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The Beatles: Rock Band (PlayStation 3)

The Beatles: Rock Band (Harmonix, 2009)
The Beatles: Rock Band (Harmonix, 2009)

“Esperienza audiovisiva: quante volte hanno provato a vendervi un gioco come tale? Va di moda, piace al giocatore che ne sa, quello che non si “beve” il solito FPS, la solita avventura all’acqua di rose o, figurarsi!, l’ennesimo attacco di Nintendo al cuore dei suoi fan storici. Di esperienze audiovisive degne di potersi fregiare di un titolo tanto altisonante ce ne sono state, e di ottime, e ce ne saranno. Oggi questo particolare parco titoli si arricchisce di un esponente d’eccezione, quello che forse non ti aspetti: The Beatles: Rock Band. Un’esperienza audiovisiva, per davvero, che non nasce nel garage di qualche illuminato sviluppatore “indie” o nel cubicolo-con-giaciglio di uno sviluppatore giapponese strafatto di acidi elettronici. Un vero e proprio insulto alla coscienza collettiva dei giocatori dal palato esigente, perché naturalmente The Beatles: Rock Band è marchiato MTV Games ed Electronic Arts (che ne cura solo la distribuzione fisica, ok, ma vale lo stesso). Insomma: gli archetipi del colosso “malvagio”, per quanto appena appena scalfiti dall’attuale strapotere della “Nuova Cattivona”: Activision Blizzard. Ma stiamo divagando…”

Strepitosa vero? Come “meglio quella di Babich“? Chi fosse comunque interessato a leggere il resto della recensione, ha da fare clic qui. Verrà trasportato sulle paginette web di Nextgame.it, che mi regala dello spazio. E non succedeva dall’autunno 2001. Anzi no, primavera 2002, credo fosse Resident Evil: Rebirth per GameCube. Sì, era proprio lei. Dopodiché è stato tutt’altro fino a oggi. Insomma, è sempre malinconia paradossa.

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No, invece è meglio questa… perché? Perché indipendentemente dall’argomento trattato questo gioco non si merita neanche di presenziare nella stessa frase in cui viene nominato 11/10… eccavolo non è che ora si possa ritenere di poter appioppare tal voto, direi “galattico”, al primo che passa…

…i baffi non sono acqua…

…Invece no Zave…certo è così che la cosa è stata recepita, in molti l’hanno bollata come una cazzata e tutti a casa.

Ma ti assicuro che molti l’hanno capito, apprezzato (davvero, non è perché è il tuo blog).

Forse canonicamente e razionalmente è una cazzata, Ma questa è una piccola dimostrazione che non bastano marchio & copyrights per rendere una rivista “Nintendo” …mentre in altri casi la differenza sta solo nel titolo che campeggia sulla copertina… ma lasciam perdere…

Il succo è che questo Mario è stato qualcosa di grandioso, non solo per il gioco in sé, ma anche perché finalmente chi era in attesa di un capitolo “mariesco di Mario” dai tempi del Nes lo ha avuto nel 2007. Fire Flowers e blocchi di mattoni in un Mario 3d… …ahhh …semplicemente… 11

…Beh, io credevo di postare una riga di risposta, invece m’è uscito ‘sto sproloquio… …L’unica cosa che volevo dire è: mentre sfogliavo la rivista in attesa di scoprire cosa “la rivista” avesse avuto da dire in merito, ero titubante, timoroso (sì perché, senza criticare nessuno, avvertivo una crescente freddezza nei riguardi dell’italico) …e temevo un “bah, fichissimo, ma carente qui e là …Aspettiamo il nuovo Zelda” (senza offesa Link) …e infatti mi viene un colpo quando riconosco nell’emblema del voto che compare indistinto tra le pagine fruscianti un qualcosa che NoN corrisponde ad un 10, ecco… …E invece…non è un 10 solo perché è un 11… che sorriso ebete che appronto… …e diamine, Mario se lo merita, e Ravanelli ha avuto il coraggio di concederglielo, e lo apprezz-ai/o tanto.

Ecco, ora mi sento in colpa… Pensavo di fare una battuta di bassa lega a caso e invece ho cannato la mira. Sono in buona parte d’accordo con quanto dici, anche perché sono l’autore di quella recensione (ma suppongo tu lo immaginassi di già). 😀

No, non è che lo immaginavo…lo sapevo, già! Sono un NRUlettore da primo numero, ma non ho mai scritto… …non ho voluto far riferimenti univoci in rispetto della tua privacy!

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