seguire gli eventi e tutte le robe di Idra, mi dice anche che posso rimanere a lavorare, se mi piace un gioco lo dico e vado a vederlo. Io le rido in faccia, poi sento Marco Accordi che mi dice che da parte mia non sente più l’entusiasmo, che lui ha fatto tanto per me, che sto facendo un errore, che la fiducia è fondamentale… Vabbè, “mi licenzio” e vado a lavorare con gente seria.
Ah, riguardo ad AIOMI: alla succitata fiera del fumetto contava circa 50 iscritti (comunque tutti nomi già visti di amici&parenti&adepti). Durante i tre giorni di fiera ne saranno stati fatti una decina.

Marco Accordi Rickards.
Marco Accordi Rickards

Nulla da aggiungere. Quando, circa un mese fa, mi è stato comunicato che Game Pro avrebbe chiuso, mi si è stampato in faccia un bel sorriso. Perché certa gente merita di essere presa a calci tutto il giorno. Oh, metaforicamente parlando, è ovvio! Forse.

Postilla di un certo peso: due giorni fa ho chiesto a Marco Accordi di spiegarmi personalmente come funzionassero le collaborazioni a Game Pro. Ha preferito trincerarsi dietro roba tipo “non sono un ragazzino” e via andando. Giusto per chiarire.

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Ah, del vero giornalismo investigativo. Peccato tu non capisca un granché di musica (ma ne sai, quanto ne sai). Comunque tre hiphiphurra.

A volte preferirei rimanere ignorante. La mia dannata curiosità mi ucciderà. Almeno rassicuratemi su Game Power o mi metto a piangere.

Sticazzi, che livelli di pezzenza questa gente! Ma nelle altre riviste Sprea dedicate ai videogiochi la situazione è migliore, o anche lì è andato tutto a donne di facili costumi?

Sebbene ci sia stato un netto peggioramento dai tempi di Future, la situazione nelle altre riviste di videogiochi di Sprea è migliore.

Con “migliore” intendo che le pagine sono ancora pagate degnamente. Del tipo che ci paghi la bolletta del gas a fine bimestre, cosa che con “la soddisfazione di scrivere per le riviste” non sono ancora riuscito a fare.

Per quanto tempo il gas continuerà a confluire nella mia magione dio solo lo sa. Quello che so io, invece, è che le aste al ribasso e il lavoro regalato producono mostri.

Anzi no, merda.

Oddio, avrei preferito non sapere questa cosa. Cioe’… GamePro non e’ certo la mia rivista preferita – comprai il primo numero, e poi piu’ nulla fino agli utlimi due – ma certi comportamenti sono IMHO ingiustificabili.

E la cosa mi dispiace ancor di piu’ se si pensa che per un certo periodo sono stato abbonato a ben tre riviste Sprea (XMU, la *tua* NRU – nel senso che andato via tu non ho piu’ rinnovato – e Videogiochi) e quindi nutrivo una certa fiducia in quel Gruppo editoriale.

Bah, prima di prendere Edge Italia forse ci pensero’ un paio di volte…

Ne so qualcosa anche io di queste cose….però per fortuna ho annusato la bufala e non ho accettato. Mamma mia che tristezza, ora mi chiedo mi rimborseranno mai l’abbonamento annuale alla rivista???? Ti dicono “ci vuol passione” io dico “ci vuol la faccia di bronzo” !!! Shame on you!

Mi dispiace leggere queste cose soprattutto perché ho sempre provato grande ammirazione per te e per la tua enorme professionalità come redattore storico e il mio sogno personale di appassionata e lettrice di riviste sarebbe un ambiente in cui tutti possano convivere serenamente e senza rancori, che onestamente a me fanno star male. Posto che ti ringrazio sentitamente per i complimenti che mi hai fatto su Games Village (ironici o meno che fossero 😀 ), e posto che non sono proprio all’altezza per inserirmi in una diatriba tra capisaldi del settore, su una cosa non riesco a tacere: l’affermazione che ai collaboratori di Game Pro fosse delegato il grosso del lavoro. Ti posso assicurare, e la mia gastrite è qui a testimoniarlo, che il 99% della rivista era gestito internamente e che spesso sono stata sollecitata dai collaboratori stessi affinché assegnassi loro dei pezzi. Giurin giuretta, che mi caschino gli occhi se non è vero. Poi se questo vada a mio/nostro favore o sfavore non lo so, proprio perché è un dato di fatto.

Tutto qui, in totale sincerità e tranquillità, senza alcuna vena polemica. Ho amato Game Pro e mi piange il cuore a vederla trattare così dopo il dispiacere della chiusura.
Scusate se sono intervenuta. Mi defilo.
Virginia

Ciao Virginia, i miei complimenti erano sinceri.
Ora, però, oltre alla questione basilare sollevata da Gorman, che è imprescindibile, ti vorrei chiedere: quanto vieni pagata? E quanto vengono pagate le altre persone che realizza(va)no Game Pro internamente? Da qualche parte quel poveraccio dell’asino deve pur cadere, se si parte dal borderò citato.
Questo non toglie che pagare 7.50 Euro e intimare di stare zitti sia una bella ammissione di schifo. Cosa peraltro qui confermata da un altro ex collaboratore e da un altro che ho in mail ma non ho ancora pubblicato.

Ciao Virginia. Se partecipi alla discussione penso sarà utile e interessante. Se Mattia dice che i tuoi pezzi sono buoni, sono certo sia vero.

Detto questo, quanto scrivi non toglie minimamente di mezzo alcunché. Restano questi teorici compensi azzerati o quasi per chi svolgeva in ogni caso un lavoro. E i casi sono tre:

1) Alessandro Mucchi non ha mai lavorato per Game Pro.

2) Alessandro Mucchi ha lavorato per Game Pro ed è stato pagato in misura ragionevole. Dovrebbe essere facile verificarlo.

3) Alessandro Mucchi ha lavorato per Game Pro e quanto racconta corrisponde al vero.

Posso solo augurarti di essere inquadrata correttamente e pagata per quello che vali. Perché il mondo che si profila sotto i nostri occhi è un mondo in cui questo è sempre meno scontato, purtroppo.

Caro Andrea,
sono davvero onorata del tuo interessamento, dico sul serio. Guarda, posso solo dirti che se ho sentito il bisogno di venire a difendere il mio/nostro operato in territorio ostile ci sarà un motivo, ed è proprio che resto male a veder tanto fango buttato senza ragione.
Sulla questione che sollevi, io penso e anzi mi risulta che Alessandro sia sempre stato consapevole di tutto quello che comportava il suo incarico e che abbia scelto di conseguenza, ma non entro nel dettaglio proprio perché più di questo non so, odio sparare a caso in ambiti che non conosco e che non sono di mia competenza e la mia paranoia sulla possibilità di sbagliarmi è sempre dietro l’angolo. Preferisco sembrare reticente che buttare lì dati non veri solo “pour parler”.

Per il resto, da n00b della scena mi auguro davvero che il clima in questo settore diventi un po’ più rilassato e proprio a tal fine preferisco evitare di alimentare ulteriormente quest’accanimento, di cui veramente non riesco a comprendere le ragioni e che, scusate se mi permetto, non mi sembra molto costruttivo né che possa portare da chissà quale parte. Ma sarò tarda io ^^
Bye!
Virginia

Non vedo come da esterno potrei conoscere le dinamiche interne a un service col quale mi sono interfacciato per pochi mesi e che peraltro sta anche geograficamente a 600km di distanza da casa mia (neanche da dire che una volta sono passato lì a salutarli, per fare un esempio).

L’unica cosa che posso dire con sicurezza, in quanto basata sulla mia diretta esperienza, è che nei pochi mesi che è durato il rapporto lavorativo mi è sempre stato consegnato un prodotto ben realizzato e puntuale, e che Virginia è una macchina da guerra che chiunque mandi avanti una rivista dovrebbe avere al proprio fianco. 🙂

Di più davvero non ti so dire…

Ottimo, non voglio che qua si metta in piedi una lapidazione. Chiunque ha modo di rispondere e quindi “grazie” a Stefano. Ho chiesto anche a Marco Accordi dettagli in merito a quanto scritto, prima della pubblicazione, ma non è arrivata alcuna risposta e quindi…

Virginia, il problema è semplicissimo. Se quanto menzionato dal collaboratore corrisponde al vero, capirai anche tu che si realizza una condizione banale sul mercato: le riviste possono uscire con quei costi (quasi zero). Gli editori cosa credi che facciano? Dico quelli medi, che ci ritroviamo noi. Gli editori si fregano le mani e pensano che, tutto sommato, si possa fare così ogni rivista.

Figata.

Nel giro di dieci anni si sputtana un settore.

Se io, Paglianti, Mattia, Claudio Tradardi, Silvestri, Carlo Barone, Andrea Babich, Ugo Laviano, Max Rovati, il ToSo, Ualone e tutti gli altri… se noi avessimo cominciato a lavorare in quel modo, cosa sarebbe stato del nostro percorso professionale? Rispondimi tu, che conosci le tue condizioni (io non ne so nulla, ribadisco l’auspicio che siano decorose, anche vista la qualità che ti si riconosce da più parti).

Pensare che uno dei miei sogni bagnati è collaborare per una rivista di videogiochi… se l’ambiente è questo, holy shit!
Bè ma c’era da immaginarselo dopotutto… va così in tutti gli ambiti, l’editoria videoludica non si tira certo indietro.

Sì, ecco, come ha già detto Gorman: non vorrei che passasse l’ida che “è sempre stato così”. Proprio no. Purtroppo vedo che è il risultato a cui molti giungono dopo aver letto queste righe. Non che sia colpa di chi legge, ovvio.

A questo appunto aspetto la seconda parte per farmi un’idea completa della situazione (anche se già con questa prima parte si potrebbero dire molte cose, eh!) e poter scrivere seriamente.
Statemi bene, vado a vedermi District 9… mi aggiornerò domani.

Aggiungo solo un ultimo, doveroso tassello prima di levare le tende definitivamente. Dal numero dei commenti vedo che la discussione è andata avanti nel frattempo, ma risponderò senza leggere nulla e senza quindi sapere se il discorso si sia evoluto né come lo abbia fatto.
L’ultimo messaggio che ho letto prima di staccare di fretta era quello di Zave (grazie ancora per i complimenti, allora) che mi chiedeva lumi sulla mia paga e a cui dico che mi dispiace, ma non mi sembra corretto divulgare dati del genere che sicuramente da qualcuno, chiunque esso sia, verrebbero strumentalizzati.

Ho ragione di credere che nessuno di noi navighi nell’oro, nemmeno Marco, che non ne ha mai fatto mistero e che non capisco assolutamente perché debba essere additato fra le radici di tutti i mali dell’editoria. E so che tutti noi lavoriamo e agiamo nella piena consapevolezza di ciò che questo comporta senza essere costretti da chicchessia e potendo tranquillamente cambiare idea in qualunque momento, senza veleni né rancori di sorta.
Peraltro Marco è il primo a spaccarsi la schiena e a lavorare più di tutti, non è certo quello che mentre gli altri sgobbano se ne sta sdraiato sul lettino sorseggiando limonata mentre uno schiavo gli fa aria. Ma proprio no.

Bye-bye sul serio!
Virginia

Virginia, ti rendi comunque conto che anche quanto scrivi ora può essere strumentalizzato, vero?
Questo perché gli scenari possibili non sono tanti…
Tralasciamo quello più improbabile ovvero quello in cui tu e i collaboratori venite pagati il giusto. In questo caso non ci sarebbe alcunché da strumentalizzare e Mattia non avrebbe scritto questo post.
Quelli che rimangono sono:
– tu predi più del giusto (seee, impossibile!), ma i collaboratori no;
– tu prendi il giusto, ma i collaboratori no;
– tu prendi poco (ma la cosa ti va bene perché il lavoro ti piace), come i collaboratori.
La domanda che ti è stata rivolta non implica dubbi su quanto ha scritto Mattia su chi collabora, ma solo su come sei posizionata tu sullo scacchiere: sei sfruttata anche tu o sei retribuita il giusto?

Ciao
Samuele

Eh boh… capisco Virginia, capisco tu non voglia parlarne… ed è probabile che questo ti faccia in ogni caso onore, almeno sotto un certo punto di vista. È però molto difficile quantificare quel “nessuno di noi navighi nell’oro”, nel momento in cui non abbiamo metri di confronto su cosa tu intenda.

Per intenderci, un collaboratore di PSM potrebbe sostenere “non si naviga nell’oro” ma di fronte allo scenario che emerge qua… sarebbe Paperon De Paperoni!

In bocca al lupo per tutto comunque. Ciao!

Virginia, il fatto è che per quanto difficili siano le condizioni non si può non pagare la gente o darle una miseria. Ti ricordo che noi tutti siamo già in condizioni ridicole: basta un controllo dell’ordine dei giornalisti e tutti ci prendiamo una denuncia (è successo in vnu anni fa, ed è successo più recentemente a playmedia): vogliamo aggiungere anche la beffa di essere pagati una miseria? Il fatto che accordi si spacca il culo non migliora le cose. Ma lui ti ha mai parlato del fantomatico contributo da 800k euro? Tu eri li quando le telecamere di adnkronos hanno spacciato un service per uno sviluppatore di vg? Lo consideri giornalismo? Pape

Caro Mattia,

leggo questa ennesima aggressione a me e alle mie attività e non posso che rattristarmi. Già, rattristarmi. Un nome che ho apprezzato, una firma che ho letto per tanto tempo che mi lancia accuse gravi e mi diffama per un motivo che non riesco a comprendere.

Ti rispondo per cortesia verso i lettori e ti dico che:

– Non parlo pubblicamente di contratti privati tra società perché sarebbe una condotta scorretta e antiprofessionale nei confronti sia di Sprea Editori che di Idra Editing.

– La cifra cui ti riferisci è relativa agli ultimissimi numeri, da noi realizzati in perdita e solo per amore della rivista e dei lettori. Se avessimo dovuto campare con Game Pro, avremmo chiuso. La prova? Nessuno è stato mandato via o tagliato a causa della chiusura di Game Pro.

– Alessandro Mucchi è un collaboratore con cui ci siamo lasciati male e che ora, di conseguenza, nutre dell’astio nei nostri confronti. È normale, ci sono sempre. Io non dirò i fatti suoi né parlerò male di lui, invece: ha 20 anni e gli auguri di fare strada e inserirsi nel settore.
Perché non interpelli gli altri, piuttosto? Perché non parli, che so, con Virginia, che era colei che più di ogni altro seguiva Game Pro? O Vincenzo, Guglielmo, Eliana, Giovanna, Andrea, Stefano… sai, la lista è lunga, ed è tutta composta da persone che mi stimano e mi vogliono bene.

– Mentre tu mi diffami, io sto lavorando all’IVDC. Un evento completamente gratuito che porta oltre 40 relatori a Milano. Grandi nomi dei videogiochi. Il mio lavoro parla per me e vorrei un tuo parere al riguardo. Che ne pensi dell’IVDC? Aggiungo: perché non dedichi le tue energie, visto che sei bravo e competente, a fare qualcosa di buono per il settore e per la cultura dei videogiochi?

– Ti ho chiesto di chiamarmi per un pacato e civile chiarimento. Mi hai coperto di insulti. Mi hai scritto: “Hai rubato abbastanza”. Abbiamo un diverso concetto di civiltà ed educazione.

Ad ogni modo chiudo dicendoti (e l’invito si estende a ogni altro “critico del mio operato”) che sarò a Monza il 3 ottobre per la tavola rotonda della Video Game History. Sarò lieto di avere un contraddittorio con te o chiunque altro davanti a pubblico, registratori e telecamere. Sai, il tempo di scrivere decine di migliaia di caratteri di messaggi su forum e blog io non ce l’ho proprio. Scusami.

Cordiali saluti,
Marco

Vado per punti:
1) Bene, tranquillo che ne ho parlato io.
2) Sto ridendo, sarai contento: hai ottenuto quanto sperato. Ovviamente l’amore di Game Pro si misura in quanto Idra ha pagato i collaboratori o gli stagisti. Suppongo si trattasse di quello.
3) Quindi Alessandro Mucchi ha detto cazzate? E anche Lowfi? E anche un altro che ho in e-mail? Si sono strambamente inventati tutti la stessa versione? No dai, dimmi tu come funzionano le cose. Perché con quella cifra (o anche con quella precedente, vai tranquillo), una rivista non la porti a casa. A meno di non sfruttare giovani ingenui, ovviamente.
4) Basta cagate.
5) Il civile e pacato chiarimento l’ho chiesto per iscritto, verba volant. Hai risposto qualcosa tipo (faccio la parafrasi): “io non sono un ragazzetto come te, non ho tempo per queste cazzate”. Abbi la decenza di stare zitto.

Non hai tempo no, ci credo bene. Con tutta la merda che metti in piedi per portare a casa due euro, neanche io ce l’avrei. Hai mai pensato all’idea di trovarti un lavoro che non preveda sputare cazzate al prossimo per tirar su soldi?
In effetti non capisco dove trovi il tempo per scrivere seicento pagine per PSM ogni due giorni. No, aspetta, forse l’ho capito. Apriamo anche questo capitolo? No dai.

L’uscita (dal mondo) è quella là in fondo, goditela.

P.S.: ma non ti sei chiesto come mai tanta gente ha voglia di spalarti feccia in faccia? Non te la sei proprio fatta ‘sta domanda? No perché è curioso eh!
P.S. #2: Ah, naturalmente hai evitato di smentire che Mucchi, come altri, venisse pagato con delle noccioline scadute praticamente. Difficile negare di fronte alla gente che finalmente s’è rotta le palle e ti ha mandato a scaricare, immagino.

“Sai, il tempo di scrivere decine di migliaia di caratteri di messaggi su forum e blog io non ce l’ho proprio.”

Da quando?

Un bullo che vuole fare a botte non scrive, agisce. Quello che fa male sono ben altre cose. E diverse Mattia te le ha già dette.

Ce ne sarebbero altre, fra cui una in particolar modo: proporsi per realizzare una rivista, giocando sui costi, quando il direttore responsabile della stessa (che come normale ne ha selezionato il team redazionale) è assente per malattia, contribuendo a decretarne la chiusura da parte dell’editore.

Questa fa molto male. 9/6/3. Giocateli al superenalotto, magari vinci novemila euro e rilanci Videogiochi.

Non credo sia fattibile chiedergli di calmarsi, la pazienza non è infinita.
Gente come lui è raro trovarne. La questione farà più male a te se andrai avanti così. Un saluto ai miei amici. Secondo me tu avresti dovuto trovarti in questa situazione con me.
Aggiungo 47/88/22.

Marco, se mostri il progetto costato 800.000 euro ci vengo io. Così racconti davanti alle telecamere come mai cerchi di pubblicare certi IBAN sulla rivista. Alla faccia della deontologia.

Sì, ma che mestizia.
Giurisprudenza sarà arida, ma almeno conservo solo il ricordo della redazione prima delle cavallette, delle rane e delle ulcere sul bestiame.

Ciao, Zave. Sì, ho un quarto di secolo, ma per inerzia pare sia anche il mio ultimo anno da studente. Trattasi di un periodo trash e decadentistico, come puoi ben immaginare.

Non so se ho capito bene tutta la faccenda, ma anni fa anche io collaborai con Sprea Editore per una pubblicazione e venni trattato altrettanto malamente; so per certo che, per la rivista a cui partecipai io, ‘lavoravano’ un fracco di ragazzini pescati sul web, praticamente tutto via email, che più che per i soldi lo facevano per la gloria di scrivere ‘su un giornale’. Risultato: costi zero, ma quando si parlava di soldi – puf – tutto diveniva nebuloso e passava dal campo delle cose tangibili a quello della metafisica trascendentale, tantè non era mai il momento di sganciare. Se interessa la faccenda, la mia mail è valida.
Ciao a tutti.

Scusate, ma tutto questo bordello perche ultimamente la rivista veniva fatta con 3k euro? dicono che era da poco che succedeva… prima con quanto la facevano? magari con quello quadra… metti che era un boato di più!
Comunque in tutti in casi dovremmo smerdare prima l’editore, e poi la redazione… magari erano condizioni imposte, da accettare pena ‘perdita di prodotto amato e che portava gloria’ e blabla…
se continuiamo a prendercela cosi con loro finira che domani cominceremo a aprire tread dedicati ai blog commerciali che danno un euro a post (lungo)! e io non ho tempo perche sono davvero tanti, non so se rendo 🙂
io in lire venivo pagato dodicimila lire a cartella (1800 battute) nel 2001… oggi, molto semplicemente, non trovo nemmeno più nessuno che di quelle cartelle abbia bisogno… e sinceramente 7,50 le accetterei. non è che vi puntino una pistola, eh, gente! 🙂
E infine… alla fine ci vai o non ci vai a Monza a parlarci? dai che si organizza un pullman 🙂

Complimenti. È grazie a gente come te che il mercato va in vacca. È più dignitoso dare via il culo che lavorare per quei 4 miseri spiccioli.

Il mercato editoriale va in vacca perché Internet regna, primo, non perché i soldi sono di meno (E LO SONO) e perche c’è un buco legislativo enorme sulle collaborazioni occasionali, che permette questa merda. La percentuale di ribasso del mercato dovuta a gente che accetta poco la puoi far valere se confronti muratori italiani e rumeni, in campo editoriale è meno che nulla, e vale la prima causa che ho elencato.
Inoltre se permetti lo decide il padrone del culo, cosa è più dignitoso fare con esso. Vi rode che non riuscite a trovare una cartella a più di tot, per colpa di questi maledetti disoccupati che si svendono invece di “dare via il culo” come suggerisce il vostro moralizzatore? Ok, ce l’avete con uno perche pagava poco. Ce l’avete con lui in dieci anche se uno solo di voi era la “vittima”… ma non era kunta kinte, eh! non era in una cantina chiuso, che non poteva muoversi, con le armi puntate… proprio perché prendeva poco (o nulla, non ho capito) poteva staccarsi quando voleva, poteva non accettare, poteva insistere per i suoi diritti… perche nessuno gli da dello stupido? perche nessuno di voi gli sta dicendo che era meglio che desse il culo e che non doveva perderci nemmeno il tempo che ci ha perso? state diventando ridicoli e perdete quel poco di ragione che potreste avere focalizzando il problema. E ancora non ho capito se si va a Monza o no! Anche voi avete problemi a rispondere sulle domande precise, vedo 🙂

HAHAHAHA,davvero, la prossima volta che Gorman o IlToso scriveranno su qualche forum “e non sapete/non si sa/non sappiamo/completamente come sono andate le cose”, beh, chiederò umilmente alla mia curiosità di aver rispetto per la mia ulcera.
E io che pensavo di avere visto lammerda (non l’utente, eh) in Square Enix. Non avevo visto nulla! E’ tutto un grande videogioco, oggi più che mai: un survival horror. Gorman si gira verso la panchina per prendere la bottiglietta ristoratrice e PAM, Pyramid Head gli fa un massaggino con lo spadone.
Zave, ti ringrazio per avermi dato la conferma definitva che, indipendentemente dal settore, se un datore di lavoro usa l’espressione “la passione è fondamentale in questo lavoro” sta cercando di far collidere un obelisco con la tua prostata.
Ah, comunque non sono d’accordo sul fatto che i giovani e giovanissimi che accettano compensi vaporosi e incoraggiano questo andazzo siano esenti da colpe. Questo dovrebbero insegnare in prima elementare: il lavoro retribuito deve essere retribuito. Non troppo, nemmeno tanto, ma almeno dignitosamente. Ma che cazzo di passione è una cosa che ti fa giocare col tempo e con i sogni altrui?

Rispondo a Marco solo per la parte che mi riguarda:

Amico, ma quale astio.
Si parlava col Mattia di rapporti di lavoro ed ho solo detto come stavano le cose in Idra Editing. Non ho mica gonfiato la realtà, sennò qualcuno mi avrebbe prontamente smentito.
Se non vuoi che in giro si dica che fai certe cose.. beh.. non farle sarebbe già il primo passo, credo.

Non è forse vero che siccome non ti ho dato i 10 Euro per AYOMI il mio rapporto con te sarebbe diventato: “se ti piace un gioco ce lo dici e puoi andare a vederlo” dopo che per un anno emmezzo ti ho fatto il PR praticamente aggratisse con la promessa di chissà quali meravigliose opportunità?
Sì, lo so, so’ pirla io, ma te con la storia della fiducia e del rapporto personale ci fai quello che vuoi con un ragazzo che fino a qualche mese prima ti leggeva con ammirazione sulle riviste.
Per fortuna che non sono tutti cosi, dove lavoro adesso prima ancora di ventilare una collaborazione è stato chiarito il lato economico del rapporto, ci vuol poco ad essere onesti.

E pensare che se non fosse per me tu al Video Game History neanche ci andresti dato che la loro e-mail sarebbe ancora nel tuo cestino..

Ah, e non mi piace niente quel “non dirò i fatti suoi”, cos’è, una minaccia? No perché puoi anche dirlo in giro che ero ubriaco fradicio al party di Crytek a Lipsia, ci sono pure le foto sul tuo blog! ^^

Un’ultima cosa: è curioso come nella lista dei tuoi testimoni ci siano solo i tuoi attuali collaboratori. Sai, chi non lavora più con te forse non ha più paura di perdere le “opportunità future” se dice le cose come stanno.

@La Rikkomba

Non esagerare.

Non credo siano da colpevolizzare i ragazzi che scrivono per passione.
Quello che asserisci non è totalmente sbagliato, certo, la cultura del lavoro ormai è svilita da ogni decenza, ma questo settore è molto diverso dalla muratura, eh.

In questo settore la passione è preponderante, non dimentichiamolo. Siamo stati tutti dei brufolosi bambini che scoprivano la posizione della pecorina grazie al tasto L2 con Tomb Raider, e ognuno di noi ha coltivato il sogno di poter scrivere su riviste videoludiche.

No, i ragazzi non sono da colpevolizzare, anche per una questione sociale.

Io stesso ho cercato di “sfondare”, e al massimo sono stato pagato con qualche titolo. Era la passione a muovermi, non i soldi

Ora sarebbe diverso, sicuramente, ma ripeto, non colpevolizziamo troppo i ragazzi, hanno ben poche colpe rispetto ad altri.

@Pape:
Il mercato editoriale va in vacca perché Internet regna, primo, non perché i soldi sono di meno (E LO SONO) e perche c’è un buco legislativo enorme sulle collaborazioni occasionali, che permette questa merda. La percentuale di ribasso del mercato dovuta a gente che accetta poco la puoi far valere se confronti muratori italiani e rumeni, in campo editoriale è meno che nulla, e vale la prima causa che ho elencato.
Inoltre se permetti lo decide il padrone del culo, cosa è più dignitoso fare con esso. Vi rode che non riuscite a trovare una cartella a più di tot, per colpa di questi maledetti disoccupati che si svendono invece di “dare via il culo” come suggerisce il vostro moralizzatore? Ok, ce l’avete con uno perche pagava poco. Ce l’avete con lui in dieci anche se uno solo di voi era la “vittima”… ma non era kunta kinte, eh! non era in una cantina chiuso, che non poteva muoversi, con le armi puntate… proprio perché prendeva poco (o nulla, non ho capito) poteva staccarsi quando voleva, poteva non accettare, poteva insistere per i suoi diritti… perche nessuno gli da dello stupido? perche nessuno di voi gli sta dicendo che era meglio che desse il culo e che non doveva perderci nemmeno il tempo che ci ha perso? state diventando ridicoli e perdete quel poco di ragione che potreste avere focalizzando il problema. E ancora non ho capito se si va a Monza o no! Anche voi avete problemi a rispondere sulle domande precise, vedo 🙂

Non ho capito, prima parli del buco legislativo che permette tutta la merda possibile tramite le collaborazioni occasionali e poi te la prendi con i ragazzini alle prime esperienze che non sono abbastanza sgamati da picchiare i pugni e andarsene subito, ma invece insistono per realizzare uno dei loro sogni e scrivere su una rivista di videogiochi (salvo poi andarsene comunque).
Eh no, se permetti io me la prendo con chi è grande e vaccinato e su ste cose ci marcia.
La domanda di lavoro sfruttata non sarà la causa del mercato in vacca… infatti forse è un sintomo.

Mi pare evidente che il discorso non sia circostanziato, ma generale.
La posizione del giovane lavoratore è per definizione debole, non si possono imputargli colpe per non aver fatto valere chissà cosa ed aver inseguito un sogno.
Che poi, stiamo parlando di una rivista come GamePro e gli unici motivi per non basare la propria proposta editoriale sul lavoro di giovani sottopagati sarebbe… che son cazzi loro?
Politica di qualità.

Più che altro non sarebbe certo la sede adatta, il Video Game History è un gran bell’evento fatto da gente appassionata e competente. Non è proprio il caso di andare lì ad intesirla.

Lammerda, il mondo editoriale va in vacca non perché c’è Internet, ma perché su Internet (e non solo) è pieno di pezzenti che sfruttano la passione per non pagare un cazzo o regalare il gioco al recensore. Ho sentito, su vari forum, gente che invidiava chi prendeva 20 euro per un articolo… 20 EURO PER UN ARTICOLO. Ma nemmeno la Gazzetta della Martesana paga così poco, per la miseria!!!! Ho parlato con colleghi in press tour che mi raccontavano che non gli venivano rimborsate nemmeno le spese: se c’era il PR bene, se non c’era il PR, si dovevano pagare di tasca propria taxi, pranzi, cene e qualsiasi necessità primaria. Per poi prendere 20 euro o poco più a pezzo. Ho anche notizia di siti Internet che, dipendendo interamente dalla pubblicità, chiudono un occhio su certi difetti: cosa succede se poi l’investitore si incazza per una recensione negativa e chiude il rubinetto? Nel mio caso, me ne sono sempre fottuto: le riviste per cui ho lavorato campano di lettori, per fortuna, e quando facevo incazzare un publisher, amen… tanto la pubblicità prima o poi la rimetteva.

Parli di leggi che mancano, ma sono stronzate. Le leggi ci sono, ma nessuno le rispetta. E non a caso, nella ex VNU si sono beccati tutti una denuncia per abuso di professione. è successo anche a PlayMedia… succederà anche ad altri, considerato che nessuno, nell’editoria videoludica, è un giornalista professionista. Ma nonostante tutto, ci sono realtà e realtà: in Future nessuno era giornalista professionista, ma gli stipendi sono sempre stati più che dignitosi, e nemmeno troppo lontani dai tariffari dell’OdG. Che si trattasse di persone assunte o che si trattasse di collaboratori esterni. Che fossero persone che scrivevano da 20 anni o ragazzini alle prime armi con tanta voglia di crescere. Il mercato attuale è desolante, e quello che mi infastidisce di più è che i colpevoli non sono (solamente) dei vecchi editori avidi e taccagni, stile Scrooge: i figli di puttana sono anche persone giovani, che sfruttano il lavoro di ragazzi ancor più giovani di loro. E no, non parlo solo di Metalmark.

Pape

Lammerda: il tuo tentativo di ribaltare la faccenda è davvero deprimente. Alessandro Mucchi era sicuramente un “ragazzino” quando ha cominciato a muovere i primi passi nel settore. Dove per “ragazzino” si intende una persona alle prime armi, che evidentemente non deve contare sulla retribuzione di una rivista per campare. Sfruttarne l’entusiasmo e la voglia di fare personalmente mi provoca un certo disgusto.

@Lammerda:

prima di tutto ciao, non ho afferrato il tuo nome però.
Ho 23 anni e ho collaborato con Idra Editing fino al maggio (o era giugno, boh) di quest’anno.
Come dice Zave quando ho cominciato in Idra avevo alle spalle solo qualche mese in un’altra realtà che certo non mi permetteva di farmi un’idea di come andassero le cose. Io non so chi sei, cosa fai nella vita e quanti anni hai, ma io vedevo il mondo dei videogiochi come qualcosa di fatato ed entrarci è stato incredibile, pensa che ho conosciuto Mattia a Tokyo: Giappone+Capoccia di NRU, mica male la combo.
Credo che se tu leggessi la mia e-mail a Zave ed il mio successivo intervento qui sopra avresti una visione chiara della faccenda. Ho già detto che sono stato pirla, ma cosa pretendere da un pischello pieno di passione? Tengo a sottolineare però che quando mi è stato chiesto addirittura di cacciare il grano per rimanere a collaborare non ci sono stato, quindi ho imparato relativamente in fretta no? ^^

Ora continuo a stare in questo mondo perché ci sono realtà professionali e appassionate ed una di queste mi paga per farlo, vorrei però che il dibattito non diventasse “quanto è un pirla Mucchi” perché quello me lo posso dire anche da solo.

Avevo sentito parlar male (molto male) di Idra, ma non avrei mai immaginato che potesse essere dipinto un quadro tanto fosco.
In questo caso, più di “male” (sempre che le testimonianze raccolte da Mattia siano vere, ma sarebbe da chiedersi perché non dovrebbero esserlo. E, soprattutto, in quali altri modi allora l’Accordi avrebbe potuto far incavolare così tanto alcune persone da spingerle a farle gioire al desiderio di sputtanarlo su internet inventando balle a più non posso) si dovrebbe parlare di “caporalato”, ma anche di “tumore”.
Chi agisce in questo modo, infatti, erode la qualità dal settore, risucchia ogni linfa vitale e si preoccupa unicamente del ritorno economico avuto a fronte del minor investimento. E’ il tumore del settore. Correggetemi se sbaglio.
Certo, anche la FIAT va a costruire in Cina perché là la mano d’opera costa meno e, se non ci fossero leggi che vietano il lavoro minorile, probabilmente resterebbe in Italia e aprirebbe impianti gestiti da bambini sottopagati. Quale imprenditore non lo farebbe? Però, grazie a Dio, le leggi ci sono e scempi simili non sono ammessi. Dunque è palese che chi tenta di portare in edicola una rivista con un budget tanto limitato stia facendo giochi piuttosto sporchi e se non sporchi comunque sospetti (da lì la legittima richiesta di Mattia di saperne di più, ma sul fronte economico ho notato che l’Accordi tiene la bocca cucita), sfruttando la passione dei più giovani, pronti ad ingoiare rospi e molto peggio pur di sfondare.
Magari sarà stato anche detto loro “non ti preoccupare, le gratificazioni arriveranno”, “non ti lamentare, la gavetta l’abbiamo fatta tutti”… e così la presa in giro è bella che completa. No?

@lammerda ma anche un po’ in generale

Non è che però si possa cancellare con un colpo di spugna il fatto che in casi del genere il datore di lavoro abbia comunque il coltello dalla parte del manico eh…

Non è la società che fa le porcate, sono le persone, solo le persone.
Non c’è bisogno di essere Kunta Kinte per essere contrattualmente deboli, basta molto meno. A volte per non sottostare ai ricatti si deve accettare di sacrificare quanto si è costruito in anni e anni di lavoro. Magari non ce la si fa, magari non ce la si può fare per mille motivi.

Sono le persone a scegliere, non una nuvola senziente che si aggira fra di noi invisibile.

E per essere precisi sulla “domanda”, non ho intenzione di legittimare alcuna manifestazione organizzata da chi mi fa del male coscientemente. Di certo non con la mia presenza. Non oggi, non ora. Il giorno che cambio idea ve lo faccio sapere.

E’ questo è “solo” uno degli aspetti marci del mondo videoludico in Italia, questa storia non mi sorprende, semplicemente è una personale conferma di come funzioni il sistema.

Un appunto rapido: rileggendo gli articoli di Mucchi su Game Pro direi che non avrebbe meritato manco un euro. Ci sono ragazzini di 14 anni che scrivono su sitodimerda.tk e gli pisciano sonoramente in testa.

gg

P.S. E non ditemi che a Tokyo ce l’hanno mandato quelli di Game Pro perché allora il mondo è proprio infame.

Ma LOL!

Dubito che questo sia possibile dato che quando collaboravo io gli articoli non erano firmati e quindi nessuno può sapere chi abbia scritto cosa.. certo.. a meno che tu non stia in Idra, e questo darebbe tutto un altro sapore al tuo contributo. PWND!

Al limite puoi aver letto “Made In Italy” che ,essendo stata fondamentalmente una rubrica di comunicati stampa, ha ben poco del giornalistico e ben molto del copiaincolla.

Credo che tutto sia ormai stato detto su quanto sia immorale e meschino questo genere di sfruttamento, da un lato UMANO.

Ma io vorrei anche parlare della qualità del prodotto. No, perchè Game Pro si atteggiava a essere la “crema” dell’editoria videoludica, la rivista al top, quella non tanto destinata al fanboy quanto al pubblico un po’ più scafato, magari anche un po’ con la puzza sotto il naso (vado a intuito pur non avendone mai comprato un numero, visto che veniva spacciata come la versione italiana di Edge).

Ora, come cazzo si fa a pretendere di realizzare un prodotto editoriale del genere, che deve essere impeccabile, scritto in maniera non banale, capace di offrire quel “qualcosa in più”… quando poi ci si affida dei ragazzini alla loro prima esperienza e soggetti a pesante turnover? Voglio dire: io ho cominciato a scrivere come collaboratore per ZETA nel 1996 quando avevo 22 anni, e ho continuato poi dal 1998 per Il mio castello/Future per poi smettere definitivamente nel 2006. Non credo che sia un mistero che i miei primi articoli fossero magari vagamente divertenti, scorrevoli… ma che riletti dopo tutti quegli anni di esperienza facciano in realtà un po’ cagare rispetto al livello di quelli che, grazie all’esperienza maturata, scrivevo negli ultimi anni. Non credo di essere l’unico così: salvo qualche mostruoso talento naturale capace di scrivere come un maestro del giornalismo già alla sua prima esperienza, la bravura e la capacità si possono solo affinare con il tempo (nonostante agli inizi si cerchi di compensare con grandissime dosi di entusiasmo). E quindi, ripeto, come si fa a pretendere di realizzare un prodotto di qualità affidandosi in buona parte a mercenari sottopagati alle prime armi? Per poi rimpiazzarli velocemente con altri similmente inesperti quando i primi, se sono furbi, se ne vanno? La risposta è semplice: non si fa. E le riviste chiudono. E chiudono non solo “perchè non c’è mercato”, “perchè c’è Internet”, “perchè era un prodotto di nicchia”, o per sfighe editoriali (vedi ZETA… ottima rivista ma dalla gestione economica sfortunata). Ma probabilmente anche perchè i lettori non sono scemi.

Meritocrazia:
le qualità di Alessandro Mucchi non sono in discussione. Nel senso che proprio non hanno nulla a che vedere con la questione. Se chi era a capo della faccenda ha considerato sufficientemente valido Alessandro per scrivere sulla rivista, tanto basta. Non ha davvero nulla a che vedere con quanto stiamo discutendo.
El Gugliauser:
Per quanto il discorso sia fondamentalmente corretto, il tuo non aver mai letto nemmeno un numero di Game Pro non ti pone certo nella condizione migliore per discutere della supposta qualità (o mancanza di). Torniamo alla questione principale.

Sarebbe interessante svelare anche le meccaniche che portarono al passaggio Videogiochi > GamePro. Non è stata forse proprio la riduzione dei costi a convincerli?
Verissimo quanto detto dal Gugliauser poi, della rivista ho preso solo il primo numero e m’è sembrata francamente ridicola, nemmeno paragonabile alla dignitosa VG, con testi tradotti diciamo “creativamente” e mischiati / integrati male con “tesi” nostrane, per non parlare dell’impaginazione delle cose create ex-novo o del tono di posta o editoriali.
Il comportamento di Marco mi stupisce ben poco, ho avuto modo di scambiare qualche battuta forumistica con lui e già con quelle è stato capace di farmi capire la sua caratura.

Mi firmo con nome e cognome, anche se nessuno mi conosce per quelli.
Keep up the good work, leggere tutte queste storielle mi mette di buon umore.
Pensavo di essere l’unico che ovunque vada a lavorare ha sempre problemi finanziari, invece anche in realtà “affermate” come quella dell’editoria sembrano -e ripeto sembrano- esserci queste persone meschine. Ah, la crisi..

PS: Meritocrazia, mi sembra di avere già visto il tuo modo di scrivere.. dove? XD

El Gugliauser
(vado a intuito pur non avendone mai comprato un numero, visto che veniva spacciata come la versione italiana di Edge).

Già questo dovrebbe farti desistere nell’ esprimere un giudizio sulla qualità degli scritti.

Perchè se c’è una cosa sicura è che comunque, tra alti e bassi, i ragazzi che hanno scritto su GP sono da premiare. E parlo degli scritti poi firmati, verso la fine quindi.

Capisco il tuo punto di vista, il tuo “presumere” la bassa qualità dalla poca esperienza, ma non è di questo che si parla.

Ma infatti ho messo le mani avanti, per correttezza. Però lasciatemi dire che non ho sentito esattamente commenti entusiasti da chi la leggeva e comprava. Per lo meno non quanti ne sentivo invece per Videogiochi.

La cosa mi lascia davvero deluso, non che non lo sapessi, diciamo che non avevo mai cercato una vera e propria conferma perchè ci ho sempre creduto e sperato in questo mondo. Da molto tempo stavo spingendo per cercare di diventare un collaboratore di varie riviste (tra cui quelle Sprea) ma alla fine non se ne è mai fatto nulla. Quello che posso dire è che i pochi collaboratori che ho avuto modo di conoscere non prendono soldi, o se ne prendono sono cifre ridicole. In passato sono stato “sfruttato” anche io se devo essere sincero (non parlo di Sprea ma di altre realtà), la sfiga è che ero giovane, appassionato, “fesso” se vogliamo trovare un termine preciso. Come gran parte dei giovani ragazzi che tutt’ora perdono del tempo per la gloria. Con questo non voglio dire che loro sono coglioni anzi, agli inizi può anche essere una rampa di lancio per promuovere le proprie capacità, ma quando inizia a diventare una barzelletta forse è il momento di darsi una svegliata. Poi dopo che uno legge certe cose (e non parlo solo di questo post, basta leggersi GV o altri forum/blog per mettersi le mani nei capelli) è normale che gli passa la voglia, ed è un peccato perchè il futuro di questa editoria sono i giovani appassionati (come me del resto) che non hanno l’opportunità di esprimersi (io aggratis ho smesso di esprimermi sinceramente).

Cara Virginia, il suo intervento è stato interesante, educato e carino. Quello che vorrei chiederle, ma so che non risponderà, è perchè una giornalista partecipa ad una montatura video che propone lo spot falso di una realtà che non c’è, il tutto in casa Idra.

La signorina inquadrata accanto a vincenzo lettera nel filmato in home aiomi è proprio la ottima Virginia.
Lei appare mentre si parla di “programmatori al lavoro” pur essendo intenta a lavorare su fogli word (come si confà ad un giornalista) come mostra il video.

Video che si conclude dando l’impressione di essere negli uffici del gruppo BSS mentre si è negli uffici Idra con la Signora Noto che dice di essere Sceneggiatrice di Videogames, e non l’amministratrice di Idra come tutti sappiamo.
Non che la Signora Noto non possa cimentarsi nel farlo, ma da li ad essere usata come “figura testimonial” il passo è più nella direzione della fiction che in quello del giornalismo.

Ora: prendendo un caso così eclatante di frode ai danni degli spettatori, come configura la sua posizione di giornalista?
Cosa ne pensa della strumentalizzazione della sua immagine dato che è un tema, quello della strumentalizzazione, che le sta molto a cuore?

Vede, se il suo sogno (e parlo da lettore) è quello di farsi strada nel giornalismo, il partecipare ad opere di fiction volte ad ingannare proprio i lettori non depone a favore della sua integrità.

Accordi, sa va san dir, si commenta da solo e da un po di tempo molte persone lo stanno aiutando a commentarsi più onestamente cosa che non farà bene alla sua immagine di giornalista (che ormai non esiste più) ma che sicuramente farà bene ai lettori che sapranno quali articoli saltare in base alla firma.

Per quanto riguarda il discorso dello sfruttamento il topic è forse sfuggito fuori focus: il problema non è il periodo di apprendistato di un giovane, ma le promesse future non mantenute e le imposizioni dall’alto pena la defenestrazione.

Un giovane appena formato difficilmente potrà imparare senza esperienza sul campo, e quell’esperienza non può essere remunerata quanto quella di un veterano.
Bene gli start-up in economia ma se dopo x mesi, comunicati in anticipo e con molta chiarezza, nn arriva lo scatto promesso al giovine ecco allora paventarsi la vera frode.
L’aspettativa delusa è l’arma del raggiratore provetto.

Lode a Mucchi per il suo entusiasmo, biasimo per le aspettative deluse dal suo datore di lavoro Accordi che, con il miraggio della passione, ha soltato estirpato fatica dal giovane Mucchi senza poi farlo arrivare alla terra promessa.

AIOMI conta 60 iscritti, io personalmente ho strappato la tessera mesi fa.
10 euro che potevano esser spese in un buon film al cinema.

Spiace molto quando persone che sembravano decenti, come la Petrarca, arrivino cariche di occhioni cerbiattoni gettando un manto di innocenza quando poi si rendono protagoniste di spot pubblicitari pagati al prezzo di un intervista finta ed una marchetta edulcorata.

Il problema dell’Italia non giace in Berlusconi o Franceschini, ma nei 50 milioni di accidiosi che vivono e prosperano sotto il suo fantastico sole mediterraneo.

Belle domande, ma dubito avranno una risposta da chi dovrebbe dare spiegazioni.
La “terra promessa” da Idraediting non ha niente di più della realtà offertami dal mio attuale datore di lavoro, vorrei che non passasse il pensiero che è tutto come negli uffici di Idra/AYOMI/BSS/Eve Interactive/IVDC, esistono situazioni lavorative dove, sì, la passione è fondamentale, ma questa viene valorizzata ed accompagnata dalla professionalità.

Mi è venuto in mente un altro esempio per mostrare la differenza di stile, per far capire come fosse diversa la situazione molti anni fa.

Quando nel 1996 cominciai a collaborare per ZETA, fu perchè quasi come per scherzo scrissi una recensione su un gioco non ancora trattato dalla rivista (“Quest for fame”, il gioco degli Aerosmith). La mandai a Paolo Paglianti, che conoscevo per averlo tormentato al telefono qualche ora sulla serie Ultima (vi ricordate quando al venerdì pomeriggio rispondeva alla linea S.O.S. di K?), e lui mi richiamò per dirmi che l’avrebbero pubblicata e che volevano che continuassi la collaborazione. Non si è parlato di soldi, se non ricordo male, almeno non subito. Fatto sta, e questo mostra che SIGNORI fossero quelli dello Studio Vit, che mi venne addirittura pagato quel mio primo articolo (non ricordo quanto, ma non erano comunque i miseri 7 euro e mezzo di cui sopra, ma ben di più) nonostante io l’avessi inviato alla redazione senza pretendere nulla, senza pensare a un compenso. Quando mi vidi arrivare l’assegno, ero senza parole. Altri tempi, altre persone…

OT Ma per la miseria, Mattia, perché non usi Blogger come tutta la gente normale? Le risposte sono tutte ad albero a seconda di come uno replica, e naturalmente non si capisce un cazzo ^_^

Pape

Il merda non smette di banfare
http://www.democratici-digitali.com/content/prospettive-opportunita-mercato-videoludico-opere-multimediali-interattive-marco-accordi-rickards

Mi piace quando dice: “dare la giusta riconoscibilità all’opera multimediale interattiva (videogioco) come mezzo di espressione artistica del pensiero e prodotto industriale tecnologico d’eccellenza,”

Qualcuno più intelligente di me mi spiega perché si devono usare questi paroloni privi di significato per nascondere il nulla assoluto?

Pape

Pape, però non ti sembra di esagerare negli epiteti?

Altrimenti la questione abbandona i binari della civiltà deragliando verso l’italianità.

Ho letto con attenzione il post e penso che Zave abbia fatto questo attacco a Marco Accordi Rickards per soddisfare un senso di giustizia per un comportamento che secondo lui era scorretto. A questo punto dico anche la mia opinione… (e non sarò influenzato dal fatto che Ravanelli abbia conosciuto di persona sua giocabilità Miyamoto, che col suo tocco lo avrà di certo illuminato e gli avrà indicato la via per la felicità -ovviamente scherzo – )

Premesso che ho acquistato tutti i numeri di Videogiochi e Game Pro e ho ritenuto interessanti entrambe le pubblicazioni, anche se GP nell’ultimo periodo cercava di venire troppo incontro al grande pubblico, ma essendo una rivista commerciale era normale lo facesse. Le riviste di videogiochi sono un appuntamento fisso per chi segue il mercato da anni, e prima dell’avvento di internet erano L’UNICA fonte disponibile per sapere le novità dal mondo ludico.

La chiusura di una rivista videoludica, un sito o anche un semplice blog è sempre una perdita.

Mi dispiace per i ragazzi sfruttati, se si sentono tali, ma penso che per dei ventenni con tanta voglia di fare ed apparire sia comunque una buona occasione, anche senza guadagnarci nulla, ovviamente Game Pro non è un sito amatoriale no profit, e avendo dei guadagni avrebbe dovuto dividerli con i suoi collaboratori, ma sono più che altro loro questioni personali. A me dispiace per la chiusura di una rivista di videogiochi, oltretutto una delle poche multiformato, anche scrivendo su un sito ritengo le riviste di critica videoludica una vera istituzione.

@Alessandro Mucchi

Sì, mi riferivo alla tua rubrica da due soldi. E no, con Idra non c’entro un cazzo e non ci avrò mai un cazzo a che fare, visto che ho già un lavoro fisso e ben pagato lontano da questo schifo. Evita di spammare pwnd alla cazzo, ragazzino.

gg

A parte il fatto che non c’entrano nulla con il merito del topic, questi attacchi sono un ridicolo squallore.

Qualcuno che mi sa dire chi è che ha raccontato la storia dell’IBAN a Eldacar, e quindi a una realtà concorrente, c’è?
Perché secondo me, sotto la merda, c’è dell’altra merda.

È stato paglianti? o silvestri? o altri della redazione?

Caro Sallustio,

prima una precisazione: inserire nello stesso messaggio la parola con la M e il signor Paolo Paglianti non è una buona idea. Soprattutto significa non avere la più pallida idea di ciò che si sta parlando.

Detto questo, ritieni davvero che un’azione tanto piccola e meschina non abbia fatto il giro di *tutte* le redazioni d’Italia? Ma per piacere…

Piccolo intervento da utente finale (che alla fine dovrebbe essere la figura principale) in mezzo a tanta aristocrazia:
Da un lato sono demoralizzato per aver perso una delle poche testate degne di lettura (anche se preferivo la traduzione integrale di Edge), ma dall’altro, e prevale questo sentimento,sono fiero di non devolvere più 6€ ad un personaggio che si è fatto un nome per tutto questo tempo grazie allo sfruttamento di giovani pieni di passione. Mi sarebbe piaciuto leggere i suoi commenti se Sprea l’avesse pagato con la stessa moneta…
Adesso con quale coraggio andrà da questi stessi giovani a pubblicizzare i vari corsi del suo socio Carbone e che credibilità pretenderà di avere?

saluti

p.s. dietro la chiusura di Videogiochi e la nascita di Gamepro a questo punto viene da pensare male (che si fa peccato ma non si sbaglia mai) e mi chiedo se non ci sia il nostro eroe…

Con dispiacere approdo su queste pagine, proprio in questo periodo in cui sono immerso nel pieno del Video Games History.
Mi spiace aver letto da zavettoni che lo definisce “baracconata”, perché per tirare insieme questa “baracca” abbiamo passato, e passiamo, tante ore di serio impegno e passione. Siamo in tanti dietro al progetto, anche se alle volte emerge solo la faccia di alcuni.
Legandomi al nostro evento, ringraziando l’amico Alessandro Mucchi per le belle parole e per il supporto dimostrato lo scorso anno, non posso che spendere le mie parole di supporto (anche se non ne ha bisogno) a Marco.
Io non posso che ringraziarlo per aver sempre aiutato le nostre iniziative, in un reciproco scambio di aiuti, supporto e soprattutto amicizia.
Esulando da quest’ultima, personalmente non posso che dire la mia, a fronte di chi dice la propria verità (che io non posso negare perché non conosco), posso dire la mia di esperienza professionale con Metalmark, confermando che ogni impegno economico e redazionale è sempre stato puntualmente rispettato nel puro spirito di collaborazione.
Mi spiace leggere tanti attacchi ad una persona che stimo e con la quale ho costruito un’importante amicizia. Io ho abbracciato gli impegni svolti come uno dei primi collaboratori di AIOMI e partecipando all’IVDC.
Ovviamente non posso entrare in tutte le dinamiche di cui parlate, facendo altro nella vita e relegando il Videogioco a quella che è probabilmente la mia passione più grande.
Passione che ogni anno mi vede smuovere “soci”, amici, collaboratori, appassionati per tentare di offrire qualcosa di diverso, appunto il VGH.
VGH che proprio grazie a Marco lo scorso anno ha offerto una tavola rotonda eccezionale che ha saputo coinvolgere tantissimi videogiocatori ed appassionati..e che spero quest’anno, grazie ad una imponente kermesse potrà offrire ancor di più!
Speriamo che la “baracca” insomma tiri avanti, anche perché noi la portiamo avanti con tanta passione. Passione che alle volte sembra proprio essere completamente assente in persone che ne dovrebbero avere più di altre.
Concludendo, spero di vedervi tutti al VGH carichi di voglia di divertirsi. Io non vedo l’ora, perché lo organizziamo proprio per questo!
Buona serata e domenica a tutti

Baracconata = la richiesta di partecipare a tavole rotonde davanti a telecamere e microfoni. Di Video Game History non so nulla e non commento.
Per inciso: il tuo intervento è fuori luogo tanto quanto quelli di chi ha attaccato la qualità di Game Pro o degli scritti di Alessandro Mucchi.

Fede, scusa se sei stato tirato in mezzo in questa spassosa arena, ma non sono stato certo io e non è stato neanche Zave. E’ stato chi voleva usare il tuo bell’evento.

Come sai bene io ho fatto quanto potevo per sostenerti e posso dire con malcelato orgoglio di esserci riuscito.

Non so se riuscirò a venire a trovarvi, come ben sai questo periodo di esami per giurisprudenza è delicato, ma in ogni caso ti rinnovo la stima per la fatica che fai e gli investimenti senza secondi fini.
Come dice Mattia (Zave) il punto però è un altro, del quale tu ovviamente non sai nulla e che probabilmente ti avrà lasciato sgomento leggendo queste pagine.

Continuate con il buon lavoro che voi, sì, siete veri appassionati. 🙂

@ andro

Su come siano andate le cose nel passaggio fra Videogiochi e Game Pro… io ho già scritto. E lo riporto qui sotto. Se qualcuno mi vuole smentire può provarci.

“proporsi per realizzare una rivista, giocando sui costi, quando il direttore responsabile della stessa (che come normale ne ha selezionato il team redazionale) è assente per malattia, contribuendo a decretarne la chiusura da parte dell’editore.”

Su questa pagina vedo tante voci appartenenti al “settore” (molte le conosco bene e di persona, altre le ho incrociate in questi anni di lavoro o comunque le conosco di fama) e allora ci metto anche la mia, anche se generalmente se ne sta per i fatti suoi perché preferisce non alimentare polemiche che prendono fuoco benissimo già da sole.

Specifichiamo: non scrivo queste parole per difendere Marco Accordi e non ho nessuna intenzione di lasciarmi coinvolgere dalla (a mio giudizio brutta) diatriba di cui è al centro in questi ultimi tempi. Non conosco i suoi metodi per quanto riguarda la realizzazione di Game Pro e soprattutto il suo modo di trattare i collaboratori, ma mi chiedo una cosa: di che ci stiamo stupendo? Se il budget di Game Pro era quello che viene citato da più parti (3200 euro… o ho letto male?), non credo che il fatto di non pagare i collaboratori sia nato dalle brame di ricchezza di Marco.

Il problema, semmai, coinvolge tutto il settore dell’editoria, e non solo dell’editoria videoludica, anche se qui ovviamente ci stiamo concentrando su di essa. L’editoria è in ginocchio a causa delle crisi economica (congiunturale) e sua propria (strutturale). E’ massacrata dai colpi di Internet che, oltre a fare una concorrenza spietata alla carta, ne mette a nudo anche i tanti mezzucci. I mezzucci… quelli ci sono da sempre e hanno proliferato per un certo numero di anni, vivacchiato per un tot di altri e ora stanno prendendo i cavoli marci in faccia, perché nessuno scampa al passaparola di Facebook & co., e i panni sporchi non è più possibile lavarli in casa, per nessuno.

Così, le riviste perdono di credibilità (non tutte… o sì?), anche perché riuscire a realizzarle in modo credibile con quei due spiccioli di budget assegnati dagli editori è difficile, se non impossibile. Internet, dal canto suo, distrugge ma non costruisce molto, in termini di economia e di lavoro: ditemi un sito che paga 50 euro a cartella (cifre che si possono guadagnare sul cartaceo, anche se non nel settore videogiochi, non più) e mi ci fiondo. Di ragazzi che, legittimamente, sognano la professione giornalistica e sognano di avviarla proprio parlando della loro passione ce ne sono molti… fate 2+2. Quello che è successo in Play Media, del resto, si sa: tabula rasa di un intero corpo redazionale (gente che lavorava da 10 anni, sposata e con il mutuo sulle spalle), benvenuto a tanti ragazzi nuovi (tutti a casa a scrivere sulla propria tastiera… pagati chissà come e chissà quando) e minuetti grotteschi per cercare di non farlo capire al pubblico, che altrimenti perde la “passione”.

Quindi, chi prende il polso all’editoria videoludica italiana? Di chi è la colpa della sua febbre alta? Dei “ragazzini” che scrivono con tanta passione da farlo gratis? Non credo. Del pubblico che non premia la qualità? In parte. Degli editori che in molti casi non sanno investire e rinnovarsi? Sicuramente. Solo, smettiamola di tirarci torte di fango tra di noi, perché, secondo me, non ci facciamo una bella figura.

P.S.: Quando io ho cominciato a scrivere, nel 1999, anche Play Media (all’epoca Play Press) era diversa. Quando il piatto comincia a piangere, fatalmente, tutti mostrano il lato peggiore di loro stessi.

P.P.S.: sono 3300 caratteri spazi inclusi, quanto facciamo a cartella?:D

Non c’è più un singolo editore decente (per quanto mi è dato sapere) che lavori nell’ambito delle riviste dedicate ai videogiochi. Siamo d’accordo.
I soldi chiesti per fare Game Pro li ha chiesti Idra. Se ritieni di non poter pagare decentemente (non degnamente) la gente che ti serve per realizzare quella rivista: 1) non proponi quella cifra (se non per ammazzare ulteriormente il mercato, in modo molto miope), 2) non accetti quella cifra (ma l’hai proposta tu, quindi come fare a non accettarla?). Quindi non scarichiamo le colpe, grazie.
Perché se nessuno propone all’editore di fare una rivista con un budget IRREALE, l’editore non può farla realizzare con quei costi. Punto. Una volta scatenato l’inferno con i tiri al ribasso, troverai sempre altri cialtroni pronti a giocare al tuo gioco, purtroppo.

Io non sono qui per “scaricare” nessuna colpa. Ho solo espresso un ragionamento semplice, che mi pare fili:

il settore è in crisi – le riviste chiudono – c’è un sacco di gente a spasso – la gente deve lavorare e si scanna al ribasso per accaparrarsi una rivista.

Che “soffiarsi” il lavoro tra colleghi non sia una cosa carina siamo d’accordo, per quanto avviene parecchio spesso. Dovresti conoscere la storia recente di Play Media e farti un’idea di quanto io non dica queste cose con leggerezza:)

Detto questo, non credo che gli editori si arricchiscano alle spalle delle riviste fatte con 2 lire di budget, credo piuttosto che le riviste ormai generino così pochi introiti che siamo arrivati a doverle fare con 2 lire, è diverso.

Generano pochi introiti per la crisi, ma anche perché sono state realizzate per anni con un’ottica miope, da editori poco lungimiranti e capaci, troppo radicati in dinamiche vecchie e sorpassate.

Ecco perché deve cambiare l’editoria, ecco perché bisogna svecchiarsi… eccetera eccetera. “Combattere” contro chi si ritiene un losco figuro è sempre una missione nobile, per carità, ma temo che aiuterà poco a risollevare il settore, anche perché, in ultima analisi, di loschi figuri ce ne sono sempre.

Se poi devo essere preso per un troll pro-Marco Accordi perché la penso così… e vabeh, me ne farò una ragione:)

Luca, il problema non sono solo i pagamenti. Leggi bene quanto scritto, qui e da altre parti. Il problema è il metodo: quello di accettare di fare i service per due soldi, pur di portarsi a casa la rivista (ne conosco tanti di service, e tutti i collaboratori li pagano, anche se non tantissimo. Se gli dicono “ti fai la rivista per 4.000 euro semplicemente ridono e fanculano, a meno che sia la rivista dei trucchi che fai da solo in una giornata). Il problema è usare una testata per promuovere le proprie iniziative “no profit”. Il problema è spacciare un service editoriale per uno sviluppatore di VG, banfando cifre surreali sull’occupazione del settore. E se queste cose sono fatte da uno che ha pure il tesserino da giornalista, mi chiedo cosa faccia l’ordine: interviene, come in Playmedia, solo quando qualcuno viene licenziato e denuncia lo stato delle cose? Interviene solo quando fiuta i soldi dell’INPGI, fregandosene di tutti i contenuti dei giornali?

Verissimo che il problema principale sono gli editori. Altrettanto vero che se anche i giornalisti si prestano a certe schifezze le cose non possono che peggiorare.

Pape

@ Pape

Ho letto molto bene, ti garantisco: è mia prerogativa cercare di capire quello che dicono gli altri, prima di rispondere.

Semplicemente, su tutto il “resto” della polemica ho preferito non esprimermi: credevo che fosse chiara la mia intenzione di restarne fuori. Ho preferito concentrarmi sull’unico aspetto che conta davvero a livello generale, per come la vedo io: lo stato dell’editoria. Le altre “storie”, sinceramente, non le ho approfondite e non mi interessano.

Per la precisione, comunque, l’INPGI è arrivata in Play Media prima del patatrack (molto prima). Riguardo a quello che farà l’ordine di questa vicenda, se (e dico se) c’è stata un’infrazione dell’etica professionale lo lascio accertare a chi di dovere, non mi aspetto che 2 post (o 20, o 200) su Internet abbiano necessariamente un seguito. Tutto qui.

Ah, dimenticavo: io di service che hanno accettato di fare riviste a 4000 euro (pure meno) ne conosco. Il massacro sta tutto qui: nel gioco al ribasso. Ma, di nuovo, non è una malattia propria solo dell’editoria videoludica. Quando l’economia crolla, del resto, le conseguenze si dovranno pur vedere, no? E così tanti sciacalli si ritrovano a litigare per la stessa carogna (senza offesa per nessuno: è solo una metafora).

Io, personalmente, aspetto il “reset” del mercato giornalistico. Dopo di quello, magari, si potrà ripartire. Adesso è chiaramente una missione suicida aspettarsi di lavorare serenamente e con soddisfazione in questo settore.

L’INPGI in Play Media? Ah, ma che lungimiranza… e qui a Milano fanno finta di non sapere? Quando sanno benissimo da anni?

Voglio emigrare.

Andrea, quando mai l’OdG è stato lungimirante? Non lo era con Abruzzo, che almeno lui ci credeva, vuoi che lo sia con la Gonzales, zitta zitta nonostante quello che succede nella stampa italiana (e non quella di VG, ma quella che muove i voti)? ^__^

Pape

E cosa bisogna aspettare? Qualche editore illuminato? O bisogna rimboccarsi le maniche, sputare contro chi lavora male e cercare di gratificare chi invece ancora ci crede nel suo mestiere? Perché gli editori sono mediamente dei cialtroni, ma i giornalisti parlano al loro pubblico, e crisi o meno, chi lavora bene semina qualcosa, chi lavora male non fa che rovinare il mercato più di quanto lo rovinino gli attuali editori.

Pape

Aspetto che crolli il “vecchio” modo di fare editoria. Siamo chiaramente alle porte di una rivoluzione, che come tutte le rivoluzioni farà le sue vittime. L’editoria cartacea è un settore vecchio e arretrato, fermo su dinamiche anacronistiche e che si è dimostrato incapace di adeguarsi alla modernità, nella stra-grande maggioranza dei casi. Con la sua “mole”, però, ancora ingombra il campo e impedisce agli altri di crescere, anche se si tratta di un elefante che sta cadendo.

Io aspetto il tonfo, dopo di che il campo sarà sgombro e si potrà ravvivare la crescita in questo malandato settore. Sono profondamente convinto di questo. Fare la “guerra privata” alle persone che si ritengono spiacevoli o nocive, secondo me, non serve a niente.

Attenzione, comunque: non ho detto che non si debba più scrivere di videogiochi. Ho detto solo che aspettarsi di farlo in modo tradizionale, presso un editore dei soliti e con uno stipendio fisso decente è una missione suicida. Per il resto… i progetti non si fermano mai.

Sicuramente deve cambiare il vecchio modo di fare editoria, ma non sono certo che sia l’ingombrante carta a generare i casini. Credo che sia la mentalità il problema vero, e se la mentalità degli editori “tradizionali” è arretrata, non credo che quanto fatto fino a ora in Rete (in Italia come nel resto del mondo) sia la via giusta.
E sinceramente, non vedo perché chi fa il giornalista non debba ambire a uno stipendio fisso e decente, che scriva su carta oppure online.

Pape

Il problema Luca e’ che non hai letto o compreso quanto scrive Gorman.

Te la metto papale:

E’ vero che i soldi con cui si faceva Gamepro erano pochi, ma perche’?

Perche’ con la cessione di Future M Italy a Sprea, mentre lo stesso Gorman era in malattia cosa combina il buon Marco Accordi?

Propone a Sprea un’offerta bassissima con la quale realizzare “videogiochi” che diviene gamepro.

E con quella cifra non era possibile pagare una redazione per ironia “pro” o cmnq decentemente i propri collaboratori.

Risultato: Gorman e Marcello il sanguinario a casa, mentre Marco Accordi R. si accaparra la rivista grazie all’offerta al super ribasso.

Ma per onorare l’impegno da busker preso con Sprea NON potra’ sostenere una redazione e pagare la maggior parte dei propri collaboratori.

Spero ora le dinamiche siano chiare 😉

Ti ringrazio, ma non c’era nessun problema: ho letto quello che hanno scritto tutti (mi sembrava di averlo già detto), e non avevo bisogno di spiegazioni, perché questa ricostruzione la conoscevo già da tempo:)

Ad ogni modo, oggi come oggi quasi tutte le riviste (e dico “quasi” perché non ho la certezza assoluta a riguardo) si fanno con molti pochi soldi, e difficilmente la colpa è solo di chi offre poco. Le riviste si fanno con pochi soldi perché generano pochi introiti e gli editori sono poco motivati/impossibilitati a investire.

Per quanto riguarda il resto, come ho già detto, non intendo farmi coinvolgere dalla polemica. Volevo solo lasciare una testimonianza. Chiudo qui e grazie a tutti:)

Non lo so, alcune cose non mi convincono

Secondo me il problema è che nessuno, eccetto il buon Alberto, ha centrato il nocciolo della questione che molti hanno cercato di sottolineare

Un semplice pattern comportamentale applicato A TUTTO: rivista, business vari, eventi…tutto

Il pattern è questo: non sono -> dico minchiata -> sono -> faccio

Spesso strumentalizzando situazioni/cose/persone (vedi Game Pro, vedi Confindustria)

Questo è drammatico.

Per il resto: non trovo impossibile fare una rivista con 4k

La storia di GP è semplice. Il prezzo è sceso a 3200 Euro (credo) perchè noi siamo andati da Sprea “offrendo” una delle nostre società come service a 3500 per la suddetta rivista

Il calcolo, è stato presto fatto: la società non guadagnava una lira, tre persone si portavano a casa 1200 Euro + IVA a testa (escludendo un grafico interno alla stessa cifra e i 100 euro di buco in più messi su pure quelli)

La rivista sarebbe stata tradotta, io avrei messo la firma aggratise, tutti contenti. Pur di togliere quell’arma strumentale a chi si faceva solo i propri cazzi, abbiamo pure offerto gli invenduti sul nostro network, ma gli stipendi venivano decenti come vedete

Certo se di quei 3500, 3000 li mettevamo in tasca e facevamo lavorare 30 stagisti (che non abbiamo) per la gloria, il discorso era diverso. E valevano tutte le (giuste) osservazioni di cui sopra

E non ditemi che 1200 euro per 40 pagine di circa di traduzioni, senza vincoli di orario e presenza, sono poche. Io a 1000 e scarsi euro in play press (1300 dopo 5 anni) facevo una rivista da solo, XBM, e avanzavo il tempo di scrivere pure su GR per il piacere di farlo

E poi Luca, Play Press era diversa, ma i collaboratori esterni sempre 8 euro a pagina prendevano

Nel 1999 c’erano le lire, e si parlava di traduzioni:) Io prendevo 12.500 lire a pagina, ne facevo anche 10 al giorno… fai te i conti. Il paradiso, in confronto a oggi.

Aggiungiamoci, per giustizia di cronaca, che ero un emerito mr nessuno (come ancora oggi, del resto).

Ma possibile che quando ho iniziato, nel 95, un signor nessuno di 19 anni come ero io allora si portasse a casa le sue 50.000 a pagina? E mica lavoravo per un grosso editore… anzi… eravamo una piccola rivista, che era anche la meno pagata del (ripeto PICCOLO) gruppo editoriale.

Pape

Albe’, nel ’95 se volevi leggere di videogiochi non c’era internet. Compravi per forza la carta. C’erano sicuramente più soldi, a prescindere dalla crisi di ora

A me questo pare abbastanza chiaro ma all’epoca PSX NOVANTA riviste in edicola parlavano abbastanza chiaro no?

50.000 a pagina (lordi, in ritenuta d’acconto). Che fosse ex novo o traduzione.
Ora, non dico di pretendere chissà cosa dagli editori, però anche chi lavora dovrebbe farsi un’idea di quanto gli spetta PER LEGGE e aggiustarsi di conseguenza. Accettare qualcosina in meno ci può stare, soprattutto in periodi di crisi, farsi sfruttare proprio non va bene. Perché, ribadisco, oltre a essere pagati una miseria, si manda pure in vacca il settore intero.

Il tariffario ufficiale è questo http://www.odg.it/site/files/tariffario2007.doc

Pape

A me a 19 anni “per legge” non spettava proprio niente, figuriamoci, e lo stesso discorso vale per i tanti ragazzi che cominciano adesso e ovviamente non sono ancora iscritti all’odg:)

Comunque, che a te pagassero la stessa cifra indifferentemente per materiale tradotto o di tuo pugno lo trovo singolare, ma tanto meglio per te!

Ad ogni modo, ragazzi, la realtà è una sola: il piatto è troppo piccolo per tutti, l’offerta di lavoro è inflazionata e le cifre si abbassano. E’ un meccanismo che non si può arrestare fino a quando: a) non ci saranno meno giornalisti sulla piazza, oppure b) il mercato si riprenderà (ammesso che succeda).

Insomma, non è che un giornalista non debba “ambire” a uno stipendio decente… ci mancherebbe, le ambizioni sono legittime. Devono però essere anche realistiche: in questo momento, io trovo irrealistica la speranza di guadagnare 1200+ euro al mese fissi e con contratto scrivendo di videogiochi, se non per poche persone. Tutto qui.

Domanda antipatica: qualcuno sa con precisione se le vendite di GamePro, fatta in esterna da stagisti a quanto pare non pagati e alle prime armi, siano tracollate rispetto all’onorata Videogiochi che l’ha preceduta?

Se la risposta è “no”, allora abbiamo esposto un altro lato del problema dell’editoria italiana, non trovate?

La risposta è si e la stessa Game Pro vendeva il doppio della cifra di ora che ha causato la chiusura

Comunque…

Quotidiani e periodici a diffusione nazionale con tiratura fino a 250.000 copie

1)Notizia € 30,00

2)Articolo € 159,00

3) Servizio € 318,00

Direi piuttosto utopistico no? Che faccio, li chiedo perchè ho il tesserino?

Certo: se te li danno, bene. Se te ne danno di più, ancora meglio.

Io non scrivo solo di videogiochi, e su altre riviste non prenderò forse quelle cifre ma mi ci avvicino:)

Il problema è che nel campo dei videogiochi non te le dà nessuno. Mi sembra che tu ne faccia una questione di principio con me: io ne faccio solo una questione di come stanno le cose.

(quindi GamePro ultimo periodo vendeva 1/4 di Videogiochi ultimo periodo? Ossia, quanto? Stiamo dicendo i numeri… diciamoli tutti:) )

Eldacar, ti ho preso per Pape XD

Scusate, sono le 3, la birra è tanta e la chitarra in braccio vuole le coccole!

Eh certo che li chiedi, Alberto. 159 euro di articolo, alla fine, sono quanto pagava Future due pagine… come vedi, c’erano editori che non andavano poi lontanissimo dai listini ufficiali. 328 euro sono all’incirca uno speciale di cinque pagine…. ok, non corrispondono alla perfezione, ma è un margine che ci può stare, per come la vedo io. Sono 20 euro ad articolo che sono la fame, e sono un’insulto a chi lavora.

Pape

Vediamo come si sviluppa questa… perché le logiche conseguenze di quanto emerge negli ultimi messaggi a me sembrano chiarissime.

Che si risponde a Pape?

Penso che le considerazioni finali siano palesi. Mi stupisce al più che la qualità di certi pezzi sia comunque molto elevata se rapportata ai pagamenti.
Chissà quanto paga la Edge vera.. (A proposito, sta cazzo di Edge Italia esce o mi abbono a quella anglofona?)

A me le logiche conseguenze non sembrano chiarissime… ti dispiace esplicitarle, pre favore?

Comunque, dal canto mio, al suo discorso si risponde che:

1) Non tutti quelli che scrivono di videogiochi sono iscritti all’ordine dei giornalisti, e non possono quindi pretendere il rispetto dei tariffari. Specialmente i ragazzi alle prime armi, che sono visti dagli editori come “concorrenza” nei confronti dei giornalisti di esperienza perché l’ottica dell’editoria italiana è miope e pensa solo al risparmio, mai alla qualità.

2) Questo comporta che: i tariffari, di fatto, sono fantascienza o quasi. E non lo sono solo nel campo dell’editoria videoludica.

3) C’è chi ha talmente bisogno di lavorare da accettare anche lo stupro di tariffe ridicole.

Non ho ben capito se questo thread sta cercando di diventare un’accusa anche a questi ultimi… ma non c’è problema:) Se siete convinti che la colpa sia tutta loro, segnalate pure i “traditori” all’odg che saprà come intervenire in merito, no?

1) In Future, così come ora in Sprea, nessuno era iscritto all’OdG, se non qualche collaboratore esterno, eppure le tariffe non sono così misere, come ti ho detto. Nemmeno a Il Mio Castello, o Xenia, o alla buona vecchia PC Game Parade si giocava tanto al ribasso. Hai pienamente ragione sulla miopia degli editori, sia chiaro, però un conto è farsi pagare meno di quanto previsto (che ci sta, soprattutto all’inizio) un altro è farsi gabbare con le cifre che mi hai indicato tu. Piuttosto che accettare così poco per scrivere, è più dignitoso fare le pulizie in casa. E si prendono un minimo di 7.5 euro all’ora. In nero, è vero, ma almeno è uno stipendio più accettabile che scrivere per due soldi.

2) Come ti ho detto, ci sono stati,e ci sono, editori di VG che pagano dignitosamente. Anche al di fuori dell’editoria ludica. Ho avuto modo di collaborare, negli ultimi anni, con un editore specializzato (non in VG, in tutt’altro): 2500/3000 battute erano pagate fra i 100 e i 150 euro lordi, a seconda della testata. E no, non era un enorme editore.

3) Chi ha bisogno di lavorare può rimboccarsi le maniche e fare le pulizie in casa, piuttosto che farsi stuprare, per come la vedo io. La mia COLF prende 8 euro all’ora, che sono quanto prende uno stipendiato medio.

4) No, non vuole diventare un’accusa a chi si piega. Però, qualche consiglio ci vuole, ai più inesperti. Soprattutto per far vedere che non si sono solo realtà che pagano una miseria i collaboratori. O che fare le pulizie è più redditizio (e dal mio punto di vista anche molto più dignitoso) che scrivere articoli per certi sfrutttatori.

Le conseguenze, Luca, sono che il settore si sputtana sempre di più, perché un numero sempre maggiore di persone si improvvisano editori, soprattutto sul web, ma non solo. Perché esistono service che accettano commesse per due lire, tanto i collaboratori non li pagano o li pagano una miseria. Belli dice che lui avrebbe preso GamePro a meno ancora di Accordi per dare tre stipendi da 1200 euro ciascuno e smenarci pure 100 euro, pur di toglierla ad Accordi. Sarebbe una cosa bellissima, ma io non credo ai benefattori… forse sono troppo cinico.

Pape

Mah, sarà ma il discorso “Sei un cretino se scrivi per così poco, fai meglio ad andare a fare le pulizie” non mi piace proprio.

Lascialo stabilire ai diretti interessati quello che preferiscono fare per la tot cifra. Non mi sembra che “vai a fare le pulizie” sia un consiglio costruttivo per quelli che tu chiami “i più inesperti”, anzi, mi sembra un insulto carico di pregiudizi e presunzione. Capisco che sentirsi scavare le fondamenta del proprio lavoro (che, per inciso, è anche il mio eh!) sia fastidioso, ma non mi pare proprio questo l’atteggiamento adatto per aprire una discussione con chi fa sì che questo abbassamento delle tariffe avvenga: editori e ragazzi alle prime armi, oltre, ovviamente, alla crisi di mercato.

Al di là di questo, se tu hai letto bene quello che ho scritto io, ho già detto che lo so che ci sono ancora settori ed editori che pagano decentemente, difatti ho la fortuna di collaborarci. Non per questo dico a chi accetta tariffe inferiori “vai a fare le pulizie”. Semmai, cerco di motivare la gente a pagarmi di più vendendo la mia qualità.

Mi chiedevo una cosa. Leggo di questi ragazzi che lavorano per cifre da fame o gratis, perché tanto sono giovani, perché vogliono farsi un nome, etc… e mi domando: ma un editore o un’agenzia esterna che paga tanto poco o che pensa di fare un rivista con tremila Euro ha poi il tempo e la voglia di insegnare anche un mestiere, a ‘sti ragazzi?

Perché se lo facesse non sarebbe poi tanto male, lasciando da parte il discorso di svilire il mercato. Ma a naso temo che formare e far crescere i gggiouvani non sia fra le priorità di certi squali.

Neko, cosa vuoi che insegnino a questi ragazzi? Soprattutto se il service sta a Roma e i ragazzi a Milano. Questi ragazzi al massimo hanno l’opportunità di confrontarsi con altri, e scoprire di essere stati gabbati. Che già non è male.

Pape

Adesso i gamer italici hanno il loro scandalo: sembra di vedere quello che succede fra Repubblica, Annozero e governo Berlusconi ma tutto in ambito ludico (anche se di videogiochi qua c’è veramente poco)…

Gentili signori, prima di dichiarare che una tal cifra è “una fame per chi lavora” avete studiato la questione socio economica che vi circonda?

Ritenete che un ambito possa essere slegato da quelli che lo circondano?

Vi siete mai domandati come si calcolano i possibili proventi di un settore partendo dall’indotto totale?
Credo che i denari che ci sono dietro all’editoria specializzata in videogames siano decisamente minori rispetto a quelli che vi aspettate.

Parlo di margine di profitto per gli editori ovviamente.
E questo non implica che molti editori siano dei cani, implica che comunque sia le risorse economiche circolanti in occidente sono paurosamente impoverite.

E’ utopistico pensare di muoversi come nel 1996: la Leman Brothers è fallita e questa è una cosa che nel 96 corrispondeva all’impatto con un asteroide.

Secondo me il punto rimane lo stesso: non ingenerare aspettative che non possono essere mantenute.
Che un ragazzo voglia lavorare gratis per 1 anno o 2 non è grave: dovrà pur impararlo sto lavoro.
Il problema è che se il datore di lavoro X promette Y e poi non lo mantiene allora quegli sforzi di ventano “una frode”.

ElettroJung, se non hai i soldi per pagare dignitosamente i lavoratori, non apri l’impresa, e vai a fare lo stipendiato. Non me ne frega niente se Accordi o chi per lui prende poco per fare il service: pianti tutto e scarichi i bancali al mercato, lavorando onestamente senza sfruttare alcuno. Nessuno obbliga ad aprire service editoriali o portali web, se non si hanno i fondi o se si è disposti ad accettare commesse a due lire.

Tu dici che è normale che un ragazzo lavori uno o due anni a gratis? Ma vaffanculo! Non è normale, a meno che si tratti del tirocinio previsto per legge, come per gli avvocati o i notai. Se uno accetta di lavorare a gratis per uno o due anni, a quanto pare non ha bisogno di denaro.

Pape

Se aprissero aziende solo coloro che hanno tutti i soldi per farlo allora cadrebbe il motivo primo che muove chi non ha nulla per creare qualcosa che ama.

L’imprenditoria si fonda sul rischio, gravoso, per creare dal nulla. Chi ha già tutti i soldi non ha lo stesso impeto.
Inoltre a 20 anni una persona è veramente poco utile: non voglio dire che un ventenne “scrive obbligatoriamente male” ci mancherebbe altro.
Intendo dire che l’azienda spesso e giustamente si sobbarca il peso di concludere con la pratica la fase di apprendistato del giovane aspirante.
Che per tanto non può essere pagato come un veterano.

Per un giovane aspirante giornalista lo stare accanto a gorman (ad esempio) sarebbe stata un’esperienza fondamentale per apprendere il suo lavoro di domani.
Il famoso “rubare il mestiere”. Perciò un ragazzo può allegramente decidere di “dare” del tempo per avere indietro una professione fatta di knowhow, contatti, savoirfaire, etc etc.

Il problema per Mucchi non esisterebbe se, passato il tempo X di cui al punto 1, Accordi si fosse adoperato per mettere gli sghei nelle sue tasche.

Se gli sghei messi nelle tasce del Mucchi, poi, fossero continuati ad aumentare con gli anni io vi assicuro che, nel tempo, il Mucchi ad Accordi avrebbe fatto una statua e ne avrebbe parlato bene ai nipotini.
L’aspettativa delusa è il vero problema.

L’insincerità è il vero problema.

Se togli a questo paese anche quel minimo di intraprendenza rimasta allora, perdonami, ma non c’è soluzione.

Pape ha ragione, ha fottutamente ragione.
Io ho lavorato 5 mesi per un’azienda da cui sto aspettando 5000€ di stipendi per lo stess identico motivo.
Ah si, ho venti anni. Non faccio il giornalista ma veterani staminchia, il lavoro è lavoro.

Elettrojung, dove lavoro io (in tutte le aziende dove ho lavorato per la precisione), i veterani sono pagati quanto i pischelli. Una collaborazione è una pagata uguale, che ti chiami Bittanti, Paglianti o Average Joe. Al massimo, la differenza la si fa con gli assunti, che naturalmente ricoprono differenti ruoli, e giustamente un redattore non può e non deve avere lo stesso stipendio di un caporedattore o di un publisher.

Chi stava di fianco a Gorman all’inizio della carriera, prendeva a pagina gli stessi soldi di chi con Gorman ci era cresciuto. Si chiama equità, e a quanto pare è un concetto sconosciuto a molti editori o presunti tali.

Hai ragione a parlare ANCHE di promesse. Io, per dire, in passato mi sono licenziato da una ditta proprio perché non avevano mantenuto delle promesse, e non solo dal punto di vista economico. Vero che 8 anni fa era più facile muoversi da un’azienda all’altra, ma questo perché c’erano meno cialtroni in giro.

Per come la vedo io, un’imprenditore deve avere i soldi, suoi o presi in prestito da qualche investitore. Se non ha i fondi non si deve azzardare ad aprire imprese, che rovina solo il mercato. Conosco service editoriali aperti con due soldi, ma in grado di pagare dignitosamente (e quasi putualmente) i loro collaboratori. Ne conosco altri che invece i collaboratori li vedono come pura carne da cannone, da sfruttare sino a che regge. E questi ultimi per me devono chiudere, immediatamente. Il lavoro va pagato, punto. Non è che se mi dici che lavori a gratis, allora ci accordiamo.

Pape

Io il discorso “se non hai i soldi per pagare non apri” non lo condivido. Tu apri, ci provi, e poi se non hai i soldi per pagare i collaboratori, saranno i collaboratori a mollarti, se e quando lo ritengono. Siamo d’accordo che molti editori sfruttino la congiuntura complicata per “sfruttare” il lavoro a costo zero o quasi, ma da qui a giudicare chi ha o non ha il diritto di aprire un’azienda ce ne passa.

Non condivido neanche il fatto che le collaborazioni di un principiante debbano essere pagate quanto quelle di un giornalista di esperienza: il concetto di meritocrazia, che io benedico, dice altro.

Infine, se nessuno è iscritto all’odg, allora avete poco da lamentarvi che l’INPGI non interviene , e tanto meno da pretendere il rispetto del tariffario, che si applica solo per i giornalisti iscritti all’ordine:)

Veramente secondo te uno deve far lavorare della gente senza avere la certezza di poterla pagare? Questo è il tuo concetto di imprenditore? Bene: sei perfetto per il sistema italiano. Io mi dissocio: per aprire un’azienda bisogna avere delle certezze, anche solo per rispetto ai collaboratori.

Per le collaborazioni, vedila come vuoi, ma il concetto di meritocrazia esiste eccome: chi è bravo lavora tanto, e di conseguenza prende tanto. chi è meno bravo, magari dopo poche collaborazioni smette di scrivere. Ma hanno entrambi la medesima dignità, ed entrambi meritano di vedere pagato il loro lavoro, indipendentemente dalla situazione economica dell’editore. Esistono persone, in questo ambiente, che mentre attendevano dall’editore i soldi, pagavano DI TASCA LORO i loro collaboratori. Questi sono dei Signori. Gli altri dei pezzenti.

Per l’iscrizione all’OdG, per un collaboratore è banale: dopo che ha il numero sufficiente di articoli si autocertifica. Cacci 100 euro e sei un pubblicista, facilissimo. Il problema si pone per chi è assunto: alcuni sono pubblicisti, altri no, ma conta poco. La cassazione ha stabilito che un redattore è incompatibile con la carica di pubblicista:; deve essere un giornalista professionista. Ma per diventarlo, l’editore deve riconoscergli il praticantato. E trovami un editore che lo faccia.
Poi, ripeto, dove ho lavorato io, e tutt’ora che le cifre sono un po’ scese, i collaboratori non sono troppo distanti dalle tabelle. E soprattutto, firmano gli articoli, così’ che possano diventare pubblicisti. Certi ciatroni, invece, gli articoli nemmeno li facevano firmare, sulla rivista, probabilmente proprio per impedirgli di rivolgersi all’ordine e far chiudere baracca e burattini, come è successo da altre parti.

Pape

Si respira aria da Gerstmanngate, con la differenza che questa volta l’indignazione ci riguarda da vicino. E l’impressione che, per la salvaguardia dell’editoria videoludica italiana, sia stato fatto più negli ultimi tre giorni che in due anni di Game Pro. Il tappo è finalmente saltato; che i responsabili paghino o affoghino nella vergogna.

“Tu apri, ci provi, e poi se non hai i soldi per pagare i collaboratori, saranno i collaboratori a mollarti, se e quando lo ritengono.”

Ah, bel modo di pensare. Il lavoro non pagato (o sottopagato) è ILLEGALE. Se si parla di un progetto amatoriale, ok, si lavora gratis e ci si diverte. Ma se si tratta di un progetto commerciale, non si può non pagare il lavoro.
Ma che, scherziamo? Tu apri, ci provi… se puoi permettertelo. Altrimenti non campi tentando di tirarlo al culo al prossimo.

No, non ci siamo capiti e vedo che proprio non vogliamo capirci.

Io ho detto che CI PROVI a fare impresa. NON con l’intenzione di non pagare chi lavora per te. Ho detto che, se poi non riesci a pagare, saranno i collaboratori a mollarti. Punto. Questo non dà il diritto a voi nè a me di stabilire chi ha il DIRITTO o meno a tentare di fare impresa.

Se poi veramente vogliamo girare intorno alla stessa questione due giorni, fare finta di non capirci per far passare chi ha idee diverse dalle proprie per “cattivo” e magari connivente… beh, tanti saluti. E’ un modo stupido di discutere e forse dimostra anche perché ci siano tanti veleni nel mondo dell’editoria videoludica: perché è un mondo pieno di stupidi e pieni di sè.

No, Luca, se non hai i fondi e le certezze, nemmeno ci provi ad aprire. Come diavolo pensi di fare l’imprenditore senza avere dei fondi per pagare fornitori e collaboratori? Questo è l’approccio romano di Ricucci, non certo quello degli imprenditori degni di questo nome.
E non si tratta di avere idee differenti: si tratta di essere onesti o meno. Ringrazio solo che non sei un imprenditore: con le tue idee saresti un perfetto emulo di Accordi o di certi capoccia di alcuni “editori”.

Pape

@ Pape

L’attuale procedura di iscrizione all’odg prevede anche una sorta di colloquio/esame, sei male informato. Ad ogni modo, non vedo cosa c’entri questo con il nostro discorso.

Io ho detto che chi non è iscritto non può pretendere nè l’intervento dell’INPGI, nè il rispetto dei tariffari. Questo mi pare sacrosanto.

Poi, il “sei perfetto per il sistema italiano” tienitelo per te, per favore. Se tu pretendi di stabilire chi ha il diritto e chi no di fare impresa, tu sei perfetto per un sistema totalitario. L’impresa la fa chi vuole provarci: se poi la fa male, sarà il mercato a demolirlo, saranno i suoi dipendenti/collaboratori che lo molleranno, questo è quello che ho detto, e non cercate di mettermi in bocca cose che non dico, per favore.

Luca… raccontaci… perché è arrivata l’ìINPGI in Playmedia? Perché erano tutti iscritti?

Infine: gli imprenditori senza capitali non sono imprenditori, ma truffatori. I collaboratori e i fornitori li paghi a prescindere, non se le cose ti vanno bene.

Pape

Non so perché è arrivata, non ho idea se ha ricevuto l’imbeccata o meno da qualcuno. Ad ogni modo, sì, per buona parte eravamo iscritti. Se altri non lo sono, sono loro i primi ad esercitare la professione giornalistica al di fuori delle tutele e anche degli oneri che l’iscrizione all’Ordine comporta, e non possono certo venirsi a lamentare.

Tu hai detto che iscriversi è così facile. Fatelo, no? Oppure, così come rifiutate tariffe “da fame”, rifiutate anche di collaborare con editori che non vi garantiscono il periodo di apprendistato. Piuttosto andate a fare le pulizie, no?

Se uno possa o no fare impresa lo stabilisce la legge.
Certo è che se uno se ne esce con “lavorare gratis 1 o 2 anni va bene”, be, sì, va spedito affanculo. Lavorare a fianco a Gorman è premio a se stesso? Pravettoni, non sei nessuno! Nel momento in cui Gorman ogni mese ti accetta un articolo stai contribuendo al successo commerciale di una rivista, o no? Arrivano dei soldi grazie al tuo operato, o no? L’intraprendenza si chiama chiedere finanziamenti per un progetto solido. Che li paghi Carone gli stipendi di Idra, visto che i tentacoli sono sparsi ovunque. Va bene che il redattore X sogni di diventare l’ombelico dei videogiochi in Italia, ma inculare Gorman, inclularsi Edge e impalare le tasche dei collaboratori non è da stronzi? L’importante è sapere chi siamo. Io sono d’accordo con il fare le pulizie, piuttosto: ti viene riconosciuto il tuo lavoro.

