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Giornate

Ce n’era una

La triste vicenda di un uccello abbandonato a se stesso.
La triste vicenda di un uccello abbandonato a se stesso.

Dieci secondi fa c’era una zanzara qua, proprio davanti alla tastiera. Non c’è più. Nonostante tutte le psicopompe sul karma, la zanzara va sterminata sul nascere. E se proprio non si stermina sul nascere, almeno sull’atterraggio in zona da sterminio. Il che, comunque, vuol dire che fa caldo. Il che, comunque, vuol dire che non è inverno. E se non è inverno, è probabile che sia primavera; e se è primavera ci sono discrete possibilità che ci sia da qualche parte la Pasqua. La qualche parte, quest’anno, è stata recitata da Camògli, e lì si che faceva caldo. Ma tipo caldo. Tipo al mare. Non per nulla la gente faceva il bagno e io mi lamentavo.

La bellezza di 25 ore di fuga dall’Urbe per ricordarsi che il destino baro e crudele mi ha piazzato in un punto del mondo in cui non posso sopravvivere a teglie di focaccia bisunta e odore di salsedine. Venticinque ore per godermi piacevoli sfottò dei genoani, evidentemente dimentichi delle legnate dell’andata e ciechi di fronte alle turbe da sdoppiamento della psiche dell’arbitro Rocchi. Un bel relax, ma per troppo poco. E ora la tesi della Svampita, l’organizzazione di Jack #2, il recupero delle faccende di GMC che non si affaccendano per nulla, nuove bestemmie su Bubble Bobble Plus, un altro week end e il primo press tour a base di principato (di Montecarlo) e treno (italo monegasco?). Le foto.

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Variopinto

Il limite è il cielo

Figurarsi se smetto.

Dato che è venuto giù l’abruzzo, o almeno parte di, è giusto sentirsi tutti vicini e amorevoli. No, per davvero, è giusto eh. Non so come stia Villa Rosa, ma essendo sul mare starà una crema immagino, prima o poi tornerò a vedere com’è diventata. Comunque sia, la corsa alla solidarietà è spettacolare: SMS, conti correnti a caso, carte di credito via telefono e… e dei bolloni giganti su più di un terzo dello schermo durante pressoché qualsiasi trasmissione di Sky. Per cui pago tipo 65 Euro al mese, o una roba simile. Non è che mettono un bel video informativo con tanto di voce “narrante” al posto di 30 secondi di pubblicità, no, figurarsi. Coprono qualsiasi film, telefilm, partita si sta provando a seguire ogni enne minuti. Rupert non perde un centesimo, io continuo a spendere 65 Euro e loro sono anche a posto con la coscienza. Che storia fratello.

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Variopinto

Fascino latino

Bello come il sole d'Italia, baffo come nessuno: Mr. Pannofino.
Bello come il sole d’Italia, baffo come nessuno: Mr. Pannofino.

Donne. Donne di tutte le età. Donne al di là dell’eta che può regalare figli. Giovini avvocatesse col tailleur e un pezzo così di puzza sotto al naso. Acerbe adolescenti indecise se regalare la propria illibatezza ai Tokyo Hotel. Parte la pubblicità Nespresso e non ce n’è più per nessuno. Si mormora del suo ritorno per l’ultima puntata di E.R. ed è subito elevazione della cervice. Mr. Clooney cucca come una bestia, insomma. Giusto un po’ di più di Denzel Washington probabilmente, ma anche l’eroe con origini africane avrà il suo bel daffare a tenere a bada l’orda femminea. Sensuale, possente, scaltro e sbarazzino: che tocco d’omone. “Un bel negrone”, come ho sentito dire alla signora della panetteria di Osnago qualche tempo fa. Allora si discuteva anche di un altro pezzo di maschio recentemente caduto un po’ in disuso, ma che ha comunque lavorato come un pazzo ai tempi d’oro. Banderas sarà anche stato oltrepassato dal connazionale Nadal nella classifica del “vorrei farmelo prima di subito, meglio se ieri” dell’universo con le tette, ma ha volato in altissimo a lungo. Per non finire a chiosare sul ritorno in veste selvatica di Mickey Rourke, che di certo “fa sangue” a una bella fetta di femmine. Magari quelle abbonate alle cinghiate in faccia con la fibbia El Charro anni ’80, ma, ehi!, contano anche loro no? Tutti esemplari capaci di stregare anche e soprattutto grazie alla voce. Una bella voce calda, sensuale, ma non eccessivamente tendente al porno-attore. Miciosa quando serve, sicura se è il caso. Insomma, la voce di lui, del baffo, di “dai, DAI, DAI!”, del bestio portante di “Boris”. Di Francesco Pannofino, il bell’italiano che, e qui verranno giù i santi, dà la voce a tutta la gente di cui sopra. E in più altri seimila, tipo: Wesley Snipes, Kurt Russle, Kiefer Sutherland, Clive Owen, Benicio del Toro… Vin Diesel! Prendere e portare a casa.

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Variopinto

Un mondo più giusto

Gelato al pistacchio: per sentirsi pischelli.
Gelato al pistacchio: per sentirsi pischelli.

