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The Fixer (Pearl Jam)

Disponibile online e gratuito (ma solo in versione “Internet @ 2003”) il nuovo singolo dei Pearl Jam. [clicca per leggere e ascoltare]

"The Fixer" - Pearl Jam ("Backspacer" in uscita il 20/9/09)
"The Fixer" - Pearl Jam ("Backspacer" in uscita il 20/9/09)

[Edit: ora con più sondaggio!]

I Pearl Jam non vogliono fare singoli da secoli. Non facevano i video quando volevano fare i giovani che rifiutano il (Video) Star System di MTV. Giocavano a nascondersi con “Mankind” lanciato per non-lanciare “No Code”, poi altro nulla, con il solo ritorno a un effetto-singolo ai tempi della politica incazzata di “I Am Mine” e “Worldwide Suicide”, almeno in parte. Ora che Vedder è tutto un fiorire di sorrisi, brezza marina, tavola da surf e orsetti del cuore con la faccia di Obama, si torna al singolo che in meno di tre minuti dice un po’ poco. “The Fixer” è disponibile attraverso la pagina MySpace (argh!) del gruppo, che quindi non si dimostra sufficientemente amorevole da regalare 320kbps di qualità ai suoi fanz, come peraltro avrebbe potuto tranquillamente fare considerata la posizione che occupa.
“The Fixer” è il primo indizio che dovrebbe aiutare a fare luce sulla direzione presa dai Pearl Jam con il ritorno di Brendan O’ Brian alla produzione. E non è che però sia cambiato un granché rispetto al passato recente. La canzone ha un che di sixties pieni di fiorellini sbocciati, con tanta voglia di positivo perché son vivo, scivola via bene. Il problema è un po’ che scivola, invece di aggrapparsi. La voce del potenziale-martire-che-non-fu è fin troppo lieve e sorprendentemente (come già successo nell’omonimo album del 2006), puntata un po’ troppo in alto per le note che riesce a beccare oggi come oggi il nostro. Niente che davvero non vada bene. Tutto sommato “Backspacer” (20 settembre) potrebbe proprio essere una mezz’ora di gioia di vivere e crema abbronzante, speranze per il futuro e una band che passa in studio per godersela come vuole godersela in quel momento, quasi fosse un pretesto per sparpagliare in giro un’altra manciata di canzoni da suonare dal vivo, in quello che è un quasi tour perenne à la Bob Dylan. Pur con meno precisione e ubiquità del vecchio menestrello (in Europa ci passano poco e volentieri). Che farci con una “The Fixer” che ha anche la colpa di finire in fade-out? Due mesi per scoprirlo.*

Già che c’ero: il testo frutto degli sforzi interpretativi dei fans veri su PearlJam.com.

When something’s dark let me shed a little light on it
When something’s cold let me put a little fire on it
If something’s old I wanna put a bit of shine on it
When something’s gone I wanna fight to get it back again
Yeah Yeah Yeah Yeah
Fight to get it back again
Yeah Yeah Yeah Yeah

When something’s broke I wanna put a bit of fixin on it
When something’s bored I wanna put a little excite on it
If something’s low I wanna put a little high on it
When something’s lost I wanna fight to get it back again
Yeah Yeah Yeah Yeah
Fight to get it back again
Yeah Yeah Yeah Yeah

When signals cross I wanna put a little straight on it
If there’s no love I want to try to love again

I’ll say your prayers, I’ll take your side
I’ll find us a way to make light
I’ll dig your grave, we’ll dance and sing
What’s saved could be our last lifetime

Yeah Yeah Yeah Yeah
Fight to get it back again
Yeah Yeah Yeah Yeah

* ovviamente si prendano tutte le pinze del caso. Mi riprometto di mangiarmi tutto una volta sentita la canzone almeno a qualità decente, non lo schifo del MySpace.

3 risposte su “The Fixer (Pearl Jam)”

Mannaggia a loro, oh…
Non potevano fare come i Radiohead, che hanno venduto il loro album ad offerta libera? No, questi lo vanno a mettere IN STREAMING su quella gran merda che e’ MySpace 🙁

E per tutta risposta, io non vado neppure a sentire il singolo. La sola idea di aprire una pagina MySpace mi fa venire il vomito 😛

Oggi come oggi è dura lamentarsi della non-vendita à la Radiohead del disco, dato che comunque non esce prima del 20 settembre. Non succederà comunque, nonostante i Pearl Jam siano in regime di auto-produzione. Non credo nemmeno che prendere l’esempio dei Radiohead come modello sia una strada “giusta”. E’ successo, è interessante, può risuccedere: ma chi non segue le orme non è che “sbaglia”.

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