“ti viene riconosciuto il tuo lavoro.”

Sicuro? Vacci davvero a fare le pulizie. Poi vediamo:)

Ma in che paese vivete, ragazzi?

Comunque, l’hai detto: chi ha il diritto o meno di fare impresa lo stabilisce lo Stato. E basta.

‘ Ringrazio solo che non sei un imprenditore: con le tue idee saresti un perfetto emulo di Accordi o di certi capoccia di alcuni “editori”. ‘

Ma per favore. Vedo che proprio non vogliamo capirci: è inutile.

Vedo che qui ancora bruciano molte cose personali, che fortunatamente non mi riguardano. Tutto il resto sono chiacchiere, e voler far passare chi tenta di esporre un altro punto di vista come uno con indole disonesta e truffaldina è patetico, oltre che indice dello scarso livello della discussione. Come sempre, si finisce per screditarsi e insultarsi.

Io NON ho detto che un editore ha il diritto di non pagare i suoi collaboratori. Ho detto che ci sono e ci saranno sempre quelli che ci provano, ma non per questo TU puoi stabilire a priori chi ha il DIRITTO o no di fare impresa, in uno stato libero, è chiaro?

Se fai impresa in questo modo, ti becchi le tue denunce da chi è in condizione di poterlo fare, oppure vieni isolato e distrutto dal mercato. Ora si capisce più chiaramente?

TU non puoi arrogarti il diritto di dire a nessuno “vai a fare le pulizie”, perché è un atteggiamento arrogante, come del resto hai dimostrato di essere in numerosi altri frangenti.

“Tu apri, ci provi, e poi se non hai i soldi per pagare i collaboratori, saranno i collaboratori a mollarti, se e quando lo ritengono.”

Lo hai detto tu, questo.

Pape

No no, un attimo, c’è da dire che l’impresa si può aprire anche senza molti soldi ok, ma non una di questo stampo. Un conto è aprire un’edicola e lavorarci da solo 12 ore al giorno.
Ma aprire nell’editoria significa assumere immediatamente personale e relazionarsi con altre industrie, non solo ritirare il pacco di gazzette alle 5 del mattino e restituire gli invenduti.
Se a Mao va male amen, ci rimette lui.
Ma se una casa editrice fallisce recuperare i soldi diventa un bel problema soprattutto, paradossalmente, per chi lavora.

Beh… senz’altro.

Infatti, un conto è una casa editrice, un conto è un service editoriale. Credo che qui ci si stia focalizzando più che altro su quelli, che sono spesso micro-aziende messe in piedi da 1-2-3 persone con lo scopo di tentare di sopravvivere in questo settore dell’editoria che ormai conosce solo due motti: “abbattere i costi” e “esternalizzare”.

O MetalleR, io ho anche raschiato la merda dai cessi per pagarmi la laurea: c’era un mio collega sudamericano che lasciava le cascate di stronzi e io dovevo far sparire tutto quel pdl. Questo anni fa. E sai una cosa? Ho trovato più serietà professionale lì, dove mi davano una spugnetta e uno spruzzino, che da realtà come SE… o Idra, tanto per dirne due appartenenti al settore videoludico.
I soldi servono, e se servono si lavora per averli. Magari si diventa anche consulenti invece di lanciare un giusto tomahawk in fronte a qualcuno. Ma solo i disperati e i mantenuti lavorano gratis. I primi schiattano a lungo ma anche a breve termine, i secondi volendo possono andare avanti ad libitum, tanto se Bellybutton non paga ti danno la paghetta i tuoi. Ma allora facciamo così: che ogni rivista del genere porti il logo: “questa rivista è stata al 100% realizzata con le paghette dei nostri genitori”.

Io invece conosco tante, troppe, situazioni lavorative di altri settori che sono esattamente come quella del giornalismo.

Le parole “almeno il tuo lavoro viene riconosciuto”, purtroppo, si applicano molto di rado in questo Paese, ormai.

NOn ci piove, il fatto è che se ti offrono di lavorare gratis per un anno emmezzo come a Mucchi, li DEVI mandare affanculo. Perché causi un danno alla società, non solo a te stesso. E come hanno già detto, stiamo parlando di qualcosa di illegale. Allora la conclusione quale sarebbe, “se vuoi guadagnarti da vivere come giornalista di videogiochi in Italia non lo puoi più fare?”. Questo sarebbe più sensato di un “sii intraprendente e lungimirante e sfama chi ti dovrebbe sfamare”. Questo al governo attuale piacerebbe moltissimo: e se lo si applicasse in tutti i settori lavorativi? Come andrebbe la società?

Parlando dell’OdG, un redattore NON può essere un pubblicista. Deve essere un professionista. Per essere un professionista, ci vogliono gli anni di praticantato che NESSUN EDITORE DI VG HA MAI RICONOSCIUTO.

Ogni tanto arriva l’ordine, e solitamente si chiude baracca e burattini perché non ci sono i soldi per mantenere il tutto, pagare le salate multe e via dicendo.

Da noi di iscritti ne è pieno… tutti pubblicisti, però, che contano un cazzo in quanto sono assunti, e incompatibili con la carica di pubblicista.

Pape

E allora, secondo il tuo ragionamento, se un editore non ti riconosce il tuo diritto al praticantato per passare al professionismo, sancito “per legge”… tanto vale mollarlo e andare a fare le pulizie, no?

E’ un discorso di principio e salvaguardia del settore o no?

Comunque noi in Play Media eravamo tutti pubblicisti e svolgevamo lavoro di redazione. Se sei assunto, svolgi lavoro di redazione e sei pubblicista… fai causa all’editore, no? Perché sia riconosciuto il tuo lavoro.

Credi che l’OdG non ne sia a conoscenza? Semplicemente, se ne fotte ^__^. Quando gli farà comodo, arriveranno anche da noi. Ma nonostante tutto, siamo regolarmente e dignitosamente (non tanto, eh) pagati.

Pape

“Tu apri, ci provi, e poi se non hai i soldi per pagare i collaboratori, saranno i collaboratori a mollarti, se e quando lo ritengono.”

Lo hai detto tu, questo.

Pape

_____

E allora? E’ una truffa? Provi a fare impresa e poi, se le cose vanno male, muori. Quindi?

Forse mi sono espresso male? Mi pare strano però che non si sia capito cosa intendo, visto che l’ho ribadito almeno altre due volte. NON ho detto che sia giusto aprire con l’intenzione di non pagare nessuno, ma solo che nelle imprese il rischio di andare male e non riuscire a pagare più nessuno c’è, amen.

E ammettilo che ti sei espresso male ^_^. Ci voleva così tanto. Sarò tonto io, ma solo con quest’ultimo msg ho capito cosa intendevi dire.

Pape

Può capitare di esprimersi male, e diciamo che quando chi hai di fronte vuole a tutti i costi capire un’altra cosa è anche più facile fraintedersi:)

L’importante è che si capisca cosa uno intendeva veramente, alla fine. Non credo che stiamo qui a discutere di come uno si esprime, ma della sostanza delle cose.

“se ti offrono di lavorare gratis per un anno emmezzo come a Mucchi, li DEVI mandare affanculo.”

Sacrosanto, ci mancherebbe. Però se c’è chi non lo fa e ci spera… sarà un po’ fesso, sicuramente nuoce al mercato, chi si approfitta della situazione è sicuramente in malafede… ma allora che vogliamo fare? Ucciderli nella pubblica piazza?

Guarda che questa situazione ha fottuto il lavoro mio come quello di tanti altri. Semplicemente, io metto in prospettiva le cose, e parto dal considerare come causa principale un mercato che sta crollando. Ragazzi, l’editoria videoludica tradizionale non fa più una lira… sveglia! Altrimenti perché tutti vendono, svendono, chiudono? A fronte di questa situazione… sperare di guadagnare un buono stipendio scrivendo di videogiochi con serenità e stabilità, al momento, è un’utopia, secondo me.

Del resto, se vendi ombrelli e smette di piovere, te la devi prendere nel culo.

Beh, no, gli ombrelli si possono usare anche come Parasole. E se conosci bene i videogiochi, per esempio, oltre a recensirli puoi anche venderli. Eldacar se non sbaglio ha fatto un percorso simile, no? Si può anche sviare dai propri paletti se si vuol rimanere nel settore, ma è importante che gli squali finiscano bruciati col carbone e che non si mantengano anomalie a suon di aria e scoreggie.

Infatti io non parlo dei giornalisti, che hanno molti modi di riciclarsi, bensì degli editori.

Il fatto che il settore sia in crisi e che per la grossa maggioranza delle aziende non generi più i guadagni di una volta però è vero o me lo sto inventando io?:)

“E se conosci bene i videogiochi, per esempio, oltre a recensirli puoi anche venderli.”

Per caritàdiddio, non lo fate. Non ci provate nemmeno. Io ci sono passato, e sto cercando in tutti i modi di dimenticare…

Credi che l’OdG non ne sia a conoscenza? Semplicemente, se ne fotte ^__^. Quando gli farà comodo, arriveranno anche da noi. Ma nonostante tutto, siamo regolarmente e dignitosamente (non tanto, eh) pagati.

Pape

____

Che c’entra l’Odg? La causa la fai all’azienda e sarà lo Stato italiano a giudicare. Oppure ti licenzi e ti batti per la sanità del settore, cercando qualcuno che ti consenta di veder “riconosciuto il tuo lavoro” con un adeguato periodo di praticantato e successiva iscrizione all’albo dei professionisti.

E se non lo trovi… pulizie. No?

Veramente la denuncia la devi fare all’OdG, per vederti riconosciuto lo status di giornalista. Il fatto che poi l’OdG, nonostante sappia bene l’andazzo, se ne freghi dimostra che qualcosa non va in questa istituzione.

Se poi non vado a fare le pulizie, è solo perché guadagno più col mio lavoro che con quelle. Se lo dovessi perdere, e non trovassi valide alternative, non avrei certo vergogna di mettermi a ramazzare i pavimenti.

Pape

Vergogna? E che c’è da vergognarsi nel lavorare onestamente? Mi sembra una precisazione non necessaria:)

Comunque, ti garantisco che la denuncia non devi farla all’Odg. La denuncia, come tutte le denunce, va fatta al tribunale giudiziario di competenza. Certo, la procedura passa anche per l’Odg: iscriviti alla FNSI, se ancora non lo sei, e contatta un avvocato.

Per il resto, se qualcuno vuole informarsi sulla questione “pubblicisti/redattori”, ecco un link interessante:

http://www.odg.mi.it/node/328

“Se poi non vado a fare le pulizie, è solo perché guadagno più col mio lavoro che con quelle.”

Una valutazione non “di principio” ma economica, dunque. Quindi lascia anche a chi collabora per cifre secondo te “da fame” di decidere in base alle proprie valutazioni economiche, e non contestarne i principi. Sbaglio?

Era proprio la sentenza alla quale mi riferivo. Che mi fa capire che ho fatto bene a non iscrivermi nemmeno all’albo dei pubblicisti ^_^
Ma ripeto: ottengo qualcosa facendo la denuncia? Ottengo quello che è successo in VNU e in Playmedia: tutti a casa o giù di lì.

Pape

Era di valutazione economica anche il consigliare di fare le pulizie, infatti. Non di principio ^_^

Lavorare a gratis, o a una manciata di euro, è meno conveniente che fare i mestieri di casa a 8 euro all’ora.

Pape

Io ‘sta santificazione del mercato non la sopporto. Il mercato non è perfetto: la prova è il fatto che in ogni paese civile esista un salario minimo stabilito per legge. Quello che succede spesso in Italia è che si entra in un circolo vizioso per cui si trova manodopera disposta a lavorare per una miseria e si abbassa gradualmente e costantemente il livello. Quindi i progetti truffaldini e i processi produttivi disonesti prosperano e inquinano il mercato. La colpa, tecnicamente, è della classe politica che ha permesso la creazione di forme contrattuali vergognose, per cui diventa legale pagare il lavoro due euro l’ora o schifezze del genere.
Ma dal punto di vista etico chi avvia progetti senza supporto economico e sapendo di non poter pagare (mi sembra sia questo il caso di cui si parla qui) è un disonesto.

Anche in Italia ci sono i minimi salariali per i giornalisti: sono riportati qualche dozzina di reply fa:)

Il mercato, anche secondo i liberisti più sfrenati, non deve avere zero regole. Deve averne poche, ma buone. Certo è che quando lo si applica ad un paese che di “trasparente” non ha neanche i vetri, come l’Italia, le cose si complicano…

“Ma ripeto: ottengo qualcosa facendo la denuncia? Ottengo quello che è successo in VNU e in Playmedia: tutti a casa o giù di lì.”

La storia dell’INPGI e dell’incompatibilità tra pubblicista e redattore non c’entra niente con quello che è avvenuto in Play Media, difatti non siamo stati licenziati, ma costretti a licenziarci da noi, che è ben diverso. Poi, ognuno ha intrapreso la strada che ha preferito.

Se non sei iscritto all’Odg, comunque, i minimi tariffari e le tutele a te non si applicano, quindi il discorso “ciò che ti è dovuto PER LEGGE” va a farsi benedire… non trovi? Per legge non ti è dovuto niente.

Non vero

Il primo articolo del diritto del lavoro è: uno deve essere pagato per quello che fa, in teoria

Quindi Odg o non OdG, se fai il giornalista, in teoria ti si deve applicare il tariffario. Questo quello che mi disse l’avvocato uscendo da PlayMedia

Io ho il tesserino da qualche anno ormai, non sono iscritto all’INPGI perchè sono più i soldi che ti leva che quelli che ti da.

Per il resto si fanno un sacco di ragionamenti giusti, applicati a contesti e situazioni sbagliate.

Non sono un avvocato del lavoro, quindi non ci metto la mano sul fuoco, ma mi limito a leggere ciò che riporta l’intestazione del tariffario:

“E’ approvata la seguente tabella dei compensi minimi, al netto delle contribuzioni previdenziali, per le prestazioni professionali autonome dei giornalisti […]”

Considerando che l’Odg è un ordine di categoria e non un ente pubblico o governativo, non vedo come potrebbe stabilire “per legge” cosa deve percepire un non tesserato che fa la tal cosa.

Comunque, se hai il patentino, fai lavoro giornalistico e non sei iscritto all’INPGI, sappi che se ti “beccano” ti vengono a chiedere i soldi:)

“Era di valutazione economica anche il consigliare di fare le pulizie, infatti. Non di principio ^_^”

Beh, allora non accanirti con chi preferisce invece continuare a guadagnare poco nel giornalismo, perché spera di crescere:)

Sarà ingenuità? Può darsi… ma non è certo il peggiore dei peccati l’ingenuità:)

Non mi fraintendere. Capisco l’ingenuità, e la accetto pure. Posso consigliare di non farsi fregare, ma niente più. Non ho nulla contro chi accetta per ingenuità certe condizioni: non condivido, amen. Ho tanto contro chi queste condizioni le pone, invece. Perché uno che inizia ora può anche essere convinto che sia la necessaria gavetta, ma chi gli offre quelle condizioni mente sapendo di mentire.Ed è lui il criminale, non chi le accetta, che al massimo è poco informato.

Pape

Rimane il fatto che a causa della cilatroneria di un editore, della gente che non c’entrava nulla ha perso il lavoro. Che sia stata licenziata o spinta a farlo in qualche maniera.

Poi, ovvio che se non sei iscritto non puoi pretendere nulla, ma se non sei iscritto, teoricamente non puoi nemmeno fare quel mestiere, trattandosi di abuso. E qui casca la questione economica: già non ti fanno il praticantato, almeno cerca di accettare delle cifre che non siano troppo lontane da quelle che dovrebbe garantire il settore. Non critico chi accetta qualcosa in meno, critico chi si svende a cifre palesemente ridicole. 20 euro ad articolo, per come la vedo io, è una cifra ridicola. Quanti articoli devi scrivere per mangiare a fine mese? E quale qualità potranno avere questi articoli se per campare ne devi scrivere 50 al mese?

Il problema non è solo del settore VG: mi dicono che importanti quotidiani paghino 3 euro a news, sul sito. Non mi stupisce di leggere tante vaccate sgrammaticate (pur essendo banali copia e incolla) sui vari siti dei giornali.

Pape

Infatti, il settore è in crisi nella sua totalità.

Non è colpa di chi offre lavoro al ribasso: quelli ci saranno sempre. O meglio, non è solo colpa loro. E’ colpa degli editori che accettano le offerte più basse, non curandosi dell’inevitabile perdita di qualità che comportano sul prodotto.

Questo è causa della miopia degli editori in primis, ma anche della situazione di mercato, che non genera più introiti.

Esplicitiamolo meglio:

Se la mia rivista va bene, vende, fa una buona raccolta pubblicitaria, arriva qualcuno che mi dice “io te la faccio per la metà” e io ci penso due volte. Chi me lo fa fare a rischiare?

Se la rivista vende poco, l’inserito pubblicitario cala, i margini si risicano, arriva uno e mi dice “io te la faccio per la metà”, penso a quella metà risparmiata, la cosa mi fa gola e magari gli dico di sì.

La Rikkomba Vivente ha scritto:

“Lavorare a fianco a Gorman è premio a se stesso? Pravettoni, non sei nessuno! Nel momento in cui Gorman ogni mese ti accetta un articolo stai contribuendo al successo commerciale di una rivista, o no? Arrivano dei soldi grazie al tuo operato, o no? L’intraprendenza si chiama chiedere finanziamenti per un progetto solido.”

Leggendo il resto non mi pare si tratti di una critica nei miei confronti. Tengo comunque a precisare, che nessuno è mai stato fatto lavorare gratis o con stipendi ridicoli dal sottoscritto. Nessuno mai.

Le logiche conseguenze, per quanto mi riguarda e dopo quanto letto, sono che Future Media Italy ha dovuto per quasi un decennio affrontare un mercato dove la sottopaga la faceva da padrone, dove la gente era convinta che le cifre da fame che giravano fossero intrinseche al mercato.

Non lo erano. I conti economici della divisione videogiochi di Future, che conosco come le mie tasche (se mi permettete a differenza di chiunque altro abbia scritto sinora), lo testimoniavano. E visti i risultati in edicola di alcuni dei concorrenti qua menzionati, che le tariffe che giravano lì fossero quelle indicate in questa discussione… beh, vi hanno preso per i fondelli. E hanno contribuito a creare e diffondere una mentalità che ha portato alla situazione attuale.

Concordo con Pape, completamente: in un mondo corretto, che rispetta i lavoratori, non si costruisce un’impresa con due soldi e approfittando della passione altrui. Non si stende un business plan nel quale, alla voce collaborazioni, ci stanno fin da principio le cifre da fame (altrui).

Beh, tanto per chiarezza, fatemi dire che finché sono stato in Play Media, a parte il primissimo periodo di collaborazioni esterne, ho sempre avuto un contratto a tempo indeterminato nonché uno
stipendio fisso.

Spero che qui nessuno voglia insegnare a non “farsi prendere per i fondelli” a chi lavora nello stesso suo settore da 10 anni. La interpreterei come una mancanza di rispetto nei confronti di persone adulte e con alle spalle una certa esperienza.

Riguardo le tariffe delle collaborazioni pagate (e neanche sempre) ai contributors esterni, sono sempre stato il primo a battermi perché fossero aumentate, sono sempre stato il primo a cercare soluzioni il più soddisfacente possibili per i collaboratori che meritavano di più, e ci sono svariate persone che possono confermarlo. Purtroppo, non sempre questa operazione è riuscita, ma per ragioni che prescindono ovviamente dalla mia volontà e dalla mia dedizione su quello che era il mio lavoro in Play Media Company.

Quando lo scenario si è trasformato e il discorso è stato “vai a lavorare in esterna e la cifra è questa”… beh, ho intrapreso la mia strada, che non è stata certo un “va bene”. Altri l’hanno fatto: scelta loro.

Detto questo, non conosco i business plan di Idra per quanto riguarda GamePro. Certo, se dall’inizio prevedevano “zero” alla voce “collaborazioni”, allora non erano dignitosi.

Secondo te, se ti porti a casa una rivista a 4.000 euro, che devi scrivere e impaginare, quanto vuoi dare ai collaboratori? fai beneficenza, come proponeva Belli?

Pape

Mi riferivo alle 12.500 lire per pagina tradotta. Non so quanto venissero pagate le pagine “originali”.

Non c’è nessuna mancanza di rispetto nell’affermare l’ovvio. Io i conti economici di Future Media Italy li gestivo e li pianificavo e affermo che non fosse necessario pagare una miseria per portare avanti un’attività di successo. Ci sono anni e anni di successi a testimoniarlo, non io che abbaio fesserie al vento.

E quale sarebbe l’ovvio? Che un ragazzo di 19 anni alle prime esperienze che guadagna 1 milione e mezzo al mese lavorando da casa 10 giorni in tutto e facendo 100 pagine di traduzioni si sta “facendo prendere per il culo”?:)

Forse, secondo il tuo concetto di “ovvietà”, avrei dovuto guadagnare 5 milioni al mese. Ma per favore:)

Non conosco i conti di Future Media Italy e mi guardo bene dal giudicarli, ma, se ti riferivi a me, ti prego di indicare dov’è che ho “abbaiato fesserie al vento”. Anche fosse, comunque, mi sembra di essere stato educato e non offensivo nei confronti di nessuno, e ti pregherei di usarmi lo stesso tipo di trattamento.

Scusa Luca… credo che le offese che vedi in ogni dove proprio non esistano. Ho scritto che so per certo, e ho spiegato perché, che si poteva portare avanti un’attività editoriale di successo senza dover pagare una miseria. E ho detto che ci sono i fatti a dimostrarlo e non semplicemente *io* che abbaio fesserie al vento. Io, non tu. Mi sembra molto chiaro.

Rispetto al fatto che tu, lavorando per dieci giorni, portassi a casa un milione e mezzo al mese, in ritenuta d’acconto… boh, ci sono dei tariffari per le traduzioni. La cifra che riporti tu è molto, molto bassa. I casi sono due:

Lavoravi male ma all’editore stava bene così, pur di pagare poco.

Lavoravi bene e, allora, all’interno del conto economico di una rivista di moderato successo, il milione e mezzo speso per farla tradurre tutta (o più parti di riviste diverse, ma con 100 di redazionale una rivista la tiri fuori) era molto, molto poco.

@ Pape

Ripeto, non conosco business plan e cifre, e non mi metto a fare i conti in tasca a nessuno.

Se vuoi sapere le mie esperienze dirette, posso dirti che, quando tentai con alcuni colleghi di “uscire” da PMC per aprire un service editoriale, mi fu fatta dall’azienda un’offerta per rivista che era sensibilmente inferiore ai 4000 euro a uscita. Ma non gli andava neanche vicino. E difatti mi misi a ridere e dissi “no, grazie”. Proprio per quel “non ci facciamo prendere per il culo” evocato poco sopra.

Ti fa onore, Luca. Ragionassero tutti così, questo thread nemmeno esisterebbe ^_^. Il fatto è che molti, editori o service che siano, accettano l’andazzo. Come diceva Gorman (forse qui, forse no, non ricordo), se ti offrono 140 mq in centro Milano a 100.000 euro sei un folle ad accettare.

Pape

Quindi, Gorman, se non è stato Paglianti, che per me non è una merda e che questo sia chiaro, è stato Silvestri o qualcuno della redazione che poteva sapere quella cosa. E non la sapevano tutti, perché Pape dice di averla appresa dal web e gli altri non ne parlano. Però, permettimi di farti notare, che Stefano Silvestri è il caporedattore (editor in chief significa quello, no?) di Gamesushi, che è un sito di Elemental Publishing, la stessa società che ha provato a fare le scarpe – per parola di Eldacar, anche se la ha messa giù in un’altra maniera – a un’altra realtà di cialtroni come pare essere quella di Idraediting.
E se una realtà è una merda, l’altra, come diceva lo stesso Mattia in un topic su eurogamer (quello dello scandalo, se non ricordo male), pare non disdegnare gli stessi mezzi del “fare le scarpe”, anche se 1200 euro più iva per 3 persone per 40 pagine non è uno stipendio da fame (almeno è uno stipendio, anche se probabilmente le riviste non tradotte pagano molto di più. La questione grafico non la ho invece capita).
Qui c’è uno che firmava editoriali su GamePro e intanto collaborava con la concorrenza, magari fornendo informazioni su fatti accaduti all’interno della prima realtà. Questo non fa schifo a nessuno? Non ha fatto indignare nessuno?
Eldacar, dimmi che almeno tu sei “sano”, in questa cosa, e che i dati di vendita che hai riportato di GamePro sono tuoi presunti e non sei stato imbeccato da qualcuno.

Sallustio, io non capisco di cosa ti stupisci che una simile storia giri. Né perché ti sembra poco corretto. Per la miseria: è un bene che ci sia trasparenza e si sappia cosa cercano di fare quelli che “lavorano per il bene dell’industria e per il riconoscimento del mediasarcazzo bla bla”. è un bene che si sappia che certe associazioni “no profit” hanno strani rapporti con scuole, presunti sviluppatori e confindustria. è solo un bene che tutto ciò venga fuori, perché i lettori non vanno presi per il culo. In tanti anni di lavoro, ho imparato principalmente una cosa: i lettori vanno rispettati. Anche quando ti fanno incazzare sul forum, anche quando sono dei rompipalle a prescindere (ci sono quelli che ti chiamano cento volte asciugandoti per dei refusi). Un giornalista lavora per loro, e deve essere il più trasparente possibile nei loro confronti.

Sarà che nei posti dove ho lavorato, da PC Game Parade e Sprea, le riviste si reggono su chi le legge e non sugli investitori che fanno pubblicità.

Pape

Sallustio, io non capisco di cosa ti stupisci che una simile storia giri. Né perché ti sembra poco corretto. Per la miseria: è un bene che ci sia trasparenza e si sappia cosa cercano di fare quelli che “lavorano per il bene dell’industria e per il riconoscimento del mediasarcazzo bla bla”. è un bene che si sappia che certe associazioni “no profit” hanno strani rapporti con scuole, presunti sviluppatori e confindustria. è solo un bene che tutto ciò venga fuori, perché i lettori non vanno presi per il culo. In tanti anni di lavoro, ho imparato principalmente una cosa: i lettori vanno rispettati. Anche quando ti fanno incazzare sul forum, anche quando sono dei rompipalle a prescindere (ci sono quelli che ti chiamano cento volte asciugandoti per dei refusi). Un giornalista lavora per loro, e deve essere il più trasparente possibile nei loro confronti.

Sarà che nei posti dove ho lavorato, da PC Game Parade e Sprea, le riviste si reggevano sui lettori e non sugli investitori che facevano pubblicità.

Pape

Alberto, non dire cazzate pero’ adesso su e non siamo ipocriti

Io in PP facevo una rivista da solo in 20 giorni, Luca pure praticamente e guadagnavamo quello che abbiamo scritto

Con 4k 2 persone traducono DI CORSA 40 pagine a testa a 1340 euro netti e stanno pure zitti e il grafico se l’impagina alla stessa cifra

E non penso che sia fuori mercato o che per fare 40 pagine (splittando ipoteticamente il magazine a metà) sia una cifra di cui potrebbero lamentarsi

Il problema è se quei 4k diventano 500 euro da dividere per 10 e 3500 servono ad altro

Alberto… cosa vuoi che ti dica? io sono molto scettico che tu ti metta a dare stipendi a della gente senza guadagnarci nulla. Né posso credere che tu se ti prendi in mano GP, ti dedichi a tradurla rinunciando ad altri lavori. Al massimo, ci posso credere nel caso di GP, ma solo perché vuoi fare un dispetto ad Accordi 🙂

Per come sono abituato a lavorare io, una rivista ha almeno un paio di persone fisse che ci lavorano, stipendiate, più i collaboratori. Per tacer del grafico. E col piffero che 4.000 euro ti bastano per tutto. O meglio: ci starebbe dentro per la rivista dei trucchi, che copi e incolli da Internet, non per una rivista che vuole avere dei contenuti e non una serie di codici.

Pape

Ma Alberto te l’ho detto il perchè: noi abbiamo dei marchi nostri, siamo online

Della carta non ci poteva fregare di meno, specie nel momento del crollo di ogni cosa in edicola

Il ragionamento “aziendale” fatto è stato molto semplice: chi ci sta causando danni “collaterali” al business come fa? Strumentalizza cose non sue (tipo GP) e arriva dove non potrebbe

GP era lo strumento per presentarsi fuori e dire “sono EDGE”. E chi è che dice qualcosa, in UK, se ti presenti così?

Te lo rispiego: non solo non ci guadagnavamo ma avremmo integrato lo stipendio del grafico (già pagato, interno e socio) per seguirsi pure GP che in 2 traduttori a 1200 euro + iva si sarebbero TRADOTTI tutto

E Albe’, per come sei abituato tu non è la regola per forza di cose. Come ti dicevo io mi facevo una rivista da solo nel 2002 e l’ho fatto fino al 2006. Luca quasi. Oggi ne esiste almeno un’altra che non ha problemi di vendita che è fatta da 2 persone. E quando c’erano i collaboratori stavano a 8 euro a pagina in una casa editrice “vera” come eravamo noi all’epoca, comunque.

40 pagine a testa in 1 mese senza vincoli di tempo e presenza in ufficio a 1200 euro netti non e’ proprio opinabile che sia una grossa offerta, a prescindere. Si regge tranquillamente il carico, avendo la giusta remunerazione

Se poi ripeto, vogliamo guardare il singolo caso o i tariffari dell’ordine (che sono oggettivamente ridicoli), dove andiamo?

Alberto, appunto: non ci guadagnavi niente da GP a prenderla a quella cifra. Poi, capisco che ti potesse servire nel portfolio per tanti motivi, ma permettimi di mantenere il mio sano scetticismo.

Tolto questo, non capisco come fai a vantarti di aver lavorato in riviste che pagavano i collaboratori 8 euro a pagina e considerarla una casa editrice “vera”. Dei veri stronzi, direi io. I tariffari dell’ordine non sono ridicoli, e come dimostrano tantissime realtà, anche al di fuori dei videogiochi, sono cifre normalissime. Ovvio che devi puntare sui cavalli di razza e non su 1000 riviste che portano una manciata di euro l’una, come tendono a fare fin troppi editori.

Se tu paghi uno 8 euro a pagina (ma anche 20 euro ad articolo sul web) lo stai sfruttando, non c’è un cazzo d’altro da aggiungere.

Pape

Il problema, secondo me, è anche quest’idea di dover fare le riviste tradotte:)

Ma qui apriamo un discorso più ampio e non so se è il caso…

L’ho già spiegato altrove

Nessuno si permetta di toccare Silvestri che a correttezza e professionalità non ha proprio nulla da rimproverarsi

Stefano lavora su GS dopo aver avuto l’ok da Sprea. GS è una rivista trade non in concorrenza con nessuna testata Sprea e Stefano contrattualmente non avrebbe dovuto nemmeno chiedere il permesso a dirla tutta. Per essere chiari ha fatto PURE questo

Quello che è uscito riguardo Game Pro è uscito per bocca di persone come Mucchi. Quando la puzza di merda arriva al ventilatore, finiscono per sentirla tutti. Non tutti quelli che convivono con certe cose, hanno la faccia di starsene zitti e far finta che l’ambiente dove lavorano sia così sano come voglia sembrare. E certe cose girano, ci vogliono 5 minuti

Senza tirare dentro chi non c’entra niente e sa cosa sia essere professionali

Grazie

Però, insomma, ce le stiamo dicendo tutte in faccia, ma quanto vendeva Videogiochi ultimo periodo e quanto vendeva GamePro ultimo periodo non me l’ha detto nessuno…

@ gorman

Il primo caso è strano: non poteva essere “lavoravi bene e l’editore, che ti pagava poco, era contentissimo”?:)

Ma sono io che vedo offese ovunque, forse!

Comunque, c’è un terzo caso:

Lavoravo bene, in fretta, e anche se tu consideri “poco” quel che pagava l’editore, io guadagnavo “tanto” (per quell’età) con semplicità. Mi sono dato la possibilità di avviare una carriera nel mondo giornalistico, ho preso il patentino, ora ho concluso quell’attività e, grazie all’esperienza maturata in tanti anni, ne ho avviate altre.

Se poi Future (o chi per lei, all’epoca) mi avrebbe dato 50 mila lire a pagina per 100 traduzioni mensili… beh, peccato non essermi imbattuto prima in Future che in Play Press. Ma anche così non mi lamento. 🙂

… il caso che citi tu è il secondo da me menzionato. Lavoravi bene e prendevi pochi soldi. Che tu non ne avessi la percezione e a te sembrassero tanti, non cambia di una virgola il fatto che fossero pochi. All’interno di una rivista di ragionevole successo erano pochi.

Quindi, sì, le offese le vedi tu. Perché ho espressamente citato il caso in cui non lavoravi bene, ma lavoravi, e quello in cui lavoravi bene, ed eri sfruttato. Con il tuo benestare, per carità.

Hai ragione, scusa:)

Il fatto è che entrambi i punti sono negativi: nel primo lavoro male, nel secondo sono sfruttato. Praticamente, sono un coglione comunque. E’ questo tentativo sillogismo che non mi piace.

Io continuo a vedere come più realistica l’ipotesi “hai fatto gavetta, guadagnandoti bene da vivere, facendo un lavoro che ti piaceva e garantendoti la possibilità di avviare una professione”. Mi sembrano meno realistici i 5 milioni al mese guadagnati traducendo per Future, scusami. Se hai esempi, riportameli pure, per carità!

Comunque, quello di cui sono stato “vittima” a 19 anni non mi sembra sfruttamento:) Lavorare gratis è sfruttamento, lavorare poco e guadagnare tutto sommato bene, no.

Purtroppo il blog mostra la corda nel reggere il filo di una discussione come si deve… Ci provo.

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eldacar scrive:
“E Albe’, per come sei abituato tu non è la regola per forza di cose. Come ti dicevo io mi facevo una rivista da solo nel 2002 e l’ho fatto fino al 2006. Luca quasi. Oggi ne esiste almeno un’altra che non ha problemi di vendita che è fatta da 2 persone. E quando c’erano i collaboratori stavano a 8 euro a pagina in una casa editrice “vera” come eravamo noi all’epoca, comunque.”
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Non riesco bene a capire questa insistenza nel difendere un modello di business che, comunque la si voglia mettere, partiva dal presupposto di pagare così poco i collaboratori. Sembra quasi che a pagare bene i collaboratori si sia dei cretini. Il mercato non diceva questo…

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eldacar scrive:
“40 pagine a testa in 1 mese senza vincoli di tempo e presenza in ufficio a 1200 euro netti non e’ proprio opinabile che sia una grossa offerta, a prescindere. Si regge tranquillamente il carico, avendo la giusta remunerazione

Se poi ripeto, vogliamo guardare il singolo caso o i tariffari dell’ordine (che sono oggettivamente ridicoli), dove andiamo?”
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Andiamo in una direzione che non esclude automaticamente che chiunque abbia una famiglia a carico debba lasciare il mercato, indipendentemente da qualità ed esperienza che può offrire, oppure accettare di fare la fame e barcamenarsi come capita.

E lo ripeto: se non avessi avuto sotto gli occhi la prova che era fattibile, non starei nemmeno qui a scrivere.

Era fattibile. Lo è ancora?

Se sì, molto bene. Aspettiamo che il mercato dia segni di miglioramento e i professionisti migliori, forse, potranno riuscire a guadagnare 100 euro a pagina scrivendo di videogiochi.

Credo che nessuno possa dolersene:)

Luca, certo che è fattibile. Viene tuttora fatto. Su GMC non pagheremo 100 euro a pagina, ma nemmeno 8 euro. E nemmeno 20.Ovvio che se si pretende di tenere in piedi una rivista che genera utili ridicoli sulla pelle dei collaboratori, non si va avanti.

Hai detto una cosa molto intelligente qualche post fa: non c’è spazio per tutti. Non tutte le riviste possono campare, né tutti i siti. E se devono campare pagando 8 euro a pagina, meglio che chiudano per come la vedo io, fosse solo per salvare qualche albero ^_^

Pape

Andrea, non ci siamo capiti: io non ho detto che non è provato e fattibile

Ho detto solo che non è la regola, che va tenuto conto dei momenti, del mercato e di un sacco di altre cose e che non va fatto di tutta l’erba un fascio

Quando ho cominciato in PlayPress prendevo 1100 Euro eppure avrei lavorato gratis

Il problema è che 5 anni dopo ne prendevo 1300 e come diceva qualcuno, l’unica cosa aumentata sono stati gli oneri ma non gli onori, le rotture di cazzo e la pecunia

Non sto difendendo nessun modello di business costruito sul “paghiamo poco”. Sto solo dicendo che “paghiamo il giusto” non è necessariamente quello che succedeva in Future e che per me persona X 1200 Euro netti per tradurmi 40 pagine, potrebbero anche essere la cifra giusta senza dovermi per forza dire che mi sfruttano o che sono un pirla ad accettare

Tutto qui

Alberto, penso che il problema siano i soldi ai collaboratori, non certo i rispettabili 1200 euro al traduttore (anche se 40 pagine proprio poche non sono… sai quali sono le tariffe ufficiali dei traduttori?). Quanto li paghi i tuoi collaboratori per un pezzo su Eurogamer?

Pape

Siete riusciti a farmi essere d’accordo con Alberto Belli! Vi assicuro che non è un compito semplice:)

Io 40 pagine di traduzioni sui VG me le faccio in 4 giorni. Se per 4 giorni di lavoro qualcuno mi dà 1200 euro netti, io non solo accetto, ma lo invito pure a pranzo tutte le domeniche (e cucino bene eh!).

Le faccio male e l’editore si accontenta perché paga poco? Le faccio bene e sono un pirla perché mi lascio “sfruttare”? Ai posteri l’ardua sentenza…

Luca, contentissimo tu. Rimane il fato che sono pochini 1200 euro per tradurre 40 pagine, soprattutto se ci devi pagare sopra le tasse. Anche se ci metti poco a farlo.
Ora, se mi dessero 500.000 euro all’anno per sostituire Fisichella sulla Ferrari sarei felicissimo: guiderei una F1 e prenderei tanti soldi. Però sarebbe una presa in giro, perché il minimo sindacale per un pilota è ben superiore alla “miseria” di mezzo milione di euro.

Pape

“E quantomeno chieda scusa a tutti.”

Da giorni ho cercato di capire, chiedendo delucidazioni a destra e a manca (ringrazio lui sa chi per il piacevolissimo scambio di mail), cercando di non far parlare l’affetto per certe persone che mi avevano accompagnato in questo viaggio “editorialudico”.

Affetto che mi faceva dire “ma no cazzo, non posso crederci, lui combatteva per i videogiochi per far si che vengano riconosciuti e bla bla bla”.

Eh no. Adesso le scuse sono il MINIMO.
Io combatto seriamente ogni giorno. Educo padri e madri che vengono nel mio negozio sulla cultura del videogioco, e fanculo, faccio un CAZZO DI OTTIMO LAVORO.

Mi sento offeso e pestato duro.

Mi dispiace, molti ci sono rimasti male, io per primo quando me ne sono reso conto. E’ giusto però che queste cose si sappiano. 🙂

@pape

Vantarmi? La casa editrice era PlayPress che per un certo periodo di tempo ha retto botta a Future (almeno questi i dati che circolavano) vendendo tanto e portando a casa tanti soldini. Mi sono vantato? Quando?

Ho detto solo che i collaboratori (che per XBM gestivo io), prendevano quella cifra. E la cifra era uguale anche per tutte le altre testate, da OPM a GR

Comunque…vogliamo fare un gruppo da qualche parte (direi Eurogamer ma poi Zzave se la prende per i banner) e continuare li?

Non ci sto capendo più un cazzo e mi perdo 3/4 dei pezzi

Appunto: dico che quella cifra era vergognosa. Non che fosse colpa tua. Ora spero che, da editore, tu abbia imparato la lezione. Li paghi bene i tuoi collaboratori per i loro articoli?

Per il resto concordo: non si capisce nulla ormai ^_^

Pape

Eldacar (uso il nick che senno’ qua chi legge rischia di non capir più nulla),non ho detto che, a quelle cifre si è pirla ad accettare. Parlavo con Signorini, che citava 100 pagine per un milione e mezzo. E comunque non gli ho dato del pirla. Ma affermo con forza che sì, in quel modo era sfruttato.

Secondo me, IMO, IMHO… aggiungete gli acronimi che vi piacciono. Vi regalo anche qualche smile 🙂 😉 😀

Ma per me era sfruttato.

Ma va bene, per carità.

Secondo te ero sfruttato e per quello che facevo avrei dovuto guadagnare 4 volte tanto. A me che un 19enne senza esperienza guadagni 5 milioni al mese lavorando 10 giorni in tutto pare irrealistico… poi chi legge e conosce si farà un’idea, no?

Un solo appunto: detto così sembra che chi lavorava per Future navigasse nell’oro. Un paio di palle. Gli stipendi erano e sono normalissimi (oltre che fermi da milioni di anni… superminimi assorbibile, lo chiamano), per gli assunti. Stiamo parlando dei collaboratori esterni.

Pape

“Luca, certo che è fattibile. Viene tuttora fatto. Su GMC non pagheremo 100 euro a pagina, ma nemmeno 8 euro. E nemmeno 20.”

Scusate, ma chi è che paga 8 euro a pagina per un pezzo? Nemmeno Play Media, che paga il quadruplo ai collaboratori “doc”.

Lo diceva Belli, che 8 euro a pagina era il tariffario di Playpress.
E io so che il tariffario attuale di alcuni siti è 20 euro a pezzo…

Pape

Quelle cifre (e anche superiori) erano pagate per le traduzioni, non per gli articoli originali.

Non fatemi difendere PMC, eh, ma neanche diffondere cose sbagliate… 🙂

Sui siti: sì, confermo. Ma i siti sono ancora un altro mondo, a mio modo di vedere.

Si ovvio che erano per le traduzioni, gli articoli originali li scrivevo io in redazione ovviamente

Poi se vogliamo parlare di siti e riviste, vi do una dritta fantastica

La carta, campa di adv solo e sempre in funzione del fatto che il PR/azienda, preferisce fare una cover e 1 pagina su un magazine da 3000 copie, piuttosto che 1 banner su un sito da 80.000 unici a settimana

semplicemente perchè quando fai il report al partner estero per cui investi, “Ufficiale” vale più di sito X solo perchè “Ufficiale” li significa una determinata cosa, determinati volumi, determinata autorevolezza

La prima cosa che ho fatto “di la” è stata tagliare un sacco di soldi alla carta, visto che allo stesso prezzo di una pagina sul magazine che vende di più, ci faccio una settimana di banner dove mi vedono 4 volte tanto

Purtroppo questa semplicissima regola, pare non capirla nessuno. Ancora sento di riviste che vendono “decine di migliaia di copie”

Ma dove?

Eldacar, perdonami ma non ho ancora capito. Riesci a rispondermi a queste domande senza essere vago?

1 – è stato Stefano Silvestri a dirti la storia dell’IBAN? Da quanto emerso in un’altra discussione, ne erano a conoscenza in quattro, oltre ad Accordi.
2 – i dati del venduto di GamePro, di 3k, chi te li ha forniti? Se sono pubblici, dove posso consultari?
3 – quanto pagate un vostro collaboratore a pezzo?
4 – quanto pagano le riviste, a pezzo?
5 – sei sicuro che non ci sia conflitto di interessi tra un sito “trade” e un’intera azienda? Io non ne so molto, quindi mi rimetto a quanto dirai tu o gorman, che non mi sembra proprio uno stupido in questo settore.

1. no, nulla è arrivato da Sprea, mai e se fossero in 4 o in 12 a sapere le cose, non mi interessa
2. non sono pubblici. Avendo gestito l’adv di Leader dal 2006 al 2008 e deciso chi prendeva soldi da Leader, i dati di venduto li chiedevo e me li mandavano. GP stava sotto i 4k da un bel pezzo. Per chiudere, ragionevolmente e in base alla mia esperienza, si deve scendere sotto i 3500. E la rivista può essere solo che calata in 12 mesi, vista anche la crisi contingente di tutto il mondo e del settore
3. dipende dai collaboratori. Ivan Fulco prende di più per scrivere di meno rispetto a Davide Persiani, per ovvi motivi. C’è chi guadagna 85 Euro a pezzo e chi ne prende 30. Nessuno ha obblighi di tempo, obbligo di presenza o stronzate varie. Ogni cosa è rimborsata e tutto funziona come in una struttura vera, con l’unica differenza che si tratta di una start up. Noi non abbiamo ex scontenti e incazzati, al massimo gente che dopo un anno di sangue (di tutti) ora è stata messa dentro (come Davide Persiani, per esempio), senza comunque sottostare a vincoli che non stanno in cielo e in terra (come le esclusive che altri hanno pure il coraggio di chiedere in nome della gloria sempiterna)
4. dipende dalla rivista. Su Il Messagero per 1300 caratteri prendevo 120 Euro (20 minuti di lavoro). Con Edizioni Master 28 Euro a cartella o giù di li (non ricordo). Se non avessi cominciato in PP
5. se lo dice l’azienda che da l’ok, direi proprio di no. specie se lo dice a un consulente a P.I. che può fare il cazzo che vuole, a prescindere. il trade e il consumer sono due mondi differenti. EDGE ti pare uguale a GamesIndustry?

Edit di Zave: Abbelli, e non spammare sul mio blog porca eva. 😀 Lo sanno tutti qua che esiste il “tuo” sito, se vogliono, si spostano di là. Io di dare dei link a EG proprio non ho voglia. A meno di non essere pagato: sono apertissimo a questa soluzione.

Io su Eurogamer non mi ci sposto neanche se mi paghi:D

Così, per quella solita simpatia/antipatia personale che abbiamo da sempre:D

Luca, contentissimo tu. Rimane il fato che sono pochini 1200 euro per tradurre 40 pagine, soprattutto se ci devi pagare sopra le tasse. Anche se ci metti poco a farlo.
Ora, se mi dessero 500.000 euro all’anno per sostituire Fisichella sulla Ferrari sarei felicissimo: guiderei una F1 e prenderei tanti soldi. Però sarebbe una presa in giro, perché il minimo sindacale per un pilota è ben superiore alla “miseria” di mezzo milione di euro.

Pape

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Beh… possiamo girarci intorno quanto vogliamo. Secondo me 30 euro a pagina per tradurre un articolo sui videogiochi, che è una cosa che se hai tutte le dita e conosci l’inglese ci vuole mezz’ora (un’ora, tiè!) a fare, non sono affatto una cifra irrisoria.

Forse sono strano io, forse “lavoro male” e mi accontento di poco, non so che dirvi.

Qualcuno, per favore, mi riporta la sua esperienza di traduttore per riviste di VG che guadagna 2500 euro al mese traducendo 50 pagine?

Impossibile ovviamente

Ripeto: continuiamo a sovrapporre 200 cose che non c’entrano una mazza per me, tutte giuste e sbagliate, a seconda del momento, del contesto e di un sacco di altre cose

Su alcune credo che discutere però sia veramente, boh, impossibile?

Scusa Luca, poi non torno più sull’argomento… però io ho sempre fatto riferimento al tuo milione e mezzo per cento pagine. Fra quello e 2.500 Euro per 50 pagine… ci saranno delle vie di mezzo oppure no?

Facciamo un gioco al contrario

In base all’esperienza di ognuno, oggi, uno che scrive di videogiochi e comincia ora, quanto dovrebbe prendere per un pezzo one shot?

Da esterno fisso?

Da interno assunto?

Pezzo diciamo di due pagine, 7000 caratteri (2 ore di lavoro a esagerare?)

Beh, scusate… se 30 euro per pagina di traduzione sono pochi (come dice Pape), allora mi viene da pensare che una cifra decorosa parta da almeno 50. E 50×50=2.500.

Il mio milione e mezzo era 10 anni fa, nel 1999: io ero un ragazzino e mi stava bene (più che bene!). Certo, oggi non accetterei 7,5 euro a pagina:)

Ma questo, sia chiaro, detto senza alcun intento polemico. Non ce l’ho con nessuno, solo non mi piace sentirmi dire che sono stato “sfruttato” quando non è così:)

No Luca, parlavo del milione e mezzo per la rivista intera, non dei 30 euro a pagina attuali. Mi sa che la struttura del blog sta rendendo veramente complicato capire a cosa facciamo riferimento ^_^

Pape

Epperò, perdonami, però se ti dico che sei stato sfruttato non è che lo faccia per insultarti. Qui siamo al ribaltamento delle parti, cioè tu parti dal presupposto che per me chi viene sfruttato sia il colpevole e non la vittima.

Non è così, ma proprio per niente.

Con 100 pagine redazionali ci si fa una rivista in edicola. PlayPress ne aveva diverse, qualcuna vendeva bene, diverse altre non tanto. Ma abbastanza comunque da far sì che un milione e mezzo per coprire 100 pagine fossero una miseria.

Se vuoi credermi, credimi. Altrimenti come se niente fosse, io sto in pace uguale. Che se mi interessassero davvero solo i soldi, in questo momento dovrei essere la persona più felice del mondo.

Se il gioco te lo sei seguito per bene, ci metti anche di meno

Per scrivere 3500 caratteri ci metto 40 minuti a esagerare, mettendo dentro gli assets e sistemando i tag

Questo vale per me ovviamente, che generalmente gli articoli me li scrivo prima in testa e magari perdo 3 ore sul divano nel buio totale, poi mi prende la fregola e parto a razzo

E’ chiaro che non si puo’ misurare con un dato certo il timing ma per me, se uno per fare 7000k con un gioco che conosce e ha provato ci mette 2 ore e passa, è un grosso problema

Rifacciamo, con un esempio pratico:

Ti invitano al press tour, non spendi una lira, ti si rimborsa qualsiasi cosa chi ti ha invitato non ti ha rimborsato. Ok? Sei sereno?

Bene. Hai passato X tempo davanti al gioco, hai domandato hai fatto quello che dovevi.

Ora, se il tempo che POI ti serve per scrivere quello che hai visto è più di 2 ore per 7000k, lascia perdere.

Più chiaro così?

Elda, ma andare a un press tour è un lavoro. Vuol dire stare lontano da casa e famiglia. E sebbene sia divertente, è sempre parte di un lavoro che non puoi limitare alla stesura dell’articolo, ché a questo punto ti dico che me lo scrivo sull’aereo al ritorno e non ci ho messo nemmeno un minuto del mio tempo.

Pape

Beh, qui mi accodo: 7000 caratteri in 2 ore, specialmente se devi combattere anche con il panel per l’immissione online, puoi buttarli giù solo se sei lanciatissimo, conosci alla perfezione quello di cui devi parlare ecc ecc. Ma per giungere a questa condizione c’è una fase che fa comunque parte del LAVORO giornalistico (anzi, ne è la componente essenziale, direi) e deve essere retribuita.

Che vogliamo fare come PMC, che misura la prestazione solo in base a quante pagine sforni, e se passi più di 3 ore col joypad in mano per una recensione ti guardano male perché “stai perdendo tempo”?

A me l’OdG ha integrato tutti e 3000 i viaggi che ho fatto in 5 anni di PP, perchè collezionavo i biglietti aerei e potevo dimostrare che ero “in trasferta”

Ma il discorso è il solito: hai perfettamente ragione e non c’è una sega da dire ma ritorniamo al discorso di prima…quando tu vai a un press tour da assunto ti danno di più?

Il problema non era quando mi rimborsavano tutto, ero felice, viaggiavo. Il problema in PP è stato quando, chiedendo un aumento che non c’entrava con il resto, mi rispondevano “ao, ma vai 2 giorni in Canada in Ubi e poi una settimana a Edimburgo con Activision, che altro vuoi?”

Ti sembra uguale?

Non mi ricordo come funzionava, forse Luca può aiutarmi: le trasferte giù non ce le pagavano neanche finchè quando tutti cominciarono a rifiutarsi, si arrivò a 3 ore di straordinario segnate, pure se stavi in Azerbaijan

Alberto, è una storia lunga e non vedo il vantaggio di ricostruirla:)

Comunque, per me la follia maggiore era svegliarsi alle 4 per stare all’areoporto alle 6, prendere l’aereo per Londra, farsi una giornata di eventi/presentazioni/interviste, tornare a Heathrow alle 18, raggiungere Fiumicino alle 24:00 ora locale, tornare a casa all’1 e il giorno dopo dover essere freschi alle 9 in redazione per buttare giù il pezzo… e mica solo per una rivista.

Non dico che voglio chissà quanto di straordinario, ma se mi fate arrivare in redazione a mezzogiorno senza rompere le palle, magari capisco anche quello che scrivo XD

Tanto per sviluppare il discorso, una volta leggevo un articolo, non ricordo neanche se italiano o inglese, che nel succo diceva più o meno questo:

‘Un “professionista” non viene pagato per ciò che fa, ma per ciò che sa.’

Insomma, l’aspetto caratterizzante di chi fa il nostro lavoro non dovrebbe essere QUANTO scrive, ma COSA scrive e COME lo fa. Il fatto che si misuri tutto in base a caratteri/cartelle/pagine per certi versi è fuorviante. Ci sono articoli di 2 pagine che necessitano di una grande ricerca per essere redatti, e articoli più lunghi che si scrivono con maggiore semplicità.

Sarebbe bello veder riconosciuto il lavoro che c’è a monte della stesura di un articolo, quello che avviene nella testa del giornalista, e non semplicemente quello fatto sulla tastiera.

Ecco, questo sì:)

Hai ragione da vendere Luca, ma se nel settore del giornalismo “vero” questo accade (per una grossa firma ci si scanna), nel campo dei videogiochi ancora non accade. Da noi non esiste nemmeno il concetto di freelance, di giornalista che va per i cazzi suoi agli eventi e poi vende il pezzo al miglior offerente. Anzi: se provi a lavorare per una rivista delle concorrenza (come collaboratore, non da assunto, intendo) magari ti lasciano pure a casa.

E il freelance chi lo potrebbe fare? I PR parlano con le riviste/siti, non con i freelance, al contrario di quanto accade col giornalismo “vero”.

E per farvi notare quanto sia ridicola la situazione italiana, sapete chi sono stati gli unici italiani a vedere Natal quando è stato presentato? Quelli di Xbox Ufficiale? COl piffero: i “geni” di MS hanno preferito invitare Gazzetta e Repubblica a vedere l’evento, non certo la rivista ufficiale della 360. Questo è come siamo visti dalle aziende, signori. Ed è sconfortante-

Pape

Albe’, non è vero

I freelance ci sono, magari non li conosci. Certo non è un concetto chiaro come per la generalista ma ci sono e i pezzi li vendono e come. Il problema è che non esiste il freelance della specializzata per ovvi motivi. Il freelance appartiene alla generalista

Il discorso se provi a lavorare con la concorrenza ti sego” poi non si può sentire, al solito. Non generalizziamo. Se sei assunto, chiaro che sei vincolato. Se sei freelance e qualcuno ti impone l’esclusiva te la paga di più e se vogliamo parlare di questo, sempre verso “certe” realtà bisogna sterzare

Non dicono tutti queste cazzate, non è vero.

Quando è stato presentato Natal c’era pure Eurogamer poi insieme agli inglesi. E pure a sedere con Miyamoto (ed è comunque sconfortante, ci sarebbe dovuta essere OXM oggettivamente, vedi un po’)

Non parliamo di “esclusive” guarda:D Ci sono aziende che pretendono di darti 2 lire e non sono: devi anche lavorare solo per loro, altrimenti niente.

Purtroppo, il discorso è sempre lo stesso: questo può avvenire in un mercato che non va. Se il mercato andasse, a chi ti fa una proposta del genere risponderesti “ma vaffanculo” e andresti a rivolgerti a qualcuno di più serio. Quando la gente più seria però non c’è, cosa fai? O chini la testa oppure sfoderi l’ascia bipenne, spacchi tutto e perdi pure quelle due lire che potevi guadagnare.

L’editore, direi.

Se è serio, onesto, investe sulla qualità e ha una visione lungimirante.

Magari sbaglio però, eh. Il mio lavoro è fare il giornalista, non l’editore.

E torniamo al discorso di base. Quindi è in mano tutto all’editore? Quindi chi decide chi sfrutta chi, se lo sfrutta? Future perchè ha sempre pagato meglio di tutti, avvicinandosi ai listini del tariffario?

Siamo da punto a capo

Io non conosco il mondo della carta stampata, ma leggendo quando sopra (a strappi) vorrei solo dirvi che i praticanti negli studi legali spesso non vedono una lira per 2 anni, se non qualche rimborso. Idem quelli dei commercialisti.
L’iter ti porta quasi a farti pensare che sei TU che dovresti pagare lo Studio per l’opportunità che ti da.
E per arrivare a fare ciò hai già una laurea e spesso un master alle spalle e non 16/20 anni e tanta passione.
Detto ciò, concordo che non si possa vivere di aria.
Ma penso anche che ognuno debba investire, spesso sacrificandosi, su sè stesso.
Fatto ciò, l’esperienza accumulata poi ripaga.
Vedo Ale Mucchi che il lavoro l’ha trovato subito da un altro editore. Senza l’esperienza fatta con GP il suo Curriculum non sarebbe stato lo stesso.
Il mondo è un po’ tutto uguale, non è solo l’editoria che è così.
Ogni lavoro professionale al giorno d’oggi è così.
e tornando sulle professioni (avv, dott. comm) mi pare giusto evidenziare che come praticanti si fanno lavori dalla A alla Z che rendono ai datori di lavoro svariati biglietti da 500 euro..e non stipendi base

Federico, non fa una piega ma permettimi:

****Vedo Ale Mucchi che il lavoro l’ha trovato subito da un altro editore. Senza l’esperienza fatta con GP il suo Curriculum non sarebbe stato lo stess***

Magari sarebbe stato meglio. Magari non avrebbe perso tempo e denaro avendo le stesse possibilità se non maggiori da un’altra parte. Questo proprio non puoi saperlo

Federico: si chiama tirocinio ed esiste per legge. E dopo, hai l’abilitazione. Sulle riviste di VG nessuno ti fa lavorare per due anni come praticante per farti sostenere l’esame da professionista. è una differenza non da poco. Se Accordi avesse fatto fare il tirocinio a tutti i suoi collaboratori, niente da dire. Ma non gli faceva nemmeno firmare i pezzi, forse per paura che l’ordine andasse a rompergli il culo.

Pape

Questo onestamente non lo credo. Ho sempre trovato “brutte” le riviste mezze firmate e mezze no e credo ci sia una coerenza editoriale dietro a questa scelta. Anche perchè io avrei paura di ben altre cose relativamente a possibili rotture di culo, altro che l’OdG

E poi hai appena equiparato il tirocinio per legge allo scrivere per il tesserino. Quindi basta quello, alla faccia di tutto quello che abbiamo scritto fino ad ora?

Chi firma 2 anni per una testata in fondo, poi può prendere il tesserino da pubblicista (che alla fine ha gli stessi diritti/agevolazioni del professionista, tranne il collocamento automatico in caso di disoccupazione forzata)

NOn parlavo del tesserino da pubblicista, ma dell’essere assunti da apprendisti per diventare giornalisti veri. E no, col tesserino da pubblicista non fai tutto: non puoi essere assunto in una redazione, per esempio (che poi siano assunti anche i non giornalisti, come grafici o altro, è un discorso differente, che ritorna alla solita italietta delle leggi non rispettate). Un pubblicista è uno che nella vita fa un lavoro e in più collabora ai giornali. Un giornalista è… un giornalista, che vive del suo mestiere di giornalista.

Pape

Ma il problema infatti torna all’OdG Albe’

Noi da pubblicisti eravamo belli che assunti e ci sono professionisti che una redazione, in vita loro, non l’hanno mai vista e mai la vedranno

E’ la vecchia storia degli ordini professionali del resto, che è un casino

Tu il tesserino non ce l’hai, ma sei un giornalista dio bono. Quello fai. Ti alzi, vai in redazione, scrivi, vivi di quello

Lo status, non il tesserino, dovrebbe dartelo quello che fai, questo dovrebbe essere il punto di partenza

Se pago le bollette vendendo quadri, faccio il pittore, pochi cazzi

E via dicendo

Incredibile, siamo d’accordo ^_^.
Ma per quanto hai raggggione, il mondo funziona diversamente, indipendentemente dalle leggi. E se cerchi di far valere il diritto, spengono il giocattolo, ché gli costa troppo. O tu assumi dei giornalisti e li paghi come tali? Sarebbe bello se lo facessi, no? ^_^

Pape

E’ quello dove io, tanti mi auguro, vogliono arrivare. C’e’ chi è corretto e chi non è corretto, pochi cazzi pure li. E’ la famosa attitude di cui si parlava in questi giorni

Tenendo conto, al solito, del contesto, andiamo per gradi: elimiamo i macro problemi, il resto si sistemerà da se. Invece qui tutti sullo stesso piano e tutti a fanculo: buoni, cattivi, corretti, scorretti, professionisti, cialtroni

E cazzo, no

Quello dico

Fede, GP non ha niente a che fare con la mia attuale posizione che è la stessa che occupavo prima di passare in Idraediting (anzi è meglio, dato che col tempo la realtà è molto maturata).
Sono stato richiamato in tempi lampo perché sapevano già come lavoro, non per i trascorsi su Gamepro.

Il tuo discorso poi vale quando è tutto messo nero su bianco, come ho già scritto Marco usa il timore reverenziale che i ragazzi hanno nei suoi confronti e porta il rapporto a livello di “fiducia” ed “entusiasmo”. A me è stato detto che perché non ho pagato i 10 Euro di AYOMI era mancata la fiducia… vedi te. 😉

Plucc – Achievement unlocked
“Sei arrivato a leggere fin qui e ancora non sei svenuto”

(Chi parte ora dall’inizio se lo merita!!)

Entro nel discorso solo ora dopo aver letto i mille papiri che vi siete scambiati fino a questo momento. Al di là del fatto che dubito che tutto questo scrivere finirà col portare da qualche parte (perché tanto non cambierà una virgola, a livello di mercato), mi sono deciso a intervenire perché qualcuno ha iniziato a parlare dei Press Tour come si faceva in Playmedia. “Ti vai a divertire, quindi non te lo paghiamo”. Negli ultimi mesi era questo l’andazzo preso in quell’azienda, col risultato che la maggior parte delle persone si rifiutava di andare a lavorare gratis. Personalmente ho fatto anche un paio di viaggi che comprendevano il Sabato e la Domenica, giorni in cui ho regolarmente lavorato senza vedere una lira. Non dico lo straordinario (sacrosanto), ma nemmeno la paga base per le 8 ore di lavoro. Io mi allontanavo da casa, lasciavo mia moglie da sola, non potevo vivere la mia vita extra-lavorativa, e dovevo anche sentirmi fortunato perché andavo a divertirmi. Questo era il modo di pensare di PlayMedia Company.

Eldacar è dall’altra parte della barricata e al momento ha i problemi di un editore, quindi ovviamente porta l’acqua al proprio mulino, ma credo che per un articolo di due pagine (7000 battute) si possa tranquillamente partire da 40 euro a pagina. Soprattutto se si parla di una firma conosciuta, che ha una certa esperienza e che, magari, ha la fiducia dei lettori (cosa che un nome completamente nuovo deve conquistare col tempo). Voglio dire…l’esperienza conterà pure qualcosa, no?

Porto qui la mia esperienza attuale, visto che nel post PlayMedia ho iniziato a scrivere un po’ ovunque. Lo faccio per mantenermi attivo nel settore e per sondare un mercato diverso da quello che ho conosciuto fino a questo momento. Finora ho trovato di tutto: 3 euro a news (inserita nel control panel del sito, ma con un pesante lavoro di ricerca e l’impossibilità di allentare un attimo il sabato e la domenica), 20 euro a recensione (8000 caratteri inseriti nel control panel, e con tutto il tempo necessario alla prova del gioco in questione), 10 euro netti per un articolo di 3500 caratteri (con pagamento cumulativo di 200 euro alla ventesima pagina, ma senza l’inserimento del pezzo nel sito), 25 euro per una recensione di 8000 caratteri (inserita nel sito tramite il control panel).

In tutti i casi, in alcuni più di altri, si tratta di cifre irrisorie. Soprattutto quando si parla di articoli che necessitano, nella maggior parte dei casi , supervisioni minime.

Ciao a tutti, comunque 😀 Conosco la maggior parte delle persone che partecipano alla discussione e mi fa piacere leggerle dopo tanto tempo 🙂

L’esperienza la misuri in tanti modi, sempre in base al contesto

Se chi ha più esperienza di te, non va oltre un tot perchè il mercato dice che non si può e tutti sono allineati nel momento X, tu come pretendi di prendere di più?

Cioè boh. In base a questo ragionamento, visto la gente che qui ci sta postando, più o meno con qualche anno di esperienza tutti quanti, anche in ruoli di responsabilità, dovremmo essere tutti miliardari cazzo ma non funziona così (magari lo fossimo) e più di cercare di mettere in moto cose cagando sangue, affinchè ci si arrivi a quel momento, bisogna pur cominciare

E il punto di inizio IMHO non può essere com’era Future. Non vuol dire una sega, perdonatemi

“E il punto di inizio IMHO non può essere com’era Future. Non vuol dire una sega, perdonatemi”

Certo che no. Ma nemmeno può essere che arrivi tu, trasformato in editore, e vieni a dire che le tabelle dell’OdG sono delle cazzate. Certo, devi sborsarli tu i soldi, ovvio che ti ruga. Se li dovessi ricevere, magari la vedresti diversamente. O ti faceva piacere essere pagato meno di quanto avresti dovuto e – soprattutto – subirti la beffa di ricevere il tesserino sfigato quanto magari ti spettava quello “vero”?

Passando al discorso firme, come dice Mattia, ma perché Fulco, o Paglianti o chi vuoi degli “anziani” dovrebbe prendere, a parità di lavoro, più soldi di Mucchi o dell’ultimo arrivato nel settore? Non è che se uno di questi nomi si sposta su un sito/rivista questi ci guadagna in visibilità. Non si chiamiano Montanelli o Biagi, che basta il loro nome per vendere un giornale.

Poi, detto questo, se considerati i miei 3 lustri di esperienza vuoi farmi scrivere per EG e mi dai il doppio di quanto mi offreSprea, accetto di corsa 😛

Pape

Le tabelle dell’OdG sono cazzate perchè non stanno in ciele e in terra, neppure parlando di realtà giornalistiche che a quelle dei videogiochi gli cagano in petto con indifferenza

A me non ruga una sega, guadagno circa 25000 euro meno dell’anno scorso e sono quello che lavora più di tutti. Non mi pago per quanto sono esperto, per il fatto che ho il tesserino, per il fatto che sono il direttore editoriale e per il fatto che ci metto il tesserino

Mi sto sfruttando? No, sto cercando di arrivare cagando sangue, dove è arrivata gente che ha cagato sangue, consentendoti poi, a te proprio, di avere il culo comodo sulla sedia con un bel contratto

Se fossi in Sardegna a non fare una cippa prendendo 5k al mese come dice l’OdG, il discorso sarebbe un filo diverso

Non vorrei esagerare poi, ma Fulco nei videogiochi, come Paolo, Andrea e qualche altro, piuttosto che Albini sono ESATTAMENTE come Biagi o Montanelli nei rispettivi settori di competenza

A voi continua a sfuggire, ripeto, il contesto.

🙂

Elda, ma non diciamo cazzate. Ci sono realtà e realtà, nei videogiochi e fuori. Chiedi quanto è pagata una pagina su Focus. O su Jack O su Auto Mese. O su Quattroruote. E vedrai che la gente seria le tabelle le rispetta eccome.

E il tesserino che tanto critichi non è un cazzo di foglio che ti fa entrare gratis al cinema: è quello che ti obbliga a seguire una deontologia, e di contro ti para il culo da certi editori mentecatti che pretendono di farti dire quello che vuole l’inserzionista e non quello che vuoi.

Con tutto il rispetto per Gorman, Fulco e chi altri, io non credo che se si spostano loro su una rivista, maree di lettori li seguano. Penso che la maggior parte della gente che leggeva SuperConsole manco sappia chi cazzo è Fulco, né dove scrive ora. Se Montanelli era pagato più di quanto indicavano le tabelle, era perché se lo contendevano fior di giornali. Quando hanno licenziato Gorman, non mi sembra che gli altri editori abbiano fatto a gara per pigliarselo. E – ripeto – non perché Gorman è un cretino, ma semplicemente perché in questo settore la firma non conta una mazza. Certo, la professionalità conta,ma questo lo sappiamo noi che ci lavoriamo, ai lettori non mi sembra interessi tanto.

Poi, prima di pagare per “l’anzianità”, iniziamo a rispettare le tabelle.

Ah… io il mio “comodo contratto” ce l’ho perché ho lavorato con gente onesta, non con gente che faceva il PR e contemporaneamente il direttore editoriale di un portale.

Con gente che pagava i collaboratori quasi come le tabelle dell’OdG indicano, non con editori improvvisati che pagano 20 euro al pezzo. Con gente che lottava per farci avere quel cazzo di tesserino, ma che si scontrava con degli CEO del cazzo.

Con gente che è stata licenziata e che questo settore poi non ha minimamente cercato, nemmeno la gente che dice che bisogna pagare firma e anzianità.

Abbbbellli…. basta cazzate.

Pape

Ripeto:
Abbelli, e non spammare sul mio blog porca eva. 😀 Lo sanno tutti qua che esiste il “tuo” sito, se vogliono, si spostano di là. Io di dare dei link a EG proprio non ho voglia. A meno di non essere pagato: sono apertissimo a questa soluzione.

A me sinceramente sfugge perché Ivan Fulco dovrebbe prendere 8 e un altro collaboratore dovrebbe prendere 3. Senza voler minimamente offendere Ivan Fulco. A parità di tipologia di articolo e caratteri, se uno “va bene” per scrivere su una rivista/sito, va bene. Per come la vedo io non è che uno “va più bene” di un altro e prende più soldi. Poi ognuno è libero di dire “no, io lavoro già con X editori/riviste e quello che mi offri non è sufficiente”, e tutti amici. Ma ovviamente qui si discute di modi di fare e non di legittimità, onestà, moralità, etc.

Però parliamo anche di credibilità e capacità (lessicale, intellettuale, culturale..). Lo stesso motivo per sarei ben disposto a spendere 7 euro nel vedere un film di Kitano ma meno propenso a scialaquarne altrettanti per l’ultimo di Martinelli, toh.. O parliamo essenzialmente di visibilità, per cui l’opinione redatta da una firma di prestigio guadagna maggiore peso rispetto all’ultimo arrivato. Del resto, se a scoprire gli altarini non fossero stati Mattia Ravanelli/Andrea Minini Saldini/Alberto Belli ma alcuni anonimi nick da forum, staremmo forse ancora qui a discuterne?

Io invece non capisco perché bisogni guadagnare tutti per forza allo stesso modo:)

Le persone sono diverse, lavorano in modo diverso, e alcune lavorano meglio di altre. A mio giudizio, non si può dire che siccome “vai bene” per scrivere su una rivista, il tuo lavoro è esattamente identico a quello di tutti gli altri che scrivono sulla suddetta rivista, perché è una situazione ontologicamente inverificabile.

C’è chi scrive meglio e chi scrive peggio, chi si gestisce in autonomia e chi no, chi ha più competenze di altri in settori importanti, chi, infine, ha anche un “nome” che un po’ di pubblico lo attira… Perché non dovrebbe essere pagato in modo migliore di chi tutti questi vantaggi non li offre?

Chiaro, rimaniamo sempre in un contesto di retribuzioni che devono partire da una base minima dignitosa. Se poi chi offre un “tot” in più prende anche un “tot” in più per articolo, lo trovo sacrosanto. Intendiamoci: non è che tutti debbano avere la loro tariffa “ad personam”, ma avere, che ne so, due tipi di tariffe, uno per i “neo” e un altro per i “pro” mi sembra normale, ed è quello che avviene in molti campi dell’editoria specializzata, non solo in ambito videoludico.

Io invece non capisco perché BISOGNI guadagnare tutti per forza allo stesso modo:)

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Temo che dopo questo congiuntivo sbagliato, la penalità si una riduzione della paga 😀 (ovviamente, si fa per sdrammatizzare 😀 ).

Luca: credo che nel nostro campo nessun nome faccia da solo muovere un numero nemmeno lontanamente utile di lettori. Prova ne è che una larga fetta di lettori di Videogiochi non ha minimamente colto/sofferto il cambio di redazione che ha portato a Game Pro. E parliamo di veder sostituiti Cangialosi, Fulco, Crosignani con Accordi e una valanga di sconosciuti (occhio, non parliamo di qualità, ma di nomi).
Punto.
Poi se vuoi crederci (io non ci credo), liberissimo. Penso anche che sia il modo migliore per creare un clima redazionale potenzialmente infame e nefasto. E se domani Mr. IoValgoLaMetà mi scrive un articolo che vale due volte quello di Cpt. SonoTroppoUnGrande, cosa faccio? Solo per quell’articolo lo pago come il Montanelli di cui sopra? Dall’articolo dopo lo promuovo alla classe patrizia? Mi sembra una minchionata. 😀 Ma è solo come io vedo la cosa e come io gestirei una redazione.

Non a caso il discorso “attirare pubblico” l’ho citato per ultimo e ci ho aggiunto un “magari” davanti. Senz’altro, ahimè, non abbiamo un pubblico che premia la qualità, e questo l’ho scritto un centinaio di reply più in alto.

Comunque, se domani “mr. iovalgolametà” comincia a sfornare articoli di uno spessore superiore, che dimostrano il fatto che ha acquisito esperienza, gli dirai: “hey, amico, sei migliorato e stai diventando più importante per la mia pubblicazione! Ti do un piccolo ‘aumento’ per pezzo”.

Se il vecchio lupo comincia a perdere colpi, gli dirai: “hey, amico, che succede? Noto un peggioramento nei tuoi articoli”.

Io non vedo il problema, il punto di vista secondo cui a priori “tutti valgono lo stesso” non mi è mai andato giù. Vogliamo dire che il 18enne al suo primo articolo “vale” quanto il veterano che ha 15 anni di carriera alle spalle? Io non credo. Altrimenti, qualcuno mi spieghi dove sta la difesa del “prezioso” lavoro giornalistico, se il primo arrivato senza alcuna esperienza può sostituire tranquillamente la funzione del professionista formato ed esperto. Chiaro: se per miracolo trovi il principiante che al primo articolo ti folgora con la sua abilità, il discorso cambia: non è mica una questione di anzianità anagrafica. Ma quanto spesso succede?

Elda, ma non diciamo cazzate. Ci sono realtà e realtà, nei videogiochi e fuori. Chiedi quanto è pagata una pagina su Focus. O su Jack O su Auto Mese. O su Quattroruote. E vedrai che la gente seria le tabelle le rispetta eccome.

E il tesserino che tanto critichi non è un cazzo di foglio che ti fa entrare gratis al cinema: è quello che ti obbliga a seguire una deontologia, e di contro ti para il culo da certi editori mentecatti che pretendono di farti dire quello che vuole l’inserzionista e non quello che vuoi.

Con tutto il rispetto per Gorman, Fulco e chi altri, io non credo che se si spostano loro su una rivista, maree di lettori li seguano. Penso che la maggior parte della gente che leggeva SuperConsole manco sappia chi cazzo è Fulco, né dove scrive ora. Se Montanelli era pagato più di quanto indicavano le tabelle, era perché se lo contendevano fior di giornali. Quando hanno licenziato Gorman, non mi sembra che gli altri editori abbiano fatto a gara per pigliarselo. E – ripeto – non perché Gorman è un cretino, ma semplicemente perché in questo settore la firma non conta una mazza. Certo, la professionalità conta,ma questo lo sappiamo noi che ci lavoriamo, ai lettori non mi sembra interessi tanto.

Poi, prima di pagare per “l’anzianità”, iniziamo a rispettare le tabelle.

Ah… io il mio “comodo contratto” ce l’ho perché ho lavorato con gente onesta, non con gente che faceva il PR e contemporaneamente il direttore editoriale di un portale.

Con gente che pagava i collaboratori quasi come le tabelle dell’OdG indicano, non con editori improvvisati che pagano 20 euro al pezzo. Con gente che lottava per farci avere quel cazzo di tesserino, ma che si scontrava con degli CEO del cazzo.

Con gente che è stata licenziata e che questo settore poi non ha minimamente cercato, nemmeno la gente che dice che bisogna pagare firma e anzianità.

Abbbbellli…. basta cazzate.

Pape

Continui a di’ cazzate Albe’ 🙂

gorman se tanto mi da tanto se lo sarebbero presi tutti ma, UNA VOLTA ANCORA, ci sono i momenti. Uno con un certo CV non è che lo prendi e lo metti a fare le news, vediamo se capisci

Secondo, a mio modo di vedere l’esperienza conta e come e si paga di più della non esperienza. Quello che ho detto lo ripeto: nel settore quelli che hai citato sono il top. Che poi il settore sia lammerda è ok, ma le proporzioni dovresti averle fatte pure tu alle medie.

Terzo: io facevo il PR e il direttore “responsabile” di Nextgame che era una società dello stesso gruppo. Le scelte editoriali di Next le ha sempre fatte simone soletta che potrà confermare. Ci vedevamo solo una volta al mese per fare il punto, visto che era stata creata la label videogame edizioni per racchiudere sotto uno stesso tetto tutte le iniziatie editoriali e dare una coerenza a cose che coerenza non ne avevano. Io decidevo cosa andava in edicola su Next presenta, che era una collana

Last but not least: per 4 pagine di rivistine (7 al mese) tu non sai cosa succedeva e quali giri di denaro partivano. Quando sono entrato li ho dirottati su Idra che era più cheap e non ho problemi a dirlo. Ha sempre consegnato puntuale riviste fatte bene. La solita cosa del rbasso? Si ok, ma stavolta vedi un po’: “giornalisti” veri per 4 pagine di copia incolla 600 euro? Senza tesserino poi? Machittese. Ho fatto bene a dargliela a loro senti

E ribadisco: tutta quella gente che dici, ha avuto per le mani sempre qualcosa che altri hanno costruito, cagando sangue, in momenti diversi. E tu sei capitato al posto giusto al momento giusto, come me quando con la faccia come il culo dissi che facevo il grafico e poi andando gli ho detto “cazzate, fatemi scrivere pure gratis”. Due settimane dopo ero in redazione e non mi pento per un cazzo di aver fatto cosi’

Dovete pensare ai momenti, ripeto. Ogni cosa è diversa

Elda:
“gorman se tanto mi da tanto se lo sarebbero presi tutti ma, UNA VOLTA ANCORA, ci sono i momenti. Uno con un certo CV non è che lo prendi e lo metti a fare le news, vediamo se capisci”

Vero. Ma se un settore non è in grado di rispettare le tabelle, come pensiamo che possa pagare la professionalità di un Minini? Poi, non credo che andrea prendesse centinaia di migliaia di euro all’anno. se nessuna azienda del settore ha i fondi per assumere un dirigente con la sua esperienza, siamo proprio messi male.

“io facevo il PR e il direttore “responsabile” di Nextgame che era una società dello stesso gruppo. Le scelte editoriali di Next le ha sempre fatte simone soletta che potrà confermare”

Ne sono certo! Ma rimane il fatto che le due cariche sono incompatibili, e uno che ha il tesserino dovrebbe saperlo. Anche solo per una questione di immagine e credibilità. è proprio a questo che dovrebbe servire l’OdG: a garantire i giornalisti, a fare i loro interessi e garantire loro indipendenza dall’editore.

Ha ragione anche sul fatto che quella gente ha costruito qualcosa. Ma permettimi, col tuo approccio non so quanto stai costruendo, visto che tu stesso dici ” per 4 pagine di rivistine (7 al mese) tu non sai cosa succedeva e quali giri di denaro partivano. Quando sono entrato li ho dirottati su Idra che era più cheap e non ho problemi a dirlo. Ha sempre consegnato puntuale riviste fatte bene. La solita cosa del rbasso? Si ok, ma stavolta vedi un po’: “giornalisti” veri per 4 pagine di copia incolla 600 euro?”.

Per me questo è banalizzare un settore, altro che costruire.

Pape

Comunque, visto il bordello coi commenti in WordPress, il mio consiglio è di rispondere senza fare “Replica”, ma con un commento “ex novo” indicando a chi ci si rivolge. Oppure ammazzarsi tutti.

Luca: non capisco perché parli di “sostituire”. Dove ho lavorato io si pagava un articolo un tot e se eri adatto a scrivere sulla rivista, prendevi quel tot. Non ho mai sostituito un collaboratore valido con uno meno valido. Cosa che invece potrei essere spinto a fare pagando in modo differente. E sinceramente, raramente ho visto differenze tali da giustificare pagamenti diversificati. Ma io, e qui me la tiro, ero un po’ rigido nel selezionare nuovi collaboratori (la storia di NRU è lì a testimoniarlo :D). Se il “nuovo” Magistretti fosse andato bene, avrebbe preso quanto il “vecchio” Babich. Nessuno si è mai neanche lontanamente lamentato della cosa. Perché se uno è bravo, va da sé che lavora di più e porta a casa più pagine e più soldi. E’ una selezione automatica.

“Sostituire” a livello generale: se due giornalisti valgono lo stesso, sono intercambiabili. Se non sono intercambiabili, significa che ci sono delle differenze tra di loro, ed è giusto, a mio modo di vedere, che tali differenze siano riconosciute anche nella retribuzione.

Chi lavora di più guadagna di più… perché lavora di più! E ci mancherebbe! Secondo me deve guadagnare di più anche perché è più bravo, se lo è, e dunque in proporzione. Altrimenti: “ti do un aumento di stipendio… però devi venire a lavorare anche il sabato e la domenica, eh!”. Bell’aumento:D

Luca: ovviamente l’esempio dell’aumento non ha senso parlando di collaborazioni e non di assunzioni. Un collaboratore vive della fiducia e del rispetto che si guadagna agli occhi di chi deve assegnargli il lavoro. Se lavora bene se ne vedrà assegnato di più. Non ho mai chiesto mezzo Euro in più di chicchessia per scrivere e mi sentirei davvero un coglione a farlo. 😀
Continuo a ritenere altamente inutile il tuo metodo di retribuzione, anzi dannoso.

Aggiungo: il problema, semmai, è che gli editori interpretano a modo loro la questione, non per pagare “di più” chi è più bravo, ma per pagare “di meno” chi è debole e dunque costretto ad accettare.

Diciamo che se la paga base è 1, per me è giusto che ci siano quelli più bravi che prendono 1,2. Non è certo giusto che quelli che ce la fanno prendano 1 e tutti gli altri 0,5 perché “o così o niente”. Ma questo, credo, va da sé…

Perché l’esempio dell’aumento non ha senso?

Tu dici che chi è bravo porta a casa più pagine e guadagna di più. Quindi guadagna di più perché lavora di più.

Nel mio esempio, paradossale ovviamente (ma chissà poi quanto), si parla di guadagnare di più andando a lavorare più giorni. Dov’è l’errore nel ragionamento?

Che poi sia “inutile e dannoso” riconoscere una retribuzione maggiore a chi è più bravo è una tua idea… Non la condivido, tu non condividi la mia, amen. L’importante è la capacità di confrontarsi rispettando le idee degli altri:)

Eldacar: il PR di una società che deve vendere i suoi prodotti (videogiochi) non può essere direttore responsabile di un magazine online dedicato allo stesso “prodotto”. Punto. Non c’è da discutere eh. Non c’è da mettere i “se” e i “ma”. E’ così. Se accettiamo che invece sia possibile, il primo che parla di deontologia a puttane esigo che sia appeso per i piedi.

Mattia, ma che cazzo dici?
Nextgame presenta è una collana di giochi vecchi di due/tre anni costruita per svuotare il magazzino di Leader

La sai la differenza tra una collana e una rivista no?

Nextgame erano affari di Sole e basta e non avendo lui il tesserino, registrare la testata è stato anche un atto dovuto per dare un senso a quelli che il tesserino volevano prenderlo e con la testata registrata ci sono riusciti

Io di deontologia ne parlo e come, io ai press tour ci portavo Multiplayer non Next che era di Leader. Perchè la differenza la conoscevo bene e il lavoro mio, se non ti schifa, lo sapevo fare bene. Quindi di se e di ma ce ne metto a tonnellate e non voglio sentire un cazzo

Punto

Luca: non ha senso perché un assunto non viene pagato “a cottimo” e quindi che c’entra il discorso? E poi, davvero, non tirare a far bordello per allungare: non ho detto che in senso generale pagare di più chi lavora bene sia una cazzata. Ho detto che nel nostro settore ritengo sia solo dannoso. Che poi, oh, già qui non si paga più nulla e poi ci mettiamo pure a fare i ganassa e a pagare i bonus a Mr. MaremmaSeSonoIlMigliore? Libero di farlo eh. 😀

Io “tiro a fare bordello” o tu “la butti in caciara”?:)

Continuo a non vedere dov’è che il mio ragionamento non funziona: se per guadagnare di più devo lavorare di più, la cosa è diversa dal lavorare di più perché il mio lavoro è qualitativamente migliore. Credo sia lampante, ma evidentemente non lo è.

… sapessi come editare:)

Ovviamente era ” […] la cosa è diversa dal guadagnare di più perché il mio lavoro è qualitativamente migliore […]”

Aspettate un attimo, ma ZAVE è quello che ha dato 11/10 a Super Mario Galaxy?
No, dai, lo fanno pure scrivere su internet?
E sì, anche la risposta di Metalmark non è che sia tanto bella, alla fine sembra in torto lui da quello che ha scritto, ma ha torto anche l’internet tutto che permette a gente che si ritiene professionista e mette 11/10 a Mario Galaxy (che è un ottimo gioco, per carità) di avere un blog. Ma a ‘sto punto ha fatto benissimo Marco a non pagarti. LOL
Ma dai, e poi chiudono Goatse. Bah…

Ma questa sarebbe una risposta seria o solo un modo per continuare a NON-parlare del problema vero?
No perché uno che ritiene che un giornalista non sia professionale per un 11/10 o che comunque da una simile importanza ad un voto ignorando completamente il corpo dell’articolo, allora forse non ha capito a cosa servano le recensioni (siano esse scritte su carta o su internet).
Per ciò che mi riguarda, fine dell’OT.

“ma ha torto anche l’internet tutto che permette…”

Scusate gentili signori ma non potevo non quotare la frase più stupida che io abbia mai letto in vita mia…. e di cose stupide, credetemi, ne ho lette tante 😉

I collaboratori devono prendere tutti la stessa cifra, altrimenti generi delle cazzate che fai il giro.

Detto questo, ho letto un tot di cazzate, pure nei tuoi post, elda.
Poi, appena finisce l’embargo per l’anniversario del mio matrimonio, che sto già parzialmente violando (parliamo di cose note, no?), trovo il tempo di elencartele, che non ci tengo a finire nella lista delle persone che buona parte della redazione chiama con epiteti non particolarmente piacevoli.

Parla con Paolo Paglianti, è lui che ha deciso di fare la cover eh, mica gli ho puntato la pistola. Gli ho solo cacato il cazzo come è giusto che sia. Non vedo proprio che minchia vuoi da me per questo 🙂

Pene (!): Fail.
Eldacar: ah scusa, ho sbagliato. Credevo fossi stato direttore responsabile di Nextgame.it, non solo e solo e solo della roba che finiva in edicola. Scusami. Se è così, ho sbagliato. Se è così. No aspetta, non credo sia così però.

Ero direttore responsabile di nextgame presenta e nextgame.it

Per la prima, collana nata per svuotare il magazzino leader, mi occupavo della selezione prodotti. Punto

Per la seconda, ho solo prestato il tesserino per la registrazione perche’ simone e matteo non ce l’avevano e mi è stato chiesto molto semplicemente dal mio datore di lavoro, dopo aver constatato con i nostri 4 legali che non era un problema visto il mio inquadramento e quello che avrei dovuto fare: ossia un cazzo di niente a livello editoriale

Questa cosa a permesso a svariate persone di diventare pubblicisti. Non è etico? Qui parliamo di gente sfruttata, soldi inculati e questo non è etico?

Se vi impiccate, come la vedete?

Non è etico, punto.

Mi fa piacere per Simone e Scamu, ma non è etico, e se non lo capisci, è meglio che il tuo tesserino te lo stracci da solo.

“Il giornalista non assume incarichi e responsabilità in contrasto con l’esercizio autonomo della professione, né può prestare il nome, la voce, l’immagine per iniziative pubblicitarie incompatibili con la tutela dell’autonomia professionale.”

Questo è un’estratto della carta dei doveri dei giornalisti, che probabilmente tu e qualcun altro usate per pulirvi il culo

Pape

Elda, contano poco i fini. Se fai il PR, non puoi fare il giornalista. Nemmeno se hai tutte le buon intenzioni del mondo e lo fai perché sei un buon samaritano. Anche questa è roba da stracciare il tesserino, eh…

Pape

Ma cosa cazzo dici?
La conosci la voce “ufficio stampa” nel tariffario dell’ordine? Ecco, vuol dire fare il PR

Se vuoi te la faccio spiegare. Chi lavora negli uffici stampa è soggetto ai tariffari dell’ordine e prende il tesserino anche

Sveglia

Elda, l’OdG indica chiaramente che non puoi fare l’ufficio stampa e il direttore editoriale di una testata che deve giudicare i prodotti propagandati dal tuo ufficio stampa.

Non girarci attorno.

Pape

Il tesserino l’hai prestato o no per Scamu e Sole? Per dargli l’occasione di tesserarsi a loro volta? Se l’hai fatto, hai sbagliato. Se non l’hai fatto, hai detto una stronzata poche righe fa. Deciditi

Pape

Io non prendevo decisioni ma parlavo per Videogame Edizioni che era la label creata per Leader allo scopo che avevo detto, guidata da Mauro Dapit che faceva e disfava

Se leggi bene li c’è scritto quello che sto dicendo qui. Ma ormai sei in berserk, fai un po’ tu. Non mi ricordo perchè mi chiamarono, mi ricordo solo che sole mi cazzio’ perchè i voti su Next non ci sono mai stati a dirla tutta, pensa quanto ci stavo dentro

Mannaggia ai sacramenti, Elda!!!! Ma mi pigli per il culo o sei fesso? Non ci arrivi proprio che NON POTEVI FARE QUELLO CHE HAI FATTO?

Tu in quell’intervista parli (dicendo cazzate) in vece di responsabile di Nextgame, e pretendi pure di dire che non c’entravi? Se non c’entravi, che cazzo chiedevano a te la questione dei voti? E soprattutto, che cazzo gli rispondevi a fare?

Ma poi, porca eva, è scritto lì che “Alberto “Eldacar” Belli è giornalista, Amministratore Delegato di Pulsar Communication e responsabile delle comunicazioni del Gruppo Leader, oltre che publishing director di Videogame Edizioni quindi responsabile del magazine Nextgame”

E continui pure a negare?
Ma datti fuoco!

Pape

Disclaimer

Mai cagata Paola Lunghini, non c’avevo voglia di stare a scartabellare tutto il sito dell’ordine, i vecchi file e le menate

Parliamo di cose certe tipo le cazzate che sono uscite fuori, che forse è un filo meglio

O mi porto via il pallone

Elda, quindi se una è peggio di te, allora tu vai bene?
Mi sembri D’Alema: visto che Berlusconi si è fatto più puttane di lui, la sinistra ne esce pulita.

Pape

Elda: esatto, non è etico. Ma è molto italiano.
Pape: Ahahahahah! Non l’avevo mai letta ma sapevo della sua esistenza, la famosa faccenda del “Nextgame ha tolto i voti nel 2006”. ROTFL! Non nel 1999, ovvero dal primo giorno di esistenza? Ma poi, minchiabbbBelli, dici pure:
“[in riferimento alla reazione dei lettori all’eliminazione del voto, ndZ] la cosa non è stata neppure così discussa e commentata come ci si aspettasse”. Sarà perché non è mai successa? Perché tutto questo? 😀

Non solo è etico, ma pure fattibilissimo.