In un mondo più giusto esisterebbero i vasettoni di gelato al Pistacchio. Un bel barattolone Sammontana, o un barattolino super lusso Häagen-Dazs, tutti dedicati al pistacchio. Invece nulla. Un’approfondita ricerca di mercato ha già stabilito che il gelato al pistacchio piace: piace all’uomo della strada come all’affarista stritolato dalla crisi dei crunch-saving (giusto?), piace perché “è un gusto che sa di Sicilia, di caldo sole mediterraneo, di aspre alture isolane. Ha il sapore inconfondibile di un frutto secco che nasce soltanto una volta ogni due anni. Cremoso e avvolgente, sa stupire con l’intensità del suo sapore e la naturalità del suo colore” (lo dicono loro). Eppure nulla da fare: così come la gente continua ad andare ai concerti di Vasco Rossi e della Pausini, l’industria gelatiera persiste nel suo orbo dirigersi verso il baratro, ignorando la verde leccornia. E dire che il gelato al pistacchio ha già fatto il suo bel miracolo: ha dato un senso all’esistenza del Centro Commerciale Carosello, già Carrefour, fu Euromercato di Carugate. E’ tra i negozi del mall quasi-milanese che trova spazio una gelateria che di pistacchio ne sa un bel po’, tanto da confezionare un bel gelato al pistacchio cremoso e ad alto tasso di slurposità. Così, scoperto perché esiste il Carrefour, ora non rimane che capire l’esigenza di avere le zanzare su questo pianeta. Riflessione profonda, da gustarsi pensando a quanto dicevano i due di “Wayne’s World”: “un bel gelato stracciapalle e pistacacchio, grazie!”.

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Musica

Stayin’ alive 2009

Tonight: Franz Ferdinand
Tonight: Franz Ferdinand

Il concerto dei Franz Ferdinand di settimana scorsa al Mazda Palace ha confermato i dubbi e le certezze su “Tonight: Franz Ferdinand”, terzo sforzo degli scozzesi. Il posto era sbagliato, il secondo disco era in parte sbagliato, questo va molto meglio. Il concerto perfetto dei Franz Ferdinand non ha niente a che vedere con un palazzetto dello sport, ma ha molto a che vedere con un locale piccolo, un club, qualcosa di simile al Rainbow e al Rainbow li ho visti la prima volta (2003 o 3004?). Costo: 6 Euro, disco da promouovere: il primo, risultato: eccellente. Il Mazda Palace era sbagliato e dispersivo, soprattutto mi ha convinto che il secondo disco mancasse della forza naif del primo, provando a replicare la ricetta a tavolino. Non era male, ma allora decisamente meglio “Tonight”. Teoricamente è la stessa faccenda, ma questa volta Kapranos e soci sostituiscono all’irruenza caciarona della prima pubblicazione una cura maggiore per i suoni e una dimensione tutta nuova data dall’aggiunta delle tastiere. Perdono un po’ di chitarra, almeno in quanto a “volume” e fracassamento, ma guadagnano in pulizia e dinamismo. A partire dal singolo che apre la faccenda, “Ulysses”, è palese che tutto funzioni meglio. Con un occhio ai suoni e ai sapori retro, e con i riff spesso e volentieri accompagnati dalle suddette tastiere o da qualche effettino elettronico semplice semplice, ma efficace, “Tonight” porta a casa il risultato. Non è “Franz Ferdinand #3”, ma una discreta (seppur minima) evoluzione. Il gruppo lavora meglio anche singolarmente, con più spazio per ogni scolaretto, il che, fortunatamente, non si traduce in pezzi algidi o anonime prove di abilità progressive: i Franz Ferdinand non potrebbero mai provarci, né forse sperarci. Grazie al cielo. Chi si era stufato dopo due mesi dall’uscita di “Franz Ferdinand”, non avrà nulla da cercare qua dentro, nella nottata brava scozzese, ma chi pensava che fosse solo “You Could Have It So Much Better” a mostrare fasi di stanca, allora può godersi Tony Mac Manero con gioia.

Franz Ferdinand – Tonight (2009)
Domino – 42 Minuti
Queste dovete ascoltarle: Ulysses, Bite Hard, Lucid Dreams, Can’t Stop Feeling.

Luci e tapparelle giù.
Luci e tapparelle giù.
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Giornate Videogiochi

Quel giorno doveva esserci l’oceano

Tetti e comignoli tagliuzzati ad arte, dall'albergo.
Tetti e comignoli tagliuzzati ad arte, dall’albergo.

Era un post tutto sommato riuscito, parlava di un viaggio a Montpellier, cascato all’incirca un mese fa. Poi la disfatta, l’ennesima: il contropiede quando sai che possono farti il contropiede. E myblog.it si succhia via l’ennesimo post non salvato per tempo, perché c’era fiducia. In un futuro migliore, in un presente con citazioni in francese (mica vero) e un passato dolcino da raccontare. Nemmeno troppo è, però c’erano le carote di Rabbids Go Home, c’era Virgin al posto di Zavvi, c’erano le stradine che salivano e poi, come per magilla, ridiscendevano tra boutique giovinastre hip-hop Eminem. C’erano i fast food non-USA, c’era la cena al ristorante Arezzo che provava a farcela, ma poi riduceva un piatto lurido e zozzo a una roba di novelle cuisine e tutto era perduto. C’erano anche riflessioni metereologiche, quelle non mancano mai. Però, come detto, myblog.it si è pappato tutto. Ora riprovo da questa parte, che a Telecom ho anche dato retta a sufficienza nella vita.

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