E poi ripeto, stiamo a parlare di Next e di Uffici Stampa? Dopo quello che è uscito? Ma riprendetevi figa, ci avevo sperato per un po’

Elda, ne parliamo perché è la solita questione delle pagliuzze e delle travi. Sai com’è… da piccolo qualcuno mi disse che era meglio non spalare merda se non ero più che in regola… o il Presidente del Consiglio. E tu non sei il PdC. E neppure in regola, se è per questo.

Pape

Ma quando vuoi controlla quello che ti pare. Io non sono quello che ti dice “amico” “fratello” “ti stimavo” e poi sparisce

Ti dico che per quel poco che ho visto, mi pari una persona ragionevole quindi stai al posto tuo e prima di dire cazzate, visto che qui non c’è proprio da discutere di regole e non regole, fai tutti i check che ti pare

Vieni a trovarmi quando vuoi e ti azzitto in 30 secondi, ci prendiamo un caffè e diventiamo amichetti. Io non parlo MAI se non posso parlare e (sbagliando, ma non riesco proprio a finirla) non sfuggo mai al confronto, proprio perchè sto sereno

E su questo non c’è un cazzo da dire, ribadisco

Pene O_O: non andare di ironia che, viste certe uscite, è stata disinstallata.
Carlo: credo che O_O stesse ironizzando sulla solita roba del “ma ha dato 11/10? Ma è un c0gl1one!!1!”. 🙂

Era ironica l’esagerazione, esagerazione comunque su di una esagerazione parecchio ridicola: l’11 su 10. Solita roba? Beh, allora sono in tanti ad avertelo fatto notare, e mi sembra anche giusto. Ognuno ha di che vergognarsi, ecco.

Amici convenuti, Eldacar ha ragione: dato che la sua opinione è che non solo sia “fattibile” ma pure “etico”, non ha senso continuare a discuterne. Intendo: come si può pretendere di più dalla questione?

Esatto, leggi pure tu invece di dir cagate

Qui dopo 350 topic si paragona uno che usa una rivista per i cazzi suoi, non paga la gente, sfrutta i ragazzini e si imbotola i soldi a chi per richiesta del suo datore di lavoro fa una cosa fattibile alla luce del sole da manager di un’azienda?

Ma veramente, impiccatevi dai

E poi Mattia, hai dato 11/10 a Mario. Non è etica
Come fare la cover di SBK :p

Elda: infatti, sono dalla tua parte. Qualcuno ha detto che qualcun altro s’era inventato di sana pianta una citazione “ultra positiva” da legare alla promozione del gioco, tratta da Nextgame.it. Non c’ho mai creduto.

Kane & Lynch ha preso in Italia 6 copertine,
4 con Sprea

Mi rimbalzi proprio, per dire. E’ come quando avrei peccato di “etica” perchè avevo scritto che Unreal (gioco mio) poteva essere una rivoluzione su console (e il progetto Warfare lo era) per fare pubblicità al gioc

LoL

11 cover (5 con Sprea) 1 premio per il miglior coverage europeo, 300 pagine e media voto 8.5 e passa ed è pubblicità se scrivo 300 caratteri in una rubrica da 1200 su una rivista che leggono in 3?

Allora usarla per 25 numeri per farsi i propri cazzi cos’è? Omicidio?
Next ha fatto una citazione ultrapositiva? Bene, sarà in rassegna insieme alle altre, di sicuro non c’ho chiamato Soletta. Ma ripeto, potete chiedere tranquillamente a lui, basta che smettete di spaccarmi i coglioni

Ragazzi, veramente. Basta
State mettendo sullo stesso piatto l’eticità di Riccardo Albini o Massimo Nicora (due a caso con due palle quadrate che fanno tante cose nei videogiochie e prestano il tesserino a diverse testate, perchè si può fare) al livello di quella di tanti altri che voi stesso avete smerdato in ogni dove

Contenti voi, contenti tutti

No Elda, metto (quasi) sullo stesso piano la merda di Accordi e la tua.

Poi non capisco cosa c’entri il numero delle cover che sei riuscito a ottenere. Se vuoi ti posso dire quante bottiglie di vino riesco a bere prima di svenire ubriaco, ma non è che mi rende un giornalista (o un PR, o un CEO o un dio) migliore.

Pape

Ma non ci pensare e non ti permettere proprio

E si, te lo rispiego, stai mettendo allo stesso livello persone come quelle che ho citato, visto che non capisci (o non vuoi capire che stai dicendo una stronzata) e forse ignori, per esempio che il buon Albini ha prestato il tesserino a Leader per 3 anni e passa per 6 pubblicazioni mensili, facendo altro nel mentre, o Massimo Nicora presta il tesserino a Spaziogames, da responsabile ufficio stampa di Warner, Rockstar etc etc con Lab Com. E con loro, altre persone di cui non sai e non capisci quindi si, taci, fai il favore

Il discorso di Kane & Lynch è semplice: è per dire che per fare il bello non mi serviva Next (che non avendo il voto, ti spiego, è pure inutile nella reportistica di un PR). Mi bastavano le cover di Sprea di cui non sono mai stato direttore responsabile

Poi ripeto, se vuoi capire capisci. Ora cominci un po’ a cagare fuori dal vaso

Se Albini e Nicora hanno fatto quello che dici, non hanno rispettato il codice deontologico. Indipendentemente dai loro altri meriti. Punto e basta.

Pape

Nemmeno tu, Alberto. Che nemmeno hai capito l’allusione a Kane & Lych. Te lo dico io: non era una scusa per farti dire quante copertine gli hai fatto prendere. E nemmeno un riferimento a Gamespot.

Pape

Si può essere tranquillamente direttore responsabile di qualsiasi testata e contemporaneamente responsabile di qualsiasi ufficio stampa. Gli unici vincoli sono limitati alle forme contrattuali stabilite di volta in volta. Non te lo rispiego più.

Lo dice l’OdG, appena contattato telefonicamente e che vi invito a contattare per stare sereni

Quindi ribadisco, prima di parlare di etica e cacate varie, contate fino a 1 milione che su un forum/blog la gente si confonde e propio non è il caso

“Il giornalista non assume incarichi e responsabilità in contrasto con l’esercizio autonomo della professione, né può prestare il nome, la voce, l’immagine per iniziative pubblicitarie incompatibili con la tutela dell’autonomia professionale.”

Se non lo capisci, non so cosa dire. Ma poi magari per te fare l’ufficio stampa di un distributore di VG è compatibile con l’essere il direttore responsabile di un’azienda che i VG li produce.

Poi, l’OdG ti può dire quello che vuole: permettono a Farina di scrivere ancora, pur avendolo radiato dall’Albo… che muoiano anche loro, alla fine.

Pape

Rifacciamo: non cagare il cazzo, l’OdG rispose davanti ai nostri legali all’epoca che era fattibile

L’OdG ha risposto stamattina che oltre ad essere fattibile, è assolutamente normale, etico etc etc

Gli unici vincoli sono quelli contrattuali, con cui è possibile stabilire dei limiti

Se alla fine devi liquidare con “L’OdG può dire quello che vuole” allora è tutto un cazzo che parli di OdG dal post 1

Taci e registra che stai dicendo una minchiata. Punto

Fare l’ufficio stampa di un distributore di VG e fare il direttore responsabile di una rivista di VG (senza metterci bocca quando potrei tranquillamente, in teoria) è strafattibile

Suppongo che qualche persona scorretta, scendendo nel personale, possa aggiustarsi la cosa

Io a Next non l’ho mai cagata, mai privilegiata, mai fatto impicci, mai invitata in un press tour, mai data un’esclusiva, tanto per essere chiaro

Parlare con Simone per conferma e non osare dubitare o smadonno che la correttezza non deve proprio essere messa in discussione Dio bono. Non scherziamo

Postilla simpatica:
l’OdG di Roma dopo 8 secondi ha risposto
l’OdG di Milano mi ha passato 154 persone per sentirmi dire la stessa cosa

Non so se siamo noi terroni o i milanesi esagerati

O_O: ma sei serio? Dovrei vergognarmi del voto? Ho di nuovo perso di vista l’ironia? Comunque siamo off topic. Se vuoi faccio un posto ap-post-a per discuterne. E’ troppo divertente il fatto che ci sia qualcuno che si è preso male.

Non mi sono preso male, però ecco, se avessi saputo prima che eri tu quello dell’11/10 non avrei letto con tanta serietà questo post sul blog.

La tua reazione l’avrei capita, al più, se il voto assegnato a Galaxy fosse stato un 5, un 4 o un altro ben lontano dalla realtà. In quel caso e solo in quel caso avresti capito che chi aveva recensito il gioco non capiva nulla di ciò che è chiamato a testare. Ma un 11/10, posto comunque che non debba essere inteso seriamente, non vuol dire assolutamente nulla, salvo che il problema siete voi lettori che ancora non avete inteso che ciò su cui è bene contattare l’autore di una recensione x chiarimenti è per ciò che è scritto nel suo pezzo, non menarla fino alla fine del mondo perché ha dato un mezzo punto in più anziché mezzo meno.

Mi sono perso troppo ma leggendo qua e là vedo qualche verità, qualche domanda di cui sarei curioso di leggere la risposta e un paio di cagate che sono solo frecciate lanciate perche avete visto che gli imputati non rispondono… mai visto un service editoriale che avesse potere decisionale sulle firme (di solito è l’editore che decide se si può firmare o meno un articolo, e di certo non passano 27 numeri per accorgersi che il direttore del tuo service ha preso una decisione non avallata da te; ed è l’editore a prendersi denunce, non il service, se le firme rivelano l’esistenza di un subordinato, quindi è interesse dell’editore non volerle…), e soprattutto mai visto un service che potesse fare tirocinio a qualche pubblicista, come tutti voi che osannate l’OdG e i suoi canoni in questa pagina dovreste sapere… solo la casa editrice (e con un minimo di personale professionista, credo) può fungere da sede per il praticantato, e oltre a non aver accolto nessun praticante, mi piacerebbe chiedere a Sprea quante volte ha anche affettuosamente negato il riconoscimento necessario al patentino a parecchia gente… ma voi non sembrate volere la verità assoluta! Altrimenti qualcuno insisterebbe sul dettaglio cui elda non risponde… ovvero come mai nessuno dice nulla che silvestri entra in elemental 5 minuti dopo essere uscito dalla defunta game pro? da quanto tempo se la chiacchieravano? perche idra è una merda per aver accettato lo sconto su game pro (sconto, vuol dire che prima la faceva a di piu, e magari non avevate nulla da dire) quando lo sconto è stato imposto pena chiusura, a causa del supersconto di elda stesso, e elda invece una merda non è? Sembrate solo essere saliti sul carro delle lamentele! E sì che per qualcosa avete ragione, ma con tutto il bordello che avete tirato su, in ogni Forum che uno cerca di seguire dopo un po’ non capisce piu una sega e legge solo carbone-merda-accordi-merda… e non si ricorda piu perche! Mi riservo di trovare di nuovo la ricerca della verita che aveva originato questo mare di merda due mesi fa, ormai… perche cosi non andate/andiamo da nessuna parte, senza mirare e preferendo usare armi a casaccio, usando cose che possono essere contraddette con cinque parole (se quelli di idra volessero perdere tempo qui)

@lammerda

Credo tu stia facendo confusione con le date. In realtà la mia collaborazione con Elemental è nata già da prima della chiusura di Game Pro. Il sito è infatti andato up il 21 di agosto, mentre la decisione di chiudere la rivista è stata presa la settimana successiva. Per intenderci, se oggi la la Game Pro fosse aperta, continuerei a portare avanti le due attività.

Aggiungo, nel caso non lo avessi già letto altrove (ad esempio: http://forumtgmonline.futuregamer.it/showthread.php?p=6843187#post6843187), che col 13 marzo scorso ho dato le dimissioni da Sprea, per la quale opero come consulente esterno e senza esclusiva, il che mi mette nella condizione di attivare tutte le collaborazioni che mi interessino.

Attenzione, quindi, perché il ragionamento che tu hai scritto non è corretto.

Che schifo. Ripeto CHE SCHIFO.

La rete è piena di blog e di siti di gente che scrive gratis. Ma lo fa per se stessa e per il proprio culo.
Finitela di approfittarvi dell’entusiasmo delle persone e di pensare che sventolare un gioco sotto al naso di qualcuno o garantirgli l’ingresso a una fiera sia abbastanza per constringerlo a scrivere per voi.

Siete povera gentaglia che che punta il dito contro il berlusca quando lo vede in Tv e poi gioca a fare l’imprenditore spietato con i ragazzini,.. fate veramente schifo e spero che prima o poi qualcuno che perde la pazienza e vi attacca al muro lo troviate

Michele

@lammerda

Quale sarebbe il dettaglio a cui non ho risposto? Da dove arriva dell’IBAN? Non da Sprea ho detto. Datti la risposta da solo adesso, è facile

Altra cosa: Sprea (o chi per lei) non può rifiiutarsi proprio una mazza: il direttore responsabile di una rivista è obbligato a farla la dichiarazione per l’aspirante giornalista che ha collaborato sulla rivista registrata a suo nome. Punto, fine.

Per il resto, non è mai stato un merda questo e quello. Ma merda il sistema che è dietro ad alcune cose (prima fra tutte la fantomatica Filiera). Di Game Pro non è mai fottuto niente a nessuno, specie delle sue dinamiche gestionali. Game Pro è stato uno strumento come un altro per fare cose in maniera poco consona. Che poi Mucchi o chi per lui non venisse pagato, è solo un semplice plus per arrivare a una semplice conclusione. Ma sicuramente non è il focus di tutta la pappardella

Lammerda, te lo dico io: né Sprea né la buona vecchia Future hanno mai riconosciuto né il praticantato né il patentino da pubblicista ad alcuno. Se è per questo, prima che arrivasse l’OdG non lo riconoscevano nemmeno Mondadori, VNU né Playpress. Non lo riconosce nemmeno Edizioni Master, né Multiplayer.it, neppure Nextagme, Spaziogame, Everye.. NESSUNO!

Che è uno schifo, hai ragione.

Pape

Aspe’ Alberto (inteso come Pape ^^),
cosa intendi per “non riconosce il praticantato”? Intendi che non applica le tariffe o che non permette a chi scrive di prendere il tesserino fatti i dovuti articoli e le pippe legali?

Entrambe le cose. Non ti fanno fare l’esame da giornalista, molti non ti riconoscono nemmeno il tesserino da pubblicista (vabbé, li se firmi ti autocertifichi e punto). Per il rispetto delle tabelle, non conosco gli stipendi di tutte le realtà, ma dubito che tutte paghino dignitosamente. Sicuramente, alcune lo fanno, altre no.

Pape

Entrambe le cose non possono farle Alberto, non è che lo puoi discutere

Tu porti i pezzi dal direttore responsabile e lui deve firmare la dichiarazione per legge, non è che può scegliere. E’ tenuto a farlo

L’autocertificazione non vale

Elda, sono tenuti per legge a farlo, sicuramente. Ma non lo fanno. Punto. L’autocertificazione (fatta da tanti in tante aziende) serve proprio per questi casi. Come dire… anche tu sei tenuto per legge a rispettare le tabelle dell’OdG, ma non mi sembra che lo fai coi tuoi collaboratori. O sbaglio?

Pape

Rifacciamo: io scrivo per la tua testata registrata, tu quando ritieni mi presenti un bel foglietto dove c’è scritto che io, direttore responsabile, dichiaro che tu hai lavorato per me da a sulla testata x

E io non è che posso scegliere di non firmare, sennò mi manda una bella letterina l’OdG (come successe all’epoca di Next perchè sotto periodo di release ero sempre in aereo e non avevo firmato le 20 dichirazioni che erano arrivate e avevo fatto aspettare diverse persone) e se continui ti scomunica

Torniamo alle tariffe? Neanche Repubblica rispetta le tabelle dell’OdG. O Sprea, o noi, o pincopalla.

Chiudiamo qui l’editoria specializzata? Perchè non ti soffermi a pensare che ci sono 20 milioni di sfumature diverse e forse, once again, continuare a parlare di tariffari e tabelle che sono oggettivamente toppati (e lo dice uno che da tariffario dovrebbe prendere 10k al mese)?

Continuiamo allora e non consideriamo realtà che funzionano, dove esiste il rispetto e dove esistono stipendi più che decorosi, uniformando il tutto al livello di chi fa lavorare persona gratis 8 ore al giorno e non se lo mena manco davanti a loro per sdebitarsi

Cosa che poi, non mi ricordo chi lo diceva, sorprende così tanto stranamente considerando che è la regola per ogni azienda italiana in ogni campo praticamente

Boh, non ne usciamo

Non è stato SS Davide, così finiamo di girarci intorno. E trovo che provare a cagare il cazzo a lui, più o meno direttamente, sia veramente di una tristezza epocale

La tristezza che viene fuori quando persone corrette e persone scorrette con percorsi opposti, in 5 minuti vengono messe allo stesso livello e situazioni agghiaccianti vengono liquidate in 30 secondi con due cazzate, in un calderone di puttanate uber

Onestamente a dirla tutta, va tutto come preventivato ed è veramente allucinante

IMHO, per quel che mi riguarda, trovo particolarmente…boh…squallido, che sia proprio tu che sia particolarmente insistente su questo punto.

Ho un concetto medievale di tante cose, sarà

Elda, quasi nessuno firma quel foglio, visto che è un’ammissione di colpa: se tu firmi che un assunto da te ha scritto articoli, e non gli hai fatto fare il praticantato, ti fanno il culo. E a questo punto, le ditte si fanno fare il culo non firmandolo: cosa gli cambia? A me e ai miei colleghi in Future non è stato mai firmato niente.

Poi i tariffari secondo te saranno toppati, ma non rispettarli è illegale tanto quanto non riconoscere il praticantanto. Nesusno rispetta i tariffari, nessuno riconosce il praticantato. Diciamolo pure: la maggior parte delle testate specializzate in italia (non solo di VG) sono stampa clandestina o quasi. NOn a caso, ogni tanto arriva l’ordine, spacca qualche sedere, tira fuori multe folli e pretende che vengano versati gli arretrati all’INPGI. Chi ci rimette di più sono i poveri dipendenti, che spesso perdono il lavoro in seguito a queste cose.

Poi, capisco che sia la regola in Italia. Ma in Italia è regola anche non pagare le tasse. Non è più nemmeno reato il falso in bilancio in questo paese. Certo, è la regola, ma a me fa schifo e mi rifiuto di essere complice di queste schifezze.

Pape

Alberto diciamo la stessa cosa, ti assicuro

Ma sul primo discorso, perdonami, stai a di’ una cazzata. L’ammissione di colpa c’è nel momento in cui esce UNA firma, non quando chiedi la dichiarazione da mandare all’OdG

Gli cambia tutto. Gli cambia che oltre a farsi fare il culo normale, chi mette il tesserino viene blastato

Non ha senso. A noi in PlayPress hanno firmato tutto tranquillamente, per dire. Nel non sense, ha una logica la cosa

Noi firmiamo tutti, Elda ^_^
E lo so: basta quello per fargli fare il culo dall’OdG, ma a quanto pare, se ne fregano. Che vuoi che ti dica?

Pape

Se scrivo per te, tu devi firmarmi la dichiarazione o l’odg ti frusta. Fine

Se esistono realtà che pagano bene, corrette, dove sono tutti felici e le cose funzionano, non ci si può permettere di equiparlarle a realtà che sopravvivono solo facendo cagate, in maniera non professionale e sulla pelle di gente che da il culo gratis. Soprattutto tenendo conto del contesto e del fatto che Future e il 1996 non sono i canoni oggettivi intorno a cui costruire tutte le riflessioni. E nemmeno i tariffari dell’OdG altrimenti domani si mette un bel lucchetto sull’editoria specializzata (tutta) e sul 70% di quella non specializzata.

Più chiaro?

Elda, come fartelo capire? Hai ragione, ma molti se ne fottono. Punto. Esattamente come se ne fottono di assumere giornalisti e preferiscono assumere come impiegati o grafici editoriali. Gli fanno il culo appena li scoprono, però lo fanno lo stesso. E lo sai bene, per la miseria ^_^.

Mettere un lucchetto alla stampa specializzata? E sarebbe ora: via tutti gli editori cialtroni, su carta o web che siano, e rimangono solo i professionisti coi fondi per andare avanti. Quanta gente perderebbe il lavoro, però?

Pape

Tutti cazzo e siamo d’accordo. Per questo dico: la via di mezzo, per cominciare, preservando chi almeno con tutti i casini che ci sono tra legislazione/Itala/caste no?

Tutta merda? Perchè secondo il tuo ragionamento (giusto in linea di principio), il gigante che alle tariffe si avvicina e l’azienda di 3 persone che sfrutta gratis gli stagisti devono chiudere uguale domani no?

Bella cazzata direi, convieni?

@Zave
Tornando IT: ma te l’ha fatta poi il Bloody Marcell l’anteprima di Unchatrted2?:XD
Tornando seri,la discussione si sta ramificando e sta diventanto bellissima,ma anche molto,forse troppo lunga,nel senso che tra chiarimenti di diversi post,risposte sui chiarimenti e tutto il resto(che per carita ci stanno anche e non sono assolutamente noioese da leggere) si sta, come dire,diluendo un po troppo . se ci mettiamo anche che la discussione di tutta la faccenda va avanti in diversi siti/blog e chi piu ne ha piu ne metta,dovrei lincenziarmi per starvi dietro:D spero solo di avere del tempo per dire anche la mia,intanto buon proseguimento e ancora complimenti a tutti quelli che hanno tirato fuori tutto questo e cha stanno permettendo a noi comuni mortali di sapere come funzionano le cose(nel bene e anche nel male).

Manca l’edit, ho saltato un pezzo. Riscrivo

Tutti cazzo e siamo d’accordo. Per questo dico: la via di mezzo, per cominciare, preservando chi almeno con tutti i casini che ci sono tra legislazione/Itala/caste cerca di dare una coerenza a un progetto, senza sfruttare nessuno e muovendosi professionalmente con tutti i 2000 problemi che di default ci sono da affrontare?

Tutta merda? Perchè secondo il tuo ragionamento (giusto in linea di principio), il gigante che alle tariffe si avvicina e l’azienda di 3 persone che sfrutta gratis gli stagisti devono chiudere uguale domani no?

Bella cazzata direi, convieni?

No, Elda, non dico certo questo, sia chiaro. Ci sono varie sfumature fra i peggio merda e chi in qualche maniera ci prova cercando di essere il più onesto possibile. Però mi premeva sottolineare tutti in questo settore, chi più e chi meno, non sono pienamente a posto con la legge. E non perché le leggi siano sbagliate, sia chiaro, ché come diceva Andrea, c’è modo di rispettare tariffari e tutto, se solo ci fosse qualche editore onesto. io ne conosco tante di riviste in regola, con tutti assunti come giornalisti e pagati secondo il tariffario. Ne conosco molti di più pagati come grafici. E no, non parlo del sito di tre persone, ma di grossi gruppi editoriali che potrebbero permettersi di pagare dignitosamente.

Pape

Eldacar, Future i ragionamenti li ha portati avanti, identici, fino al 2006 inoltrato. Giusto per precisione.

E aggiungo anche che io, a chi me lo ha chiesto, ho firmato tutta la documentazione necessaria per richiedere il tesserino da pubblicista. Senza problemi. E ho anche dichiarato in azienda (Future), di fronte a un legale, all’amministratore delegato e al direttore finanziario che a mio giudizio l’azienda stava sbagliando nel non adottare il contratto giornalistico per chi lavorava in redazione. Così come ho dichiarato che, di fronte a contestazioni, indipendentemente dal mio status di dirigente, non si sarebbero dovuti aspettare da me dichiarazioni mendaci.

Se non fosse andato tutto a rotoli, peraltro, il progetto di passare al contratto corretto esisteva anche. Proprio perché, in realtà, gli stipendi erano piuttosto allineati a quelli previsti.

Andrea, non ho motivo di credere il contrario e ci mancherebbe. Ripeto solo quello che ho detto a Pape che, torno a ribadire, in linea di principio a ragione

Ma se applichiamo il principio, anche la Future migliore degli ultimi 10 anni, non pagando come da tariffario ma solo avvicinandosi di molto, diventa merda/cialtrona come l’ultima azienducola che va avanti sfruttando gli stagisti

E’ la logica che mi fa arrivare a questa conclusione. Ti sembra una cosa “da dire”? Penso non ci sia da discutere, così come non è da discutere il fatto che se una persona viene e mi chiede di firmargli una cosa, da direttore responsabile, firmo e basta, anche perchè senno’ sono il primo a finire nella palta

Quello che tu hai dichiarato davanti all’amministrazione di Future, io l’ho fatto per Videogame

E poi Andrea, questa è una domanda che voglio farti: parliamo di mercato, di etica, di quanto era bello tutto. Ma Future comprandosi Xenia, non ha dato un bel calcio in culo al mercato tanto quanto Sprea quando di è comprata Future?

Non dirmi che se l’editore X fa 10 riviste e ne compra altre 10, i budget vanno verso l’alto in nome dell’OdG perchè per esperienza, io una cosa del genere non l’ho mai vista accadere

Confermo quanto riportato da Eldacar: in Play Press, dove NON avevamo un contratto da giornalisti, hanno firmato senza problemi tutta la documentazione per l’iscrizione all’albo dei pubblicisti. Cosa che, infatti, in parecchi abbiamo fatto.

Se i vostri editori si rifiutano di riconoscere persino il fatto che scrivete per loro… in questo caso siete voi che vi state facendo sfruttare, stipendio decente o no. Per chi pubblica e firma, la possibilità di effettuare l’iscrizione all’ordine dei giornalisti è un diritto, ovviamente parlando dell’elenco pubblicisti.

Per iscriversi all’elenco dei professionisti, il discorso è diverso. La procedura è (giustamente) più complessa, prevede un esame di Stato e, che io sappia, un periodo di praticantato retribuito inseriti in una redazione che conti nel suo organico già un certo numero di professionisti. E’ in genere questo lo scoglio che impedisce a un giornalista di videogiochi di passare al professionismo.

Per quanto riguarda la questione “se prendo il patentino mi licenziano”, non credo sia così. La folle giurisprudenza in questione può entrare in ballo, eventualmente, nel momento in cui tu fai causa all’azienda e pretendi il contratto da giornalista. Loro te lo fanno e poi ti dicono “ah, ora che sei giornalista… ti licenzio perché devi essere professionista per stare in redazione, non pubblicista”. Finché hai il tuo contratto indeterminato, con l’inquadramento che hai (non da giornalista), nessuno può licenziarti perché nel frattempo hai preso il patentino da pubblicista. Ma scherziamo?

Comunque, se vi interessa approfondire la questione, andate all’Odg regionale e chiedete una consulenza pagata all’avvocato della FNSI (il sindacato): anche se non siete iscritti, credo che si possa fare.

Le ispezioni dell’INPGI, con tutto questo, non c’entrano niente. L’INPGI viene a chiedere i soldi della contribuzione previdenziale all’azienda, ma di farti assumere a te con contratto da giornalista non gliene può fregare di meno. Sei te che devi attivarti.

Questo solo per chiarezza: siamo giornalisti, facciamo il nostro lavoro… che è quello di informare.

Ho scritto su TGM Online dei budget. Il budget di TGM venne portato, nel corso di molti mesi, agli stessi identici livelli di GMC, nonostante quest’ultima vendesse ormai significativamente di più. E non parlo del tariffario a pagina, che restò quello. Parlo semplicemente della richiesta, credo ragionevole, che le persone interne scrivessero un po’ di più di quanto facessero in Xenia.

Detto questo, all’epoca non mi sembrò che nessuno ritenesse quanto veniva richiesto come oltraggioso. Ma ripeto, le tariffe erano quelle di GMC, di cui Pape ti ha già detto.

Future, comprando Xenia, ha garantito a TGM investimenti che ormai, da Xenia, non sarebbero mai più arrivati. Future ha battuto TGM sul campo, senza sotterfugi o altro. Quello *è* il mercato. Se TGM avesse venduto le copie che vendeva nel 2002, Future non l’avrebbe mai potuta comprare. Xenia non l’avrebbe mai venduta.

Non capisco come tu possa accomunare, in ogni caso, Future a Sprea. Proprio no.

Ad ogni modo, mi fai una domanda precisa: Future non era ai livelli di tutto il resto di cui si sta parlando qua. Ma non era impeccabile, per nulla. Tanto è vero che lo feci presente, in maniera forte. E lo dicevo come numero due in azienda.

Nessuno è perfetto, questo è certo, ma io credo che la reputazione che ti lasci dietro parli per te.

In tanti anni di lavoro e press tour, sinceramente, non ho mai sentito parlare pesantemente male di Future che, anzi, era identificata spesso come la condizione “aurea” del giornalismo videoludico in italia. Questo giusto come testimonianza.

Questo, però, la dice lunga su quanto sia possibile essere effettivamente pagati quanto dicono i tabellini dell’Ordine, se nemmeno nell’azienda “aurea” venivano rispettati in pieno.

(che poi, il tabellino parla di “news”, “articolo” e “servizio”. Se si paga a pagina… come si mettono in proporzione le cose?)

Guarda le definizione di news, articolo e servizio. Non sono tanto distanti. Anzi: uno speciale di 8/10 pagine su GMC ti faceva guadagnare ben più di quanto previsto come “servizio” dal tariffario.

Ripeto: non era perfetto, le tariffe non erano proprio identiche (ma molto vicine), e io spesso discutevo della cosa con Gorman. Lui, però, al contrario di Belli o altri, non mi diceva “è così e ti attacchi”. Ci ha provato sino all’ultimo a cambiare le cose, a farci avere quel contratto che ci spettava. Se non ci è riuscito è solo per la poca lungimiranza di chi amministrava l’azienda allora.

Pape

Alberto, non ti permettere mai più di paragonarmi a chi dice “o così o ti attacchi”

Perchè da noi è venuta gente che voleva lavorare GRATIS che abbiamo rifiutato perchè io, comuqnue per imposizione UK, DEVO pagare

O così o ti attachi, levateo proprio dalla bocca o mi fai girare le palle in un modo che poi diventa un grosso problema

E invece di sputare merdate, domanda a chi lavora con noi se gli è mai stato detto “o così o ti attacchi” (non vale la storia “chiediamo agli ex allora” perchè noi gli ex non li abbiamo)

E come si lavora, quanto e come. E chi è che lavora più di tutti

O così o ti attacchi?

Mavaffanculo, il cuore ti mangio se continui

Elda, porca troia: DIMMI QUANTO CAZZO PAGHI PER ARTICOLO!!!
Ti avvicini al tariffario? Lo rispetti? Non sei tu quello che dice che le tabelle dell’OdG sono una cazzata?
Non sei forse tu quello che rilascia interviste in nome di Nextgame mentre contemporaneamente fa il PR e il CEO di Pulsar?

Se vuoi parlare di etica, devi essere a posto. Gorman può permettersi di farlo. Tu no. Anche se sei meglio di Accordi, che almeno qualcosa li paghi i collaboratori.

Nel caso di Future, come ti ha spiegato Andrea, il problema non erano i collaboratori. Erano gli assunti che non ottenevano il contratto da professionisti, e non certo perché lui diceva che il tariffario dell’OdG erano cazzate o troiate simili.

Pape

Te lo rispiego: se riparli una volta ancora di etica ti mangio il cuore, non so se ti è chiaro il concetto

Io di Next potevo parlare tranquillamente, visto come era gestita quella realtà, in quel momento, in quella situazione, con ogni cosa al suo posto, legalmente ed eticamente. Parli di OdG e giornalismo e non sai un cazzo di come funziona. Si chiama l’OdG, ti si dice che non è come dici tu e ancora chiacchieri. Te lo diciamo in 20 e ancora chiacchieri

I collaboratori noi sicuramente non li obblighiamo a stare 8 ore in ufficio, sicuramente hanno tutti i rimborsi del caso, sicuramente non li vincoliamo con esclusive, sicuramente li trattiamo con il rispetto che dice Andrea, sicuramente abbiamo appena avuto modo di metterli dentro, li abbiamo messi dentro a modino. Li trattiamo come giornalisti pur non potendoci permettere di rispettare un tariffario che non avendo il tesserino, non potrebbero manco invocare. I nostri collaboratori ci danno disponibilità, lavorano quando vogliono, come vogliono senza obblighi di presenza e timing. Hai ancora da fiatare? Chiamali e chiedi. Io non sparisco perchè non ho VERAMENTE un cazzo da nascondere e sono certo che il giorno che qualcuno esce (buon per lui, se finisce meglio) da dove si trova ora, mi ringrazierà per quello che è stato fatto, per il come è stato fatto e per tante altre cose

Il problema, se metti in mezzo i principi e non te lo dico più, sono TUTTI. Non la bella Future dell’epoca o il service dimmerda di adesso

Deciditi. E regolati che stai cacando il cazzo e sai che non ci giro molto intorno. Se hai intenzione di continuare a dire cacate a muzzo in un posto pubblico, preparati poi ad avere il culo spanato se non sai quello che dici

Sempre disponibile a una bella telefonata (registrami se vuoi), che ti spiego un po’ di cose

Andrea, perdonami, ho espresso un concetto molto semplice che è quello che regola la discussione dal post 1

Parliamo di principi? Ha ragione Pape. Tutti a casa domani, Future merda pure quando c’eri tu, tanto quanto il service y che sfrutta i bambini

Io preferisco parlare di realtà di mercato, di situazioni diverse con 2000 sfumature, di persone e di professionalità e allora continuiamo la discussione

A me dei budget di TGM, di questa o di quella fottesega. Ho fatto solo una domanda: per esperienza, l’editore che fa 10 testate e poi compra altre 10 testate non ci mette dentro nuovi budget. Spalma quelli che ha già. Le riviste Xenia prese da Future hanno aumentato i budget dopo l’acquisizione?

Se la risposta è si, in base ai principi di Pape, bisogna comunque vedere se erano in linea con l’OdG. Se non lo erano, pur aumentando, tutto schifo

Se la risposta è no, oltre ad essere tutto schifo (sempre in linea di principio), decade pure il discorso sullo sfruttamento e tutto il resto. Se sono stati diminuiti, qualcuno è saltato e in genere si tratta di collaboratori. Incontrovertibile realtà

Altro punto importante
***Detto questo, all’epoca non mi sembrò che nessuno ritenesse quanto veniva richiesto come oltraggioso. Ma ripeto, le tariffe erano quelle di GMC, di cui Pape ti ha già detto.***

Al solito: valgono i principi di Pape? Vale la discrezionalità? O vale l’OdG? Perchè se ritenessi che 2 Euro per 15000 caratteri non sono oltraggiosi, non vedo perchè qualcuno dovrebbe potermi rompere il cazzo in nome dell’etica

Cerca di capirmi eh: non sto criticando una sega, sto smontando un discorso che funziona e non funziona a seconda di come lo affronti

Quindi o si decide una linea per parlare di tutto o non è che al post 1 si valuta la situazione caso per caso e al post 2 invece vale solo il tariffario

E che minchia

Eldacar, ti ho scritto che il budget complessivo a disposizione per la realizzazione di TGM aumentò. Mi riferisco a marketing, qualità della carta, giochi allegati, ecc.

I costi redazionali non vennero ridotti, come tariffario, vennero ridotti perché si ritenne, e io non credo sbagliando, che le persone interne alla redazione avrebbero dovuto produrre contenuti in una misura paragonabile a quella delle altre redazioni (GMC, PSM, XMU, NRU).

Comunque, su quest’ultimo tema, sono benvenuti i commenti da parte di ToSo, Raffo, MA o chi altri possa discuterne a ragion veduta.

Al di là delle critiche, che puoi muovere certamente nella misura che ritieni opportuna, su qualsiasi tema coinvolgente Future ritengo imprescindibile per il rispetto che ho verso me stesso fare chiarezza.

Perché, mi dispiace, ma arrivati a questo punto ho proprio la certezza che sì,se da qualche parte si dovesse “ripartire”, sarebbe proprio Future il punto migliore per farlo. Ovviamente felice di sentirmi portare altri esempi più o altrettanto virtuosi. Mi solleverebbe il morale.

Andrea, una volta ancora

Non è una critica, o un’accusa o una punzecchiatura

Sto cercando di riunire tutto sotto un unico filo conduttore. Non si può cambiare l’approccio alle cose 1 post si e 1 no in base a chi scrive

In linea di principio se TUTTO non era come da OdG, anche la Future che (credo oggettivamente) tutti riconoscono come isola felice, diventa lammerda

In linea di principio, l’isola felice e il service truffaldino diventano la stessa cosa

In linea di principio una riduzione di costo è un ribasso tanto quanto l’offerta di un service che si candida per fare il lavoro abbattendo i costi redazionali

La domanda, once again: ci basimo sui principi? Tutti a casa, tutti ladri, tutta merda, fine dell’editoria

Oppure valutiamo le situazioni? Se si, è il caso di mettere tutti allo stesso livello, considerando il come si sia arrivati a fare queste discussioni?

Stiamo scherzando?

No, non stiamo scherzando. Semplicemente avremo dei principi diversi.

Di Future credo di aver delineato la situazione con il massimo dettaglio possibile. Al prossimo giudicare se anche quella diventi automaticamente “lammerda”. Se diventa “lammerda”, “lammerda” sono anche io. Perché nell’area videogiochi di Future, dal 2002 e anche prima, non è accaduto *nulla* che io non abbia deciso, approvato o comunque avvallato. E nel momento in cui non sono stato più in grado di garantire questo, per magia, non sono più stato parte dell’azienda.

Una riduzione di costo, quando si ottiene chiedendo al lavoratore di lavorare quanto altri colleghi pari grado non è la stessa cosa di un’offerta al ribasso. Se ti piace pensarlo, accomodati. Mi tocca piuttosto poco, al di là di un certo fastidio.

Incidentalmente, l’offerta che hai riportato tu, realizzata con lo spirito “della rivista che mi frega, l’importante è toglierla a un altro”, non contribuisce certo al benessere di altri colleghi. Che, forse, iniziative in perdita, per danneggiare o difendersi da terzi, non hanno comprensibilmente interesse a portarle avanti.

Chiudo dicendo che non mi pare che nessuno abbia messo *tutti* sullo *stesso* piano. Mi pare che l’unico che stia in qualche modo cercando di far passare quel concetto sia tu.

Luca, la questione è che a me del patentino da pubblicista frega sega. Io lo faccio di professione, e voglio che mi venga riconosciuto lo status corretto. Hai linkato tu stesso la senteza della cassazione che indica che il pubblicista NON può lavorare fisso in redazione. Con tanto di licenziamento del giornalista in questione.

Pape

Il rischio che paventi tu è concreto solo nel caso tu abbia un contratto da giornalista, e tu sia pubblicista. In quel caso il contratto DA GIORNALISTA non è valido.

Se tu invece sei inquadrato come grafico in un’azienda, e nel frattempo prendi il patentino da pubblicista (anche per cazzi tuoi potresti farlo, eh?), di certo quell’azienda non può licenziarti perché hai preso il patentino.

No, la situazione è anche se ho il contratto da impiegato e un tesserino da pubblicista ottenuto scrivendo per la stessa azienda.
Sono incompatibili. Che poi la maggior parte delle volte lascino passare, è un discorso differente. Lasciano passare anche l’attuale abuso di professione, con grafici o impiegati che fanno il lavoro di giornalisti senza esserlo, del resto ^_^

E no, l’azienda non mi licenzierà se mi faccio il tesserino: al massimo è l’ordine che lo considera incompatibile. E se il tesserino non lo faccio, ripeto, è solo perché io lo faccio di professione, non come attività alternativa, il giornalista.

Vie di uscita? Non ce ne sono. O denunci, arriva l’OdG e solitamente l’azienda chiude o viene ceduta a chissà chi, oppure accetti, e aspetti di trovare un lavoro migliore. Per lo meno se, come me, il mutuo ogni mese lo devi pagare, e non puoi permetterti di agire per principio.

Pape

Pape, ti assicuro che se fosse come dici tu la PMC ci avrebbe falciati tutti senza pensarci due volte, e non si sarebbe inventata i giochi da trapezista per mandarci a casa:)

Se tu richiedi il riconoscimento della PROFESSIONE giornalistica, intentando eventualmente causa all’azienda, si attiva il meccanismo che dici tu. Altrimenti no.

Comunque, il mio consiglio te l’ho dato: consulta l’avvocato del sindacato. Io l’ho fatto e mi ha detto questo, tu da dove trai le tue certezze?

Io posso parlare per quanto riguarda SPAZIOGAMES.IT :

il sito è testata registrata da poco meno di 2 anni quindi non ha ancora avuto modo di far prendere il tesserino a nessuno, ma fra pochi mesi scatta il biennio e scatteranno anche i tesserini.
Ci tengo a precisare che a Spaziogames nessuno ostacolerà i collaboratori che volessero diventare pubblicisti, anzi.

Nel mentre, sto ancora aspettando risposta. Io l’ho ribadito da altre parti, sono una scimmietta babù, o almeno da qualcuno sono evidentemente considerato così, e le cose non le capisco se non me le dicono chiare in faccia. Elda, riesci a rispondermi senza parlare in cispadano?

Ma non è vero!
Mi hai detto che non è uscito da Sprea, mentre io so che sapevamo solo noi di Sprea. La tua risposta, un po’ criptica, è arrivata dopo quanto ha scritto Stefano. Cosa vuoi che interpreti?
Riesci a essere più chiaro?
Perchè, detto tra noi, non riesco a trovare differenze tra chi non dà risposte e chi non dà risposte. 🙂

(no, non è un errore, ho riscritto volutamente due volte la stessa cosa)

Lo sapevi solo tu di Sprea dai
Dall’altra parte l’IBAN è poppato da solo sulle pagine di una rubrica, senza che nessuno sapesse
Nemmeno i diretti interessati e i vari collaboratori costretti a far finta di non vedere

Ora è più chiaro?

La penso uguale sulle differenze tra chi non da risposte e chi non da risposte. Stai punzecchiando una persona a cui dovresti baciare il culo IMHO, dicendo e non dicendo, alludendo. Ti sembra corretto (no parlo di me eh)

Volevo stare zitto nel mio angolo…
ma come posso non dire che trovo sconfortante leggere gente, che in un modo o nell’altro costituisce una fetta non indifferente della comunità videoludica italiana, punzecchiarsi su un blog alla frequenza di un post ogni due minuti?

Purtroppo nell’editoria legata ai video-GIOCHI c’è poco GIOCO e tanto ODIO. Questo non lo scopro adesso 🙂

E’ il motivo per cui, generalmente, anche io me ne sto zitto nel mio angolo e lascio fare agli altri. Spero di non aver contribuito a diffondere odio e punzecchiamenti con i miei interventi, in tal caso me ne scuso con tutti e in primis con chi ha sempre letto le nostre riviste (di tutti). Non era mia intenzione, veramente. Era questo che intendevo dire con il mio “non ci facciamo una bella figura” nel primo post che ho lasciato.

Augh.

Ciao Q-tro. Spero che i miei interventi non vengano letti o interpretati come punzecchiature. Sto cercando di essere tranquillo e aderente unicamente ai fatti. Spero traspaia.

Del resto, scusa, se fai il GRAFICO in un’azienda, perché magari il tuo contratto dice questo, perché non dovresti poter avere il patentino da pubblicista?

Chiaramente è una situazione contorta: richiedi l’iscrizione all’albo presentando documentazione giornalistica tratta dalla stessa azienda in cui fai il grafico.

Ma un contratto “da grafico” non si può certo annullare perché l’ordine dei “giornalisti” non lo riconosce, no?

Comunque, io ti ho riportato la mia esperienza, esperienza di uno che questo iter lo ha attraversato:) Poi fanne quel che vuoi, ci mancherebbe.

Odio? Specificare come funziona un mercato e le sue magagne, a uso e consumo di chi vuole intraprendere la carriere, è odio? Specificare come dovrebbero funzionare le cose e come invece funzionano è odio?

Pape

Va bene, allora l’odio lo vedo solo io in discussioni come questa:)

Però a me questo sembra infilare la testa nella sabbia.

“Luca, è proprio quello che dico: farmi riconoscere la professione di giornalista. Mi spiego così male? ^_^

Pape”

_____

No, mi spiego male io:) Se tu chiedi il riconoscimento della PROFESSIONE giornalistica e sei già PUBBLICISTA, ti possono tranciare l’eventuale contratto che avevi.

Se chiedi il riconoscimento della professione giornalistica, perché la svolgi pur essendo inquadrato come grafico, non ti possono tranciare un bel niente.

Ma, ripeto, da chi ti sei informato? Sei andato da un avvocato del lavoro? Solo lui potrà dirtele con chiarezza queste cose, eh.

Comincia a editare tutte le stronzate che escono come accuse dirette intanto, buttate li ad minchiam intanto. Poi ne parliamo

Mi devo far prendere per il culo da uno che non sa una sega e fa paragoni di merda parlando di professionalità, etica e duecento altre cose, paragonandola poi a quello che è uscito?

Figa, sparo piuttosto

Eldacar: rinnovo l’invito alla decenza dei modi. E aggiungo: non parlare del Toso se non sai le cose. E se credi in quello che hai appena scritto, non sai le cose. Non è un’interpretazione eh.

Allora me le spiegasse, come sto cercando di fare io schivando merda lanciata con le stesse modalità: il non sapere UN CAZZO

Non è un’interpretazione manco questa eh

Il numero dovrebbe averlo

Elda: ti ha fatto una domanda, a cui non hai ancora dato una risposta, ma solo allusioni fumose. Se non vuoi rispondere scrivi: “preferisco non rispondere”. E’ facile.
Come non hai risposto a Pape su “quanto paghi i collaboratori a Eurogamer”. La risposta è 20 Euro, come ho scritto e tu hai confermato su Eurogamer meno di due mesi fa. E’ più decente dei 7.50 di Game Pro? Sì, di sicuro. E’ sufficientemente decente per fare il paladino di tutto ciò che c’è di buono in questo settore? Per me no. E non puoi dire “se buttate giù me [per i 20 Euro] buttate giù anche Future”. Dato che si parla di 77 contro 20. Un altro mondo proprio. Che a Eurogamer la gente STIPENDIATA sia messa meglio che quelli di Idra, non ho problemi a crederlo. Ma è un’altra faccenda. Se avessi dovuto pagare in modo davvero decente i collaboratori, probabilmente non avresti/e avuto i soldi necessari. Probabilmente non stareste facendo Eurogamer. Ergo: chi ha i soldi (non gli spiccioli) per fare l’editore, lo fa, gli altri a casa. Altrimenti c’è gente che paga 7.50 per un articolo, gente che paga 20 un articolo e rimane fondamentalmente la stessa roba ridicola.
Ah, la risposta: “ma tanto tutti pagano 20 se non di meno su internet in Italia” non vale. Lo so. Infatti dovrebbero tutti smetterla di fare gli editori se non possono permetterselo, perché se lo stanno permettendo solo affossando il mercato.

Mattia, te lo rispiego. Non è stata fatta una domanda, è stata fatta un’allusione a SS di uno squallido che mi vien da vomitare, considerando chi l’ha fatta. Allusione a cui, nonostante tutto, ho risposto. Al telefono ci si sta in due, se non esce da Sprea, esce da Idra. Se voglio sapere una cosa, la so. Stai sereno.

Quanto paghiamo i collaboratori di Eurogamer? 20 Euro netti e non a nero come dici tu? E’ sufficientemente decente per fare il paladino? Secondo i principi del cazzo messi dentro una volta si e una no da Pape, no

Considerando che non sfruttiamo nessuno, che sono tutti felici, che hanno tutti i rimborsi, che non hanno vincoli di esclusiva, di tempo, di presenza in ufficio, che lavorano in base alla disponibilità e in base a tutta un’altra serie di fattor che non conosci, si. Cazzo. Faccio solo che il paladino perchè se il mio collaboratore mi dice “domani ciulo non scrivo” io non lo minaccio di andare a casa o non gli dico che ha perso l’entusiasmo. Gli auguro buona ciulata e mi metto a fare il lavoro suo, dopo 10 anni e senza considerare il fatto che da OdG valgo 10.000 Euro al mese

Quindi, al solito, che la chiave di lettura sia unica, senza fare generalizzazioni e usando il cervello che non è una cosa messa li per dividere le orecchie. E poi ragioniamo. Sennò, ripeto, non c’è molto altro da dire

Sostenete delle teorie folli che smentite da soli quando si parla della Future che fu. Poi cambiate versione. Poi parlate dell’OdG senza sapere una cippa, poi conta la felicità perchè voi eravate felici pure se il tariffario non era rispettato e mettete tuti allo stesso livello

E’ normale? No

Elda, non è normale un cazzo. Parli di etica e sei il primo a non rispettarla. Non fotte nulla a nessuno se paghi più di Accordi. Paghi poco e sfrutti la gente, e dovresti solo stare zitto. La tua unica risposta è “fanno così tutti”. la verità è che sono tutti dei pezzenti.

Pape

La verità è che ti stai aggiustano le cose come ti pare, facendo paragoni del cazzo al limite del calcio in culo, senza sapere una cippa di quello che dici e sparando a casaccio nel mucchio senza guardare in casa tua, in nome dei principi che sostieni

O valgono sempre o datteli in faccia e taci

Schivo un attimo i “lanci di merda” e cerco di fare chiarezza sulla questione pubblicisti/professionisti/licenziamenti, visto che mi pare molto nebulosa (è complessa, del resto) e senz’altro importante per il nostro lavoro.

L’Ordine dei giornalisti, a seguito di una sentenza della corte di cassazione, ha decretato l’incompatibilità della funzione di giornalista pubblicista con quella di redattore a tempo pieno.

Il discorso è il seguente: giornalista pubblicista è qualcuno che svolge un altro lavoro di base e poi effettua collaborazioni, continuative o saltuarie, con testate giornalistiche, percependo retribuzione. Il redattore, invece, svolge l’attività giornalistica come sua principale e unica forma di lavoro e, di conseguenza, deve essere iscritto all’albo dei professionisti, effettuando un periodo di praticantato di 18 mesi.

Cosa succede, dunque? Che tutti coloro che hanno un contratto con inquadramento da redattore all’interno della propria casa editrice e hanno il patentino da pubblicista sono in una situazione particolare, visto che, secondo l’Ordine e la magistratura, si tratta di ruoli incompatibili. Svolgono infatti opera giornalistica come lavoro principale, pur essendo iscritti all’Ordine attraverso una formula che indica altro.

Questo porta al fatto che le aziende che ne abbiano l’interesse possono, eventualmente, forzare la situazione e tentare di considerare nullo il contratto del pubblicista inquadrato come redattore, per la suddetta incompatibilità delle funzioni, sancita dall’Ordine e dallo Stato. Credo (ma non ci metto la mano sul fuoco) che sia comunque un processo complicato, che passi per il tribunale. Insomma, non dovrebbe essere sufficiente una lettera di “arrivederci e grazie” da parte dell’editore.

La situazione non si applica a chi? A coloro i quali:

1) Pur svolgendo nei fatti attività giornalistica, hanno un contratto di tipo differente da quello di redattore/giornalista (l’esempiò più comune è quello di grafico). L’incompatibilità con l’opera di pubblicista si verifica infatti soltanto per chi è redattore. Si può essere grafici e giornalisti pubblicisti allo stesso tempo.

2) Hanno un contratto da redattore ma non sono giornalisti pubblicisti, per cui non vi è incompatibilità di funzioni. Questi ultimi possono richiedere il riconoscimento del praticantato per l’accesso alla professione giornalistica, senza nulla rischiare.

Le fonti sono le seguenti:

http://www.odg.mi.it/node/328

http://www.odg.it/site/?q=faq/108
*con particolare attenzione alla domanda “Sono pubblicista e svolgo attività giornalistica a tempo pieno e con la stessa retribuzione del professionista. Posso iscrivermi nell’elenco dei professionisti?”

Luca, forse non sono riuscito a spiegare il problema. Sono ovviamente d’accordo con te, su quanto dici. Quello che non vuoi capire è che se arriva l’OdG a far riconoscere i diritti da un editore, l’editore chiude baracca e burattini per non far fronte alle spese. O vende a qualche cialtrone. Chiedilo a quelli di Computer Idea, che una volta che VNU gli ha riconosciuto il praticantato e via dicendo, li ha svenduti a chi pubblica “riviste” sull’area 51 e sui cerchi nel grano.

Pape

Pape, non stavo “rispondendo” a te, perché davvero non mi interessa avere “ragione” su di un forum:) Ho solo cercato di riepilogare la vicenda per chi magari non la comprende bene.

Tu poi sei libero di fare quello che vuoi: continuare a lavorare per un editore che non ti riconosce il tuo lavoro, perché hai il mutuo da pagare (ma qui, allora, credo che tu non sia moralmente migliore dei “giornalisti” che si svendono per due lire, affossando il nostro lavoro) oppure passare per le vie di fatto e rischiartela.

La considerazione finale è sempre la stessa: tutti sappiamo come “dovrebbe essere”, ma purtroppo non è così. Allora? Armarsi e combattere, oppure portare a casa il proprio stipendio, ognuno come riesce a ricavarlo, e tirare avanti?

Luca, il fatto è che io critico chi le detta le condizioni. E al massimo, suggerisco a chi accetta cifre misere (che il mutuo non permettono di reggerlo) di non farlo più. A me manca un riconoscimento professionale: libertà di espressione e stipendio accettabile per ora li ho, fortunatamente.

Pape

Elda: non parlarmi riferendoti a me come a una particella di un ente più grande che non esiste. Non ho mai parlato di OdG o roba simile. Paghi 20 Euro ad articolo. Perfetto. Secondo me non dovresti/e permettervi di farlo. La risposta alla domanda: “chi ti ha detto che non dovremmo permetterci di farlo?” è: “l’angioletto buono che ho sulla spalla”.

Naah, a me bile, piscio corto e stronzi volanti stanno arrivando puntualmente su gmail a pacchi. Anzi, pacchetti. Comodo e… fottutamente impegnativo, da farci un libro sopra:


Il libro nero del giornalismo videoludico italiano

con prefazione del Raffo.

Dagli una fucilata all’angioletto buono che hai sulla spalla.
Sei qui a porti queste domande oggi perchè non si è accorto che Future doveva chiudere “non rispettando il tariffario” quando c’eri dentro tu. Lo avesse rispettato magari non c’era posto per te

Dai su, ma davvero stiamo facendo i ragionamenti dell’assurdo qui, siete completamente fuori e non riuscite a tenere una fottuta linea in quello che dite. Andrea ha scritto questo, in relazione al fatto che i budget delle riviste dopo l’acquisizione di Xenia furono ridotti:

All’epoca non mi sembrò che nessuno ritenesse quanto veniva richiesto come oltraggioso.

Oggi, qui da noi, nessuno è scontento come penso non siano scontente persone in altre realtà che sicuramente al “come dovrebbe essere in linea di principio” non si avvicinano minimanente (che non è: “lo fanno tutti quindi va bene”, va letto in maniera ben diversa”). Di all’angioletto di fottersi e di non fare di tutta l’erba un fascio, che è meglio anche per voi a questo punto

Elda, ma non hai capito nulla né di quanto scrivo io, né di quanto hanno scritto Mattia e Gorman. Future, fino a prova contraria, pagava QUASI quanto da tariffario, e per articoli lunghi pagava di più. I collaboratori erano pubblicisti, se lo volevano. Gli assunti no, e non per colpa di Gorman, che ha pure riconosciuto che tutto non andava come doveva, nonostante ci provasse. Ma dal punto di vista economico, i collaboratori non avevano proprio nulla da recriminare, tabelle alla mano.

Pape

Paper

Elda: continua pure. Se sei convinto tu, meglio per te. Peggio per tutti gli altri ovviamente. Suppongo tu debba mantenere questo andazzo per pararti la faccia di fronte a eventuali lettori di Eurogamer o roba simile. Lo capisco. Che schifo eh! Ma lo capisco. Quello che hai scritto ora non aggiunge assolutamente nulla al messaggio a cui ho già risposto lungamente.
In chiusura: meglio per “noi”? Ma sono minacce?

Allora Alberto “Eldacar” Belli, io non devo baciare il culo proprio a nessuno, in ambito lavorativo. Questo non significa che mi creda il migliore, ho tanto da imparare da gente che ha da insegnare, ci mancherebbe. Qualcuno che aveva qualcosa da insegnarmi me lo hanno tolto, qualcuno se ne è andato, ma qualcuno è anche rimasto.

Ora, veniamo alla cosa di cui si dibatte, alla risposta che non mi hai dato.
Io non lancio merda su Stefano Silvestri, perché non è mio costume farlo.
Però, devo capire se è stato Stefano Silvestri a raccontarti la cosa, come tu peraltro scaldandoti pari confermare, la questione diventa un filo differente, per me. Il perché è presto spiegato: hai speso delle parole per lui, che se è una rana dalla bocca larga, un chiacchierone, non merita. Questo lo sai tu, però, non io.

Certo, potrebbe essere stato Paolo Paglianti, che gode di stima, simpatia e RISPETTO (perdona il caps, ma è d’obbligo) dell’intero corpo redazionale. L’intero corpo redazionale comprende quelle che PER ME sono le migliori firme dell’industria, a oggi. Non ti preoccupare, non gode di tutto questo perché è il capo, qui. Gode di tutto questo perché se lo è meritato sul campo, e se lo merita tutti i giorni.
Paolo Paglianti, fino a questo momento, è pulito, pulito come il culo di un bambino. Ma se è coinvolto nella cosa dell’IBAN, o meglio, se ha diffuso all’esterno delle cose private, allora io rassegno domani le mie dimissioni, perché si dimostrerebbe che è una persona di merda, o un coglia, se preferisci.

Ora, a te la scelta: diffondi la tua fonte e fughi un mio dubbio o preferisci non rispondere?
Attenzione attenzione: io non ti ho ancora offeso, tu lo hai fatto per ben due volte. Poi sei passato alle minacce generali. Il prossimo passo qual è?

Davide, non volevo offenderti, poi sei grande e grosso, figurati

Anche secondo me le migliori firme del settore oggi sono in Sprea, pensa te e condivido tutta la pappardella iniziale, tranne la parte in cui neghi di lanciare merda (cosa che non ti ho detto tra l’altro. Ho semplicemente fatto notare che trovo poco elegante alludere, cosa che hanno notato in parecchi ti assicuro) a situazioni e persone che se vorranno intervenire, interverranno a fugarti ogni dubbio. Tu l’hai messa come:”strano, era solo una cosa che sapevamo noi” il che, in italiano, è abbastanza chiaro. E’ un’allusione, ripeto. Non la sapevate soltanto voi, manco per il cazzo, visto che di la ci sono (sarebbero va), 40 persone al lavoro (8 ore al giorno) che vedono, sentono, pensano e PARLANO nel caso

Alessandro Mucchi è l’unico che si è esposto con Lorenzo Fantoni per il momento. Ora se vuoi capire, capisci

Come diceva Zave: tu chi lavora in certi posti, la sua storia, quello che sente e vede non lo sai. E nemmeno da dove viene. Quindi, fa la cortesia, chiudila qui. Quando si vuole sapere una cosa, ci si mette molto poco. Che riguardi il tuo ambiente di lavoro o quello di un altro.

Io ho offeso? Cazzo ma c’hai i filtri sui topic degli altri?
Io ho minacciato? Ragazzi, vi lascio a postare tranquilli, comincio a perdere punti ferita

Quindi, Toso, cerchiamo di capirci, visto che finalmente hai smesso di girarci attorno. Tu vuoi sostenere che io ho raccontato ad Alberto Belli l’aneddoto dell’IBAN, e che in tal caso questo farebbe di me “una persona di merda”?
Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?

Per inciso, la storia dell’IBAN si sa in giro da una vita: mi domando allora perché tu non mi abbia chiesto dei chiarimenti faccia a faccia quando settimana scorsa ero in Sprea, ma stia cercando di imbastire ora questa campagna contro il sottoscritto in un contesto, tra l’altro, dove mi sembra si sia discusso di mancanze ben più gravi.
Aggiungiamoci il fatto che hai il mio numero di telefono da oltre 10 anni e capirai come questa tua uscita mi lasci alquanto perplesso.
Comunque, giovedì prossimo sono di nuovo in Sprea: sarò lieto, nel caso, di sentirmi ripetere da te le stesse accuse faccia a faccia.

Complimenti, infine, per l’immagine di TGM che stai offrendo al nostro pubblico che sai benissimo stare leggendo questo blog.

Stefano, io sto chiedendo ad Alberto Belli se sei stato tu o Paolo a raccontargli la cosa, visto che né io né Max possiamo averlo fatto.
Se sei stato tu, non sei il professionista che è stato incensato da Alberto Belli un tot di post fa. Se è stato Paolo, mi dimetto domani.

Per il discorso sul pubblico, è un problema unicamente tuo. Io non sto dando un’immagine negativa di TGM, perché TGM ne esce pulita: paga i collaboratori, non buca le esclusive, rispetta il mercato, i suoi lettori e gli interlocutori.

Se tu hai parlato e diffuso la storia dell’IBAN per un cazzo (è che mi ricordo di un qualcosa che mi hai detto su una telefonata fatta a Belli in occasione del primo topic su EG, solo non mi ricordo per cazziarlo di cosa e non ho ancora avuto tempo di pensarci a sufficienza), per giunta con quello che era all’epoca dell’IBAN un concorrente, la figura di palta ce la fai tu, non certi TGM, che come ami sottolineare in ogni post, non segui più, eccezion fatta per l’editoriale e la businness.

E non ti chiamo per un motivo fondamentale: se hai davvero fatto una roba del genere, hai fatto una roba talmente schifosa che fa il giro e preferisco non avere niente a che fare con te, coltivarmi altre amicizie, senza rancore che tanto sia tu sia io possiamo vivere bene senza sentirci. Qualora ne uscissi “pulito”, sarebbe un discorso probabilmente differente, chiaramente.
Del resto, quando ho avuto da chiederti cose, nel recentissimo passato (che non discutiamo qui, perché sono cazzi nostri), l’ho fatto parlandoti e guardandoti in faccia, no?

Io non mi devo parare la faccia di un cazzo, te lo rispiego. Stai parlando di un’azienda sana che paga tutti e fa le cose per bene, tirando dentro duemila discorsi che in linea di principio sono più che corretti, dimenticandoti però i contesti e il fatto che per gli stessi principi, tu dovresti tacere avendo lavorato per anni in un’azienda che avrebbe dovuto chiudere tanto quanto tutte quelle a cui state rompendo i coglioni, senza distinzione. Da quella di schiavisti a quella in cui sono tutti felici, ma se lo dicono non vale. Vale solo che in Future erano tutti felici, quello si.

Meglio per voi sarebbe una minaccia? Mattia, ma per chi cazzo mi hai preso, una volta ancora? E’ semplicemente il consiglio di renderti conto che dopo 400 reply hai detto tutto e il contrario di tutto, dimenticandoti quello che ti fa comodo

Ma sono uno che si sottrae al confronto? Sono uno che ci gira intorno? Ti dovrei minacciare? E di cosa? Ti sto dicendo che dici cagate e sto cercando di spiegarti il perchè. Tu hai deciso che è come dici tu, fottendoti di semplicissimi sillogismi.

Come si può chiarire un muro contro muro se poi tiri in mezzo l’angioletto?

Ma dai su, non scadiamo nel ridicolo

Elda, proprio non riesci a capire la differenza fra chi le condizioni le subisce, come dipendente, e chi le detta, come responsabile? Io, Mattia e gli altri siamo pagati non troppo lontani da quanto dicono le tabelle. Non come vorremmo, ma non troppo lontani. Decidessimo noi, sarebbe tutto diverso. Tu fai l’editore, tu puoi decidere, e hai deciso di accordarti all’italietta piccola piccola che ruba sulle tasse e incula la gente.

Puoi dire quello che vuoi, ma su 20 euro a pezzo noi ci pisciamo sopra. Abbondantemente.

E non hai risposto a Toso: perché?

Pape

Ho risposto al ToSo e io non detto un cazzo

Non maneggio denaro e non decido una sega relativamente al denaro, questo avevo dato per scontato che dopo 400 topic lo sapeste ma pare proprio di no.

Se mio nonno aveva 5 palle era un flipper comunque. Tu puoi dire quello che vuoi, ma prima comincia a ficcarti in testa che se tiri fuori l’OdG, devi andare a casa per primo

E se decidi di cagare il cazzo, comincia con chi sfrutta, ruba e fa impicci di nascosto senza muoversi alla luce del sole.

Tu confondi l’oggi e il mercato, con l’italietta. Non stai bene

No, Elda: al massimo deve andare a casa il mio datore di lavoro, che non mi inquadra correttamente.
E io il cazzo lo cago a chi mi pare, che si chiami IBANmark, o Alberto Belli: uno non paga un cazzo e dice stronzate. L’altro paga una miseria e dice stronzate. Entrambi non sanno cosa sia l’etica professionale, nonostante siano tesserati.

Ah… non mi dire “fanno tutti così”, come ti piace fare.

Pape

E io ti rispiego: non permetterti, lo dico per te, di parlare di etica con me. Ma non ci pensare proprio che sono problemi grossi

E sono costretto a pensare che sei pure discretamente pirla, cosa che ho cercato di evitare in ogni modo

Eldacar, mi permetto eccome. Ed è tutto documentato, proprio in questo thead. La tua unica rispota alle accuse è “ti mangio il cuore”

Io preferisco citare Pino Scotto…

Pape

Di documentato c’è solo il tuo metro di paragone che varia a seconda di chi scrive

I tuoi principi che variano a seconda di chi si parla

Le tue cazzate relativamente al poter fare e non fare, senza documentarti e parlando per sentito dire

Il tuo fare di tutta l’erba un fascio

Hai problemi, prendiamoci un caffe’ e vedrai che te li tolgo tutti e se mi devi dare dello stronzo, me lo prendo senza problemi

Secondo me tutto il problema nasce dal fatto che Metalmark e Eldacar sono due grandissime facce di merda.
Cioè, può esserci di mezzo qualche elemento extra (i contratti per Urogamer e Gamesbor, la capigliatura da divina di Mentalmark e Apecar), ma sono orpelli e basta. La vera questione riguarda proprio le persone coinvolte, cioè due merdette allegre, che campano gioiose sull’idiozia altrui e sulla ridicola convinzione di essere stati dei furbissimi a trovare il modo per campare di videogiochi.
E io dico BBBBRAVI! BBBRAVI! Bravi coglioni che vi siete venduti l’anima e il culo e la credibilità per una miseria, mentre lo stesso livello di abiezione avrebbe potuto portare a ben più alti livelli – festini a palazzo grazzzzzioli, magari!

Uh, vale anche la pena di aggiungere che tutta la questione mi lascia nella più totale indifferenza e che l’unica ragione del mio intervento è precisamente quella di insultare carpisa e skidmark – ho fiducia nel fatto che i due poveretti si asterranno quindi dal ribattermi.
Cheers!

Eldacar, quotare quel che ti pare è un ottimo modo per flammare ma aggiunge ben poco. Non furono ridotti i tariffari, fu ridotto il borderò complessivo a disposizione dei pagamenti verso i collaboratori. Per allinearlo con quello della altre testate del gruppo, dove gli interni scrivevano più pagine (cosa che mi pare congrua con la professione del redattore, se non erro, il cui inquadramento ho già ribadito che non fosse corretto).

Quindi non scrivere cose inesatte e non attribuirmi frasi incomplete.
“All’epoca non mi sembrò che nessuno ritenesse quanto veniva richiesto come oltraggioso.” Era riferito agli interni che dovettero fronteggiare la richiesta di scrivere… otto, dieci pagine? Non mi ricordo ma possono intervenire come li ho anche invitati a fare in questa stessa sede.

Riassumo: esternalizzare meno pagine verso i collaboratori, utilizzando correttamente le risorse interne, non equivale a pagare di meno la gente esterna per il lavoro che svolge. Equivale a fornirle meno lavoro. Se pensi che sia la stessa cosa, saremo in disaccordo anche su questo. Pace.

Andrea, è aumentato il salario degli interni?
E non dirmi: “no quelli di Xenia scrivevano meno di noi quindi è giusto e il borderò non c’entra niente” perchè mi sa un po’ di presa per il culo

Ti saprà pure di presa per il culo, però a questo punto invito il Toso a intervenire, giusto perché si capisca bene di che si sta parlando.

Se una persona che fa quel lavoro non scrive una decina di pagine al mese, di che stiamo parlando? Fino a quando può evitare di farlo, per carità, non è nemmeno che io la voglia criticare. Ma mi pare nella natura delle cose che se uno fa quel mestiere debba scrivere.

E no, peraltro, i salari non aumentano a piacimento. I salari, le assunzioni a tempo indeterminato, coprono le ore nelle quali si lavora. Il datore di lavoro, all’interno di limiti contrattuali, ha il diritto, nella ragionevolezza, di disporre di queste ore.

La dico tutta, in un modo ideale, una rivista sarebbe bellissimo se potesse consentirsi uno staff di quattro persone preposte unicamente alla revisione dei testi in entrata e al controllo di qualità. Ma questo non è sempre possibile e non ha niente a che vedere con sfruttamenti o ingiustizie.

Aggiungo anche, comunque, che in Future le segretarie di redazione fornivano anche un servizio di correzione di bozze, di cui TGM si avvantaggiò, scaricando le redazioni di un compito che prima dovevano assolvere.

del post di pgcd, immagino.

Ma sono l’unico imbecille che si firma con nome e cognome, quando ha qualcosa da dire?:)

Posso fare una domanda?

Ma se Eurogamer, che a quanto ne so ha un tot di investimenti dietro e non è nata nel garage di Alberto Belli, paga 20 euro i collaboratori, è perché:

1) Ci lucra e sta facendo soldi a palate sulle spalle dei giornalisti sfruttati?

oppure

2) Non ha comunque fondi a sufficienza per sostenere un’attività editoriale in cui i collaboratori sono pagati a dovere, quindi si arrangia per mantenersi sopra il galleggiamento?

Se il caso è 1, l’editore è cattivo e ok. Se il caso è 2, quanti soldi servono, al momento, perché si possa mettere in piedi un’attività editoriale rispettando tutti i parametri di legge, inclusi quelli dell’Ordine? Quanto è realistico che sul mercato possa arrivare un nuovo player e fare una cosa del genere?

E’ una domanda seria. Siamo professionisti da tanto… riusciamo a risponderci seriamente senza darci di stronzi e imbecilli?

“2) Non ha comunque fondi a sufficienza per sostenere un’attività editoriale in cui i collaboratori sono pagati a dovere, quindi si arrangia per mantenersi sopra il galleggiamento?”

Come ho detto, se non sei in grado di rispettare le leggi, non apri un’attività. Lo so che in italia lo fanno in tanti, ma sono tutti pezzenti che meritano la galera.

Pape

Alberto, dimettiti e manda l’OdG in Sprea domani. Vergognati per aver lavorato in posti dove niente funzionava come sarebbe stato giusto pur andandoci vicino e finiamo qui

Oppure taci. La busta 1 o la 2?

Sei tu che ti devi dimettere, Elda. Io attendo pazientemente che l’Odg arrivi e mi riconosca ciò che mi spetta. Chi si deve dimettere è chi mi offre queste condizioni, e chi le offre agli altri. Gente come te e Metalmark, insomma.

Pape

Io ne ho fatte di ogni a casa mia, credimi ma se parli di lavoro, vai a ficcare direttamente la testa nel bidet

Non fare paragoni che non puoi fare, ci rimarresti male

E non parlare di altri, finchè sei il primo che contraddice i principi che sostiene con la coerenza di una penna Bic

Continuo a voler star zitto, ma sembra che abbiate bisogno di un punto di vista “dal basso”:
Ditemi quello che volete ma io 20 euro li prenderei volentieri per scrivere un articolo di tanto in tanto…
un mio amico prende tanto per subire il freddo dalle 6 di mattina alle 2 di pomeriggio!

Q-tro: sì ma c’è gente che vorrebbe fare questo lavoro anche senza farlo “di tanto in tanto”. E pagare 20 Euro perché tanto per molti “è una cosa siiiiimpaaatica, coi giochini, i colori, figata! E mi pagano pure”, è lo schifo.

Credo che Q-tro intendesse anche altro, ossia che la situazione lavorativa è DEVASTATA in tutti i settori e che, rispetto a persone che fanno veramente lavori pesanti e di merda per 600 euro al mese (e ce ne sono), restiamo comunque, in un certo qual modo, dei “privilegiati”.

Condivido.

Collaboratore non mi sa di uno che lavora a tempo pieno…
Bisogna (ho bisogno di) capire se Eldacar sfrutta i suoi “dipendenti” o i 20 euro sono a fronte di un risultato tangibile che tanto vale!

Nella prima ipotesi può essere messo nell’insieme feccia con il tipo di GamePro (che colloco in quell’insieme, sempre con riserva non conoscendo le cose, tanto per la “confessione” del tipo che hai riportato qui, quanto per le magagnate rivelate su eurogamer.it)

E per inciso… c’é gente che scrive oro e lo fa a gratis in ambiti molto più seri! Perché non dovrei accontentarmi di essere pagato per scrivere di una delle cose che mi piacciono più al mondo?

Cmq sposto l’attenzione sulla prima questione che ho posto: Eldacar!

Io nel turistico prendevo 6.70 netti all’ora per pulire tavoli e cessi. Da Infostrada 40 (ma era un lavoro demmerda), da intervistatore 13 e da SE 6 pounds più tante puttanate in filo-kaibane. Ora, per scrivere 3000 caratteri di recensione ci metto anche 3 ore, dal foglio bianco al proof reading. 20 euro per una recensione vorrebbe dire trasformare una passione in un lavoro che mi riporta ai tempi in cui pulivo tavoli e cessi. Non è un lavoro demmerda scrivere recensioni, ma uno che voglia non dico campare, ma lavorare part-time nel settore quante cazzo di recensioni deve cagare al mese? E visto che i giochi uno li prova prima di recensire, quante cazzo di ore dovrebbe dedicare al videogioco, come lavoro, al mese, per arrivare magari a incassare dai 400 ai 600 euro? 10-20 recensioni a 20 euro l’una, 200-400 euro, mettiamoci 3 ore per gioco, un tempo infimo…

totale, 200-400 al mese per 30-60 ore di lavoro. Senza diritti sindacali di alcun tipo o bonus, pagato al pezzo. Mi sembra un affare per un professionista del settore, no?

si, era la risposta 2 ^_^

Pape

____

Quindi… quanti soldi servono, allora, per mettere in piedi una pubblicazione di VG (qui si parla di web, nel caso di Eurogamer) che possa permettersi di pagare adeguatamente i collaboratori? Quanto è realistico che qualcuno lo faccia?

Ce ne vogliono tanti. Se non è realistico farlo, è perché non c’è il mercato. Punto.

Il fatto è che se io ho uno stipendio decente e i collaboratori di Sprea sono pagati dignitosamente per i loro articoli, si può fare. Non ce la fanno gli altri? Che muioano: io sono per il libero mercato, non per far sì che tutti si possano improvvisare imprenditori, anche se hanno le pezze al culo.

Pape

Alberto, è per questo che tutti i tuoi discorsi fanno acqua

Caga il cazzo A QUELLI. A chi si improvvisa imprenditore

Non a chi ha un business plan a 5 anni, progetti nero su bianco, contratti, buste paga, uffici, gente che lavora contenta e sorridente, promesse mantenute e fa le cose per bene

E’ dal primo post che lo dico: non generalizzare e non farlo soprattutto in nome dei principi e dell’OdG o DOMANI vai a casa e stai muto

Appunto Belli, a te. Che ti improvvisi editore e paghi 20 euro a pezzo nei tuoi business plan. Sono dei business plan marci in partenza, se questi sono i compensi. E no, non generalizzo: mi riferisco a persone precise, come te e metalmark, per esempio.

Pape

Ma ammazzati, che stai male. E invece di fare il cretino, muovi le chiappette comode su una poltrona dove non dovresti sedere, in base a quello che dici, e vieni a controllare
Fallo pero’, biNbo

E ricordati domani di dimetterti dal posto dove sei, che non è a norma e non è quello giusto secondo i tuoi principi

Che dici? Non puoi perchè in realtà ci campi?

Allora MUTO

Ci sono già abbastanza bambini qui, a quanto pare.

Ho solo interpretato il post di un utente e detto che anche secondo me la situazione lavorativa è devastata a tutti i livelli e che, in proporzione, a nostro modo noi restiamo dei privilegiati. Non c’entra niente con il “benaltrismo”.

La risposta stupida, perdonami, mi sembra proprio la tua.

Pape, ti assicuro che si è capitoil tuo punto dii vista, non è necessario che tu lo ripeta come un mantra:)

Il fatto che secondo te chi non ha i soldi deve morire e/o andare in galera è acclarato. Io chiedevo altro:

Quanti soldi ci vogliono? E’ realistico che arrivi un player e lo faccia?

Sono domande semplici, si possono dare risposte semplici e senza fare dietrologia.

Si può fare tutto, con un progetto con un capo e una coda.

Il problema è che cip e ciop credono che il template da adottare OGGI sia quello della Future che fu + combo OdG

E se non segui quello ladro tu allo stesso livello di chi crea un’azienda per arrabbattarsi, dice cagate e fa sgobbare persone che poi fanno come Mucchi

Dimenticandosi, once again, che in nome dei principi tanto sbandierati, loro qui oggi non ci stavano nemmeno a chiacchierare

Hai ragione Belli: bisogna fare i business plan pagando poco perché tanto è così. In barba a leggi ed etica. E chi non rispetta l’etica non è il datore di lavoro che non rispetta le condizioni, ma il lavoratore che ci deve sottostare. Come se quando muore un operaio perché non sono rispettate le leggi sulla sicurezza, il colpevole è lui che non è stato attento, mica il datore di lavoro che se ne è fregato

Continua, ti prego: mi stai dando preziosissime informazioni sullo stato dei tuoi neuroni.

Pape

Luca, non faccio business plan di lavoro. Quindi no, non so dire quanti soldi ci vogliamo. è realistico che qualcuno lo faccia? Sicuramente è realistico: è pieno di testate (non necessariamente di videogiochi), che vendono pure meno di una GMC (per citarne una a caso) e hanno assunto tutti come giornalisti e rispettano le tabelle. Ergo: si può fare.

Pape

Mi fai un esempio?

Io conosco tante realtà (tante) diverse. Ci collaboro, e vedo redazioni interne sempre più scarne e tante collaborazioni esterne, con rapporti di lavoro spesso arrangiati.

Non parlo solo di videogiochi, ed è l’editoria per come me la sto vedendo intorno.

Se è “pieno” di testate che vendono meno di GMC e hanno assunto tutti come giornalisti rispettando le tabelle, mi dici chi?

Ma ti prego di prenderla per quella che è, eh: una semplice domanda. Non ci pizzichiamo, per favore. Discutiamo in modo maturo.

Luca: si, va bene. Allora “c’è gente che sta peggio, consideriamoci fortunati se ora c’è gente che fa le riviste pagando 20 Euro o 7.50 ad articolo! Che culo! Mio cugino lavora al tornio ed è rimasto senza un braccio! Che culo che ho io”. Utile eh! E soprattutto in tema col discorso.
Con ‘sta roba del “c’è chi sta peggio” si tira in mezzo un bel po’ di mezza stagione e di problemi a trovar parcheggio e si giustifica tutto. Ma pensa te.

Stai proponendo un’interpretazione completamente tua, e fantasiosa, di quello che ho detto.

Evidentemente non ho il dono della chiarezza, o tu vuoi capire solo quello che vuoi capire, o forse tutte e due le cose.

Fa niente, se la poniamo su questo piano mi è impossibile confrontarmi con te, gli altri leggeranno (se hanno voglia e pazienza) e si faranno ognuno la sua idea:)

PC magazine, per citarne un’altra ancora. Certo: molti hanno aspettato (come faccio io) che arrivasse l’OdG a sistemare la questione, ma ora si vedono riconoscere ciò che gli spetta.

Pape

Scusa… non ho capito. Hai detto prima che non apri la procedura per diventare professionista con l’Odg perché altrimenti l’editore chiude baracca e burattini… o sbaglio?

E ora dici che aspetti che arrivi l’Odg?

Comunque, se ci sono redazioni che, a seguito di indagini/denunce all’ordine, hanno regolarizzato la situazione invece di sbaraccare… buon per chi lavora presso di loro. Vorrei sapere, però, se hanno fatto nuove assunzioni dopo la vicenda:)

Signori carissimi, io amo particolarmente leggere di persone così attaccate all’atica (Pape et altri) però soffro leggermente quando vedo che la loro etica comincia e finisce dove parte il portafoglio.

Senza Zzave e Eurogamer quanti di voi, lor signori, che ha la possibilità di scrivere tanto su questo “lordume” ha mosso un dito?
Tutti a parlare di OdG: ma Gorman cosa ha fatto per “smascherare” il duo raggelo-raccapriccio?

ToSo e Paglianti che lavoravano sapendo che tipo di posto fosse IDRA perchè non hanno parlato?
Pape tu cosa hai fatto/farai per denunciare una lobby che sta nascendo, la filiera, che vive ad uso e consumo dei propri interessi sfruttando anche terribili connivenze politiche?

Va bene l’attaccamento alla giustizia solo se è a tutto tondo e vi vede protagonisti rischiando anche il vostro deretano, non solo quello di Zzave e Belli.
Tutto bravi a parlare quì, 499 post, ma silenzio ovunque.
Signori miei, verrebbe da dire, siete uomini o caporali?

Tornando a questioni economiche: Pape è solo un utopista. Di economia non capisce nulla, lo dico senza volontà di offendere ma solo come constatazione delle sue affermazioni.

L’editoria on-line è una cosa, la carta un altra.
Il 1996 è proprio un altro secolo!
Nel frattempo sono crollate le torri gemelle, è morta la new economy, ha fatto in tempo a morire anche la old-economy, stiamo vivendo la peggior crisi economica dopp quella del 1929, l’occidente cade a pezzi e voi vi attaccate al tariffario dell’OdG.
Vi do un consiglio: studiate.

Studiate i trend economici, studiate i veri flussi di capitale, cercate di capire che un paese non è fatto solo di “leggi a tutela” ma anche di “rischio personale”.
Siamo il paese con il più basso tasso di imprenditori, siamo il paese del posto sicuro e del contrattino.
Siamo anche un paese retrogrado e mafioso dove, se vi fanno vedere una collusione con la politica/mafia vera ed il vostro settore, voi vi focalizzate fra chi pagava di più fra X e Y.

Vi prego, tornate un tantino in topic e cercate se potete di far qualcosa voi per il vostro stesso comparto, non solo “pretendendo” ma sapendo anche “sacrificare”.

Un contratto, quando offerto, si risolve nel regime del libero mercato: se ti sta bene, bene. Altrimenti ciccia.
Il problema rimango le aspettative deluse.

No, rimane un altro grande problema: il mondo della vecchia editoria è morto per sempre.
MORTO.
Morto perchè con questa crisi non funziona più e voi, i vecchi grandi, siete per l’appunto vecchi.
Incapaci di vedere il mondo che cambia.
Arrabbattati su vecchie posizioni sterili.
Incapaci di cambiare e rinnovarvi, ancora sterilmente attaccati ad una poltrona che comincia, francamente, a puzzare un pochino.

Cambiate. Tutto.
Cambiate o perite perchè il mondo in cui vivete sta morendo giorno dopo giorno. L’editoria è l’ultimo dei problemi rispetto al macro movimento.
Se non lo capite allora meritate di estinguervi perchè male-adattivi.

Buona giornata.

Non sono sicuro di capire cosa sia il duo “raggelo-raccapriccio”. Posso solo cominciare col dire che dal gennaio 2007 non ho più avuto alcuna possibilità di esprimere la mia opinione su una rivista o su un sito (a meno di aprirmi un blog, cosa che non mi ha mai particolarmente attirato, magari a torto). Però se mi aiuti a capire cosa intendi magari posso risponderti compiutamente.

Detto questo, non posso che ripetere quanto ho scritto in precedenza. Il conto economico di una casa editrice, fino a prova contraria, credo di conoscerlo e saperlo interpretare a dovere. Credere che il problema sia il tariffario OdG, che ad affossare le possibilità dell’editoria sia il contratto nazionale… boh, se ne sentono tante, si può sentire anche questa.

Quando però scrivi:

“Un contratto, quando offerto, si risolve nel regime del libero mercato: se ti sta bene, bene. Altrimenti ciccia.”

e poi pretendi di aprire gli occhi ai presenti sullo stato dell’economia, del mercato, ecc., posso solo risponderti che i disastri attuali sono in larga parte prodotti proprio dal libero mercato, allo stato brado. Mi pare che questa lettura non sia certo solo mia ma che, anzi, quasi tutti i governi nazionali siano corsi ai ripari e abbiano messo in guardia dal liberismo estremizzato. Oltre a questo, e indipendentemente dalle opinioni personali, in Italia, oggi, quanto riporti qui sopra *non* è vero. Ci sono limiti, vincoli, disposizioni, contratti nazionali, ecc.

In caso contrario andrebbero bene lo sfruttamento del lavoro minorile, le 18 ore lavorate al giorno e quant’altro. Oggi non è così. Io ne sono lieto. Se tu preferisti un mondo di quel tipo… affar tuo. Però così finiamo per parlare di politica. Vogliamo farlo?

Pensa, è proprio che è entrata la politica in un settore apolitico come il nostro, l’argomento di discussione che dovrebbe interessare

Si è accorto qualcuno di Confindustria/eventi/menate/gamepro fatte tutte seguendo lo stesso pattern o il succo della discussione è diventato quanto paga eurogamer, spaziogames, everyeye e tutti quelli che fanno editoria sul web oggi?

No, per capire, perchè veramente si vede che ce le meritiamo certe cose a un certo punto. Meglio farci una società con chi fa le cose a cazzo, che andargli contro. Tanto poi arriva BatmanPape e in 3 minuti ti dice che sono tutti uguali e che l’isola felice è quella che dice lui. E se lo contraddici, sei stronzo

E gg allora

Eldacar, non vorrei essere frainteso. La Politica, quella con la P maiuscola, entra in ogni aspetto della propria vita, non ci si può fare nulla. Qui, nel caso di filiere & co., si parla secondo me di politica, minuscola.

Vedo che sei molto, molto aggressivo. Io, che sono persona piuttosto irascibile, e che credo potrei avere infiniti motivi per esserlo in una situazione del genere, sto facendo del mio meglio per proseguire una discussione sensata.

Nessuno ti ha messo sullo stesso piano di MetalMark (o come diamine si dovrebbe scrivere ‘sto nick), forse si sono notate una serie di incongruenze rispetto all’atteggiamento che hai assunto. Peraltro non mi è nemmeno chiaro se tu sia socio di EG.it oppure un semplice consulente/collaboratore/dipendente, cosa che cambierebbe radicalmente una parte cospicua di quanto scritto da altri.

Io capisco, intuisco, da alcune cose che scrivi che, con buona probabilità, tu creda di fare il meglio possibile. Spero sia accettabile che qualcuno ritenga che, forse, impostare i business plan in un determinato modo non sia il massimo della vita. Poi magari si è capito male quel che hai scritto, non so.

D’altro canto, questo va detto, non ho notizia di siti internet impostati diversamente. Quindi non è che io mi sorprenda di nulla. Mi domando solo se, con un rispetto delle regole più diffuso, non sarebbe più facile e sensato operare in un mercato che sia anche in grado di pagare professionalità ed esperienza. E sì, parlo anche di me. Nonostante, giusto perché non sembri troppo “piangina”, io oggi guadagni meglio che in Future.

Mi dispiace, lo ripeto, che in questa “gara al ribasso” finisca anche Future, fin quando è stata Future. Perché davvero lì si era a un passo dalla giustizia e dalla correttezza piena e inattaccabile. Il passo che mancava mi è anche parso di averlo esplicitato al di là di ogni interpretazione personale.

Io dico solo che se tutti accendessero il cervello prima di parlare, come fai tu, sarebbe tutto estremamente più semplice e i problemi si risolverebbero in 1/10 del tempo

Qui sembra una guerra tra bande e si finisce sempre a parlare di tutto tranne di quello di cui si dovrebbe

E’ tutto ESATTAMENTE come dici tu ma è anche per questo che alcune persone non possono pretendere di ignorare i contesti, le varie situazioni, le sfumature

Future è stata messa in mezzo solo in nome dei principi che molti invocano a piacimento e poi si dimenticano

Se era QUASI perfetta, va allineata a chi NON ERA/E’ perfetto, in linea di principio. Secondo te è normale Andrea?

Tutto molto bello. Ma vallo a dire a chi questo cambiamento l’ha subito prendendosi in culo contratti capestro, paghe da fame o stage pacco senza prendere una lira. A chi in nome della new economy, post new economy e compagnia, si è visto proporre contrattini a termine di due settimane (!), perché la flessibilità vuol dire più oppotunità per tutti, specie in Italia. Certo, come no? L’Italietta attaccata ai contrattini era una delle poche realtà nelle quali il povero povero, ma povero veramente, cazzo, non esisteva se non in numeri assai esigui. Adesso la situazione è diversa? Cero che è diversa, ma non per questo bisogna affidarsi a dilettanti dell’imprenditoria per uscire dalle secche della crisi. Pape sarà anche un sognatore, ma attaccarsi alle poche regole rimaste è forse l’unico modo per salvarsi il culo in una situazione nerissima. E rimane il fatto che chi si approfitta di chi non ha più nulla da perdere, o di chi non ha esperienza per dire di no, merita solo un sonoro vaffanculo.

@ToSo

>E non ti chiamo per un motivo fondamentale: se hai davvero fatto una roba del >genere, hai fatto una roba talmente schifosa che fa il giro e preferisco non >avere niente a che fare con te, coltivarmi altre amicizie, senza rancore che >tanto sia tu sia io possiamo vivere bene senza sentirci. Qualora ne uscissi >“pulito”…

Quindi, cerchiamo di capirci. Tu mi stai accusando di avere messo in giro un pettegolezzo e che, quindi, questo farebbe di me una persona “con la quale non avere nulla a che fare”?
“Qualora uscissi pulito”… da cosa, ripeto, dall’avere raccontato un aneddoto?

Alberto comunque ti ha già risposto in proposito, tu insisti che a raccontarlo sia stato io… Toso, che dire, cercherò di convivere con questa colpa, sperando che un giorno qualcuno lassù possa perdonare un peccato così grave.

Cazzo Stefano, non è un pettegolezzo, è una tanica di benzina gettata su un fuoco che non è il top dell’imparzialità, come hai riconosciuto tu stesso più volte. Se raccontassi qui quello che mi hai detto/ci siamo detti del Belli o riportassimo qui frasi del tipo “ah, ma io le riviste le ho sempre fatte senza Minini”, a mo’ di pettegolezzo, cosa pensi succederebbe?

Secondo me certe questioni DEVONO rimanere confinate in casa: bisogna spaccargli il culo a uno che fa una roba del genere, siamo d’accordo. Ma secondo me, i panni sporchi si lavano in casa e se ne parla in casa. E io Alberto Belli (Eldacar, la solita storia dei nickname) non lo considero uno di casa, anzi. Prima era un giornalista concorrente, poi un PR (mondo, villaggio, nazione non importa, sempre un PR era), ora è ancora un concorrente, uno a cui non racconto i cazzi miei. E no, non è di casa. Per te ora lo è, al tempo non lo era, punto e basta.
William Capriata, per esempio, è un PR ed è pure mio amico: questo non mi autorizza a raccontargli i cazzi della mia azienda, i pettegolezzi. Giopep è uno che stimo appalla, ma questo non mi autorizza a raccontargli i cazzi della mia azienda, i pettegolezzi (ah, gran bello il podcast).

Se hai raccontato un pettegolezzo che poi è servito – a ragione o a torto non è questo il problema – a infiammare una polemica e a mettere alla gogna una persona, secondo me hai fatto una cosa sporca: tanto di elementi ne avevano già, e il seminar zizzania non serve a un cazzo, mai. Non dico che tu abbia ammazzato un bambino, né rubato in chiesa, ma hai fatto una cosa che mi fa brutto/schifo/sporca, e tanto mi basta per preferire non sentirti, a meno che tu non ne esca “pulito” e che quindi la rana dalla bocca larga sia un’altra, e lì ti dovrò magari delle scuse. Ma nessuno mi ha ancora detto chi è stato, e il fogliettino delle dimissioni è ancorato saldamente in tasca. E il vero figlio di puttana (mattia, mi si perdoni l’espressione colorita) sono io che ho pensato per più di 0,75 secondi che potesse essere stato Paolo Paglianti.
Perchè della telefonata che mi hai raccontato ricordo un “sì, gli ho spiegato che non è lui il mio capo, e non mi ha mandato lui allo stand a Colonia, e ci mancherebbe. E pure che ha sbagliato a scrivere quella cosa lì, che la prossima volta non gli racconto più un cazzo”.
Davvero, sarei estremamente contento di sbagliarmi, così da archiviare quello che per me è il vero fulcro di tutta la questione sotto il punto di vista personale.
So per certo che riuscirai a convivere con questa colpa, specie se non la vedi come una cosa errata. Ma fare il moralizzatore non mi serve, così come a te non serve tirare in mezzo TGM che, da qualunque punto la si guardi, è immacolata. E probabilmente un pochino, un cit, un niente, anche grazie alle mie seghe mentali (a proposito Elda, sto ripensando ancora al “devi baciargli il culo”. Ma ammazzati, va là. Non parlare di realtà che non conosci, esattamente come io non mi permetto di dire che Eurogamer è un posto di cialtroni :)).

Per il tizio che ha detto “Paglianti e ToSo sapevano perché non hanno parlato” che posso dire? Io non sono solito farmi i cazzi dei service, non so quanti pagano e quanti no, e chi mi ha detto che non venivano pagati è proprio il Silvestri, del quale ho preferito mantenere l’anonimato su TGM Online per due motivi: so che c’è diversa gente che lo stima, e pareva volesse rimanere fuori dalla discussione.
Penso – a torto, vedo – che sia il mercato a decretare chi rimane vivo e chi no.
Quindi, lunga vita a Glitch, che i collaboratori li paga, così come Sprea, a meno che qualcuno non possa affermare il contrario (di TGM sono sicuro io, ma non ho i borderò di tutte le riviste a disposizione).
La gente, a ogni modo, dovrebbe imparare a fare selezione da sola: alla domanda “ehi, senti, ti va di lavorare gratis per la gloria, magari facendomi pure fare i pompini dalla tua donna?” “Ammazzati” dovrebbe essere la risposta.

Lunga vita a Sprea? Non è quello che hai scritto oppure sì? 🙂

Lunga vita a Glitch che i collaboratori li paga. Anche Sprea i collaboratori li paga.

Così volevi scriverla, giusto? 🙂 😉 😀

Che poi, Stefano le riviste le ha sempre fatte, non è che gli si possa dire di no. E mi pare anche che su una serie di temi abbia avuto modo di rendersi conto di come le cose stessero più come dicevo io che come dicevano altri. Fermiamoci qua, dai.

Davide, nel momento in cui è scritto che nessuno ha detto una sega a nessuno, cosa cazzo parli a fare ancora? Io uno di casa non sono e manco voglio esserlo, per la cronaca

E poi: lunga vita a Sprea e a Glitch! Yeah! Pagano secondo tariffario?
No? E allora morissero come chi sfrutta gli stagisti e come me che gli do solo 20 euro netti! E come la bella Future che era QUASI perfetta ma non lo era in realtà, quindi tutti nel calderone! Yeah

Si chiama PRINCIPIO cristodellamadonna

Elettrojung: io non ho mai accettato di lavorare per una miseria, da parte mia. E ho riferito all’OdG la situazione. Già da tempo. Se poi né Abruzzo né Gonzales né altri si siano mai interessati alla cosa, mandando banalmente un’ispezione, cosa ci posso fare?

Posso solo affermare che, in Future, Gorman stava facendo il possibile per cambiare lo stato delle cose. Doveva forse ammazzare il CEO e prendere il suo posto?

Sono utopista? Hai ragione. Non capisco nulla di economia? Probabilmente hai ancora ragione. Ma permettimi di sperare che gli editori rispettino le leggi, e che nessuno faccia business plan partendo dal presupposto che tanto online si guadagna poco, e i collaboratori sono di serie B rispetto alla carta. Poi, vero, il contratto se uno ha bisogno lo accetta. Ma ricorda anche che uno prima o poi il lavoro lo cambia, e ha ben cinque anni di tempo per fare causa al precedente datore di lavoro senza il timore di rimanere senza soldi per tirare a fine mese.

Pape

Devo prendermi qualche giorno di malattia per starvi dietro, non si puo’ neanche andare a lavorare che mi tirate giu’ cento commenti..

Boh qua é un continuo flame!
Non posso starvi appresso e comunque non vi servo…

Spero solo che riusciate a capirci qualcosa, ma in definitiva é brutto veder parlare e basta! Chi ritiene che qualcuno faccia le cose male: denunci!

Spero solo che zave o chi per lui al più presto mi (ci… ma soprattutto mi) informi su eventuali altri inghippi nascosti e faccia chiarezza su cosa vuol dire COLLABORARE a una rivista di vg e cosa FARE la rivista di vg qui in Italia e nel mondo!!

Insomma: chiedo di sapere quanto paga la gente qui e quanto all’estero… e quanto invece dovrebbe in caso di dubbi!
Gente! Vi saluto!

Ma onestamente, e lo chiedo a tutte le persone di questo blog, come pensate di poter parlare di “etica”, “rispetto” o “tabelle” quando è un intero sistema, quello del mondo videoludico in Italia, che va a puttane? Quando ti ritrovi direttori d’azienda, buyer, commerciali, direttori marketing, agenti (raccapriccio) e chi più ne ha più ne metta, che sono stati messi lì perchè nei magici anni 90 non c’era gente preparata o in grado di coprire certi ruoli e si scelse “quello che sa la differenza tra un pc e una console”. Quando un giorno ti trovi quella persona in Leader e il giorno dopo in Halifax, quando realtà che hanno fatto la “vera” storia del settore non sono neanche conosciute dalla stampa, quando l’editoria trade “seria” si chiama TIM o Gamestore, quando quello che è amico di quell’altro può farti vendere determinati prodotti perchè ci vai in vacanza assieme, quando la concorrenza sleale si chiama “catena americana”, quando le tangenti del nuovo millennio ora vengono semplicemente riassunte in un bel “contributo mktg”, quando la distribuzione è assassina e pretenziosa o quando guadagni 10€ dopo averne investiti oltre 300€ in una cavolo di console.
E’ il sistema marcio, non mi soprendere leggere questo fiume di parole, nè di editori farlocchi che si spacciano per tali, ci vuole un bel reset, questo settore deve partire da ZERO con FACCIE NUOVE. Siamo la sorella minore della politica Italiana.

Il problema è, come hai detto tu tra le righe, il sistema Italia nel suo complesso. Quando le meschinità italiote incontrano i concetti di flessibilità, contratti atipici, ecc., si generano mostri. L’editoria videoludica contemporanea è solo la goccia in un mare di merda.

Carlo: date che sai come funziona sotto quel punto di vista (o perlomeno mi pare di capire che tu sia un “attore” nell’ambito), scrivilo. Dillo. Protesta. Non succederà nulla, ne sono convinto quanto te. Ma perché allora non dovrei dire “questo fa schifo” relativamente a quanto io posso conoscere dell’ambiente in cui lavoravo? Non è dicendo: “fa tutto schifo” che si cambiano le cose. Dubito che si cambino così, ma sinceramente meglio così che pomì.

Ma non capisco una cosa, che prescinde da tutte le parole che sono state fatte, da tutto ciò che è stato detto per difendere una causa piuttosto che un’altra.
Ci sono delle leggi? Sì. Vanno rispettate? Sì. La Costituzione e i nostri Codici (civile e penale) tutelano la delicata posizione del lavoratore dipendente? Sì, non benissimo ma lo fanno.
Ecco, punto. Non c’entra se ci sono realtà peggiori o se si trovano tizi disposti a farsi sfruttare. Non c’entra se quanto denunciato è moralmente deprecabile o risponde alle esigenze di mercato.
Se io mi imbatto in uno che vuole essere ammazzato, la sua volontà non trasforma la mia azione criminosa in qualcosa di permesso. Perché prima di ciò che decidiamo noi c’è il legislatore, sennò qua sarebbe il caos puro!
Quindi, per tagliare la testa al toro, chi sa dovrebbe denunciare la situazione a chi di dovere, perché è giusto che su questa faccenda sia fatta chiarezza.
Lo vuole chi in questo ambito ci lavora, perché naturalmente ritiene che simili modi di condurre un giornale non giovino affatto al sistema; lo vorrà a maggior ragione chi è accusato con troppa facilità di fare qualcosa di brutto. Accordi per primo dovrebbe essere disposto a chiarimenti su questo piano. Perché le indagini e i processi non si fanno via blog, ma nelle aule di tribunale. E se la materia è importante e merita di essere approfondita per tutelare tanti giovani che quotidianamente vengono sfruttati e messi in posizione prona da contratti leonini, è giusto scegliere una simile via.

Nessuno porterà mai Idra in tribunale (non per la storia lavoro aggratis, per lo meno), semplicemente perché così facendo verrebbero giudicate migliaia di medie e piccole aziende italiane che fondano buona parte del loro “successo” su stage gratuiti e contratti atipici, con compensi da fame. Fa bene Idra a fare così? Ovviamente no, ma la deregulation degli ultimi dieci anni fa solo il suo gioco, e legalmente gli si può dire poco o punto. Fa piacere che ora, nel nostro piccolo orticello, salti fuori qualcosa, ma finché ci saranno disoccupati con l’acqua alla gola, ragazzini ingenui e, soprattutto, “imprenditori” senza scrupoli disposti a fottersene non tanto della legalità (tutto sommato, ripeto, dalla loro parte), quanto della dignità, continueremo su questo livello. Evviva.

Esatto! Lì volevo arrivare! Sapevo che qualcuno mi avrebbe sicuramente risposto “così fan tutti”, però quando uno porta un altro in tribunale, lo fa indipendentemente dal fatto che il malcostume sia più o meno diffuso.
Il malcostume di delinquere sarà sempre particolarmente diffuso! Aspettiamo allora di portare davanti al giudice il criminale che fa il suo lavoro in maniera diversa e originale?
Ci sono tanze aziende che sfruttano e la legge è cieca, ora perché l’economia italiana per riprendersi non fatica ad usare scorciatoie che poi alcuni simpatici politici di verde vestiti vedono solo in Cina, ora perché i governi sono quasi sempre dalla parte degli imprenditori.
Questo però non significa che uno in tribunale non possa non ottenere le vittorie per sé e per gli altri, ottenendo risarcimenti e magari costringendo alla chiusura chi è causa di tanto male.
E se ho capito (come credo) di cosa si parla, gli estremi per una causa (e pure per vincerla) ci sono tutti.

CarloT, legalmente, su questo punto, sono inattaccabili. Non è una questione “così fan tutti”. Certo, se salta fuori che sfruttano gli stagisti e li costringono a stare oltre le 8 ore lavorative, in quel caso ci può essere manovra per un’azione legale, ma sulla mancata retribuzione purtroppo no. L’unica è spulciare i contratti atipici fin nelle postille più cazzute per trovare qualcosa che non va oppure rifiutare in blocco proposte lavorative di tal fatta. La seconda opzione, lo so per esperienza personale, in certi casi è quasi impossibile da attuare, ma sarebbe la più auspicabile.

D’accordo Dario, ma allora troveremo sempre qualcuno disposto a farsi pagare 7 euro… Ma il prezzo non lo dovrebbe fare la povertà generale o l’altruismo che spinge il dipendente a supportare in toto il rischio di impresa (tanto da accettare di non farsi pagare per il bene della stessa), bensì per sapere il minimo si guarda alla legge. E se il contratto che hai firmato con il datore non lo rispetta, è automaticamente nullo…

Verissimo, Carlo. Il problema è che i contratti di oggi spesso sono assai fumosi su queste faccende, e il più delle volte, parlo di contratti a termine, interinale, ecc., il lavoratore ha solo da perderci. In quanto all’altruismo di cui parli, magari fosse così:) Di solito si accettano mansioni gratis solo perché imboniti da buffoni che ti prospettano futuri inserimenti e situazioni più o meno idilliache che, ça va sans dire, poi non si concretizzano mai. E quando uno non ha più nulla da perdere, accetta tutto. Serve una legislazione del lavoro totalmente rinnovata, altrimenti parliamo di fumo e poco altro.

Già, caro Dario, sono proprio il solito idealista di sinistra 🙂 …
Scherzi a parte, la situazione è davvero oscena.
Che poi, io stesso ho scritto per siti che guadagnavano un bel po’ con le pubblicità venendo pagato unicamente con i titoli che recensivo, ma finché hai 20anni o poco più ti sembra di sognare perché riesci ad avere ciò che vuoi gratis, o comunque col minimo sforzo, risparmiando quei pochi che ti metti da parte per le uscite con gli amici. E per l’ora alla settimana che questo “lavoro” mi chiedeva, mi sarei sentito un ladro a pretendere pure uno stipendio.
E io stesso ho un sito “only Nintendo” e do come pagamento ai collaboratori solo i giochi che recensiscono, ma nel mio caso è ben diverso, perché il sito è no profit (volevamo all’inizio mettere i banner delle software house, ma poi abbiamo annusato che si trattava di una vera mafia, dato che in cambio chiedevano voti stra-alti nelle review e abbiamo rifiutato) e quindi non si può proprio dire che sfrutti nessuno. O quantomeno che mi arricchisca alle spalle di chi lavora. Anzi, io stesso scrivo più articoli degli altri e al pari del grafico, del webmaster e del “corpo redazionale” lavoro per la gloria.
Mi fa male, molto male, vedere che invece certe situazioni siano ora applicate all’editoria più seria. E tutto perché chi recensisce videogiochi è, in Italia, un giornalista di serie B.
Tutti sono capaci a recensire un film (esagero, d’accordo, ma la ratio del mio discorso è un’altra), però vorrei sapere se la medesima situazione si trova anche nelle riviste per cinefili.

@ Toso

“Perchè della telefonata che mi hai raccontato ricordo un “sì, gli ho spiegato che non è lui il mio capo, e non mi ha mandato lui allo stand a Colonia, e ci mancherebbe. E pure che ha sbagliato a scrivere quella cosa lì, che la prossima volta non gli racconto più un cazzo”.

L’aneddoto che tu riporti non è quello dell’IBAN, ma relativo alla riscrittura di un editoriale da parte di Marco Accordi in cui parlava di Aiomi. E non era stato raccontato ad Alberto a mo’ di pettegolezzo, ma a garanzia che occupandomi in prima persona di Game Pro avrei cercato di evitare qualsiasi uso strumentale della rivista (volontario o involontario). Questo perché Elemental ha sempre visto nella recente gestione di Idra una minaccia ai propri interessi e, visto che io e Alberto ci conosciamo, mi aveva chiamato per chiedere rassicurazioni sulla mia imparzialità al momento del cambio di gestione.
Siccome il buon Alberto poi questa cosa è andata a sbandierarla sul suo forum, l’ho chiamato di persona per dirgli che aveva fatto una cazzata, cosa che ti potrà confermare lui stesso. Così come ti potrà confermare anche che ho puntualizzato con lui chi è andato allo stand degli sviluppatori italiani a Colonia e per iniziativa di chi.

Quanto alla frase che “le riviste le ho sempre fatte anche senza il Minini”, non ricordo francamente di averla detta ma mi pare comunque innegabile.

Quello che mi domando, comunque, è dove tu voglia arrivare cercando in tutti i modi di avviare una sorta di rissa in un blog in cui si parla d’altro.
Infine, tiro in ballo TGM perché mi pare che il quadro che stai offrendo, ovvero quello del nuovo caporedattore che cerca in tutti i modi di rotolarsi nel fango con quello precedente, sia decisamente triste.

Rispetto alla frase “col Minini”… 🙂 Ti riporto quanto scritto un po’ più sopra da me:

“Che poi, Stefano le riviste le ha sempre fatte, non è che gli si possa dire di no. E mi pare anche che su una serie di temi abbia avuto modo di rendersi conto di come le cose stessero più come dicevo io che come dicevano altri. Fermiamoci qua, dai.”

Giusto perché magari te lo perdevi.

Stefano, seriamente, pensi che abbia bisogno di rotolarmi nel fango con qualcuno? Se sei serio, dimostri ancora una volta di conoscermi poco. Ma poco poco. Ma proprio pochissimo.

Eldacar: “o il succo della discussione è diventato quanto paga eurogamer, spaziogames, everyeye e tutti quelli che fanno editoria sul web oggi?” – Sì, il succo della discussione promossa dal post in apertura è di denunciare agli occhi dei lettori e dei collaboratori stessi la mestizia di certe retribuzioni (o presunte tali). Nient’altro, per quanto mi riguarda.

Recepito.

Due cose: potevi comunque pensarci qualche tempo fa a questo topic, non dovevi aspettare la chiusura della rivista perchè, nonostante tutto, mi fa pensare

Devi decidere quale linea tenere, come dicevo. O quella dei principi, tale per cui o scrivi che Future che hai spacciato il paradiso era lammerda come le altre, o quella del realismo, che è non fare di tutta l’erba un fascio e distinguere la merda dalla cioccolata

In più, fatto il distinguo, mi piacerebbe sapere che ne pensi della prima pagina dello speciale. Confindustria, politica e quelle cazzate li

Elda, però… non vorrei essere scurrile, quindi perdonatemela ma…

fra la merda e la cioccolata non ci sta niente di mezzo?

Tipo

1) Sguazzare nel letame
2) Farsela addossa in preda a una crisi diarroica
3) Pestare una cacca con i sandali e senza calze
4) Pestare una cacca con i sandali e le calze
5) Pestare una cacca con le scarpe da ginnastica
6) Pestare una cacca con gli anfibi in GoreTex
7) Sentire un po’ di puzza per un peto di un amico
8) Uscire puliti dalla doccia
9) Sentire il profumo della donna dei sogni mentre ti bacia sul collo
10) Mi fermo che ci saranno minorenni qua… 🙂

E’ possibile criticare solo #1 oppure qualcosa in mezzo fra #1 e #10?

Perché non riesco a capire che posizione tu sostenga, a riguardo.

Andrea, figa, SONO D’ACCORDO

Permetti però che per chi sta in mezzo c’è differenza tra l’essere collocato al punto 1 o al punto 10? E permetti che i criteri di assegnazione del punto 1 o 10 che sia, debbano essere uguali e non cambiare a seconda se si parla di questa o quella realtà?

E cazzo, questo è il punto

Aver aspettato la chiusura di una rivista forse è pure un gesto nobile, non si può almeno dire che tutto questo fango (presunto o veritiero) possa danneggiarla…

Io la vedo al contario Carlo. Sono tutte cose che si sanno da un pezzo e nessuno fiata, anzi. Tutti tranquilli a fare finta di niente, chiudendo gli occhietti. Uno parla, arrivano tutti e succede il bordello.

E’ pure una questione di palle credo, sempre nella mia concezione medievale di tante cose

Ah, forse ho capito cosa dici, e il tuo pdv è comprensibile, però continuo a ripetere che questa colata di fango a rivista chiusa sia comunque molto meno dannosa che non a rivista uscente e o morente. O comunque non danneggia nessuna attività in procinto di nascere. Se è, come sostieni, un “far del male gratuito”, ora casca nel periodo sbagliato.

Zave, Spaziogames ed Everyeye non pagano i loro redattori, anzi. So per certo che settimanalmente mandano, via email, una lista dei titoli “che servono”. I redattori si propongono per le anteprime e per le recensioni (comprando o affittando il gioco, di tasca loro), e alla fine del mese viene stilata una classifica. Chi ha scritto di più, si becca un gioco.

Ecco il modo in cui retribuiscono questi due siti. Pagano i caporedattori, ma nessun altro.

Si, però che davanti alla platea (che oltretutto è lì per altre ragioni) racconti il suo pdv senza contraddittorio non è il massimo, sempre se si vuole portare avanti seriamente la polemica. Altri bon, finisce tutto lì.

ciao a tutti…
sono un collaboratore da 10 anni… non entro qui in merito alle diatribe su segreti e pettegolezzi aziendali, di cui non sapevo nulla (anche se mi spiace leggere certe cose e atteggiamenti, ovviamente, da un punto di vista puramente personale).
Volevo soltanto esporre il mio pensiero sul mercato editoriale videoludico…
signori, nessuno ci ha obbligato a fare questo mestiere, giusto?
Io son rimasto sempre collaboratore, nel mio “periodo d’oro” sono arrivato a scrivere 30-35 pagine al mese (c’era ancora pc action, e i 25 euro netti a pagina mi sembravano tantissimi). Ci campavo, e bene…ero studente, e a casa dei genitori. Qualche mio collega ha provato a considerarlo un lavoro “serio” (cioè, per campare), io, ho avuto la fortuna di non doverci mai pagare le bollette.
Poi, quando mi son sposato, ho trovato un lavoro a tempo pieno, in tutt’altro ambito, e sono andato avanti a scrivere per passione.
E’ il mercato che decide queste dinamiche, leggi o non leggi.
Se lo stato “permette” alle case editrici e agli imprenditori editoriali “scappatoie” (chiamiamole così) per poter pagare meno gli articoli rispetto ai minimi previsti dal CdG, è perchè altrimenti chiuderebbero. Punto.
In italia ci sono troppe leggi, troppi obblighi per gli imprenditori, tanto che in qualsiasi ambito si sono sviluppate “sappatoie” per evitare quelle leggi. Lo stesso Stato scappa dalle leggi e dagli obblighi sul lavoro utilizzando abbondantemente le cooperative… di cosa vi stupite?
Di testimonianze ed esempi se ne trovano a bizzeffe…

Ha ragione chi dice che l’editoria cartacea degli anni novanta è morta. è morta, punto.
Inutile riscrivere per l’ennesima volta tutte le ragioni…credo che tutti i qui presenti siano sufficientemente competenti (ben più di me) per conoscerle molto bene.

Ora, le riviste, si fanno con più fatica. Possono “viverciW meno persone. Punto. Non è un mistero, e non è un mistero che, penso, tutti o la maggior parte dei redattori “storici”, che scrivono da vent’anni, e sono andati avanti a fare questo lavoro “con forza”, continuino a farlo e riescano a camparci.
I collaboratori, i freelance, come il sottoscritto e molti altri, più o meno bravi (sicuramente molti più bravi di me) si sono dovuti adattare con altri lavori “seri”, e, se veramente appassionati, hanno cercato di mantenere vive le collaborazioni, guadagnando ANCHE MENO.

Molti qui dentro danno per scontato che il mondo, o meglio l’Italia, debba offrire a tutti una possibilità per diventare Giornalisti Professionisti dei Videogiochi… chi cazzo l’ha detto? O magari il compito sarebbe degli editori? e perchè mai?

Offire 20 euro ad articolo non sono tantissimi ma… quanto dovrebbe guadagnare un ragazzo di vent’anni alla sua prima esperienza?
Chi vuole fare il Giornalista Professionista non cerca poi di diventare professionista con i 2 anni di tirocinio nella redazione di qualche quotidiano minore? Se c’è la passione , quella è la strada.

Io sono pubblicista, tra l’altro nessuno qui ha scritto la cosa più importante, che i 2 anni di articoli devono essere PAGATI, e la firma deve essere di un DIRETTORE EDITORIALE iscritto all’albo dei giornalisti PUBBLICISTI o PROFESSIONISTI.
Quando cercai di ottenere il tesserino, nonostante i ben oltre 2 anni di collaborazione alle spalle, il buon Gorman (che ringrazio ancora per il suo aiuto) , allora direttore editoriale di Future, mi firmò il foglio.
Peccato che l’ordine dei giornalisti di milano non considerò sufficiente la sua firma da iscritto all’Albo “Speciale” , ma dovetti portare anche la firma del Silvestri (che ringrazio ancora) , seppur solo caporedattore, che era iscritto all’albo dei Pubblicisti. Vi risparmio la fatica per farla valere (non era direttore editoriale!) e gli sguardi di pietà misti ad insofferenza di quelli dell’ordine di milano che alla fine, per bontà loro, mi “fecero il favore” di accogliere la mia richiesta (parole loro!)
Il tutto, per un tesserino che vale ben poco e costa 100 euro all’anno, che ti mette nei casini con l’INPGI (che è una sòla pazzesca) (devo ancora capire come me l’abbiano piantato nel C**lo) . Però fa figo, eh.

Peccato che poi ti metti ad accettare altri lavori, perchè la famiglia la devi mantenere e devi “diventare grande”
La passione resta, però, e forte.
Nessuno mi aveva detto, dieci anni fa, che ci avrei potuto campare. E’ stata una meravigliosa esperienza che si è MODIFICATA, come il mondo che ci circonda.
Come me, molti altri ex colleghi, alcuni un po’ persi, altri no, che si sono dovuti “arrangiare”.

Se la passione resta, però, resta la voglia di scrivere, di informarsi e informare, allora personalmente trovo accettabili anche i 20 euro ad articolo offerti da un sito internet, piuttosto che nulla, per avere un rientro da una passione che altrimenti sarebbe, semplicemente, gratuita (7,5 euro mi sembrano effettivamente un po’ pochi…ma se c’è gente che accetta ?)

Alcuni parlano della “qualità” del giornalismo videoludico… ma come fate a misurarla, soprattutto con chi è più piccolo, o con le firme non “famose”.
E’ ovvio che quando leggiamo articoli dei “grandi vecchi” del settore ci si aspetta un certo livello, ma quando un giovane inizia a collaborare cosa dovrebbe essere il discriminante per cui pagarlo di più, o di meno?
Quando ha cominciato a giocare con i videogiochi? I suoi titoli di studio (non mi sembra proprio che questi siano rilevanti nell’ambito…)
Oppure la sua passione?

Internet, nel bene e nel male, ha permesso a decine e decine di ragazzi di esercitarsi nel “giornalismo” della loro passione, gratuitamente.
Alcuni, riescono a farsi pagare gli articoli…mi sembra già un buon successo…
ma per favore non diciamo che un neofita, oggi, debba avere la strada spianata al “giornalismo professionista” se scrive qualche pezzo …
Quella scelta è di altro livello, passa attraverso, magari, anni di collaborazioni, di studio, di conoscenza di un lavoro che è tutt’altro che facile e ha anche diversi CONTRO, oltre ai PRO…
e passa attraverso la ricerca di tirocini in modo trasversale, non certo unicamente su riviste di videogiochi che, purtroppo (ma questo vale per la stragrande maggiornanza delle riviste di settore)non vengono minimamente paragonate e affiancate ai vari settimanali, mensili o quotidiani generalisti.

Se poi qualcuno, nel settore dei videogiochi, ha la fortuna di avere un contratto da giornalista professionista, con tanto di contributi, sono contento per lui. Lo vorrei conoscere.

Scusate la sbrodolata, non voglio comunque in nessun modo giustificare “promesse non mantenute” o il brutto vizio di creare aspettative nei giovani lavoratori per poi piantarglielo allegramente nel culo. Questi atteggiamenti sono odiosi, ma spero vi rendiate conto che sono presenti in TUTTI gli ambiti lavorativi, purtroppo.-

Non erano necessari i ringraziamenti, in quanto quel che feci era assolutamente dovuto. Successivamente chiesi e ottenni il tesserino da pubblicista, non dopo aver dovuto presentare un ricorso all’OdG che, in prima battuta, me lo rifiutò perché le riviste “non presentavano contenuti giornalistici”.

L’istanza venne accolta e il tesserino arrivò… all’incirca assieme al mio licenziamento. Ma, detto questo, la posizione dell’Ordine sulle riviste specializzate è a metà fra lo struzzo con la testa nella sabbia e qualcos’altro… inventatevelo voi. Niente di positivo, comunque.

Dici cose condivisibili, Tobix. Un solo appunto: hai ragione da vendere nel dire che il mercato non può permettere a tutti di vivere recensendo videogiochi. Secondo te dovrebbe essere normale fare un altro lavoro e collaborare con le riviste per arrotondare. Seconde dovrebbe essere normale che qualcuno ci lavori e ci guadagni il giusto. Non tanto, ma nemmeno troppo poco.

Pape

Si Pape, hai ragione… tutti dovrebbero guadagnare il “giusto”. Credo davvero che questo dovrebbe essere un diritto di chiunque si impegni seriamente nel suo lavoro… ma qual’è la realtà?

Ricordo con gioia, qualche anno fa, le 150 euro per due (DUE) pagine che facevo per una rivista… mi sembravano un sogno, e certo, se si guadagnasse ancora così davvero ci si potrebbe vivere e, magari, si avrebbe una qualità maggiore complessiva.
Ma, personalmente, penso che oggi economicamente non sia possibile. Sia insostenibile.
I pochi editori grossi che hanno un corpo redazionale regolarmente assunto prentendono (con le loro ragioni) che scrivano un buon numero di pagine (non so se c’è un minimo, altri qui potranno essere più precisi), e chiedono che siano ridotte le collaborazioni esterne.
Alcuni hanno deciso di mantenere il pagamento degli articoli secondo le vecchie tariffe (magari con qualche ritocco al basso), soprattutto i cartacei, e di dare semplicemente meno pagine fuori.
Altri, come i web editor, danno tutto ai collaboratori ma li pagano meno.
Due facce della stessa medaglia, mi pare…

Negli anni ho collaborato anche con un service esterno. Prendevo 20 euro, netti, a pagina, e allo stesso tempo per tgm e altre ne prendevo minimo il doppio (o più).
Ma facevo anche quello, per arrotondare.

Poi ho capito che non aveva senso, perchè la qualità scade.
Se devi scrivere 60 pagine al mese per avere uno stipendio decente, la qualità scade, e la passione soffre.
Personalmente, preferirei continuare a coltivare la mia passione (finchè i tempi non cambiano), accettando di farla insieme a un altro lavoro. Scrivendo meno, meglio (spero) e comunque con divertimento, non con l’ansia di recuperare altri 40 articoli in giro per il mese dopo.
Se pagassero 80 euro ad articolo, ovviamente, ci potrei fare un pensierino, ammesso di avere un minimo di pagine garantito…ma mi sembra un po’ dura, no?
Quanti possono “campare” così?

Tu scrivi giustamente “qualcuno ci lavori e ci guadagni il giusto”.
Forse siamo in troppi a lavorarci…

io preferisco tenere un piede nella porta, è una mia passione, mi spiacerebbe perderla…..anche guadagnandoci poco.
è comunque una posizione del tutto personale…

La triste verità è che tutto quello che ci stiamo dicendo (praticantato, tariffe dell’ordine, giuste retribuzioni) è equiparabile ai limiti di velocità in strada.

Le leggi ci sono, ma per la maggior parte i conducenti (nel nostro caso gli editori) fanno i furbi sperando di non essere beccati. E molti ci riescono per un bel periodo.

In qualche caso, poi, sono le leggi e le norme ad essere surreali o anacronistiche, come il limite a 20 all’ora nel tratto di lavori in autostrada.

Però Tobix, di chi è la colpa di questo andazzo, limitatamente al nostro settore? Del sistema italia che è stato applicato anche qui, certo, ma anche di persone che, potendo scegliere, preferiscono giocare al ribasso pur di prendere il lavoro, o pur di aprire il proprio sito e improvvisarsi editori.

Sintetizzava giustamente Gorman: se quando fai il business plan della tua azienda tagli alla base i costi partendo dallo stipendio dei collaboratori, fai un errore. Dal punto di vista etico, ma anche sotto il profilo della qualità del prodotto: come tu stesso dici, se uno per pagare le bollette a fine mese deve scrivere 60 pagine, il rischio è che almeno parte di queste non siano poi così curate. Puoi essere un mostro di bravura, ma recensire 10 giochi al mese è impossibile, se li si vuole valutare ^_^.

Pape

Io concordo assolutamente sul discorso del perseguimento della “qualità” del prodotto…
cerca di capirmi…penso che le attuali riviste in edicola (quelle, almeno, che vendono un buon numero di copie) non possano tralasciare il tuo discorso…
Prova è che, a quanto ne so, tgm, GMC, penso anche altre, continuano a pagare i loro articoli ben di più delle realtà web.
Pensi che non ci sarebbero una valanga di ragazzi disposti a scrivere per tgm alla metà? il buon toso e soci si sgraverebbero di un bel po’ di lavoro, spenderebbero uguale per le collaborazioni esterne e…molto probabilmente la qualità scenderebbe a picco.
(non mi azzardo qui a ipotizzare come andrebbero le vendite di tgm, gmc o altre riviste con qualità minore…sicuramente ci sono opinioni da parte degli interni più autorevoli… ma non è da un bel po’ che è il “traino” del gioco in regalo a fare i grandi numeri, almeno in parte?)
Però preferiscono mantenere questa linea, probabilmente per poter avere ancora la collaborazione di professionisti del settore che, forse, altrimenti smetterebbero di scrivere.

Il gioco al ribasso è brutto, purtroppo qualitativamente drammatico, ma non mi vengono in mente aziende (in qualsiasi campo) che non utilizzino questo elemento nell’impostazione del business plan.

Il buon Gorman dice cose giuste, non si può partire dal “pagar poco i collaboratori”… si dovrebbe partire dal “pagarli il giusto”, ma se le condizioni di mercato non lo permettono cosa fai?
-Lasci perdere il progetto, anche se ci credi?
-Dici che paghi 50 euro ad articolo, poi non li hai, ritardi i pagamenti, paghi male, sperando che nessuno ti faccia causa?
-Paghi 50 euro a tutti, ti indebiti con la banca, fai il fido, ti portano via la casa e vai in fallimento?

non so…la risposta del lasciar perdere il progetto non m sembra così ovvia…
all’inizio magari si parte con fatica, magari poi si raggiungono alte vette…chi può dirlo?
Una cosa è chiara, non sopporto le prese per il culo, le promesse non mantenute e atteggiamenti al limite del truffaldino come quelli descritti all’inizio di questo post…

Secondo me? La serietà in un ambito del genere, passione o non passione, è data da:
1) pagamento regolare degli articoli (via web, mi sembra che 20 euro netti sia un buon punto di partenza, considerando le centinaia di siti che non danno una lira)…ovviamente pagamenti regolari, puliti.
2)copertura delle spese nel caso di qualsiasi tipo di evento: treno, aereo per conferenze ecc… perlomeno i soldi per un panino se uno deve pranzare fuori …
3)pagamento degli articoli in linea con il successo commerciale del prodotto, almeno fino al raggiungimento dei minimi previsti: se il sito web o la rivista chiudono con un attivo rilevante, è giusto innalzare le retribuzioni dei collaboratori in linea con i risultati. Ovviamente, dovrebbe essere valido anche il contrario, fino ad un minimo convenuto (i famosi20 euro? 30?), con frequenza non superiore alle 2 volte all’anno (altrimenti diventa un casino).

se i siti web non permettono introiti per coprire pagamenti superiori, c’è poco da fare.
Altrimenti, una corretta etica lavorativa (che ovviamente comprende il giusto ritorno anche all’imprenditore) comporta che si migliorino le condizioni dei lavoratori.

IN tutto questo pappolone teorico, però, non so quanto possa tirare su, in termini di soldi, un sito internet dedicato ai videogiochi. AD oggi non credo così tanti, comunque, come l’editoria cartacea di qualche anno fa…

Guarda, io non è che creda moltissimo nell’economia di Internet. Nel senso che ritengo veramente difficile che si possa concepire l’editoria su Internet come un’editoria seria ridotta all’osso nei costi e nel personale. Credo che un prodotto editoriale di qualità, anche in rete, abbia bisogno di fondi non tanto differenti rispetto alla carta: risparmi moltissimo sulla stampa, vero, ma non hai l’apporto economico del lettore, visto che lui ti legge gratis. La pubblicità coi banner o simili basta a pagare una redazione dignitosamente? Se sì, bene. Se no, non si taglia il costo della redazione:si evita di aprire un simile sito.

Idem per un service editoriale: non dovrebbe accettare commesse a due soldi contando sul fatto di pagare una miseria i collaboratori.
Ci sono siti seri e siti meno, così come ci sono service seri e altri meno. Tutto qui. Come dici tu, non c’è lo spazio per tutte le realtà, e io vorrei che affondassero le realtà truffaldine, non quelle serie che pagano dignitosamente i collaboratori.

Pape

Un attimo, quella che descrivi tu è una cooperativa. Se le situazioni di cui si parla sono cooperative, tutti d’accordo.

Se, come nelle situazioni di cui ho io notizia, il tutto si riduce a “vi pago poco, che se poi va bene vi fidate e magari vi pago un po’ di più”… si finisce, è già accaduto, che tanta gente ci crede ma quando poi i soldi arrivano davvero… magicamente non si è più amici e compagni ma uno è l’imprenditore affermato e l’altro non è nessuno.

Eldacar:
Questo passaggio:
“potevi comunque pensarci qualche tempo fa a questo topic, non dovevi aspettare la chiusura della rivista perchè, nonostante tutto, mi fa pensare”
è rivolto a me? Ho pensato a questo post prima della chiusura di Game Pro. Ma ho avuto le prove pubblicabili della faccenda solo il giorno in cui ho pubblicato tutto. Senza non avrei mai scritto un post simile. Alessandro Mucchi può confermarti che ho iniziato a chiedere ai collaboratori di dirmi come funzionava ben prima della chiusura. Il fatto che ti faccia pensare, comunque, mi fa piacere. 😀
Se anche il resto del messaggio è rivolto a me: no, per ora non ho interesse alcuno a seguire la storia della filiera o mica filiera o chessò io.

Tobix è il verbo. Chapeaux.
Ha illustrato meglio di me, più chiaramente e con toni più consoni il mio pensiero. Il mercato non sostiene i costi del tariffario degli ordini. L’impianto marketing di un grande (EA ad esempio) ha una suddivisione delle spese per ADV che sono meno del 10% di tutto il budget ADV per un dato titolo (che deve essere abbastanza grande per meritarsi un budget serio).

Un sito web, ad esempio, deve fare numeri consistenti per essere veramente preso in considerazione (almeno almeno almeno 100k+ utenti unici certificati).

Un neo-imprenditore web deve investire a perdere per tutto un anno e al secondo combatte per grattare un po del 10% del budget marketing di un grande titolo.

Ad oggi la recessione è così potente che è impossibile chiedere fidi a meno di enormi garanzie. Lo stato è tirannico e spietato e mette sullo stesso livello la neo-impresa con Pirelli, tanto per dire.
I media center italiani spesso non sanno con chi stanno trattando e di cosa stanno trattando (mediacenter Activision anyone?).
Non distinguono un Gorman da un Accordi per capirci… 😉

E questo implica che spesso i media center attribuiscono budget più sulle simpatie che sui dati e sul successo (ovviamente questo soprattutto in Italia, all’estero sono decisamente più preparati).

Detto tutto ciò le vie sono due:
1. solo i ricchi possono dare vita a progetti nuovi
2. bisogna diversificare il mercato editoriale con progetti importanti ed altri progetti più flessibili in cui il costo del personale non disintegri ogni chance di successo.

La vera differenza ripeto sta nell’aspettativa delusa.
Promettere e non mantere è la truffa.

@Toso: credo che l’atteggiamento generale di tutto il luogo dove lavori, e parlo da esterno solo come vostro lettore e giratore di forum, sia veramente agghiacciante. La tattica degli struzzi fa bene per il portafoglio ma fa molto male per la coscienza.
Che poi sta filiera sia una buffonata si è chiaramente capito: bazzico da un po nel ramo economia e quelli non sanno neanche dove sta di casa una filiera di confindustria.
Farsi sempre i fatti propri, mio caro ToSo ed altri Spreanti vari, e per tanto includiamo pure Silvestri e Paglianti, è un atteggiamento leggermente meschino e lontano dall’importanza che volete dare alla figura del giornalista.
Voi siete, passami il termine giocoso, più “marchettari” che giornalisti e vado a spiegare meglio: se il convento passa soldi, pure con metodi agghiaccianti, i lettori non devono saperlo mai.
Guai a licenziarsi per un punto ideologico.
Guai a dire al vostro capo: no, io a questo perverso gioco non ci sto.

Ecco cosa fa decadere i giornalisti di videogames a marchettari.
Esisto GRANDI giornalisti che hanno pagato sempre sulla loro pelle il prestigio della categoria che poi hanno saputo, con le azioni, produrre.

Voi giornalisti di videogames (e tiro in ballo anche gli editori) vi siete affacciati da bambini in un mercato adulto.
Ci vorranno generazioni prima che si presenti un giornalismo anche videoludico ma che sappia essere maturo ed etico come in ogni altra forma di giornalismo.

Ad oggi, tutto sommato, siete come Novella2000.
Visto anche come vi trattate fra di voi siete anche meno: tu che dici al Silvestri quelle cose su un forum pubblico accusandolo della stessa cosa che fai tu è una roba patetica.

Ringrazio il cielo ogni di di non fare il vostro lavoro.

Mi spiace vedervi ridotti così perchè sono cresciuto con TGM, ZZAP, K, ZETA etc etc e da piccolo la figura del giornalista (onore al merito per Bonaventura di Bello, un principe) di videogames per me era praticamente mitologica.

Oggi siete veramente atterrati male.
Zzave e Belli sono due epifenomeni in quanto, in realtà, giocano da outsiders.

Perdonatemi se nelle mie parole si può trovare un po di peperoncino ma ho apprezzato per anni il vostro lavoro.
Mi aspettavo un po più di levatura morale.

Tolgo il disturbo.


Ecco cosa fa decadere i giornalisti di videogames a marchettari.
Esisto GRANDI giornalisti che hanno pagato sempre sulla loro pelle il prestigio della categoria che poi hanno saputo, con le azioni, produrre.

C’è una piccola differenza tra un Biagi e un Gorman, tra un Montanelli e un Silvestri, tra un Severgnini e il Raffo.

Le riviste di videogiochi sono assimilabili a contenitori di pubblicità.
Una rivista di critica videoludica, magari con recensioni e speciali in ritardo rispetto alle uscite, se non addirittura una come Retrogamer, p ben diversa come risultato. Un po’ come MTV, che tra un video e un’intervista non è altro che un canale che trasmette pubblicità al 100%. Poi arrivano il Raffosentiqua e Scrubs, ma il prodotto nasce nel pubblicitario.

“Street Fighter 2 è un motivo valido per comprarsi immediatamente uno SNES.

Se Ciccio stronca Kane & Lynch (e sì che la battuta di taanto prima era chiarissima) alla società civile FOTTESEGA. Se Montanelli non è d’accordo col suo editore probabilmente gli si sta chiedendo di fare propaganda politica o di raccontare fregnacce (cioè lo stesso).
Ma se il Toso, o uno dei tantissimi che ho visto metter su famiglia in questi anni, recensisce Cycling Manager e gli dà 100 perché glielo ha imposto l’editore, cosa fa? Si licenzia per non far perdere di credibilità la rivista? Al massimo saranno i lettori a sfanculare la rivista se fa prendere loro una sòla.

Quello che voglio dire è che la morale e l’etica di un giornalista che fa cronaca non possono assere affiancate, secondo me, a chi recensisce videogiochi. Magari sei un appassionato che ama parlare di videogiochi, ma nei fatti stai facendo pubblicità a un prodotto.
E io personalmente capisco benissimo se tizio con bimba in arrivo o caio appena sposato se ne sono stati buoni. Cazzo, Gorman un lavoro l’ha trovato, ma si vede benissimo che gli manca il suo settore da morire. Il Silvestri non mi sembra abbia trovato una degna collocazione da un giorno all’altro.
Cosa doveva fare Davide, una bella Toso’s Intro con un j’accuse? L’ennesimo thread di saluti su TGMonline? Secondo me chi si è fatto i cazzi suoi ha fatto benissimo, e chi non è ancora arrivato alle conclusioni di Mucchi… meglio non dirlo.

quoto completamente il buon rikkomba, stavo scrivendo un post chilometrico con lo stesso contenuto.
Non parliamo di etica del giornalismo dei videogiochi paragondandola all’etica del grande quotidiano, che magari tacita l’ennesima guerra civile in africa in favore dell’ennesima notizia-puttanata nostrana.

Personalmente in xenia, in future, in sprea, ho sempre trovato un luogo corretto, con persone professionali, che si pongono di fronte al loro lavoro con passione e desiderio di fare buona informazione.
Ciò non toglie che scriviamo recensioni di GIOCHINI. Si, giochini, ecchecazzo, che magari son costati 10 milioni di dollari in sviluppo, ma son sempre giochini.
Che, per fortuna o sfortuna, non hanno quasi nulla a che fare con i veri problemi della vita.
L’etica, quindi bisogna capire come “ponderarla”…
vogliamo parlare di etica nel dare un voto corretto o meno? Bene, ma occhio a non scivolare in paragoni improponibili sull'”etica del giornalismo”, che nel nostro settore c’entra ben poco.
In primis, proprio come ha scritto rikkobomba, proprio perchè recensiamo prodotti.
E tutti i giornalisti che recensiscono prodotti (di qualsiasi genere, dalla bicicletta alla nave spaziale), si trovano esattamente nelle medesime situazioni.

ElettroJung, tu dici

“Detto tutto ciò le vie sono due:
1. solo i ricchi possono dare vita a progetti nuovi
2. bisogna diversificare il mercato editoriale con progetti importanti ed altri progetti più flessibili in cui il costo del personale non disintegri ogni chance di successo.”

Solo i ricchi possono aprire un quotidiano. Solo i ricchi possono mettere in piedi un team di corse automobilistiche/motociclistiche. Solo i ricchi possno mettere su una TV. Non vedo perché chi non ha capitali debba fare l’editore e non accontentarsi di fare lo stipendiato come tutti. La costituzione sancisce forse il diritto di mettere su la propria casa editrice anche se si è alla canna del gas? Anche se non si ha la certezza di pagare come la legge comanda i propri collaboratori?

Io non sono ricco e faccio il redattore. Non pretendo di mettere su la mia azienda. Poi non bisogna per forza essere ricchi: basta trovare un ricco investitore che crede nel progetto. E venendo al secondo punto, le meccaniche flessibili potrebbero voler dire che si può agevolare il credito per le startup, per esempio. O ridurre le tasse alle piccole imprese che pagano il giusto. Non vedo perché per far aprire l’azienda a un pezzente sia necessario sottopagare i suoi schiavi… pardon… collaboratori.

Pape

Sempre Elettro:

“Guai a licenziarsi per un punto ideologico.
Guai a dire al vostro capo: no, io a questo perverso gioco non ci sto.”

Ma cosa diavolo ne sai tu? Gorman è stato licenziato, per i suoi principi. A me, nella mia posizione, nessuno ha mai chiesto di andare contro i principi etici: nessuno mi ha mai chiesto di alzare voti o scriverei idiozie. Tutt’altro. I miei capi, a oggi, mi hanno sostenuto quando a causa dei miei bassi voti qualche azienda ha cancellato la pianificazione pubblicitaria. Nessuno mi ha fatto mai pesare che ho portato meno soldi al’azienda. Anzi: hanno fatto di tutto per creare il clima giusto che mi permettesse di scrivere quello che volevo.

E forse non hai capito che stiamo proprio criticando quelle persone che non sono in grado di dire “non ci sto”. E che se qualcuno vuole essere giornalista, è proprio per poter avere sempre la certezza del sedere parato dall’Ordine quanto dici all’editore: “no non ci sto”.

Pape

@Toso: credo che […] La tattica degli struzzi fa bene per il portafoglio ma fa molto male per la coscienza.[…]

No, aspetta un secondo: io lavoro in Sprea, non in Idra, né in nessun altro service. Qui non si sta dicendo che Sprea non paga, qui si sta dicendo che Idra non paga i collaboratori e che Belli e Co. hanno provato a fare dumping per portargli via la rivista, che la cosa era da considerarsi il male minore in questa situazione: cioè, sputtanare maggiormente il settore, per tutelare i propri interessi (che nel conto 1200*3+IVA mancano i 100 euro che ci mette di tasca sua, come ha detto, e lo stipendio del grafico interno. IVA al 20% equivale a 720 euro, euro più, euro meno. Era un bagno di sangue, non un’offerta). Che cazzo c’entriamo noi con queste meccaniche? Infine, e ancora una volta, io non ho accusato nessuno di niente: ho chiesto se per caso la rana dalla bocca larga sulla questione IBAN fosse Stefano Silvestri. Belli dice di no, Stefano dice di no, io dico “ma lol”: non significa che non gli creda, per carità. Significa solo che ognuno negli anni si è costruito credibilità differenti e le spende come meglio crede, tanto con il pubblico quanto con la gente che gli ha lavorato insieme.
Chiederò a Gesù se riesce a darmi una mano per convivere con questa spinosa situazione.

Dumping?
Cristo Davide 20 numeri di porcate che Sprea per prima ha fatto finta di non vedere (cioè il al numero 6 della rivista, con ancora tutto a posto dissi “figa basta sempre con Cangini che fate ridere”…ed ero il PR di Cangini Dio bono)

Mucchi che parla, altri tre che confermano quella versione, un articolo di Liberazione del 2006 online che conferma le stesse cose, tutte le altre cose live con scan online proprio per fugare ogni dubbio e tu parli di dumping?

Dumping una sega, è stata legittima difesa Dio caro e non ci sarebbero state persone alla fame (ah no certo, non prendevano i 18.000 Euro previsti dall’OdG, che poi ci scordiamo tutti che qui chiacchierano per 3/4 senza il tesserino quando forse a bestemmiare dovrei essere io che ce l’ho e mi scordo pure di usarlo per pagarmi gli aerei al 40% in meno). Sputtanare il settore? Ancora? 1200 euro netti per 40 pagine al mese ve lo deve dire qualcuno che sono tanti o ti mando un SMS. Quanto guadagni tu Davide? Un po’ di coglioni tutti quanti invece di dire non dire, cogitare e parlare a metà. Fuori le palle. Chiacchieri? Quanto guadagni, quanto lavori. Quanto paghi i collaboratori? Che timing hanno per i pezzi e tutto il resto. Parlassero tutti o basta che è diventata una pantomima (e parlando ricordati che io i dati, almeno fino a che sono stato in Leader, li sapevo DAL PRIMO ALL’ULTIMO, quindi occhio)

Ma ti ripeto: ma pensi che Future UK sapesse che la rivista era in esterna? Così’, per curiosità. Pensi che sia stata contenta di scoprire i giri che c’erano dietro? Sempre per curiosità. Perchè fosse stato per Sprea, magari c’era ancora GP, chi lo sa

Stai facendo i conti in tasca a noi invece e fai finta di non vedere lo schifo che c’è? E ti permetti pure di alludere e di dire cose a una persona a cui forse dovresti dire più di qualche grazie? La rana dalla bocca larga Cristo?

Figa Davide, la credibilità che potevi avere negli anni costruito, te la sei appena data sui denti per quel che mi riguarda (che ti possa fotteresega ci sta, per carità)

E’ veramente il festival del ridicolo

“1200 euro netti per 40 pagine al mese ve lo deve dire qualcuno che sono tanti o ti mando un SMS”

ROTFL

Tanti? 1200? Per 40 pagine? ROTFL.

Pape

Niente Davide, t’ha risposto Stefano

La prossima volta, invece di buttare l’allusione fra 400 post di un topic del cazzo in cui non si capisce un cazzo e dove tutti chiacchierano, magari chiedi al diretto interessato, con cui hai fatto un bel pezzo di cammino professionale, quando ce l’hai davanti

Già prima che si perdesse tempo a capire se questa puttanata era vera o no, era comunque una cosa irrilevante. Che tu adesso ci creda o meno, fa veramente ridere i polli.

Continua a dir cacate Alberto

Quanto guadagni?
Quanto lavori?
Quanto paghi i collaboratori oggi?
Sei in linea con l’OdG?
Hai il tesserino per pretendere di essere in linea?
Se non sei in linea, perchè domani vai al lavoro? Manda tutti a fare in culo no? Ti stanno sfruttando

Pensi che oggi 1200 Euro + IVA per 40 pagine di traduzione siano poche? Te lo deve dire qualche altra persona che vivi in una favoletta o riesci ad azzittarti da solo in tempi utili?

Albe’ dai, non puoi sovrapporre 100 discorsi senza tenere conto di quello che c’è intorno e mischiando ingredienti random. Anche quello che è giusto diventa sbagliato, e viceversa

Elda, io non ho detto che voi abbiate fatto bene/male, non mi interessa quello. Tu la chiami legittima difesa, io dumping: probabilmente perché non sono coinvolto nella cosa, te lo riconosco.
E ho già detto che secondo me, non pagare i collaboratori è IL MALE.
Io devo dire grazie al Mao, che mi ha fatto cominciare in questo settore.
Devo dire grazie al MA, che mi ha insegnato a prendere le foto prendendomi a calci sui denti.
Devo dire grazie ad Alex, che mi ha mostrato come sia un caporedattore capace che non grida in faccia ai PR.
Devo dire grazie anche a Stefano che mi ha dato la possibilità di TGM.
E Stefano deve dire grazie a me per un tot di cose, immagino.
Devo dire grazie ad Andrea, che me ne ha insegnate un altro tot, di cose.
A Claudio Tradardi, mister “fa 3 copertine e basta”.
A quel coglione di Mattia.
A Babich.
A tutta la redazione, Mirko, Raffo, Ivan.

Devo dire grazie a tanti.
Questo non toglie che se uno sbaglia, per me sbaglia.
E se parla a vanvera, è una rana dalla bocca larga.

Poi, mi avete detto che non è vero, ho detto che ci credo, che vuoi di più?

dal Belli vorrei sapere una cosa soltanto: dopo tutto sto casino hai il coraggio di andare a fare delle domande scomode a metalmark sabato a Monza?

No perchè io ci vado e se capita l’occasione la domandina la faccio, e tu? spero che non escano scuse banali

sai un conto e stare dietro una tastiera un altro è andare a sbattergliele in faccia ste cose, davanti a tutti.

Il coraggio?
Ma hai capito che per me esiste nella misura in cui fa qualche danno?

Ti rispondo come ha fatto il buon Andrea: che vado a fare? A legittimarlo? A fare in modo che esista?

Io sto qui a scrivere alle 11 di sera senza problemi, con tutti, quando sarà momento e sede opportuna, che non è sicuramente il comizietto davanti a 40 amici suoi, non sbatterò un cazzo di niente in faccia a nessuno ma farò quel che devo semplicemente.

Vagli tu a fare le domandine e divertiti, io le risposte ce le ho già tutte, belle per scritto, posto perchè non riesco proprio a far finta di non leggere, come mi consigliano tutti. Sono ancora giovine e focoso

Non avevo dubbi, avrei potuto scommettere la paga del mese 😀

se sei veramente giovine e focoso allora tira fuori gli attributi e sbatti tutto in faccia, troppo comodo farlo dietro una tastiera, dicendo che là ci saranno solo suoi scagnozzi (ti assicuro che non sarà così).

Eldacar, posso chiederti una cortesia: smetti di essere sempre minaccioso nei toni? Leggere:

“parlando ricordati che io i dati, almeno fino a che sono stato in Leader, li sapevo DAL PRIMO ALL’ULTIMO, quindi occhio”

lo trovo faticoso e fastidioso. Non si tratta di affermazioni, sono avvertimenti. Occhio. Occhio a cosa? Dai…

Poi non riesco a capire, stai dicendo che quando eri in Leader eri a conoscenza dei borderò delle riviste, degli orari di lavoro, delle tempistiche di consegna (questa potrebbe starci per il tema “consegna per tempo la pre-release per la recensione sul numero XY)? E che era, la CIA? Se in Leader foste stati a conoscenza dei borderò delle riviste sarebbe stato alquanto grave, eh… trattandosi, peraltro, e almeno fino a un certo punto, di dati riguardanti una società quotata (per quanto a Londra).

Oppure, come più probabile, fai riferimento ai dati di vendita. Beh, quelli con le cosucce che mandavate in edicola ve li passava il distributore, comprensibile.

Questa cosa di Future UK invece non l’ho capita, intendi dire che “qualcuno” ha svelato agli inglesi i retroscena più “piccanti”. Sarebbe bellissimo, no, dico davvero. Fosse così sarebbe bellissimo! 😀

Anch’io avevo capito che i detentori dei diritti di Edge avessero spostato la licenza appena scoperto il grosso cambiamento (fuori Fulco, dentro la VB del Manzoni), il tutto in tempi brevi. Eldacar, ho capito male? Me la spieghi? Credo di averla sentita da te.

Occhio a non dire cazzate, certo che è un avvertimento. Bello arrivare sul blog, buttarla li schiacciando il tastino e poi sticazzi. A un certo punto basta, questo il senso

Non è Leader, che è un ambiente che credo tu conosca bene. E’ il conoscere tutti via Leader al massimo, che ti porta a sapere tante cose, parlando con persone che parlano con persone che sentono persone che di riffa o di raffa son passate li. O pensi che tu che volevi portare Eurogamer qui me l’ha detto Rupert? L’ho saputo non mi ricordo da chi, molto tempo prima, li. Parlando di altro (avevi chiesto informazioni sui costi di Next o sbaglio?)

Andrea dai, lo sai come funziona. Siamo dieci persone

Per il discorso Future, niente da dire. Future sta li, EDGE si compra, si vende…è una licenza come le altre no?

Baci

ma soprattutto Future era a conoscenza che non si trattava solo più di una traduzione integrale ma il tutto era integrato da articoli nostrani?

Una volta che paghi una licenza, poi con i contenuti ci fai quello che ti pare. Non è mai quello il problema e non penso che fosse questo il caso. Il problema al massimo per chi ti da in gestione il suo magazine più prestigioso che è fatto a modino, credo sia comprendere che in realtà è utilizzato da terzi per i propri comodi

E credo che il volume di informazioni relative a certe attività sia facilmente quantificabile aprendo i numeri che avete in collezione e dando una bella letta

Elda. I nostri interni scrivono MOLTE meno di 40 pagine per prendere 1200 euro. Idem i nostri collaboratori esterni. Ho detto MOLTE, non qualcuna meno. MOLTE. Con tariffe non troppo distanti da quelle ufficiali, come ti è già stato detto parecchie volte. Ripeto, se non l’hai capito: pagando a pagina, un articolo lungo può anche superare i tariffari

Si può fare – e si deve fare – di più. Perché almeno ai listini ufficiali bisogna arrivarci. E nessuno di noi, interni o esterni, si permetterebbe di dire che 30 euro a pagina sono molti. Tutt’altro.

Pape

Vedi Alberto, continui a non rispondere a tutto il resto però e a buttare li “con tariffe non troppo distanti dai listini ufficiali” senza capire che in base a quello che hai detto tu, Future, Sprea, Accordi e miosito.it sono la stessa cosa

No way

E a saperlo cazzo 10 anni fa mandavo il CV a voi. Tu da interno produci MOLTO MENO di 40 pagine al mese?

Cazzo, t’avrei fatto vedere PlayPress come sgobbavamo, altro che 40 pagine (e Luca m’è testimone senza problemi direi)

Il problema è che tu e dove sei tu non è il centro del mondo, il termine di paragone di un mercato e il punto di riferimento da cui devono partire gli altri editori

Easy

Elda, io non sto dicendo “brava Sprea”. Tutt’altro: Sprea dovrebbe allinearsi alle tariffe. Però, come diceva qualcuno, c’è una bella differenza fra dire “siamo un filo sotto lo standard previsto” e “1200 euro per 40 pagine (30 euro a pagina, cazzo)” sono tanti.

Non perché siano in assoluto pochi 1200 euro, ma perché sono pochi per 40 pagine, anche se di sola traduzione.

Pae

Ma se “dovrebbe” come dice Elda, e quindi non è, e tu rompi le palle a tutti quelli “che non sono” che fai? Ancora la sei?

Ma veramente, ridicolo tutto ciò 30 Euro netti a pagina che magari sono pure di meno le traduzinoni perchè alcune pagine i testi nmeno li hanno, sono pochi?

Ma ribadisco: dove vivi?

“Le riviste di videogiochi sono assimilabili a contenitori di pubblicità.”

Questa è fantastica. E’ per leggere perle di questo tipo che ho lottato con le unghie e con i denti per reggere la pressione di aziende che, non soddisfatte del loro votino, cancellavano gli investimenti pubblicitari. Cara grazie che no, per me e per chi ha lavorato con me non lo sono state, per tanti anni. Cara grazia che quando è arrivato “qualcuno” a spiegarmi che sarebbe stato molto meglio che lo fossero ho avuto il coraggio di rispondergli come si meritava.

Non sono come Biagi, grazie per avermelo rivelato. Non ci sarei mai arrivato. Grazie di cuore per la rivelazione.

“Guai a licenziarsi per un punto ideologico.
Guai a dire al vostro capo: no, io a questo perverso gioco non ci sto.”

Ah, davvero? Ma secondo chi ha scritto queste due illuminatissime frasi, così, per curiosità, secondo chi le ha scritte com’è accaduto esattamente che io non sia più in Sprea?

Vado a dormire. Domattina mi guarderò allo specchio con un po’ più di orgoglio. Dovrei ripensare più spesso a determinate cose.

O Gorman, non sto dicendo che GMC è come un catalogo della giocheria, checcazzo. Ma pubblicità non è forse far conoscere al pubblico un prodotto in commercio, al fine di suggerirne l’acquisto? E tu dirai: e i le recensioni negative e i voti bassi per cui non ho mollato? Infatti, quella è pubblicità NEGATIVA. Ma pubblicità è. Far conoscere un prodotto al pubblico. E un cronista, a meno che non faccia pubblicità occulta, di prodotti non parla. La cronaca nera non parla di prodotti, una review o uno speciale su cosa ha in cantiere Activision Blizzard sì. Avrei potuto metterci un “tecnicamente”, ok. Io parlavo della natura di anteprime e recensioni in sé. Non sei Biagi perché, sempre secondo me, svolgete due professioni parallele, informando diversamente. Perché oggi i videogiochi sono visti alla massa come prodotti, e basta. Che cazzo, quando faccio vedere qualcosa di UGA ai miei amici mi chiedono PES! Di valori artistici, educativi o altro nei viggì, che vadano al di là del loro essere beni di consumo, ne parleremo quando critici videoludici daranno le 5 stelline sui quotidiani, come ora ci sono i film al cinema. Ma ci vorrà ancora un bel po’, credo, se mai accadrà.

Chiedo perdono, avevo detto “tolgo il disturbo” ma ho commesso degli errori e non è giusto che mi defili senza rettifica.

@Gorman: se hai perso il tuo posto di lavoro per mantere un punto critico onesto mi rimangio tutto e chiedo venia. Se ci fossero più persone come te questo ambito sarebbe meno lugubre.

@tutti: il videogame diverrà a breve l’ottava arte. Che lo si voglia o no, senza poi tutti i fanatismi del pessimo Metalmarkio. Detto questo il “critico” di videogame arriverà, fra poco, ad essere vate del costume culturale delle prossime generazioni. Esattamente come accadde per il cinema. Oggi esistono critici della settima arte che valgono tanto quanto giornalisti politici. Mettetevolo in testa.
Ecco la naturale evoluzione che vi manca: capire che non sono solo più giochi ma esperienze collettive di massa.

@Pape: Toso, Paglianti e Silvestri, che attualmente lavorano per Sprea perderanno il lavoro tutti molto presto. Sprea è un editore cartaceo e con i costi che ha è destinato al fallimento. GamesVillage è un portale con nn può reggere il confronto con Multi, Spazio, Every e Eurogamer. Neanche da lontano e con un binocolo molto potente.
Le page della tua azienda sono commisurate alla tua azienda: i paragoni che fai sono risibili.
L’officina sotto casa paga il capo meccanico con un tariffario differente rispetto al team corse ferrari con Jean Todd a capo. Questo lo capiscono i bimbi, ma tu opponi resistenza a concetti banali.
L’editoria cartacea vecchio stampo può permettersi, ancora per poco, i costi di ieri. L’editoria web neanche per sbaglio.
Ci vorranno in Italia ancora 5 anni (minimo) prima di avere l’inversione di tendenza di budget rispetto a carta e web.
TGM + GMC vendono MENO di GameInformer.
GameInformer costa 1/3 di TGM + CGM.
Sprea è destinato a fallire. Matematica amico mio, nulla di più.
L’OdG è una PANZANA:
Un medico specialista in oncologia che ti salva la vita da un TUMORE costa 250euro a visita, e tu pretendi che un giornalista che scrive di videogames prenda 348euro per 3500 caratteri?
Io non so chi sia il tuo pusher ma sappi che vende roba ottima.
No quindi, il costo è in relazione all’offerta delle aziende.
Questo è il dogma di riferimento.
Se un giovane riceve una proposta congrua che col tempo diventa migliore allora può dirsi fortunato.
Nessuno giovane troverà mai lavoro con salari che rispettano l’OdG.
Se poi vuoi fare dell’utopia un tuo stile di vita accomodati pure: aggiungi il computo della fila dietro Marx, Lenin, Benito, Stalin, Franco, etc etc.

@Toso: io non so nulla. So solo che stai lavando i panni sporchi di casa sprea davanti ad un forum pubblico facendo esattamente quello che critichi al Silvestri, un tuo compagno di scuderia, mettendo a repentaglio la tua credibilità rispetto alla sua che, parco di risposte, rimane defilata dietro un riserbo forse codardo ma decoroso.
Che voi poi, essendo dietro il Silvestri in TGM, cerchiate di farlo “cadere” ci può stare nell’ottica dell’arrivismo aziendale.
Ma questo non ti/vi salva dalla miseria in cui sguazza tutta Sprea.

@Sprea: non conosco personalmente il Sig. Sprea ne chi dirige voi ma, da professionista di un ambito affine, mi permetto di lanciare uno strale: il colophon di GamePro, la versione Italiana di Edge, è disponibile da 27 numeri.
Io comprai il numero 4 e 5 e vidi, con sommo dipsiacere, una sfilza di nomi inutili nel colophon.
Ora vi chiedo in termini poco garbati: ma che ci prendete per il culo????
Io ho letto la VERA “K”.
Pensate di potermi rifilare della MONNEZZA come GamePro?
Ma vi siete BEVUTI il cervello?
Io leggo le riviste dal tempo di Zzap, da quando quel ciarlatano di Bittanti era solo “il filosofo” e voi mi RIFILATE il COLOPHON di IDRA???
E questo SENZA LICENZIARVI IN MASSA?

I patetici, signori miei, siete proprio voi.
Gamepro, come dice giustamente zzave, è durato 27 numeri di troppo.
Altro che Belli: lui almeno è solamente un “coatto antico” come dico a Roma senza troppa arte ne parte.
Ma voi, Spreani vari, avete dato in pasto a torme di lettori che si fidano del marchio Sprea 27 numeri di BAMBINI che si “cimentano” a fare i giornalisti.
E poi vi scandalizzate per sta storia dell’IBAN a cui, sinceramente, a noi frega veramente pochissimo.
Per quanto ci riguarda Accordi su GamePro poteva pubblicarci anche il DNA per esteso di sua zia e la cosa avrebbe avuto la stessa valenza.
E quì casca il facocero, come amava ripetere il mio maestro delle elementari: spostare l’attenzione su un dato irrilevante (la voce di corridoio) quando le testate che scrivete sono in caduta libera da almeno 2 anni.

Lo volete un consiglio cari Silvestri, Paglianti, Toso?
Chiedete lavoro a Multiplayer, Spaziogames, Everyeye.
Quello sarà il vostro futuro, con margini ridotti (siamo nel web) che stenteranno a crescere per altri 5 anni.

Pape? Chiaramente è un mendace. Non prende quanto dice l’OdG. Nessuno del suo staf neanche ci si avvicina all’OdG.
Se per caso prendesse quelle cifre allora sarà disoccupato fra 2 anni anche lui. La carta, quest’anno, ha perso il 30% degli utili. Il prossimo anno sarà peggio. L’edicola è destinata a cambiare volto diventado proposta di collezionismo ad alto costo per amatori.
Il Times di New York? Solo digitale.
Il giornale di Marco Travaglio? Tutto esaurito, solo copie PDF per chi lo cerca ora. La Carta? Scomparirà dalle masse.

Il mercato occidentale nasce sull’economia di guerra che, in rapida espansione produce facili entusiasmi, a 60 anni comincia ad evaporare.

USA e Israele hanno più di 120 società quotate al NASDAC, la borsa dei titoli scientifici. Germania, Francia e Inghilterra variano fra le 70 e le 90.
L’Italia?


2.

Avete letto bene. 2. Finmeccanica e una divisione dell’Alenia Spazio.
Questo, banalmente, implica che la francia produce ogni anno 35 volte più tecnologia di noi. In 10 anni avraà prodotto 350 brevetti scientifici commerciali più di noi.
Ogni cosa venduta in Italia consuma un portafoglio autoreferenziale.
Ad eccezione di cibo, moda, macchine, l’Italia compra e basta dall’estero e non ha modo di generare capitali suoi, ovvero attratti dall’estero.
Spendiamo circa 1000 milioni di euro l’anno in videogames, la totalità vanno all’esterno della nostra nazione.
Ogni anno mandiamo via da noi 1000 milioni di euro in videogames (1/4 della finanziaria di ogni anno).
Il mercato dello sviluppo in Italia copre una cifra pari a 7 milioni di Euro e Carbone e i suoi debosciati vanno in giro a fare una filiera.
Le scarpe devono lucidare, altro che filiera!
7 milioni di euro è il budget di una sola impresa che fa filiera in confindustria, anltro che un intero ramo!!!
E noi che soldi vogliamo dare all’editoria specializzata?
Barzellette.
La carta muore e il web campa male.
E Pape vuole pagare secondo l’OdG…. a zappar la terra dico io! 😉

(Scherzo).

Anzi preciso: Pape ha ragione, da un punto di vista formale. La legge va seguita, esiste un ordine, un tariffario e bisogna attenersi a quello.
Tutto fila ma solo in linea di principio.
Il tariffario venne fatto in altri regimi economici.

Nel 1996 la vita costava il 200% MENO di oggi.
L’inflazione ovviamente non è al 2% annuo come tentano disperatamente di farci credere.
Oggi, grazie a Basilea 1 e Basilea 2, che mi auguro conosciate a menadito visto che parlate di economia e di come “dovrebbe” comportarsi un imprenditore, il potere di acquisto di uno stipendo di euro2000 è paragonabile al potere di acquisto di uno stipendio di 800.000 lire.

Punto.

Nessuno di noi, neanche con 2000euro al mese, può comprarsi una casa a Roma in un punto che disti meno di 10km dal centro.
I miei genitori, di umili origini, si comprarono 3 case con uno stipendio assolutamente nella norma.
Il 1996 è proprio un’altro pianeta, un’altra terra, un’altro multiverso.
Piantatela di fare paragoni: non sapete di cosa parlate.

E questo per quel che riguarda le buone notizie.
Le brutte?

Peggiorerà molto.

Volete farvi un’idea vera?
Semplice: esistono software, negli studi commercialistici, che per un modico fee annuo permettono di consultare i bilanci depositati delle società.
In Italia i bilanci delle società che producono videogames, a parte 2 o 3, sono tutti a zero.
ZERO (poche migliaia di euro positive).
E ancora Belli perde tempo a scrivere del “GamesGate”???

Belli un consiglio da economista: usa il tuo tempo per fare altro. Scrivi a vanvera per nulla. Non esiste alcuna filiera, non ci sono budget, non ci sono imprese.

Credo di aver dato un’immagine di acuto pessimismo.
Bene non è solo “cacchetta santa”.

Multiplayer è un’ottima azienda, bilanci alla mano.
Spazio pure non se la cava male.
Eurogamer non ha depositato alcun bilancio (è nata da poco?).
Everyeye incassa meno di quanto mi aspettavo.

Il resto?

Barzellette.
Sprea compreso (visti i costi).

A, dimenticavo, le voci di spesa e di incasso di qualsiasi azienda italiana sono di DOMINIO PUBBLICO.
I bilanci, se qualcuno di voi non lo sapesse, SONO DEPOSITATI IN CAMERA DI COMMERCIO OGNI ANNO, e sono a disposizione di chiunque voglia consultarli previo una modica tassa 14euro e rotti, oppure un forfait annuo per gli studi commercialistici.
In detti Bilanci sono evidenti tutti i movimenti delle società: fatture in entrata e fatture in uscita.
Nessun movimento di una SRL è segreto a meno che non sia un brevetto.
E li ricadiamo in una normativa a parte, perciò non menatevela tanto col “segreto aziendale” che di tali segreti, per legge, ve ne possono essere ben pochi.

Ora addio veramente.

PS: in realtà tutto è partito solo dalla volontà di chiedere scusa a Gorman, mi son lasciato prendere la mano. LOL.

Se non la conoscessi (cosa che dubito), ti consiglio anche la banca dati AIDA (bvdep)…. Io ce l’ho in ufficio ed è uno spasso. Pure i dipendenti, ti dice.

quoto tutto in pieno.
E aggiungo solo…in Italia è peggio anche per il muro fiscale e legislativo che blocca, dal nascere, qualsiasi idea imprenditoriale a “basso budget” di partenza.

L’accesso al credito è impossibile, senza mettere le proprie palle su un piatto, e i costi da sostenere per una srl nei primi anni di vita costringono, comunque, ad avere un ampio cuscinetto di liquidità già in partenza, cosa che, onestamente, ben pochi giovani si possono permettere.

@Elettrojung: Tutto giusto, tutto sfizioso da leggere (mortacci tua per il wall of text), tutto interessante e qualche punto da mano sui maroni. Solo una precisazione, di cui magari a te fottesega ma è giusto per mettere i puntini sulle “i”: nessuno di noi è “dietro il silvestri” su TGM semplicemente perché Stefano non è su TGM. Questo, anche partendo dall’assunto che siamo persone di merda e vogliamo fare le scarpe alla gente, fa cascare un po’ il discorso di cercare di farlo cadere. 🙂

Anche io penso che i tariffari siano leggermente alti.
Cioe’, io sono un perito e faccio il tecnico della fonia, ma se prendete quei soldi per le traduzioni navigate nell’oro davvero eh o_o

da noi quando ci affidiamo a traduttori esterni, così come lo studio di mia moglie, la tariffa è bella alta anche oltre quella tabella perchè la professionalità per certe traduzioni si paga e basta.

se poi faccio io la traduzione chiaro che non costa così

Beh pero’ insomma, faro’ la figura di quello che non ne sa niente, ma in un articolo di vdeogiochi una volta che si traducono i termini tecnici correttamente, che si mantiene intatto il tono [per intenderci, la differenza tra un’intervista di Edge e un articolo di Kotaku] e non ci sono errori, il discorso fila… cosa costa cosi’ tanto? Considerando che una persona normale prende 50/60 euro al giorno?

se vuoi ti posto un elenco di strafalcioni tecnici che c’erano in gamepro e frasi che proprio non correvano grammaticalmente, roba da rileggerle 2-3 volte magari immaginandosi la versione in inglese.

quella non era una traduzione professionale.

altrimenti ti capita che electromagnetic field venga tradotto prato calamitato girevole e giuro che l’ho visto con i miei occhi!

mettiamola così, senza stare a postare cifre, un traduttore ufficiale-riconosciuto prende mooooooolto ma mooooolto di più di quello che prende un ragazzino. Oltretutto dipende anche dalla lingua e dalla sua diffusione (io per tradurre dal giapponese non prenderei mai quello che prenderei per una dall’inglese)

Però occhio sono traduzioni cazzute di brevetti e marchi, però non sottovaluterei manco la traduzione di una rivista perchè come dicevo prima su gamepro c’erano degli strafalcioni niente male.

Se parliamo di GameInformer Italia, le vendite totali credo siano alte grazie al numero di abbonati raggiunti in collaborazione con GameStop, in pratica te la regalano. Vorrei vedere quanti lo rinnoveranno, per il resto conosco solo dati parziali (30.000? 35.000?), di più non mi pronuncio.
Multiplayer è un azienda in salute, ne sono certo (ho una pulce nell’orecchio che mi dice: ma li pagano i collaboratori? Gli regalano qualosa? Mmhh storia già sentita), e paradossalmente lo deve in parte anche a quel settore, l’editoria su carta, che ormai viene data per morta da molti.

Elettro, ma dove vuoi arrivare? La carta sparirà? Ne siamo certi, ma per ora, è quella che rende e ci permette di pagare dignitosamente i nostri collaboratori e gli interni. Che non vuol dire che io prendo un botto di soldi, tutt’altro, ma che almeno pago mutuo e bollette (e devo convivere con la fidanzata, per farlo, ché altrimenti non ce la farei).

Il futuro è il web? Certo, ma non il web delle realtà che pagano una miseria o sono (veramente) asservite alla pubblicità. Ce ne sono di serie di realtà web come ci sono i cialtroni.

Secondo te è una panzana pagare la gente dignitosamente… forse sei un’editore, che ti devo dire ^_^ Per come la vedo io è diverso, e bisogna puntare più in alto, nemmeno accontentarsi di pagare QUASI quanto le tabelle. Ah… non darmi del mendace: so bene quanto vengono pagate le pagine sulla nostra rivista, al contrario di te ^_^.

Il succo del tuo discorso lo condivido pienamente: questo settore deve essere ripensato, carta o web che sia. Bisogna cambiare molte cose. Però non partirei che per cambiare le cose sia necessario partire dal presupposto che le tariffe siano esageratamente alte, perché non è vero.
Molti vedono nel web il cambiamento, pensando a ragazzetti che si improvvisano editori. Io invece credo che anche sul web ci vogliano capitali molto consistenti per emergere e per andare avanti senza sfruttare la gente.

Pape

Hai ragione shox. I ragazzetti giovani che collaborano con noi dovrebbero baciarci il culo, invece di venire pagati dignitosamente.
Perché gli dovremmo riconoscere del denaro? Hanno una ventina d’anni e vogliono essere pagati per giocare? Ma che vadano in miniera, così mentre sono via gli trombiamo pure le loro giovani fidanzate.

Ma che posto di merda è diventato questo paese, dove ora sembra normale che un ragazzo giovane debba essere sfruttato da chi gli da lavoro? Ma come state? Un 19enne non ha diritto di andarsene via di casa e pagarsi un affitto se lavora per riviste/siti di VG? Eh no… sono solo giochini…. mica cose serie…
Poi ci si lamenta se in Italia a 30 anni la gente vive ancora coi genitori…

Pape

Un 19enne oggi non ha diritto di prendere più di un oncologo probabilmente. E se dici il contrario e che 20/30 euro alla prima esperienza per una pagina di videogiochi su riviste che muovono numeri ridicoli come quelli usciti sei scemo

Ma dove vivi???

Quanto vendono le riviste di Sprea?
Quanto guadagna Mucchi ora?

Tutto questo macello e allora ditele tutte!

Shox, non so quanto prende un oncologo, ma i miei amici medici, finito il periodo iniziale di necessario praticantato (che hanno fatto durante gli studi, tra l’altro) prendono PARECCHIO denaro.

Se una rivista vende poco, si attacchi e chiuda. Una rivista deve vendere abbastanza da pagare quanto previsto o giù di lì. Non certo 20 euro ad articolo. Quello si chiama sfruttamento. Poi, se uno vuole farsi sfruttare, affari suoi, sia chiaro: io mi limito a segnalargli che dovrebbe prendere di più. E che il suo capo è un figlio di puttana se lo paga tanto poco. Il sito non ha accesso? Vai a farti un altro lavoro. La rivista non vende? La chiudi. è molto semplice: non vai avanti sfruttanto i lavoratori.

Pape

Pape, non si chiama 20 o 30 Euro sfruttamento. Si tratta che 300 come dici tu è follia/stupidità/utopia/mancanza di senso della realtà

Sei più fuori tu di uno che lavora gratis

Sono d’accordo sulla morte della carta così come la conosciamo oggi, ma credo che rimarrà qualcosa, almeno nei prossimi 30 anni.

A titolo indicativo confermo che Spaziogames (perché se non si fosse capito lavoro lì come inviato) mi paga, e paga i miei colleghi in redazione. Per quanto ne so lo fanno anche Multiplayer, Everyeye ed ovviamente Nextgame (e pure Eurogamer va, ma questo l’avevamo capito).
Ovvio che il mercato del web è diverso da quello della carta di 10 anni fa e soprattutto è ancora in crescita, la situazione migliora di anno in anno.

Mucchi, spaziogames paga giusto 4,5 persone. Peccato che ha uno staff di 40 ragazzi. Andate sul sito, sezione redazione, per vedere con i vostri occhi.

Idem Everyeye. Multiplayer e Nextgame non saprei.

Non sta a me decidere se e quando rendere pubblici i dati di Spaziogames e nemmeno quelli che so dei nostri colleghi/concorrenti.
Posso parlare solo per me dicendo che sono soddisfatto della mia posizione da inviato esterno alla redazione, e soddisfatti sono anche i miei colleghi in ufficio che certo non fanno stage non pagati o pagati da fame.

Beh, il dibattito sull’utilità dell’OdG mi sembra fin troppo grosso per essere iniziato ora. Se intendi la questione delle tariffe direi che quelle che ho letto mi sembrano decisamente irrealistiche per un articolo su internet vista la folla di editori e giornalisti (più o meno validi e più o meno onesti).
Certo questo è un momento di transizione e quindi ognuno si arrangia un po’ come crede (Corriere online pure che paga 3 Euro a news a quanto ho letto qui sopra), ma quando il mercato si sarà stabilizzato credo che vedremo una situazione più equilibrata.

Io non ho il tesserino perché non ho ancora fatto 2 anni presso la stessa testata, Spaziogames poi è registrato da poco meno di due anni e quindi ancora non è in grado di produrre pubblicisti, ma lo farà non appena potrà (cioè in pochi mesi).

Poi io neanche lo so se ho intenzione di prendermelo il tesserino, non ho ancora capito se è quella fregatura che sembra o se ne vale la pena.

Shox: il “problema” è che per arrivare a scrivere per testate importanti come GMC, si dovrebbe davvero dimostrare qualcosa. Non “un ragazzetto arriva e scrive”. E se quindi dimostra di essere all’altezza del compito (no, non è facile, nonostante la media sia in continuo crollo, per i motivi di cui abbiamo discusso finora), è giusto che venga pagato decentemente, come gli altri collaboratori. Ovvero NON 20 Euro ad articolo, o 7.50 a pagina.

Shox: modera i termini. Non sai ciò di cui parli. Primo: cos’è ‘sta storia dell’oncologo? Secondo: una rivista/sito è un’impresa, creata per generare guadagno. Se non ha un programma per generare a sufficienza per pagare in modo decente, molto semplicemente non lo fa. Che a prendere X Euro per un articolo sia un padre di famiglia di 40 anni o un ragazzino di 19 non cambia assolutamente nulla, finché la qualità è quella (auspicabilmente elevata) richiesta da chi tira le fila della redazione. Guarda che scrivere “di giochini” non è: “ora mi metto qui e scrivo due cazzate, poi apro Gmail e ho vinto dei soldi”.
Ti affidano un gioco, lo provi, lo riprovi, lo ri-riprovi, prendi appunti se sei solito farlo, poi ci pensi, poi ti metti giù a scrivere, poi vai in ufficio (o dov’è) a prendere le immagini, poi rimani a disposizione della redazione per eventuali correzioni e via andando.
Sono svariate ore di lavoro. Svariate. Non due o tre. Svariate. E oltretutto, di fronte a Word, dovrebbero mettercisi solo quelli che sanno scrivere, non “mi metto e faccio il temino delle medie”. E si paga anche quello.
Dire ognuno quel che vuole va bene, ma venire a dire questa roba no eh. Vai a vedere che ho rubato soldi negli ultimi tredici anni minchia.

P.S. Ma lavori a GameStop? Lo intuisco dall’indirizzo e-mail. Se così fosse, capisco il perché dell’incazzatura verso certe cifre. 😀 Li dovreste portare tutti in tribunale quelli. Altroché.

Non lavoro da Gamestop, seguo il foro. Moderare i toni?
Perchè dico scemo a una persona che non ha il senso del mondo dove vive e pensare che una pagine di videogiochi costi in ore come le ore di un oncologo che a 300 Euro ti salva la vita? Dopo che la stessa persona da della merda ad altre 10?

Ma abitate su Marte?

Non avrai rubato soldi negli ultimi 10 anni ma il mondo intorno a te, cambia. Sveglia. State dicendo idiozie e mettendo allo stesso livello dei discorsi che non c’entrano niente l’uno con l’altro

Invece di moderare se ti piace tanto fare le inchieste adesso vai a chiedere quanto pagano tutti i siti e tutte le riviste. Poi fai un giro extra settore per vedere come funziona e poi se il risultato è che siete tue e Pape a dire queste cose che andavano bene magari in altri momenti e 500 operatori e 5000 persone no, forse i coglioni non sono quelli che prendete a male parole

Aggiungo che questo non vuol dire che Accordi non faccia schifo. Quel caso li non lo considero neppure da inserire nella casistica di chi paga poco, meglio, bene, male

Quello è oltre e purtroppo è costume diffuso da noi

Shox: le riviste che vendono bene possono permettersi di pagare bene. Così come i siti che guadagnano bene. Se pagano male i collaboratori i casi sono due:

1) guadagnano bene ma sfruttano i collaboratori. Che si diano fuoco e marciscano in galera ustionati.
2) non guadagnano abbastanza e quindi sfruttano i collaboratori. Che si diano fuoco e subiscano l’amore dei maschi da una tribù di masai.

Il resto sono stronzate. Nessuno ti obbliga a fare l’imprenditore se non hai soldi. Devi essere ricco per fare l’editore? Che scoperta, per dio. Se Belli, Accordi o chi per loro non hanno i soldi per pagare come si deve, che vadano a fare un lavoro onesto come tutti, non si mettano a sfruttare la gente. Nemmeno se questa gente è contenta di essere sfruttata.

Pape

Shox:
modera i toni, e due. Quello che parla non sapendo quel che dice sei tu, dato che non mi risulti essere né un oncologo (ancora con ‘sta cazzata? La spieghi?), né uno che lavora nel settore riviste & affini.
Dov’è che avrei dato della “merda” a dieci persone? Fuori i nomi e i link, grazie.
Infine: chi ti dice che non sia già andato a chiedere agli altri? Pensi che sia così facile? Sarebbe ben più semplice scrivere un bel post in cui faccio nomi e cifre, ma senza esserne certo al 1000% non batto nemmeno un tasto. Altrimenti non serve a nulla.
Se la stragrande maggioranza delle realtà di questo tipo lavora pagando due noccioline, non è assolutamente detto che sia nel giusto. Non sai ciò di cui parli, quindi magari abbassi i toni e vedi di leggerti i seimila commenti in cui abbiamo già discusso di quanto hai scritto ora con mente illuminatissima.

Pape insulta tutti e non gli dici niente
L’utente fake idiota sfancula Belli e non dici niente
E io non posso dire scemo? Ma sei scemo?
Anzi no, sei come gli altri, forse peggio

La cosa dell’oncologo l’ha detta Elletrojung che ha riassunto in un topic tutto quello che dovrebbe bastarti e bastare a Pape per tacere e aprire gli occhietti. La cosa come dicevo non vuol dire “viva lo sfruttamento” (che è quello di Accordi) ma vuol dire “non rompere le palle” a chi come Eurogamer o chi per loro da 30 Euro a un ragazzino senza tessera e soprattutto ha le palle di dirlo al contrario di tutti quelli che tacciono (vedi Mucchi che da persona parla e pubblica mail, però il supporto dell’azienda che ha dietro col cacchio che ce l’ha perchè poi esce che i collaboratori prendono ben meno di 30 Euro a colpo)

Sei tu che nonostante l’esperienza, sembra che non sappia nulla di quello che dici e si legge chiaro chiaro in 600 post che ho letto tutti

Hai già chiesto a tutti e non ti rispondono? Immaginati il perchè. E basta con queste noccioline! Non sei tu a stabilire cosa è nocciolina e cosa è oro, se sei il primo che non tiene conto di quello che hai intorno

Può un ragazzo alla prima esperienza prendere 7 Euro a pagina per 8 ore di lavoro? No
Può un ragazzo alla prima esperienza prendere 300 Euro a pagina per 8 ore di lavoro? No
Può un ragazzo alla prima esperienza prendere 30 Euro a pagina per 2 ore di lavoro? Magari no, ma tra le due stronzate scritte qui sopra, mi pare proprio la più normale

@ Shox:

Ti chiedo solo di non fare supposizioni su quanto sia il mio attuale compenso,anche perché sono supposizioni errate le tue. ^^

Poi, non è che non abbia il supporto dell’azienda, è solo che chi dirige Spaziogames non è inserito in queste meccaniche e soprattutto fa il suo lavoro senza curarsi di tutto questo con passione e correttezza.

Io proprio perchè non voglio supporre domando

Non suppongo che Accordi sia una persona migliore o peggiore di quello che sembra: ci sono tre persone che confermano la tua versione che dicono quello che è

Non suppongo che il socio di Accordi sia o non sia: ci sono articoli di giornale e regolamenti scritti che dicono che deve andare a casa!

Non suppongo niente ma trovo che questa discussione sia monca, sterile e portata avanti in maniera veramente ridicola con argomentazioni ridicole da almeno un paio di persone

Shox: ti rispondo per l’ultima volta, poi magari evito che è meglio. Pape e Belli si stanno insultando tra di loro, se vogliono menarsi coi sassi fuori casa, che facciano pure. Tu invece spacchi il cazzo a me con ‘sto tono da saccente.
Un articolo (recensione/anteprima giocata/approfondimento) non si fa in due ore. Non a meno di mettere in preventivo di non giocare nemmeno quel di cui si deve scrivere, e allora la persona non andrebbe proprio pagata. Vai, vai dove vuoi a prenderti i tuoi 20 Euro. Goditeli.
E guarda che io non ho scritto nemmeno mezza volta che le tariffe debbano essere quelle dell’ordine dei giornalisti (che per me può esplodere ieri). Un articolo come quelli sopra citati è frutto di circa 10 ore di lavoro, facendo una media. To’, scendiamo, facciamo 6, proprio per dare dei numeri a cazzo. 20 Euro fratto 6, 3 Euro e spiccioli all’ora. E stiamo parlando di guadagni da collaboratore esterno, senza malattie, senza tredicesima e cazzate simili. Con un costo per l’azienda significativamente minore rispetto agli Euro da sborsare a un assunto.
Vediamo se ce la fai. E se non ce la fai, chiudo qui che stare a parlare con “Mr. Non ho mai fatto questo lavoro per un minuto e ti vengo a dire quanto dovresti essere pagato”… mi sa di inutile.

P.S. procedi pure con ‘sta pantomima dell’oncologo, vediamo fin quanto riesci a tenerla lunga. 😀 Mi chiedo perché la gente si ostini a far proprie argomentazioni altrui, decontestualizzandole e continuando a usarle ad minchiam. Che poi ci fa le brutte figure.

Zzave sul tuo blog c’è scritto “X è scemo” e non dici niente. Non è che se X sei tu ti devi stranire. Oppure in nome della coerenza (cosa che mi pare qui necessitiate in molti) modera tutto. Mi trovo concorde con chi sostiene che cambiate le regole a piacimento. Sia nella discussione che nella moderazione a questo punto.

L’esempio dell’oncologo è decontestualizzato? Ti sembra normale che un collaboratore di GMC deve guadagnare come un medico? Già un giornalista “normale” non dovrebbe, il ragazzino che scrive di videogiochi figuriamoci. Quello che mi infastidisce di voi è lo sputare sentenze. Pape fa fuoco e fiamme, poi si fa sfruttare perchè deve pagare le bollette. Tu parli come lui e fino a ieri eri nelle stesse condizioni.

E contro chi ti scagli? Contro realtà che producono lavoro, accomunandole a realtà che rubano, non capendo che oggi non è il ’96 e qualsiasi sarà la nuova Future che ti piaceva tanto, sempre dal basso dovrà partire?

Ma dai su, ma che cazzo dici

Urca leggere tutto è stato sfiancante.
Certo che il settore è messo pure peggio di quanto pensassi. C’è grande armonia! 🙂

Una cosa però è chiara: nessuno si arricchirà mai. A meno di un cambio di cultura (che può accadere con l’invecchiamento dell’utenza o con lo sdoganmento culturale dei giochini, non quello che sta accadendo con il Wii per intenderci) la situazione continuerà ad essere questa. Perchè il giornalismo di qualità non premia o forse perchè non esiste che in minime quantità (quante inchieste avete letto nella vostra vita?). C’è chi scrive meglio di altri, chi ha più capacità, ma sono pochi e se li cagano in ancora di meno (a volte per problemi intrinseci ai personaggi stessi. MBF, per il bene che gli voglio e per quello che rappresenta, cmq faccio davvero fatica a seguirlo).

Insomma quando la differenza percepita tra il ragazzino e il veterano e poca (intendo in rapporto all’interesse che ha l’utenza) dove si può finire?

Non mi sento di incolpare i ragazzi che scrivono “aggratisse”. L’ho fatto pure io nella mia giovinezza. E ne ero contentissimo.. Ero pure bello goduto di pagarmi le mie trasferte perchè era un sogno che si avverava. Ma poi dopo un po’ i conti con il portafoglio li devi fare, e capisco quindi che chi ha scelto questa strada per la propria vita professionale abbia il deretano che prude non poco.

Il fatto è che pare che siamo messi peggio dei call center: è richiesto qualcuno col manico a dirigere, ma la bassa manovalanza è appunto questo: gente con poca professionalità perchè il consumatore non chiede molto di più. Gli basta un “giornalismo” che scrive due capperate sul giochino del momento e tre news imbastite dal pubblisher. Cultura, approfondimenti? Dai basta vecere quanto vende Edge per capire quale sia l’interesse a livello mondiale. Figuriamoci da noi…

So che non c’entra molto con il post iniziale, ma visto che siamo partiti per la tangente da un po’…

P.S. Saluti a quelli di voi che ho conosciuto di persona, era una vita che non vi incrociavo più

Visto che si parla dell’OdG, concordo con Mattia: visto quanto fa, che sparisca ieri. Il fatto è che le tariffe ci sono, e non dico andrebbero rispettate a puntino, ma le si dovrebbe prendere quantomeno come obiettivo finale. Mattia ha fatto i conti della serva: 20 euro ad articolo (ma anche a pagina, sia chiaro) sono peggio di una miseria. Se vi pagano così, andate a fare le pulizie che prendete MOLTO di più. è un consiglio, poi fate quello che volete, sapendo che chi vi da quei soldi vi sta prendendo per i fondelli.

Il Corriere è vero che paga una miseria i non giornalisti, ma c’è una differenza non da poco: dopo due anni, vi garantisce la possibilità di fare l’esame da professionisti. Non vi assume, non vi da alcuna garanzia, ma vi rende dei professionisti. E per fare certi lavori, essere giornalisti professionisti è la base.
Anche gli avvocati lavorano per anni a gratis, ma stanno facendo il tirocinio previsto per legge. Se invece scrivete articoli a 20 euro, siete sfruttati da qualcuno, che vi piaccia o meno.

Pape

Ma lo vedi che sei pure un ignorante? Anche scrivendo per pippo e diventando pubblicista poi puoi fare l’esame da professionista

La storia delle pulizie è patetica, veramente. Licenziati e vai a scrostare la merda. Se vuoi fare l’eroe fallo per bene. Qui se c’è uno che prende per i fondelli migliaia di persone sei proprio tu con queste baggianate

“Ma lo vedi che sei pure un ignorante? Anche scrivendo per pippo e diventando pubblicista poi puoi fare l’esame da professionista”

Sisi.Come no. Piantala con le stronzate, ignorante!!!!!!!

Discorso chiuso

Ciao a tutti

Pape

Shox: hai scritto una marea di cavolate, non sai di che stai parlando. Non sai degli oncologi. Non sai di Pape. Non sai quando mi sono licenziato e perché. Non sai quanto prende uno che scrive di giochini. Non sai che lavoro debba fare. Non sai cosa voglia indicare il termine “moderazione”. Non sai cosa sia un editore. Non sai cosa sia una busta paga. Non sai cosa sia un collaboratore esterno. Non sai cosa succedeva nel 1996. Non sai cosa succeda oggi. Non sai un cazzo. Cosa ti spinge continuare a scrivere a parte beatificare Eurogamer & simili? Oh, aspetta, ci sono arrivato da solo.
Era l’ultimo, questa volta giurin giurella.

Io non beatifico proprio nessuno, faccio il negoziante e sono in grado di leggere e farmi delle idee.
Che tu non moderi non è un’idea, è vero
Come è vero che non so cosa sia un editore ma suppongo sia un’azienda inserita in un mercato
So cos’è una busta paga perchè non faccio almeno un paio ogni mese
So cosa sono le riviste perchè le compro da quando tu probabilmente usavi il girello e penso che la discussione in questi termini sia inutile soprattutto perchè chi dovrebbe mantenere un punto di vista asettico si comporta come un ultrà

Così non si capisce niente, non si arriva da nessuna parte e tu/voi state solo facendo casino fine a se stesso

Ciao!

Shox: infatti è vero che non modero, ci sei arrivato. Bene.
Comunque leggo che fai il negoziante, quindi ti chiedo scusa. Non lo sapevo. Ti prego di accettare le mie scuse, dato che fai il negoziante.
Hai mica un GameRush?
Scusa ancora. Non lo sapevo.

Salve a tutti e un abbraccio a chi mi conosce e ai colleghi con i quali ho lavorato.

Ho letto tutto il post e parte dei commenti dello stesso così come sono andato a documentarmi su altri blog/siti linkati relativamente all’argomento in questione.

Purtroppo ad un certo punto ho dovuto smettere di leggere ogni parola perchè è iniziato “l’Eldacar show” (lo dico in simpatia… 🙂 certo però che ogni volta che AB si presenta su un forum riesce a porsi al centro dell’attenzione) e quindi si è andati “leggermente” off topic convogliando le forze residue a rispondere a quest’ultimo o quasi.

Non conosco Zave, di cui ho letto spesso qualche “acido” commento sul forum di gamesradar/gamesvillage; niente di più, purtroppo, ma mi sembra una persona interessante e trasparente (qualità che io apprezzo molto, anche se magari con questo post voleva più che altro fare visite/commenti per diventare miliardario grazie alle sue pubblicità nascoste 😉 ). Direi che da ora in poi leggerò il suo blog. Conosco però tanti altri che sono intervenuti in questa discussione e posso vantarmi (a questo punto lo faccio!!! 😉 ) di aver scritto per anni in una rivista firmata da Gorman e il cui Editor era Paolo Paglianti, di aver scritto su una con editoriale di Accordi poi passato alla penna di Silvestri ecc.

Sinceramente intervengo non tanto per spezzare una lancia in favore di una persona a me cara come uomo (Marco Accordi) visto che mi sembra “impossibile” poichè lui stesso, forse, ha provveduto a farsela spezzare sulla schiena, quella stessa arma, con il suo commento o con l’assenza di ulteriori altri, scrivo più che altro mosso dalla voglia di aggiungere informazioni per coloro che vorranno leggerle e che stanno guardando questo “match” in disparte cercando di capire da che parte volgere il loro giudizio: alzare o abbassare il pollice? Questo è un bel dilemma.

Nonostante io sia veramente stupito di leggere alcune pennellate alle quali crederò per partito preso (mi riferisco all’episodio su cui è incentrato il post di Zave) e che sicuramente dipingono nella mia mente un’immagine diversa da quella che mi ero fatto, voglio dire a tutti che Marco ha sempre mantenuto con me tutti gli impegni che aveva, economici e non. Questo significa che quando mi ha detto che non c’era budget ho lavorato/scritto gratis (e lo sapevo precedentemente e l’ho fatto seguendo la mia volontà e non la sua) mentre quando mi ha detto “verrai retribuito” lo sono stato (in verità sto aspettando il pagamento di una fattura: se la stessa non dovesse venir pagata sarò il primo a venire qui e a rettificare quanto sto dicendo ma sinceramente non credo… una volta fatta la fattura ci si mette nei guai a non pagarla).

Certo magari c’è stato qualche progetto di cui mi ha parlato che non è andato in porto ma, sono cose che possono succedere a tutti e nonostante sia sempre preferibile non lasciarsi prendere dall’entusiasmo e non mettersi a parlare invano, ogni tanto succede che clienti/fornitori/distributori/investitori ti facciano lo scherzetto sotto il naso.

Forse quanto raccontato è successo perchè io ho 31 anni e, un briciolo d’esperienza, prima di fare il columnist a Game Pro l’avevo. Chissà, se fossi stato un ragazzino, magari il trattamento sarebbe stato peggiore e differente. A meno che io non riesca a tornare indietro nel tempo non saprò mai se è perchè io ho messo fin da subito le cose in chiaro (come ho sempre fatto) o per la mia età che le cose sono filate liscie.

Saltando ad un altro punto del discorso mi sento d’accordo nel dire che “eticamente” se uno non ha i soldi per retrubuire non dovrebbe fare una certa proposta e non so niente dei retroscena del “passaggio di consegne” Videogiochi – Game Pro: tutte queste mi sembrano cose spiacevoli sulle quali, ahimè, devo nuovamente affidarmi a quanto scritto dai boxer che stanno lottando sul ring.

Nel mio piccolo però credo che la cosa grave però non sia quella di fare una rivista con 3200€ e non pagare i collaboratori (sempre che gli sia stato detto CHIARAMENTE prima che avrebbero lavorato gratis) ma è promettere per poi non mantenere perchè lì si gioca non solo con i sentimenti della gente ma anche con l’economia e le aspettative di una persona ed è una cosa molto grave.

Da parte mia non ho MAI ricevuto nessuna falsa promessa da Marco e ritengo quindi che il nostro rapporto lavorativo (che prescinde da quello umano) sia assolutamente sano. Se qualcuno mi chiedesse un consiglio relativamente all’argomento mi farei avanti dicendo quanto riportato sopra o almeno questo sarebbe il mio punto di vista sullo specifico punto.

Magari ci sono altre cose del suo comportamento o del suo lavoro che non condivido ma non questa. E’ stato sempre corretto. C’è davvero molto molto di peggio sia nello stesso campo, cioè l’editoria specializzata (ed ho avuto esperienze assolutamente peggiori in tal senso), sia al di fuori (sempre all’interno del mondo videoludico, ovviamente: mi riferisco alo mondo dei clan online, a premi non pagati dei tornei, a sponsor che spariscono ecc).

Spero che la mia testimonianza, unita alle altre (quelle sincere e non viziate da odio/rancore/problemi personali/non obiettive ecc: quelle non andrebbero lette proprio) possa in qualche modo aiutare chi non ha avuto a che fare con Marco a capire che tipo di lavoratore e persona sia.

Io sinceramente l’Orco delle favole lo andrei a cercare altrove nonostante magari qualche bambino se lo sarà pure mangiato 🙂

Simone “AKirA” Trimarchi

Trovo giusto che un ragazzetto non prenda gli stessi soldi di un “professionista”.
Ma questo perché mi aspetto che al professionista siano assegnati più pezzi, mentre al ragazzetto uno solo.

L’articolo deve essere pagato uguale, ma la quantità di articoli assegnati deve essere per forza diversa.

Akira, ma trovi normale lavorare gratis?
Ti chiedo.
Perché un conto è farlo come volontariato, un altro è farlo per una società che vuole soldi.

Tutti questi ragazzetti che son disposti a lavorare gratis potrebbero cercare qualche associazione nel loro paese, piuttosto che lavorare gratis per un settore che vuole lucrare sul loro lavoro gratis.

Ragazzi, mi fate un po’ pena e schifo tutti, ve lo dico amichevolmente e col cuore in mano.
Da lettore dei tempi gloriosi, dove eravamo tutti verginelli di vg e l’entusiasmo aiutava a progredire pur essendo i mezzi non certo all’altezza di quelli odierni (internet ancora non c’era, e su TGM c’erano delle interessanti pagine in bianco e nero (!) dedicate al gaming in japan). Ora, con lo spuntare di promo, press kit, gadget, viaggi fiera e tante altre cavolate, e’ aumentata la “fanaticheria” di molti “personaggi” che scrivono su queste “riviste”.
A leggere questo post, si ha proprio la sensazione che Ravanelli e Sadini abbiano quasi un conto in sospeso con Alessandro (forse la traduzione di Edge spettava di diritto a loro e Idra ha vinto l’asta al ribasso?). Dico solo che il comportamento di Idra e’ deplorevole, ma molto comune nel mondo dell’editoria di settore (non soltanto videogiochi) e che non capisco perche’ scagliarsi contro Idra e non contro Sprea e tante tante tante altre case edtrici-squalo che hanno rovinato il mercato. Questo astio gratuito e’ davvero una cosa brutta da leggere, e mi fa capire quanto siano in realta’ civettuose primedonne i sedicenti redattori e capo redattori del panorama editoriale italiano relativo ai vg. Mattia, mi sei calato molto, Minini anche tu non scherzi: mi avete sorpreso in negativo. Metalmark, piu’ che dirti hai sbagliato ad accettare l’incarico di Idra e sei stato poco serio con i tuoi collaboratori non so che dirti.
In definitiva, stiamo messi male. Se l’editoria e’ morta e’ anche colpa vostra e della vostra non-serieta’, non soltanto di internet. Siete come le portinaie.

Io non trovo normale lavorare gratis ma… sta alla testa del lavoratore e non certo dei datori di lavoro (che se ne approfittano appena possono in tutti i modi, in tutti i campi, in tutte le forme: di questo è inutile lamentarsi, è così “a norma di legge” e mi riferisco ai mitici contratti a progetto che hanno poi vincoli di orario, di subordinazione ecc e con cui le aziende italiane stanno campando al giorno d’oggi) capire quando lo si può fare e quando no. Lavorare gratis, spesso, è un investimento per lavorare essendo pagati la volta dopo.

Sinceramente nella mia vita a volte mi è capitato di farlo ma, ancora, non me ne sono mai pentito quando le cose erano messe in chiaro fin dall’inizio. Diciamo che prima di lavorare gratis mi sono sempre informato per capire a chi stavo facendo “un favore” e se mi conveniva o meno.

Se c’è del dolo è un altro discorso. Quando mi hanno detto verrai pagato, ora arriva il contratto, tu mandaci i pezzi che noi stiamo per inviare il tutto al commercialista e poi non è successo… beh questo non è giusto

Effettivamente bisogna vedere COME si scrive.
20euro per un articolo, ok.
Ho lavorato per un sito, per qualche tempo. Per stare al passo con i tempi del pubblico, si doveva pubblicare la recensione il giorno dell’uscita o poco dopo, se non prima. Come fare, dato che non sei Spaziogames e non ti arriva il gioco dieci giorni prima? Semplice. Copia e incolla da anteprime e recensioni, guardati qualche video, se c’e’ prova la demo e metti un voto che possa rispecchiare il valore del titolo, tanto poi se ci gira lo alziamo o lo abbassiamo, a seconda dei casi.

Il sito non e’ nessuno di quelli citati, la realta’ esiste ancora ed e’ piccola, ma un conto e’ 20euro per due ore di lavoro che diventano 80euro al giorno.
Un conto e’ 20euro per un’articolo che prevede la prova del gioco e tutto quanto [gia’ non penso che i recensori giochino TUTTO il gioco.. ma su questo non posso sapere dovreste dirmelo voi]

Ah Shox, impara a incolonnare bene ste cazzo di risposte che non si capisce una sega.

@ Akira

giusto per chiarire: non ho mai detto che mi venissero fatte promesse poi non mantenute, semplicemente che il rapporto lavorativo non era ai livelli di professionalità che ci si aspetterebbe dall’edizione italiana di EDGE e da una firma importante nel settore.
Ogni volta che venivo contattato per qualche nuova iniziativa da Idra facevano gli gnorri sul lato economico, le prime volte ci sono cascato, poi ho iniziato a chiedere io anche se pensavo che fosse il datore a dover dire: “lavora per me, ti do TOT”. Probabilmente con te non è così perché 1)hai qualche anno più di me, 2)hai un nome che già vale qualcosa.
Andare in press tour e doversi pagare trasporti e pasti non sta ne in cielo ne in terra, figuriamoci poi sentirsi dire “è una bella occasione per te già così” quando mica erano loro a mandarmici, pagavano altri!
Non so se hai letto, ma io non collaboro più perché non ho voluto dare 10 Euro a Marco per AIOMI… Lo riscrivo: non collaboro più con Metalmark ed Idraediting perché non ho voluto dargli 10 Euro per AIOMI. Ma ti sembra normale?
Non ero più entusiasta? Forse, ma più che altro mi è parso veramente il colmo.

Di tutta la questione IBAN / Filiera in Confindustria ho appreso parlando con alcuni giornalisti in press tour o sui forum/blog, non ho nessun elemento personale, ma avendo conosciuto Marco non dubito dell’ IBAN e neanche delle sporchezze del discorso Confindustria.

Giusto per ribadire: Marco mi ha detto: “sono rimasto male perché non ti sei iscritto ad AIOMI, ti manca la fiducia nel progetto”. Che tradotto è “non lavori più perché non mi dai 10 Euro”. Dio bono…

@Mugo: so benissimo che non l’hai mai detto. E non mi pare di essermi riferito ad una cosa simile nel mio commento.

Rispondendoti nella fattispecie, per me, ripeto, stava a te dire: “Ai press tour pagando di tasca mia? Ma tu sei matto” e sbattere la porta dopo mesi di insoddisfazioni.

Mah, non so. Sono solo felice che le persone non sono tutte come quelle che leggo qua. Se fosse per loro, infatti, saremmo ancora all’età della pietra. Avremmo un imperatore da venerare e non avremmo diritti.
Tutto perché c’è chi sostiene, in modo cieco e senza alcuna razionalità, che la situazione “va bene così com’è”. Anche quando è palese che così non può andare.
Zave, che effettivamente prima di conoscerlo meglio tramite questa sua crociata non mi stava troppo simpatico (ma solo perché le rarissime volte che ci siamo sentiti abbiamo fatto scintille, colpa di due caratteri affini -brutti-, probabilmente), ha fatto una cosa semplicissima: ha denunciato una situazione. E ci ha messo la faccia.
Ha sputtanato un imprenditore che, a quanto è stato raccolto, sfrutta i suoi e si è preso le sue responsabilità. Potrebbe essere querelato per diffamazione anche subito. Potrebbe già avere l’ufficiale giudiziario che marcia in direzione della sua abitazione. Fatto sta che non si è nascosto. Ha sentito odore di marcio e ha fatto ciò che più gli riesce meglio: lo ha scritto.

E non dico che Mattia sia un eroe. Perché il suo atteggiamento è NORMALISSIMO. Ciò che mi fa invece toccare per vedere se ci sono (niente battute, per favore) sono i commenti stralunati di taluni individui che sono scesi dalle nuvole. “Bhé? Che c’è di male?” “Ma in fondo giocano” “Ma in fondo sono ragazzini” “Ma in fondo scrivono di videogiochi” “Ma in fondo se sta bene a loro”. Per poi arrivare all’assurdo “Ma non sono oncologi. Non salvano la vita a nessuno, loro! E vogliono pure essere pagati?”
No, dai, se vogliamo fare una discussione seria e sensata facciamola. Qua dovrebbe interessare a molti. Se vogliamo inquinarla con commenti inutili che però giocoforza fanno perdere tempo e persino forza alla cosa, allora smettiamola lì.
Perché certi commenti sono così improbabili che mi sono chiesto se erano di emissari in incognito di qualcuno che potrebbe avere interesse a far morire lì la discussione.

Insomma, per alcuni di voi i ragazzi meritano uno stipendio ridotto. Perché? Perché ragazzi. Bene, ho 23 anni e vi ringrazio molto. Sono felice che ci siano tantissimi illuminati che vogliono ripristinare l’abominevole retribuzione basata per scaglioni di età, come nel ‘600 (e non parlo di anzianità). Così almeno gli imprenditori potranno tornare ad assumere impiegati minori per guadagnarci un casino.
Per altri, se la situazione va bene al lavoratore, perché sollevare la polemica?
Ok, d’accordo. Da domani eliminiamo i sindacati. Non servono. Perché il lavoratore che non ci sta non ha diritto di dire la sua. Deve fare fagotto ed andarsene.
Peccato che ciò che sta alla base del rapporto di lavoro si chiami, ancora oggi e nonostante alcune vostre idee, “contratto”. Certo, non sono così illuso da credere che le parti in questione abbiano i medesimi spazi di manovra, ma non voglio neppure credere che un contratto di lavoro equivalga ad un contratto con la Telecom: se ti piace la nostra tariffa paghi, sennò alzi i tacchi! Le forze sindacali esistono per evitare che sia così! E se così non è la cosa va denunciata! Con forza! Se si rimane immobili ci faremo solo del male.
Ma il bello deve ancora venire: ci sono quelli che, siccome chi recensisce videogiochi non lavora, non è un adulto ma un bamboccione, si stupiscono che sia anche pagato. Questo ignorando totalmente la cura, la puntualità e la professionalità che rivestono il prodotto che vi arriva all’edicola o sullo schermo del PC (sono Carlo del M&YF, mi avevi riconosciuto, Zave?).
Riporto la domanda posta qualche chilometro fa: secondo voi un critico cinefilo è un giornalista di serie B? Merita la sottopaga perché il suo lavoro consiste nel guardare continuamente film?
Infine c’è stato lo show di chi diceva che il redattore non salva alcuna vita, a differenza dell’oncologo. Quindi è bene che sia sottopagato. Anche qui, lavori di serie A, B e persino C. Mah, che visione contorta della vita, che hanno alcuni… Un vero mistero!
C’è chi fa l’insegnante. Non salva vite. Lo sottopaghiamo? Chi scrive su Repubblica. Non salva vite. Lo sottopaghiamo? Chi gioca a calcio. Non salva vite, eppure è strapagatissimo! Insomma, non dedichiamo neppure più fiato e caratteri a certe corbellerie, perché se vogliamo essere seri, certi discorsi non vanno neppure fatti.

Il punto è 1 e non avrebbe meritato una discussione di 600 interventi, ma 600 adesioni compatte di altrettante persone diverse. Se c’è una ingiustizia è bene portarla agli occhi di tutti e fare il possibile per combatterla.

Come possa esistere chi, invece, voglia che tutto resti così com’è mi è davvero impossibile capirlo. Salvo che chi parla: 1- lo faccia senza sapere; 2-lo faccia per rompere; 3-lo faccia animato da interessi personali.

Grazie e scusate la lunghezza

CarloT: ti avevo riconosciuto sì. 🙂
Comunque: le scintille non erano causate da caratteri “affini/brutti”, ma da una tua super vaccata. Errore di gioventù spero. 😛 Nessun rancore (figurarsi).

Ho capito a cosa ti riferisci. Sì, non posso darti torto… ero giovine e l’occasione era assai ghiotta, non che sia una scusa, eh, ma giusto per farti capire che la vaccata non era nata così, giusto per esser cattivi… 😉
Felice che dopo anni ci sia stata la possibilità di riavvicinarsi.

@Ricky: “Un conto e’ 20euro per un’articolo che prevede la prova del gioco e tutto quanto [gia’ non penso che i recensori giochino TUTTO il gioco.. ma su questo non posso sapere dovreste dirmelo voi]”

Questo dipende da molti fattori, dei quali i due dominanti sono, ovviamente, la voglia del recensore e il tempo che gli viene dato. Dove “il tempo che gli viene dato”, se vogliamo è anche un po’ una cosa legata a quanti articoli deve scrivere, che sia perché è dipendente e gli viene imposto dall’alto, che sia perché è freelancer pagato due soldi e deve scrivere milioni di articoli per poter campare. Perché poi c’è anche questo problema: se devi scrivere tanto, troppo (dato che cambia assai da persona a persona, intendiamoci), ne risente per forza la qualità di ciò che scrivi. Sia perché a esser super carico finisci inevitabilmente a tirar via qualche articolo, a produrli un po’ in serie, a perdere in creatività e, magari, in lucidità, sia perché comunque hai meno tempo per lavorare approfonditamente al singolo pezzo.

Senza tirare in ballo l’esempio estremo del GDR da 200 ore, che ovviamente va approcciato tenendo conto di determinati limiti, e senza sottovalutare la capacità di una persona esperta di saper giudicare un gioco senza averlo finito, è ovvio che giocare a fondo e portare a termine (quando si tratta di un gioco “finibile”) è la situazione ideale e personalmente io cerco sempre di farlo. Anche perché in un contesto in cui la componente narrativa diventa sempre più importante, mi pare miope sottovalutare l’importanza di “vivere” l’esperienza completa per poter dare un giudizio sensato.

Questo al di là di certi codici review in cui ti bloccano l’ultimo livello per evitare spoiler. 😐

@AldoS-Z

No, non credo proprio.
Fondamentalmente è una cosa che poteva andare bene (ma forse, eh) al massimo dodici anni fa.
Dico proprio dodici, e non tipo un generico dieci, per un motivo ben preciso che tu conosci meglio di me.

Oggi (e per oggi intendo, di conseguenza, tutto il periodo che va dal 1997 a oggi e che durerà ancora chissà quanto) non è una cosa fattibile.
E non riesco neanche a capire come proprio tu possa prendere in considerazione l’ipotesi.

@giopep
La cosa che mi spaventa e’ che molta gente che lavora per tutti i siti che non ricevono i codici preview, abitualmente prova per massimo un’ora il titolo e poi scrive quattro baggianate.
Conosco solo gentaglia oppure e’ una cosa diffusa [ovviamente le riviste e i siti maggiori non hanno bisogno di tali mezzucci per tenersi in pari.. o no?]?
E poi, portando l’esempio inverso, giudicheresti in modo diverso Fahrenheit o come cazzo si scrive senza aver visto il finale delirante?

Ma forse stiamo andando un po’ tutti OT, parliamo di Zave e del suo articolo che sara’ tra i piu’ commentati di WordPress e dei milioni che guadagnera’ per questo.

@ Carlo T.

tutte cose giustissime, ma però, occhio, hai messo insieme una serie di considerazioni scritte in diversi momenti della discussione, relativamente a problemi magari diversi.
Il discorso delle 20 euro a pezzo, per esempio, personalmente lo collegato al problema di un portale web e della sua sostenibilità economica… ben lungi da me dire che per una rivista che vende 50 mila copie bisogna prendere i redattori per la fame…
e infatti, in sprea, non succede così, per fortuna.

Ma non mi sembra che qui dentro nessuno sia a favore dello sfruttamento bieco. Semplicemente, personalmente, ritengo che ci possano essere delle realtà, web, magari nuove, che non pagano molto per un articolo.
Nella realtà web attuale mi sembra normale, e assolutamente in linea con il conto economico di un portale.

Se invece ti riferivi al comportamento nei confronti dei redattori e collaboratori di gamepro…beh, era una bella porcheria, a quanto si è detto, e non penso che nessuno possa difenderlo.

@Ricky
Siamo OT, ma volendo neanche troppo se consideriamo il discorso “in questo sistema per campare devi fare tanto, magari troppo, non importa se male”.

Non apriamo il pentolone Fahrenheit che quello davvero è OT e comunque mi ha rotto il cazzo. Ti rispondo giusto che:
1. non ha senso chiedersi se lo giudicherei diversamente: che fai, gli levi un pezzo? Ne fa parte, è giusto considerarlo nel giudizio, soprattutto se è così fortemente schifoso: l’errore sarebbe non considerarlo, abbi pazienza;
2. finale un paio di coglioni, ci si sofferma su quello perché è il definitivo tuffo nella diarrea e rimane stampato in fronte, ma ma la nuotata nella merda comincia ben prima, sostanzialmente una volta che si esauriscono le prime tre/quattro scene (bar, casa, poco altro), davvero molto belle e “bugiarde”. Poi cominciano i QTE a caso, spunta robaccia tipo la parte stealth e un soggetto interessante finisce in vacca che neanche Italia Uno Action. Parere mio, ci mancherebbe.

Comunque, oh, io Heavy Rain lo aspetto, eh, magari stavolta mantiene le promesse e le premesse, nonostante certe scelte stilistiche continuino a sembrarmi un po’ tanto “sarebbe bello essere Scorsese, anche quello invecchiato maluccio, ma purtroppo sono Steven Seagal”.

Quello che trovo incredibile è come si possa immaginare e, in alcuni casi, riuscire a realizzare una rivista ‘professionale’ grazie ad articoli di ragazzi appena più che maggiorenni (forse) alle prime armi e pensare di rimanere sul mercato (al di là dei costi).

Le possibilità sono tre: o non ha capito nulla chi mette in piedi l’impresa, non ha capito niente il pubblico o entrambe le cose. Io propendo per l’ultima ipotesi…

@ Tobix
Si, io ho continuato a riferirmi, in pressoché quasi tutti i miei interventi, alla denuncia di Mattia. Quindi “all’affare Accordi”.
Tant’è che qualche chilometro sopra ho detto che io stesso ho lavorato e lavoro sul web, venendo pagato col gioco che recensisco, ma non mi aspetto nulla di più, anche perché, per ciò che riguarda me, quello non è un lavoro, ma semmai è un passatempo. Ben diverso però sarebbe il discorso se, rivista o sito che fossero, mi si chiedessero otto ore quotidiane per cinque giorni a settimana. Allora indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa, pretenderei il giusto. Se il sito o la rivista non possono permetterselo, mi spiace per l’imprenditore ma me ne vado.

@giopep
Ho citato Fahrenheit proprio perchè magari dai primi momenti non ti aspetti un “cambiamento simile”, e se il caporedattore ti dice “Domani mattina esce il tal titolo scrivimi una rece” puoi dare un giudizio errato a causa delle considerazioni errate.
Forse ho solo sonno, ho perso il filo del discorso. Non sono un vero redattore =_=

Ah, ma sicuramente. Posto che a molti Fahrenheit è piaciuto punto e basta, e pace, se ti ritrovi a dover recensire il gioco sulla base della prima oretta, ti sembra probabilmente ben superiore. Al di là del fatto che se ti ci metti Fahrenheit lo finisci in un pomeriggio. Scarso.
Ma d’altra parte vale anche il contrario: quanti giochi partono in maniera moscia e poi s’impennano?

Beh posso pensare al caso limite di Fallout3, che piace solo una volta che ci si e’ ambientati [ e a volte ci si mette un po’].. attualmente altri casi di giochi che si aprono dopo qualche ora di gioco non me ne vengono in mente, non per questa generazione. Facendo un passo indietro pero’ potrei dire Second Sight che all’inizio e’ poco comprensibile, o Wind Waker che a meta’ gioco ci schiaffa a battere tutti i mari alla ricerca dei forzieri con la triforza. Due esempi contrari.

Ciao giopa… manco è il mio blog, quindi rompo le scatole per principio. Magari però… la discussione squisitamente legata i giochi la potreste condurre in privato? Già seguire è complesso…
Poi magari è tutto finito qua e nessuno avrà nulla da aggiungere, non so.

Vabbé, magari Alan si vorrà premurare di illustrarmi i miei gravissimi peccati. Io me lo auguro.

Il problema è proprio che non esiste la richiesta di qualità. Se ci fosse molti di questi problemi non avrebbero ragione d’essere. Non esisterebbe, chessò, la possibilità di fare la Edge italiana a 3500 Euro o a 3200. Finchè sarà così, finchè non ci sarà la richiesta di gente capace, gli editori si sentiranno giustificati ad andare a pescare nella marea di ragazzini che “giustamente” lavorano gratis proprio perchè per loro quello non è un lavoro: è parte divertimento, parte sentirsi integrati in un mondo affascinante (c’è chi si accontenata del gioco gratis).
Non giustifico l’atteggiamento degli editori, tutt’altro (si tratta sempre di fare soldi sfruttando la pasione altrui), ma dal punto di vista del recensore è ben diverso dal lavorare in miniera o in catena di montaggio a zero lire/euro. Molti proprio non ci pensano ad essere retribuiti (e infatti il turnover di recensori credo sia molto alto)

Gorman: non rompere i coglioni. 🙂
La cosa è conclusa, per quanto mi riguarda, a meno di voler proseguire sul filone “lavorare tanto, in fretta, male e per pochi soldi”, che volendo è attinente, ma a dirla tutta non so bene che ci sia da aggiungere.

Scusate l’intrusione, ma visto che sul blog di Accordi sono stati bloccati i commenti (a seguito di interventi peraltro abbastanza civili, almeno da parte mia) nella discussione ove si parlava di Idra Editing e della filiera dei produttori di videogiochi, posto qui la risposta che purtroppo là non posso più postare (ps. ho un backup dell’intera discussione… sa’mmai :D):

http://metalmark.wingsofmagic.it/?p=1126#comments

[In risposta a Pape]
Evidentemente sì, dato che Idra è entrata nella filiera dei produttori di videogiochi in data antecedente alla chiusura di Game Pro.

Quest’ultima poi è comunque solo una delle riviste che Idra curava/cura.
Nel dettaglio le sue attività, elencate nella pagina dei servizi, sono:

http://www.idraediting.com/servizi.html

Editing
– Consulenze editoriali
– Ideazione e realizzazione di progetti editoriali
– Ricerca di notizie e materiali audiovisivi
– Realizzazione di timoni
– Redazione di articoli
– Correzione di bozze
– Impaginazione

Traduzioni/interpretariato
– Servizio di traduzione in italiano di ogni tipo di testo nelle principali lingue europee
– Traduzioni dal giapponese all’italiano e dal cinese all’italiano
– Traduzione testi dall’italiano all’inglese e al giapponese
– Si forniscono interpreti per eventi, congressi, fiere, ecc.

Localizzazione
– Servizio di localizzazione, doppiaggio e sottotitolaggio

Impaginazione
– Realizzazione grafica di qualsiasi tipo di pubblicazione

Grafica pubblicitaria
– Elaborazione di messaggi pubblicitari
– Realizzazione di materiale pubblicitario e organizzazione di volantinaggio
– Carta intestata, biglietti da visita, ex libris, ecc.
– Packaging
– Servizi fotografici

Web design
– Ideazione, progetto e realizzazione di siti web nei principali linguaggi e formati
– Aggiornamento e manutenzione siti Opere multimediali
– Ideazione, progetto e realizzazione di opere multimediali su CD o DVD (con authoring)

Corsi di formazione
– Alfabetizzazione informatica
– Redattore di riviste di informatica (*)
– Redattore di riviste di videogiochi ed entertainment(*)
– Linux per tutti (*)
– Hacker e sicurezza informatica (*)
– Traduttore per riviste di stampa specializzata (*)
– Cercare lavoro con Internet
– Content Manager (*)

Organizzazione eventi
– Pianificazione, contatti chiave e svolgimento di business party, congressi, raduni, fiere, incontri e serate
– Servizio di hostess per eventi
– Supporto multimediale PR Agency/ufficio stampa
– Cura dell’immagine e della comunicazione aziendale

“Figata” ritrovare tutta questa bella gente in un unico post 😀 Magia di Internet!
Dopo aver letto tutto (a tratti sembra di stare su Forum o ad Amici :p ) un paio di cose, che magari non fregano a nessuno ma dopo aver perso la vista a leggere le scrovo comunque:

Ricordo che le tabelle dell’OdG non esitono piu da c.a. un anno per decisione dell’Anti Trust (http://www.odg.it/site/?q=content/lantitrust-chiede-la-rimozione-del-tariffario)

Pape: Multiplayer.it se vi sono i presupposti le carte per il patentino le firma senza problemi che io sappia.
Per i costi dell’editoria online posso riportarti un pò di mie esperieze.. per un prodotto serio, competitivo e
duraturo nel tempo non c’e’ differenza negli investimenti necessari e nelle spese sostenute. Invece della stampa
hai i server quindi pure la distribuzione ha costi simili.

Tobix: il problema non sono i 20 euro al ragazzo alla prima esperienza. Il problema è che in moltissimi casi vengono proposti solo i 20 euro per tutti, prima esperienza, anni di esperienza, Guru del settore. Ovviamente chi ha esperienza rifiuta gentilmente l’incarico e lo “sfruttamento” prosegue. Vi son centinaia di persone che scrivono ed han scritto per riviste e siti mentre erano studenti e poi son “scomparse” una volta che le bollette iniziavano ad arrivare. Nomi e persone che ad oggi ancora rimpiango e con competenze e bravura davvero rara, però con i 20 euro a pezzo nessuno puà viverci.
Sul discorso dell’etica non concordo. L’etica o c’e’ o non c’e’ indipendentemente dal contesto.

Elettrojung: “Un medico specialista in oncologia che ti salva la vita da un TUMORE costa 250euro a visita, e tu pretendi che un giornalista che scrive di videogames prenda 348euro per 3500 caratteri?”
L’incongruenza sta nel fatto che il medico fà 10 visite al giorno per 5 giorni a settimana, il giornalista free lance se scrive 5 articoli sui videogame al mese è tanto. Se non parliamo di liberi professionisti (sia medico che giornalista) allora c’e’ uno stipendio ed il discorso non vale piu.

Discussione principale: Ormai persa nel limbo dei botta e risposta direi…

Discussione retribuzioni: tutti abbiam fatto (credo)la gavetta sottopagati, questo non vuol dire che sia giusto ma non nascondiamoci. Finita la gavetta è poi giusto e doveroso rifiutarsi di continuare ad essere sottopagati..e rifiutarsi vuol proprio dover dire: NO grazie. Fermo restando che per 7,50 Euro a pezzo ovviamente poi la qualità e la professionalità di chi scrive sarà tutta da verificarsi… vero è che “perso un sottopagato se ne trova un’altro”, però questo porta (esempi ve ne son a bizzeffe) sempre e solo ad una conclusione, la scomparsa della rivista dalle edicole o da Internet. Poi per carità, ogni persona è ben consapevole di cosa prende e per fare cosa… quindi non mi sento di giudicare chi decide per qualsiasi motivo (contatti?esperienza?filosofia?ego?) di scrivere per tutta la vita anche gratis o a cifre irrisorie.

Cosi’ come è doveroso rifiutarsi di avviare progetti che porteranno ad una situazione lavorativa infame per i collaboratori (almeno io la penso cosi’). Per fare certe cose ci vogliono certi budget (e non si parla di milioni lo sappiamo bene), se non ci son le condizioni allora meglio evitare…

No beh, non sto minuti a discutere in maniera seria (non accolorata, perché non mi pare di aver offeso nessuno sul blog di Accordi) per poi veder tutto cancellato. In quei post ci sono domande e argomentazioni che possono anche essere sbagliate, ma ancora una volta davanti a un contraddittorio Accordi non ha saputo rispondere.

Non voglio condannare nessuno per partito preso, ma stando così le cose non c’è margine di miglioramento.

Ah, sul mio blog alcuni commenti possono andare in moderazione a seconda del filtro anti-spam (che purtroppo devo usare altrimenti mi trovo di tutto nell’arco di un’ora), ma (eccetto lo spam, ovviamente) nessun post verrà cancellato e tutti i commenti verranno autorizzati. 😉

Ha cancellato subito dopo la mia ultima precisazione:

1. il DURC è di dominio pubblico.

2. la sua non attivazione in camera di commercio, unita alla richiesta di codice ATECO e ATECO-FIN (di dominio pubblico) per dimostrare la reale attinenza di Idra col mondo della produzione di videogames.

3. le ovvie inottemperanze in merito alle norme sul lavoro dipendente (il filmato ADNKronos mostra lavoratori senza spazi minimi) e la precisazione che non è lui a poter “scegliere” cosa fa la sua SRL ma è una segnalazione che deriva dallo statuto, dalla registrazione in camera di commercio, dal DURC dei dipendenti e in ultimo dall’analisi del bilancio depositato ha prodotto la necessità in Accordi di chiudere un match che lo vedeva appalesato per quello che è: un ragazzo con molti sogni che ha confuso le regole dei grandi con quelle di un gdr.

Le sue parole, soprattutto quelle non dette, tolgono veramente ogni dubbio sulla questione.
Il fatto che ora anche Caturano “non abbia capito bene”, e parliamo del VicePresidente della Filiera, ma che Accordi, presidente di un’altra cosa che però ha sede in casa del presidente dell’altra cosa (la filiera, scusate ma sono così interllacciati che è facile fare confusione), ha capito meglio di lui.

Ovviamente spiegare che l’entrata in Filiera di Eve e Idra è antecedente all’inizio lavorazione del misteriosi titolo da 800.000euro non è valsa a molto.
Spiegare inoltre che l’ingresso deve essere postumo alla presentazione di un bilancio le cui voci in entrata sono collegate ad una categoria merceologica coerente con statuto e collegata alla produzione di videogames ha dato il colpo di grazia.

Non poteva non cancellare tutto.

Cosa aggiungere?
Ecco vi dico questo: sono onestamente perplesso.
Secondo me è veramente confuso lui: non è solo disonesto, credo ci sia una dose di grande ignoranza in materia per le cose che fa.
Sono così goffe e macroscopiche (fra tutte citiamo la non attivazione in camera di commercio) che possono scaturire solo da una persona che onestamente “non sa come si fa”.

Il fatto che questa persona sia il presidente di una associazione per la cultura, che ha sede a casa del presidente della filiera, che ha una società che invece ha sede operativa (da verificare) nello studio Idra, che fa parte della Filiera anche se non può, così come Idra che ha sende anche lei a casa del Presidente della stessa Filiera… ecco tutto questo è veramente una storia che accade soprattutto per ignoranza, malcostume e arrivismo lobbistico.

Grazie al cielo sono tentativi così goffi che passano direttamente a farsi lo sgambetto da soli.

In soldoni che una società che è registrata alla camera di commercio come produttrice di automobili non può dall’oggi al domani decidere di produrre maglioni. Non senza informarne la camera di commercio stessa.

Elettro.. io quello che non mi spiego… ma Accordi non è pure laureato in Legge? Diamine, un minimo di attenzione dovrebbe pure sapere che è il caso di prestarla. No?

E per amici e parenti, un bellissimo messaggio non direttamente correlato (ma correlato eccome) del lontano 2003: http://tinyurl.com/gorman-direttore . Peccato non averlo ritrovato nel 2007, quando già lo ricordavo perfettamente ma la funzione di ricerca del forum era morta.

Leggendo il post precedente sul tuo blog (dico il tuo Marco/Cav) mi si sono schiarite un attimo le idee e ho ricollegato alcune cose lette su Eurogamer, ora la faccenda è più chiara anche per un niubbo come me 😛

Associazione culturale quando il blog personale è tutto all’insegna del “viva la figa, ma che sò sti scemi che vanno a teatro, nei musei o al cinema a vedere le cose impegnate burp”? Ma lol.

Ovvio che non gliene freghi un cazzo.

@Vlad

Ciaooo Vlad!!!

Forse non hai capito il senso del mio post.
Io non sto dicendo che 20 euro vadano bene per un guru dei videogiochi, o per un bravo giornalista. Assolutamente.
Sto dicendo, come poi dici anche tu, che un giornalista con esperienza, se deve vivere di questo lavoro, non li accetta.
Non capisco perchè, secondo te, una persona che vuole aprire un portale web , non possa offrire ai ragazzi di collaborare per poco. Se non può permettersi di più, che problema c’è? Saranno i ragazzi a farsi andare bene 20 euro, 10 euro, 7.50 euro… e se poi scrivono male, o non all’altezza delle aspettative, scusa, ma saranno i visitatori del sito a farglielo notare (come in effetti è accaduto anche a gamepro).

Io non condivido il ragionamento “non hai tanti soldi, non lo puoi fare”. Internet, grazie a Dio, è ancora simbolo di libertà di espressione ed editoriale, e ha permesso a diverse realtà di affermarsi partendo “dal basso”.
Se io imprenditore voglio fare un portale e metterci articoli, e se ci sono ragazzi che me li fanno ad un prezzo x, sono contento.
La mia ETICA professionale mi spinge a comportarmi in un certo modo in funzione dell’accordo che mi lega al collaboratore. Se gli pago un articolo 20 euro, non posso pretendere che perda 30 ore per giocare e per farlo. Devo accontentarmi di una qualità magari più bassa. Se mando qualcuno in transferta, gli pago le spese, è ovvio. Non farlo è da carogne e sfruttatori.
QUESTA è l’etica di un imprenditore editoriale in internet, secondo me.
Poi , dato che i bilanci della società sono pubblici, se io pago una miseria i miei collaboratori e viene fuori che la società ha utili stratosferici, o mi mandano affanculo, o pestano i piedi per avere un aumento (personalmente sono nell’ottica della distribuzione dei “beni”, e lo farei volentieri in prima persona di pagare meglio i collaboratori, ma è un discorso a parte).
In ogni caso, mi risulta anche in Xenia che, prima del mio arrivo nel 2000, ci fossero state un po’ di lotte con l’editore per il miglioramento dei pagamenti. Lotte vinte, tutti contenti.
Però non si può pensare ad una legge che dice “tu vuoi aprire una società? devi avere almeno xxx migliaia di euro”, perchè altrimenti va tutto apputtane ((al di là del fatto che tra capitale minimo di 10.000 euro per una srl, notaio, commercialista, comunque la cifra di partenza base-base stara sui 20000).

Forse, se tutti i giornalisti esperti di videogiochi che ha sfornato il “boom” editoriale del settore tra i 1995 e il 2005 non trovano adeguato compenso, significa semplicemente che NON C’E’ SUFFICIENTE DOMANDA… mi pare un concetto semplice di economia.
E’ IL MERCATO, in ogni caso, a decidere se un prodotto è vincente. GamePro ne è l’esempio, con il dimezzamento delle copie vendute!
Vogliamo prendercela con il comportamento da brigante di chi ha gestito collaboratori alle prime esperienze in quel modo? Ok, ma li siam tutti d’accordo, per come si è comportato NEL COMPLESSO, e perchè alcuni atteggiamenti non sono proprio seri e professionali. E si parla di un insieme di cose, non solo del fatto che pagasse poco i collaboratori!

E riguardo all’Etica del lavoro personalmente non sto dicendo che una persona, se messa alle strette con scelte che non gli vanno giu, debba per forza ingoiare merda per tenere il posto. Il buon Gorman lo dimostra, con una scelta coraggiosa. Però io non so tutti i fattori che l’hanno spinto a quella scelta. Tutte le cose che non gli sono andate bene.
Non credo che fosse riferito ad una pressione per mettere un punteggio più alto in un videogioco, o per lisciare un inserzionista… magari erano molti motivi che, sommati, gli hanno fatto prendere quella decisione.

L’etica del giornalismo è una cosa corretta, ma non puoi basarla su un sistema di Assoluti. E’ una questione di diplomazia, che è necessaria in qualsiasi ambito lavorativo uno si trovi.

@Tobix: Nel caso Vlad sia io (Anche se son Mauro “Kilamdil” Monti)

1. “Non capisco perchè, secondo te, una persona che vuole aprire un portale web , non possa offrire ai ragazzi di collaborare per poco.”

Non stiamo parlando di fansite o di sitarelli web magari nemmeno registrati. Stiamo parlando di società ed il discorso è un pò differente (anche a livello fiscale)

2. “Io non condivido il ragionamento “non hai tanti soldi, non lo puoi fare”

Non ho mai fatto questo ragionamento.

3. “In ogni caso, mi risulta anche in Xenia che, prima del mio arrivo”

Non sò nulla di Xenia mi spiace ma non si parlava di quello.

4. “Però non si può pensare ad una legge che dice “tu vuoi aprire una società? devi avere almeno xxx migliaia di euro””

Mai parlato di queste cose

Sull’etica, per quanto mi riguarda, ripeto o c’e’ o non c’e’. Una persona non può essere etica quando gli fà comodo e non esserla in un’altra situazione. Discorso generico, senza alcun riferimento a fatti, cose e persone.

p.s. metto i numeri solo per rendere piu leggibile la risposta

ops, scusa se ho capito identità sbagliate,
comunque il mio post di risposta era più di ampio respiro, non ne facevo una cosa punto-a-punto con quello che hai scritto tu. Se ho dato questa impressione, errore mio.

Sull’etica: mi esprimo diversamente: anche per me una persona l’etica o ce l’ha, o non ce l’ha. Però non giudico, in assoluto, non etico una persona che magari deve fare determinate scelte. L’etica si misura sul comportamento complessivo, non sulla singola scelta, imho.

Tobix: Sull’etica: mi esprimo diversamente: anche per me una persona l’etica o ce l’ha, o non ce l’ha. Però non giudico, in assoluto, non etico una persona che magari deve fare determinate scelte. L’etica si misura sul comportamento complessivo, non sulla singola scelta

Concordo pienamente

Domanda leggermente off topic. Chi ci sarà a Monza sabato?

Detto questo, faccio i miei complimenti per la ricostruzione filologica riguarda alle necessità della camera di commercio et similia. Precisa e puntuale, niente da ridire.

@tobix non riesco proprio a seguirti.

Internet è il tempio della libertà d’espressione perché puoi aprire un blog su WordPress, *gratis*, e scrivere quello che ti pare. Come stiamo facendo in questa circostanza.

La libertà d’espressione non include, per niente, la libertà per una società di capitali di costruire un business sottopagando la gente, men che meno appellandosi a quel tipo di principio.

Davvero mescoli cose che non c’entrano minimamente l’una con l’altra.

E per quanto riguarda il mio post su GamesRadar, la frase “Il giorno che non potrò più farlo con la dovuta libertà e autonomia editoriale, cambierò lavoro.” mi pare sufficientemente chiara. Certo, il fatto che “mi abbiano cambiato lavoro”, modifica lievemente il tutto. Di pochissimo però, perché ci saranno state pur delle ragioni per “cambiarmelo”, no?

Il Silvestri mi è sempre stato antipatico a pelle, ma trovo vergognosa la piazzata del Toso. Accusare così pubblicamente e senza prove di aver svelato un segreto di Pulcinella chi praticamente ti ha permesso di fare questo mestiere è davvero un colpo basso, una mossa che getta discredito su TGM (che ora apparirà come un covo di vipere) e che sa di risentimento lontano un miglio. Forse Davide Tosini è invidioso perchè non possiede un millesimo delle capacità di scrittura e profondità di analisi del suo predecessore (non a caso gli editoriali Sprea continua a farli scrivere a SS).

Wow, tobix! E io che pensavo che merdamark e merdacar fossero il nadir dell’etica!
E minchia quanto mi sbagliavo! Almeno i due buffoni in questione ci fanno i soldi, sulla pelle della gente – tu invece no! Tu sei l’equivalente dello sgorbietto che levava i tarzanelli dal buco del culo di Jabba (Briciola Salace, per i più sfigati tra i molto sfigati lettori), perché hai scritto tre cagate in croce e sei lì a dire che se ti dessere un tozzo di pane e un calcio in culo saresti ben lieto di farlo di nuovo, e che chi non la pensa così non capisce un cazzo perché Internet è stato fatto apposta per consentire a delle merdacce di approfittarsi di poveri coglioni.
In tempi più nobili, gente come tobix veniva definita “crumiro”. Quei tempi nobili però sono passati, e la definizione attuale è “succhiacazzi da elemosina”.

Ah, eldacazzo: fake ci sarà quella zoccola del tuo fidanzato merdamark.

Ha ragione pgcd. Poi, pensare che internet sia nata per per permettere di trasformare dei morti di fame in editori è una solenne cazzata. Capisco che molti la pensano così, ma sono stronzate. Lo sanno tutti che internet è nata per il porno. Quindi, se qualcuno vuol guadagnare mettendo le foto della mamma/sorella/fidanzata che succhiano il cazzo ai muli, ci può stare. Se qualcuno pensa di improvvisarsi editore sottopagando i collaboratori, come ho già detto che si dia fuoco. E vada a marcire in galera, dove non gli mancheranno cazzi da succhiare.

Pape

@gorman

Ho detto che non conosco tutte le motivazioni che ti hanno portato a fare quella scelta, ma saranno ben state valide, conoscendoti.
Anche il rapporto con i propri superiori entra in causa, ovviamente… cioè, un insieme di fattori, no?
Se uno si trova male in una situazione è per un insieme di fattori, credo, non perchè ha una sfuriata o un diverso punto di vista in un rapporto altrimenti “corretto”, o perlomeno “sopportabile”.
Penso che valga anche per te, dato che da quel che scrivi e leggo sei andato tanti anni avanti a fare il tuo lavoro in situazioni anche non semplici da gestire, o sbaglio?
tutto qui

Per quanto riguarda la libertà di Internet… continuo a pensare che alcune realtà che, nel mondo, si sono affermate su internet come società vincenti, siano riuscite a nascere grazie ad una serie di vantaggi economici propri di internet, perlomeno fino a qualche tempo fa.
Non parlo di sfruttamento, cazzarola, parlo di una startup che voglia provarci, tutto li.
Per inciso, non ne so nulla del business di Accordi, nè del portale gestito da Eldecar, nè da quanti soldi girino e quali siano i previsti profitti.
Di Accordi, e tutto quel che è girato attorno alla storia “principale”, mi sembra semplicemente che ci sia stato un comportamento di base scorretto, punto.
Per il resto non mi esprimo, non conoscendo i fatti in prima persona.

@pgcd – dato il tono del tuo post non ti rispondo neppure

Tu ragione, egslettore. Io povera scimmiettà babù, che non sapere scrivere bene. Infatti io molto grato a te per sottolinare mia incapacità, e dispiacere tanto che tu avere scoperto mio piccolo artificio di magia di merlino che fa scrivere me pezzi.
Però promettere io potere migliorare sull’invidia, grazie soprattutto a segnalazioni come la tua, che smascherare mia invidia in maniera tanto sagace. Io magari evolvere e diventare grande scimmietta babu, capace di mettere insieme tre parole e coniugare verbi.

Ecco, Gesù magari aiutare me.

Incredibile, mi ha già dato la possibilità e la capacità di scrivere. Gesù.
Se mi dovesse mai capitare di scriverne uno, di editoriale, ci metterò tutto me stesso, in modo da lasciar trasparire tutto quello che traspare dal resto della rivista da un tot di tempo a questa parte.

Io credo nel gruppo: l’ho già scritto tante volte, ex lettore di TGM. Uno di noi, da solo, non vale un cazzo. Tutti insieme siamo la miglior redazione in Italia. E, qualora ce ne sia la possibilità/occasione, avrete editoriali scritti dalla miglior redazione d’Italia (sempre IMHO, ovvio. A qualuno piace Star Trek, a qualcuno la torta di riso).

Quindi, poco mi importa della questione degli editoriali, te lo assicuro: dovesse mai capitarmi, magari farò peggio, magari farò meglio, magari parlerò di videogiochi.
Però l’invidia no, dai. Pare banale. Non sarebbe meglio un complotto?

Ciao ciao!
un ex lettore di Donna Moderna

è ben per questo che in italia non combineremo mai un cazzo, al massimo ci pesteremo i piedi e ci prenderemo a borsettate per succhiare le bricioline. Ci vogliamo prendere per il culo? e prendiamoci per il culo, tanto lo facciamo da anni. Poi il lettore sono anni che si chiede perchè uno sviluppatore riceve puntualmente recensioni positive praticamente solo in italia e col picco di qualità gridata ai quattro venti solo su un portale. Bella così. Tanto va tutto bene. Purtroppo però, il lettore che si informa è sempre in minoranza… mi raccomando, noi continuiamo a parlare di “professionalità”. Costruiamo un bel gratacielo di mentine su fondamenta di marzapane.

ToSo, tu continui a stupirmi, e non comprendo nemmeno io bene come (non per forza negativamente… ma proprio non lo so…).

Il problema relativo all’IBAN (leggo solo ora la discussione sopra) è relativo a chi l’ha “spifferata”, o piuttosto al fatto che qualcuno abbia anche solo proposto di inserirlo sulla sua rivista?

Tu se l’avessi saputo avresti fatto spalluccie e te ne saresti fregato? O magari dentro di te avresti pensato, pur non divulgandolo (è sempre l’azienda per cui lavori e quindi si capisce), “ma che idiozia”?

Lo chiedo per capire quanto tieni in considerazione la cosa.

Tobix, tu dici: “continuo a pensare che alcune realtà che, nel mondo, si sono affermate su internet come società vincenti, siano riuscite a nascere grazie ad una serie di vantaggi economici propri di internet, perlomeno fino a qualche tempo fa.”

I vantaggi economici sono che non devi avere una sede fisica, non devi pagare l’affitto dell’ufficio, non devi pagare la carta e lo stampatore, nel caso dell’editoria. Che devi pagare una miseria i collaboratori è una puttanata messa in giro da Accordi, Belli e altri editori improvvisati.

Poi non capisco cos’hai contro il tono di pgcd: lo conosco bene, e solitamente non è così pacato. Ti ha preso in simpatia e tu fai pure l’offeso?

Pape

Azz, ho appena preso un chinotto dal distributore automatico. In clima di succhiacazzi, non vorrei che la cosa diventasse equivoca.

@Marco/Cav:
Nono, spe. Secondo me quella dell’IBAN è una porcata, come ho detto tempo addietro su EG. Il pubblicarlo, è una porcata. E sono contento che Paglianti se ne sia accorto (ora non so come spulciare il sito e metterti il mio quote. Ci arrivo, però, se recupero il topic che era toppato da loro in home).

Io non sono d’accordo con le modalità di diffusione della notizia. Tutto qui.
Lungi da me il difendere una cosa del genere. Sarei un coglione a farlo.

E sarà una scimmietta babù, ma un coglione proprio no.

@Pape: “I vantaggi economici sono che non devi avere una sede fisica, non devi pagare l’affitto dell’ufficio, non devi pagare la carta e lo stampatore, nel caso dell’editoria.”

Mica tanto vero, se sei una realtà industriale la sede fisica la devi avere, anche solo per gestire il business. Non parlo dell’eleggere la propria casa come domicilio fiscale per il Fisco, ma proprio per gestire gli affari… se inviti un publisher o un investitore per parlare di soldi devi avere un luogo appropriato per lavorare. Non si paga la carta e lo stampatore ovviamente ma i costi per dei server decenti (in particolare nell’era del DigitalDelivery e dei contenuti video o per i file che si pubblicano) non sono cosi’ bassi o dfferenti. Stampare e distribuire 1000 copie o garantire un accesso di qualità a 100.000 utenti costa uguale (cifre a caso per dare l’idea).
Questo ovviamente parlando di editoria online seria.

Ti ringrazio per il messaggio, ToSo. Circa il resto non discuto e non mi intrometto nemmeno.

Sono lieto comunque che una certa etica (termine un po’ abusato, temo… ma altri non me ne vengono in mente in questo momento) sia condivisa.

@ Mauro. Soprattutto rapportata all’editoria cartacea nel nostro Paese, sottovaluti gli sprechi insiti nel meccanismo di distribuzione italiano.

Per quanto tu debba sovraddimensionare le tue macchine, per non andare down dopo due giorni, non ti avvicini certo a una condizione in cui devi investire 100 per erogare 50 (quando va bene, se va male pure 35 o peggio)

Si, Mauro, era un esempio. Il fatto è che, come ho già detto, per fare l’editore ci vogliono dei soldi. Non una manciata di migliaia di euro. TANTI soldi. E questo non vuole entrare nella zucca a certi personaggi, convinti che fare l’editore non sia differente dall’aprirsi un sitarello dove sparare le proprie idiozie e dove promettere fama e gloria imperitura a qualche ragazzo che, inesperto, rischia di crederci pure che bisogna fare la gavetta per una miseria al pezzo.

Pape

@Gorman: quando per alcuni progetti avevo fatto i conti l’online era meno costoso del cartaceo ma non cosi’ di tanto da far gridare al miracolo o all’Eldorado.
Tieni conto che quando si parla di progetti editoriali online strutturati in maniera degna si tiene conto anche di una serie di figure extra che il cartaceo non ha, quali ad esempio il reparto tecnico, i programmatori ecc ecc (che siano interni o in outsourcing comunque costano) o anche semplicemente i newser che dovendo dare aggiornamenti in “tempo reale” han costi differenti. Nel mio conto mettevo tutto nello stesso calderone per semplificare.

Innegabile è il fatto che online si possa ridimensionare tutto in base alle esigenze senza i costi che imbrigliano il cartaceo. Vedi i resi che ad oggi comprendono anche i vari gadget (DVD,CD,…) che fra bollini, costi di stampa ecc ecc incidono sul fatturato e rompono le balle.

Mauro, sono direttore delle attività online presso un editore. Un’idea dei costi ce l’ho, abbastanza chiara. E non sto dicendo per niente che l’investimento per andare online sia irrisorio. Per niente proprio. Né quello iniziale né quello protratto nel tempo.
Semplicemente, si tratta di un modello più efficiente di quello cartaceo (salvo il fatto che i contenuti i lettori non te li pagano pressoché mai, o giù di lì).

@pape

facciamo un discorso più diretto. Dato che il problema dei compensi ridicoli è dato dalla domanda-offerta sul mercato del lavoro,unita alle scappatoie offerte alle aziende dal punto di vista contrattuale (vendita di opera frutto dell’ingegno, con ritenuta d’acconto – contratto grafico pubblicitario – contratto a progetto – collaborazione occasionale), e dato che, mi sembra, non convieni sul fatto che se un prodotto è confezionato male, fatto male, è il mercato che lo fa fallire (riallineando quindi, poi, gli attori) pensiamo a cosa di dovrebbe fare per modificare questa situazione.
Mettere compensi obbligatori? l’ODG è una lobby che non dà sicurezza di niente, imho, se non spillarti soldi che probabilmente non rivedrai mai più, ma è l’unico organismo che permette di “obbligare”, tramite la legge, a rispettare determinate cifre.
Ok allora, dovremmo obbligare tutte le società editoriali, con fini di lucro, a rispettare i tabellari dell’odg.
Quindi, in definitiva, ci troveremmo sul mercato con 1-2 riviste di videogiochi al massimo, e su Internet con, forse, 1 portale, dati gli esigui introiti pubblicitari, che potrebbe far fronte a quelle spese.

Tutto il resto, blog
Mi sembra l’aternativa che si prospetta, no?

Alberto, non te lo dico più. Non mi mettere sulla stessa riga di Accordi quando parli di pagare, buffoni e cazzi vari perchè comincio vagamente a risentirmi, pur dovendomene fottere. E’ che proprio non ci riesco a risentirmi

Stai dicendo un vagone di cacate e continui a generalizzare come se qualcuno ti stesse dando torto. E lo fai con me, che il tesserino ce l’ho, lavoro come un negro e non ti ho ancora inviato le 5 persone che lavorano con noi (non le 40 degli altri siti web, cosa per cui forse dovresti farti qualche domanda) e non ci guadagno proprio un cazzo considerando che io faccio il dipendente e mi limito a dire chi è bravo e chi no, non quanto deve prendere

A differenza di quel mentecatto con il nick a codice fiscale, tu proprio il pirla evita di farlo perchè non so se poi basta una telefonata come con il ToSo. Non ti dico “amico, ti stimavo” oppure “sono deluso, un collega” come fanno altri elementi. Ti dico che avevo un’idea di te dovuta a brevissimi contatti lavorativi tipo SBK o incontri vari, che sta vagamente mutando

E non relativamente al giornalista, che sai fare il tuo lavoro ci mancherebbe. Ma siccome non ho il piacere di averti mai cacato oltre il dovuto, ti invito a pisciare molto corto

E trovo veramente allucinante che quella che poteva essere una discussione pure interessante sia scaduta in questa merda dove io devo stare a sentire il primo stronzo che passa e “dice”

Se avete qualche dubbio relativamente a numeri, modus operandi, cazzi e mazzi, invece di usare le pacioccose ditine sulla tastiera, alzate il culo. Oppure porto il portatile io

Per il resto l’economista Elettrojung dovrebbe avervi chiarito abbastanza le idee. Ma tanto continuate a metterla in caciara. Io non ho ma detto che bisogna pagare poco i collaboratori e non li faccio pagare poco affatto, visto quanto sostengono altre 30 persone (del settore e non). Io ho detto che non dovete cacare il cazzo perchè i conti in tasca a un’azienda non potete farli e i conti in tasca a un settore non sapete farli

E parlate dimenticando che in base a quello che dite, domani, per la vostra etica del cazzo e della merda, dovreste starvene a casa perchè vi stanno sfruttando e non dite di no. E dimenticate pure che forse il primo a dover bestemmiare per OdG e cazzi vari, dovrei essere io che mi sfrangio il culo gratis e non frusto gli stagisti perchè ne ho uno solo che scrive quando è disponibile, ha i rimborsi quando si muove e viene trattato bene come gli altri 5 (non 40 eh, come gli altri siti/editori a cui non siete andati a cagare il cazzo) che lavorano con noi. Quelli siamo dall’inizio, quelli restiamo, con piani e obiettivi di un certo tipo (che poi a me a dirla tutta…ma questo è un altro discorso)

Vediamo se ora è più chiaro porco il clero

E’ iniziata la Royal Rumble?

In effetti questo è il piatto ricco di ogni dissapore latente… però, signori miei, siamo davvero interessati a fare pulizia in questo settore tanto bistrattato e sfruttato, o alla fine quel che vogliamo è solo sfogarci?

Credo sia importante capirlo.

@eldacar

🙂 finché chiudi così, che vuoi che ti dica? 😉

A parte la battuta, adesso mi incuriosisci con quella cosa degli obiettivi “che poi a te…”. Però, dai, questa la si può pure lasciare fuori dal blog. Se no si finisce per parlare di tutto (e già così…).

Piuttosto, sempre per ridere… con il testo contenuto in questa pagina, in Future si beccavano 1.700 Eurozzi. Ahahahah!!! 😀

Oh, ma tu davvero non vieni a Monza per il grande show?

Se, come sembra, qualcuno è intenzionato a fare un’inchiesta seria sulla situazione dell’editoria ludica italiana, cartacea e web, sui compensi, le tipologie di contratto, ecc., la cosa non può che essere positiva. Del resto si parla pur sempre di un settore lavorativo come un altro, quindi perché non scandagliarlo come si deve?
E comunque la Royal Rumble la vince sempre Rick Flair.

Ciao a tutti, con pazienza e abnegazione mi son letta tutti e 600 i post e posso ora con minima cogniziona di causa dire la mia. Premetto che nell’ambito sono relativamente niubba, nel senso che scrivo da 3-4 anni e fin’ora per testate giornalistiche minori, però durante le fiere e le presentazioni ho conosciuto più o meno tutti quelli che bazzicano nel settore. Voglio dirvi la mia esperienza con GP, così rientriamo in topic.

First of all, mi limiterò a dire ciò che mi è successo senza esprimere alcun parer personale,anche perchè lavorativamente parlando stimo Metalmark.

A Luglio mandai una mail a Marco per chiedergli di visitare la redazione di GP. Lui con estrema gentilezza mi invitò senza problemi in redazione e mi fece conoscere tutti. Dopo una mattinata piacevole a chiacchierare del più e del meno decise di farmi una proposta “lavorativa”. Inutile che riscriva tutto il discorso della passione e del dedicarsi corpo e anima alle cose, perchè paro paro l’ha fatto pure a me fino ad arrivare ad offrirmi i famosi 3 mesi di prova con la possibilità di arrivare a non si sa cosa dopo Settembre.
Ovviamente si parlava di 8 ore al giorno in ufficio, dall’altra parte di Roma (per me che abito a casalpalocco) e zero stipendio, forse un rimborso spese per i mezzi ma era tutto da vedere. Dopo ciò chiesi però a Marco se sarebbe stato possibile partecipare agli eventi (vedi Gamescom) visto che con le altre testate giornalistiche per cui lavoravo non ne avevo mai saltato uno. Mi disse che non c’erano problemi per Colonia, ma dovevo autosponsorizzarmi il viaggio e il pernottamento, perchè a quanto pare anche loro avrebbero fatto così quest’anno. (mi chiese anche se avevo la macchina, così in caso potevo anche io guidare fino a Colonia).
Detto questo uscii un po’ perplessa e mi chiesi come era possibile vedere una crescita ed uno sbocco lavorativo in un progetto che non pagava nemmeno le trasferte ai redattori storici, quindi rifiutai gentilmente.

Ora mi chiedo solo 2 cosette che ripensandoci mi fanno un pochino arrabbiare… considerando che l’offerta mi è stata fatta a Luglio e avrei dovuto collaborare non stipendiata fino a Settembre, possibile che Accordi sapesse già benissimo della chiusura di Game Pro e mi volesse sfruttare per quei 3 mesiconsapevole del fatto che tanto non sarei mai arrivata a nulla?

Seconda cosa, che centra relativamente….Quest’anno alla Gamescom ho incontrato Metalmark e i suoi collaboratori, in tutto erano in 4 (tutti maschi). Possibile che poi quando leggo lo speciale Colonia su Game pro trovo hands on scritti da persone che manco hanno messo piede al gamescom tipo Eliana Bentivegna (caporedattrice di wings of magic), Virginia Petrarca (sempre sia lodata, scusate ma l’adoro) e Caterina Caratozzolo? non giudico, ma secondo voi è corretta sta cosa? Posso scrivere ” Fin dal primissimo approccio alla demo nel corso del Gamescom”, quando al Gamescom manco ci sono stata??? Bhò ! Se va così allora io son stata pure a TGS!

Scusate a mia prolissità, ma son programata a 7000 caratteri ormai.

***Ultima cosa carina…dopo mezz’ora che stavo in redazione di GP mi è stato suggerito di segnarmi sul sito di AIOMI, mi hanno dato un loro pc e me lo hanno fatto fare sul momento. Vabbè almeno un utente in più, avranno pensato.

LV ha scritto:

***Ultima cosa carina…dopo mezz’ora che stavo in redazione di GP mi è stato suggerito di segnarmi sul sito di AIOMI, mi hanno dato un loro pc e me lo hanno fatto fare sul momento. Vabbè almeno un utente in più, avranno pensato.

ROFL, non si butta via niente. Grande MetalMarket.

***Ultima cosa carina…dopo mezz’ora che stavo in redazione di GP mi è stato suggerito di segnarmi sul sito di AIOMI, mi hanno dato un loro pc e me lo hanno fatto fare sul momento. Vabbè almeno un utente in più, avranno pensato.

Ma lol! Ormai son meglio di Scientology, questi qui.

Santiddio… ma scusa, eh… grazie per l’intervento ma… sinceramente, come fai a scrivere “lavorativamente parlando stimo Metalmark”? Con quello che scrivi dopo?

Intendi dire che ti piacciono i suoi articoli o cos’altro?

Vabbè l’iscrizione online è il meno….comunque nessuno delle penne storiche presenti mi risponde sul fatto del firmare articoli di hands on mai coperti?

il “lavorativamente parlando” include il fatto che come penna videoludica l’ho sempre stimato. Dal lato umano nel mio caso posso solo dire che ha provato ad appiopparmi una bufala e io l’ho fiutata. tutto lì.

Sul tema “fiere” e copertura delle stesse, quello che posso dirti, per esperienza diretta, è che può accadere che un caporedattore affidi allo staff una parte del lavoro, rivedendo poi quanto scritto per correzioni e aggiunta di “esperienze dirette”. Per intenderci: una parte dei contenuti possono e forse devono pure essere quelli delle cartelle stampa. Ovviamente, ci sono poi le opinioni personali che ci si fa presenziando direttamente.

Almeno, si può fare in questo modo. Soprattutto nel momento in cui non si possono inviare venti persone in fiera.

Scusa, mi fanno notare una cosa. E’ ovvio che, se il metodo di lavoro è quello descritto nel mio mesaggio precedente, la questione “articolo firmato da chi non c’è stato” faccia sorridere. Tendenzialmente, in quei casi sarebbe meglio pubblicare l’insieme degli articoli senza le firme, preceduto da un’introduzione “a cura di chi ci è stato”.

In quel modo a me sembrerebbe corretto, con le firme… vabbé.

Ok ho capito adesso. Comunque l’8 e il 9 sarò a fare alcune interviste all’ IVDC e chiederò spiegazioni direttamente a Marco. Inutile dire che quando vedi certe cose ti sembra di vivere nel mondo dei pagliacci. E purtroppo non fanno ridere per nulla…

Vabbè ormai mi firmo col mio vero nome, tanto non ho nulla da nascondere. Confermo che tutti gli articoli son firmati singolarmente non esiste nessuna introduzione tranne, l’articolo di Silvestri su Assassin’s Creed 2.By the way, grazie per le vostre delucidazioni.

@gorman

Andrea, io non ho problemi a parlare di niente su nessun blog, compresi gli affari miei. Era una parentesi semplice relativa al fatto che io qui, comunque, ci son di passaggio e da dipendente e non è un segreto come ti possono confermare svariati intervenuti in questo stesso post. A me di scrivere e far scrivere fottesega e mi piace cambiare dopo aver “cappato”, come quando ti rifai il PG a WoW. Eurogamer in un anno doveva funzionare, funziona bene. C’erano delle licenze da portare, sono state portate, c’erano dei target da raggiungere, sono stati raggiunti, c’erano canali da aprire, sono stati aperti. In un’azienda dove tutti si trovano bene e vivono sereni. Adesso c’è pure qualcuno in grado di portare avanti questo lavoro, quindi posso anche serenamente dedicarmi ad altro

Io di Monza avevo già parlato visto che era stata messa come:”già hanno detto che non verranno”

Lui tutto il giorno davanti al PC non ha 15 secondi per rispondere a domande ovvio con documenti nero su bianco che non ammettono replica più impegnativa di “scusate” e io devo andare il weekend a Monza a sentire uno show davanti a 40 amici suoi, dove dovrò avvelenarmi ulteriormente perdendo pure l’occasione di starmene a casa a rilassarmi? E cazzo no.

Poi trovo che andare sia legittimare. Se fate il Ducato e andate in 200 è un altro discorso ma avevo capito che giustamente nessuno se lo cacasse l’evento (che poi, per inciso, è pure un gran bell’evento che sarà rovinato da questa stronzata IMHO)

**possibile che Accordi sapesse già benissimo della chiusura di Game Pro e mi volesse sfruttare per quei 3 mesiconsapevole del fatto che tanto non sarei mai arrivata a nulla?**

Ucci ucci sento odor di fregatura…

Massì, l’idea vorrebbe un po’ essere quella della zingarata, in cui si va a ridere delle cazzate. E stop. Più che altro per evitarsi la litania del “ma io ho già spiegato tutto” quando magari non ha spiegato una mazza.

Silvestri a Eurogamer, devo dedurre? 😉

“Massì, l’idea vorrebbe un po’ essere quella della zingarata, in cui si va a ridere delle cazzate. E stop. ”

Carina l’idea della zingarata, però scusate ma dove lo trovate il tempo per fare queste cose? Io lavoro per una testata del cavolo e se riesco a trovare 2 secondi per fare le mie cose è una conquista. Beati voi…

se c’è tutto questo astio tra i redattori delle riviste di videogiochi figurati in giornali seri come il corriere della sera. Già che ci siete ci dite se prendete le bustarelle per dare 9 a giochi che fanno schifo?

@gorman

La cosa della zingarata mi piace, se l’unico scopo è andarsi a fare due risate. Io purtroppo non riesco a non incazzarmi però, c’ho solo questo problema quando sento puttanate. Se vogliamo organizzarci, no problem. Poi ci facciamo pure due deduzioni insieme nel caso. Io quel che tu dici posso solo augurarmelo onestamente 😉

@ Celine
Esperienza mia (occhio che vado lungo).
Sono stato per lavoro a sei fiere di settore in vita mia (se non mi sfugge qualcosa), in effetti manco tante. 😀

In cinque occasioni ero lì per portali online, il che ha significato farmi un culo quadro (relativamente parlando, non andavo certo in miniera): sveglia presto, giornata intera in fiera, poi in albergo a scrivere articoli, magari con in mezzo un pasto veloce, magari scrivendo articoli già direttamente in fiera nei pochi tempi morti. Questo per ovvi motivi: sull’online devi essere tempestivo. Punto.
In quelle cinque occasioni, tutto ciò di cui ho scritto l’ho visto/toccato con le mie mani, nulla di ciò che “toccava” a me l’ho fatto scrivere ad altri. Anche perché, perdonami, ma col cazzo. Mi faccio il culo in fiera per presenziare agli appuntamenti, vorrò ben poi scrivere io e certo non voglio mettermi a scrivere anche di roba che non ho visto, che senso avrebbe?
Fra l’altro, divagando, giusto per sfatare il mito della gita di piacere, in queste situazioni raramente hai tempo per andare alle tante feste che vengono organizzate e riesci a fare il “turista” solo se hai un giorno libero, che non è detto che ci sia (anche se poi puoi creartelo tu, facendo le sei del mattino l’ultimo giorno di fiera per scrivere tutto quel che hai da scrivere, così poi il giorno dopo ti svegli alle otto per farti una bella gita rilassante per i cazzi tuoi, cosa che ho fatto quest’anno a Tokyo :D).
Questo modo di “affrontare” le fiere è condiviso ormai da tantissima gente, perché di portali web ce n’è parecchi, e che io sappia più o meno tutti seguono lo stesso iter. Poi ovviamente non posso sapere come funzionino le cose nelle redazioni e se ci sia gente che fa presenza affida poi gli articoli ad altri. Non mi risulta, ma che ne so? 🙂

L’unica volta che sono andato a una fiera per una rivista da edicola, ho scoperto un vivere ben più rilassato. 😀 Intendiamoci, mi sono comunque fatto le mie belle giornate correndo a destra e a sinistra fra appuntamenti e prove negli stand, ma ho preparato con calma gli articoli poggiandomi sui tempi di chiusura da rivista. Anche in questo caso, tutto ciò che ho visto è stato argomento di miei articoli e gli altri articoli per la rivista sono stati scritti da altre persone che erano lì con me. Semplicemente, mi sembra giusto così. Anche perché, parliamoci chiaro: sulla “spedizione” vengono investiti dei soldi, e mi sembra anche normale che ci debba essere un ritorno in termindi di lavoro prodotto da chi alla fiera ci va, no? Altrimenti stiamo tutti a casa…

Ora, so di persone che subappaltano parte degli articoli a chi è rimasto a casa ma scrivono il grosso del materiale e capisco anche che a volte non ci sia modo di fare altrimenti per una semplice questione di tempistiche e impegni che si accavallano.

So anche di (leggi: ho avuto a che fare con) persone che vanno a farsi una settimana di ferie, raccattano i press kit e poi li sbolognano agli sfigati che son rimasti a casa e devono scrivere gli articoli.

Il mondo è bello perché è vario, diciamo.

Di base, l’unico mio pensiero al riguardo è che scrivere di aver provato qualcosa che non hai provato è un po’ una “porcheria” (ci metto le virgolette? va bene così?) e firmare un articolo in cui inventi o copi opinioni altrui significa anche un po’ sputtanarti il nome. Anche se magari nessuno ti sbugiarderà mai, te lo sputtani con te stesso. Ma magari non te ne frega niente, eh! 🙂

A margine: le traduzioni sono una zona un po’ borderline. Se traduci una recensione o un hands-on su cui hai i diritti stai facendo una cosa che hai ben diritto di fare, riporti un’opinione altrui in maniera lecita e, di base, se ti fidi di questo altrui, non c’è nessun problema. Ecco, però personalmente sulle traduzioni preferisco venga lasciata la firma originale, con al limite il nome del traduttore a corredo, perché altrimenti si sta fondamentalmente (volenti o meno) spacciando per propria l’opinione altrui. Però questa è la visione mia su ciò che eventualmente traduco io, poi ognuno si regola giustamente come meglio crede.

Sorvoliamo poi sul fatto che capiti di leggere traduzioni parola per parola in cui alla fine c’è un voto cambiato. Traduzioni in cui ci sono magari errori che dimostrano in maniera abbastanza palese come il traduttore non abbia familiarità col gioco in questione. Al che ti chiedi su che basi abbia cambiato il voto. Ma insomma, sto divagando.

Ho risposto, in qualche modo? 😀

Dai fate i “conscious editor” e andate in spedizione a Monza….hihihihi
Scusate ma la cosa dal conscious gamer mi ha sempre fatto ridere.

@Celine
Beh, perlomeno nel fine settimana, ci sarà un po’ di tempo libero, in questo mondo schifoso. 😀

@Glas
Sulle bustarelle, come ho sempre detto: ma magari! 🙂
In verità, immagino che in un ipotetico contesto in cui il voto venga letteralmente venduto, l’unica cosa che ci guadagna il povereretto che firma il pezzo è di tenersi il lavoro cedendo alle pressioni di chi sta sopra a lui. Se ci sono soldi in ballo, non vanno certo all’ultima ruota del carro.

Guarda io ero alla mia terza Gamescom e ho sempre lavorato per l’online, quindi so cosa vuol dire farsi il mazzo. Testimone il Belli che quest’anno mi ha visto fare avanti indietro fra business centre e press area per seguire le presentazioni e produrre quasi in tempo reale gli articoli per la mia testata. La sera chiusa in stanza a finire il lavoro e la mattina si ricominciava. A malapena avevo il tempo di fare pipì e mangiavo spizzicando dai vari publishers. Eravamo in 3 dovevamo coprire multipiattaforma, al limite di mission impossible direi. Però cavolo ogni singolo articolo riporta la MIA firma perchè è testimone del mazzo che IO mi son fatta. Sarò utopica ma queste cose proprio non le sopporto.

@Celine
Ecco, per quel che vale, e con tutte le pinze di questo mondo date dal fatto che ovviamente non ho la testa infilata in ogni redazione d’Italia, che io sappia la maggior parte delle persone lavorano come fai tu. 🙂

#Glas
Comunque, che io sappia (e posso serenamente non sapere, ci mancherebbe), no, non ci sono bustarelle.
Certo non per noi stronzetti della stampa specializzata, comunque.
Le pressioni per i voti – che ci sono, spiace dirlo, e nella stragrande maggioranza dei casi con cui ho avuto a che fare vengono rispedite al mittente, mi fa piacere dirlo – vengono fatte con altre argomentazioni (no, non con squadre di picchiatori albanesi) e in ogni caso sono quasi sempre un po’ buttate lì fra le righe.

Il che se ci pensi è paradossale: fai investimenti corposi per le pubblicità, che ti costa aggiungere a budget un 500 euro da smollare direttamente alla persona che scrive l’articolo? 😀
Tanto, se è una persona il cui lavoro viene pagato con la tessera AIOMI, ci vuole poco a comprarla.

Che poi, una cosa che non si è detta, è che teoricamente le tariffe alte per i giornalisti avrebbero come idea di base (sicuramente andata poi a mignotte come ogni idea di principio che si rispetti) anche il renderli meno permeabili a tentativi di corruzione. Fermo restando che in sostanza uno o è corruttibile o non lo è, e se lo è lo rimane anche quando guadagna tanto, perché soldi in più non li butta mai via nessuno.

@Giopep

Purtroppo il week end continuo a giocare per le recensioni e poi ci son sempre le news, nell’online il bimbominkia che vuole la notizia da commentare sul forum anche la domenica mattina c’è sempre. 🙁

Le pressioni per spingere un titolo piuttosto che un’altro ci sono, però è anche vero che è molto difficile trovare un publisher che ti legge 2 pagine di recensione, spesso si limitano a guardare il box pro e contro e il voto. Se uno è corretto riesce a far capire veramente cos’è il gioco a chi si legge la recensione. Ovviamente si parla di piccole discrepanze, se un gioco è da 5 e viene dato 9 è tutto un’altro paio di maniche.

Giopep di te mi fido le tue rece su psm erano ottime. Mi venivano i dubbi su quelle dei tuoi colleghi come 8 a driver 3, 9 a the warrior, 9 a medal of honor rising sun, 9 a castlevania lament of innocence, 9 a hitman 3 ecc

@glas

Escludendo casi eclatanti ricordati che le recensioni per quanto il più oggettive possibili, hanno sempre dietro delle persone umane che come tali hanno idee, pensieri e sensibilità molto diversi. Quindi al di là del comparto tecnico ci sta il mezzo puticino in più o in meno nell’ordine del gusto personale del recensore.

Glas, non ho sottomano il giga file excel che usavo per rispondere con pignoleria su Gamesradar a chi contestava i voti (e che in realtà mi serviva ad altro, eh :D), però mi pare che Castlevania fu 8. Ricordo perché ancora ogni tanto lo faccio presente a Carletto. 😀

In ogni caso, al di là del caso specifico, t’assicuro che si trattava sempre di entusiasmo onesto per il gioco da parte di chi scriveva, misto al fatto che generalmente, inutile negarlo, su PSM si tendeva ad avere una scala di valori un po’ dopata (anche se comunque le insufficienze, talvolta anche gravi, non mancavano).

Poi chiunque può “sbagliare” una recensione, al di là del fatto che spesso si considera sbagliata una recensione semplicemente perché non si è d’accordo col parere espresso.

Senza contare il fatto che il momento in cui accetteremo che l’oggettività ha un peso relativo e dei limiti posti dalla percezione dell’essere umano che scrive (senza negare – ci mancherebbe – che anche il videogioco, come il cinema, la musica e qualsiasi altra forma d’espressione, abbia delle regole, una grammatica, dei parametri che è possibile valutare tramite criteri precisi), il momento in cui capiremo che idealmente la critica non è “guida all’acquisto”, ma per l’appunto critica, un parere argomentato, un fornire chiavi di lettura su un’opera, uno scrivere qualcosa che sia interessante da leggere (eh!), il momento in cui insomma sapremo accettare la molteplicità di opinioni da parte di una stampa specializzata che nel frattempo sarà diventata davvero in grado di dare opinioni, e non frasi fatte con lo stampino per elencare dati tecnici, eh, quel momento lì forse sarà il momento in cui per davvero esisterà una critica specializzata. 🙂

A margine – e notando che si sta ancora una volta finendo OT, chiedo scusa – faccio presente che nei miei ultimi tre anni su PSM ero io a scegliere chi scriveva cosa, ero io a seguire i collaboratori e correggere i loro articoli, ero insomma io a dare pesantemente un indirizzo ai contenuti della rivista. Quindi, posto che la parola finale spettava poi a chi stava sopra di me (Ualone, Tradardi, Gorman, Dio), se c’erano recensioni sbagliate, perché scritte da persone sbagliate, erano anche abbondantemente colpa mia.

Eldacar, cosa vuoi che ti dica? Io trovo inaccettabile che la gente sia pagata così poco, niente di più. Tu lo ritieni normale, io ritengo che affossi il mercato. Secondo te scrivendo 40 pagine al mese si può fare un lavoro di qualità, secondo me no.

Il problema, Alberto, è che tu hai affrontato il tema dell’etica, quando per come la vedo io non te lo puoi permettere. Non perché su certi aspetti non hai ragione, ma perché anche tu hai tenuto il piede in due scarpe. Non lo hai fatto in maniera orribile come Accordi, ne convengo. E sono sicuro che il tuo ruolo non ha influenzato Nextgame, sia chiaro, però hai parlato a nome della redazione, quando contemporaneamente facevi il PR, cosa che non è corretta.

Ho evidenziato il perché, e chi legge si farà la sua opinione. I toni si sono scaldati esageratamente, sicuramente anche per colpa mia.

Però non vedo perché mi dovrei licenziare: se discuto è perché il mio stipendio e quello dei collaboratori delle nostre riviste non si discosta troppo dagli standard dell’OdG, quindi non lo considero sfruttamento. Non mi riconoscono la professione? è un problema, sul quale si deve lavorare. Licenziandomi, non otterrei nulla. Rimanendo, cerco di cambiare lo stato delle cose. Anche perché il fatto di farmi riconoscere la professione è più un puntiglio morale che altro: se domani avessi il tesserino da professionista, non mi cambierebbe nulla dal punto di vista pratico, né ci sarebbero grosse differenze da quello economico.

Pape

@ Celine “Le pressioni per spingere un titolo piuttosto che un’altro ci sono, però è anche vero che è molto difficile trovare un publisher che ti legge 2 pagine di recensione, spesso si limitano a guardare il box pro e contro e il voto. Se uno è corretto riesce a far capire veramente cos’è il gioco a chi si legge la recensione. Ovviamente si parla di piccole discrepanze, se un gioco è da 5 e viene dato 9 è tutto un’altro paio di maniche.”

Ualone, sta parlando di te, PSM e Haze.

😛

Tra l’altro, Elda, mi stai forse minacciando?

No, perché se è una minaccia, è fuori luogo. Probabilmente conosco gente più brutta e pericolosa di quella che conosci tu :-P. Ovviamente, si scherza, eh ^_^
(devo aggiungere altre faccine per sottolineare che è una battuta per stemperare? ^_^)

Pape

@Giopep

Sono daccordo con 3/4 delle cose che hai scritto, tuttavia credo che il recensore debba avere le sue responsabilità. Anche se in questa società del “commercial” tutto viene posto sotto l’ottica pubblicitaria di acchiappo di possibili compratori di un prodotto, credo tuttavia che realmente una recensione debba per lo meno indicare l’acquistabilità di un titolo o meno. Parliamoci chiaro, non sto parlando dei fan boy che comprerebbero l’ennesimo capitolo del titolo prediletto anche se fosse sviluppato da FraccazzodaVelletri, ma del ragazzino medio che cerca nei pareri di coloro che lui crede “esperti” del settore per indirizzare i suoi acquisti videoludici. Io dalla mia parte non mi permetterei mai di supervalorizzare un titolo sapendo che, da qualche parte in Italia, un ragazzino sta mettendo da parte la sua paghetta di chissà quanti mesi per acquistare 60 euro di merda videoludica pura. Non credo che riuscirei a dormire tranquilla. Detto questo, ok la visione divulgativa del media cartaceo o online che sia, però abbiate pietà, se voglio un espressione di bel scrivere fine a se stesso mi leggo un libro di Eco, non una recensione di un videogame. I lettori ti danno fiducia ed è dovere nostro non disattenderli.

**Noi i giochi non li paghiamo, ma 60 euro vi rendete conto che son tantissimi per chiunque? Ma questa è un’altra storia…

@ Bloody_Marcel

Non mi mettere in bocca illazioni che non ho mai fatto. Se avessi voluto dire qualcosa a Ualone non avrei usato sottintesi. Non mi tirate in mezzo, se devi dire delle cose a lui, dille e basta ma non usare cosa scritte da altri. thanx

@ Celine

Scherzavo! Ho messo apposta la linghuaccia 😀

Ammazza quanto siete sulla difensiva qui dentro?

😛 <- Indica ironia

Lady Vendetta, non penso che Giopep intendesse che le recensioni devono essere dei testi di semiotica. Per come l’ho interpretata io, è che non si può pretendere che tutti siano d’accordo. Mai lo saranno, e la valanga di thread su GV relativi al voto di Oblivion lo mostrano. Qualcuno, si incazzerà sempre, fosse solo per mezzo voto di differenza, o perché all’altro titolo simile gli hai dato di più/di meno.

La recensione deve dare indicazioni di massima, indicare i pro e i contro di un titolo, dare al lettore gli strumenti per capire se gli può piacere o meno. è quello il difficile del nostro mestiere.

Pape

@Bloody_Marcel

Scusami ho colto dopo l’ironia. Abbiate pazienza ma stavo facendo 3000 cose contemporaneamente e la linguetta mi è proprio sfuggita. 😛
Sto ancora sviluppando il dono del multitasking…

@Pape

Ho colto bene l’intenzione di Giopep, forse mi sono lasciata un po’ trascinare dallo scrivere. Per me il fatto che un recensore debba scrivere in Italiano corretto è una cosa scontata, anche se dando qualche occhiata in giro purtroppo mi accorgo che spesso non è così. 🙁

@ chiunque

Come direttore responsabile di GMC, PSM, XMU, NRU, TGM (per un anno o poco più), PSX2, PS2 Ufficiale, saiddio cos’altro… come caporedattore di K, Game Power e ZETA mai, dico mai, mi è stata offerta una bustarella di alcun tipo. Mai. Né peraltro (lo preciso anche se dirlo non avendo mai ricevuto offerte è quanto di più facile ci sia) le avrei accettate.

Che bustarelle si sarebbero dovuti permettere per comprarmi la vita? Ne ho lasciato indietro un pezzo enorme per non scendere a compromessi, figurati la bustarella…

@eldacar, domani vedo di capire definitivamente chi potrebbe esserci. Visti anche gli ultimi aggiornamenti e cancellamenti in quella pagina del blog di MM… secondo me ascoltare le panzane potrebbe essere divertente.

Oh, poi, visto che ci leggerai di certo, al di là delle dichiarazioni, io assicuro che non spero niente di meglio che di scoprire che è tutto a posto. Per quanto… Videogiochi–>Game Pro non so come possa essere andata diversamente da come so.

@Pape
Alberto, non te lo ripeto più. Io non lo trovo normale in assoluto. Lo trovo normale perchè oggi, ora, adesso, anche altre 40 persone hanno cercato di spiegarti, meglio di me, che c’è un contesto che si chiama mercato di cui tu non puoi fotterti. Mi auguro un domani, in primis per me che il tesserino ce l’ho, che si possa arrivare a pagare DI PIU’ di quello che dice l’OdG. Sai che pacchia. Io ti posso dire che i 1100 Euro che prendevo che son diventati poi 1300 di 5 anni dopo in Play Press, mi sono andati bene pur lavorando come una bestia fin quando non sono successe cose che con lo scrivere e lo scrivere tanto, non c’entravano niente. Ti posso dire che la mia esperienza lavorativa successiva considerando quanto guadagnavo era più che in linea con quello che è previsto per un ufficio stampa, nonostante non fossi inquadrato per il tesserino ma come dirigente d’azienda. Ti posso dire che ora, 10 anni dopo, sono tornato a quando ero ragazzino, solo perchè ho sposato un progetto e sicuramente “non mi stanno sfruttando”. Ho fatto una scelta che in proporzione, potrebbe sembrare quella dei 30 Euro a pezzo in fondo. Forse pure qualcosa di meno.

Ti posso dire che sono strasoddistaffo della qualità del materiale che arriva e ti posso assicurare che le 6/10 persone che ruotano da 1 anno intorno alla nostra azienda, sono felici, serene e manterremo tutte le promesse fatte con loro, come sta già avvenendo

Ti posso dire che non tollero le generalizzazioni e sono una persona il cui più grosso pregio è anche il più grosso difetto: non riesco proprio a non dire le cose come stanno, nel bene e nel male. E vedere messe sullo stesso piano o giù di li, situazioni distanti EONI l’una dall’altra, dove si tira in ballo professionalità ed etica, mi fa BESTEMMIARE. Il che non mi impedisce di tentare di dialogare ma nel dialogo ci si ferma ad ascoltare o li proprio impazzisco

Il problema dell’etica lo affronto e come perchè, te lo rispiego: first of all, un giornalista può essere direttore responsabile di 15 testate ed essere contemporaneamente responsabili di 93 uffici stampa senza problemi e pure capo di una gilda di WoW se gli gira il culo

Questo lo dice l’ordine, quindi la professionalità non è in discussione. Gli unici vincoli sono quelli contrattuali che ti impongono le realtà dove operi. Leader per registrare Videogame sicuramente non va a chiamare un giornalista fuori se ne ha uno in casa direi. Mi è stato chiesto, è stato sistemato tutto a modino ed è stato fatto. Ti giuro su ciò che ho più caro che io in Next non ci ho mai messo bocca e l’ho sempre trattata come il quarto sito in ordine di importanza, di una lista di network necessariamente da trattare. Le riunioni mensili si tenevano per organizzare la sinergia con il discorso edicola perchè se le rivistine con gli allegati non vendevano, le palle sul ceppo erano le mie. Questo non si traduce con “allora i contenuti di Next”. I giochi in edicola erano vecchi di 3 anni, si trattava solo di stabilire dove mettere il banner (che Leader su Next non pagava ovviamente). Fine. Credo che l’etica, come diceva qualcuno, si misuri in base al modo di fare e quando contestano il mio, che sarò pure un orso per carità, mi frullano i coglioni a 2000 perchè sul lavoro sono stato fin troppo preciso in vita mia, pur essendo in una posizione tale per cui, tanti altri, i cazzi loro se li son fatti alla grande, fidati. Anzi, non fidarti. Controlla

Se poi tu pensi che non sia etico fare una cosa consentita, richiesta dal datore di lavoro, in quel contesto, a quelle condizioni e ti permetti di paragonare questo all’utilizzo strumentale di un magazine per 2 anni per promuovere situazioni contingenti con chiari intenti lucrativi…beh. Son pure cazzi tuoi Albe’

Tu ti dovresti licenziare per un semplicissimo motivo: principio. Quello che hai invocato. E’ facile, seguimi

Gli editori improvvisati devono andare a casa
Gli editori improvvisati sono quelli che non seguono le regole e pagano poco
Pagare poco significa non seguire i tariffari dell’OdG
Sprea non li segue. Ci va vicino? Sticazzi. Vicino non vuol dire che li segue.
Ma almeno si avvicina? Sticazzi, il principio vale sempre
Se non li segui, vicino o meno, chiudi.

QUESTO è quello che dici. In base a QUESTO ti stai facendo sfruttare come un 18enne che prende 30 euro al pezzo

Per la proprietà transitiva o sei un ipocrita o sei un coglione. Questo se parli di PRINCIPIO

Sennò rientri nei ranghi, prendi atto del mondo e delle opinioni e ricominciamo come in questo topic: “credo che” “tu credi che”

Non “tu non hai etica e professionalità” perchè al 700simo post non si spiega più e generalmente Live avevo già lanciato sedie e scrivanie. Tutto qui

Non è una minaccia, ma stare a discutere sul forum con bimbommerda e cicciopasticcio a una certa non serve più. Se hai qualcosa da dirmi, mi fai uno squillo come il ToSo. Due bestemmie e amici come prima. Li puoi dirmi quello che ti pare, senza che mi mandi a cercare i post sparsi qui e li. E stai a sentire quello che ti dico pure

@alessandro
ammazzati!
Quando mai mi hai visto incazzato poi me lo spiegherai. E con me hai fatto i migliori press tour della tua vita, poco da dire ;p

@gorman
ti ho già chiesto se hai il mio numero altrove. se non ce l’hai, te lo lascio. non escludo un passaggio a questo punto, anche perchè ho un po’ di info nuove e divertenti da verificare. tutto potrebbe essere molto comico. Io non so cosa tu intenda per “tutto a posto” relativamente a Game Pro, dico solo che certe cose sono talmente nero su bianco che ritrovarsi ancora a discutere di qualcosa è il paradosso

Bustarelle niet. ci sono altri metodi. ovviamente, come si diceva sopra, spesso le mezze parole fanno pure troppo a chi è predisposto, non tanto a vendersi il deretano, ma ad autocensurarsi. Questo accade davvero troppo spesso. Serve mandare una bustarella? Spesso serve di più chiamarsi “Supermegaminchiaturbopower Videogame” e in alcuni soggetti parte l’autocensura, senza nemmeno doverceli instradare. Lo stesso junkie spesso funziona molto molto meglio con il sonnacchioso firmaiolo di qualche grosso generalista o con il ragazzino alle prime armi, rispetto che al recensore “normale”. Dio mio, inizio quasi a chiedermi dove sia tale normalità…

@eldacar

Per tutto a posto con Game Pro io intendevo: “Non è come dici tu Gorman” (detto da Metalmark) “io ho chiamato in Sprea mentre tu in malattia mi ero offerto per fare Videogiochi a una cifra molto superiore a quella di Cangialosi & Co., perché punto sulla qualità io.” “Poi è arrivata la neuro e ho capito che se volevo avere speranze dovevo giocare biecamente al ribasso, ma non ha importanza che tu ti ho sempre letto, tanto rispetto, ecc. eri ammalato, cazzi tuoi se stravolgono una tua redazione e chiudono una rivista che dirigevi. Ti voglio tanto bene”.

Tutto a posto così Alberto, capito? 😉 E secondo me pagate poco i collaboratori. Ma questo ce lo siamo detti tante volte e lo scrivo unicamente per farti schizzare un po’ gli occhi fuori dalle orbite.

Il numero non ce l’ho, mandami un MP su GamesRadar (Village, sic.).

Elda: continuiamo a girarci attorno. Penso sia inutile proseguire, che tanto la vediamo diversamente. Tu giustifichi col mercato comportamenti ben lontani dalla perfezione, io mi limito a giustificare col mercato piccoli scostamenti. Finiamola, che tanto non otteniamo nulla. Se ti consola, non ti metto sullo stesso piano di Accordi. Un po’ meglio lo sei. Non solo perché i tuoi collaboratori li paghi qualcosa, ma anche perché per lo meno non ti nascondi dietro il silenzio e cerchi di giustificare pubblicamente le tue scelte.

Poi oh, se ci si becca in giro a questo punto una birra te la offro volentieri. Sempre che non mi mangi il cuore :-PPPP

Pape

Cioè, ma io dovrei lavorare per 3 euro all’ora, o peggio gratis, per ingrassare te e farti andare in vacanza a capo verde?

ma per favore…

Continuo ad essere in accordo con Tobix.
Aggiungo un ulteriore chiarimento:

Ipotesi 1 – linea dura.
Si pagano tutti, dal neofita al redattore con 15 anni di esperienza (e non parlo di gradi aziendali superiori) la stessa identica somma imposta dall’OdG.
Quindi, ad oggi, dati cartacei e web alla mano, in Italia avremo forse 1 portale specializzato e forse 4 riviste cartacee, di cui almeno 2 di Sprea.
Tutti gli altri che vogliono scrivere di videogames semplicemente non potranno farlo: la possibilità di assimilare risorse è direttamente proporzionale all’indotto di quel comparto e per tanto il numero x dei redattori è fissato ad un limite inferiore molto basso.

Conteto Pape contenti tutti: lui magari torna a casa con una busta grassa di danari ma in Italia la possibilità di fare quel lavoro decade nettamente se non inesorabilmente.

Ipotesi 2 – linea morbida
La carta e il web sono differenti.
Si possono contenere le spese proponendo accordi chiari in cui i redattori vengono pagati ma non quanto vuole l’OdG.
Cosa accade: le torme schiumanti di redattori neofiti che non potevano accedere ad una remunerazione perchè la lobby di Pape si era saturata velocemente possono trovare un impiego ed avere la speranza che, col tempo, la carriera proponga una busta paga sempre migliore.
Se la busta paga non migliora?
Allora siete come Accordi.
Se la busta paga migliora? Avete contribuito a creare posti di lavori (non come il presidente operaio che li promette e basta) e l’economia tutta vi ringrazierà.

Ora Pape difende ad oltranza il suo punto di assoluto integralismo contro ogni logica perchè ovviamente difende direttamente i suoi interessi economici.
Per tanto non vuole piegarsi a capire che il mercato NON sostiene un economia di casa editrici tutte fatte con lo stesso taglio E ciononostante una pressione di lavoratori che DESIDERA fare parte di questo mondo.

Pape getta la palta sul Belli o sul nuovo datore di lavoro di Mucchi, il Sig. Spaziogames: ma lei con Mucchi ci ha parlato?
Ha chiesto se si trova bene? Se è entusiasta del lavoro che fa?
Perchè si dia il caso, Pape, che lei non sia il padrone della vita di Mucchi che giustamente lamenta una promessa non mantenuta, non un sacrificio magari be spiegato.
Se Mucchi farà carriera il Sig. Spaziogames sarà responsabile per l’ottimo futuro a cui andrà contro.
Se al contrario Mucchi nn farà carriera allora il Sig. Spaziogames sarà truffaldino come Accordi.
Ma grazie al cielo che Spaziogames riesca ad esistere e proponga cose differenti da Sprea: si chiamerebbe REGIME altrimenti.

Un regime fatto unicamente da ricconi che se la stracomandano!

Lei va contro non solo al buon senso nell’economia di mercato attuale, lei va contro allo stesso principio di democrazia e di libertà imprenditoriale.
Ci vuole condannare ad un mondo di fatto unicamente da 2 giornali posseduti da due potenti: altro che lobby.
E fa questo con perniciosa insistenza solo perchè pensa al suo portafoglio e al fatto che non vuole adattarsi (ma lo farà presto caro Pape, non si preoccupi).

Se i giornalisti del Belli fossero imbufaliti quanto quelli di Accordi, che uno dopo l’altro fanno capilino per gettare il loro contributo di palta, sarebbero ora quì a denigrarlo.
Eppure, benchè il link sia ben disponibile su Eurogamer, nessuno è ancora apparso.

I ragazzi di Multiplayer non gettano palta su Greco o Persichetti, Mucchi lavora bene con Spazio, Everyeye sembra andare bene, Eurogamer pure, e guarda caso proprio lo scandalo e il malcontento arriva da dove non ci si aspetterebbe: casa Sprea.

Sig. Pape, non è che difendo i portali online contro la carta: è che lei è proprio un’oltranista che si attacca ad un foglio di carta straccia (OdG) solo perchè l’aiuta a perorare una causa indifendibile.

Dico di più: è immorale pagare secondo OdG nel 2009 in Italia.

Che poi lei scollega un settore dal paese in cui opera proponendo una realtà a due velocità: da una parte abbiamo una depressione cronica, un crollo dei consumi e degli investimenti, una tassazione al 54% (ebbene si, l’imprenditore è un socio di minoranza della sua stessa azienda, ASSURDO), una burocrazia completamente pazza e sregolata però, l’editore, solo lui, ha il dovere di rimettere TUTTO IL MONDO a regola e di pagare come se insieme alla rivista allegassero cocaina.

Guardi Pape, veramente, prima di partire in corciate improbabili, esca dalla sua redazione ed intervisti il resto del mondo che lavora.
Poi capisca che, va bene proteggersi, ma poi anche la lucidità deve fare capolino.

Così mi sembra veramente un dialogo fra sordi: lo vuole capire che ha sbagliato pianeta per attaccarsi all’OdG e che li fuori ce la crisi?
La crisi vera, quella nera nera… altro che editoria.

Ma lei si è chiesto perchè un direttore di banca non conta più nulla?
Lo sa cosa vuol dire Basilea 2?
Le do un indizio: oggi un direttore di banca ha potere di firma (in base agli istituti) per una cifra pari ai 20 / 40 mila euro per cliente.
Ovvero: NULLA.
Oggi l’economia è semplicemente SCOMPARSA.

Sig. Pape: si sono mangiati tutto. Anche il suo caro OdG.
Se il giornalista in questione impiega 2 ore per scrivere 3500 caratteri e viene pagato 25 euro ad articolo vuol dire che in 4 ore, un part time quindi, può guadagnare 50 euro.
Se lavora 6 giorni su 7 part time può guadagnare 300 euro a settimana.
Ovvero 1200 euro al mese, part time, senza obbligo di presenza e senza nessun vincolo proprio dei contratti di lavoro dipendente (esclusività, reperibilità, etc etc).
E lei contesta questo?
Cioè lei sta contestando 1200euro al mese per un lavoro part time?

Senta faccia una cosa: venga a roma, in qualsiasi bar, e provi a lamentarsi per un trattamento simile.
Prima di farlo però si ricordi che i romani usano locuzioni molto colorite.

Buona notte a tutti….. 😉

Nota positiva della giornata: Accordi che cancella tutti i post non appena ho appalesato che, con le sue stesse affermazioni, sarebbe potuto finire sotto processo.
Dico la verità: provo un po di tenerezza per lui.

Elettrojung, non sono un’oltranzista.
Come ho già detto, si può arrivare a un compromesso che si avvicini ai tariffari senza per forza raggiungerli. Quello che non credo è che ci si possa discostare in maniera esagerata. L’avrò detto mille volte.
Pagare qualcosa di meno ci può stare. Pagare un quarto del previsto no.

L’errore che fai è credere che per scrivere 3500 caratteri ci vogliano due ore. Che è un ragionamento stupido. Ma tanto stupido. Per dire: fra gli ultimi articoli che ho scritto per GMC e per il sito, c’è quello di Modern Warfare 2. Un’oretta per il sito e un paio per quello sulla rivista (solo perché fra box, didascalie e minchiate varie è molto più menoso stenderlo). Ma quell’articolo ha comportato 5 giorni (week end compreso) a Los Angeles. Figata, diranno molti: ti fai cinque giorni a Los Angeles a gratis.Vaffanculo, dico io: sono cinque giorni lavorativi. Compresi sabato e domenica.

Cito questo esempio perché il Mucchi era presente con me, e può confermare. CI siamo divertiti molto insieme, ma lo considero tempo lavorativo, anche se siamo andati insieme a cazzeggiare per LA.

Quando ho scritto la recensione di iRacing, avrò giocato almeno una 30ina di ore prima di dare un giudizio. Spesso nelle ore notturne, quando c’erano gli yankee (non era ancora stato pubblicato, c’erano pochi giocatori ammessi, quasi tutti oltreoceano). Due pagine di articolo, nemmeno due ore a scriverlo. Per 30 ore spese ad analizzare il prodotto.

Sino a che la gente considera solo il tempo necessario a scrivere l’articolo, non andremo da nessuna parte.

Pape

Aggiungo che, lavorando da interno, mi interessa poco del numero di pagine. Che ne scriva una, 5 o 60, prendo la stessa (bassa, ma dignitosa) cifra. Pensare però che possa scrivere 40 pagine al mese è folle. Perché il lavoro di un redattore non è digitare come un pazzo sulla tastiera ma anche tenere contatti coi PR, provare i giochi, tenersi informati, confrontarsi con i colleghi, viaggiare per il mondo, giocarsi anche i titoli che non devi recensire (sennò con cosa li confronti), varie ed eventuali.

Pape

Ma poi, perché mi dai del lei? Vuoi mantenere il distacco perché fa fico? Siamo passati dal tu al lei in due messaggi? Forse anche ti dai stipendi miseri e ti senti tirato in causa? Poi, io col Mucchi ci ho parlato, 5 giorni a LA. MI sembrava felice di Spaziogames. Mi chiedo se non potrebbe essere più felice in realtà che lo pagano meglio, ma non sono affari miei. Preferirei solo che Mucchi sappia quanto dovrebbe essere pagato, e quanto pagano altre realtà, così da fare le sue scelte al meglio.

Ah… non riempirti la bocca di banche e di direttori che non contano nulla: mio padre fa il dirigente in una grossa banca, e so molto meglio di te come funziona l’accesso al credito. E i motivi per cui è così. Pensa… una delle cause dei problemi economici è stato proprio il permettere a troppi cialtroni di giocare a fare gli imprenditori senza avere i numeri né le capacità.

Pape

@ Shizu
“Mucchi, spaziogames paga giusto 4,5 persone. Peccato che ha uno staff di 40 ragazzi.”

Intervengo solo per dire, se non sapete ciò di cui parlate, non parlate proprio.
Le ipotesi su chi e quanto paga Spaziogames le trovo abbastanza fuori luogo. Quello che importa è che Spaziogames non fa promesse che non mantiene, ed i rapporti lavorativi che instaura sono trasparenti al 100%. Se piace bene, altrimenti nessuno è obbligato. Ma ribadisco, se non sapete, non sparate cazzate.

Pur seguendo tutto il discorso portante, pare sfuggevole l’interesse da cui tutto ha avuto inizio. A me la questione del passaggio Videogiochi-Game Pro rimane molto a cuore e la vedo come epicentro di gravità attorno a cui potrebbe ruotare tutto il resto (non meno grave e greve, beninteso).
Che la carta stampata abbia i giorni contati è cosa indubbia. Non oggi ma magari tra 8/9 anni (roba su cui comunque già ieri abbiamo posto le basi)… Accordi dirà dopodomani tutto ciò che ha da dire (speriamo tanto), forte della sua capacità di sintesi o così pare, per ora sembra che abbia fatto tabula rasa dei messaggi sull’ultimo post nel suo blog. Intanto ha fatto benissimo Eldacar a spendere decine di infoiati messaggi per fornire chiarezza e trasparenza sulla sua posizione. Mi pare ne sia carnalmente uscito pulito o quantomeno privo di altarini (non vale la disposizione imposta da Pape che ok, s’è capita e rimane comune ma nettamente distinta dalla posizione denunciata nei confronti di Marco Accordi Rickards).

Tocca venire fino a Monza per godersi il dibattito?
Ma io volevo dormire, non c’e’ uno streaming da qualche parte?

E dov’e’ la parte 2 della storia vera di GamePro?

Io posso assicurare che monza non sarà un one man show con solo il suo pubblico, anzi invito più gente possibile a farsi viva perchè la sua conferenza non si trasformi in un monologo a senso unico.

Chi ci tiene ci sarà sul serio, non nascosto dietro una tastiera perchè così sono capaci tutti.

Partecipate numerosi che ci divertiremo 😀

@Celine
Ho nelle dita miliardi di caratteri su cosa intendo io per critica, ma non c’entra nulla con l’argomento della discussione, rimandiamo ad altra occasione. 🙂

@Tuttiglialtri
Ci si sta gasando per andare a Monza a far casino con Metalmark. L’idea mi diverte anche e mi vien voglia di partecipare anche solo come spettatore, ma vorrei riportare l’attenzione su una cosa che fra l’altro è già stata detta: è il contesto adatto? Quell’evento è organizzato da gente che vuole parlare d’altro, o sbaglio? Ora, già Metalmark vuole “prenderne possesso” per farsi i cazzi suoi difendendosi sulla pubblica piazza, in più noialtri si vorrebbe (1) legittimare questo comportamento discutibile e (2) peggiorare magari la situazione alimentando il dibattito? Oh, poi magari così facendo diamo vita a qualcosa di ottimo, ma lo facciamo – temo – calpestando qualcosa di altrettanto ottimo, o sbaglio?

Non illuderti, andro. Sarà davvero un discorso a senso unico. Tra parentesi è l’unico modo che al momento ha Accordi per affrontare la cosa, perché ogni tentativo di contradditorio che ha affrontato in questi giorni si è risolto con il suo silenzio o la sua spocchia davanti all’evidenza dei fatti.

Lì avrà a suo fianco tanti fan che nemmeno conosceranno la questione (e che per partito preso lo spalleggeranno) nonché i suoi amici (es. Carbone) a dargli manforte.

No, sono pronto a scommettere che un dibattito civile e corretto non ci sarà affatto.

Tra l’altro, piccola aggiunta, il fatto stesso he usi questa manifestazione (che nulla centra con la questione e che non è la “manifestazione di Accordi”), ma quella del retrogaming, fa capire molto su Accordi e sulla correttezza di tutto ciò.

Caro Elettrojung, persona encomiabile per gli sforzi profusi in altri lidi, i tuoi messaggi (resto sul tu, se offende fammelo presente), seppur interessanti, molto interessanti, mi paiono decisamente virare verso una direzione piuttosto chiara.

Quando scrivi che 1.200 Euro part time, senza contributi, senza garanzie, vanno benone, per esempio. Quando fai questi simpatici conteggi immaginando che in due ore si possano scrivere tutti gli articoli, siano essi recensioni, interviste, anteprime, speciali. Tutto uguale, tutto a indicare come:

a) Mi spiace ma del lavoro altrui non si ha un gran rispetto.
b) Questo rispetto manca completamente nel momento in cui si sproloquia sulle specificità di una professione senza avere, duole dirlo, la più pallida idea di ciò di cui si sta parlando. A meno che non la si abbia ben chiara ma si preferisca metterla da parte per portare avanti le proprie tesi.

Pape ha già chiarito come le due ore ad articolo siano una favoletta puttosto diseducativa, comunque.

Più in generale, dicevo, la direzione politica, il modo di intendere il mondo (giuro che non faccio riferimento alla politica italiana, è proprio un modo di vedere le cose), tutto punta verso Il Mercato. Che ha sempre ragione, che è infallibile. Che, guarda un po’, ha avuto talmente ragione da farci precipitare nella crisi economica più grave degli ultimi… bla, bla, bla. Visto che sei tanto abile, puoi anche spiegarci come, effettivamente, siano stati gli stipendi dei giornalisti, nel mondo, a determinare questa crisi. Sarebbe interessante.

Il Mercato deve essere libero per far sì che i lavoratori si immolino alla causa, lavorino per un tozzo di pane oppure gratis con il miraggio della fama futura. Perché? Beh, ma è evidente, perché non ci si deve curare minimamente di minimi salariali, tutela del lavoratore, dignità di una professione. Tanto ha ragione Il Mercato.

La persona di cui sopra, con i suoi 1.200 Euro al mese (fittizi, perché il conto delle ore non torna minimamente, come già spiegato; oh, a patto di non lavorare con i piedi, eh!), non assunta, non inquadrata, non tutelata da alcuna forma contrattuale che ne difenda la professionalità, questa persona è certamente nelle condizioni migliori per svolgere il proprio lavoro con serenità, professionalità e onestà, vero?
Non è pensabile che possa essere facilmente ricattabile per *ogni* tipo di bazzeccola. Non dall’editore, non dai PR, non dai distributori. Da nessuno. È inattaccabile e lavorerà nelle migliori condizioni.

Però, chissenefrega, Il Mercato ha ragione. Guai a pensare anche solo di ipotizzare una tutela della propria professionalità. Si diventa istantaneamente Lobby (il male incarnato, in un Paese che del clientelismo e del consociativismo fa una bandiera che garrisce allegra su ogni edificio pubblico…). Perché, effettivamente, è gravissimo immaginare di lottare per difendere il proprio lavoro. Perché lo vogliono fare tutti. Eccheddiamine! E lasciamoglielo fare anche gratis, per dio! Di crumiri non possiamo certo tornare a parlare (no, non sono pgcd), ché usava ormai oltre un secolo or sono. Fa brutto, non è di moda. Certamente farebbe corrucciare Il Mercato.

Il Mercato che invece se la ride ilare e giocondo, quando dall’alto della sua onnipotenza guarda verso noi miseri mortali e osserva il panorama dell’editoria specializzata. Due isolette in croce dove ancora resistono delle condizioni arcaiche (che possa essere fulminato in questo istante se è mia intenzione difendere Sprea, peraltro, che se non avesse ereditato la situazione di Future Media Italy, sarebbe l’ancella preferita del Mercato, stanne certo), ma poi un mare straordinario dove il successo è stato costruito in parti considerevoli con approcci più consoni al Mercato. Dove è pieno di gente che ha lavorato gratis in nome di un futuro migliore e quando il futuro migliore è arrivato ha scoperto di non farne parte. Oltre a non fare nemmeno più parte del Mercato.

Viva Il Mercato! Viva Il Mercato! Viva Il Mercato!

PS
Giacché una parte cospicua delle persone che scrive qui è più o meno nota, almeno all’interno del settore, si può capire tu chi sei? Anche solo per curiosità.

@Pape
sì infatti, sono soddisfatto di Spaziogames. Per quell’articolo sono stato pagato per il tempo speso, non per i caratteri scritti, mi sembra onesto! 🙂

@Tutti
per quanto riguarda MONZA: sono d’accordo col Giopep quando dice che andando legittimiamo la strumentalizzazione dell’evento però non posso fare a meno di pensare che sarebbe sbagliato lasciare campo libero, quantomeno per controllare che non ci sia uno spalamento di sterco a pioggia su tutti quelli che hanno partecipato alla bagarre, me compreso.

ora faccio io una domanda riguardo ad un concetto che pape e gorman hanno sfiorato, ma nn approfondito:

ma in quanto editori/caporedattori/padroni/quelloche è, quanto prendono/prendevano all’ora i vari metalmark, eldacar e tutti i capi che dicono che 20 euro (o anche meno…argh!!) ad articolo è una buona paga?
perchè se prendono anche loro 3 euro all’ora (ma anche 4, tò) è una cosa, ma se ne prendono anche solo 6.20, che è il salario minimo di un operaio metalmeccanico di 1° livello, faccio notare che nonostante sia più del doppio, nn è certo il compenso di un dirigente…

certo che saranno felici i dipendenti di spaziogames
se mangio merda da quando son nato, per me la merda è buona
è ovvio, se nn mi dici E NON MI FAI ASSAGGIARE la pizza…

provate a pagare i vostri dipendenti 7/8 euro all’ora (e nn calcolando il tempo impiegato a scrivere fisicamente l’articolo), e vedete se si intristiscono

nn siete in grado di farlo?
allora vuol dire che ci sono troppi dipendenti e c’è troppo poco lavoro
oppeure c’è qualcosa che nn va a livello gestionale
magari tagliare qualche spesa, aumentare le tariffe per i banner, che ne so. mica sono io l’imprenditore

il mercato è in grado di assorbire 2/3 riviste di settore ed un paio di portali?
e sia

nn è la stessa situazione delle compagnie telefoniche di qualche anno fa, per cui PER LEGGE la sip deteneva il monopolio
se sei in grado di aprire un’impresa in grado di sostenere costi e produrre utili, ben venga
si parla di mercato che si autoregola
e che si autoregoli. ma nn a spese dei dipendenti, ed a favore ‘dei padroni’
son capace pure io di produrre utili senza pagare i miei dipendenti

2 riviste di settore una lobby o un monopolio?
e l’industria italiana dell’automobile cos’è? una lobby?

pensa un po’, il mio sogno da bambino è sempre stato aprire una fabbrica di automobili
però c’è la crisi, e nn posso permettermi di pagare i miei dipendenti + di 4 euro all’ora, ne tantomento garantire loro assicurazioni, indennità, maternità, pensione….
ma d’altronde cos’è, vuoi che in italia a fare automobili sia solo il gruppo fiat?

@ Gorman, Elettrojung e chi più ne ha più ne metta.
Ecco Andrea, hai sintetizzato alla grande quello che avrei voluto rispondere al pur preparato Elettrojung. Fa sorridere pensare che chi ha evidentemente colto la gravità della crisi e, suppongo, anche le sue cause, continui a giustificare qualsiasi scelta, imprenditoriale o meno, in nome del Mercato, quel Mercato che, dopato pesantemente, ha provocato un collasso a tutti i livelli. Chi si accontenta dei 1200 euro part-time senza la minima garanzia, non fa che legittimare una situazione generale insostenibile, basata ormai sul “prendiamo finché ce ne danno, senza andare tanto per il sottile”. Caro Elettrojung, cosa credi che ti risponda una banca se chiedi un mutuo in quelle condizioni? Sì, certo, guadagni 1200 euro part time, ma che garanzie porti? Un bel niente. Ripassa al prossimo giro.

Ormai si è diffusa una mentalità assai pericolosa, in base alla quale un lavoratore deve sentirsi grato a chi, in tempi grami, gli offre una miseria. “Sei già fortunato”, ti diranno. Quindi zero lamentele. E fa niente se non sei tutelato per un cazzo, se ti ammali sei out, se sei donna e rimani incinta, ciao, è stato bello. E via di questo passo. E chi, come Pape, cerca tra mille difficoltà di far valere quei 2 o 3 diritti che ci sono rimasti, viene tacciato di oltranzismo o peggio. Ma viva l’oltranzismo, allora. Non ha capito che il Mercato non può più sostenere certe cifre? Ah sì? E di chi sarebbe la colpa, mi domando? Se non altro, il povero imprenditore vessato dalla contrazione dei consumi, dalla pressione fiscale italiana e dai sindacati (mah…), ha sempre la simpatica scappatoia dell’evasione fiscale, o no? Non facciamo le verginelle in un bordello, suvvia. Il lavoratore dipendente, invece, non può che prenderlo in quel posto oppure sorridere di fronte alla magnanimità di chi, in tempi bui, gli offre comunque 4 soldi. Alè…

Andrea Porta: per quanto la trasparenza sia sempre importante, non credo minimamente sia il fulcro della questione. Un ragazzo che lavora, portando un beneficio a (in questo caso) un sito, senza percepire un Euro, è ugualmente sfruttato anche se lo sa. Meglio che essere presi in giro? Di sicuro. Ma è comunque una forza di presa per i fondelli e di anomalia del settore. E non parlo di “sitarello X fatto con gli amici”, ma di “sito grosso e ciccione che grazie (anche) agli articoli del ragazzo non pagato genera pageviews a sufficienza per vendere banner e rimpolpare le casse di quelli che, al vertice, i soldi li prendono. E’ un tipo di concorrenza semplicemente sleale verso chi, invece, fa lo stesso lavoro e cerca onestamente di pagare tutti. In questo caso, per rimanere in tema, Eurogamer (o anche Nextgame.it, non parlo di Multiplayer perché non so). Che pagheranno, secondo me, decisamente troppo poco, ma che pagano. E poi è dura mettersi a contrastare chi fa lavorare la gente gratis, anche se lo fa mettendo tutto nero su bianco.
Purtroppo si torna anche, volendo, al discorso “il pubblico non premia la qualità”, perché spesso e volentieri se paghi qualcuno, pretendi una maggiore precisione nel lavoro rispetto a quella che chiedi a chi, comunque, ti sta letteralmente regalando un po’ del suo tempo per un po’ delle tue pageviews.

Lo chiedo a titolo personale, ma il passaggio di Nextgame ad Edizioni Master ha giovato? Parlo sia in termini di retribuzioni che di qualità del lavoro.

E qui voglio vedere se qualcuno dice qualcosa. Perchè quanto costava Nextgame prima io lo so bene (conoscendo bene i budget che comunque non decidevo io, tanto per). Così come quanto pagava (conoscendo tante persone che ci scrivevano). E non mi pare che nessuno si sia mai messo a rompere le palle a nessuno (e vorrei ben vedere vista la qualità delle persone, del sito, del servizio, di tutto. Sarebbe stata/è una follia)

Visto che ci siamo

Elda: come vedi nel mio ultimo messaggio, sulla storia di “chi paga quanto” ho messo Next e Eurogamer sullo stesso piano, dato che mi risulta che i collaboratori (parlo sempre di quelli, occhio) prendano gli stessi soldi, all’incirca. Quindi vedi un po’ te…

Si, visto che fai le inchieste però, chiediti pure dei budget a monte. Che così mi pare un po’ troppo facile

Per i bilanci, c’è sempre la camera di commercio poi. E cazzo, a una certa o le dici tutte o non le dici

Elda: ma che stai addì? Il post che ho pubblicato è dedicato a quanto viene pagato un collaboratore a Game Pro. Di quello parlo e di quello ho parlato finora (trova altri miei interventi che trattino di plan quinquiennali e vinci anche tu un cappuccino alla menta). E poi: “o le dici tutte o non le dici”? Ma scusa, primo chi ti ha detto che in futuro non scriva altro? Servono fonti certe e tutto, altrimenti si fa cazzimma e basta. Oltretutto: non l’ho appena scritto?

In relazione a Next non posso dare dati precisi sui numeri, perché sono aspetti di cui non mi occupo io e non so neanche se avrei il permesso di farlo. Credo ci sia stato in partenza un aumento di budget, a dirla tutta, sicuramente ci sono stati investimenti sulle attrezzature. Poi, non posso escludere che negli ultimi mesi, coi problemi di crisi, si sia un po’ tirata la cinghia, ma davvero, rischio di dire minchiate, quindi evito. 🙂

Eventualmente, se ritiene sia il caso, può esprimersi il Dottor Manhattan, anche perché do per scontato che Sole non abbia voglia di mettersi a postare in questo luogo lercio. 🙂

Io, di mio, posso dire quello che ho percepito in questo primo anno:
– sono tornato a lavorare fisso su Nextgame, a tempo pieno, da assunto di Edizioni Master, senza quindi che la cosa gravi sul budget di Next. E immodestamente penso di stare dando un bel contributo. Senza Edizioni Master non credo sarebbe stato possibile.
– lo staff di “interni” di Nextgame sottostanti al service di Sole in questo anno è aumentato di almeno un’altra unità, cosa che dubito possa avvenire se diminuiscono i soldi a disposizione;
– in termini di risorse, non sono poche le occasioni in cui l’avere alle spalle Edizioni Master garantisce materiali, contributo redazionale e altro. E per quella che è la mia percezione, a oggi non mi sembra ci siano state particolari pressioni dal punto di vista editoriale. Anzi, ho sempre percepito grande fiducia;
– sul budget, ripeto, non posso esprimermi, però posso per esempio dire che quest’anno per Next siamo andati in due alla GDC, in sette di Next + tre delle redazioni “cartacee” all’E3 (e credo per Next fosse un record), in sei + Teokrazia a Colonia, in due + due a Tokyo. Altri portali alla GDC e a Tokyo non c’erano, per esempio. E gli “aggiunti” delle redazioni riviste hanno dato una mano per Next in tutte e tre le occasioni in cui c’erano.

Per cui, fermo restando che si può migliorare, perché si può sempre migliorare, mi sembra che le cose vadano bene. Il che non significa che andassero male con Leader, eh! Non lo so, in quel contesto ho lavorato su Next solo nel suo primo anno di vita, poi sono andato a fare altro e mi sono limitato a qualche collaborazione occasionale, quindi non posso esprimermi più di tanto.

Dunque: passo al “tu” perchè il mio non voleva essere un “distacco” altezzoso, ma un modo per mantenere toni pacati in una discussione facilmente infiammabile. Non voleva essere un offesa, per tanto chiedo scusa a Pape se l’ha percepito in tal modo.

@Gorman: lavoro in un campo adiacente all’editoria videoludica e quindi, per estrapolazione, potete immaginare di quale campo si tratti. Perciò non ci tengo a far pubblicità del mio nome. Vi basti sapere che tratto con diversi media center da vicino proprio per la circolazione di ADV.

Vorrei chiudere il mio contributo quì proprio per evitare il muro contro muro.
Ho apprezzato gli scambi con tutti voi e ringrazio Zzave e Mucchi di averci messo la faccia, insieme ad Eurogamer, per portare alla luce una serie di topic altamente interessanti.

Concludo con una serie di specifiche perchè mi sono accorto che le mie parole, ma chiare come quelle di Tobix (invidia), possono dare adito a confusione.

1. 1200 euro al mese part time, quando avevo 20 anni, sarebbero state paragonabili alla terra promessa. Ma questo non implica che io non abbia citato più volte la garanzia di crescita aziendale.
Voi credete che io pensi che Gorman, o Belli, o ToSo non meritino un contratto solido, garanzie et quant’altro?
Certamente no. Il discorso però partiva dal Mucchi che è nella fase di “gavetta”, fase che serve ad imparare e a farsi le stelle sulla divisa e fase in cui una remunerazione simile è, paniere ISTAT alla mano, circa doppia rispetto al padre di famiglia medio italiano.

E’ questa cornice che non mettete a fuoco: un padre di famiglia italiano guadagna 1500 euro al mese per spaccarsi la schiena in fabrica!
Dico che è giusto? No. Dico che è la realtà.
E dico che proporre un tariffario inapplicabile per il mercato è semplicemente… inapplicabile!

Il problema è che io so quanto spende il distributore X con il Media Center Y per tot prodotti all’anno e vi dico che un portale web, a meno di non essere al vertice (e anche lì non ci campa facilmente), non se lo può permettere l’OdG.
E voi ora cosa proponete? La chiusura di TUTTA l’informazione web perchè Mucchi deve prendere 2000euro part time?
Quante volte ho ripetuto che la crescita aziendale deve essere garantita e che si torna al concetto di truffaldini Accordi (perdonate il gioco di parole) se questa aspettativa viene poi delusa.

Ora da mentire perchè poi non si cresce e si viene buttati al resto, scusate ma c’è differenza, ed è muro contro muro non ammetterlo.

Il mutuo in banca per comprare casa un ragazzo di vent’anni non lo chiede.
Un prestito in banca il giovane imprenditore di 30 anni lo chiede eccome e gli viene negato: quindi spalle al muro da una parte e OdG dall’altra con pressione fiscale al 54%.
Perdonate ma credo che questa sia la ricetta per uccidere una nazione.
E non torniamo sul discorso sfruttamento perchè 1200euro part time sono LUSSO a 20 anni.

Tale collaborazione si DEVE trasformare in contratti robusti ma col tempo come è giusto che sia.

So che rimarrete delle vostre idee e me ne dolgo perchè vedrete piano piano il vostro mondo sfandarsi: mi rendo conto che non conoscete le dinamiche da parte di chi i soldi li da, come i media center.
Ma lo capite che la percentuale di commissione del media center cresce al diminuire della popolarità del veicolo commerciale?

Faccio un esempio: miosito.it, che non lo conosce nessuno, se il media center vuole spendere lì si trattiene dalla somma spesa per il prodotto X fino anche al 30% + 10% di accounting esterno o interno + 54% di tasse + costi redazionali + infrastrutture.

Facciamo finta che il gioco Y spenda 4000€ per una settimana di takeover su miosito.it e che la transazione avvenga tramite media center (la metà dei titoli vengono gestiti da media center) e facciamo due calcoli insieme:
4000 – 40% = 2400euro
2400 – Costo del personale – Infrastrutture – 54% di tasse = secondo voi?

Ora secondo voi se alla voce (costo del personale) sostituite il tariffario dell’OdG e togliete il costo di un ufficio vero a Roma o Milano (2000euro al mese tanto per ridere) e al tutto sommate la pressione fiscale, cosa ottente?

E immaginate che “miosito.it” possa anche bucare delle settimane di ADV.

Cosa volete? Uccidere tutta la stampa che non sia un duo-polio di grandi potenti e basta?
E questo NON giustifica lo sfruttamento!!! CAPITELO VI PREGO!
Lo sfruttamento è 5 euro al pezzo, non 20/30 euro al pezzo per il portale web.
Per gioco mettete in numeri in un foglio excel e vi renderete conto come l’offerta economica del paese non può seguire le coordinate che tracciate.

Spero che la mia non sia parsa come una polemica sterile ma che abbia contribuito a dare un punto di vista “dell’altra parte della barricata”.

E’ stato un piacere dialogare con voi e vi auguro tutto il meglio per le rispettive carriere.

Saluti,

Che sto dicendo?
Sto dicendo che a rompere i coglioni alla gente, mettendola tutta sullo stesso livello di chi della non professionalità fa uno stile di vita, poi fai i casini

Eurogamer come Next perchè paga lo stesso hai appena scritto

E io ti ho appena detto: che cazzo di paragone è pure questo?

Se io avessi lo stesso budget che serve per fare Next, non avrei 200 collaboratori alla stessa cifra che ho adesso. Avrei gli stessi 6 probabilmente, con i compensi meglio di quelli dell’OdG.

Teniamone conto di questi “dettagli” quando vogliamo fare le inchieste Mattia.

Non ci dimentichiamo solo perchè si è amici di questo o di quello o perchè ci si lavorava qui e li ok?

Danke

Quando Master ha rilevato da noi, s’è comprata tutti i contratti in essere, compresi quelli di service e collaboratori vari. Solo il mio è stato liquidato (1 anno e mezzo dopo) da Leader perchè ovviamente pagare il direttore responsabile esterno quando ne hai 500 in casa e sei editore, mi parrebbe un po’ una cazzata ovviamente. Questo ve lo posso dire tranquillamente

Elettro, ma veramente credi che il tariffario sia così elevato?

Io leggo questo:
G) Quotidiani e periodici telematici e agenzie con visite mensili inferiori a 150.000

1) Notizia € 25,00
2) Articolo € 60,00

60 euro per un articolo per un piccolo sito… non mi sembra una follia, perdonami. Non si parla di prezzo a pagina, eh, ma dell’articolo intero.

Questo per uno che scrive di tanto in tanto. Per collaborazioni continuate, cosa dice l’OdG?

COLLABORAZIONI PROFESSIONALI COORDINATE E CONTINUATIVE

Quotidiani e periodici anche telematici, agenzie di stampa, emittenti radiotelevisive e network (su base annuale da corrispondere per frazioni mensili)

1) Per almeno 2 collaborazioni al mese € 2.178,00
2) Per almeno 4 collaborazioni al mese € 4.357,00
3) Per almeno 8 collaborazioni al mese € 8.709,00
4) Per almeno 14 collaborazioni al mese € 11.760,00

Sono cifre ALL’ANNO. 11.000 euro per 14×12 articoli sono così tanti soldi? Non sono nemmeno 1000 euro al mese….

A me non sembrano cifre irragiungibili da una realtà commerciale, sinceramente. Eh controllando la tabella, potrete vedere che sono più basse dei compensi sulla carta. E che ci sono differenze di prezzo in relazione a tiratura/accessi, proprio come molti chiedono. Insomma: il tariffario mi sa che nessuno se l’è letto, e tutto pensano che i giornalisti “a norma” siano pieni di soldi.

Pape

Elettrojung, colgo il tuo voler “uscire” dalla discussione. Quindi risponderò assai brevemente.

1) Paragonare un’assunzione, per quanto in fabbrica e full time, a una collaborazione esterna ha troppe falle logiche perché sia sensato farlo. Aggiungo anche che, mi dispiace, ma fare le classifiche di merito sui “lavori che sono seri e quelli che non lo sono” (perché quello “spaccarsi la schiena in fabbrica” altro non mi suggerisce) serve proprio a poco. Ancora a meno quando ci si appella di continuo al Mercato.

2) Il mutuo non lo chiedi a vent’anni perché siamo in Italia, siamo in una nazione di merda. Dove i giovani “escono di casa” sempre più tardi e la popolazione invecchia a vista d’occhio.

3) Il prestito non viene concesso nemmeno a un “non così giovane” imprenditore di 38 anni. Neanche se ha il curriculum migliore di tutto il suo settore. Il che non giustifica la scelta di fare ugualmente le cose, sfangandola come si riesce. Per te lo giustifica. Per me no.

4) Tu dici che a voler pagare decentemente la gente si uccide l’editoria. Io dico che se ne ucciderebbe una larga parte. E dico anche che, facendolo, probabilmente a lavorarci resterebbero le persone migliori. Il contrario lo vedrei completamente irrazionale da parte degli imprenditori. Se pago voglio quelli bravi. Oppure no? E quelli giovani a cui faccio fare la gavetta ma che devo pagare ho tutto l’interesse a farli crescere come si deve. Oppure no?

Chiuso questo, @eldacar, se Next con alle spalle Master paga i collaboratori come Eurogamer, è molto peggio di Eurogamer. Punto e a capo, con buona pace eventualmente di giopep o zzavettoni. Tanto la mia opinione su un determinato modo di fare editoria e di farsi largo sul mercato (minuscolo) credo sia ben nota, visto che ho dichiarato svariate cose anche pubblicamente.

Elda, tralascio la storia degli amici e via andando, che non ha proprio senso.
Se è come dici tu, ovvero che Eurogamer paga i collaboratori come Nextgame pur avendo un sesto del budget, allora mi spiace davvero. Ma non ho dati per esprimermi in tal senso. Tutto quello che so e che mi interessa, in questo momento (poi vai a sapere), è parlare di quanto prende un collaboratore, che è il discorso iniziale. Sono entrambe cifre troppo basse per come la vedo io. Se poi dietro ci siano altre motivazioni, sarà. Il risultato sulla carta è lo stesso.
A meno che non venga il Sig. Edizioni Master (che, se forse non lo sai, non mi è particolarmente simpatico, se vuoi ti racconto la storia 😉 Per questo dico che parlare di “amici” è proprio fuori luogo) a dirci perché e per come con, un budget sei volte superiore a quello di EG, Nextgame.it paghi come EG i collaboratori.
Ma, ri-ri-ripeto, per ora parlo di ciò che so. E quel che so è che 20 Euro per un articolo la cui realizzazione porta via svariate (vedi post di qualche giorno fa) ore di lavoro, è particolarmente triste.

Ah, tu parli di età. Il discorso è già stato affrontato. Che uno abbia 19 anni o 40, merita la stessa dignità. Un giovane può voler andare fuori di casa presto col suo lavoro, così come uno più anziano che è già fuori casa vuole poterci vivere col suo mestiere di redattore.

Non bisogna pensare che chi scrive part time siano tutti studenti con tempo libero: la maggior parte dei nostri collaboratori esterni, lo fanno di mestiere di collaborare con le riviste. Magari non vogliono/possono essere assunti, ma guadagnano quanto gli spetta. Se scrivono parecchi pezzi, guadagnano ben più di chi è assunto, tra l’altro, come è giusto che sia: la precarietà la si paga sulla busta paga, gli si paga il rischio, insomma.

Pape

Elettrojung, penso che tariffari e cose simili debbano comunque essere presi con le molle (certe cifre, concordo, non sono applicabili in determinate situazioni, ma non stiamo comunque parlando di compensi mostruosi). Quello che però non accetto in generale è che quelle garanzie di cui si parlava ormai non mancano più soltanto al 20enne (che comunque, prima o poi dovrà pur levarsi dai coglioni), ma anche a gente che nel mondo del lavoro c’è già da tempo.

Dici che quelle collaborazioni dovranno giustamente trasformarsi in contratti robusti, ma se sei del settore (e non è solo una questione relativa a questo settore), sai benissimo che ciò non avverrà. Una volta, forse, non certo nel 2009.

Crisi o non crisi, il gioco al ribasso e al taglio delle garanzie ha investito molti, e cosa tocca fare in questi casi? Non biasimo chi, tacciato di “dinosaurismo”, si attacca ai tariffari: è un modo, a suo modo disperato, di far valere ancora quel poco che ci rimane. Magari chiedi 100, ti offrono 30 e alla fine riesci a spuntare 60. Qualcosa sei riuscito a ottenere, facendo leva su regole vecchie, forse, ma ancora in vigore. Ho sempre disprezzato il liberismo sfrenato che, guarda caso, ci ha portato a questa situazione. E va da sé, i giovani sono i primi a rimetterci, presi in giro da imprenditori della domenica e senza tutele.

Dimenticavo di completare l’esempio sulle percentuali trattenute dai Media Center per diritto di transazione:

0,5% – Mediaset / Rai: il canale è così grande e importante che il prodotto X ci “deve andare per forza” e quindi poco merito al Media Center e quindi poca percentuale trattenuta

5% – Grandi affissioni Lusso in Outdoors: bordo stadio prima fila durante la finale di Champions.

10% – Maxi affisioni o parapedonali outdoors.

15% – Riviste cartaccee a distribuzione nazionale e portali web al top (non so se Multi ha questa percentuale o forse un pelo meno ma cmq parte da questo step).

20% – sito web di buona importante: Spazio, Every, Next, Videogame, Eurogamer, etc etc. Attenzione perchè da questa soglia in poi la contrattazione non è garantita e i passaggi cominciano a diventare “sporadici”.

25% – miosito.it… programmazione occasionale solo in caso di determinati target speciali.

quindi come vedete i grandi hanno una gigantesca facilitazione nel concorrere (0.5%) i piccoli vengono trattati male perchè non hanno un forte controvalore in costo/contatto (25%).

Aggiungete che un piccolo probabilmente il fido in banca non ce l’ha e avrete capito come sia impossibile stare con l’OdG.

Preferisco page minori al far SCOMPARIRE la pluralità di vedute giornalistiche da una nazione.

E ora saluti veramente 😉

@ Eldacar: con 6 collaboratori non ci fai neanche una lontana idea di Nextgame (che, come ben sai, è parte di un network con diversi canali tematici).

@ Zave: il segreto (di pulcinella) per sopravvivere sta nel multitasking.
Oltre che collaborare con Nextgame (dagli albori), collaboro con svariate riviste di motociclismo. Un bimestrale mi paga come un oncologo per un singolo pezzo.
Un mensile mi paga il quintuplo di una recensione di giochini elettronici. per un altro ho scritto GRATIS, per poter arrivare a scrivere sulle prime due.

Il giusto mezzo non l’ho mai visto, per quel che mi riguarda.
Ma scrivo, diamine, e accumulo come le brave formiche.

@zave
Ma dai Mattia, te lo dovevo ricordare io dopo 800 post 20 dei quali a rompere i coglioni SOLO a Eurogamer messa sulla stessa riga di Game Pro?
Ma scherziamo?

Vuoi fare le cose, falle bene. Controlla. Chiedi. Pensavi che il mio budget, dal quale si tirano fuori compensi decorosi anche se tu non li convidi, le trasferte tutto pagato (a LA eravamo in 6, a Colonia pure), i rimborsi e tutto il resto arrivi da un fondo cassa tale e quale a quello di un editore che fattura 15 milioni di Euro l’anno? Te lo rispiego: noi abbiamo un piano e per ora il bilancio che andremo a depositare, sarà in rosso perchè ERA PREVISTO. I soldi arrivano dalle tasche di un investitore. Paghiamo come altri 300 siti che fatturano 1 gozziliardo più di noi. Quando arriveremo a quel gozziliardo, senza sfruttare nessuno per strada, pagheremo di più. Parliamo di ora? Allora parliamo di QUEI siti, di QUELLE situazioni, di Accordi e di tutto il resto. E di noi, ci mancherebbe. Ma non SOLO di noi, in questi termini ridicoli poi.

Non puoi parlare SOLO di una cosa CRISTO.

Devi parlare di tutto o le cose non hanno mai la giusta dimensione

Se io per fare Eurogamer ho 3000 Euro non prendo 500 collaboratori a 1 Euro. Ne prendo 5 e gli do 30 Euro a pagina perchè ho fatto dei conti, loro sono contenti, siamo in linea con quello che c’è fuori. Quello che c’è fuori però lo hanno deciso strutture che a noi ci mangiano come fatturati che loro si, potrebbero rispettare i tariffari dell’OdG. E rompi i coglioni A ME azienda che ci prova? Che bilancio alla mano, CONTROLLATE DIO CARO, non metto in tasca una lira, sono in rosso e sto dando il culo per arrivare a 5 anni dove voglio arrivare? Ma siete pazzi?

Io non parlavo del Sig.Edizioni Master parlavo di persone che indirettamente tiri in mezzo ma che non citi, che dovresti proprio lasciar perdere perchè fanno le cose fatte bene e sono person SPLENDIDE che però, alla luce dei tuoi ragionamenti, vanno considerate come le altre che utilizzano “un sistema” che critichi e splendide sicuramente non sono

Contento tu Mattia

@gorman
hai PM

Ok per le tante belle parole, ma mi pare sia emblematico che il mercato abbia comunque deciso di sculacciare la rivista prodotta con soli 3200 euro.

“Io non parlavo del Sig.Edizioni Master parlavo di persone che indirettamente tiri in mezzo ma che non citi, che dovresti proprio lasciar perdere perchè fanno le cose fatte bene e sono person SPLENDIDE che però, alla luce dei tuoi ragionamenti, vanno considerate come le altre che utilizzano “un sistema” che critichi e splendide sicuramente non sono”

Elda, ti sembrerà strano ma, cazzo, ti quoto tutto.

scusate ma la prima volta che mi hanno presentato Accordi in Future ho pensato fosse un cialtrone. volevo solo infilare questo nel mucchio.

@fotone

i budget di Next prima di Master li conoscevo bene. Non voglio scendere in dettagli ma ho discusso svariate volte di tante cose che non è elegante stare a dire su un blog. Se vuoi te le spiego (non per altro, ma a differenza di altre situazioni, questi non sono proprio cazzi miei). Sto dicendo un’altra cosa

Noi cinema, dicks & decks, cazzi e mazzi non ce li abbiamo manco per sbaglio. E se non ti schifa, con un CMS come quello di Eurogamer dietro (che vi invito tranquillamente a vedere se volete) in 6 persone fanno il lavoro di quello che li o da un’altra parte si fa in 20. Il sistema Eurogamer è costato svariate centinaia di migliaia, tanto per.

Se non fosse che con un tasto io elimino tutta una serie di perdite di tempo dovute alla preparazione di contenuti, al reperimento assets, al montaggio video etc etc

In 10, con un paio di interni, noi facciamo tranquillamente tutto quello che è facilmente verificabile sul sito, con i ritmi di siti decisamente più “grandi” a livello di impiegati. Pochi cazzi su questo

COLLABORAZIONI PROFESSIONALI COORDINATE E CONTINUATIVE

Quotidiani e periodici anche telematici, agenzie di stampa, emittenti radiotelevisive e network (su base annuale da corrispondere per frazioni mensili)

1) Per almeno 2 collaborazioni al mese € 2.178,00
2) Per almeno 4 collaborazioni al mese € 4.357,00
3) Per almeno 8 collaborazioni al mese € 8.709,00
4) Per almeno 14 collaborazioni al mese € 11.760,00

Posso pagare queste cifre per ToSo, Silvestri, Belli, Zzave, Gorman.
Non posso pagare questa cifra per Mucchi (che non me ne voglia).

Mucchi se vuole essere realista deve aspettarsi la metà.

La firma di Silvestri vale tanto. La firma di Paglianti vale tanto: è esattamente come nel giornalimo di critica cinematografica per i quotidiani.
Alò che scriveva per Caltanet prendeva X, ora dopo tanti anni prende Y perchè è diventato un “critico blasonato”.

Per questo dico che nel normale senso di carriera e di incremento strutturale della remunerazione ogni testata seria pagherà il giornalista serio una cifra pari a quella espressa dall’OdG ma che un ragazzo come Mucchi se prende 20 o 30 euro ad articolo deve essere contento.

Senza quella cifra lui sarebbe senza lavoro e povero.
Preferisco tutelare anche lui, che nel tempo diverrà una FIRMA e prenderà tanto, che lasciarlo al palo, senza lavoro, senza soldi e senza speranza di crescita.

Così tutelate solo i vostri interessi.

Se poi, voi grandi firme, vi vedete proporre un contratto non all’altezza fate bene a rifiutare ma quì si parlava d’altro.

Prima di continuare a criticare il mio punto di vista vi prego di fare un gioco: aprite un foglio excel e simulate i costi di personale e struttura di una redazione che produca il giusto numero di articoli e news per un portale web che, diciamo, voglia essere competitor di Everyeye.

Vediamo che somma vi esce e confrontiamola con il mercato.

Vi risponderete da soli.

Vogliamo cambiare il paese: cominciamo a mantenere le promesse. Vi assicuro che è già tanto.

Elda: a me pare proprio che tu voglia sempre e solo tirare dritto per la tua strada, tutto quello che hai scritto ha, come risposta, quanto ho scritto io nel messaggio prima. Sei libero di essere in disaccordo e io fortunatamente ho lo stesso privilegio. Sto guardando al risultato. Se allo stesso, indecoroso, risultato ci arriva uno che ha X e uno che ha X alla terza, un buffetto a quello che ha solo la X. O meglio, un calcio a quello che ha X alla terza. Ma la sostanza non cambia. Vuoi il buffetto? To’ il buffetto. 😀
Sta di fatto che se EG può permettersi di pagare solo 20 Euro ad articolo un collaboratore, vuol dire che ha un budget (SECONDO ME) inadatto. E se non può permettersi un budget più sostanzioso… back to inizio.

Il bello è che una visione distorta, qui assai diffusa, paragona le grandi firme videoludiche alle grandi firme in generale. Non me ne vogliano i vari Paglianti, Gorman e Silvestri (alla fine è tutta gente che conosco), ma uno dei tanti problemi dell’editoria ludica è il suo non contare un cazzo di fronte all’editoria tout court. In passato i miei articoli, da esterno, per riviste di videogame a diffusione nazionale, venivano considerati meno di un cazzo di articoletto sulla nonnina caduta dalle scale sulla Settimana di Saronno. ma questo del contare poco, è un altro discorso…

Appunto: hai esattamente confermato la stronzata che hai detto prima

Eurogamer back to inizio

E tutti quelli TUTTI con un budget più sostanzioso che possono permettersi tante cose e pagano come Eurogamer o meno di Eurogamer, dove stanno?

Li stai nominando?

Gli stai rompendo i coglioni?

Perchè il problema è tutto qui: non voglio il buffetto, ma non voglio neppure saltare la fila. Comincia da chi con i budget 8 volte i nostri invece di prendere meno persone a più soldi, prende 200 persone a 30 Euro

Vaivai

So che adesso arrivo assolutamente Off-topic, ma ci terrei a fare alcune precisazioni riguardo ciò che ho scritto. Ho avuto modo di parlare con l’interessato riguardo alle mie perplessità su alcune cose successe quando ho visitato Game Pro. Dopo 35 min di telefonata e una loro ricarica del cellulare prosciugata (e di ciò mi dispiaccio) son riuscita a fare un pochino di chiarezza per quanto riguarda la MIA situazione. Ora inutile dire cosa mi è stato detto, però almeno i due dubbi che avevo mi son stati fugati. E per me la cosa si chiude quì, amici come prima (spero). Mi tiro fuori da ogni tipo di campanilismo, se questa è l’impressione che ho dato, mi prendo le responsabilità delle mie azioni, ma non era prorio ciò che volevo.
Voglio dire che questo mio gesto non voglio tirare il sasso e nascondere la mano, molto semplicemente, proprio perchè niubba avrei dovuto chiedere spiegazioni a lui prima di scrivere alcune cose, poichè io dell’industria ne so ben poco. Detto questo mi levo da questa situazione, non per vigliaccheria o ignavia semplicemente perchè non vorrei che qualsiasi cosa io dicessi,venisse inglobata nel tono polemico della discussione. Son cresciuta leggendo tutti voi e sarebbe ridicolo e altresì fortemente dicotomico insultare persone che mi hanno ispirato per provare a fare questo lavoro.
Non volendo tediarvi oltre vi saluto e magari posterò qualche volta in merito ad altri argomenti. Peace and Love

Celine

*** Aveva propri ragione l’anonimo cinese che si fece i cazzi suoi e visse cent’anni.

@Dario

Fortunatamente io al momento essendo l’ultima delle stronze in questo ambiente senza alcun tipo di legame industriale mi posso permettere di mantenere rapporti civili con tutti. Abbracciamoci forte e volemose bene? MAGARI! visto che stiamo tutti sulla stessa barca..

@Gorman
“con buona pace eventualmente di giopep”

Ma suca ‘sto papocchio con gran forza. 🙂
Se hai buona memoria, tu più di tutti dovresti sapere che non sono tipo da difendere aprioristicamente il mio datore di lavoro in luogo pubblico, anzi, sono sufficientemente stupido da fare l’esatto contrario su un forum della concorrenza. 😀

Sì, vabbé, dai Dario… l’editoria specializzata è l’editoria specializzata.

Comunque elettrojung, se pensi che quelli siano i soldi che prendevo io ti sbagli di grosso e, come circa il 99% delle persone che lavorano sul mercato dei videogiochi, non hai chiaro quale fosse il mio ruolo in Future.

Detto questo, arrivati a questo punto, chissenefrega. Gioisci delle paghe da miseria, gioisci dei confronti con i metalmeccanici, gioisci del tuo Mercato, goditi appieno la elevatissima professionalità che il mercato riesce a supportare (dove poi, alla fin fine, sembra che tutti siano bravi uguale, tutti valgano uguale, tutti abbiano gli stessi meriti), goditi il fatto che percentuali di punteggi come quello di Metacritic, attorno a cui ruota una parte non irrisoria dell’intera industria, provengano da 7,5 Euro ad articolo. O 20 che siano.

Io non metto tutti sullo stesso piano. Ma il piano condiviso è quello della guerra dei bottoni. E tu pretendi che tutti debbano essere felici di combatterla.

Incidentalmente, puoi anche terminare con la tiritera del “aprite il foglio Excel, fate i conti e quant’altro”, perché dai per scontato che i tuoi interlocutori siano dei poveri baluba senza arte né parte nello scrivere questo.

@lady vendetta
Mi dispiace per te. Lo dico sinceramente.

@ giopep
Oh, ma che fai, ti difendi da una roba che non esiste? Io mi riferivo solo all’agiografia (termine usato ironicamente, smile, wink, whatever) su Next che avevi scritto pochi messaggi prima. Solo a quello, mica a tutto lo scenario o altro, eh. Dai… 🙂

@Lady Vendetta
Ecco vedi, è proprio con la PALLA della stessa barca che la gente la si prende per i fondelli. Lo ripeto: mi dispiace.

@ Gorman

Certo, il mio era un parlar di pancia dopo aver ingoiato in passato qualche boccone amaro a riguardo. La cosa mediamente triste è che per l’80% della gente noi siamo quelli dei giochini, e come tali o da pagar poco o da guardare con un misto di tenerezza e compassione. Ormai ci sono abituato.

@ Lady Vendetta

Mah, per me non è affatto una questione di “ultimi arrivati” o meno. Va bene mantenere un profilo basso quando si esplorano nuove realtà e si sa ancora poco, ma i cialtroni vanno trattati come meritano anche dopo 5 minuti di colloquio. Altrimenti si finisce nella solita spirale nella quale si sta zitti e si manda giù merda a palate. Almeno servisse a qualcosa… E poi, no, non siamo affatto sulla stessa barca. Semmai tu sei sul canotto e Marco Accordi sul Lusitania. Non è beneaugurante, e lo so.

@ zzavetoni

Forse è stato frainteso il significato del mio intervento.
L’oggetto della discussione non è, e non deve essere, un mero sindacare su quanto Spaziogames ed i siti concorrenti pagano i loro collaboratori, specialmente se il discorso è portato avanti da persone che parlano senza sapere.
Chi non sa, taccia, grazie.
Spaziogames paga i suoi collaboratori quanto ritiene giusto pagare, e finora nessuno si è mai lamentato; nel caso succedesse, la questione verrebbe valutata.
Ma il punto non è questo. Sono intervenuto per chiudere la bocca a chi parla senza conoscere la situazione, e specula a cazzo.
Tutto qui.

@gorman: non metterti a fraintendere pure tu ti prego!
Ho detto che una firma storica, che ripeto valore lo ha soprattutto per i media center e se non lo capite fatti vostri, DEVE prendere quelle cifre.

Una firma “appena arrivata” non può e non deve prendere quella cifra.

Tutto il resto è pleonastico: vi casca a pezzi il mondo e voi state notando la macchia di sugo sulla camicia.

@lady vendetta: un cosiglio, se parti parti, se parti e torni indietro è terribile. Lo dico per te: tutti quelli con cui potresti lavorare, e quì ce ne son tanti, al di là di ogni tuo chiarimento potrebbero pensare ad una telefonata intimidatoria di Accordi che ti ha ridotto al silenzio.
Ripeto: lo penseranno (o penseranno che sei vigliacca) al di là dei tuoi tentativi di spiegare.

Ora vi saluto sul serio perchè il topic è divenuto sostanzialmente il muro contro muro che temevo.

Saluti,

Nextgame sussiste da anni a anni e, come mi ha testimoniato un mio ex collega, ex recensore per suddetto portale, almeno fino al 2005 le recensioni venivano pagate 17 euro l’una (se poi erano 16 o 18 fottesega).
Ma nextgame e’ piu’ vecchia di EG, o no?
QUalcuno ha cagato il cazzo cosi’ pesantemente a NG in tutti questi anni, o no?
A me sembra che i 17, 20 o sticazzi di euro per recensione non siano stati dibatutti cosi’ alacremente. Eldacar paga come il portale rivale rivale, magari con un paio di Goleador in piu’ in busta paga. Ma non e’ roba di oggi.
E’ il mercato? E si vede che i portali sono per straccioni nel 2009, e possono davvero scriverci solo gli appassionati. A meno che uno non scriva per 10 portali e non dorma la notte, ovvio. A meno di scrivere lo stesso articolo per tutti, sarebbe un’ideona.
Quello che voglio dire e’ che EG non andrebbe mazzuolato cosi’ tanto per quello che paga.
Ah, e 1200 euro per 40 pagine di traduzione non sono pochi per UN CAZZO.
Fosse arabo, russo o giapponese vi direi che un traduttore qualificato e’ merce rara, ok. Ma l’inglese non dico lo sappiano tutti, ma su milioni di italiani che lo studiano a scuola vuoi che non ce ne siamo 1000 o 100 in italia in grado di tradurre decentemente 40 pagine in MOLTO MENO di un mese, evitando labirinti centripeti e sfinteri metaludici pantagruelicamente rototraslati in stocazzo?
IO personalmente sono rimasto molto piu’ scandalizzato dallo sfruttamento COME MODELLO DI IMPRESA, piu’ che dal pagare poco ma pagare sempre.
Iniziamo a tirare l’acqua, che poi per raschiare gli stronzi dal fondo della tazza avrete tempo.

E, Gorman… no, questo messaggio non e’ un attacco diretto alla tua persona XD

@Karat45 basta ti prego mi stai facendo piegare dalle risate 😀

@Tutti dopo aver fatto un po’ lo spettatore vorrei anch’io dare la mia testimonianza, visto e considerato che come molti le ho passate tutte, dallo scrivere per la gloria fino a vedere finalmente qualcosa in cambio per quello che faccio che vada oltre lo “zuccherino” del gioco aggratis.

Per anni ho guidato uno dei tanti siti “profamatoriali” del settore sorti a cavallo del 2000 (il buon Eldacar ne sa qualcosa) senza beccarci un soldo (nonostante le promesse di guadagni da parte di chi ci ospitava, ma questa è un’altra – triste – storia): come me ovviamente anche chi collaborava al sito non beccava un euro. Fin qui nulla di particolare: non prendo niente io, non prendi niente tu, si va avanti perché siamo appassionati e intanto si fa un po’ d’esperienza nel settore finché siamo giovani e non abbiamo una mazza da fare, cosa che ha dato i suoi frutti visto che poi chiuso quel capitolo parecchi si sono piazzati in realtà di primo piano.

Pur non raggiungendo le tabelle dell’OdG, attualmente non posso di certo lamentarmi di ciò che guadagno grazie all’editoria, anche se farlo diventare un lavoro principale resta un miraggio e infatti mi tengo caro il mio lavoro di sviluppatore software. Badate bene, non mi riferisco ad assunzioni ma anche al ruolo di freelance, praticamente un’utopia in Italia anche a causa di situazioni come quella scritta nel post che stiamo commentando: non posso sapere se si tratta della verità o meno, ma di situazioni di questo tipo credo ce ne siano a bizzeffe.

Il discorso a questo punto diventa spinoso, perché come già detto ampiamente si rischia che a voler fare le cose per bene a sopravvivere siano in pochi affossando tutto il resto, ma d’altro canto perché tutto questo resto deve sopravvivere e andare avanti pagando poco o niente e guadagnando comunque grazie al lavoro di chi non è stato retribuito degnamente? Al paese mio questo si chiama sfruttamento, poi indoratelo come volete ma sempre sfruttamento è.

Non sono un commercialista, ma credo che uno stipendio netto di collaboratore da 1200€ LORDI part time a cui dover scalare contributi, malattia e compagnia cantante vada molto al di sotto di un netto da dipendente.

@Gorman
Le faccine le ho messe pure io, no?

Comunque, Carlo ha chiesto se e cosa fosse cambiato sul piano economico ed editoriale, io gli ho risposto per quel che so.

Ho descritto la situazione che ho trovato da un punto di vista editoriale, visto che pure quello era stato chiesto (anche se mi rendo conto che magari era l’ennesimo OT), e ho specificato che non entro più di tanto nell’aspetto economico perché ne so meno di un cazzo, perché non so se posso riportare quel poco che so e perché quel poco che so tendo pure a dimenticarmelo.

E confermo tutto quello che ho scritto. Che poi ci siano mille cose che non vanno, soprattutto a livello organizzativo interno, non lo nego, ma del resto non ricordo esattamente il paradiso, in questo senso, negli anni di Future Media Italy. Dubito ci sia da qualsiasi parte, il paradiso.

E ripeto: non sto parlando del lato economico.

Detto ciò, Sole ha otto volte il budget di Eldacar e paga le stesse cifre di Eldacar il triplo dei collaboratori di Eldacar? Se così è, sarà stronzo Sole, anche se perlomeno una punta di beneficio del dubbio mi permetto di dargliela, perché conosco la persona. Quanto ad Eldacar, di lui non dubito semplicemente perché non lo conosco se non di sfuggita e di fatto non ci ho praticamente mai avuto a che fare neanche per lavoro, quindi che elementi dovrei avere?

Ma la sostanza è che non conosco nel dettaglio il budget di nessuno dei due, quindi che cazzo ne posso sapere?

Al massimo posso dire che non mi sembra su Next collabori il triplo della gente rispetto ad Eurogamer, ma posso anche sbagliarmi. Di certo non ho a disposizione 200 collaboratori. Ma sereno che non ne ho neanche venti. Ci sono un tot di interni, che hanno il loro fisso mensile (alcuni a tempo pieno, altri part time) e ci sono veramente pochi esterni, che producono in tre o quattro il grosso del lavoro “esterno”.

Questo al di là poi del singolo Falinovi che mi fa solo la rubrica mensile e in generale del collaboratore “storico” che ormai fa altro ma ogni tanto ci tiene a firmare un pezzo.

Ah, e poi c’è Fotone: lui lo pago a calci in culo, ma stavo pensando di proporgli un aumento sotto forma di cazzi.

A margine di tutto, se c’è una cosa su cui concordo con Eldacar è il fatto che pretendere l’esclusiva da gente a cui magari fai fare due o tre articoli al mese sia una minchiata. A 20 euro come a 60. In Master, come in Sprea, come in Future. Opinione mia, per carità

Ah, dimenticavo: smile, wink, whatever.

@Rosario

Nella tua chiusura ci sta il senso complessivo della quasi totalità dei miei interventi qua.

Rispetto a quel “er anni ho guidato uno dei tanti siti “profamatoriali” del settore sorti a cavallo del 2000 (il buon Eldacar ne sa qualcosa) senza beccarci un soldo (nonostante le promesse di guadagni da parte di chi ci ospitava, ma questa è un’altra – triste – storia):”

Sarebbe bello sapere di chi parli. Perché di realtà che “ospitavano” siti… quante ce ne sono in questo settore? Dai, non nascondiamoci dietro a un dito.

Grazie per il tuo intervento, fa comunque piacere verificare di non stare su Marte. Quanto meno non da soli.

@giopep
L’esclusiva la si può chiedere, chiaramente, solo in base a quanto si paga. A mio avviso. In Future la si chiedeva per le tematiche di settore, se uno voleva scrivere di motociclette poteva farlo dove preferiva.
Giusto? Sbagliato? Lo decida qualcun altro. Mi pare evidente che, vista la mia posizione, la cosa mi sembrasse corretta. Sarà stata una minchiata. Pagando in ogni caso, come emerge chiaramente in questa pagina, il triplo di chiunque altro… forse non era campata in aria come richiesta.

Ricorderai però di come, nel momento in cui qualcuno decideva di salutare per andare altrove, nel momento in cui tornava a chiedere lavoro in Future non si trovava certo le porte sbarrate “per lesa maestà”. Un nome su tutti: Cardillo. Paolo salutò per tentare un’altra esperienza, tornò, c’era lavoro da dargli. Gli fu dato. Senza musi, boiate personali, accuse di tradimento o chissà cosa. Come è normale che sia.

Andrea è proprio nel topic dell’assurdo che non puoi dire certe cose

Sole ha il triplo del budget e SICURAMENTE non è al livello di “altri”. Ma che scherziamo? Si può pensare che sia stronzo perchè ha guadagnato, fatto guadagnare, quadrare i conti, riuscendo a crescere e non scontendo MAI nessuno e mettendo pure mano al portafoglio di tasca sua? Perchè sono tutti questi ragionamenti del cazzo che accomunano situazioni che DEVONO per forza essere distinte e devono per forza essere messe su piani differenti

Next nel 2006 pagava 18 euro con un budget di svariatimila K e quindi “è Accordi”? Ma che siamo scemi? E’ proprio quello che non sto dicendo a cui però, tristemente, si arriva facendo di tutta l’erba un fascio. Agli interni Next ci è arrivata con Edizioni Master perchè “di interni” Next finchè era di Videogame non ne aveva. C’era un service che la curava, di Simone, che funzionava da service. Quindi è un attimino sbagliato mettere a paragone pure questo no?

Mettiamo il prima con il dopo. Prima, un anno fa, avevo tutti collaboratori pagati. Ora, un anno dopo, ho tre interni, spero quattro, che ERANO collaboratori

Dove cazzo sono i paragoni con chi non aveva esterni, ma solo interni 8 ore al giorno gratis, me lo spiegate? Perchè sennò ripeto: Next, Spazio, Every, Euro, Idra, Future, Sprea e tutto il resto, in linea di principio, diventa uguale

Echivveseincula direi

Piccola aggiunta:

Celine ha scritto:

*** Aveva propri ragione l’anonimo cinese che si fece i cazzi suoi e visse cent’anni.

Non è che te l’ha detta Accordi, questa cosa? Lol;)

@gorman
il sito era M4d. Scrissi a Rosario a fine 2000 chiedendo di poter moderare il forum e scrissi un paio di articoletti. Gratis. Li misi nel CV che due mesi dopo mandai in Play Press, mi chiamarono e a tre mesi di distanza ero interno in redazione. Che culo, anche. Ma sai com’è, nel dubbio, rifarei senza pensare di essere stato sfruttato quel paio di settimane ;). Ti ho lasciato il mio numero su GV per la cronaca

@rosario
di lordi io non ho mai parlato, solo di netti con ritenuta pagata e/o altre forme contrattuali per cui, alla fine del giro, la somma in tasca al collaboratore X è quella pulita

@rikkomba
hai centrato il punto, alleluja

@Eldacar … mi pare che da quella posizione un po’ tutti si siano discostati, discutendone. No? Mi pare anche in maniera chiara, no?

Detto questo, non ho capito se stai riferendo a Eurogamer i tre interni, speri quattro. Perché guardando sito e pensando al business plan non ci capisco più nulla. Ma questo eventualmente in privato, di sicuro. Ci mancherebbe e stop.

Elettro, ma perché Mucchi non dovrebbe prendere quanto prendo io per scrivere un pezzo? Ma come stai? Non stiamo parlando di gente assunta in differenti ruoli, stiamo pagando di gente che collabora. E in tutte le realtà dove ho lavorato, l’ultimo arrivato prende a pagina quanto il più anziano. E mi sembra il minimo. Se uno è tanto valido da meritarsi di più, lo si assume, gli si fanno scrivere più pagine, gli si affidano gli articoli più importanti, non gli si paga di più la pagina, che è solo una vergogna. E lo abbiamo scritte mille volte il perché.

Pape

“Prima di continuare a criticare il mio punto di vista vi prego di fare un gioco: aprite un foglio excel e simulate i costi di personale e struttura di una redazione che produca il giusto numero di articoli e news per un portale web che, diciamo, voglia essere competitor di Everyeye.”

Ma non me ne strabatte un cazzo. Non puoi competere? Bene: non competi. Fai un altro mestiere, che cazzo me ne frega a me? Dove sta scritto che chiunque abbia diritto di diventare editore, anche se sul web? NON puoi competere coi colossi: abbassi la testa e lo accetti, come io accetto di non poter aprire un racing team, o di trombarmi Kate Moss.

Pape

@gorman
assolutamente non voglio nascondermi dietro a nulla… il sito in questione era VIC e chi ci “ospitava” (in parole povere ci dava server e banda e stop) è stato prima il glorioso Emuita e successivamente m4d, quello dei domini .sm 😀

Alberto (pape)… vabbé, la dico, per me questa cosa non è del tutto corretta. È difficile da gestire fare il contrario, però che ci sia gente che meriterebbe di essere pagata di più a pagina, secondo me, è vero.

Certamente non ne faccio, però, una questione di “anzianità di servizio” ma unicamente una questione di qualità.

Se le cose non coincidono, può anche essere un segnale che si ha un problema, fra l’altro.

@gorman
No, non mi pare che ci si sia discostati e non mi pare nemmeno che si sia capito qual’è il punto.

Quello che tentavo di dire è che non si può mettere a paragone chi nel 2006 con 8000 euro di budget pagava 20 Euro a pagina perchè nel 2009 tutto è diverso, il denaro è aumentato, ci sono gli interni, tutto funziona e sono tutti contenti (che è la nostra strada, ad un anno dall’up per esempio, con collaboratori passati a interni, per dire)

Con chi nel 2006 (c’è un articolo di Liberazione online) faceva come fa nel 2009, con l’unica differenza che il pattern “dico cose che non posso dire e faccio cose che non posso fare” sia semplicemente stato applicato ad altre 200 situazioni

Come si fa, a paragonare le due questioni? Come. Spiegatemi

@Pape
Tu non puoi guadagnare come uno al primo articolo, è inutile che insisti 🙂

Elda, non ho ben chiaro se intendiamo la stessa cosa quando si parla di interni. 😀
Io parlo di gente che lavora per Gamesidea venendo pagata per garantire la giornata lavorativa piena (o la mezza giornata a part time), invece che essere pagata ad articolo. Negli ultimi tempi sono aumentati, ma ce n’erano anche prima. 🙂

La “novità totale”, semmai, sono io, che sono assunto da Edizioni Master.

Gorman, il fatto che alcuni lo meriterebbero ci sta. Il fatto che sia fattibile, non credo. Più che altro, non è misurabile, non nel nostro ambiente. Se la firma mia, di Paglianti o chichessia fosse contesa da tutti gli editori a suon di dollaroni, ci starebbe dentro. Se la dipartita di un pezzo da 90 verso un’altra testata significasse uno spostamento sensibile di lettori sarei d’accordo. Ma non è così. Io ritengo che i più bravi hanno già le loro gratificazioni, scrivendo molto di più degli ultimi arrivati, beccandosi gli articoli che prediligono.

Ovviamente, poi, che siano pagati di più non vuol dire che per loro si rispettano le tabelle e gli altri no. Si rispettano per tutti, e magari alla firma che muove i lettori si offre maggiormente, fosse solo per evitare che scappi dalla concorrenza. Ma ormai l’impressione è che non si cerchino professinisti esperti da pagare, ma ragazzi con talento e voglia di fare, da sodomizzare con la scusa che “il mercato è quello”. Che è tra l’altro la stessa scusa adottata da “signori” come Tanzi e Moggi, per dire.

Pape

@eldacar

Non capisco se stai immaginando che, quanto meno io, stia dicendo che Accordi=tutto il resto? Te l’ho già scritto l’altro giorno: mi pare che, forse per non voler essere criticato in alcun modo in questo contesto (e capisco che in questo contesto possa dare più fastidio), sei stato tu a cominciare a fare di tutta l’erba un fascio.

Per me quello che è emerso sinora su Accordi e i suoi magheggi (ma sono pronto ad ascoltare ogni sua smentita o difesa, se ragionevole e razionale) è peggio di ogni altra cosa.

Va bene così?

ELDA:”Tu non puoi guadagnare come uno al primo articolo, è inutile che insisti :)”

Eppure, è così. In tutte le realtà dove ho lavorato. E anche Gorman, che non è d’accordo, applicava le stesse tariffe al collaboratore più anziano così come al,a rana appena arrivata: ci sarà un motivo, non credi?

Pape

Il motivo l’ho spiegato. È difficile da gestire. E’ più comodo fare come si è fatto.

Però, Alberto/pape, non è che con questo stia dicendo che a mio parere siano giuste le cifre menzionate qui. Giusto per esser chiari.

Mai visto così tanti commenti in un blog.
Devo fare i complimenti a Zave per aver attirato così tanta gente. 🙂
Aggiungo la mia visto che ho lavorato per tanti anni nel settore, sia su carta che online e mi scuso in anticipo per il post-fiume.

Tralascio tutta la parte relativa ad Accordi perché comunque credo sia già stato detto tutto.

Sul fronte dei compensi/stipendi che un redattore deve percepire la situazione si fa decisamente più spinosa. Forse ai tempi della sola carta stampata era più semplice, le barriere all’ingresso erano elevate e dovute principalmente all’elevato costo di produzione e stampa di una rivista.

Con l’approdo di internet è diventato tutto più confusionario e difficile da inquadrare in qualcosa di “giusto” e “uniforme”. Alla fine non trovo una singola persona che concorda completamente con quanto detto da un altro e nemmeno io so esattamente dove posizionarmi.

Dal mio punto di vista posso dire di aver cominciato con un sito internet amatoriale, messo su per passione e con zero budget. Nessun compenso a me e niente nemmeno ai collaboratori. Si viveva di passione e promo ricevute dai vari publisher. Ci ho pure rimesso parecchi soldi e tempo, ma mi ha portato ad avere quelle conoscenze e quelle possibilità per trasformare la passione in lavoro. Ho mai preso quanto riportato nelle tabelle Odg? No, infatti ho deciso di abbandonare la baracca quando ho capito che non sarei mai riuscito a pagare le fantomatiche bollette più volte tirate in ballo nei vari commenti, anche a causa di contratti “fantasia” come collaborazioni e contratti progetto. Però le opportunità sono piovute e non fosse stato per internet non sarei riuscito a saltare sul carrozzone della carta stampata e a fare il lavoro che sto facendo adesso.

Il problema è che attualmente c’è davvero troppa concorrenza su internet, le riviste di videogiochi perdono colpi in generale come li perde tutto il “mercato edicola”, affossato dalla crisi e dalla possibilità di avere in molti casi le stesse cose su internet, pagando zero. Inoltre il lettore medio di riviste di videogiochi non è più quello dei bei tempi che furono: spopola il ragazzetto che non riesce ahimè a distinguere uno scritto di Fulco da quello di un sito amatoriale qualsiasi. Parliamo di gente che scrive “ke”, “xò” e così via, si addormentano se prendono in mano una traduzione di Edge. 🙂
Far valere quindi la qualità degli scritti è attualmente un’impresa improba e anche le 28 mila copie di Edge vendute mensilmente lo dimostrano.

In questa ottica è difficile dire quanto sia giusto pagare una persona che scrive su un sito internet. Se si pensa ad un qualsiasi impiegato d’ufficio la trafila attuale è stage -> assunzione a tempo determinato -> assunzione a tempo indeterminato -> aumenti di livello e di stipendio. Trovo che, con le dovute differenze, la stessa cosa debba valere anche in ambito giornalistico e tariffario. La più grande falla di quel tariffario è che non tiene in considerazione, da quanto mi sembra di capire, gli anni di esperienza/anzianità. Non mi sembra giusto che un ragazzino alla prima esperienza prenda quanto una firma prestigiosa. Sennò dovrebbero tutti entrare in azienda a prendere i soldi di un direttore generale. 🙂

Quant’è il giusto? Lì dipende dalle ore di lavoro per ogni singolo articolo e in questo caso il giornalismo videoludico è sfigato perché i giochi te li devi provare a fondo, mentre un film in due o al massimo tre ore hai visto tutto e puoi già scrivere. I 1200 euro al mese per 40 pagine di traduzione detti da Belli non mi sembrano pochi, perché è traduzione pura, non comporta nessuna perdita di tempo ulteriore (prova al gioco, pensa a cosa scrivere e a come impostare l’articolo e così via) e soprattutto dipende dalla qualità della traduzione e dalla capacità/esperienza del traduttore. E soprattutto quante ore ci vogliono per tradurre 40 pagine? Se si parla di 40 ore settimanali per circa 20 giorni lavorativi allora è quanto prende qualsiasi impiegato laureato in giro per l’Italia e quindi ci sta.

Il problema è che ci sono troppi fattori da valutare ed un mercato stracolmo di redattori in erba volenterosi e disponibili a partire prendendo zero per coltivare la propria passione. La verità sta nel mezzo, quelli che ripetono “bisogna rispettare il tariffario” come un mantra da una parte hanno ragione, dall’altro non capiscono che il futuro è qui, nel blog, nel giornalismo fai da té, porta a porta, nella condivisione via YouTube, Twitter, Facebook e così via… e sarà sempre più difficile contrastare quest’ondata di giornalismo gratuito. Così come sicuramente un giorno i giochi spariranno dai negozi e tutti i commessi di GameStop rimarranno a spasso. Bisogna reinventarsi in un altro lavoro quindi? Beh, forse sì…

POvviamente sono d’accordo con chi dice che se un sito internet genera profitto allora deve pagare i collaboratori e la stessa cosa vale per le riviste, altrimenti se vendi due copie e non puoi permetterti di pagare decentemente la gente chiudi baracca e burattini. Volevo specificare, non si sa mai. 🙂
Però è altrettanto vero che la concorrenza su internet è spietata e c’è davvero tanta gente contenta di scrivere gratis per farsi le ossa, come sono tanti quelli che magari fanno uno stage alla Coca Cola e magari prendono solo il rimborso spese. Come contrastare chi non si sente sfruttato e scrive volentieri gratis? È questo il fulcro di tutto.

@pape
Non è misurabile?
L’esperienza si misura e come e se limiti tutto al giocare il giochino e scrivere l’articolo stiamo proprio parlando di due cose differenti. Se voglio una persona a “dirigere” sicuramente non vado a prendere uno che non ha esperienza di direzione. Se decido di rischiare, sicuramente non lo pago come quello che ha esperienza. Suvvia dai. La qualità si misura in base a tanti fattori E in base ai numeri. Una cosa fatta bene l’hai detta però a differenza degli altri topic: “io ritengo”. Ecco, alè. Ora se ne può parlare

@gorman
No, non mi va bene ancora. Essere peggio o meglio significa comunque fare un paragone. Qui paragoni da fare proprio non ce ne sono. Si tratta di stronzate talmente fuori scala per realtà “paragonabili” tra loro come ce ne son tante, che lo trovo comunque offensivo. I paragoni a noi falli con Next o chi per lui, al massimo. Quello è ok. Il resto no

Leggo questo post ormai da giorni ma per diversi motivi ho preferito non dire ancora la mia… fino ad ora, o meglio, fino a quando non mi è capitato di leggere cose a cui NON posso NON replicare. Faccio questo lavoro ormai dal 2006, quindi sono uno dei tanti “giovani stronzi” che tentano di farsi strada in un settore che, come si evince da questo chilometrico post, è pieno di merda… e lo dico soprattutto per esperienza diretta visto che nell’arco del mio iter lavorativo ho avuto a che fare, più o meno a lungo, con diverse realtà editoriali del panorama videoludico contemporaneo.

Non voglio dilungarmi su quelle che sono state le mie esperienze per non tediarvi con dettagli di cui, probabilmente, non frega un cazzo a nessuno, ma ci tengo a parlare di alcune cose, per lo meno per dovere di cronaca e per dare a tutti un ulteriore parere su alcuni argomenti “caldi” del post.

Accordi: Ho avuto il “piacere” di ricevere una proposta di stage da Metalmark lo scorso anno, poco dopo il mio primo “addio” in PMC (dove lavoravo da esterno). Ebbi un colloquio, accettai la proposta (almeno per fare un po’ di esperienza) ma dopo un solo giorno, complice anche una controproposta dalla PMC che mi fece tornare sui miei passi, capii che Idra Editing non faceva per me: come molti dei ragazzi che desiderano intraprendere questa carriera, ho come obiettivo quello di ottenere il patentino da pubblicista e di fronte a questa mia richiesta il buon Accordi, non potendo in alcun modo pagarmi per il lavoro che avrei svolto su GP, mi propose di rilasciare delle ricevute FALSE su cui poi io avrei dovuto però pagare le tasse. Pagare le tasse su soldi non percepiti? No thanks.

Ma passiamo oltre. La cosa che mi ha spinto ad intervenire, è stata in particolare una, ovvero il post di Andrea Porta, attualmente su Spaziogames.

““Mucchi, spaziogames paga giusto 4,5 persone. Peccato che ha uno staff di 40 ragazzi.”

Intervengo solo per dire, se non sapete ciò di cui parlate, non parlate proprio.
Le ipotesi su chi e quanto paga Spaziogames le trovo abbastanza fuori luogo. Quello che importa è che Spaziogames non fa promesse che non mantiene, ed i rapporti lavorativi che instaura sono trasparenti al 100%. Se piace bene, altrimenti nessuno è obbligato. Ma ribadisco, se non sapete, non sparate cazzate.”

Visto che si accusano le persone di non sapere di cosa stanno parlando, ora parlo IO, che su Spaziogames ci ho lavorato per oltre un anno come caporedattore di 3 sezioni.

Non posso che sorridere vedendo che lo stile del sito non è cambiato affatto e che in ogni situazione si cerca disperatamente di salvare la faccia ad un gruppo che, purtroppo (per voi) nasconde una politica tutt’altro che corretta. Trasparenza? Non credo.

Quando entrai su Spaziogames c’erano diverse persone validissime, persone che poi, come il sottoscritto, hanno cambiato aria non appena si sono rese conto della situazione generale.

Spaziogames non fa promesse che non mantiene?

Vogliamo parlare di tutte le persone che hanno lasciato in seguito a tutte le bugie dette in merito alla validità degli articoli per quanto riguarda il patentino da pubblicista?

Vogliamo parlare di tutte le persone a cui furono promessi soldi in tempi brevi, senza che vi fosse poi alcun riscontro?

Vogliamo parlare dei favoritismi interni per la distribuzione di materiale?

Devo continuare?

Spaziogames, più di molti altri siti, punta proprio sui ragazzini alle prime armi, ragazzini che poi vengono mandati a fare in culo non appena si rendono conto di come funziona il settore e di quello che è il loro trattamento rispetto ad altri loro pari in altri network. Nessuno si è mai chiesto perché, rispetto allo scorso anno, Spaziogames ha perso almeno 6-7 delle migliori firme di cui godeva? Firme che sono state sositutite da una manica di “signori nessuno” che, sicuramente, non hanno più di 17-18 anni?

Io stesso, nel momento in cui ho comunicato il desiderio di cambiare aria, o almeno di collaborare ANCHE con altre testate per aumentare le mie entrate, sono stato definito un mercenario, e ripeto, MERCENARIO, perché non mi accontentavo dei soldi che percepivo. E avete il coraggio di parlare di trasparenza? Fatemi il favore.

Sono consapevole che vi sono persone che percepiscono compensi più o meno alti (io ero uno di quelli, per la modica cifra di 300 euro mensili) ma su 20-30 persone che fanno parte dello staff, i retribuiti non vanno oltre il 20% dell’organico, se così vogliamo chiamarlo.

E’ ridicolo che ci si voglia mettere sul pulpito, predicando serietà e trasparenza solo per il gusto di farsi belli in pubblico… specie se non si considera che qualcuno potrebbe facilmente controbattere ogni parola detta.

Caro Davide, quanto scrivi è eccezionale. Straordinario. Mi viene da piangere e ridere nello stesso istante.

Per l’offerta di fatture false non posso che essere lieto che tu ti sia presentato con nome e cognome. Vedremo il marchiometallico che si inventerà pure per questa.

Che schifo.

Dimenticavo. Dopo non so quante centinaia di messaggi qua, pervengo all’unica conclusione che la realtà mi serve in tavola: sono un coglione.

Ho deciso che non esistessero le condizioni per mettere in piedi qualcosa di mio. Credevo che le cose si dovessero fare solo con un editore *serio* alle spalle. Sbagliavo. Dovevo sfruttare il nome, nel settore, per trascinare nel gorgo della tristezza decine di ragazzi di belle speranze e farmi il mio santissimo sito, come tutto il mondo. Ce l’hanno tutti tranne che il sottoscritto. Sono un coglione.

Viva l’Italia.

Nulla da nascondere qua caro gorman 😉 Ma tanto verrà fuori che ho capito male io… chissà perché in questi casi succede sempre così.

Adesso arriverà qualcuno e dirà: Persiani è di Eurogamer, sono tutte cazzate, è invidioso e lo ha mandato il Belli 😛

Questa non la sapevo manco io, per inciso

ItaGlia, paese fantastico

Beh, facile prevederlo: “Con Davide Persiani ci siamo lasciati un po’ male. Io, nonostante tutto, continuo a stimarlo, e non capisco perché abbia deciso di dire queste brutte cose.”

Elda, non hai capito cosa intendo. Ripeto: se Fulco viene a lavorare in Sprea, o Paglianti da voi, i lettori si spostano? Te lo dico io: no. La firma, non conta nulla o quasi, nel nostro settore, dal profilo delle vendite/accessi. Poi sono d’accordissimo che leggendo gli articoli, la noti eccome la differenza fra l’ultimo arrivato e chi lavora da anni, se è bravo.

è solo per quello che dico che a mio avviso è difficile quantificare il valore di una firma dal punto di vista monetario. Per lo meno, parlando di collaborazioni. Ovvio che con gli assunti il discorso cambia radicalmente.

Pape

@Elda: Probabile, l’importante è che chi mi conosce sia consapevole che se parlo, non lo faccio certo per difendere questo o quello ma solo per levarmi un peso dallo stomaco… se poi le mie parole daranno fastidio a qualcuno, beh… come si dice a Roma “come te ‘ncazzi te scazzi”. Purtroppo ho un grosso difetto: non sopporto le stronzate e non sopporto i perbenisti… e forse sarà proprio questo mio modo di essere a non farmi fare strada nel settore, chissà 🙂

@pape
Ma tu, di cosa spostano, che ne sai? Primo
Secondo. Pensi che i rapporti professionali, in questo caso parlando di giornalisti X o Y, per noi, siano propedeutici solo in funzione dei lettori che si muovono?

Ma anche sticazzi guarda, chi ti legge è uno dei dati più importanti sicuramente. Ma se pensi che sia l’unico fattore da tenere in considerazione e sia quello in grado di spostare gli equilibri amico mio…sei proprio fuori strada

E’ il principio per cui Future si incazza se EDGE la fa un ragazzino. In UK ci scrivono i migliori che costano fior di soldi, da un’altra parte la fa uno preso a muzzo e non pagato?

Quando ti presenti a un investitore e dici che la tua casa editrice la dirigerà Andrea Minini Saldini, che magari quell’investitore l’ha visto per fare operazioni di qualche tipo, visto il passato da dirigente, pensi che sia uguale ad andare con Alberto Falchi, che è “solo” il bravissimo recensore di GMC?

Personalmente comunque, a prescindere, si, trovo che alcune firme nel nostro mondo piccolo e brutto, spostino ANCHE lettori

Spike Lee sai cosa dice? Che dove si prendono decisioni e si muovono soldi ( estremizzo è) c’è sempre una bella donna. A dire che puoi fare il miglior lavoro del mondo, tanto poi basta un raspone e il culo che ti sei fatto viene vanificato/glorificato (magari potresti essere tu quella bella donna)

Delle volte si, credo che il vostro problema da “impiegati” sia proprio fare i conti con la realtà dell’umanità

Disclaimer, prima che mi cacate il cazzo: sono stato a progetto con play press per 2 anni, poi assunto a tempo indeterminato. mi sono licenziato per passare in leader, a progetto, dove sono diventato ad di una società con contratto da dirigente poco dopo, sostanzialmente a tempo indeterminato senza tutte gli obblighi del tempo indeterminato. mi sono licenziato per passare in black bean a progetto

questo per dire che la prospettiva ce l’ho e che ogni tanto, si puo’ anche pensare che qualcuno che ragiona diverso da voi c’è e che il mondo non è tutto uguale. ci si puo’ anche credere nelle cose e riuscire a farle ecco

Elda, è inutile: io e te proprio non ci capiamo ^_^. Dico fischi e rispondi fiaschi, finiamola veramente, che è tempo buttato nel cesso. Tanto, è il mercato a giudicare no?

Pape

@ Neko

Oggi, per seguire il discorso di eldacar, potrebbe essere un filino più comodo. Non so, per intenderci, che paragone potrebbe emergere. Troverei più interessante parlare dei primi anni. Ma non ne vale realmente la pena. Non più.

Elda… il mercato giudica. Ma sai meglio di me che ci sono realtà infime, con bilanci ben positivi, che prosperano alle spalle dei loro collaboratori sottopagati, tra l’altro offrendo prodotti oggettivamente di bassa qualità.

E no, non sto parlando di te o di Accordi. E non mi limito nemmeno al nostro settore, tra l’altro.

Ma io sono solo un povero coglione utopista che ritiene che il mercato può andare a fare in culo e che le leggi/tabelle vadano rispettate a priori. E a quanto pare, non ho capito un cazzo.

Pape

@Carlo

Enno’… che si fanno, i favoritismi come a scuola? Se finisci OT lo può decidere solo Zzavettoni, che finora non ha moderato *nessuno*.

Qui si fa confusione tra compensi oggettivi da applicare indistintamente a TUTTI i collaboratori (ed è una questione di uguaglianza direi sacrosanta) ed eventuali differenze di stipendio una volta interni, che possono esserci in base a mille motivi diversi (anzianità, responsabilità, periodo in cui è stato firmato il contratto, ecc.). Nel primo caso, e sono con Pape, non conta una sega se hai 20 anni senza esperienza o se ne hai 40 e hai fondato 150 riviste: quelli sono i prezzi fissati a pagina, a k o a pezzo, e stop. Nel secondo caso, ovviamente le cose cambiano.

@pape

Non ho mai detto il contrario Alberto e probabilmente se all’inizio dei tempi tutti avessero ragionato come te, sarebbe un mondo migliore. Ma non è così e siccome stiamo parlando proprio del “prosperare in maniera scorretta” direi che è inutile parlare di 250 realtà che ad oggi, appartengono proprio ad un’altra categoria rispetto a ciò che è emerso. Realtà gestite con determinate dinamiche in momenti che è inutile cercare di decontestualizzare adesso

Una cosa per volta

anni fa, quando marco auletta passò per un breve periodo da tgm (o era zzap!? chi si ricorda?) a c+vg, mi misi a comprare anche c+vg proprio per questo

l’impostazione della rivista, con recensioni di 3 righe, però nn mi piaceva, e nn la presi più
poi auletta tornò e bon

quanti anni avevo? 12? 13?
forse meno

o ero molto precoce (naaaa) oppure sottovalutate i lettori

cmq eldacar, quanto prendi all’ora? (dato ke elettrojung pare se ne sia andato)

@Falconero

Solo un appunto per precisare che le cose a Spaziogames non sono più come 4 anni fa. Io ci ho fatto i miei primi 6 mesi prima di passare ad Idra, era ancora una realtà in crescita con tutte le insicurezze del caso.
Ora che ci sono tornato è molto maturata sia dal punto di vista economico che da quello organizzativo. Se le cose ti sono andate male mi dispiace (del resto anche io ho lasciato dopo pochi mesi), ma non puoi sapere come vadano adesso.

Da lettore mi tengo distante dai portali web italiani.
I giocatori nei vari forum dicono di più e meglio sui vari giochi che provano.
Le recensioni affidate dai portali a ragazzetti che scrivono per passione?
Spesso spazzatura. Ma non perché manchi loro capacità, ma perché manca loro l’esperienza per poter giudicare in maniera professionale un gioco.
Manca loro anche il coraggio. Se mettono un voto sbagliato al giocattolone della stagione, quanto ci mette il portale a mandarli via? Poco.
Ed ecco dunque cautela nei giudizi.
Ecco che tutti i voti si normalizzano al rialzo.
Ecco il buonismo, patetico, che investe ogni prodotto di punta delle grandi etichette.

@ Falconero

Caro Falco,
come sai meglio di me, io su Spazio ci lavoro a tempo a pieno da poco più di un anno. Di quello che era Spazio prima, sinceramente poco mi interessa.
Occupo una posizione sufficientemente autonoma da permettermi di interessarmi di quello che Spazio è oggi, e soprattutto sarà domani, non certo di quello che era.
Per quanto mi riguarda, i racconti e le leggende dei tempi che furono sono aria, quello che conta è la mia realtà, e quella che vivono le persone che lavorano con Spazio da quando ci lavoro io, e tu non sei tra quelle.
Il Mucchi invece c’è, e mi pare abbia espresso i suoi giudizi.
La trasparenza e la correttezza ci sono, per tutti.
Il resto, come si dice, è storia.

“Ho avuto modo di parlare con l’interessato riguardo alle mie perplessità su alcune cose successe quando ho visitato Game Pro. Dopo 35 min di telefonata e una loro ricarica del cellulare prosciugata (e di ciò mi dispiaccio) son riuscita a fare un pochino di chiarezza per quanto riguarda la MIA situazione. Ora inutile dire cosa mi è stato detto, però almeno i due dubbi che avevo mi son stati fugati. E per me la cosa si chiude quì, amici come prima (spero). Mi tiro fuori da ogni tipo di campanilismo, se questa è l’impressione che ho dato, mi prendo le responsabilità delle mie azioni, ma non era prorio ciò che volevo.”

@Celine Ugazzi – In pratica ti è arrivata una telefonata intimatoria?

@ eldacar:
zero?
e come vivi? con un’altro lavoro? rendita privata?
bah, nn è affar mio
il tuo capo invece quanto prende all’ora?

Joe… ma secondo te le aziende serie minacciano la gente per telefono? Per delle cose dette su un blog? Ma via… non pensare male 😉

Pape

Intervengo in quanto editor di EG.it, e giusto per le questioni inerenti al nostro lavoro, sperando di fare un minimo di chiarezza. Tra l’altro tempo fa, prima che tutto il “pasticciaccio” legato a GamePro uscisse fuori, ho avuto modo di scambiare qualche parola con il buon Mattia, il quale avrà modo di confrontare quanto gli dissi ai tempi con ciò che mi appresto a dire ora.

L’ho scritto altrove e lo ripeto: lavorare per eurogamer italia è una pacchia. Non c’è nessuna imposizione, nessun numero minimo di articoli da consegnare. Io questa settimana non ho scritto una riga (ma proprio zero), e nessuno è venuto a bussare alla mia porta. Non è mai successo sin da quando siamo up. Volendo Iddio, mai succederà.

Alberto non si è mai sognato di impormi alcunché, lo stesso mi risulta per gli altri collaboratori. E a Los Angeles io e gli altri non abbiamo sganciato una lira, mentre “altrove” a momenti gli inculavano i soldi per l’alloggio (e il vivandume restava a carico loro).

Le mie uniche spese all’E3: frappuccini al Convention Center e sigarette tra una presentazione e l’altra. Stop. Ribadisco: io per l’intero viaggio a LA non ho sborsato un solo centestimo in nome della gloria e della patria. Questi sono i fatti.

E la sera qualcuno veniva in camera a chiederci se tutto andava bene, e se avessimo bisogno di qualcosa. E ancora… “chiudete quei portatli, basta scrivere per oggi, che stasera si va a cenare di lusso”. Trovatemi qualcuno che dica ai suoi collaboratori di NON lavorare, per portarli a cena fuori (cosa che avveniva regolarmente, comunque).

Ho abbastanza esperienza da sapere che, in qualsiasi ambito lavorativo, le persone cambiano, le situazioni pure. Ma al momento così è da noi, ed eventuali paragoni con la situazione di GamePro non stanno né in cielo né in terra. Se la situazione interna ad EG.it dovesse mutare, non avrei alcun problema ad ammetterlo.

P.S. Che poi Alberto Belli sia pirla è accertato clinicamente, ma posso ben dire che non si è mai sognato di fare il “capo”. C’è una serenità nel nostro gruppo che definire invidiabile è un puro eufemismo. E anche questi sono fatti.

I miei due centesimi al papiro chilometrico che state stilando, nulla di più. 🙂

@ Al-llusion

“Trovatemi qualcuno che dica ai suoi collaboratori di NON lavorare, per portarli a cena fuori (cosa che avveniva regolarmente, comunque).”

L’hai mai visto Soletta? 🙂

Zero perchè i business plan hanno tante voci

La mia attività di direttore editoriale è remunerata zero. Ho accettato per un discorso di prospettive/progetti/varie che non sto a spiegare a te

I soldi entrano perchè do il tesserino per la registrazione delle testate. Soldi che entrerebbero anche se non facessi nulla per E-P in virtù del fatto che chi da il tesserino, per legge, deve essere remunerato un tot

Quindi ricapitolando: il direttore editoriale non viene pagato. il direttore responsabile si

Ovviamente ho la fortuna di fare altre cose

Per il “capo” vale lo stesso discorso. Anzi, l’editore mette soldi e basta, senza prenderne.

Altre domande?

@Fotone: non ho avuto il piacere, ma se c’è da mangiare a sbafo sarei ben lieto di fare la sua conoscenza. 😀

Scherzi a parte: tenevo unicamente a chiarire il discorso di cui sopra, relativo giusto alle cose che ho potuto verificare de visu. That’s all.

“Solo un appunto per precisare che le cose a Spaziogames non sono più come 4 anni fa. Io ci ho fatto i miei primi 6 mesi prima di passare ad Idra, era ancora una realtà in crescita con tutte le insicurezze del caso.
Ora che ci sono tornato è molto maturata sia dal punto di vista economico che da quello organizzativo. Se le cose ti sono andate male mi dispiace (del resto anche io ho lasciato dopo pochi mesi), ma non puoi sapere come vadano adesso.”

Alessandro, con tutto il rispetto, ma non prendermi per scemo 🙂 Non ho lasciato Spazio 4 anni fa, ma a Maggio 2008, quindi non si parla di chissà quando (senza contare che ho avuto amici all’interno per 4-5 mesi successivi, i quali, a loro volta, hanno poi lasciato per gli stessi motivi del sottoscritto). Dubito fortemente che le cose siano cambiate in maniera così radicale (anche perché noto continui cambiamenti nello staff e il livello medio delle “nuove firme” non credo sia paragonabile a esperti del settore come un Bernesi, per citarne uno che mi sta particolarmente a cuore), ma se così fosse meglio per voi. Dico soltanto che riempirsi la bocca di grandi ideali quando fino a pochi mesi prima si stava in quelle condizioni è alquanto avvilente, se non ridicolo. Poi oh, ognuno la vede a modo suo.

Noto che i miei post non vengono più pubblicati.
Forse infastidiscono qualcuno?
O la discussione non è più libera come voleva essere?

@gorman
Sto seguendo la discussione perchè ho la necessità e il desiderio di capire dove l’editoria Italiana “end user” sta andando, quella Trade e GDO ormai l’ho capito, questa per ora sta confermando diverse cose che sapevo e altre che invece ignoravo. La mia esperienza, invece, viene dall’altra parte della barricata, dietro al circo videoludico che fa girare i soldi e proprio questa esperienza mi ha fatto conoscere persone, metodi, sistema e fatti che purtroppo hanno certificato quello che ho scritto qualche (tante) riga sopra. Per quello credo che il mio intervento sarebbe OT, dico solo che certa gente che decide di entrare in un mercato facendo propria un idea altrui, sputtanando il mercato e cercando di incularti appena ti giri un attimo, non merita nulla.

@Carlo le cose o si dicono o non si dicono, altrimenti personalmente eviterei di coinvolgere chi non è passato di qua 😉

Tra l’altro ho riletto un tuo intervento più sopra riguardante una presunta “pulce” su Multiplayer: per quanto mi riguarda in 5 anni non ho mai avuto motivo di lamentarmi.

Andrea Porta: i tuoi commenti non venivano pubblicati perché finivano (finiscono e finiranno, per motivi a me ignoti) tra lo spam del blog. Qui la prova provata, dato che ci tengo a sottolineare che il complottismo è sempre un po’ una vaccata.
Per quanto mi rispondi: ho già risposto seicento volte ad argomentazioni simili precedentemente. Va bene così. Certo dire “nessuno finora si è lamentato, quando succederà vedremo” è talmente inutile che fa il giro e torna a essere inutile. Saprà argomentare di sicuro meglio Davide Persiani. Anche a quel “il passato non conta”. Eh no, conta. Bisogna vedere come si è arrivati ad avere quella visibilità e quelle pageviews. Non pagando i collaboratori (o alcuni collaboratori) e intascando i soldi dei banner? Figata! Certo che poi si possono pubblicare seimila articoli/notizie contro i dieci/quindici/cinque dei concorrenti che invece pagavano tutti. Anche poco.
Andrebbe bene se fosse stato un sito amatoriale (come sicuramente era all’inizio della sua storia Spaziogames), non quando iniziano a girare banner, agenzia di vendita degli spazi degli stessi, takeover, si diventa testata giornalistica registrata e blablabla.
Probabilmente dovresti stare più attento quando tacci qualcuno (Davide Persiani, me, enne altri) di “non sapere un cazzo”. Devo ancora capire perché i nuovi collaboratori di Spaziogames non vengono pagati per un periodo (o forse a tempo indefinito). Non ieri eh, oggi. Magari ne parleremo a breve.

@ eldacar:
humm
no, nessun’altra domanda
solo un paio di considerazioni
dunque, tu guadagni zero
il tuo capo addirittura ci smena
i vostri collaboratori vengono pagati 3 euro all’ora o giù di lì

mi viene da pensare che siate poco più (pochissimo più) di un sito amatoriale!
e allora ci sta che le persone che ci lavorano lo facciano aggratis o quasi, in vista di una crescita di un progetto futuro
e allora mi viene da pensare che fondamentalmente metà dei discorsi (l’altra metà è deidcata ai magheggi di accordi) fatti qui sia inutile
crescerete, ed arriverete a pagare i collaboratori 9 euro all’ora o giù di lì
tu prenderai una stipendio da caporedattore (o la carica che investi) ed il tuo capo/investitore rientrerà degli investimenti e diventerà ancora più ricco

se è così, allora il problema nn sussite

è così?

però aspè
mi sovvengono dei dubbi
e se nn ce la faceste? immagino che potrete andare avanti fino a che ‘il capo’ nn finisca i soldi, o che nn si stufi di perderli
ed allora tutti a casa
amen

poi che farete?
cercherete un’altro investitore e ricominciate daccapo?
e così all’infinito?
e tutte quelle persone che collaborano per voi a 3 euro all’ora? ed i loro sogni di riuscire a fare della propria passione un lavoro?
ore di lavoro investite in niente
poco male, immagino che se un progetto nn riesce, nn sia solo colpa dell’ìmprenditore o ‘dei capi’, ma anche dei dipendenti. probabilmente la qualità del loro lavoro nn era sufficiente
hummm
però forse è compito ‘dei capi’ licenziare o nn far lavorare chi nn rende…

oibhò
nn sono un’esperto di diritto del lavoro, ma ha la sensazione che un meccanismo simile sia sbagliato
moralmente ed economicamente

Caro Andrea, noto con piacere, dalle tue parole, che ormai ti senti arrivato e che tutte le critiche e le lamentele di un tempo verso Spaziogames sono scomparse come per magia. Mi sorprende sempre vedere come cambino le valutazioni personali delle persone non appena si ritrovano con le tasche piene 🙂

Mi parli come se la “mia realtà” fosse lontana anni luce dalla tua… ma la cosa ridicola, perché, caro Porta, è ridicola, è che tu hai cominciato a lavorare su Spazio quando io c’ero già, e mi parli come se la mia esperienza su Spazio risalisse a chissà quale decennio. Capisco benissimo che tu, percependo uno stipendio, sia moralmente (e chissà forse anche qualche altro avverbio) obbligati a fare certe dichiarazioni, ma non parlare come se avessi di fronte una serie di interlocutori con un QI pari a quello di una capra. Qui c’è gente che il settore (così come le realtà specifiche) lo conosce tanto se non più di te, quindi mi piacerebbe che ci fosse un po’ più di rispetto per le opinioni altrui e non cose come “i pareri altrui sono aria fritta”.

Mucchi ha espresso i suoi giudizi ed i suoi, soltanto i suoi, valgono perché lavora ancora su spazio ? Bel ragionamento, complimenti 😉

@akrilico
sei un coglione, e non ho più voglia di perdere tempo
spero ora di essere stato chiaro e conciso questa volta a differenza dei topic predecenti, almeno per il concetto principale

Eurogamer è semplicemente un brand che non ha bisogno di discussioni demenziali attorno, specialmente se chi non dovrebbe (io) ci perde pure tempo a cercare di spiegare cose che quasi non dovrebbe spiegare e trova dall’altra parte un cazzoncello di 12 anni che al post numero 800 ancora si ostina a dire cacate. Ho perso fin troppo tempo rispondendo a cose allucinanti solo per amor del vero e ciclicamente poppa un demente che ancora si ostina a mettere su un piano quasi simile la merda vera e le persone serie

L’investitore che ha deciso di puntare su Eurogamer ora perde soldi sapendo che a 5 anni ci rientrerà, rischia di tasca sua

Alcune persone chiave del progetto, potendoselo permettere, hanno deciso di contribuire in misure diverse, portando risorse in maniera differente

Nello specifico, per quel che mi riguarda, percepisco uno stipendio da direttore responsabile di alcune testate NON da direttore editoriale delle stesse testate. Sono due voci ben diverse in un conto economico e nell’operatività

Tutti quelli che lavorano come collaboratori sono gli unici che hanno la sicurezza di ricevere uno stipendio, sono felici e prestano i loro servizi alle condizioni illustrate da Dario, a cui, nel caso avessi voglia di fare discussioni serie, puoi sempre chiedere. O chiedi a Davide. O a chi per loro. 3 euro l’ora un paio di coglioni

Last but not least: se pensi che un network da 5 milioni e passa di persone sia amministrato da UK, senza un forte controllo diretto, considerando anche la policy che l’ha reso il più autorevole d’Europa e pensate che ci sia dell’approssimazione nella presentazione di conti economici o spiegazioni relativamente alla gestione di personale e collaboratori, tu sei più che scemo. Sei oltre

Il resto è chiacchiera da forum e ora mi sono sfasciato la minchia. Adesso andate a fare i conti in tasca a tutti gli altri, che io più di dirvi di andare in camera di commercio, di dirvi quanto guadagno e quello che faccio, proprio non posso fare.

Cominciamo a parlare di tante belle realtà che non chiacchierano va, senza dimenticarci per quale motivo siamo qui

Davide, Dario se e quando deciderete di intervenire, vi prego di parlare, al massimo, di Eurogamer e non degli altri. Se e quando Spaziogames, Next o chi per loro vorranno dare numeri relativamente a stipendi, organizzazione, contratti e denari, arriveranno a scriverlo anche se mi pare ben poco realistico

Grazie

@ persiani

Io non parlo “come se fossi arrivato”.
Arrivato dove? Bella domanda, fattela.
Io parlo per quello che so, a differenza tua, che parli di una realtà che negli ultimi mesi è cambiata molto, evidentemente a tua insaputa.
Una realtà che cambia e cresce di giorno in giorno, e continua a fare tutto quello che può per chi ci lavora, e vi spende ore e passione.
Le critiche che ho mosso a Spaziogames quando ho iniziato a lavorarci le ho sostenute con tutto quello che avevo, e anche grazie ad esse è iniziato un processo di trasformazione. E’ la differenza che solitamente corre tra una critica sterile ed una costruttiva: la prima non porta a nulla, la seconda può portare al cambiamento.
Il parere di Alessandro Mucchi vale quanto il mio, il tuo e quello di qualunque altro. Spaziogames ha molti collaboratori, e continua ad averli, e sono persone ben felici di lavorarci. Probabilmente non è il lager per cui vuoi farlo passare; forse lo era una volta, è un tuo parere personale, e come tale lo prendo. Da quando ci lavoro io, non lo è.
Parli di tasche piene, e non sai neanche a cosa ti riferisci.
Per quello che ne sai potrei prendere 0 o un X. Semplicemente, non lo sai. Non lo sai perchè sei fuori, e parli del passato.
Può essere un passato di mesi, ma questo ha poca importanza: i cambiamenti ci sono stati, altri ve ne saranno, ed il passato è passato.
Se il tuo QI si è sentito offeso dalle mie affermazioni, perdonami, io chiedevo solo di non parlare di cose che non si conoscono.
E continuo a chiederlo, anche se a quanto pare è chiedere troppo.
Specula quanto vuoi, Spaziogames è una realtà che ti è sopravvissuta, e continuerà a sopravvivere, con il lavoro duro di tutti, e senza, ahimè, tasche mai troppo piene temo, dato che siamo in Italia, e si fa quel che si può.

‘sei un coglione’, ‘un cazzoncello di 12 anni’, ‘tu sei più che scemo. Sei oltre’….
accipicchia, chissà cosa ho detto per far scaturire questa reazione
innanzi tutto ti ringrazio per l’onore che mi hai dato per esserti degnato di rispondere alle mie inutili e stupide domande

da ragazzetto di 12 anni, sai, sono molto inesperto e nn so come vanno le cose
riesco a malapena a distinguere il bene dal male, figuriamoci se posso sapere quanto è giusto pagare una persona per scrivere un articolo di videogiochi su un sito o su una rivista

tra l’altro nn ho ancora ben imparato a scrivere in italiano, ed uso le abbreviazioni in smsese
ma spero che perdonerai il mio essere inferiore

mi spiace molto ke eurogamer sia finito sul patibolo. proprio lui, che ha avuto il coraggio di tirare fuori una storiaccia di quella risma
direi che siamo proprio degli ingrati

purtroppo ha fatto la figura del bue che dice cornuto all’asino, dato ke a quanto si dice (o forse mi sono fatto io un’ idea sbagliata. anzi, sicuramente è così, dato che nn sono scemo. sono oltre) nn è che sia pulitissimo
personalmente nn ho messo sullo stesso piano nessuno
anzi, io quell’altro e le sue faccende nn le ho nemmeno nominate
nn credo ci sia bisogno di dire molto altro, d’altronde
il discorso mi pare si sia spostato da un’altra parte

come lettore di testate di videogiochi, leggendo qui ed in altri lidi, sembrerebbe tutto gossip
regolamenti di conti
rospi sputati

in realtà ora sono ben felice di sapere chi prende quanto
ora so chi è motivato, chi è preparato, chi ha esperienza, chi fa questo lavoro per hobby e chi lo fa per professione
e persino chi lo fa investendo su sè stesso credendo in un progetto

continuate così
voglio sapere tutto
anzi, DEVO sapere tutto
in quanto consumatore finale
devo poter essere libero di decidere chi premiare e chi bocciare

ricordatevi: il consumatore finale è dio
accetto tutto
coglione
scemo
ma ragazzetto 12enne no
non da uno più piccolo di me, anke se solo di 1 anno
perchè senza di me voi nn esistete

a meno ke nn vogliate che vada ad ingrossare le fila di quelli ke dicono che ‘le riviste ed i siti sono una merda. l’unico parere che conta è il nostro. quello del popolo dei forum’
xkè x ora sono dalla parte opposta
in prima linea

augh!

ps: dite che ho esagerato? mi sa di si, eh? ^__^

Ciao Andrea,

come penso ricorderai io sono uscito da Spaziogames a Gennaio di quest’anno, la situazione non era particolarmente florida per chi collaborava come esterno, e lo sai perchè abbiamo avuto modo di confrontarci su questo personalmente.

Io non so se in così poco tempo siano cambiate così tante cose, quello che ho notato è stato l’inserimento di molti ragazzi nuovi dopo l’abbandono da parte di svariate persone e per motivi eterogenei. Me lo auguro che tutti coloro che collaborano ora abbiano una retribuzione, seppur minima, per quanto producono sul sito, quello che mi sembra sbagliato è l’atteggiamento nei confronti di certe affermazioni di Persiani.

Ti suggerisco di tornare a ritroso nella discussione (so che è un troiaio di roba ma con un po’ di pazienza si trova tutto), sono altri ad aver detto evidenti cagate su Spazio e su come funziona 😉

Se poi la situazione è migliorata tanto meglio, ripeto non credo che otto mesi facciano i miracoli (e sai bene perchè me ne sono andato).

@ Davide

Ciao, proprio pensando a questa discussione mi ritornava in mente la trasferta a Colonia, e la sua meravigliosa tragicomicità, tra l’altro con un pizzico di nostalgia.
Sempre tentando di recuperare quanto sopra, la mia discussione con Davide è cominciata perchè in seguito ad una mia affermazione, ovvero che quantomeno la proprietà di Spaziogames è trasparente, e non fa promesse campate in aria, sono stato smentito. Ho ribattuto dicendo che per quanto riguarda la mia esperienza, e da quando ho iniziato ad occuparmi seriamente del sito, la trasparenza sussiste, ed ho esplicitamente chiesto di non parlare di cose che non si conoscono.
Non c’è altro.
Rispetto, anche se con i dispiaceri del caso, la tua decisione di andartene, così come rispetto quella di Davide, e di chiunque altro in passato o in futuro abbiano deciso/decideranno di andarsene.
Ma che non mi si dica che da quando ci lavoro Spaziogames non è trasparente con i collaboratori, ed aspiranti tali.
Accetto tutto, ma le stronzate no.

Ma come, hai scordato che era ancora in quel di Lipsia? XD Comunque antipasteblatte a parte la ricordo anch’io volentieri, nonostante le varie vicissitudini 🙂

Guarda io ti dico il mio punto di vista e in effetti la questione sui tesserini era stata affrontata in modo a mio parere molto superficiale. Avete risolto? Può essere, potrai capire se nutro delle riserve, niente di personale nei tuoi confronti o come rappresentante del sito, ci mancherebbe altro. Per i contatti che ho avuto con te non mi sono trovato male, anzi.

E’ vero sui compensi non veniva promessa la luna (anche se l’eventuale mancanza di motivazione veniva spesso e volentieri fatta notare) ma un conto è pagare, seppur poco, tutti quanti, un altro paio di maniche garantire una quota (minima) solo a chi si fa concretamente un mazzo tanto. Io fino a quando ci sono stato ho dato il sangue, oltre un certo limite purtroppo non si può andare (giustamente direi) 😉

Da quando hanno spostato, il lapsus Lipsia/Colonia non riesco a levarmelo ^^
Come ti dissi quando eravamo là, io ho fatto di tutto per ottenere dei risultati, compreso non dormire e farmi i primi capelli bianchi 🙂
I risultati si vedono, le questioni nebulose ora lo sono sempre meno, e con i compensi si fa sempre meglio, e sempre in rapporto con quello che c’è da spartire equamente, senza “tasche piene” per nessuno.
Anche se in questo contesto, mi ha fatto piacere sentirti, sono felice che continui l’attività, e spero che ci sia l’occasione di vedersi prima o poi, magari in qualche posto dove la cucina sia meglio di quella tedesca ^^

Siete tutti dei poveri idioti, non capite una mazza di niente, da tre giorni discutete di questioni assolutamente irrilevanti quando invece non vi accorgete dell’evidenza che…

NEKO E’ DIO!

L’unica cosa sensata che potete fare è inchinarvi a lui ed adorarlo! Basta con Metalmarcio, gettatelo nella concimaia! E chi se ne frega del suo compagno di merende Carbone, è solo buono per la stufa, d’inverno. Quanto ad Eldacar, che stia zitto, è da portare allo sfascia carrozze. Stefano Silvestri? Non ce la farà mai contro Titti. Il Toso? E’ puzzoso. Gorman? Ha la gonorrea. Giopep? Non è quello vero. Orsù, genuflettetevi di fronte all’incommensurabile Neko di NumeroZero!!!

P.S.: Vale anche per te Zave, lo vedo bene che sei ancora in piedi.

Rosario, ma tu sei lo stesso Rosario che sopra ha scritto:

Per anni ho guidato uno dei tanti siti “profamatoriali” del settore sorti a cavallo del 2000 (il buon Eldacar ne sa qualcosa) senza beccarci un soldo (nonostante le promesse di guadagni da parte di chi ci ospitava, ma questa è un’altra – triste – storia)

e poi, su richiesta di Gorman:

assolutamente non voglio nascondermi dietro a nulla… il sito in questione era VIC e chi ci “ospitava” (in parole povere ci dava server e banda e stop) è stato prima il glorioso Emuita e successivamente m4d, quello dei domini .sm

Dai, su, sentiamo cosa ci racconta Carlo.

@Porta

Il fatto che Spazio “mi sia sopravvissuto” mi fa solo che piacere, anche perché dopo averci lavorato duramente per oltre un anno, mi sarebbe dispiaciuto il contrario. Il fatto che non capisci, cosa che mi stupisce onestamente, è che il mio “attacco” non nasce dalla voglia di demonizzare il progetto, né tantomeno chi ci lavora (non ho nessun problema né con te né con alcune altre figure di Spazio) ma semplicemente perché, alla luce di ciò che è stato e (IMHO) ancora è, mi sembra assurdo leggere dichiarazioni che fanno pensare a Spazio come un potenziale Eden dell’editoria videoludica. Tutto qui.

Per quanto riguarda la questione dei cambiamenti radicali in pochi mesi che dire… buon per voi, l’unica cosa che posso dire è che a giudicare dal via vai redazionale e dalla costante presenza di certi pupazzi come caporedattori, non sembra.

Posso dirvi una cosa? Secondo me questa discussione ha… “sbroccato”. Ormai è diventata una mischia che sta mostrando solo il fatto che l’editoria italiana è in molti casi pessima, e non solo in casa “Accordi”, una dimostrazione di forza un po’ troppo all’italiana. Non che non lo si sapesse, eh. Il re è nudo e c’era chi lo sapeva sin dall’inizio.

La discussione in sé comunque è anche interessante e non dico che abbiate sinora parlato solo di fumo, il fatto è che mi pare che ben pochi qui abbiano un’idea di cosa questa realtà tanto sottosviluppata nel nostro paese abbia bisogno. Non me ne abbiate… ma questa è l’impressione che qui, insieme, mi state dando.

Alla luce di ciò non sono più tanto certo che il problema di cui discutere sia la filiera e le storie raccontate da Accordi e Carbone.

@Audio Radar appunto… ho parlato di un progetto in cui ero coinvolto in prima persona, ho detto che problemi ho avuto (le false promesse economiche) e con chi. Non ho detto “fatemi stare zitto” per poi alla richiesta di chiarificazioni insistere nel non voler parlare.

Così si getta solo cattiva luce gratuitamente sugli altri e in quanto testimone diretto di Multiplayer mi dispiace perché non ho mai avuto problemi di nessun tipo con loro e le ritengo persone serie (tranne Umbo ovviamente :D), se poi qualcun altro li ha avuti e li vuole raccontare è libero di farlo. IMHO le cose o si dicono o non si dicono 🙂

@akrilico
chidedo scusa per i torni ma sai com’è, ho veramente le palle rasoterra ormai, altro che bue che dice cornuto all’asino. Come dice il buon Andrea Porta (a ragione o torto, questo non lo so): “accetto tutto ma le stronzate no”

E io a differenza sua, non ho cercato di spiegare in 3 post ma in 150 e passa

Che arrivasse qualcuno e dicesse stronzate era in preventivo. Trovarsi accostati a certe situazioni era in preventivo. Spiegare tutto prove alla mano era in preventivo . Tutto era in preventivo, non dimentichiamoci che ci si è messa volutamente la faccia. E’ quando tutto torna che sentire ancora persone che chiacchierano, alludono e non capiscono porta un problema

Comunque siamo d’accordo su un punto: bisogna sapere. Cazzo se bisogna. E vedi un po’ direi dopo tutto ‘sto casino

@eurogamerini vari
rinnovo l’invito (o mi incazzo): parlate di Eurogamer al massimo, non dei prolbemi degli altri. Grazie

@ marco/cav:
parlare di accordi e carboni?
mah, io nn sottovaluterei tutte le persone che stanno scrivendo qui
nn credo che si siano dimenticati della cosa

piuttosto nn credo che ad oggi ci sia nient’altro di nuovo da dire
i fatti sono stati esplicati
i legami sono stati evidenziati
le domande sono state poste

ora però, se i diretti interessati nn vogliono rispondere, che devi fare?
aspettare sabato e vedere cos’hanno da dire
da lì allora penso si potrà tornare a parlare della cosa
e magari qualcuno potrebbe far scattare una denuncia o un esposto
e giù fiumi di parole sulla questione

adesso l’interesse si è spostato su altre questioni

anche perchè se nessuno si prende la briga di denunciare il fatto, noi possiamo stare qui ad indignarci tutto il giorno, ma accordi/carbone continueranno a fare i comodi loro

@Falconero

E con questo chiudiamo.
Se tu parafrasi “trasparenza” con Eden dell’editoria, sono affari tuoi, si vede che t’hanno abituato male.
La trasparenza è la base di qualsiasi rapporto lavorativo.
Nessuno ha mai parlato di Eden.
Ho solo parlato di una struttura dove si lavora duro e si fa quello che si può per spartire gli utili nella maniera più corretta.
Questo a casa mia si chiama farsi un culo così, non Eden.
Quello lo lascio a te, felice se mai lo troverai.
E con questo chiudo, rinnovando l’unico invito che giustifica una mia presenza in questa napoletanata, ovvero non parlate di cose che non potete sapere.
Saluti.

@akrilico
ma perchè pensi che questa discussione interessi a qualcuno di quelli che poi, di fatto, gli fa fare i comodi loro?
Pensi che qualcuno di quelli, che ne so, che va all’IVDC legge qui e non va?

Guarda il VGH: in un contesto normale non sarebbe diventata l’arena per le sue verità. In un contesto normale avrebbero cancellato gli incontri con loro. E questo è sul micro. Sul macro, è semplicemente uguale. Al massimo non farà più una rivista con Sprea, visto che è appurato che 3/4 dei giornalisti di li lo odiano. Ma qual’è il problema? C’è già pronta un’altra multiformato che ospiterà i contenuti della fu Game Pro. Si chiama Game Republic 😉

@ eldacar
guarda, io in realtà nn me la sarei neanche presa
più che altro ci sono rimasto un po’ male e soprattutto mi ha stupito
sono stato molto attento a quello che ho scritto, ed alle domande che ho posto ed al modo di porgerle
so di non essere su un forum di ragazzeti o nerd saccenti, ma leggo firme di gente che negli anni ho imparato a conoscere e a stimare

so di non essere alla vostra altezza e di nn avere la vostra levatura, soprattutto nel modo di scrivere (questa frase nn è nè ironica nè polemica, ma modestamente sincera)

però sono la persona che vi dà i soldi, e appartengo a quella categoria (folta? in via d’estinzione? nn so) di consumatori che se ne sbatte del gioco allegato, e crede ancora che il parere di un professionista sia DI GRAN LUNGA più autorevole del ‘popolo dei forum’

il mio atteggiamento era un misto di curiosità, ignoranza ed anche un po’ di irritazione, rivolta al vedere che certe filosofie di lavoro che reputo ditruttive, vengono non solo applicate sempre più, ma persino incensate (scambiare la voce ‘gavetta’ con lavorare ‘gratis o quasi’)

nn è che volessi farmi i fatti tuoi in particolare (o del tuo capo)
tanto che sono stato ben attento a chiederti ‘quando prendi all’ora’, e non ‘quanto prendi al mese’
nn mi interessa sapere quanto porti a casa a fine mese
come nn mi interessa sapere quanto portano a casa a fine mese i tuoi collaboratori e sottoposti (oddio, questi ultimi 2 in realtà si, ma prima viene un’altro discorso)
mi interessa il compenso orario (ke poi so benissimo che verrebbe calcolato in maniera imprecisa ed empirica, ma tant’è)

hai detto quanto paghi al pezzo
si è provato a fare un calcolo sommario di compenso orario, e quello ke è venuto fuori nn mi è piaciuto

al che mi sono domandato se fosse così anche per ‘i capi’, e l’ho chiesto
fosse saltato fuori che prendevi 15/19 euro all’ora, mi sarei scandalizzato nn poco
ma dici di nn percepire lo stipendio, e di mantenerti in altro modo

questa prospettiva a mio avviso cambia di molto le cose, dato che vi pone, come ho detto, in un’ambito di amatorialità, e non di professionalità (ricordo che ciò che distingue un professionista da un amatore è fare dell’impiego di cui si parla una professione)

tu però mi tiri fuori una serie di dati e quant’altro a dimostrare che ‘amatoriale ‘sta cippa’

e allora io ho ancora una gran confusione in testa

ps: io ho solo fatto delle domande, ed in base alle risposte datemi e date ad altri, ho tratto delle riflessioni
sbagliate? spiegamelo 😉
pps: li ho letti tutti i tuoi 150 post, come pure gli 850 degli altri :p

@akrilico

D’accordissimo con quanto scrivi in chiusura. Difatti inizio a chiedermi se tutto il rumore che si è fatto porterà a qualcosa… ma ti dirò di più. La dimostrazione di “royal rumble” che qui si sta tenendo sta mostrando più del problema Carbone/Accordi. Sta mostrando un giornalistmo italiano allo sbando in molte realtà, troppe. Ma lo ripeto, nulla di nuovo…

Sembra davvero di assistere alla scena del bambino che dice che il re è nudo.

Va tutto bene, per carità, ma allora tutto quello che si è detto in queste settimane serve a nulla. E non so te, ma io me ne spiaccio.

@ eldacar
sulla conferenza al vgh credo tu abbia perfettamente ragione
però ti dico che all’organizzazione del vgh frega proprio poco della faccenda, e se ho ben capito metalmark nn sarà propriamente ‘a casa sua’
anzi, un suo intervento in tal senso verrebbe visto con fastidio

vuoi perchè al pubblico pare interessare poco la questione, vuoi perchè ‘rovinerebbe la festa’ (che poi alla fine la conferenza è solo una piccola parte dell’evento)

io sinceramente nn so cosa sperare
da un lato vorrei che il vgh nn venga tirato in mezzo, e dall’altro invece sarebbe un’ottima occasione per dare maggior rilievo alla cosa

Andrea Porta: a parte la classe che dimostri ampiamente nel definire questa una “napoletanata”. Ti chiedo… hai scritto: “si fa quello che si può per spartire gli utili nella maniera più corretta”. Nella maniera corretta vorrebbe dire? Non pagare i collaboratori (o solo i nuovi collaboratori)? Grande correttezza, non c’è che dire.

@Andrea

Hai capito benissimo cosa intendevo, non fare lo gnorri e non travisare di proposito le mie parole 🙂 Comunque sia sono d’accordo col chiuderla qui, tu, giustamente, devi difendere il tuo schieramento, ed io, altrettanto giustamente, ho deciso di parlare di ciò e delle persone che conosco…fin troppo bene 😉

@akrilico
Te lo ripeto, scusami. Scusami perchè a differenza di altri che posso “sfanculare” in maniera più easy, non conoscendoti, era magari il caso di trattenersi. Capirai un attimo di frustrazione nonostante, ripeto, tutto fosse già abbondantamente preventivato. Come era preventivato però che una volta date le giuste spiegazioni, si tornasse sul focus del discorso. Invece si è finiti a parlare di ben altro, più di una volta anche parlando di Eurogamer che poi, di fatto, è la realtà che ha portato alla luce per prima una serie di situazioni. Sicuramente non la gestione Game Pro PDV economico, di quella non ci è mai interessato (e ribadisco: trovo molto ipocrita tirare fuori al momento della chiusura, cose che più o meno tutti sapevano da? 3 anni?)

Ci sta anche parlare di Euro allora, ok. Euro paga 20 Euro netti a pezzo. Poco. Euro è fatta con un budget onesto che ci consente comunque di far stare tutti sereni e produrre, soprattutto perchè io e quelli “sopra” se vogliamo dirla così, siamo quelli che “si sfruttano” da soli. Questo significa amatorialità? No, per niente. Significa che abbiamo sposato un progetto come singoli, con un bel conto economico con tanti numerini qui e li nelle tante voci, soprattutto quelle dei collaboratori. Lo zero è solo nelle nostre caselline. Il progetto, se non avesse convinto UK, non sarebbe stato portato avanti. Sulla serietà del “boss” perchè quello vero sta in Inghilterra, credo che gorman possa dire la sua. Esce che Nextgame e Spaziogames pagano come noi. Ricordiamoci che sono portali con un attimo più di collaboratori, che fatturano decisamente parecchio e che potrebbero pagare molto di più, per logica. Nessuno si accorge di questo e si va avanti. No buono. Anche su questo sono abbastanza basito.

Il problema è proprio non mischiare, come dici tu, gavetta e lavorare gratis. E non mischiare microcosmi distanti proprio concettualmente eoni l’uno dall’altro, gestiti in maniera completamente differente.

Il concetto che vorrei far passare è che se tu (o chi per te) ti vuoi fare gli affari miei, io non scappo. Ti spiego, ti invito a vedere, ti invito a controllare, a parlare, ad andare in camera di commercio. Ti dico quanto guadagno e quanto lavoro. Proprio perchè sia chiara e limpida la differenza E di attitudine E di metodo tra persone/situazioni che sono proprio agli antipodi.
Converrai che io più di questo PROPRIO non posso fare e se a un certo punto davanti a questa trasparenza, ci si dimentica perchè siamo qui e non ci si chiede perchè sito X e sito Y non vengano “pressate” alla stessa maniera, un pochino alla fine il culo mi rode

That’s all

@marco
ma tu vai domani?

Vedo che la speculazione è sport nazionale, il che fa di questa una GRAN napoletanata.
E parlando di “classe”, basta scrollare la pagina per vedere quanta ne è stata profusa in questi post.
Ma per favore.
Nella maniera corretta significa spartire. Punto.
Ti interessa lavorare per noi?
Mandami un curriculum, e se lo riterrò opportuno ti richiamerò e valuteremo insieme la retribuzione.
Altrimenti, come ho già chiesto, bocca chiusa sulle cose che non si sanno.

comunque io fossi tra gli organizzatori di VGH avrei dato il benservito a metalmark per non infangare una mostra stupenda sisi

la conferenza potrebbe sostenerla tranquillamente BDB, uno dei pochi puri rimasti…si spera

@Eldacar

[quote Eldcar]”esce che Next e Spazio pagano come noi”[/quote]

Non so chi l’abbia detto, ma Spazio non mi paga 20 Euro. Di base sono pagato di più ed il compenso aumenta proporzionalmente al mio sbattimento. 🙂

Per quanto riguarda domani a Monza.. boh, se l’idea generale è quella di andare ci sono pure io.

Riferendomi al discorso di prima, IMHO, le firme in questo settore dell’editoria valgono quanto carta straccia. Non stiamo parlando di Travaglio o Santoro e della politica, che poi uno come Paglianti sappia scrivere cento volte meglio del primo niubbo di turno su questo non c’è dubbio; io però sono pronto a scommettere che il 90% dei lettori online non sarebbe in grado di distinguere due testi di autori di diverso calibro. Ma vorrei anche ben vedere, nel 2009 ormai va rivalutato anche il solo verbo “leggere”, ormai conta più la quantità che la qualità, è una corsa a chi arriva primo, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Che a ben vedere poi è cambiato anche il modo di scrivere, il tempo è tiranno, quindi è ovvio che anche volendo non c’è spesso modo di realizzare ciò che si vuole davvero. Io infine mi pongo una domanda, ma ci sarà poi davvero bisogno di un’informazione così tanto specializzata? Cioè non siamo riusciti ad educare la community e ora pretendiamo di fornirgli materiale che nemmeno è in grado di capire? Il target a cui punta l’informazione specializzata ormai è bello che cresciuto, le nuove generazioni di videogiocatori passano il tempo a flammare e a fare i fanboy su quale sia la Console di merda migliore. Eh sì magari sarò anche banale in quello che dico, ma “tera tera” le cose stanno così, o mi sbaglio io?

Rosario, non mi fare incazzare. Hai scritto le stesse cose che ha scritto Carlo e solo su richiesta di spiegazioni hai aggiunto dettagli.

Ora stiamo chiedendo a Carlo di spiegarci cosa volesse dire.

Siamo partiti da Game Pro e siamo arrivati a parlare di tutte le riviste e siti di videogiochi italiani. Multiplayer è perfettamente in topic.
Di Multiplayer qui si può parlare, o ce lo vorresti impedire?

Andrea Porta: non parlo di quello che non so. Chiedi pure al tuo “superiore”, Luca Molteno, con cui ho avuto uno scambio di mail recentemente. Così magari capisci che stai davvero facendo una figura da bulletto sfortunato.
“E’ politica di Spaziogames.it non pagare i collaboratori”, roba vostra, da vostre e-mail. Di cui discuteremo presto, vai tranquillo. E questo non mi sembra che abbia molto a che vedere con lo “spartire”. Come vedi se c’è qualcuno che parla senza sapere, non è il sottoscritto. Ah, e continuare a ripetere “state zitti” in un blog altrui, è perlomeno inutile. Se non proprio una cazzata disperata: nel post d’apertura e nei miei interventi, parlo solo di fatti. Comprovabili. Ho chiesto delucidazioni a Spaziogames, prima, e a te, ora. Non sono arrivate. Anzi, sono arrivate conferme da ex collaboratori del sito verso la stessa direzione che mi era già stata suggerita.

@mugo
se paga 10 euro in più o 15 (e parlo sempre di collaboratori) visto quello che fattura, il discorso è da capo se non di molto peggiore

Semplicemente. Due pesi e due misure, solo questo

@Eldacar

No, non ci vado. Ho altri impegni. Ad ogni modo non credo ci sarei andato. Trovo sinceramente l’ennesima decisione scorretta di Accordi l’usare una manifestazione come quella (che non è la “manifestazione di Accordi”) per suoi scopi personali. Se avesse voluto affrontare la discussione in maniera civile a quest’ora l’avrebbe fatto, ma ha preferito chiudere ogni dibattito con il suo solito savoir-fare, il che l’ha di per sé qualificato ulteriormente.

Leggerò ogni resoconto di quel che verrà detto sabato con curiosità (sperando che non si inizi a fare della dialettica un’arte, come accaduto sul blog di Accordi dove il requisito di lavorare nel settore della “produzione di videogiochi” era diventato il requisito di lavorare nel settore dei “videogiochi), ma ammetto di non aver ormai più alcuna fiducia. E ora non solo riguardo Accordi.

“Luca Molteno”?
Complimenti, questo conferma quanto conosci la direzione.
Manco il cognome.
Chissà quante mail vi siete scambiati.
E, caro Zave, io non faccio il “bulletto”.
La mia testata viene accusata di mancanza di trasparenza in questo reciproco scannarsi che è nato, e vengo smentito.
Mi difendo come è giusto che sia.
I bulletti qua mi sembrano altri.
E comunque “ne parleremo presto” suona molto come una minaccia da bulletto a casa mia.

“Ricordiamoci che sono portali con un attimo più di collaboratori, che fatturano decisamente parecchio e che potrebbero pagare molto di più, per logica. Nessuno si accorge di questo e si va avanti. No buono. Anche su questo sono abbastanza basito.”

Elda, sul budget di Nextgame ne sai sicuramente più tu di me che ne so meno di un cazzo, non lo metto in dubbio, ma giusto per precisare, che sono pignolo:

– Nextgame, allo stato attuale, ed escludendo dal conteggio Solettone e Scamu, che fanno cinquantamila cose e fatico a considerare redattori veri e propri, ha cinque interni: tre a tempo pieno (mi ci metto dentro anche io, pure se nel considerare il budget sono un caso a parte), due a part time (fra l’altro, ribadisco: tre redattori a tempo pieno c’erano anche prima che arrivasse Edizioni Master). Sulla pagina dello staff di Eurogamer vedo elencati cinque membri della redazione, che immagino siano interni: non mi sembra ci siano grosse differenze, in questo;
– Nextgame, allo stato attuale, ha 3/4 collaboratori pagati ad articolo che producono quantità “importanti” di materiale e che faccio lavorare molto. Nella pagina dello staff di Eurogamer, se interpreto bene, ne vedo due. Intendi questo, quando dici “un attimino di più”?

Abbi pazienza se nel conteggiare i collaboratori di Nextgame non metto dentro quella decina di persone che firmano un articolo ogni tanto, o magari la rubrica una volta al mese, più per il semplice piacere di farlo e di partecipare anche in minima parte a un progetto a cui tengono, che perché vogliano davvero fare questo lavoro. Se per te fanno testo, ok, hai vinto: siamo molti di più. 🙂
E, intendiamoci, non è che li voglia svalutare: si tratta comunque di persone che stimo e il cui lavoro apprezzo (Falinovi, porca puttana!) e che mi dispiace non avere la possibilità di far diventare colonne portanti del sito tirandole dentro a suon di bigliettoni. 🙂

Questo solo per precisare, poi può comunque essere che i compensi siano “sbagliati” rispetto al budget: non ne ho idea e se vuoi ti credo anche. 🙂

A margine, e non mi rivolgo a te, ci terrei a sottolineare una cosa: Matteo (Camisasca), quando dieci anni fa si decise che Console Keeper e Games (o Game? Non ricordo :D) On Line sarebbero stati fusi per diventare Nextgame, fece diventare *subito* la cosa un’attività commerciale a tutti gli effetti, così come tale fu anche lavorare sulle tre riviste da edicola alle quali mettemmo mano in quel periodo. Nel senso che nonostante, ovviamente, fosse ancora una realtà relativamente piccola e da formare, fin da subito si parlò di compensi, gli articoli venivano pagati, le trasferte, pure, venivano pagate (quando andai all’ECTS nel 2000 non tirai fuori un soldo di tasca mia), eccetera eccetera. E spesso ci smenò lui in prima persona, pur di essere corretto e trasparente: anche quando capitò che per altri progetti i committenti si “dimenticassero” di pagare, lui scucì i soldi per i collaboratori di tasca sua. E lui come Solettone mai si sognerebbe di far lavorare gratis la gente su Nextgame. Ma *mai*, proprio.

Il che non significa santificarli, anche perché se santifichiamo Sole vien giù tutto il paradiso a bestemmie: è solo per mettere qualche puntino sulle i.

Poi, come ho detto, si può criticare l’entità dei compensi, ci mancherebbe: mi sembra un discorso lecito, e tutto sommato capisco anche il voler fare di tutta l’erba un fascio nel momento in cui ci si piazza sotto un certo standard economico. Non so se lo condivido, ma lo capisco.
Epperò – come giustamente hai detto e ribadito mille volte tu – qualche distinzione mi sembra comunque giusto farla.

Audio Radar non ti incazzare che fa male al fegato 🙂

Io ci vedo delle diversità, e dal poco che ha detto Carlo anche delle cose non vere, punto. Non voglio impedire niente a nessuno.

Per quanto mi riguarda ho parlato di cose in cui ero coinvolto direttamente e alla prima richiesta di chiarificazione ho chiarito quanto basta senza voler insistere nel dire e non dire, se poi manco ti basta e devo portarti le registrazioni delle telefonate dimmelo.

Vorrei capire una cosa, un po’ da tutti quelli che intervengono parlando di “interni”, “part time”, “tempo pieno”, ecc.

Vi riferite ad assunzioni a tempo indeterminato, tempo determinato, telelavoro?

Oppure è solo gente che ha un fisso in ritenuta d’acconto, cococo, trallallà o altre astute forme contrattuali per garantire la flessibilità che sono piombate sul mercato negli ultimi vent’anni?

Lo chiedo come uno che per i suoi 5 anni di Studio Vit è stato collaboratore coordinato e continuativo (niente da ridire, peraltro, dopo cinque anni venne concordato un compenso a chiusura di eventuali vertenze; oltre ad aver avuto la possibilità di imparare da chi era davvero in grado di insegnare qualcosa a chi volesse fare questo mestiere). Quindi, giusto per curiosità. E perché fa una bella differenza.

@giopep

E’ proprio perchè sto distinguendo le cose che IO non ho mai tirato in ballo nessuno. Da qui a farmi cagare il cazzo con esempi totalmente sballati, ce ne passa. Io sono con te: vedi un po’ che per quello che è uscito OGGI qualcuno finisca per rompere i coglioni a persone come Matteo o Simone. Ma scherziamo? Ma se i principi valgono, valgono sempre, ripeto. E’ il principio lo si applica pure al discorso collaboratori: quelli che mettono la firma “una volta ogni tanto” non lo sono? Ah ok, allora Eurogamer è fatto da 4 persone, sto ancora più tranquillo 🙂

Elda, certo che sono collaboratori, ma da come la mettevi giù sembrava che io avessi a disposizione un battaglione da duecento persone, quando in realtà sono dieci o poco più e, di fatto, quelli che davvero “fanno” Nextgame giorno per giorno sono ben meno. Tutto qua. 🙂

@ giopep

Per carità… però converrai che la differenza sia cosa non da poco, no?

Per intenderci… se quando Future cedette la filiale italiana alla fine del 2006 fossimo stati tutti roccoccò… cosa resterebbe oggi delle redazioni?

Noto che lo spam continua a far razzia dei miei post.
E con questo chiudo definitivamente la mia partecipazione a questa discussione, che nata da una giusta volontà di denuncia, è sfociata in un becero tirarsi merda in faccia a vicenda.
Cercate almeno di salvare il Videogame History, e di non farne la piazza per un altro show da quattro soldi.

Gormy, certamente, ma ripeto: io non sto assolutamente dicendo che i discorsi che fate tu e altri sul trattamento economico e contrattuale siano assurdi, campati per aria, senza senso. Al limite posso pensare che – a fronte di un discorso generale e di principio sostanzialmente corretto – sia anche il caso di valutare le situazioni caso per caso senza dover per forza condannare a prescindere. Ma questa (1) è opinione mia, come è opinione mia, che ne so, la minchiaggine delle esclusive, e ognuno può pensarla a modo suo, (2) è anche cosa difficile da fare in un contesto in cui non abbiamo tutti a disposizione i dati di ogni singolo contesto e si va avanti a colpi di mezze verità, supposizioni, smentite rabbiose e via dicendo. Quindi fa benissimo chi difende la sua posizione di principio, specie se lo fa perché ci crede davvero e non solo per rompere i coglioni. 🙂

Poi qualcosa che non va, a esser pignoli e attaccati ai cavillini, lo si trova ovunque, anche nei contesti più corretti, trasparenti e in cui c’è il maggior sforzo possibile per fare le cose a modino.

Per dire, il trattamento che mi riservò Future a suo tempo fu paradisiaco, rispetto a certe cose che si leggono e se vogliamo rispetto al mondo del lavoro attuale in generale: ero alla mia prima esperienza lavorativa “seria”, avevo soli due anni di esperienza nel settore e mi venne dato in avvio un contratto a tempo indeterminato, con uno stipendio decoroso (ricordo, per dire, che mia zia, che lavora in ospedale da, boh, trent’anni, si stupì perché guadagnavo – e guadagno tutt’ora – più di lei, :D, ma anche 🙁 ) e oltretutto l’estrema fiducia di piazzarmi dopo appena sei mesi su PSM, progetto “un attimino” importante.
Epperò, abbi pazienza, dall’altro lato, è vero anche che quando alcuni anni dopo in azienda venne distribuito quel simpatico libretto riportante il contratto collettivo nazionale e mi misi a leggere le mansioni che teoricamente corrispondevano al mio inquadramento contrattuale, mettendole a confronto con quelle che erano le mansioni effettive mie, oh, un filo cornuto e mazziato mi ci sentii comunque. 😀

Poi coglione io che non me l’ero mai letto prima e non ho mai rotto il cazzo per un adeguamento, ma che vuoi farci… giovine, ingenuo e alle prese col lavoro dei sogni. 🙂

Scusate, aggiungo una considerazione.

Essere assunto con contratto a tempo indeterminato, avere uno stipendio decoroso e notare che una persona che viene assunta gode della fiducia dell’azienda.

Ho appena definito queste tre cose “trattamento paradisiaco”.
E oltretutto in riferimento a un periodo in cui il settore navigava nell’oro di PlayStation, non certo all’attuale situazione “critica”.

Che tristezza.

@ eldacar

Scrivi: “Il progetto, se non avesse convinto UK, non sarebbe stato portato avanti. Sulla serietà del “boss” perchè quello vero sta in Inghilterra, credo che gorman possa dire la sua.”

Rupert e gli altri di EG sono indiscutibilmente persone serie.

Resta una cosa su cui non penso si possa discutere più di tanto: se EG, in UK, pensa a un investimento di un certo tipo sull’Italia, poi lo accantona e prende tempo, poi scopre che, in realtà, “la medesima cosa” si può fare investendo assai meno… e a questo si arriva anche con i 20 euro a pezzo, puoi concordare, almeno in parte, sul fatto che si crei una situazione “strana”?

Perché su TGMO auspichi l’arrivo di un “colosso” (lì si cita Mondadori ma è un nome tanto per dire immagino), ma anche il colosso… se trova chi gli fa le cose per pochi soldi… alla fine non è una ONLUS e si sa già come andrebbe a finire. Mi sbaglio?

Non mi mangiare cuore, fegato e polmoni. Ho una figlia piccola che stasera vorrebbe stare un po’ con il suo papà prima che questi si rechi alla pizzata con i suoi ex-colleghi. 🙂

PS
*Non* sto dicendo che EG sia come Accordi. Non lo scrivo, non lo penso, non.
Non ci sta il paragone, non lo faccio perché non esiste proprio. Ok?

@giopep
No è che da come la mettevano giù altri sembrava lo stesso per noi. Non siamo 500 con 520 collaboratori. Ci sono 4 interni + (credo) 5 o 6 persone che scrivono “ogni tanto”. Capisci che così è ben diverso no. E che in confornto a voi, in base a questi ragionamenti, i nostri 5 o 6 sono 1/10 dei vostri 😉

Il punto importante secondo me è, facendo un passo indietro, che pure tu hai confermato che sul discorso retribuzione non c’è un cazzo da dire. Cioè, la tua storia Future è la mia Play Press. E quella di tanti altri

@ giopep

Sul tema contrattuale hai ragione. Io più che dichiarare all’azienda, in presenza di un legale, che non avrei sostenuto posizioni aziendaliste in caso di contestazioni, perché si stava comunque commettendo un errore che avrei dovuto fare? Andarmene? Le cose sarebbero andate peggio… si è visto dopo, o no?

Non era abbastanza grave, per me, per levare le tende. Serviva di peggio. Che poi non ci si è fatti certo mancare.

Ma era sbagliato? Oh sì che lo era e lo dissi a viva voce in tutte le sede rilevanti a livello aziendale.

Riporto qui un intervento fatto su TGMO, perché in realtà è più indirizzato ai tanti giovanissimi (fra poco faccio i 39, e scrivo “i giovanissimi”… che gioia):

In tanti sottolineano “il web è diverso”, ecc. C’è però il piccolissimo problema, il gorilla nel soggiorno: oggi pensate che il problema sia “fare le scarpe alla lobby pre-esistente che difende le posizioni”. Occhio solo che, fra due anni, tre anni, quattro anni… quando penserete “ora è il momento di guadagnare decentemente, sto mettendo su famiglia” e poi ricomincia il giro, che fate?

Sì d’accordo free Mandela, free Valpreda e tutti gli altri, ma free anche la Petrarca.

Anzi, Free anche alla Petrarca.

@Gorman
Ma certo, figurati, non è che punti il dito su di te.
Peraltro non ne faccio neanche una questione di contratto da giornalista, che non aveva nessuno.
Però quando l’azienda stessa mi consegna un libretto in cui alla voce B2 non c’è scritto nulla che ricordi anche solo vagamente quel che faccio e io mi rendo conto che un inquadramento vagamente sincero sarebbe perlomeno B1 e uno che effettivamente descrive quel che faccio sarebbe A, beh, io un po’ se l’azienda ci è o ci fa me lo chiedo. 😀

@gorman
Perdonami Andrea, ma non ti seguo. E-P paga per avere i diritti di tutte le testate che pubblica qui, non è che glieli regalano. Una volta acquistato il pacchetto, la questione di fornire anche conti economici, numeri e tutto il resto a chi cede i marchi, non è che sia dovuto. Io conosco i termini per cui tu tentasti l’approccio Eurogamer. Li si trattava di far pagare loro. Qui loro sono a casa tranquilli e ricevono denaro, semplicemente.

Detto questo, gli è stato semplicemente spiegato come ci saremmo mossi, ci hanno domandato, gli abbiamo dato numeri, ci hanno chiesto come facevamo a fare certe cose, gli è stato risposto. In un excel in cui sui 5 anni, tutte le caselline avevano numeri in crescita. Tutte. Per quanto a loro, in un certo senso, potesse anche non interessare.

Tutto chiaro e limpido per quanto è ovvio che ci siano un milione di cose di cui tu spero tenga conto, relative ai contratti firmati, con certi vincoli, determinate libertà etc. Anche perchè con loro stiamo lavorando su diversi altri progetti, dopo essersi trovati e aver mantenuto tutti gli impegni. GamesIndustry qui è il secondo step. Negli anni arriverà tutto il resto

Andrea Porta: “Luca Molteno? Complimenti, questo conferma quanto conosci la direzione.”
Errore mio, non ho rincontrollato le mail. Dubito che abbia a che fare col discorso, ma se ci tieni…

Scrivi: “La mia testata viene accusata di mancanza di trasparenza in questo reciproco scannarsi che è nato, e vengo smentito.”
No, dal sottoscritto la “tua” (tua?) testata viene messa al centro di un dibattito: ho mail dello staff di Spaziogames con scritto nero su bianco: “non è previsto un compenso ai collaboratori”. Poi mitigato, probabilmente con sincerità, grazie a un “almeno inizialmente” in una mail successiva. IO non ho mai discusso la trasparenza di Spaziogames.it. Di cui mi frega davvero poco in questo frangente: “guarda non ti do un Euro, ma te lo dico prima. Comunque se mi regali due anni di articoli gratis, poi ti firmo il foglio per farti il tesserino”. Questa è trasparenza, bene. Sai chissenefrega. I fatti non si tramutano come per magilla in qualcosa di migliore se vengono dichiarati prima. Sempre meglio che fregare il prossimo dicendo che sarà pagato e poi non pagandolo? Sicuro. Ma sempre di schifo si tratta.

Scrivi: “E comunque ‘ne parleremo presto’ suona molto come una minaccia da bulletto a casa mia.”
No, suona come uno che ti sta dicendo: “non parlo senza sapere un cazzo come dici tu, ma ho delle prove a testimonianza di quel che dico e ci sono commenti qua sopra che vanno nella stessa direzione, presto dedicherò un post per chiarire la questione”.

Che diavolo di minaccia sarebbe quella di “parlare” di un argomento? Non rispondere a tutti i costi se non hai un’ottima risposta nella fondina.
Noto con piacere, comunque, che continui a non rispondere alle domande che ti ho fatto sui mancati pagamenti ai collaboratori, manco mezza risposta. Eppure il tempo di zittire il prossimo con un gran brutto tono continui a trovarlo. Qualcosa non torna.
E’ vero che i nuovi collaboratori non vengono pagati? E se sì, per quanto?
No anzi, rispondi solo alla seconda domanda. La prima è già data per certa, lo ha assicurato un tuo collega di Spaziogames.it. Di adesso, non di otto mesi fa o di un anno fa.

@giopep

L’unica cosa che ti posso dire, spero, è che ho appena aperto il file, datato 4 ottobre 2006, che girai all’AD per le proposte di aumento e modifiche di inquadramento.

Al rigo giopep (ci sono il tuo nome e cognome, non so se tu li voglia qui) ci sta scritto +1000 e B1. L’ho aperto or ora davanti a Claudio, giusto per essere sicuri che non spari cazzate tanto per far bella figura.

Ovviamente puoi immaginare che fine abbia fatto la mia proposta pochi mesi dopo, vero?

Tutto questo, lo ripeto, non toglie nulla al fatto che io non fossi d’accordo sul tipo di contratto adottato.

@gorman

Andrea, però con te d’accordo o non d’accordo, il contratto quello era. Allora, once again, di cosa parliamo?

Della realtà vogliamo parlare?
O di come ci piacerebbe costruire un mondo migliore, con i fiorellini e tutti contratti da 20k al mese?

Perchè nel caso switcho, io sono ancora sul primo punto con tutta una serie di dati e info

Sennò tronco e via: c’ho il tesserino, per quello che faccio valgo 6/7k al mese minimo e se non me li date siete tutti stronzi e morite!

🙂

@eldacar

Mi sembra di avere scritto una cosa comprensibile. Certamente l’ipotesi mia prevedeva che i soldi li tirassero fuori loro. Sono un editore. Io non ce l’avevo l’investitore mascherato che mi dava il grano su base quinquennale (beati voi, mica è una colpa). E delle banche ho già detto io e tanti altri. Ci si poteva mettere solo una riduzione sensibile e corposa dei costi miei, delle tutele mie. Di più non c’era modo… 🙂

Dico semplicemente che, ma anche tu lo confermi, ci sta un business plan, con le caselline, i numerini, ecc. E in parte quei numerini arrivano anche dai 20 euro a pezzo. Che fanno tutti contenti, per carità, ma che io, nella mia dabbenaggine, non mi sarei mai sognato di inserire.

L’ho già scritto prima, mi sono insultato allegramente sulla pubblica piazza. È assai probabile che abbia sbagliato io ad approcciare le cose come ho fatto in questi anni. Quanto meno volendo operare in questo mercato.

@eldacar

Ma che ti arrabbi con me? Di che stai parlando tu? Son mica pape, eh. Mi pare di aver sempre espresso le cose in maniera tranquilla e comprensibile.

Stiamo parlando, lo riscrivo per la quinta volta credo, del fatto che *io* non ho *mai* voluto fare di tutta l’erba un fascio in questa sede. Ma proprio mai.

Proprio perché no, non sono per nulla convinto che tutto fosse uguale a tutto il resto. Ma proprio no.

Hahahaha, grazie, Gorman, e tranquillo, fottesega del mio nome (anche perché ci vuole poco a recuperarlo cliccando sul link al mio blog).

Considerando cmq che stiamo parlando dell’AD secondo cui io non facevo un cazzo tutto il giorno, non so a cosa sarebbe servita, la richiesta. 😀

@Zave

Boh, io posso parlare solo per me. Ancora prima di formalizzare la mia collaborarazione con Spaziogames sono state fissate tutte le tariffe e non ho fatto neanche mezzo articolo/evento da non pagato. Per quanto mi riguarda quindi non posso che essere soddisfatto.

@gorman
🙂 <- faccina sorridente
BTW non dico che hai sbagliato, anzi. Ribadisco il concetto che tutto ciò che dici e svariate cose di quelle che dice anche Pape, sono più che giuste

L'idea che vorre far passare è che quei numerini non è che sono stati messi li al grido di "ao, è il minimo, magnamose tutto noi" ma sono stati tirati fuori cercando di matchare la realtà con lo stare felici di chi collabora e tutto il resto del piano, tenendo presente che OGGI c'è una situazione e che IERI con numeri proporzionali e proporzionati, le realtà più serie all'OGGI ci sono arrivate. Se poi OGGI gli si vuol fare i conti in tasca, ok. Io se il paragone si fa IERI su IERI sono allo stesso livello. Se lo si fa OGGI su OGGI ne dovrei uscire in teoria, anche meglio, visto che non fatturo e caccio il grano di mio. Convieni?

Non ho capito poi domani quale sarebbe il programma, mi aggiornate?

@giopep
Sai Andrea, io mi sarei fatto andare bene pure il B2 paradossalmente, se si fosse mantenuto almeno il clima di 5 anni prima. Il problema non erano proprio i soldi, nonostante tutto

I problemi, quando problemi ci sono stati, per me non sono mai stati di soldi o di inquadramento contrattuale. Fermo restando che poi, quando insorgono altri problemi, cominciano magari a girarti i coglioni anche su quello che prima accettavi senza batter ciglio.

E al di là del fatto che comunque anche se uno le cose le accetta e non gli danno fastidio non significa che siano corrette.

Poi c’è anche da dire che boh, non so, a trentadue anni determinate cose mi danno un po’ più fastidio che a ventidue. Sarà la sclerosi. 🙂

@ gorman

quando chiedi come è inquadrata la gente di nextgame (i due a tempo pieno più i due part-time, visto che giopa è fuori dal conteggio), vorrei risponderti ma non so se è una cosa che si può dire quindi taccio. diciamo che puoi immaginare non si tratti di contratti a tempo indeterminato 🙂

però mi chiedo (e ti chiedo) se secondo te sia fattibile regolarizzare della gente che lavora a casa propria e non è controllabile in alcuna maniera: siamo una redazione totalmente decentrata, chi sta in liguria, chi sta sulle alpi, chi sta a roma…

è chiaro che a nessuno farebbe schifo vedersi pagati i contributi ma personalmente lo vedo come uno scambio: perdo tutte le garanzie del lavoro tradizionale e guadagno in indipendenza; lavoro quando mi pare e non devo chiedere permessi per assentarmi un’ora, nessuno mi conta le ferie né tantomeno le malattie.

certo, a vedere quanto mi sono effettivamente assentato ogni anno vien da ridere, tipo nel 2009 credo di aver accumulato qualcosa come quattro giorni di ferie e quattro di malattia, però se togliessimo tutte le ore che fisicamente non c’ero per mille motivi (la bimba e gli spostamenti su e giù per l’italia, in pratica), credo che il bilancio inizi a pendere un po più a mio favore.

quantificare tutto ciò? dire se è equo, giusto, decoroso? non lo saprei fare. certo è che se domani venisse uno e mi chiedesse: ci vieni in ufficio 8 ore al giorno con badge da strisciare per la stessa cifra che prendi adesso? beh, a meno che non fosse il lavoro più bello del mondo ho seri dubbi che direi di sì 🙂

Ciao babalot, occhio che io a voi (quanto meno a quelli che conosco, e sai chi sono) che lavorate a Next vi voglio anche il bene, eh! 🙂

Ad ogni modo, credo proprio che oggi forme contrattuali in regola, di telelavoro, ne esistano sì.

Ma in ogni caso, non mi riferivo specificatamente a voi: in generale mi piaceva capire cosa si intendesse con “interni”.

Ciao, spero ci sia occasione presto di salutarsi di persona.

@Eldacar

Per domani, non so il programma. Mi piacerebbe capire se sia corretto arrivare alle 15.00. Che è tendenzialmente quanto penso di fare.

Solo che vorrei evitare farse del tipo “no ma parlo alle 16”, “scusate, c’è un ritardo e si fa alle 17”, e così via.

Penso che non ci si possa far nulla, quindi sarà lì alle 15.

Ok ma c’è un punto di incontro? Programma? Gente?
Mica per altro eh, tutto ok ma già mi devo seccare un sabato per ‘sta stronzata, almeno una pizza ci esce? Sennò mi faccio mandare una bella cassetta 😛

miiii quanti uips che verranno! chissà se finirà a schiaffoni. Io ho pensato di aprire un banchetto con verdure e uova marce, appena fuori dal binario.

Anyway, per i meno informati, ricordiamo che sabato il programma ufficiale sarà:

PROGRAMMA EVENTI e MANIFESTAZIONE:

Sabato 3 ottobre:
ore 10.00 apertura evento e Negozi videogames, Action Figures e fumetti.
ore 11.00 inizio tornei Fifa 09 e Multiplayer. In più tornei vari con i ragazzi di Arcade Extreme e Jagfest*
ore 12.00 visite guidate al Museo
ore 14.00 presentazione di RISEN – Koch Media
ore 15.30 tavola rotonda sul Retrogaming e Cultura del Videogioco
ore 17.30 presentazione di AION – Cidiverte
ore 18.00 premiazione tornei
ore 19.30 VGH presenta l’AFTER-PARTY con Dj El Giuba Electrico e VJ Visualoop

Il Party si svolgerà all’ultimo piano dell’Urban Center presso la stupenda location del Lounge Bar. Sarà possibile gustare un ricco aperitivo. Tra tutti i partecipanti verrà estratta nel corso della serata una PSP 3000!

Domenica 4 ottobre:
ore 10.00 apertura
ore 11.00 inizio tornei Street Fighter IV e tornei vari (in fase di decisione)*
ore 12.00 visite guidate al Museo e presentazione in anteprima di Vintage Games (libro dedicato ai VG)
ore 15.30 presentazione dei pezzi più rari e particolari esposti
ore 17.30 premiazioni tornei
ore 18.00 chiusura e ringraziamenti

Nel corso della giornata di domenica verrà estratta una console Xbox 360 tra tutti i partecipanti!

*Nel corso della due giorni sarà possibile giocare alle console che hanno fatto la storia dei Videogames, partecipare ai mini contest organizzati dallo staff di Gamescollection.it, ai tornei di FIFA 09 e STREET FIGHTER IV organizzati da Videogamesparty.it, ai tornei organizzati da ESC ITALIA su PC multiplayer, ai contest organizzati dai ragazzi di Arcade Extreme e del JagFest.
Inoltre sarà presente lo stand di AMBOGIOCHI ove sarà possibile acquistare videogiochi nuovi ed usati per tutte le console Xbox360, PS3, Wii, Gamecube, PS2 e Retrogames vario tra cui Playstation, Master System, Sega Saturn, Intellivision, 3DO e molto altro.
Sarà presente anche YELLOW KID, fumetteria specializzata che metterà in vendita Action Figures, DVD, Fumetti e molto altro, tutto legato al mondo dei videogiochi.
Verrà presentato in anteprima Vintage Games, nuovo libro che ripercorre la storia dei videogiochi attraverso i titoli che più ne hanno rappresentato l’evoluzione e decretato il successo del media.

LOCATION

L’evento si svolgerà presso l’URBAN CENTER di MONZA Via Filippo Turati 8 (20052) nei giorni di sabato 3 ottobre 2009 dalle ore 10.00 alle 19.30 e domenica 4 ottobre della ore 10.00 alle 18.00.

@gorman

pensa che ho pure rischiato di tornare a lavorare a milano (ma stavolta ho rifiutato, hehehe). ah, bei tempi. carletto che giocava a wow. pape che correva con le macchinine. la parete divisoria che ogni tanto tremava squassata da un bestemmione… 😀 baci

Eheh… che bei ricordi evoca il Babalot.
Carletto purtroppo è in altri lidi…. le macchinine le gioco prevalentemente a casa, ma i moccoli continuano a essere presenti, fortunatamente 😛

Pape

Per chi è interessato io sarò là dalle 14 circa in modo da farmi un giro preleminare e fare un paio di chiacchere.

Concordo con chi dice che la scelta della sede è quanto mai sbagliata, anche se, senza nulla togliere assolutamente ai ragazzi di GC che organizzano il tutto, ricordo che Federico è dentro AIOMI. In qualche modo penso si senta tirato in causa anche lui (immagino), altrimenti non mi spiego la cosa.

Vedremo cosa ne viene fuori anche se, ad una determinata ora, me ne andrò fuori dalle balle..

Per quanto riguarda il discorso compensi e compagnia varia, mi trovo un attimo spiazzato da tutta questa carne al fuoco. Capisco le valutazioni economiche, le ragioni di compensi sotto compensi e no compensi, ma credo sia importante eventualmente distinguere le questioni. In un’altra discussione o in un altro momento, altrimenti si rischia di creare una discussione a fondo perso come questa temo sia diventata.

Di tutto quello che ho letto posso dire solamente parlando per esperienza personale, EG.it è l’unica che nella mia (breve/lunga/chiamatela come volete) carriera abbia pagato in maniera trasparente e puntuale il mio lavoro. E questo per me, non è assolutamente poco.

Altro, sono curioso di sentire domani.

Byez

Questa e per pape in ricordo dei vecchissimi tempi…

“Giordano, quando la smetti di fare i pompini ai montoni?”

“Abemus Carta Culo”

Marco/Cav detto – 2 Ottobre 2009 @ 09:20
Posso dirvi una cosa? Secondo me questa discussione ha… “sbroccato”. Ormai è diventata una mischia che sta mostrando solo il fatto che l’editoria italiana è in molti casi pessima, e non solo in casa “Accordi”, una dimostrazione di forza un po’ troppo all’italiana. Non che non lo si sapesse, eh. Il re è nudo e c’era chi lo sapeva sin dall’inizio.

Oh, no, è tutto molto educativo invece. Anche se noi lettori ed ex-lettori di lunga data certe cose riuscivamo ad intuirle. Noi lettori non siamo tutti dei cerebrolesi come spesso pensate, ed io non sono dell’idea che molti di noi credessero che le vostre redazioni videoludiche fossero “il paese dei sogni” (della serie: giochi gratis e ti pagano per scriverne). Personalmente io non l’ho mai creduto… Forse perché avendo un padre giornalista pubblicista ero preparato, ve lo concedo, ma non credo di essere l’unico a conoscere come funzionano (ahimé) certe situazioni lavorative. Io vi seguo collettivamente sin dal 1990 (prima rivista acquistata: Consolemania) anche se ho “solo” 26 anni, ed al mio picco compravo 10 riviste di videogiochi al mese: vi lascio solo intendere quanti soldi ho buttato (sì, perché in retrospettiva li ho proprio buttati al vento, salvo rari e circoscritti casi che potevano essere per così dire “formativi” per la mia persona) e conosco le vostre firme (non le persone, ovviamente). Non ho mai avuto un concetto idilliaco di voi critici videoludici, ho sempre pensato che foste delle persone comuni come me e tanti altri, tranne i primi anni in cui ingenuamente credevo foste tutti dalla stessa parte della barricata, giovani sognatori che amano divertirsi, e vi ammiravo. Ma poi i giovani sognatori smanettoni diventano vecchi inaciditi e gretti quando vedono i loro sogni inevitabilmente naufragare uno dopo l’altro… E lo sto diventando anche io, o forse lo sono già. Recensire videogiochi per molti di voi è soltanto un lavoro ormai, e veder sfruttare l’entusiasmo dei mocciosi che ancora “ci credono” è bieco ma in fondo è qualcosa che è avvenuto anche a voi in primis. Solo, non me lo aspettavo probabilmente da certa gente, e non in quella entità, e non con tanta disinvoltura, e non con tante tramaccie pseudo-mafiose dietro. Che ci fosse anche Marco Accordi Rickards ad agire in maniera così deprecabile non me lo sarei mai aspettato: non sono mai stato un suo grande fan, non ho mai apprezzato chissà quanto il suo stile di scrittura e le sue idee videoludiche, non ho mai avuto una grande opinione professionale su di lui pur considerandolo nella decenza, ma… Cribbio, questo le supera tutte, arriva dritto sul lato personale. Credevo che uno come lui, con quel che gli è successo in famiglia, fosse almeno una persona onesta. Invece la realtà come al solito ci lascia con l’amaro in bocca. La verità ci lacera, ma è l’unica condizione che possiamo accettare. Meglio così, credetemi, che vivere nella falsità come avrebbe auspicato Davide Tosini, per salvare un “collega”, che poi tanto collega non è, dato che lavora ad Idra e non a Sprea… Se il Belli avesse ottenuto l’appalto per Game Pro sarebbe divenuto collega anche lui? Allora siamo tutti potenzialmente “colleghi”, e dobbiamo pararci il culo a vicenda. La bella situazione mafiosa che porta, in Italia, a vivere su un cumulo di menzogne (vedasi il caso Boffo: da anni tutti sapevano, e nessuno parlava). Capisco che lo spirito di gruppo sia importante, e pure il difendersi dalla concorrenza, ma io vi dico che tutti noi abbiamo un’etica personale, quella stessa etica che ci porta a credere che una qualsiasi SS all’ordine di Himmler avesse comunque una responsabilità di quel che faceva, e che non fosse solo del capo. Troppo comodo scaricare tutto sulla società, sul sistema, sui capi. Quella dell’IBAN di una associazione privata messo su una rivista redatta dalle stesse persone era una porcata gigantesca, che meritava venisse alla luce di per sé, perché tacendo su una infamia se ne diventa un po’ complici.

Marco/Cav detto – 2 Ottobre 2009 @ 09:20
La discussione in sé comunque è anche interessante e non dico che abbiate sinora parlato solo di fumo, il fatto è che mi pare che ben pochi qui abbiano un’idea di cosa questa realtà tanto sottosviluppata nel nostro paese abbia bisogno. Non me ne abbiate… ma questa è l’impressione che qui, insieme, mi state dando.

Alla luce di ciò non sono più tanto certo che il problema di cui discutere sia la filiera e le storie raccontate da Accordi e Carbone.
Io credo sia giusto che tutto venga alla luce, anche quello che secondo voi apparentemente potrebbe “non interessare i lettori” (quali lettori? Io sono un lettore e mi interessa. Di chi parlate, dei bambini cerebrolesi con le mani impestate di Nutella?). La situazione di mafia, di copertura, di massoneria, di “garantiamo la privacy ai farabutti”, è proprio quella che ha rovinato il nostro paese da tanti anni. Il nostro paese ha tanto bisogno di verità, di trasparenza.

P.S.: Zave, ti odio ancora, sappilo.

Scusate, la pate in mezzo che inizia con “Oh no, è tutto molto educativo invece” e che finisce con “se ne diventa un po’ complici” è mia e non sarebbe dovuta finire in corsivo. Magari se tu, Zave, riesci a correggermela, ti odierei un po’ di meno. 🙂

la colpa è dei prequel e dei sequel e delle risemantizzazioni autoreferenziali di questa minchia di controller. Prima bisogna imparare a leggere, poi a scrivere e poi a giocare e, solo alla fine, scrivere riviste di videogiochi (nella speranza che qualcuno ancora le compri). Ricordiamo, stiamo parlando della ri-chiusura dell’edizione italiana di una rivista che in tutto il mondo vende(va) 25 mila copie! Così mi sono sfogato anche io 😉
Chiaro, è solo invidia per non esserne mai stato l’editor…
Di nuovo tanti abbracci, anche a Mattia che non mi scrive mai

@Olpus Bonzo
[Cit]Meglio così, credetemi, che vivere nella falsità come avrebbe auspicato Davide Tosini, per salvare un “collega”, che poi tanto collega non è, dato che lavora ad Idra e non a Sprea[Cit]

Falsità un paio di coglioni, non mettermi in bocca cose che non ho detto e che ho anzi detto di disapprovare.
C’è una bella differenza tra dire in giro le cose e non farle uscire.
Non farle uscire sulla rivista, le cazzate, che è quello che è stato fatto, è cosa buona e giusta. Parlarne in giro, boh, non so, non mi sembra cosa buona e giusta.
Paglianti la cazzata dell’IBAN la bloccò per tempo. E nessuno vuole salvare nessun collega, che poi collega non è: prima o poi, raccogli la merda che hai seminato, se ne hai seminata. Se non ne hai seminata, non ne raccogli.

Francesco, c’era chi diceva di essere tanto amico tuo invece pensa. Non dovevi fare 200 cose con Idra tu?

(domanda eh, in base a quello che si diceva nel lontano 2006)

Dai così arriviamo a 1000

diciamo così: che nel lavoro ho avuto la sfortuna di essere corteggiato solo quando potevo dare…
per il trullo: va a finire che posto l’intervista su youtube e pubblico il link che sei venuto troppo bello
per tutti gli altri: sono 2 anni che sto dietro a Odeon TV per produrre una trasmissione sui videogiochi. Un po’ di muffa sotto alle ascelle è forse il segnale che devo lasciare perdere?

Figa Mattia, meno male che c’ho l’adsl di fast web chesennò ci impiegava 15 minuti a caricarla sta pagina. Ma fare un “parte seconda” no?

E’ esistito mai veramente Fabio Rossi? E’ esistito mai veramente qualcuno che abbia preso una sola lira dopo esser stato coinvolto in uno dei suoi millemila progetti?

Io sono stato pagato ai tempi di Next Action più o meno regolarmente per mesi. Poi a un certo punto no, anche lì per mesi. Per riuscire ad avere almeno la metà di quello che ancora mi doveva mi sono presentato un pomeriggio con Sole e sono stato tra i pochi fortunati ad avere quella metà, se non ricordo male. Mitico Sole, lui e la sua bella presenza.

Scusate, non voglio levare spazio a Fabio Rossi, ma purtroppo non ci ho mai avuto a che fare, quindi mi insersico per elargire un altro po’ del mio insopportabile buonismo.

@Olpus
Solo una cosa: io dal mondo delle riviste ne ero uscito, avevo un bel contrattino a tempo indeterminato, comunque nel settore dei videogiochi, per fare tutt’altro, con prospettive di carriera, e in un “lato” dell’industria che mi sembra comunque più solido rispetto a quello obiettivamente un po’ traballante della stampa specializzata (e avevo comunque la possibilità di soddisfare il mio ego scribacchiando di tanto in tanto).

Eppure, di fronte a un’occasione che mi convinceva per vari motivi, son tornato in questo bell’ambientino di viperette, per il semplice fatto che lavorare sulle riviste mi mancava da matti. Perché è un lavoro che amo. Perché – non ci posso fare un cazzo – ho proprio la passione che tu “neghi” a molti di noi.

E scrivo questo non perché io voglia santificarmi, quanto piuttosto perché proprio ritenendomi tutt’altro che un santo penso che nel settore, dietro alle meschinità e ai veleni, di gente che ha ancora vive questo lavoro come me ce ne sia. Poi, oh, tu vedila come credi. Tanto non sarebbe la prima volta che ci scorniamo perché non credi alla mia buona fede, no? 🙂

@Toso

Falsità un paio di coglioni, non mettermi in bocca cose che non ho detto e che ho anzi detto di disapprovare.
E’ poco ma sicuro che disapprovassi, e ci mancherebbe: ho letto ogni singolo post di questo blog (partendo da ieri – achievement unlocked diceva qualcuno, qualche centinaio di commenti fa) e so bene cosa hai scritto. Ma nascondere le malefatte di qualcuno, a casa mia, è comunque poco bello. Non dico certo che su Game Pro tu ed il Paglianti avreste dovuto scrivere un articolo su “quanto è infame Metalmark, una storia vera #1” per riparare, piuttosto che credo sia giusto che i lettori sappiano con che personaggio avessero a che fare, dunque anche se Stefano Silvestri avesse fatto “la spia” (cosa che ha già chiarito non essere, le informazioni provenivano da interni di Idra) non la vedrei per nulla una cosa immorale, perché avrebbe soltanto contribuito a smascherare un farabutto. Forse che se un mio amico stuprasse i bambini e me lo confidasse in segreto, non dovrei invece denunciarlo?

C’è una bella differenza tra dire in giro le cose e non farle uscire.
Non farle uscire sulla rivista, le cazzate, che è quello che è stato fatto, è cosa buona e giusta. Parlarne in giro, boh, non so, non mi sembra cosa buona e giusta.
Invece io credo non sarebbe stato certo negativo per voi di TGM dissociarvi da subito dalla linea condotta da un vostro non-collega come Marco Accordi Rickards in un trafiletto, magari anche senza fare nomi, magari con un comunicato sindacale (ce li avete, i rappresentanti sindacali in redazione? Io temo di no) che si dissociava da Idra Publishing. Credo che i lettori l’avrebbero vista come una testimonianza di etica giornalistica, più che tacciarvi di essere “rane dalla bocca larga”. E non avrebbe fatto male nemmeno che il signor Luca Sprea togliesse la licenza a Game Pro in tempi non sospetti. Certo, ora che la storia è di dominio pubblico, vi siete giustamente dissociati (perché non siete dei pezzi di merda), aggiungendoci che la vostra etica personale / professionale in questa vicenda non è mai stata in dubbio (l’IBAN non è stato pubblicato, del resto). Ma dicendo le cose prima, e sapendo (come spero abbiate) di avere la coscienza a posto voi stessi in primis, non avreste per nulla fatto una brutta figura con noi lettori: tutto il contrario. Non pubblicare l’IBAN era un atto dovuto per ogni professionista serio come voi, ma con un’ulteriore reazione di sdegno avreste anche fatto meglio. Questo perché, se tutti avessero sempre taciuto, Metalmark avrebbe potuto continuare a prendere noi lettori per i fondelli, ed in parte anche io mi sono ingannato nel crederlo una persona onesta (pur non essendo un suo estimatore, ripeto).

@Eldacar

Parlavi a me con quel Francesco? Se sì, ti chiarisco subito. “Purtroppo” ho MetalMark nei miei contatti MSN e Facebook (come ho quelli di altri di voi che conosco e/o con cui ho virtualmente chiaccherato assieme – forse ho anche il tuo), ma non ho mai accettato alcuna collaborazione professionale. In primis, perché non mi reputo una “macchina da guerra” nello scrivere. Amo scrivere, ma sono cazzate mie impubblicabili, e ci metto molto a “raffinarle”, prova ne sia che su Retrogamer (portale non-profit di “memoria videoludica” – non vere recensioni – con cui collaboro saltuariamente e per diletto, chiariamolo) ho finora solo pubblicato una recensione sola. In secundis, probabilmente ti confondi con AIO aka Mario Morandi, che collaborò per qualche tempo (tre mesi massimo, credo, e se non erro pure a distanza) ma il fatto che abbia lasciato è prova che non avesse interesse ad altre collaborazioni con il “figuro” in questione. Per terza cosa, Metalmark non mi ha mai fatto un’offerta diretta, bensì era generica e rivolta verso tutti i partecipanti al forum di Retrogamer. Infine, non ho mai accettato collaborazioni con alcuno perché non credo di essere un esperto di videogiochi. Certo, non credo che collaborando con Game Pro ne sarei stato infangato. Avrei fatto solo la figura del pirla sottopagato, come quella volta per Nintendo.

@Olpus Bonzo

Non mi preoccupo della chiarezza. Quella la sto chiedendo a gran voce anche io. Mi preoccupo che la cagnara renda la questione talmente confusa da non riuscire a concludere nulla, lasciando dietro di sé quei silenzi post-scandalo nei quali non si risolve niente.

Perché alla fine è così che ragioniamo noi italiani: ci facciamo trasportare dalla notizia del momento (vedere calciopoli, giusto per fare un esempio), ne parliamo nei talkshow e al bar, ma poi non concludiamo nulla o molto poco. E quando la vicenda passa di moda ce ne si dimentica.

E’ solo questo che temo.

@falinovix
pagano bene i collaboratori, nelle riviste di cucina? 🙂
No perchè avrei una rubrichetta niente male da proporre…

Visto che, in un certo senso, qui siamo a casa di Mattia e che il dibattito ha smesso di essere tale, diventando una sorta di pettegolezzo, non mi sento di prendere la parte di nessuno, però non posso certo negare di aver fatto collaborare Idra su alcune delle riviste di cui ero (e sono) responsabile e, soprattutto, di aver sempre ottenuto da loro la massima disponibilità nel rispetto delle deadline. Le volte che sono stato a Roma mi è sempre sembrato di trovare un ambiente sereno e molto unito, magari si è sempre trattato di circostanze fortunate o di una simpatica recita, tuttavia le mie punzecchiate sullo sfruttamento non hanno mai sconvolto nessun collaboratore. Punzecchiate che mi posso permettere di fare perché anche a me l’entusiasmo ha portato in passato a fare cose assurde, come non essere pagato per un lavoro (e sta per capitarmi di nuovo con la TV – che come ambiente per lo sfruttamento è decisamente peggio della stampa).
Visto che compare in questa pagina, ci tenevo a precisare anche che il nuovo logo che c’è sul sito di Idra l’ho fatto io e sono stato comunque pagato quanto stabilito (pur non avendo più Idra alcun debito nei miei confronti, visto che sono stati estromessi dalle mie testate). Ho letto velocemente i post precedenti, ma non mi sembra che venga citato da nessuna parte il fatto che questo gioco al ribasso, in realtà, sia la strategia voluta più che dei service editoriali, degli editori stessi, che sembrano fregarsene della qualità pur di risparmiare 500 euro al mese. L’editoria italiana è davvero messa così male e la colpa è proprio degli editori (che alla fine sono solo abili compratori di carta) a cui la bassa qualità dei contenuti sembra non importare, tanto i risultati sul mercato cambierebbero di poco…
Rispetto ad alcuni anni fa ho notato che esce un numero sempre maggiore di testate fatte con sempre meno risorse umane. Nel mio caso, ogni mese pubblico qualcosa come 300 pagine, e non è un vanto. E anche nel settore in cui opero è un continuo gioco al ribasso. E’ la guerra dei poveri, che si azzuffano per due lire, mentre chi sta sopra non vuol perdere i propri privilegi.
Dato che sono riuscito a mettere a letto due diavoletti e questo mi dona una serenità quasi zen, vorrei lasciarvi con un ultimo pensiero: se tanta energia cretativa, come dimostrano i commenti a questo post, fosse incanalata su un vero progetto, potremmo dettare noi le regole. Putroppo anche il narcisismo è una forma di passione, a volte più forte di quella per i videogiochi.
Gudnait

@corfola
Paolo, ho capito qual è il tuo vero scopo: se per parlare di videogiochi bisogna provarli per ore, per parlare di cucina come minimo si deve mangiare come maiali. Purtroppo non funziona così… E poi la rivista si chiama “LIGHT”. Rinuncia

Olpus: non fare l’errore di accomunare tutto e tutti. Ho cominciato a leggere riviste nei tuoi stessi anni, forse un paio prima con qualche Zzap/TGM e K. Forse. Comunque sia: penso di non inventarmi nulla se dico che i due unici gruppi dell’epoca, Xenia e Studio Vit, fossero ben lontani da queste pratiche. Lo immagino eh, ma credo sia così. Dello Studio Vit ho ricordi precisi di pagamenti dal 1996 fino al 1999 (quando ho collaborato). Di Xenia non so nulla, ma vedendo che il Raffo è sopravvissuto fino a oggi… insomma, tenderei a pensare che qualche bistecca gliela lanciassero.
Il problema è proprio quando vengono a mancare dei modelli di riferimento e qualcuno che possa costituire un’alternativa reale al malcostume dei sitarelli che sfruttano malamente la passione altrui (no Elda, non sto parlando di te, vai tranquillo :D).

@Eldacar

AIO sta bene, ha deciso per un periodo di ritirarsi dalla scena ed adesso è tornato, anche se con più calma, ad interessarsi a Radiogame e Retrogamer.it. Ogni tanto si riaffaccia sul Retroforum. Probabilmente ci sta pure leggendo adesso.

@Zave

So bene che le situazioni lavorative erano/sono diverse a seconda del gruppo editoriale, ma è innegabile che il settore dell’editoria videoludica italiana (quelle straniere non le conosco) abbia sempre, con diverse modulazioni, fatto uso di lavoratori irregolari e/o sottopagati. Sicuramente è vero che negli anni ’90, complice la minore diffusione di Internet in Italia, gli editori pagavano di più (anche se le difficoltà di mercato non sono mai una giustificazione per schiavizzare i lavoratori) ed adesso sono generalmente più tirchi, ma anche nel decennio scorso non si può certo dire che la condotta delle case editrici fosse del tutto corretta. Per esempio, come ho già detto, non ho mai sentito parlare di sindacati in ambito delle riviste specializzate di videogiochi, e soprattutto gli stipendi, dacché mi confermate, non sono mai stati a norma di legge. Poi, chiaro, è naturale che ci sia l’editore malfattore, quello ancor più malfattore, quello quasi buono e quello mediocre: ma questa considerazione è una mera foglia di fico che non copre del tutto il problema generale che riguarda tutto il settore.

Olpus: parlo solo di quello che so. Da collaboratore lo Studio Vit mi ha sempre pagato, discretamente direi. C’è stato qualche ritardo l’ultimo anno, ma davvero nulla a che vedere con altre situazioni che mi sono capitate più di recente (molto di recente) anche al di fuori del settore delle riviste di videogiochi. Quindi, per quanto ne so io da ex collaboratore dello Studio Vit, non è mai esistito alcun problema di quel tipo. Anzi. Dire che probabilmente c’era qualcosa di losco per la mancanza di attività sindacale et similia, mi sembra veramente approssimativo. Roba sparata a caso. Non fare di tutta l’erba un fascio, è ingeneroso e semplicemente si getta del fango dove, ripeto “per quanto ho visto e ne so”, non ce n’è mai stato. Ri-ri-ripeto: parlo di soldi ai collaboratori.

P.S. negli anni in cui ho frequentato lo Studio Vit, nessun collaboratore mi ha mai detto di non essere stato pagato. Anche perché intendiamoci, pagavano me che ero l’ultimissimo arrivato, quindi se tanto mi da tanto…

Lungi da me ritornare alla questione di qualche giorno fa della paga commisurata al lavoro svolto. Diciamo pure che te con lo Studio Vit ti trovavi bene, e morta lì. La questione sindacale comunque a me pare importante (e non certo perché sia dell’idea che i sindacati italiani funzionino, la situazione attuale di precariato diffuso ne è la conferma), soprattutto vedendo come funziona la cosa nell’ambito dei giornali generalisti (un redattore di una rivista videoludica non ha diritto allo sciopero, per esempio?), ed ho sollevato la questione proprio perché vorrei saperne di più da voi “insider”. Quello che però io penso sia più importante è proprio il fatto che ci possano essere stati (e che ci siano) degli editori che sotto-pagavano, sfruttavano o ancor peggio (nel caso di Accordi Rickards, per lo meno) fornissero false speranze ai loro dipendenti. Questo significa che il sistema (di controlli, coercitivo legale, etc…) non funziona. Lasciate perdere l’atteggiamento generale, gli altri settori lavorativi, il fatto che “lo facciano tutti”, elementi che non danno alcuna legittimazione al comportamento editoriale succitato. Poniamoci invece la domanda da un milione di dollari: si può ottenere giustizia?

E se proprio vogliamo dirla tutta, questo modello di business è stato creato proprio dallo Studio Vit solo che, quando sei studente o vivi con i genitori, qualsiasi paga ti danno sono soldi che ti sei guadagnato. Nessuno di noi è mai stato giornalista sul serio.

Alleluja, finalmente qualcuno l’ha detto. Che tutto quello che non funziona oggi, pensate un po’, arriva dai modell ad minchiam del ’96 🙂
Se non ci sono i sindacati, se i ragazzini vengono presi dentro con la scusa che si divertono e tutto il resto è proprio “colpa” di chi c’era in quel momento li. Che poi tu “ti trovassi bene” vale tanto quanto i ragazzini di oggi che “si trovano bene” a 30 Euro a pezzo

Che poi Mattia, senza stare a ritornare sempre sul solito discorso che per fortuna fanno altre 100 persone tipo Olpus (quello per cui tu, nel ’96, senza internet, era ovvio che prendevi più soldi)…

Tu NON PUOI parlare solo di quello che sai, se vuoi scoperchiare il tombino. Dovresti parlare soprattutto di quello che non sai (e sono convinto che tu in buonissima fede, non sappia, altimenti saresti un pazzo), che potrebbe però minare le tue certezze dalle fondamenta, veramente

Qui alla fine si va sempre verso una direzione, secondo me, in base all’esperienza, è proprio toppato alla grandissima.

Vogliamo parlare del fatto che tu puoi essere il miglior giornalista dell’universo con sopra il miglior direttore editoriale del pianeta e io, se mi va, faccio un bell’accordo quadro e mi compro voti e copertine come mi pare e tu fai pippa se te lo viene a dire il marketing? Ti dimetteresti per questo? Lallero

No, per sapere. Perchè sembra che invece il web sopravviva così tanto per fare un esempio. E come queste, ce ne sono altre 150 che se decidi di scoperchiare il tombino, non puoi tenere dentro. O scoperchi per bene, o nada

Baci

Caro eldacar. Nel periodo in cui sono stato direttore responsabile in Future ti invito a portarmi un esempio di quanto scrivi nel messaggio qui sopra.

@falinovix

(Ciao 🙂 )

Scrivi:

“Olpus: no, perché per uno che alza la voce, dicei si tirano indietro e fanno finata di niente. Parlo per esperienza e parlo della fantastica Future”

Questa la puoi approfondire? Io in un modo la riesco a interpretare, però può essere non sia il tuo.

E poi…

Arrivare a sostenere che Studio Vit sia la causa delle cose che si leggono qua, sinceramente, mi pare proprio allucinante. Visto come e quanto pagava Studio Vit all’epoca.

Falinovi: ma cosa stai dicendo? Il modello “paga una persona per lavorare” intendi? Ora tiriamo fuori che il modello “sfrutta il ragazzetto con 8 ore al lavoro in ufficio gratis o a 7.50 Euro a pagina” nasce dai compensi ai collaboratori di Studio Vit. Ma per pietà.
Non siamo mai stati giornalisti? Ah guarda, l’ho detto e ripeto: se “essere giornalisti” vuol dire avere il tesserino, a me frega meno di nulla.

Ma infatti… lo Studio Vit nel 1992-93 pagava più di quanto paghino adesso alcune realtà… e con una puntualità svizzera…

No no ci siamo arrivati Gorman. E’ quello che aspettava Belli per il liberi tutti. Pensa te. Siamo alla sagra del bianco o del nero. Il grigio è morto, piangiamolo tutti assieme. Che due palle, dopo aver letto ‘sti ultimi due messaggi mi è veramente passata la voglia di vivere.

Elda: ma, oltretutto, ti sei reso conto come sia incredibilmente provante saperne sempre più di tutti? Cioé dev’essere dura, mi immagino lo sforzo sovrumano per sopportare tutta questa esplosione di “ti spiego come funziona, te che non ne sai nulla”. Perché, incredibilmente, a me nessuno in Studio Vit, nessuno in Future e nessuno neppure in Sprea (magari lì per altri motivi :D) è venuto a dirmi “ci hanno comprato sei pagine di pubblicità per Topolino e lo Specchio dei Portinai, mettiamo 8”. Eh ma tanto son le solite cazzate inventate, mi sarà successo seimila volte e non voglio dirlo. Ehhh, incredibile: voi (tu) sarete cresciuti professionalmente in ambienti di merda simili, che ora oltretutto usate come punto di riferimento da cui far partire i discorsi. Io no. Mi sono anche un po’ rotto le palle di questa ondata di dietrologia all’italiana, di accomunare tutto, di FAR FINTA di non capire i discorsi.
Falinovi: seriamente, che dramma hai dentro per dire una minchiata simile sul “modello Studio Vit”? Ma che dramma hai?

Dai ragazzi, per piacere. Liberi tutti un paio di palle Mattia. Se poi vogliam fare gli ipocriti, è un altro discorso.

In preventivo anche il post *disgusting* che hai fatto poco sopra. Ma così è e non c’è molto da dire, poi puoi fare i teatrini che ti pare.

Andrea, non porterò nessun esempio di nessun tipo, ribadisco solo il concetto più importante: non si può fare un’inchiesta (o presunta tale) dimenticandosi i pezzi. Altrimenti tutto si ridimensiona a chiacchiericcio da forum.

Tutto qui. Non ti sentire toccato, non ho fatto riferimenti a nessuno, anche perchè credo che comunque (ed era ben scritto) puoi essere la persona migliore dell’universo ma se arriva un disposizione aziendale di questo tipo, non è che hai molto da fare

Per concludere ribatto sull’altro concetto importante appena emerso: tutto quello che non funziona oggi, arriva proprio dai “bei tempi andati”

Ciup

Ma poi mi chiedo: com’è che c’è gente (Falinovi e altri che hanno scritto qua dentro) che hanno lavorato a lungo con Idra, andavano a trovarli nelle redazioni e non sapevano nemmeno una virgola della situazione? Di chi lavorava 8 ore in ufficio senza un contratto conosono? Senza soldi? Poi l’ultimo pirla che ha un blog manda tre mail e tira fuori come stanno le cose.
A me suona strano.

Mattia, hai mai gestito dei budget pubblicitari?
No. Io si. Tre anni. Apri un po’ di riviste e fai un check delle pagine adv che trovi. Poi ne riparliamo. Facciamo che se non hai un cazzo da dire, invece di scagliarti contro di me questo giro, PRIMA, ti informi

Che poi da te non sia mai venuto nessuno, visto anche quale rivista gestivi, ci posso anche stare

Beato te che sei cresciuto lavorativamente parlano sotto i funghetti di Mario a 5000 Euro al mese e gli altri tutti nella merda. Ti invidio quasi 😉

Poi ora il nuovo stronzo è Francesco, è lui che critica il modello no?

Riciup

Elda: ribatti pure, tanto non ne sai un cazzo perché lavoravi coi cialtroni. E porca toria. Basta stronzate. Vai avanti, spiegami come si fanno le inchieste. Continua a ripetere eh, andiamo avanti una settimana ora. Vuoi fare l’inchiesta? Hai un sito no? Continua il Gamersgate e non venire a insegnare a me come si fa UN BLOG o quella che tu chiami inchiesta. Ce l’hai, si chiama Eurogamer, io, come il ToSo, piccola scimmia babù che tu mi devi insegnare giornalismo perché io manco avere tessera. Vai, fatti la tua inchiesta e viva la vita.
Quello che non funziona oggi NON arriva dai bei tempi andati, arriva dai cialtroni farabutti. Basta stronzate. Tutti a pararsi il culo. Ma pensa te.

Beh, andandoli a trovare come fai a sapere dei compensi?
Al massimo puoi pensare (senza certezze eh!) che l’appartamento usato come ufficio non sia accatastato uso ufficio o che le licenze dei software non siano tutte comprate o cose così

Se Franscesco, che suppongo non sia pagato 7 Euro a pagina, ha avuto sempre un rapporto normale, perchè dovrebbe porsi domande?€

Mica tutto quello che sembra poi è

Elda: basta dire minchiate. Io sarei cresciuto sotto i funghetti di Mario? A’ coso, io faccio questo lavoro dal 1996 (io, non te. Se vogliamo menarcela, ce la meniamo bene). Io sono cresciuto con determinate persone che mi hanno insegnato questo lavoro, per SEI anni prima della tua vaccata sui funghetti. IO.
IO avevo gestito una rivistucola PlayStation nell’epoca in cui ce n’erano 28. E 26 chiudevano il mese dopo. E quella che avevo gestito vendeva (poco per l’epoca, ma non abbastanza da chiudere) 10/12.000 copie. E sai quand’era, prima che tu nemmeno cominciassi a scrivere per le fanzine.
Se poi ti fai un vanto di aver messo le mani in pasta prima come “””””giornalista””””””, poi come quello che vende le copertine, poi come quello che vende le copertine ed è anche giornalista, poi di nuovo come giornalista. Minchia, contento te, contenti tutti. La prossima volta che vuoi insegnarmi come si sta al mondo facendo quello che ho fatto per tredici anni nel più importante gruppo editoriale di settore, pensaci due volte e poi scrivi su Eurogamer. Non qua.
Te eri a Play Press.

Vuoi fare l’inchiesta, vai a farti ‘sta benedetta inchiesta, cosa ci fai qua? Ti pagano pure per farla. Io perdo solo del tempo che potrei impiegare meglio, tipo tagliandomi le unghie. Vai a farti l’inchiesta, scendimi l’arte, fammi vedere come si fa! No perché inizio a non capire, perché non la fai? Dimmi. Tu che sei minchia così troppo avanti che ne sai che io di fronte a te (incredibile) devo stare zitto. Perché non c’è una cover story da settantadue articoli su Eurogamer su qualsiasi aspetto di qualsiasi faccenducola di questo settore che è sempre stato marcio?
Lo aspetto con ansia.

Mattia, non rosicare. Stai sereno. Nessuno ti ha dato della scimmia babù o ti vuole insegnare niente ma se fai le cose falle bene. Che tu le stia facendo a cazzo, perdonami, è ben lampante e non sono io a dirlo, veramente.

Non puoi tirare fuori 10 se da tirare fuori se 100, o fai solo casini peggio. Ti ripeto che prima di parlare di cialtroni, forse è il caso che apri gli occhietti. Poi fai come ti pare. Noi su Eurogamer abbiamo messo fuori dei documenti e un collage di link. Non ci siamo messi a parlare di gestione aziendale ma di ben altre problematiche decisamente più di interesse generale. Qui il discorso che fai, verte su ben altro.

Tu hai lavorato sempre con gente corretta, hai guadagnato sempre quello che dovevi, sei sempre stato felice. Sono felice per te.

Tu però non sei che un esempio come possono essercene tanti altri. Occhio a chi chiami cialtrone perchè poi magari scopri che c’hai lavorato pure tu in passato o potresti finirci a lavorare in futuro 😉

Detto questo, che tanto immaginavo sarebbe servito solo a far imbufalire persone, io concordo con Francesco o Olpus relativamente all’oggi. Ci si arriva passando per ieri. Ed evidentemente i modelli di ieri, visto come stiamo oggi, per certi versi erano settati male. Pure se ti pagavano bene

Ri-ri-ciup

Elda: pensa, lui era pagato e non doveva porsi domande. Ma ci lavorava assieme e tutto. Poi viene qua a fare quello del “ma anche ai tempi andati era così” senza dire NULLA. Senza comprovare quanto ha detto, né niente. E tu ovviamente non aspettavi di meglio che per giustificare quello che ti stiamo dicendo da giorni. CHE SOLO TU HAI INTESO COME “BELLI FA LE STESSE COSE DI ACCORDI”, perché NESSUNO (spero) lo ha mai detto.
E invece io, che ho un contratto, mi faccio i cazzi miei, mi pagano a fine mese, con questi cialtroni d’oggi non ho più nulla a che fare (per MIA scelta)… devo andare a scoprirlo? Mi sembra ovvio.

Mattia, che ce l’avevi lungo lo so. Te lo rispiego: stai sereno. Se ti incazzi e tiri fuori il CV, cambia poco. Quando tu gestivi una rivista io pensavo a fare il calciatore e non ho mai scritto per nessuna fanzine, ho cominciato direttamente in una redazione, pensa te 😉
Continui a menare il torrone a me perchè non sai a che attaccarti? Per capire

Io ho detto una cosa molto semplice: apri-gli-occhi. E tu continui a cacare il cazzo a me. Continua, vai 😉

Te eri in Play Press che vuol dire? Che ho visto “vendere” cover? No, anzi. E’ uscendo da Play Press che ho visto le cose come funzionano. Li vedevo tante cazzate, ma queste no (anche perchè nel mio piccolo, XBM, non è mai successo ma del resto non posso sapere)

Dico: ti svegli oggi e fai l’inchiesta? Ti svegli oggi e decidi che Game Pro è il male del mondo perchè ti sta sui coglioni Accordi?

Ma comincia da 10 anni fa, non dare tutto per scontato. Magari è tutto come dici tu. Magari no (non è ironico). E prendi contatto con la realtà di oggi che, proprio perchè c’è il grigio e non è tutto bianco e nero, forse dovresti approcciare con un po’ più di raziocinio e non come un bufalo in corsa

Sennò finisci per schiacchiare pure quelli che non c’entrano niente e quelli che vai idolatrando 🙂

Tutto qui. Baci

Lui lavorava con te in Future. Non ho capito perchè se tu dici “era un pacchia” e lui “era una merda” tu hai ragione e lui no 🙂

Io non devo giustificare un cazzo, forse non hai capito. Non sono una scimmietta babù pure io. Ho un’esperienza, una testa, delle opinioni e non mi serve Alinovi per ripeterti cose che ti dico dal post 1

Cosa incredibile: io sono D’ACCORDO con te quasi su ogni cosa, ti dico solo, per Dio, non sparare nel mucchio perchè tante cose NON PUOI saperle (che non vuol dire che le so io perche ce l’ho lungo cazzo)

Ora è più chiaro?

“Lui” sta parlando di Studio Vit, da quel che ho capito io di quel messaggio. Se sta parlando di Future, non cambia nulla. Che dica quel che ha da dire. Che vuol dire venire a dire: “faceva cagare anche in Future/Studio Vit” senza spiegare perché?

Non vuol dire niente ma non è la stessa cosa dire “era tutto perfetto” come dici tu? Cioè qual’e’ il criterio per cui io dovrei pensare che lui è un pazzo e tu no, per capirsi?

Alberto: è davvero l’ultima volta che ti rispondo, perché è evidente che non ti frega nulla di quello che ti si risponde. Non ho mai detto che fosse tutto perfetto. La perfezione, al di là di Super Mario Galaxy (che la supera), non esiste. Così come non ho mai detto che Elemental e Idra si siano comportate alla stessa identica maniera. Però è la ventesima volta che lo ripeto, quindi saluti.

Renditi conto che anche “non aver detto che tutto fosse perfetto” non vuol dire bellamente un cazzo. Forse ti sfugge ‘sto passaggio qui.

E hai ripetuto anche ora: “non ho mai detto che si siano comportat alla stessa identica maniera”. Come se ci fosse un punto di contatto quasi

E’ italiano eh, senza che ti risenti perchè pensi che te lo stia insegnando. Devi stare MOLTO attento alle parole che usi, specie davanti a un pubblico. E tu, Mattia, attento non ci sei stato per un cazzo.

900 post dopo vedi un po’ che uno non possa neppure fartelo notare 😉

@eldacar

Scrivi:
“Andrea, non porterò nessun esempio di nessun tipo …

Tutto qui. Non ti sentire toccato, non ho fatto riferimenti a nessuno, anche perchè credo che comunque (ed era ben scritto) puoi essere la persona migliore dell’universo ma se arriva un disposizione aziendale di questo tipo, non è che hai molto da fare”

Ecco vedi, questo, semplicemente, non è vero. Quando capisci che sei in un’azienda di quel tipo, se lo ritieni, finisce che in quell’azienda non ci stai più. Grazie al cielo ci stanno i fatti a dimostrarlo.

Detto, questo, quanto scrivi sopra, mi dispiace, ma lo trovo scorretto. In una situazione in cui si stanno facendo, vivaddio, nomi e cognomi, cifre e riferimenti precisi, arrivi tu e cominci a spandere la cortina fumogena del “ma tanto poi alla fin fine tutti si piegano all’ufficio marketing”. E, mi dispiace, o fai i nomi e i cognomi, o stai abbaiando alla luna. E non consento, in alcun modo, che la cosa rischi di infangare il mio nome, la mia dignità e la mia professionalità.

Ci vediamo più tardi.

Ciao.

PS
Io suggerirei a entrambi (zave e eldacar) di aspettare le precisazioni di Falinovix prima di trarre delle conclusioni su quello che intendeva dire.

Cià… tra un paio di ore Metalmark dirà la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, su Idra, sulla sua presenza in filiera, sulla retribuzione dei suoi collaboratori e chi più ne ha più ne metta. Non siete un po’ curiosi? 😀

Andrea, mi dispiace ma se qui c’è qualcuno che abbaia alla Luna dimenticandosi il resto, non son di certo io. Sto solo cercando di riportare il discorso nei binari della realtà, perchè qui veramente ognuno dice la sua, guardando solo in casa sua e non si arriva da nessuna parte. In un contesto dove tutto è assurdo “tanto poi tutti si piegano al marketing” ti sembra una sparata? Dai su, almeno tu, per piacere, considerando che hai appena confermato che “aziende di quel tipo” esistono. Io parlerei di situazioni, al solito, più che di aziende. Perchè tu puoi essere il più retto dell’universo ma se il giorno X, nel caso X, nel momento X tu sei indeciso tra due cover di stesso livello quello che sposta l’equilibrio (in quel momento li) può essere il tuo prurito o quello che ti dicono “dall’alto”. E questo è incontestabile, senza fare nomi e cognomi. E direi che fa parte di un equilibrio fatto di quotidiano, di rapporti, di situazioni. Vogliamo far finta che non sia così e che quando è stato è stato uguale per tutti? Prego.

Ti preoccupi che venga infangato il tuo nome? Non dovresti affatto Andrea, chi è lindo e pindo si deve preoccupare del post sul forum di Zave? E io che devo dire? C’è gente che si permette di parlare di “mani in pasta” senza fermarsi a ragionare. Uno che fa il giornalista, diventa responsabile di un ufficio stampa, e poi torna a fare il giornalista nello stesso settore in cui opera da 8 anni è “mani in pasta”?

Mani in pasta è quella merda che è uscita fuori, di cui il discorso retribuzioni è forse la sfumatura meno importante. Mani in pasta sono gli affari che si decidono con gli aperitivi e non con il lavoro. Mani in pasta sono le stecche che la gente prende quando porta un business da una parte in virtù dei suoi rientri e non di quelli dell’azienda per cui opera. Mani in pasta sono 2000 altre cose che non si dicono, scagliandosi però a bomba su un solo aspetto del tutto, dimenticandosi però di analizzarlo a 360°

E tu ti senti colpito in qualche modo? Allora vedi che sentire sparate a cazzo da fastidio? E pensare che questa del “marketing padrone”, per uno che ci sta un po’ dentro, mi pare DECISAMENTE quella meno a cazzo

Per il discorso Alinovi ci mancherebbe che dicessi qualcosa, non sono di certo io a contestare quel che ha scritto o a stare a parlare di ciò che ha fatto non fatto in passato o del fatto che passando 300 pagine al mese dovrebbe guadagnare in base ai discorsi di qualche giorno fa, circa 15k ogni 30 giorni 🙂

@marco
so già quello che dirà, me l’ha detto un uccellino (ha cambiato lo statuto di Idra! LoL). Peccato che sul discorso Confindustria in settimana saranno altri a dire tante belle cose 😉

Ti mando un PM così c’è traccia temporale delle cose su Euro se vuoi ;p

Eldacar/Alberto, ultimo poi devo uscire: il punto è, molto semplicemente, che a me, da direttore responsabile, non è mai venuto a dire niente nessuno di cosa dovesse andare in copertina, di quante pagine dovessi dedicare a un prodotto piuttosto che a un altro. MAI. Nessuno si è mai permesso.

Perché me ne sarei andato, in azienda lo sapevano tutti e lo avevo detto chiaramente.

Nomi e cognomi: i miei capi sono stati, dal febbraio 2002 al dicembre 2006, Claudio Cuna e Bernardo Notarangelo, amministratori delegati di Future Media Italy. Non mi hanno MAI detto nulla riguardo ai contenuti editoriali da trattare e sul come trattarli. Perché non ne avevano le competenze e, vivaddio, se ne rendevano conto.

Ciò detto, attendo chiarimenti da Falinovix per rispondergli. Così come ha scritto le cose, è incommentabile.

Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah (siccome non ho un cazzo da fare me la rido dalla settima fila della sala conferenze del VGH. Ben 3 minuti per “tutta la verità”. Siamo tutti piegati in 2 🙂

Beh gente, io non sono riuscito a venire purtroppo anche se me la sarei vista volentieri, riportate qui il resoconto che voglio proprio sapere cosa è venuto fuori.
Anche se devo ammettere che l’ipotesi di Pape non è così irrealistica, da qualche parte l’appello per la crociata di AYOMO per il videogioco l’avrà messo sicuro! ^^

falinovix detto
3 Ottobre 2009 @ 09:12
E se proprio vogliamo dirla tutta, questo modello di business è stato creato proprio dallo Studio Vit solo che, quando sei studente o vivi con i genitori, qualsiasi paga ti danno sono soldi che ti sei guadagnato. Nessuno di noi è mai stato giornalista sul serio.

Purtroppo non ricordo di aver mai letto alcun tuo articolo e me ne scuso, ma ti stimo perché hai avuto le palle di dire la tua verità. Una situazione di questo tipo è quella a cui alludevo; ovviamente non la conosco di persona, ma da chiaccherate con chi in una redazione di riviste videoludiche c’è stato me ne ero fatto un idea. Non idilliaca, non da mondo dei sogni… Anche se non da tragedia greca, chiariamo. Perché ha assolutamente ragione Zave a dire che c’è chi è più onesto di altri, per fortuna, ma ciò non toglie che ci sia un intero sistema editoriale da cambiare. Anche i giornalisti di riviste specializzate meritano di essere considerati come tutti gli altri loro colleghi, e meritano paghe degne al lavoro che svolgono.

zzavettoni detto
3 Ottobre 2009 @ 11:34
[…] “ci hanno comprato sei pagine di pubblicità per Topolino e lo Specchio dei Portinai, mettiamo 8″[…]

Non fare finta di non capire tu, Zave. Forse Il mio Castello, Future, Xenia, Sprea non l’avranno mai fatto, ma ci sono realtà editoriali (e includo anche il web) che invece si piegano alle esigenze di marketing. Magari non certo appioppando voti elevati, ma dando un maggiore risalto a certi videogiochi di quello che avrebbero normalmente fatto, sì. Poi c’è anche la questione delle riviste ufficiali, ma lì è tutto un’altro paio di maniche. In sintesi, questo atteggiamento per cui il marketing vorrebbe prevalere sulle opinioni dei recensori c’è, viene soprattutto dai distributori (ultimo caso recente, quello di Eidos incavolata per i voti) e senza una regolamentazione e degli stipendi adeguati sono tutti più facilmente corruttibili, perché con i principi non si riempie il serbatoio della benzina.

Come anticipato da Eldacar, Metlamark non ha spiegato nulla. Credo che Zave posterà il video. In ogni caso una vergogna. Sono felice, però, che tutti (o quasi) gli attori di quello che sta accadendo in questi giorni siano venuti a Monza. Si vedeva che avevano la questione a cuore. E tanto mi è bastato.

Ma ha detto qualcosa? Oltre a fatti tipo “AIOMI RUlez”, intendo. Ha toccato almeno qualcuna delle miliardi di critiche gli sono state rivolte?

Pape

Nessuna rissa (e per fortuna che Zave ha degli amici poco raccomandabili :P).

Accordi ha semplicemente detto che chiunque può rivolgersi ad un avvocato per denunciarlo ma che lui, essendo pulito e trasparente, uscirebbe dal contraddittorio senza piangere. Punto. Ripeto, credo avrete modo di vedere un filmato esplicativo del concetto di “tutta la verità live”. Nota simpatica:

Metalmark afferma che a 35 anni è giunta l’ora di smetterla con forum e blog. Il Gaburri, in piedi, esclama: “CAZZO, sono fottuto!”.

ma lol

Non ha detto nulla. Ha dichiarato che non seguirà più web, forum e blog perché non ha tempo e deve lavorare. Ho atteso che finisse la conferenza per avvicinarlo e dirgli che non aveva spiegato nulla. Lui mi ha risposto dicendo che non lo avevo nemmeno salutato all’ingresso e che quindi ero stato maleducato.

Gli ho risposto “sarò maleducato”, mi ha detto che quindi non aveva interesse a parlare con me. Gli ho detto che gli avevo posto una semplice domanda e che non aveva risposto. Ha chiarito di non voler parlare con me “cos’era che non si capiva del fatto che non ho intenzione di parlare con te, vai Andrea, vai…”. Gli ho detto vai avanti a fare le tue cose allora… risposta “io vado avanti a lavorare, tu vai avanti a rosicare”.

Ad ogni modo, aveva promesso tutta la verità, aveva promesso tutte le risposte. Non ha fornito né una, né le altre.

Geniale, però. Visto che parlano male di me, blog e forum non contano un cazzo e quindi li ignoro.

Certo che anche tu, Gorman… ma per la miseria… non potevi salutarlo?
Sei proprio un cafone, eh.

Pape

Manhattan, boh… magari anche semplicemente “il mercato è duro, forse avrei potuto farti sapere qualcosa, quanto meno provarci, ma devo sopravvivere come tutti, mi spiace che le cose siano andate in un certo modo”.

Questo lo avrebbe anche potuto scrivere qua, su GV, su TGMO, dove gli pareva… a me sarebbe bastato. Non avrei concordato ma sarebbe stato già qualcosa. Evidentemente era chiedere troppo.
Perché, l’ho detto a Eldacar, a me delle beghe di filiera, aiomi, mitomani, ecc. interessa fino a un certo punto. Mi dispiace molto di più per persone in gamba, che stimo, che si sono viste togliere un lavoro che meritavano per un gioco al ribasso su cui non concordo.

D’altro canto, io sono un rosicone che, nonostante sia dirigente in uno dei più rilevanti gruppi editoriali in Italia sta a rosicare su blog, web, forum, ecc. Non come lui che invece ha capito che il web non conta nulla e che quindi non vale la pena perderci tempo. Rosicherò in santa pace. 🙂

Ora che so la verità. Oh, me l’hanno detta. La so.

Sì, lo so. Ma se veramente, come pare, tutto quanto è emerso (e non è poco) corrisponde al vero, temo non ci siano argomentazioni per cavarsene fuori. Sembra una di quelle situazioni alla striscia la notizia, con il tizio che si dà alla fuga perché non sa/non può/non vuole rispondere.

A margine di tutto, secondo me non cagare minimamente blog e forum nel 2009 equivale un po’ a tagliarsi gli zebedei da soli 🙂

insomma tanto rumore per nulla? Metalmarck semplicemente non si farà più vivo su blog e forum? E del Jabba qualcuno ha notizie?

Era ovvio che sarebbe finita così. Anzi, poteva pure finire peggio, con Metalmarcio ad accusare i suoi colleghi a destra e a manca, e a cercare di spalmare la responsabilità su tutto il settore (quando invece è delle singole persone disoneste che possono farne parte). La cosa importante però è che simili abusi vengano almeno smascherati, e prima si scoprono meglio è per tutti. Solo riconoscendo l’importanza della verità queste trentacinque pagine con oltre mille commenti non saranno state del tutto invano.

L’esibizione ha avuto un qualcosa di hollywoodiano.
Metal ha introdotto la tavola rotonda (anzi, no, aspetta, ha detto che non era una tavola rotonda o una conferenza… non ho mica capito cosa fosse, so solo che faceva un caldo boia) e ha poi fatto la sua arringa sulle accuse. “Non ho fatto niente, sono tutte menzogne, non confermo e non smentisco, blablabla, se volete accusarmi fatelo in tribunale: poi, quando ne usciamo, vediamo chi piange.”
In sostanza, non ha detto una fava e ha rinnegato il suo voler dire tutta la verità aggrappandosi al discorso che non era quella la sede adatta e non era il caso di rovinare un bell’evento organizzato per altri scopi. Cosa su cui io – l’ho già detto – sarei anche d’accordo: certo, poi qualcuno potrebbe anche affermare che la sua partecipazione rovina l’evento in partenza. E in ogni caso nulla gli vietava di dire ‘sta benedetta e promessa verità dopo, a conferenza finita, quando eravamo tutti lì fuori. Ma forse non ha avuto tempo. 😉

Ad arringa conclusa Zave si è alzato ed è uscito. Io ho seguito lo sguardo di Metalmark, che lo ha guardato con quell’espressione un po’ da Gordon Gekko, a metà fra la il sorriso ironico e la risatella compiaciuta, con qualche segnale di evidente disprezzo. Fra le righe, quelle delle rughe, ci ho letto un “ecco, guardalo, il coglione”.

Vi risparmio il documentario sulle facce, le espressioni, dei vari “attori”: io mi son divertito un sacco a scrutare la folla, s’è visto un po’ di tutto, ma dovrei scrivere milioni di caratteri e sto per uscire di casa.

A margine, per quel che c’entra, ripeto: magari poteva avere più verve, magari poteva essere organizzato diversamente, ma l’evento, di suo, mi sembrava interessante e messo in piedi con passione. Peccato che l’attenzione si sia spostata su tutt’altro.

In finale, lo spazio delle domande si è chiuso con un paio di richieste di Andro (se non erro) relative al passaggio da Videogiochi a Game Pro.

Accordi – vado a memoria, spero di non dire minchiare – ha dichiarato che quando Videogiochi ha chiuso si discuteva sulla possibilità di realizzare Game Pro e lui si è fatto avanti.
Io lavoravo in Future, ma non seguivo queste cose. Di certo, me la raccontarono diversamente. In realtà lo stesso Metalmark, a suo tempo, mi disse cose leggermente diverse. 😉

Inoltre, interrogato sui dati di vendita di Game Pro, ha detto di non poterli divulgare.

Non credo ci sia stato altro, a parte l’episodio raccontato da Gorman.

A conti fatti è riuscito a far andare lì un tot di gente che non si sarebbe cacata manco di striscio l’evento e non ci ha dato molto di quello che speravamo. Ha “vinto”? 😀

Io, comunque, non ho visto altro, a parte il fatto che quando m’è passato a fianco ha lanciato un “Ciao ragazzi”. Sono l’unico che gli ha risposto. Vado in giro con gente molto cattiva.

Hahahaha, cinese, abbi pazienza, è che a livello “drammatico” mi interessava soprattutto la fuga di Zave (e la faccia con cui Metalmark ha commentato la cosa).

Domanda per Zave: ma io faccio parte dei tuoi amici?
🙁

che personaggio disgustoso e viscido, dopo la domanda a BDB a pure detto a Fede di togliermi il mic….

Comunque se ce lo troviamo candidato in politica assieme all’altro bandito non vi stupite….

stesso numero di vendite dal primo all’ultimo numero…ma chi crede di prendere per il culo????

avevo un’altra domanda ma non ci sono riuscito (sui post cancellati sul suo blog) 🙁

Io sono tornato ora. Credo che non ci sia molto da dire. Adesso sta ad aver voglia di andare avanti

Io la mia l’ho detta: so per certo che oggi s’era preparato un bel discorso, su i soldi dei finanziamenti, sullo statuto di Idra, su AIOMI, su Game Pro

La mia impressione, conoscedolo un po’, è che non si aspettava che arrivassimo in 20 con faccia di culo e che si sia vagamente cagato nelle mutande

Mi complimento con noi stessi per l’eleganza, per non aver sollevato un puttanaio durante la comicissima arringa “siamo tutti fratelli”

In sostanza, la sua verità è stata (in 35 secondi): “tutto quello che è stato detto è falso, io sono tranquillo, non vi rispondo più”

Bella verità del cazzo, ci sono pure andato a Monza. Per inciso: i dati di vendita li sapeva più che bene, un paio di volte li chiese anche a me. Il resto son troiate

Comunque un po’ di verità, si spera, la facciamo uscire in settimana.

Andro ma ora siamo amici? 😛

se mi paghi i ragazzi il dovuto per me siamo amici 😛

comunque la guardia di finanza è l’unica che accetta la delazione e le denunce anonime asd

Han già detto tutti gli altri. Se la tecnologia me lo consentirà, posterò entro lunedì il video (Andro, magari mi puoi essere d’aiuto: se non sbaglio hai la stessa telecamera che ho usato io).
Sono quasi svenuto alla faccia del Cinese che si alza e se ne va. Non potevo essere da meno. 😀
Splendido comunque, prevedibile e splendido.

C’era da scommetterci, che tristezza comunque… Inutile anche solo spenderci una parola di più, cioè fatemi capire lui prima dice che parlare di queste cose al VGH non rovina la manifestazione e quando poi iniziano fuori ste magagne si rimangia tutto? Io avevo una minima speranza che avesse qualcosa da controbattere ma ahimè invece no, bah, poi la storia che non segue più il blog perchè “ha da fare” me la devono proprio spiegare, sarà che si vergogna? In ogni caso quello che fa incacchiare è che magari è anche convinto di esserne uscito vincitore :/

Comunicazione di servizio: non ho idea del perché, dopo aver postato un commento, porta a una pagina a caso (o una fissa, che sia) dei commenti stessi. Che non è l’ultima. Credo sia comunque più utile tenere la paginazione, per quanto fallace, piuttosto che far caricare una pagina da 1100 commenti.

Cavolo, mi dispiace sul serio di non essere riuscito a venire, questa non era da perdere. Sono curioso di vedere il video, così, giusto per farmi due risate.

Del resto sono stato stupido ad aspettarmi qualcos’altro: come il solito la sua strategia è quella di mandare fumo negli occhi facendo credere alla gente che lui fa chissà quali cose ed ha in ballo chissà quali iniziative mentre in realtà non c’è proprio una cippa…

Amen, io per quanto mi riguarda non ho più molto da fare, forse Eldacar ha ancora da muovere qualche pedina per la questione Filiera. Resta la soddisfazione di avere tolto una buona fetta di autorevolezza a qualcuno che non se la merita di certo.

Sarei venuto volentieri, se non altro per portare un proiettore a noleggio e sparare il video con l’intervista agli sviluppaminchia di videosole su word.

Oppure chiedere semplicemente:

“Metalmark, e’ vero o non e’ vero che hai speso tutto il rimanente budget di GamePro in scorte strategiche di Preparazione H?”

Probabilmente avrebbe risposto:

“NOn posso divulgare i dati di vendita di Preparazione H”.

La prossima volta mollero’ dei tizzoni ardenti prima di tirare l’acqua, magari ce la faremo con il voodoo.

Ecco sì… che poi, francamente, io non ho nemmeno capito bene il senso della domanda di andro. A cosa puntasse, per intenderci.

Ad ogni modo, se i dati fossero rimasti stabili per tutte le uscite e i costi di produzione della rivista si fossero ridotti… non si dovrebbe chiudere.

A meno che:

a) Il fatturato pubblicitario avesse subito un calo drastico ma non mi pare che Game Pro abbia mai avuto molta pubblicità.

b) Il costo di materie prime (carta) e produzione (stampa) avesse subito un incremento rilevante. Mi sentirei di escluderlo, considerando l’andamento economico a livello mondiale. Dovrei verificare ma mi stupirei del contrario.

Riterrei più probabile un calo delle vendite.

A parte che, appunto, la domanda di Andro non mi sembrava molto pertinente al tipo di discorsi che si fanno in questo topic, mi chiedo: molti di voi lavorano per Sprea e sanno benissimo che a) l’editore (se qualcuno ogni tanto avesse il coraggio, potrebbe anche chiamarlo con nome e congnome – almeno non mi è sembrato si nominasse nei primi 100 post, quelli che sono riuscito a leggere) non gradisce che si sappiano in giro i dati di vendita delle sue riviste, a meno che non siano quelli di tgm o gmc, b) che se vogliono conoscerli, vanno loro a chiederlo all’editore o al supervisore dell’area videogiochi. Ci sarà un motivo per cui non lo fanno…
Molto altro ci sarebbe da scrivere, ma qui proprio non ne vale la pena.

Posto anche qua, che dopo TGM Online e Euroelda, mi pare giusto dare un quadro corretto anche a chi legge solo il blog di Zavettoni. Si parla della discussione appena linkata (mat, occhio che ti vuole portare via utenti, questo qui! :asd: )

Fe fe fe un secondo. Un piccolo appunto sul primo post, che cita una roba che mi ero perso, evidentemente.

Alberto ha tirato fuori il marketing per le realtà che lui conosce, di cui però non ha fatto né nomi, né cognomi. Io faccio ‘sto lavoro da 12 e passa anni, e posso garantire che le cover di TGM non hanno mai avuto niente a che fare con il marketing, grazie a Dio.
E posso affermarlo con ragionevole certezza, perché conosco le figure in questione, per GMC, PSM, Ufficiale Isbos e Nintendo.

Poi, io continuo a pensare che non lo facciano/abbiano fatto nemmeno gli altri, ma evidentemente Eldacar sa cose delle realtà in cui è stato che io non so (e fottesega, onestamente).

Puoi dire il contrario, Elda?

Elda, ho letto i tuoi post su Eurogamer. Parliamo chiaramente: stai dicendo che Paolo Paglianti o Stefano Spagnolo o Luca Sprea vendevano le copertine di Game Pro?

No, hai letto male 🙂

Poi a dirla tutta (non c’entra niente con quello di cui sopra intendo) credo che Game Pro di copertine “italiane” ne abbia fatte 2 su 27, il resto son tutte di EDGE comunque

Io su Luca Spreafico (perché questi sono il suo nome e cognome, solo che evidentemente Spreafico non gli piace) e Stefano Spagnolo non spenderò mai una parola in difesa. MAI. Mi dispiace solo di aver voluto ricordare Spagnolo nell’editoriale del numero 100 di GMC. D’altronde, determinati livelli con me, nel periodo de Il Mio Castello, non si era mai permesso di raggiungerli…

Per quanto riguarda Paolo Paglianti, invece, se dovesse emergere, e mai emergerà, che si è reso protagonista di episodi del genere… scrivetemi una mail in caso me lo perdessi. Perché a quel punto andrei a vivere sulla cima dell’Himalaya e mi augurerei di morire assiderato in tempi brevi.

Ah, per inciso… ai tempi di Future un numero rilevante di testate dell’area Videogiochi era inserito in ADS (Accertamento Diffusione Stampa, lo standard di riferimento per le cifre relative ai venduti della stampa). Dopo pochi mesi tutte le testate vennero eliminate, per volontà dell’editore, dagli accertamenti.

Sì, il mio ultimo messaggio era da intendersi:

Dopo pochi mesi dalla vendita a Sprea Editore tutte le testate vennero eliminate, per volontà dell’editore, dalla certificazione ADS.

E l’ambito premio “il coglione del mese” goes to… Radical Dreamer, che sul forum di Retrogamer ci regala questa perla in merito alla faccenda Accordi/GamePro:

“Diciamo che è più che comprensibile che al vecchio staff di Videogiochi bruci ancora il culo per il cambio radicale del proprio ambiente di lavoro (quando non per la loro defenestrazione, in certi casi), e quindi si senta particolarmente motivato a gettare fango addosso a Metalmark”.

Signori, un genio!

A memoria, noi di Retrogamer.it non siamo stati fan di Metalmarcio (prova ne siano le critiche di volta in volta da noi esposte), piuttosto detrattori della rivista Videogiochi e dei suoi supporters di The First Place. Poi, scendendo nel particolare, magari qualcuno che stimava professionalmente Metalmark c’era. Io non l’ho mai apprezzato particolarmente da quel lato, ma almeno come persona credevo fosse onesto. Tragico errore.

Comunque, a dirla tutta, è pur vero che Zave è sempre stato un personaggio controverso. Vedasi certe sue affermazioni che cambiavano di tono al cambiare di rivista. E può anche essere vero che si stia vendicando di Metalmark, ma, a dirla tutta, sta anche facendo bene.

Caro il mio gabibbone,
codesti gran cazzi di “voi di Retrogamer.it”, di Videogiochi e dei suoi supporters (sic) di The First Place. Quello che volevo evidenziare è la dabbenaggine di qualcuno che, di fronte a quanto scritto in questa e mille altre pagine web, riesce a uscirsene con un prodigioso “lo staff di Videogiochi si sente particolarmente motivato a gettare fango addosso a Metalmark”.

Te lo spiego con parole più semplici perché, a giudicare dal tuo avatar, temo che il tuo QI sia solo in doppia cifra. Il marcio su Idra e Accordi è stato reso pubblico per primo da Eurogamer, diverse settimane fa, quindi confermato da un’infinità di fonti diverse, fra ex-collaboratori di Idra, colleghi ed ex-colleghi di Sprea, ecc. Cercare una benché minima giustificazione al comportamento di Accordi, scrivendo “lo staff di Videogiochi si sente particolarmente motivato a gettare fango addosso a Metalmark”, può essere indice di malafede o ignoranza o miopia. Io però preferisco pensare che sia pura e semplice coglionaggine.

Buona serata.

Caro mio E Si Ride, a giudicare dalla tua perseveranza nel non volerti rivelare, continuo a pensare che tu sia un cagasotto. Non me ne volere, ma il mio QI da equino mi porta a dare poca considerazione agli “Anonymous” di turno che si nascondono dietro ad un nome falso come il tuo. Forse non dovrei nemmeno risponderti in virtù di questo, ma non mi chiamo Accordi Rickards e pertanto sono sempre pronto al confronto. Forse ti sarà sfuggito (non credo proprio), ma quel qualcuno che tu “volevi evidenziare”, incidentalmente è un membro dello staff di Retrogamer.it nonché admin del forum, dunque onde evitare che la gente possa credere che le affermazioni personali di Giulio Palermo siano intese come la nostra opinione editoriale, ho risposto a Marco/Cav (e non a te) perché anche noi avevamo accolto con entusiasmo il cambio di guardia all’edizione italiana di Edge: il nostro odio per Videogiochi. Certo, finora noi su Rg.it abbiamo creduto che Metalmark fosse una persona onesta, e ci erano ignoti i meccanismi biechi del passaggio da Videogiochi a Game Pro. Adesso li conosciamo e siamo a dir poco inorriditi.

@Olpus Bonzo

Sia chiaro, io mi riferivo solo al post che tu avevi riportato e di certo non volevo generalizzare addirittura a tutto il forum/sito di Rg.it. Altresì però penso che solo un fan possa scrivere una frase tanto poco avveduta come appunto quella che hai riportato circa il gettare il fango addosso.

Poi non so nemmeno chi l’ha detta e non voglio spingermi oltre… giudico solo quella frase.

@Marco/Cav

Beh, vorrei sperare che Radical Dreamer non sia un fanboy di Metalmark, o almeno, dalla discussione in merito che abbiamo avuto in chat non mi pareva che fosse schierato dalla sua parte. Ad ogni modo, gli ho spedito una mail chiedendogli di venire qui a chiarire la sua posizione, che non fa mai male.

Sono esterrefatto.

‹‹ Benvenuti a tutti, gamers. Il mio nome è Metalmark e sono il vostro umile oste, il tizio che vi accoglie in questo Bates Motel e vi accompagna alle vostre stanze. […]
Borderline è il refugium peccatorum, il Last Hope Resort o, se preferite, uno stramaledetto manicomio.
Mi chaimo Metalmark, gioco da una vita, scrivo da un bel po’, odio l’ipocrisia e amo Nintendo, la Infocom e X-com. Ah, e sono completamente matto. Ma la cosa importante è che questo è un fottuto ritorno, e merita il vostro fottuto rispetto. ››

Nel mio piccolo, già dal primo numero (da cui ho estrapolato questa manciata di righe, che col senno si rivelano inaspettatamente interessanti), ho capito che non pagavano granché il grafico di turno.
A pagina 82-83, tanto per fare un esempio, era impossibile non notare la chiara manifestazione di sdegno a base di ritagli improbabili e immagini sgranate, combo fatale che spesso rendeva agevole il riconoscimento degli articoli/speciali italiani.

Scherzi (?) a parte, grazie a tutti quelli che si sono messi in ballo per fare un po’ di chiarezza su delle situazione che meritano sicuramente qualche riflessione (anche da parte dei “non addetti ai lavori”).

Come scritto su un altro forum, quando lessi del “fottuto ritorno” e che gli dovevo (da lettore) secondo lui il mio “fottuto rispetto” non potei altro che pensare (e nemmeno sapevo chi fosse Accordi) qualcosa come… “ma che diavolo vuole questo qui?”.

Era partito col piede sbagliato… è finito ancor peggio…

Ciao, scusate se mi sono allontanato da questa bellissima pagina (giuro, è un mondo assolutamente affascinante) ma questo week-end mi sono dedicato ai LEGO. Il discorso che avrei voluto portare avanti è, in effetti, un po’ lungo, ditemi se siete ancora interessati, visto che nel frattempo la discussione si è spostata altrove… e, in effetti, non vorrei che fosse solo un pretesto per sollevare polveroni con gente che non vedo da anni (e che continuo a salutare con affetto). Generalizzo: non ha senso che in Italia, se vuoi scrivere per una rivista NON devi essere giornalista, perché i giornalisti godono di privilegi che una casa editrice media non può permettersi di pagare (mentre invece mi è capitato di essere stato respinto da un posto perché chiedevano un tesserino da giornalista per scaricare più tasse visto che producevano anche un telegiornale…). Io, personalmente, mi sono arreso a fare il “copy” e se volete vi allego il mio tariffario, così potete fare un confronto – considerate che il mio socio, lo Stato Italiano, si tiene la metà 😉

Mattia, scusa, eh, ma non si capisce più una mazza. Perché non apri un blog solo per questa cosa? Probabilmente ha comunque più accessi di wingsof magic 😉 Se volete, apro un canale su ning. Basta chiedere

@olpus

Niente, non ce la fai.
Molto semplicemente: ho seguito il link che hai postato oggi sul forum di Eurogamer, ho letto gli ultimi messaggi del topic, ho letto la supercazzatona di Radical Dreamer e l’ho riportata qui. Fine. Tutto il resto sono seghe mentali tue. “Onde evitare che la gente possa credere che le affermazioni personali di Giulio Palermo siano intese come la nostra opinione editoriale”. Ma sei serio? Ma chi vi s’incula?

“Il nostro odio per Videogiochi”.
“Gli ho spedito una mail chiedendogli di venire qui a chiarire la sua posizione”.
Mi vien da pensare che Metalmark non abbia tutti i torti quando parla di forum e blog…

Stai sereno. 🙂

Mah.
Io non capisco perché abbiate il pepe al culo in questo modo.
La mia affermazione è stata decontestualizzata, nella frase precedente a ciò che è stato citato ho scritto che volevo mantenere una posizione neutrale.
È evidente che il tono di Zzave relativamente a questa vicenda (così come quello di Gorman, in questa ed in altre sedi) sia piccato per motivi personali, ed era ciò che volevo esprimere. Ma non volevo giustificare niente e nessuno, tra l’altro pure io ho fonti di prima mano sull’aria che tira ad Idra Editing, che grossomodo confermano quanto è saltato fuori finora. L’ho scritto anche nel mio post precedente a ciò che avete citato in quella discussione, ma mi sa che nelle preview di Google quello non era apparso.
In altre parole, la prossima volta che volete provare il brivido dell’indignazione, sceglietevi un altro bersaglio, grazie.

E si ride ha scritto:
“Ma sei serio? Ma chi vi s’incula?”

Tu, visto che hai seguito il link da me riportato sul forum di Eurogamer.
E forse anche Eldacar, visto che è venuto più volte sul nostro forum.

P.S.: Non conosco ancora il tuo vero nickname. Su, non essere timido.

Radical Dreamer ha scritto:
“È evidente che il tono di Zzave relativamente a questa vicenda sia piccato per motivi personali”

E credo senza neppure tutti i torti. Probabilmente io, nei panni di Zave, sarei anche più incazzato. Ad ogni modo, credo abbia anche ragione Eldacar quando afferma che questa vicenda poteva saltare fuori prima, senza che dovesse giungere Eurogamer (che ha dato il “la” al Gamersgate parlando di questioni collaterali alla gestione economica di Game Pro ed al sotterfugio ideato per fregare quelli di Videogiochi).

Ma chi glielo vuole toccare, il diritto di incavolarsi. Lo comprendo benissimo, e l’ho anche scritto (“è comprensibile che gli roda il culo”).
Poi, ognuno giochi il gioco che preferisce, io mi chiamo fuori.
Per una volta che non volevo essere polemico…

… molto sinceramente, di fronte all’ultima serie di commenti posso solo precisare una serie di cose.

– Non sono piccato. Assai peggio. Non per motivi personali, per motivi professionali. Perché la mentalità che emerge, il quadro complessivo che traspare, non solo conferma quelli che a suo tempo non potevano che essere dubbi, rispetto a ciò che l’editoria di settore significasse all’esterno di Future. Mi restituisce anche una sensazione pessima su qualsivoglia mio coinvolgimento futuro. Potrebbe mai valerne la pena? E sono quindici anni di esperienza gettati alle ortiche.
Non è rosicare, come il prode Accordi ha abbaiato mentre mi allontanavo, è puro sconforto.

– Nella mia carriera, l’importanza di Videogiochi è pari a zero. Non zero virgola qualcosa. Zero proprio. Se qualcuno pensa che questo articolo di Zave o i miei interventi siano dovuti a una “nostalgia di Videogiochi” o qualcosa di simile, casca proprio male. Io sono disgustato dall’atteggiamento di chi dichiara stima e trama nell’ombra. Ancor più disgustato dal fatto che lo faccia per accaparrarsi una commessa da due soldi. Per una rivista che aveva senso solo ed esclusivamente come frutto di passione e non di beceri tornaconti personali.

– Lo sdegno, l’essere ben peggio che piccati deriva solo dal constatare lo schifo imperante. Null’altro. Ripeto: per la mia carriera il fatto che Accordi si sia “preso” Game Pro non ha significato assolutamente nulla, né mai avrebbe potuto farlo, considerando i fatturati ridicoli che Videogiochi/Game Pro potevano muovere sul mercato italiano.

– Visto che ho diretto tutte le testate più vendute in Italia, segmento per segmento, da che esistano le riviste di videogiochi nel nostro Paese (e per come vanno le cose sulla carta stampata, mi sa che la cosa mi seguirà nella tomba); visto che invece di raccontare che internet, i blog e i forum non contano una mazza sono qua e sempre sono stato online a rendere conto delle scelte editoriali, anche quando erano scomode; visto che sono direttore delle attività online per uno dei più importanti gruppi editoriali italiani, e stipendiato di conseguenza… forse, dico forse, potreste provare, un po’ tutti voi che volete per forza trovare del marcio in qualsiasi cosa (e con quello che emerge non vi posso nemmeno dar torto), a prendere in considerazione l’ipotesi che sia qui, e altrove, solo ed esclusivamente perché ci tengo, perché mi dispiace vedere le cose andare come vanno. E non perché abbia chissà quale interesse, che proprio non esiste.

Vorrei tornare a occuparmi di questo settore? Fino a questa estate avrei detto di sì. Ora è davvero strana la sensazione che ho a riguardo.

@olpus

Ho seguito il link perché, a differenza di qualcuno in questa discussione, preferisco informarmi prima di parlare. Cosa che tu e il tuo amichetto di merende evitate di fare, esponendovi a notevoli figure di merda. Quali “motivi personali” avrebbero spinto Zave a pubblicare il post originale, considerando che 1) Zave nulla aveva a che fare con Videogiochi e 2) Zave e Metalmark non hanno mai lavorato assieme? Se sapete qualcosa che non sappiamo, rendetelo pubblico e ve ne saremo grati. “Probabilmente io, nei panni di Zave, sarei anche più incazzato”. Per quale motivo scrivi ciò? Cosa rende differente Zave da me, te o Marco/Cav, in questo contesto?

PS: in questa discussione il mio nick ha rilevanza nulla.

putroppo ieri sera sono collassato (dopo 3 giorni di ritrovo con gli altri disperati non rimangono molte energie asd) quindi niente filmato.

Se tutto va bene stasera provo a scaricare-convertire-caricare il filmato della SUA verità e della sessione di domande, così ci facciamo due risate.

@zave: si abbiamo la stessa canon, cavo firewire e adobe premiere e via.

@Elda: confermi la voce che vede metalfail verso Gamerepublic?? Qualcuno avvisi i poveri lettori a cosa vanno incontro 🙂

Personalmente sul fatto che Gorman non abbia il minimo interesse personale, mi sembra palese; sono passati due anni, ha avuto altre soddisfazioni personali e in generale il come è avvenuto questo passaggio penso parli chiaro. Quello che ha fatto prima e dopo mi sembra altrettanto palese.
Sul fatto che possa essere risentito non lo scarto a priori, ma il come si è comportato a Monza mi è sembrato esemplificativo.

Tutto ciò per dire che forse è meglio focalizzare le energie sui fatti se si vuole arrivare ad una conclusione; si è arrivati imho infatti ad un punto critico: o si fa il passo o si rimane in questa situazione di empasse.

Giovedì e venerdì credo si aggiungeranno altri tasselli.

Un uccellino dice che GR sarà fatta da Stefano Mancini. Che da solo, non può farla ovviamente e tantomeno impaginarsela. Considerando che lavora per Marco

2+2

Ma non è niente di ufficiale. Quello che è certo è che 6/7 mesi fa, quando ancora c’era GP, Accordi si è fatto un bel giro in PMC a salutare gli amici per fargli i complimenti e per fare l’amicone con persone che in realtà insultava un giorno si e l’altro pure (ricambiato eh, quindi ipocrisia da tutte e due le parti)

Credo gli fosse stata addirittura riproposta la posta ma dovette per ovvi motivi rifiutare.

Vediamo

Olpus Bonzo: oh bella, sono diventato controverso. Come le grandi rockstar dallo sguardo buono. Il cambio di “tono” da una rivista all’altra è non solo giustificato, ma auspicabile quando le due riviste hanno un… tono differente. Ben diverso sarebbe: “dice nero quando sta su quella rivista e bianco quando sta su quell’altra”, ma dubito ci possa essere alcuna prova in merito. A parte la perenne possibilità di cambiare opinione nella vita. Ma poi… di che stiamo parlando? 😀
Pensi davvero che esista un problema simile che infici qualcosa di quanto scritto negli ultimi dieci giorni. Perbacco, sarebbe interessante scoprirlo.

@ Radical Dreamer

Vedi, il punto è che nulla accomuna ad esempio me, Eldacar, Gorman, Andro, ecc… essendo persone che hanno lavorato e lavorano in ambiti molto differenti. Non tutti quelli che si sono lamentati del comportamento del duo Carbone/Accordi, anzi, vengono da Videogiochi, quindi quando dici che alla fine è più che comprensibile che bruci il culo al vecchio staff di Videogiochi dovresti però (IMHO) precisare che tutto questo non nasce affatto da una questione di “bruciore” (sebbene possa esserci per alcune delle persone coinvolte). Così, lasciamelo dire, il tutto sembrava “eh eh, vi brucia il culo, eh?”.

A me no. O meglio, mi brucia che un personaggio come Accordi imperi nella game industry italiana senza meritarlo, ecco… questo sì. Ma non certo mi brucia per Videogiochi, e così molti altri.

Alla fine è solo una questione di interpretazione… e quindi posso anche essermi sbagliato, sia chiaro.

Alla fine anche quella vipera di Fabio Rossi è sparito… magari anche gli ex amici/nemici Belli-Rickards spariranno…

Eldacar
. Game Pro è assolutamente colpa dei suoi lettori. Se non sono riusciti a capire, visto anche che si attribuiscono lo statusi di fighetti/attenti/cistiamodentro, quanto fosse strumentalizzata (bastava aprirla e leggerla eh)

Certo che anche tu un pelino di troiate le spari.
Spiegami come avrebbero potuto capire i lettori di GP una situazione del genere.

Personalmente il continuo riferimento ad AIOMI e amenità similari non le collegavo alla situazione di merda rivelata.

Bastava leggere lo spazio Made in Italy, la posta, gli editoriali, il colophon e farsi due domande. Poi aprire il sito d AIOMI e usare Google. 10 minuti per capire tutto.

Certo se ti riferisci al discorso stagisti, è un altro discorso. E non mi riferivo assolutamente a quello

mamma che tristezza!tutto questo lascia solo la sensazione di disgusto.E comunque dimostra (già evidente) quella che è la realtà desolante e “povera” di aspettative dell’industria dei videogames almeno in Italia.Con questo stato di cose non si decolla e non si va da nessuna parte.Vorrei precisare che non sono del settore dei videogames mi occupo di tutt’altro.(sono arrivato qui attraverso un link 😀 ) Sono semplicemente un “vecchio” appassionato del mondo dei videogames. Dopo l’illuminante lettura di questo post personalmente consiglierei a qualsiasi ragazzo appassionato di videogames che vuole intraprendere la carriera di giornalista e/o collaboratore in questo settore di cercarsi un altro lavoro in un altro settore e coltivare semplicemente la propria passione di videogames seduti sul salotto di casa propria.Ottimo post comunque.Fa sembre bene conoscere la verità, di qualsiasi cosa si parli, può solo portare a dei miglioramenti e a dei cambiamenti.

@ Elda

Sulla questione lettori:

Come ho avuto già modo di dirti, secondo me ti sbagli. Quello che stava sotto gamepro non era di dominio pubblico fino al tuo primo editoriale sull’argomento. Se la gente come te, il Toso e Zave sapeva poichè addentro le dinamiche, quelli come me o Andro non potevano immaginare il lordume. Certo… che AIOMI fosse citata a destra e a manca si notava… ma una minima sarebbe stato anche lecito. Prendi tgm di questo mese. C’è il richiamo al libro della casa editrice del gaburri e del Keiser. La cosa mi ha fatto sorridere e ho apprezzato che ci fosse (per quanto il keiser mi stia sul culo). Ma certo non vado a pensare che dietro ci siano chissà che sporcizie. Cazzo. No.

E invece, dietro a gamepro c’era un mega maneggio e se è vero quello che mi hai detto, presto pure gamerepublic diventerà carta da chiappe.

No. Io non ci sto a sentirmi dire che la colpa è dei lettori. No. Io non ero connivente. Io ero un ingenuo lettore che rimpiange di aver perso la verginità.

Se ho capito bene, comunque, l’argomento principale contro Metalfart e’ lo sfruttamento dei collaboratori. Ovvero, non penso si stia dando troppo peso all’aver stuprato una rivista e chi ci credeva per spargere i propri tentacoli dappertutto, senza pensare che i tentacoli possono anche venire riavvolti da un giorno all’altro e finire tutti, ma proprio tutti, nel buco del culo di MetAl-Carpone.

Ah, mi riferivo a quello che ho visto tra un forum e l’altro, ovviamente, mica qui, lo so che qua si e’ ben discusso di danei.

Beh dai, se per i prossimi 12 mesi sempre nello stesso spazio c’è sempre il libro del gaburri, adesso sai che devi farti qualche domanda 😛

Colpa è esagerato via, ci posso stare. Ma se il numero X c’era un servizio su quel che succedeva nel posto taldetali. E sul successivo, l’Y, c’era il resoconto di ciò che era avvenuto nel posto taldetali. E c’erano sempre gli stessi 3 a presenziare con conferenze varie….

Era facile notarlo dai

Facile si. Ma permettimi anche di dire che l’unica voce che continuava a dire che “cartagine deve essere distrutta” era gorman con i suoi twitter. Quindi io lo notavo. Ma pensavo che se nessuno denunciava la cosa, non era poi così pericoloso.

Ovvio che io mi sbagliassi della grossa. 🙂

Come hai detto giustamente sul tuo forum, metal era abile a vendere aiomi così bene che pareva davvero come un’associazione utile a tutto il settore e che, come tale, gli si poteva permettere di farsi pubblicità. Inoltre, quando hanno mandato ss (o si è automandato, questo non lo so) in aiuto, quale lettore avrebbe potuto immaginare… Insomma. SS è un’autorità. Sul numero 26 c’è ancora una spataffiata su aiomi. Quindi? Eppure io credo che SS non sia ingenuo come me e della sua moralità VOGLIO essere certo. Quindi? Perché ancor di aiomi si parlava se tutto era così intuibile?

Rispondo brevemente. Sono stato mandato su Game Pro dall’editore e ho limitato l’apparizione di AIOMI sulla rivista entro limiti che ho ritenuto corretti.
In questo momento, in tutta sincerità, non ricordo a cosa si riferisca la “spataffiata” cui tu accenni, ma sarei stupito se non avesse avuto attinenza col contesto della rivista. Prendo a esempio la manifestazione organizzata da Aiomi ad Aosta di nome The Art of Games: si è trattato di un’iniziativa a mio avviso interessante che meritava la segnalazione su Game Pro. Non parlarne proprio perché organizzata da Marco Accordi avrebbe significato fare un torto gratuito all’evento e all’organizzatore. Diversamente sarebbe stata la pubblicazione sulla rivista del ‘famigerato’ IBAN.

Per cui, là dove ho ritenuto che la segnalazione da parte di Aiomi fosse correlata a eventi di interesse per il lettore di Game Pro, non sono intervenuto.

Stefano, ti prego. Non fraintendere quello che ho scritto, perché non era minimamente un’accusa, anzi. Volevo semplicemente dimostrare che se AIOMI fosse stato il partito NazionalSocialista e Metal Hitler, nessun accenno all’Associazione sarebbe stato fatto dopo il tuo arrivo. Questo semplicemente per difendere noi poveri lettori che si fidavano. E io mi fido ancora. Dopo averli visti tutti schierati a Monza, mi fido di questi giornalisti che scrivono dei giochini. Così come mi fido di te.

Ergo, se SS ha permesso che si parlasse di AIOMI, anche io da lettore permettevo che succedesse.

Condivido il senso del tuo intervento e d’altronde che i lettori abbiano delle responsabilità nella vicenda, mi pare un po’ difficile da sostenere. Anche se quelli di GP erano ‘conscious gamer”… 🙂

Rikkomba: per le valutazioni sulla qualità dell’operato c’è sempre tempo, ma lasciano anche (per ripetersi) il tempo che trovano. Ognuno è libero di comprare quel che vuole. Ognuno è libero di far scrivere una rivista da chi vuole e come vuole. Sono semplici metodi e opinioni, non avrebbe avuto senso scriverci un post. A differenza del pagare la gente 7.50 Euro quando va bene.
Ovviamente sono d’accordo con te sulla valutazione.

Una cosa la voglio dire: da che mondo è mondo c’è la gavetta.
L’ho fatta anch’io: appeso ad un call center (1000 Euro netti), schiavizzato in uno studio (600 netti), a dare ripetizioni serali (10 netti).
Con questi stipendi mai e poi mai ho smesso di cercare un altro lavoro, fosse anche in settori diversi.
Premetto che prenderei a bastonate tutti gli sfruttatori di questo mondo; ma perché, mi chiedo, farsi sfruttare per mesi o per anni per cifre così ridicole?

Mi ricordo di aver chiesto a Mattia quando ha lasciato NRU se era ancora possibile vivere scrivendo di vdeogiochi; la risposta era stata SI.
Ma così non è pare, o perlomeno così non è più; tra 7 Euro e gratis c’è tanta poca differenza che fra poco in questo settore si offrirà solo lavoro AGGRATIS.

NB Tutta la mia stima a Gorman, che ho letto con piacere dall’epoca di K; a maggior ragione dopo aver seguito la discussione.
Ancora conservo da qualche parte il 1° numero di Z con la foto di gruppo.

ho caricato il primo video su youtube, ancora qualche minuto che l’approvino e sarà tutto vostro.

ah come categoria ho messo umorismo 🙂

ADDETTI AI LAVORI E SEMPLICI LETTORI….ECCO LA VERITA’ E SOLO LA VERITA’….SUA OVVIAMENTE!!!!

scusate la qualità ridicola…non video…della risposta 😀

Grazie per il video, è pazzesco: piuttosto che rispondere alle domande decide di non frequentare più internet?!?
Ma è matto nella testa (cit.)

Che poi vai su Multiplayer e che trovi? L’IVDC in home

Che poi leggi l’articolo e chi lo scrive? Greco

Che poi va sul sito di AIOMI e chi trovi nello staff? Greco

E tutto finirà a tarallucci e vino, pure con il coverage di chi per primo dovrebbe boicottare l’evento, perchè così funziona in altri paesi

Bella figura di merda anche Multi per quel che mi riguarda

si ma multy spero c’è entri, ormai avevano siglato l’accordo pe ril coverage della conferenza. Spero che greco non approvi questi metodi.

zzavettoni detto
5 Ottobre 2009 @ 09:58

Il cambio di “tono” da una rivista all’altra è non solo giustificato, ma auspicabile quando le due riviste hanno un… tono differente. Ben diverso sarebbe: “dice nero quando sta su quella rivista e bianco quando sta su quell’altra”, ma dubito ci possa essere alcuna prova in merito.

Lo ammetto, ho cercato di smorzare un poco la mia affermazione visto che qui non si parla dei peccatucci di Mattia Ravanelli, ma di cose ben più gravi. Per cambio di tono intendevo in realtà due affermazioni non compatibili tra loro che sono apparse su NRU e su XBM (o era PSN?). Ecco, come vedi, purtroppo per me dalla tua parte c’è che ho la memoria labile per fatti di qualche anno fa ed ora come ora non riesco a produrti l’esempio in questione. Poi ok, ci sono altri esempi che potrei fare sul tuo essere controverso (il voto 11/10 te lo ha già ricordato qualcuno), ma non sono pertinenti al caso Game Pro qui sollevato e dunque me ne starò zitto, per ora. Ad ogni modo, visto che ti senti offeso perché io ti reputo “controverso” (che è pur sempre il mio parere personale, mica quello di tutti) e pensi la mia sia una affermazione gratuita, attuerò una ricerca approfondita per ripescare la frase incriminata, e ne riparleremo in separata sede.

Una precisazione, perché dopo una rilettura credo che una frase qui sopra possa essere interpretata male: quando dico “qui non si parla dei peccatucci di Mattia Ravanelli, ma di cose ben più gravi”, per “qui” intendo “in questo blog” e per “peccatucci” ciò che ai miei occhi rendono controverso Zave, e per “cose ben più gravi” intendo ciò che ha fatto Idra Editing.

E si ride detto
5 Ottobre 2009 @ 08:02

Ho seguito il link perché, a differenza di qualcuno in questa discussione, preferisco informarmi prima di parlare.

Dunque ti frega di noi, non è vero che nessuno “vi si incula”, per usare il tuo colorito epiteto.

Cosa che tu e il tuo amichetto di merende evitate di fare, esponendovi a notevoli figure di merda.

Cioè, quale, di grazia? La figura di merda che facciamo con te, uno che non ha nemmeno il coraggio di quel che afferma? Ammettiamo pure che Radical Dreamer abbia fatto una “figura di merda” dicendo che Zave ha il dente avvelenato con Metamark, io dove l’ho fatta? Chiarendo che Radical Dreamer parla a titolo personale? E a prescindere da tutto, forse non è vero che Mattia Ravanelli detesta Marco Accordi Rickards? Certo, continuo a ripetere, lo avrei anche io, e ben di più (e considerato pure che Metalmark ha anche sfruttato il nostro altro “amichetto di merende” AIO, potrei avercelo anche io stesso il dente avvelenato, ora).

Quali “motivi personali” avrebbero spinto Zave a pubblicare il post originale, considerando che 1) Zave nulla aveva a che fare con Videogiochi e 2) Zave e Metalmark non hanno mai lavorato assieme? Se sapete qualcosa che non sappiamo, rendetelo pubblico e ve ne saremo grati.

Probabilmente ricordo male, ma rammento svariati interventi di Zave su Videogiochi, cessati con Game Pro: come minimo posso pensare che gli dispiacesse che la vecchia redazione fosse di botto rimasta a piedi, con un nuovo numero pronto ad uscire in edicola. Inoltre, che Metalmark e Zave non abbiano mai lavorato non vedo come possa influire sul discorso: Accordi Rickards ha fatto dumping per ottenere lo spazio che era del Cangialosi. Già questo può bastare a far incazzare qualcuno a conoscenza della cosa.

“Probabilmente io, nei panni di Zave, sarei anche più incazzato”. Per quale motivo scrivi ciò? Cosa rende differente Zave da me, te o Marco/Cav, in questo contesto?

Che lui è un ex-operatore del settore. Non so te, ma io se fossi giornalista videoludico, mi sentirei minacciato da comportamenti di service come Idra Editing.
Quel che rende differente te da tutti gli altri invece è l’anonimato.

in questa discussione il mio nick ha rilevanza nulla.

Questo lo dici tu, perché scrivendo con un nome falso significa che hai paura a rivelare chi sei. E questo porta a pensar male di te. Abbi un po’ di spina dorsale e rivelaci il tuo vero nickname, altrimenti così facendo mandi in vacca anche quegli spunti seri di discussione che hai portato. Nota almeno che sono uno dei pochi che ti sta ancora rispondendo, e fai questo sforzo.

@Zave: non ci tengo molto ad insultarti (come se poi servisse a qualcosa) in questo contesto delle gravi accuse mosse ad Idra Editing. E soprattutto, anche alla luce del fatto che non segui più il settore videoludico da tempo, ogni piccola bega del passato su voti e cazzatine varie dovrebbe cessare. Ad ogni modo, dato che l’ho pur sempre tirato fuori io, cercherò il fatto in questione e ti farò sapere, così ne potremo discutere, se ne avrai voglia, anche privatamente o in sede diversa dal tuo blog.

Errata corrige (non sarebbe male poter correggere i messaggi, ma tant’è, faccio anche così lo stesso).

“lo avrei anche io, e ben di più” diventa “lo avrei anche io il dente avvelenato, e ben di più”.

“che Metalmark e Zave non abbiano mai lavorato” diventa “che Metalmark e Zave non abbiano mai lavorato assieme”.

Roberto “Tsam” Bertoni detto
5 Ottobre 2009 @ 08:59

Personalmente sul fatto che Gorman non abbia il minimo interesse personale, mi sembra palese

Io non dubito minimamente di Gorman. Il fatto che sia stato sfanculato da Sprea dopo aver rifiutato certe proposte (che non conosco, ma immagino si trattasse di abbassare gli stipendi ai redattori e cose del genere) ai miei occhi lo rende inattaccabile da quel punto di vista. Ad ogni modo, io non credo che, anche ci fosse qualche interesse personale nelle accuse a Metalmark, penso che questo di per se non le faccia minimamente crollare. Facciamo un esempio stupido.

Ipotizziamo che Eldacar abbia parlato di Idra Editing, AIOMI e filiera solo perché queste non includevano le iniziative intraprese dal gruppo Elemental. Cosa cambierebbe? Che, certo, Eldacar era mosso da “interesse” e non avrebbe, in questa situazione ipotetica e lontana dai fatti reali, mai parlato male di Idra, AIOMI e filiera se Elemental ne fosse invischiato. Ma questo non avrebbe cambiato di una virgola la posizione di Idra, AIOMI e filiera (e di Carbone e di Accordi Rickards e di chi li protegge), dato che le accuse sono basate su fatti reali e comprovati. Dunque sarebbe stato uno “scoop peloso”, ma pur sempre scoop.

@Omy
Greco, da quel che dice nel podcast “in comunità” con Ringcast, mi dà l’impressione di non aver seguito molto a fondo la questione.
Parla di persone incazzate perché si son viste ridimensionare lo stipendio (eh?) e poi dice di sentirsi vicino ad Accordi che si trovava a dover realizzare Game Pro con un budget di tremila euro. Cosa, quest’ultima, che non puoi affermare sorvolando sul fatto che una delle accuse è proprio di esserselo scelto, quel budget. Che tu ci creda o meno.

Per dire cose del genere, o non hai seguito l’evolversi della cosa (e non che lo condanni, per questo, però perlomeno il suo collega di Multiplayer Jodice dice chiaro e tondo di non averlo fatto), o non credi a quel che è stato detto. In entrambi i casi, e considerando pure lo status di media partner, mi sembra comprensibile che non prenda posizione.

Marco/Cav detto
5 Ottobre 2009 @ 10:35

Così, lasciamelo dire, il tutto sembrava “eh eh, vi brucia il culo, eh?”.

Accidenti, nella questione Game Pro il culo brucia molto anche a me, e da lettore. Non sapete quanto io attualmente mi vergogni per quei cinque numeri che ho acquistato (il primo per curiosità, gli altri in stazione, per noia), e dico sul serio. Davvero, non posso credere di essermi lasciato sfuggire il trave grosso come una casa nell’occhio di Metalmarcio e aver guardato alle pagliuzze negli occhi di altri (esempio: “ah, quello è un fanboy sonaro” e via dicendo). L’unica giustificazione che posso darmi è che di Game Pro leggevo solo recensioni ed anteprime, pochissimo interventi come quelli del Bittanti, e la posta con tutto il suo melenso mi annoiava a morte. Ma non è una buona scusa.

Ad ogni modo, concordo assolutamente che l’affermazione di Giulio Palermo fosse controversa. Per questo, fidandomi di lui, l’ho chiamato qui a chiarire le sue vere intenzioni. Io sono del parere che sia semplicemente stata un’uscita sfortunata.

giopep detto
6 Ottobre 2009 @ 02:16

Cosa, quest’ultima, che non puoi affermare sorvolando sul fatto che una delle accuse è proprio di esserselo scelto, quel budget.

Infatti, tutta la questione “dumping per fregare Videogiochi” non è certo di secondo piano, ed è particolarmente odiosa.

Stefano Silvestri detto
5 Ottobre 2009 @ 19:17

Condivido il senso del tuo intervento e d’altronde che i lettori abbiano delle responsabilità nella vicenda, mi pare un po’ difficile da sostenere. Anche se quelli di GP erano ‘conscious gamer”… 🙂

Ma infatti, come ripeto, secondo me i lettori avevano già sentenziato che Game Pro fosse un progetto fallimentare con il minor venduto rispetto a Videogiochi. Ad ogni modo, non è che se leggo il Mein Kampf divento di colpo un nazista. Credo di averlo un minimo di senso critico, e non credo di essere il solo ad averne un poco. Pertanto, non mi sento per niente parte della categoria di “conscious gamer” anche se ho cacciato l’obolo per qualche copia di Game Pro.

Ed ora, una domanda che c’entra relativamente con la vicenda: ora che Game Pro ha fatto la fine che meritava, tornerà Consolemania ad allietare le giornate di noi poveri fan del multiformato?

Scusate, questa chicca mi era sfuggita…

Eldacar detto
5 Ottobre 2009 @ 17:01

Bastava leggere lo spazio Made in Italy, la posta, gli editoriali, il colophon e farsi due domande. Poi aprire il sito di AIOMI e usare Google. 10 minuti per capire tutto.

Certo se ti riferisci al discorso stagisti, è un altro discorso. E non mi riferivo assolutamente a quello.

Ah, beh, saltava tutto dannatamente agli occhi.
Ma risponderò qui, che il thread è più fresco: [CLICCA QUI].

Una sola domanda diretta a Zave, poi tolgo il disturbo.
Ma il filmato “PAP a caso” che hai messo su youtube, che significa?

E’ pura arte e pertanto io non la posso capire? oppure è una semplice prova tecnica?

Fermo che non ho nulla di personale contro Accordi Rickards dalla data di un suo messaggio privato (che lui forse ricorderà), constato senza dispiacere che la storia mi ha dato ragione, a differenza dei partecipanti al topic ufficiale di «Game Pro».
Il fallimento della rivista ci porge il destro per discutere dell’opportunità e fattibilità attuale delle riviste cartacee; mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero, zave, che data la tua esperienza sarà meglio fondato della mia opinione.

my_name_is_link

My_name_is_Link: guarda, posto che il discorso sarebbe lungo e articolato, dico solo che… allo stato attuale delle cose, non vedo come potrebbe essere messa in piedi una rivista cartacea degna in ogni senso. Intendo dire: visto la decenza media degli editori che si stanno “occupando” del settore. Non che, poi, sia dato per scontato che una rivista stampata e da edicola sia davvero utile, ormai.

Ragazzi,
un’altra tristissima notizia.
La Idra Editing ha ricevuto in appalto la produzione della gloriosa Game Republic.

XM :

Ragazzi,
un’altra tristissima notizia.
La Idra Editing ha ricevuto in appalto la produzione della gloriosa Game Republic.

Era in giro da un po’ la notizia. Non è triste però, è bellissima. Ora basta continuare a fare i seri e non comprarla (per quel poco che durerà).

io ho collaborato con accordi e con carbone e ho una testimonianza ancora più accurata e incredibile. Se Zave è interessato può contattarmi per email (essendo l’amministratore può procurarselo visto che l’ho inserito prima di lasciare questo commento). saluti

Ma solo io vedo una sorte bara e affascinante? Quella che porta una nuova gola profonda a voler parlare di questa roba mentre Calciopoli mi entra nella seconda (mica vero) fase! A ognuno il suo pezzo d’Italia che fa schifo, evviva!

zzavettoni :
Ma solo io vedo una sorte bara e affascinante? Quella che porta una nuova gola profonda a voler parlare di questa roba mentre Calciopoli mi entra nella seconda (mica vero) fase! A ognuno il suo pezzo d’Italia che fa schifo, evviva!

E magari Moggi programmava per Idra Editing.

Scusate, io non c’entro un caz con la discussione però sono un (distratto) lettore di riviste dal novantadue, sono finito qui e mi sono sparato i sopra riportati due milioni di commenti (ci ho messo qualche giorno però).

Posto pure io perché c’è una cosa che mi ha incuriosito, a latere della discussione, e mi permetto di domandarla a Voi tutti o illustri operatori del settore.
Il buon Ualone (a proposito, imboccallupo) in questo commmento qui http://zzavettoni.wordpress.com/2009/09/25/game-pro-una-storia-vera-1/comment-page-33/#comment-1401 traccia una linea tra il 1996 e il 1997 quale cruciale spartiacque per la storia del mercato delle riviste.
Siccome io all’epoca c’ero, leggevo tutto e scrivevo pure qualche articoletto per la Xenia (che pagava puntuale e bene anche gli stronssi come me, e li ringrazio) e non mi sono accorto assolutamente di nulla… ma che è successo?
La diffusione di Internet? La scissione di Zeta? Il numero 100 di TGM? Lo sgonfiamento delle inserzioni pubblicitarie? Il Vicenza che vince la Coppa Italia?

Sempre se si può dire eh che non voglio mica farvi violare i non-disclosure agreements con gli avvocati che vi inseguono per i vicoli

ossequi
anonimo lettore insignificante

Suppongo Ualone si riferisse al passaggio delle due testate dello Studio Vit (Game Power e Zeta*) a Il Mio Castello, poi Future Media Italy. E il passaggio di un po’ di gente chiave (che parte nel 1997 e si chiude nel… 2000? 2001?) dallo stesso Studio Vit a Il Mio Castello / Future Media Italy. Visto poi quel che ha fatto per lunghi anni Future, sarebbe più che comprensibile se Ualo si riferisse a quello.

* poi entrambe tornate in casa Studio Vit (diventato a quel punto “Studio Vit Editore”): Game Power come cadavere, Zeta no.

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